-
.
Gianni Rodari è indiscutibilmente uno dei più grandi e importanti autori italiani di letteratura per bambini e ragazzi.
Ricordato in special modo per le sue favole e le filastrocche, ha scritto in realtà anche moltissime poesie, che, con un linguaggio semplice e diretto, descrivono emozioni e sentimenti importanti e insegnano ai più piccoli le cose importanti della vita.
Questi testi, pur se scritti per un pubblico di bambini, sono anche adatti ad aprire il cuore degli adulti, risvegliando nella memoria i ricordi della loro infanzia e spingendoli a soffermarsi un attimo, a pensare alle cose importanti, a non lasciarsi trascinare dalle corse a cui ci obbliga la vita di ogni giorno.
Ironiche, delicate, ma profonde, importanti, vere.
Il cielo è di tutti
Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi,
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio e del bambino,
dei romantici e dei poeti,
del re e dello spazzino.
Il cielo è di tutti gli occhi,
e ogni occhio, se vuole,
si prende la Luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa o in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la Terra è tutta a pezzetti.. -
.
La luna bambina
E adesso a chi la diamo
questa luna bambina
che vola in un “amen”
dal Polo Nord alla Cina?
Se la diamo a un generale,
povera luna trottola,
la vorrà sparare
come una pallottola.
Se la diamo a un avaro
corre a metterla in banca:
non la vediamo più
nè rossa nè bianca.
Se la diamo a un calciatore,
la luna pallone,
vorrà una paga lunare:
ogni calcio un trilione.
Il meglio da fare
è di darla ai bambini,
che non si fanno pagare
a giocare coi palloncini:
se ci salgono a cavalcioni
chissà che festa;
se la luna va in fretta,
non gli gira la testa,
anzi la sproneranno
la bella luna a dondolo,
lanciando grida di gioia
dall’uno all’altro mondo.
Della luna ippogrifo
reggendo le briglie,
faranno il giro del cielo
a caccia di meraviglie.. -
.
Il maestro giusto
C’era una volta un cane
che non sapeva abbaiare.
andò da un lupo a farselo spiegare,
ma il lupo gli rispose
con un tale ululato
che lo fece scappare spaventato.
Andò da un gatto, andò da un cavallo,
e – mi vergogno a dirlo –
perfino da un pappagallo.
Imparò dalle rane a gracidare,
dal bove a muggire,
dall’asino a ragliare,
dal topo a squittire,
dalla pecora a fare « bè bè »,
dalle galline a fare coccodè.
Imparò tante cose,
però non era affatto soddisfato
e sempre si domandava
(magari con un « qua qua »…):
– Che cos’è che non va?
Qualcuno gli risponda, se lo sa.
Forse era matto?
O forse non sapeva
scegliere il maestro adatto?. -
.
Il punto interrogativo
C’era una volta un punto
interrogativo, un grande curiosone
con un solo ricciolone,
che faceva domande
a tutte le persone,
e se la risposta
non era quella giusta
sventolava il suo ricciolo
come una frusta.
Agli esami fu messo
in fondo a un problema
così complicato
che nessuno trovò il risultato.
Il poveretto, che
di cuore non era cattivo,
diventò per il rimorso
un punto esclamativo.. -
.
Capelli bianchi
Quanti capelli bianchi
ha il vecchio muratore?
Uno per ogni casa
bagnata dal suo sudore.
Ed il vecchio maestro
quanti capelli ha bianchi?
Uno per ogni scolaro
cresciuto nei suoi banchi.
Quanti capelli bianchi
stanno in testa al nonnino?
Uno per ogni fiaba
che incanta il nipotino.. -
.
UN BAMBINO AL GUINZAGLIO
Ho visto un bambino
al guinzaglio
come un piccolo cane.
Un gatto lo guardava
meravigliato
agitando la coda
come una bandiera
di libertà. -
.
SPERANZA
S'io avessi una botteguccia
fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza.
"Speranza a buon mercato!"
Per un soldo ne darei
ad un solo cliente
quanto basti per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza farla pagare.. -
.
ARMI DELL'ALLEGRIA
Eccole qua
le armi che piacciono a me:
la pistola che fa solo “pum”
(o “bang”, se ha letto
qualche fumetto)
ma buchi non ne fa…
Il cannoncino che spara
senza fare tremare
nemmeno il tavolino…
il fuciletto ad aria
che talvolta per sbaglio
colpisce il bersaglio
ma non farebbe male
nè a una mosca nè a un caporale…
Armi dell’allegria!
Le altre, per piacere,
ma buttatele tutte via!. -
.
IL NOME
E adesso che sai fare il tuo nome
in bella scrittura,
non avere premura
di metterlo dappertutto,
non graffiarlo col carbone, col mattone
sui muri delle scale,
sugli alberi del viale, sui chiusini,
sui busti dei letterati e patrioti
che fanno la guardia ai giardini
con le barbe di marmo e gli occhi vuoti.
Soldati e scolari in libera uscita
si firmano sulla spada di Garibaldi
sul cavallo di Anita.
Tu non lo fare. Il nome
è una moneta preziosa:
per le cose da poco non la spendere,
per oro e per argento non la vendere,
tienila sempre da conto
ma per le cose grandi
a gettarla sii pronto.. -
.
IL GIORNO PIU' BELLO DELLA STORIA
S’io fossi un fornaio
Vorrei cuocere un pane
Così grande da sfamare
Tutta, tutta la gente
Che non ha da mangiare
Un pane più grande del sole
Dorato profumato
Come le viole
Un pane così
Verrebbero a mangiarlo
Dall’India e dal Chilì
I poveri, i bambini
i vecchietti e gli uccellini
Sarà una data da studiare a memoria:
un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia.. -
.
IL TRENO DEGLI EMIGRANTI
Non è grossa, non è pesante
la valigia dell’emigrante…
C’è un po’ di terra del mio villaggio,
per non restar solo in viaggio…
Un vestito, un pane, un frutto
e questo è tutto.
Ma il cuore no, non l’ho portato:
nella valigia non c’è entrato.
Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuole venire.
Lui resta, fedele come un cane,
nella terra che non mi dà pane:
un piccolo campo, proprio lassù…
Ma il treno corre: non si vede più.. -
.
L’ODORE DEI MESTIERI
Io so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri,
sa d’olio la tuta dell’operaio,
di farina sa il fornaio,
sanno di terra i contadini,
di vernice gli imbianchini,
sul camice bianco del dottore
di medicina c’è un buon odore.
I fannulloni, strano però,
non sanno di nulla e puzzano un po’.. -
.
LA PAROLA
Un giorno tutti saremo felici.
Le lacrime, chi le ricorderà?
I bimbi scoveranno
nei vecchi libri
la parola "piangere"
e alla maestra in coro chiederanno:
"Signora, che vuol dire?
Non si riesce a capire".
Sarà la maestra,
una bianca vecchia
con gli occhiali d'oro,
e dirà loro:
Così e così.
I bimbi lì per lì
non capiranno.
A casa, ci scommetto,
con una cipolla a fette
proveranno e riproveranno
a piangere per dispetto
e ci faranno un sacco di risate...
E un giorno tutti in fila,
andranno a visitare
il Museo delle lacrime:
io li vedo, leggeri e felici,
i fiori che ritrovano le radici.
Il Museo non sarà tanto triste:
non bisogna spaventare i bambini.
E poi, le lacrime di ieri
non faranno più male:
è diventato dolce il loro sale.
...E la vecchia maestra narrerà:
"Le lacrime di una mamma senza pane...
le lacrime di un vecchio senza fuoco...
le lacrime di un operaio senza lavoro...
le lacrime di un negro frustato
perché aveva la pelle scura..."
"E lui non disse nulla?"
"Ebbe paura?"
"Pianse una sola volta ma giurò:
una seconda volta
non piangerò".
I bimbi di domani
rivedranno le lacrime
dei bimbi di ieri:
del bimbo scalzo,
del bimbo affamato,
del bimbo indifeso,
del bimbo offeso, colpito, umiliato...
Infine la maestra narrerà:
"Un giorno queste lacrime
diventarono un fiume travolgente,
lavarono la terra
da continente a continente,
si abbatterono come una cascata:
così, così la gioia fu conquistata".
da "Versi e storie di parole" - Edizioni Einaudi. -
.
MI HA FATTO LA MIA MAMMA
Persone male informate
O più bugiarde del diavolo
Dicono che tu sei nato
Sotto a una foglia di cavolo!
Persone male informate
O più bugiarde del diavolo
Dicono che sono nato
Sotto a una foglia di cavolo!
Altri maligni invece
Sostengono senza vergogna
Che sei venuto al mondo
A bordo di una cicogna!
Altri maligni invece
Sostengono senza vergogna
Che sono venuto al mondo
A bordo di una cicogna!
Se mamma ti ha comperato
Come taluni pretendono
Dimmi: dov’è il negozio
Dove i bambini si vendono?
Se mamma mi ha comperato
Come taluni pretendono
Diteci: dov’è il negozio
Dove i bambini si vendono?
Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Ti ha fatto la tua mamma
E devi essere contento!
Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Mi ha fatto la mia mamma
E sono molto contento!
Tali notizie sono
Prive di fondamento:
Mi ha fatto la mia mamma
E sono molto contento!
E sono molto contento!. -
.
FILASTROCCA DELL'AMICIZIA
Dice un proverbio dei tempi andati:
“Meglio soli che male accompagnati”.
Io ne so uno più bello assai:
“In compagnia lontano vai”.
Dice un proverbio, chissà perchè,
“Chi fa da sè, fa per tre”.
Da questo orecchio io non ci sento:
“Chi ha cento amici, fa per cento”.
Dice un proverbio con la muffa:
“Chi sta da solo non fa baruffa”.
Questa io dico, è una bugia:
“Se siamo in tanti, si fa allegria”.
(Gianni Rodari).