OKRA O GOMBO, verdura esotica

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    Okra o Gombo, una verdura esotica dalle proprietà terapeutiche


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    L’Okra, noto anche come Gombo, è un particolare frutto dal colore marroncino originario del continente africano e appartenente alla famiglia delle Malvacee. A causa della forma particolare dei suoi frutti è stato comunemente rinominato come “Lady’s Finger”, ossia come “dita di donna”.




    L’Okra è una pianta erbacea che cresce tutto l’anno, appartiene alla famiglia delle Malvacee, e riesce a raggiungere altezze che possono superare i 2-3 metri. Le sue foglie sono di colore scuro brillante, mentre fiori sono molto grandi, di colore tendente al giallo e che per tale ragione vengono spesso utilizzati come elemento ornamentale nelle case.

    Per quanto riguarda i suoi frutti, questi crescono solo nei periodi più caldi dell’anno, e hanno la caratteristica forma di un mignolo, da qui deriva la denominazione “Dita di donna”, appunto.

    Il momento migliore in cui cogliere i baccelli è intono ai 5-8 giorni dopo la fioritura; se colti più tardi, infatti, tendono a diventare troppo fibrosi e difficili da mangiare.

    Una volta colti, devono essere consumati entro pochi giorni in quanto deperiscono velocemente, e non tollerano la conservazione in frigorifero. Per evitare che questo accada, l’alternativa è sempre quella di riporli in congelatore.

    Ma come si può consumare questo frutto? La prima importante premessa da fare è che prima di essere consumati i baccelli devono essere attentamente puliti per rimuovere la peluria superficiale che può essere irritante per la pelle.

    In cucina, i frutti di Okra possono essere consumati crudi come insalata, oppure possono essere fritti, aggiunti come ingrediente di minestre e minestroni, fatti sotto aceto o in salamoia, o ancora stufati con un sugo di pomodoro. Fondamentale è la cottura, che non deve essere mai troppo aggressiva, cuocere quindi a fuoco basso e lentamente.

    Un consiglio? Tagliare i frutti a rondelle e sciacquarli in acqua tiepida, poi farli sbollentare pochi minuti con un limone tagliato a metà.

    Gli utilizzi dell’Okra non si limitano però solo alla preparazione di piatti cotti; è possibile utilizzare le foglie della pianta per preparare delle tisane rilassanti, oppure aggiungerle in minestre, risotti o insalate fredde. Dai semi, invece, è persino possibile ottenere un olio da tavola, o attraverso la macinatura, si riesce a ottenere una polvere tutta particolare, da utilizzare come alternativa al tradizionale macinato di chicchi di caffè.

    Le proprietà del Gombo

    L’Okra, o Gombo, ha delle importanti proprietà benefiche e nutritive. Si tratta di un frutto con una bassissimo livello di calorie per peso, ma è ricco di vitamina A, B1, B2, B6, C, acido folico e minerali come calcio e zinco. Tra le proprietà più rilevanti dell’Okra troviamo l’alto contenuto di fibre, condizione molto importante per il mantenimento della salute gastrointestinale.

    Perché preparare un estratto di Okra o Gombo

    Con una media di 33 Kcal per 100g, il Gombo è un alimento poco calorico ma al contempo ricco di importanti nutrienti come proteine, sali minerali e vitamine. Ecco che per preservare al meglio tutte queste proprietà, è importante fare attenzione alle modalità di preparazione e cottura di questo alimento. Il nostro consiglio? Utilizzare l’Okra per preparare un gustoso estratto di succo con l’estrattore!

    L’estrazione a freddo, infatti, è la migliore soluzione per ottenere dei succhi salutari e gustosi, senza però intaccare le proprietà organolettiche degli ingredienti. Questo vale ovviamente anche per il Gombo, che in aggiunta ad altri frutti, o verdure, può diventare un perfetto ingrediente per uno dei nostri estratti quotidiani.

    Quali sono i benefici di un estratto di gombo? Eccoli qui:

    Efficace nel trattamento di tosse e mal di gola
    Effetto antiossidante
    Naturale fonte di vitamina C
    Contribuisce alla salute degli occhi
    Migliora l’umore
    Naturale fonte di vitamina K e calcio, fondamentali per il rafforzamento delle ossa.

    Fonte

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    Cinque cose da sapere sull'okra


    Con il suo bel colore verde e la forma particolarissima, l’okra fa a volte capolino sui banchi dei nostri mercati e supermercati, mentre si trova quasi invariabilmente nei mercati etnici orientali o africani. Ecco cinque cose da sapere su questa verdura…



    1. La “stella” delle verdure
    L’okra, Abelmoschus (Hibiscus) esculentus, appartiene alla famiglia delle malvacee, a cui appartengono anche la malva, l’ibisco e il cotone. La parte più apprezzata per il consumo come verdura è la capsula immatura del frutto, che contiene i semi. Si riconosce facilmente per la caratteristica forma a cinque angoli, che se tagliata di traverso crea caratteristiche sezioni a forma di stella, molto scenografiche nei piatti.

    2. Ricchissimo di mucillagine
    Dal punto di vista nutrizionale, contiene soprattutto acqua come tutte le verdure (circa il 90%), circa il 2% di proteine, il 2% di carboidrati e quasi zero lipidi. È ben dotato di vitamina C, vitamina K, folati, vitamina B1 e, tra i minerali, di magnesio. La sua caratteristica principale è l’elevatissimo contenuto di un particolare tipo di fibra solubile, che può arrivare al 6% in peso. Si tratta di una mucillagine fatta di carboidrati a lunga catena e proteine, che mescolata ad acqua crea una consistenza fortemente mucillacinosa ma non gelatinosa, del tutto caratteristica. Per la pianta, si tratta di una strategia per conservare acqua (l’interno dei cactus o dell’aloe contengono mucillagini simili): l’okra è considerata per questo la verdura più resistente al calore che esista al mondo. In cucina, invece, questa proprietà può essere sfruttata per addensare in modo rapido e molto efficace brodi, zuppe, o bevande.

    3. Popolare nel mondo, ma poco in Italia
    Originario dell’Africa o del sudest asiatico, l’okra rimane popolare in queste regioni ed è molto apprezzato nella cucina mondiale, anche se non ha mai fatto particolare presa in Italia. Dopo alcuni tentativi di coltivazione in Sicilia, quasi tutto quello che si trova nei nostri mercati oggi è di importazione. Alla fine dell’ottocento, coi primi tentativi di coltivazione, gli avevamo anche dato un nome italiano: gombo, che deriva da una pronuncia dialettale africana del nome della pianta, la stessa che è poi finita anche nel nome del tipico piatto statunitense…

    4. Go Gumbo!
    L’okra fa parte anche della cucina tradizionale del sud degli Stati Uniti, dove è arrivato con la tratta degli schiavi, e si usa per addensare il gumbo, il saporitissimo piatto ufficiale della Louisiana a base di carne, pesce e verdure stufate e servite con accompagnamento di riso.

    5. No slime please…
    Se invece si desidera ridurre la consistenza mucillaginosa, bisogna sfregare bene l’esterno del frutto per eliminare la peluria, e cuocerlo a secco, saltato in padella (stir-fry) oppure al forno. I frutti giovani e freschi sono abbastanza teneri da poter essere mangiati crudi: il bel colore verde e la scenografica forma a stella può abbellire le insalate, ma non è una buona idea prepararle in anticipo, altrimenti cominceranno a svilupparsi filamenti mucillaginosi.
    L’okra si presta molto bene anche alla fermentazione: le mucillagini hanno effetto prebiotico e favoriscono le fermentazioni lattiche. Della pianta si possono consumare anche le foglie, come verdura, mentre dai semi tostati si ottiene anche un succedaneo del caffè.

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