IL CASTELLO DELLE FIABE: "GAUDI' DI GROSIO"

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    Il castello del “Gaudí di Grosio” è una fiaba italiana tutta da scoprire

    Quarant'anni fa, Nicola ha deciso di realizzare il suo sogno, quello di creare un giardino delle meraviglie che oggi si è trasformato nel castello del Gaudí di Grosio

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    Esiste un luogo, nel nostro Paese, dove la magia ha preso vita grazie al lavoro instancabile dell’uomo, un posto dove la realtà supera la fantasia e dove tutti, indipendentemente dall’età, possono tornare a essere bambini. Si tratta di un castello che non ha niente a che vedere con gli edifici storici e maestosi che si snodano lungo lo stivale e che si differenzia persino da quelli che abbiamo visto nelle favole più belle.

    Per scoprire questo luogo incantato dobbiamo recarci a Grosio, un piccolo comune italiano di appena 4000 abitanti situato in provincia di Sondrio, in Lombardia, incastonato allo sbocco della Val Grosina. Il territorio, conosciuto ai più per la presenza del Parco delle incisioni rupestri istituito negli anni ’70 per salvaguardare il patrimonio storico, archeologico e paesaggistico di questo luogo, cela in realtà una meraviglia che in pochi conoscono.

    Si tratta del castello costruito da Nicola, anche conosciuto come il Gaudí di Grosio, che ricorda per forme, colori e lineamenti l’iconica Casa Batlló realizzata dal famoso architetto catalano. Raggiungere e visitare questo monumento incredibile vi permetterà di vivere una fiaba tutta italiana.

    Il castello delle fiabe in provincia di Sondrio

    Il nostro viaggio di oggi ci porta a Sondrio, e più precisamente nei territori che compongono l’omonima provincia e che rappresentano il cuore della Valtellina. Proprio qui, dove ogni giorno si rifugiano migliaia di viaggiatori attratti dai paesaggi alpini, esiste un luogo di incredibile bellezza che è un unicum nel suo genere e che in pochi conoscono.

    Si tratta del castello di Nicola di Cesare, un uomo che ha scelto di realizzare a Grosio il sogno di una vita, quello di realizzare una dimora fatata circondata da un parco delle meraviglie. Così è nato un capolavoro: il Giardino Roccioso di Nicola, ribattezzato, da chi lo ha ammirato, il castello del Gaudí di Grosio perché è proprio allo stile dell’architetto catalano a cui l’uomo si è ispirato.

    Nicola, un costruttore di origini abruzzesi, è arrivato in Lombardia 50 anni fa e proprio in Valtellina ha deciso di realizzare la sua casa-monumento che oggi è diventata una vera e propria opera d’arte. Ha scavato le scale nella roccia, ha creato archi e muretti, li ha decorati sapientemente con materiali di scarto e ha arredato gli spazi con oggetti coloratissimi e unici. Un lavoro incessante che è durato 40 anni e che ha portato alla creazione di un giardino delle meraviglie che oggi corre in verticale sopra la sua casa.

    Una fiaba nel cuore della Valtellina
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    La dimora del Gaudí di Grosio

    Basta guardare le fotografie del castello del Gaudí di Grosio per capire che ci troviamo davanti a qualcosa di unico. Nicola si è ispirato per la sua dimora all’architettura catalana portando nel cuore della Valtellina un pezzo di Barcellona.

    Visto da fuori questo giardino verticale, con le sue scale, i sentieri e le arcate, assomiglia in tutto e per tutto a una dimora fatata, ma l’incanto continua anche negli interni. In questi anni, infatti, il Gaudí di Grosio ha decorato sapientemente il complesso con mosaici realizzati con materiale di scarto, come pezzi di vetro di bottiglie o di fanali di auto dismesse. Ad arricchire l’intera struttura ci sono i dettagli più svariati, come quelle frasi che recitano i detti popolari, oppure i vasi, le sculture e i tasselli dei mosaici che corrono lungo le 207 scale abbarbicate alla montagna.

    Come visitare questa dimora? Il castello del Gaudí di Grosio è situato nel cuore del paese, alla fine di via Rovaschiera, ed è ben visibile dall’esterno. Per entrare nell’edificio, invece, è necessario contattare direttamente il padrone di casa.

    Castello-Gaudi
    Fonte







    Opera monumentale :Il castello valtellinese del Gaudì di Grosio

    Dotato di forte senso pratico e decorativo (e del tutto autodidatta), Nicola Di Cesare ha dato vita al suo mondo abbarbicato sulla montagna, che da 40 anni continua a costruire. Uno scalino dopo l'altro

    copertina

    207 Scalini di meraviglia. Una scultura, un monumento o un’opera di land-art? Difficile definire cosa sia riuscito a fare – o meglio, cosa sta facendo da quarant’anni – Nicola Di Cesare a Grosio, in Alta Valtellina, tra cielo e montagna. Nicola arriva dall’Abruzzo (è nato a Pizzoferrato nel 1950) in questo piccolo paese di 4.000 abitanti negli Anni ‘70: dopo aver incontrato la moglie (originaria del posto) e dopo aver lavorato come cuoco e ferroviere anche in Svizzera, decide di costruirsi una nuova casa alle pendici della montagna, sulla Alpi Retiche.

    Nel 1981, a lavori ultimati, si trova di fronte all’inaspettato problema di gestire questa brulla e rocciosa montagna antistante la casa. Non soddisfatto delle proposte dell’impresa decide di pensarci lui stesso e costruisce il primo muro, che decora con un mosaico. Dotato di forte senso pratico e decorativo, del tutto autodidatta, impiega la propria creatività per dare vita al suo mondo abbarbicato sulla montagna, che da allora continua a costruire, uno scalino dopo l’altro.

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    Nessuno della famiglia lo aiuta, e Nicola non accetta l’aiuto di nessuno: quei muri, quegli scalini, sono i viaggi che non ha mai fatto, il suo modo per evadere dalla quotidianità, creare qualcosa di bello e tutto suo. Il risultato è un’opera architettonica monumentale che si estende per circa cinquanta metri sulla montagna, che decora con uno stile che unisce il naif di Ligabue alla dimensione onirica di Gaudì: al posto delle rocce e delle sterpaglie dopo 40 anni troviamo sentieri, grotte, vigne, panche, fontane e belvedere impreziositi con vasi, sculture e mosaici policromi.
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    Un piccolo Eden personale, che generosamente l’artista condivide, lasciando entrare chi lo desidera. Non a caso le persone del luogo chiamano questo luogo il “Castello incantato” e si riferiscono all’artista come il “Gaudì di Grosio”. A dir la verità Nicola non conosceva il lavoro di Gaudì e non è mai nemmeno andato all’estero, se non in Svizzera per lavorare negli Anni ’70. Il suo mondo è infatti lontano dal modernismo dell’Art Nouveau, anche se con l’artista catalano condivide quell’essere «plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro».

    A dire poco mirabile l’ingegnosità materica e tecnica maturata da Nicola negli anni: l’artista si è costruito una carrucola per portare in cima i materiali e impiega per lo più materiali di recupero. I tasselli rossi dei tanti mosaici del “Castello” sono realizzati con frammenti di recupero di rifrangenti da auto incidentate, mentre quelli blu derivano dal vetro di bottiglie di succhi di frutta.

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    Nicola Di Cesare è una persona gioiosa e disponibile, che scambia con gli ospiti scarne, ma sempre simpatiche e accoglienti battute. A parlare è il suo lavoro, la sua “art brut”, spontanea e viva, che non riesce a trattenere e che lo spinge a dedicarci da decenni tutto il suo tempo libero. Questa grandiosa opera finisce con l’essere la voce stessa dell’artista, delle sue emozioni che condivide con tutti noi: ovunque ci si giri si scoprono scritte incise sui parapetti, sugli specchi, sugli scalini e sulle pavimentazioni in pietra: detti popolari, pensieri e auguri, che raccontano un progetto che è diventato una ragione di esistere e un modo di intendere l’esistenza.

    «Se oggi seren non è, doman seren sarà, se non sarà seren si rasserenerà». Poco senso ha quindi domandare all’artista il perché di tale progetto. Sarebbe come chiedere a una persona il perché del colore dei propri occhi. Allorché interpellato, spiega ironicamente che il suo lavoro gli ha salvato il matrimonio e che non gli interessa la fama, che arriva sempre ai morti. L’unica cosa che conta e che l’artista si auspica è l’avere altri 41 anni per completare il progetto, arrivando in cima alla montagna. Noi non possiamo che augurarglielo affinché il Castello di Nicola continui a crescere, così com’è successo per la Sagrada Familia: questo luogo fa sognare e i sogni non hanno inizio e non hanno fine.

    Fonte

    Il Castello Gaudì di Grosio è una costruzione davvero magica che si trova nella cittadina in provincia di Sondrio, in Lombardia.

    Si chiama così perché ricorda davvero molto la mitica Casa Batllò e il giardino che si trova a Barcellona, progettato e realizzato del famoso Antoni Gaudì.

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    Si tratta di un castello davvero sui generis, con un giardino incantato che ogni cattura l’attenzione di tantissimi visitatori, con mosaici, sculture, fontane, in un mix di arte, architettura e magia davvero unici.

    Il Castello Gaudì di Grosio deve la sua nascita e la sua evoluzione del corso degli anni a Nicola di Cesare, un costruttore abruzzese trapiantato in Lombardia che, ha deciso ormai parecchi anni fa di costruirsi il suo personalissimo castello (con giardino annesso) forgiando la montagna rocciosa delle Alpi Retiche in un vero e proprio angolo di Paradiso.

    Un lavoro paziente, illuminato e certosino che dura da più di 40 anni e ha regalato a Grosio e a tutti i suoi visitatori un piccolo pezzo di Barcellona in piena Valtellina.

    I mosaici del Castello Gaudì di Grosio
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    Il vero fiore all’occhiello del Castello Gaudì di Grosio sono certamente gli incantevoli mosaici che Nicola di Cesare ha realizzato partendo spesso da materiale di recupero trovato in discarica.

    Quella realizzata dal Gaudì di Grosio – come amano chiamarlo scherzosamente gli abitanti del centro valtellinese e i tanti turisti che visitano il suo castello – è a tutti gli effetti un’opera d’arte, con sentieri, grotte, arcate, vasi e ben 207 scalini.

    I tasselli dei mosaici del Castello Gaudì di Grosio sono – come detto – realizzati partendo da materiale semplice come pezzi di vetro di bottiglie rotte o fanali di macchine presi dalle autorimesse.

    La natura del Castello Gaudì di Grosio

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    Anche la natura è una parte fondamentale dell’architettura del Castello Gaudì di Grosio.

    Fiori e piante, infatti, sono parte integrante della struttura e regalano un fascino molto particolare all’intera costruzione, guidando i visitatori attraverso cunicoli e passaggi segreti.


    Sui parapetti e sugli scalini del castello, inoltre, sono incise delle frasi con alcuni detti popolari, semplici pensieri ed espressioni di auguri.
    Come si arriva e come si visita al Castello Gaudì di Grosio

    Per raggiungere il Castello Gaudì di Grosio è necessario arrivare nel borgo e poi raggiungere via Rovaschiera che si trova al centro del paese, sulla sponda rocciosa che lo protegge.

    La struttura è privata ma il proprietario, Nicola di Cesare, permette di visitarlo su richiesta.
    Mappa e cartina

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