LE 10 CIVILTÀ PIÙ TERRIFICANTI NELLA STORIA DEL MONDO

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    LE 10 CIVILTÀ PIÙ TERRIFICANTI NELLA STORIA DEL MONDO




    Gli Aztechi



    Gli Aztechi furono una civiltà precolombiana mesoamericana del Messico centrale, esistita nel XIV, XV e XVI secolo. Si riferivano a se stessi col nome di Mexica (pronunciato: me'?ika?). La repubblica del Messico e la sua capitale, Città del Messico, prendono il nome dal termine "Mexica".

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    La capitale dell'impero azteco era Tenochtitlan, fondata su un'isola situata all'interno del lago di Texcoco. Città del Messico è stata costruita sulle rovine di Tenochtitlan. La colonizzazione spagnola delle Americhe raggiunse il cuore dell'impero durante il regno di Huey Tlatoani, Montezuma. Nel 1521 Hernán Cortés, alleato con un esercito di indiani che sovrastava numericamente gli Aztechi, conquistò l'impero grazie ad una guerra basata su malattie, assedi, psicologia e combattimento diretto.

    Origini degli Aztechi

    La leggendaria casa degli Aztechi era Aztlán, un termine in lingua nahuatl che significa "luogo dell'airone". Solitamente si pensa che Aztlan fosse situata da qualche parte a nord della Valle del Messico; alcuni esperti la posizionano tra Messico nordoccidentale e sudovest degli Stati Uniti, mentre altri la considerano un luogo mitico, dato che Aztlan può anche essere tradotto con "luogo di origine.

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    Qualunque cosa li abbia convinti ad abbandonare Aztlan, i Mexica giunsero nella valle del Messico a metà del XIII secolo. La leggenda di questi viaggi viene raccontata in numerosi codici aztechi.

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    L'impero

    L'Impero Azteco non è molto dissimile rispetto agli imperi della storia europea. Come molti imperi europei, infatti, era composto da molte etnie ma era un sistema di tribù più che un vero e proprio sistema di amministrazione. Arnold Toynbee, nell'opera "Guerra e Civilizzazione", lo paragona all'impero assiro anche per la violenza di alcune pratiche, in particolare religiose (vedi oltre).

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    Il membro più importante del governo azteco è l'Imperatore. Il titolo Nahuatl per una posizione del genere, huey tlatoque, si traduce con "Grande Comandante"; i Tlatoque erano una classe superiore. L'huey tlatoque degli Aztechi era altrimenti conosciuto come il tlatoani ("Oratore") o huey tlatoani ("Grande Oratore"). Questo ufficio prese gradualmente più potere con la crescita di Tenochtitlán, e col tempo "Imperatore" divenne un'analogia giusta; come nell'Impero Romano, il titolo non era ereditario. L'huey tlatoani spesso sceglieva il successore insieme ai propri consiglieri.

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    La maggior parte dell'impero azteco fu formata da un uomo, Tlacaelel (in Nahuatl "cuore virile"). Anche se gli fu offerta l'opportunità di essere un tlatoani, preferì stare dietro il trono. Tlacaelel era nipote del tlatoani Itzcóatl, e fratello di Chimalpopoca e Motecuhzoma I, il suo titolo era Cihuacoatl (in onore della dea, traducibile con "consigliere"), ma come riportato nel Codice Ramírez, "quello che ordinava Tlacaelel, veniva fatto al più presto".

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    Diede al governo azteco una nuova struttura, ordinò la distruzione della maggior parte dei libri Aztechi (la sua spiegazione fu che erano pieni di inesattezze) così poté riscrivere la loro storia. Inoltre Tlacaelel riformò la religione Azteca, ponendo il dio tribale Huitzilopochtli sullo stesso piano degli antichi dei nahuas, Tlaloc, Tezcatlipoca, e Quetzalcoatl. In questo modo Tlacalel creò una coscienza storica per gli Aztechi. Creò anche l'istituzione della guerra rituale (le guerre dei fiori) come un modo per avere combattenti addestrati, e la necessità di sacrifici umani costanti "per tenere il Sole in movimento".

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    Alcuni scrittori credono che le classi più alte erano consapevoli di questa falsificazione, il che può spiegare le azioni che fece Montezuma quando incontrò Hernán Cortés. Ma, infine, le istituzioni contribuirono alla caduta dell'impero Azteco. Il popolo di Tlaxcala fu conquistato risparmiando delle vittime, a costo di partecipare alla guerra dei fiori. Quando Cortés venne a sapere ciò, li avvicinò ed essi diventarono suoi alleati. I Tlaxcaltechi fornirono migliaia di uomini a supportare le poche centinaia di spagnoli. La strategia di guerra Azteca era basata sulla cattura di prigionieri che poi venivano sacrificati.

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    Politicamente l'impero, costituito da una confederazione di città-stato, principati e regni tributari, si fondava sulla confederazione delle tre città-stato che lo avevano fondato: Tenochtitlán, Texcoco e Tlacopan. Le tre città componevano la confederazione del "Cem Anahuàc" (l'Unico Mondo) e ognuna era governata da propri re ed istituzioni. La predominanza di Tenochtitlán, capitale degli Aztechi Tenocha, si accentuò rispetto alle altre due città-stato solo nell'ultimo secolo della civiltà azteca. Il resto dell'impero confederato era formato da varie province che raggruppavano più città-stato e principati e distinte anche per gruppi etnici.

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    Edited by belias94 - 30/6/2016, 20:53
     
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    I Celti



    Con il nome di Celti si indica un insieme di popoli indoeuropei che, nel periodo di massimo splendore (IV-III secolo a.C.), erano estesi in un'ampia area dell'Europa, dalle Isole britanniche fino al bacino del Danubio, oltre ad alcuni insediamenti isolati più a sud, frutto dell'espansione verso le penisole iberica, italica e anatolica. Uniti dalle origini etniche e culturali, dalla condivisione di uno stesso fondo linguistico indoeuropeo e da una medesima visione religiosa, i Celti rimasero sempre politicamente frazionati; tra i vari gruppi di popolazioni celtiche si distinguono i Britanni, i Galli, i Pannoni, i Celtiberi e i Galati, stanziati rispettivamente nelle Isole Britanniche, nelle Gallie, in Pannonia, in Iberia e in Anatolia.

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    Portatori di un'originale e articolata cultura, i Celti furono soggetti a partire dal II secolo a.C. a una crescente pressione politica, militare e culturale da parte di altri due gruppi indoeuropei: i Germani, da nord, e i Romani, da sud. I Celti furono progressivamente sottomessi e assimilati, tanto che già nella tarda antichità l'uso delle loro lingue appare in netta decadenza.

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    L'arretramento dei Celti come popolo autonomo è testimoniato proprio dalla marginalizzazione della loro lingua, presto confinata alle sole Isole britanniche. Lì infatti, dopo i grandi rimescolamenti altomedievali, emersero gli eredi storici dei Celti: le popolazioni dell'Irlanda e delle frange occidentali e settentrionali della Gran Bretagna, parlanti lingue brittoniche o goideliche, le due varietà di lingue celtiche insulari.

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    Storia

    Le origini

    Archeologi e linguisti concordano, a larga maggioranza, nell'identificare i Celti con il popolo portatore della Cultura di La Tène, sviluppatasi durante l'Età del ferro dalla precedente Cultura di Hallstatt. Tale identificazione consente di individuare la patria originaria dei Celti in un'area compresa tra l'alto Reno (da Renos, vocabolo di origine celtica il cui significato è "mare") e le sorgenti del Danubio (dal celtico Danuvius, il cui significato è "che scorre veloce"), tra le attuali Germania meridionale, Francia orientale e Svizzera settentrionale: qui i Protocelti si consolidarono come popolo, con una propria lingua, evoluzione lineare di un vasto continuum indoeuropeo esteso in Europa centrale fin dall'inizio del III millennio a.C..

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    È stata tuttavia avanzata anche l'ipotesi, sempre fondata su argomentazioni linguistiche, che i Protocelti fossero il frutto di una penetrazione secondaria di Indoeuropei in Europa centrale, a metà del III millennio a.C., a partire dalle steppe a nord del Mar Nero, probabile patria originaria del popolo comune.

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    Nell'area di La Tène si registra una continuità nell'evoluzione culturale sin dai tempi della Cultura dei campi di urne (a partire dal XIII secolo a.C.). All'inizio dell'VIII secolo a.C. si affermò la Cultura di Hallstatt, la civiltà protoceltica che mostrava già le prime caratteristiche culturali che poi saranno proprie della cultura celtica classica. Il nome deriva da un importante sito archeologico austriaco distante una cinquantina di chilometri da Salisburgo.

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    La Cultura di Hallstatt, con base agricola ma dominata da una classe di guerrieri, era inserita in una rete commerciale piuttosto ampia che coinvolgeva Greci, Sciti ed Etruschi. È da questa civiltà dell'Europa centro-occidentale che, intorno al V secolo a.C., si sviluppò, senza soluzione di continuità, la cultura celtica propriamente detta: nella terminologia archeologica, la Cultura di La Tène.

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    I guerrieri e l'esercito

    L'armatura dei Celti comprendeva scudi in legno con rifiniture in bronzo e ferro decorati in vario modo. Su alcuni di questi si trovavano animali in bronzo scolpiti, con funzioni sia decorative sia di difesa. Sulla testa portavano elmi di bronzo con grandi figure sporgenti come corna, parti anteriori di uccelli o quadrupedi, che facevano apparire giganteschi coloro che li indossavano.

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    Le loro trombe di guerra (carnyx) producevano un suono assordante e terrificante per il nemico. Alcuni indossavano sul petto piastre di ferro, mentre altri combattevano nudi. Non utilizzavano soltanto spade corte simili ai gladi romani, ma anche lunghe, ancorate a catene di ferro o bronzo, che pendevano lungo il loro fianco destro, oltre a lance dalle punte di ferro della lunghezza di un cubito e di poco meno di due palmi di larghezza, ed i loro dardi avevano punte più lunghe delle spade degli altri popoli.

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    Di loro si racconta, inoltre, che preferivano risolvere le battaglie con duelli tra i capi o tra i più abili guerrieri di ognuno degli schieramenti opposti, piuttosto che scontrarsi in battaglia. Essi avevano anche l'abitudine di appendere le teste dei nemici uccisi al collo del proprio cavallo, e, in alcuni casi, di imbalsamarle, quando il vinto era un importante guerriero avversario; consideravano infatti la testa, e non il cuore, la sede dell'anima.

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    La vocazione guerriera di questo popolo, unitamente alla prospettiva di ottenere un soldo regolare o bottini occasionali, sfociò infine in un'attività praticata da molte sue tribù: diventare soldati mercenari. Il primo indizio di una simile scelta risale al 480 a.C., quando sembra che alcuni soldati celti abbiano partecipato, a fianco dei Cartaginesi, alla battaglia di Imera.

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    Altre partecipazioni di mercenari celtici sono ricordate durante la spedizione siracusana in Grecia del 369-368 a.C.; nel 307 a.C., quando tremila armati galli si unirono ad Agatocle di Siracusa, insieme a Sanniti ed Etruschi, per condurre una campagna in Africa settentrionale; nelle lotte che seguirono tra gli eredi di Alessandro Magno (i Diadochi). Tale pratica generò non solo un mercato in espansione per parecchie decine di migliaia di militari coraggiosi, esperti e meno cari dei Greci, ma permise anche, al ritorno dei soldati da guerre combattute un po' ovunque nel bacino mediterraneo, di introdurre la monetazione all'interno delle comunità celtiche.

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    Edited by belias94 - 9/5/2016, 15:54
     
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    Unione Sovietica




    L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), fu uno stato federale comunista dell'Eurasia nordorientale.



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    Sorse il 30 dicembre 1922 sulle ceneri del vecchio Impero zarista dopo la Guerra Civile russa e si sciolse ufficialmente il 26 dicembre 1991, dopo essere stata una superpotenza mondiale, tra i protagonisti della storia del XX secolo, sia nella prima metà del secolo durante il secondo conflitto mondiale, sia nel dopoguerra, con la Guerra fredda e l'opposizione attraverso il blocco sovietico al cosiddetto blocco occidentale, che annoverava anche l'altra superpotenza, gli Stati Uniti.

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    La lista delle repubbliche costituenti la federazione subì nel corso del tempo numerose variazioni. Negli anni precedenti il suo scioglimento ne facevano parte 15 Repubbliche Socialiste Sovietiche (RSS). La più grande per superficie, economia e popolazione e la più importante sul piano politico era la Repubblica Socialista Sovietica Russa, l'odierna Federazione russa. Anche il territorio dell'Unione Sovietica subì vari mutamenti, e nel periodo più recente corrispondeva approssimativamente a quello del tardo Impero Russo, senza tuttavia Polonia e Finlandia.

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    L'organizzazione politica del paese prevedeva un solo partito politico ufficialmente riconosciuto, il Partito Comunista dell'Unione Sovietica (PCUS), guidato da un segretario generale e dal Politburo, che fu l'emblema mondiale dell'ideologia comunista nel XX secolo.

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    Storia

    La Russia era uno dei pochi paesi europei a non avere vissuto nel corso del XIX secolo una trasformazione politica, oltre che economica e sociale, in senso democratico. Le tensioni tra le esigenze di cambiamento espresse da una parte della popolazione e un modello politico statico, basato su una monarchia autocratica, furono all'origine di tre rivoluzioni.

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    La prima, senza esito, ebbe luogo nel 1905, successiva alla sconfitta nella guerra contro il Giappone. La seconda e la terza avvennero invece nel 1917, rispettivamente a marzo (febbraio secondo il calendario giuliano, seguito dalla Chiesa ortodossa russa e, ai tempi, in vigore in Russia) e novembre (ottobre), innescate da gravi problemi politico-sociali, da un diffuso malcontento nei confronti della monarchia e dalla tremenda crisi sofferta dall'Impero russo durante la prima guerra mondiale.

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    Edited by belias94 - 9/5/2016, 15:56
     
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    I mongoli



    I Mongoli sono il popolo storicamente abitante della Mongolia, paese situato nell'Asia Orientale.



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    Il risveglio dei mongoli nel medioevo

    Le popolazioni mongole prima dell'unificazione

    Spesso alcuni fenomeni di vasta portata, come le invasioni barbariche del V e VI secolo o le migrazioni dell'inizio dell'XI secolo, furono innescati dalla spinta di popolazioni nomadi dell'Asia. I mongoli erano una popolazione nomade che abitava più o meno nell'odierna Mongolia orientale, a sud-ovest della Manciuria.

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    Essi erano noti ai Cinesi fin dalla dinastia Tang con il nome di Meng-ku e negli annali Chin i Mongoli erano ricordati come una minaccia. Erano chiamati dagli arabi tatar e tale nome - grazie anche all'eloquente assonanza con il Tartaro pagano, cioè l'inferno per gli antichi - venne usato in Occidente, ma trasformato in Tartari, per definire questa popolazione.

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    Il vastissimo territorio tra la Grande muraglia cinese e i grandi fiumi siberiani era popolato da numerose tribù, spesso in lotta tra loro, che avevano dato parecchi problemi all'Impero cinese e agli stati europei più orientali come i principati di Novgorod e di Kiev. Tra queste popolazioni erano venute in contatto con l'Europa dall'VIII secolo i khazari (convertitisi all'ebraismo), i peceneghi (che vennero sconfitti dai bizantini nel 1122), i cumani o polovzi, o le popolazioni dell'impero del Qara-Khitai (a sud del lago Balkash).

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    Fu Kabul Khan del clan dei Borjigin (Kiut-borjigin:dagli-occhi-grigi) a creare il grande stato mongolo assoggettando al suo governo tutte le tribù mongole; tale stato all'inizio fu vassallo della dinastia Chin (Sung settentrionali), ma in seguito gli fece guerra. Sotto il regno del khan successivo, Kutula, i Mongoli attaccarono nuovamente la Cina (1143), ma dopo alcuni successi iniziali scoppiarono dissidi interni in seno ai Mongoli e infine furono sconfitti da una coalizione di Cinesi e Tartari nel 1161.

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    Conseguentemente la sovranità dei Chin fu restaurata su tutta la regione fino alle tribù occidentali dei Keraiti. Il padre di Gengis, Yesugei Bagatur (l'eroe) del clan Kiyat-Borjigin, tentò di restaurare il potere della sua tribù, ma fu avvelenato prima di riuscire a farsi eleggere Khan.

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    L'Impero mongolo

    L'Impero mongolo (1206–1368) è stato uno degli imperi più vasti della storia, coprendo, all'apice della sua estensione, più di 24 milioni di km², con una popolazione stimata intorno ai 100 milioni di persone.

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    L'impero mongolo fu fondato da Gengis Khan nel 1206 dopo aver unificato le tribù turco-mongole e aver compiuto numerose conquiste nell'Eurasia continentale. All'apice della sua potenza, comprendeva la maggior parte dei territori dall'Asia orientale all'Europa centrale.

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    Nel periodo della sua esistenza, la Pax mongolica facilitò gli scambi culturali e i commerci tra Occidente, Medio Oriente ed Estremo Oriente tra il XIII ed il XIV secolo. I secoli di dominio mongolo influenzarono profondamente la demografia e la geopolitica dell'Eurasia, e diedero il via alla storia moderna di stati come Russia, Turchia, Cina, Iran e anche India.

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    L'Impero mongolo era dominato dal Gran Khan. Dopo la morte di Gengis Khan, l'impero si divise in quattro parti (Dinastia Yuan, Il Khanato di Persia o Ilkhanato, Khanato Chagatai e Khanato dell'Orda d'Oro), ognuno dei quali aveva il proprio Khan.

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    Recenti ricerche hanno messo in evidenza come l'estensione dell'impero mongolo abbia ricadute visibili ancora oggi nel patrimonio genetico della popolazione eurasiatica. Si è calcolato che circa l'8% delle persone che vivono nei territori un tempo sottomessi ai Mongoli hanno cromosomi Y identici: l'ipotesi più accreditata è che questo sia proprio uno dei risultati delle invasioni mongole.

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    Edited by belias94 - 9/5/2016, 15:57
     
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    La Germania nazista




    Germania nazista o Germania nazionalsocialista e Terzo Reich (in tedesco Drittes Reich) sono le definizioni con cui comunemente ci si riferisce alla Germania degli anni tra il 1933 e il 1945, quando si trovò sotto il regime totalitario del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori guidato da Adolf Hitler.

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    Il termine Terzo Reich intendeva connotare lo stato nazista come il successore storico del medievale Sacro Romano Impero (962–1806) e del moderno Impero tedesco (1871–1918). La Germania nazista ebbe due denominazioni ufficiali, Deutsches Reich (tale denominazione era in uso sin dal 1871) dal 1933 al 1943, e Großdeutsches Reich (it. Reich della Grande Germania) dal 1943 al 1945. Ma anche Tausendjähriges Reich (it. Impero millenario) per alludere a concetti escatologici.

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    Il 30 gennaio 1933, Hitler venne nominato Cancelliere del Reich. Nonostante inizialmente si trovasse a capo di un governo di coalizione, si liberò velocemente dei partiti alleati e nel giro di un anno, accentrando nel governo e nella sua persona sia il potere esecutivo che quello legislativo, esautorando completamente il Reichstag, Hitler pose le basi per quel governo totalitario di estrema destra dalle forti connotazioni nazionalistiche, militaristiche, antisemitiche e fortemente aggressivo in politica estera che fu il primo responsabile di così tanti crimini contro l'umanità e la pace.

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    All'epoca i confini tedeschi erano ancora quelli stabiliti nel Trattato di Versailles del 1919 tra la Germania e le Potenze Alleate (Regno Unito, Francia, Stati Uniti d'America, Regno d'Italia, Impero Giapponese e altri) dopo la fine della prima guerra mondiale; a nord la Germania era limitata da mare del Nord, mar Baltico e Danimarca; a est era divisa in due parti e confinava con Lituania, la Città Libera di Danzica, Polonia e Cecoslovacchia; a sud confinava con Austria e Svizzera, mentre a ovest toccava Francia, Lussemburgo, Belgio, Paesi Bassi, Renania e Saarland.

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    Questi confini cambiarono dopo che la Germania riprese il controllo di Renania, Saarland e Territorio di Memel e si annesse l'Austria, i Sudeti e la Boemia e Moravia. Durante la seconda guerra mondiale la Germania si espanse trasformandosi nella Grande Germania, secondo i principi del Pangermanismo, già sviluppati nel secolo precedente ma particolarmente cari a Hitler; tale processo di espansione iniziò nel 1938 con l'annessione dell'Austria, ma fu l'aggressione alla Polonia che spinse il Regno Unito e la Francia alla dichiarazione di guerra.

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    Nel corso della guerra la Germania e le altre Potenze dell'Asse europee (Italia, Ungheria, Romania e Slovacchia) conquistarono e occuparono la maggior parte dell'Europa (con l'eccezione delle Isole Britanniche, della Svizzera, della Svezia, della Penisola iberica e della Turchia europea) nonché parte della Russia europea.

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    I nazisti perseguitarono e assassinarono milioni di ebrei e di appartenenti ad altre minoranze etniche, in particolare popolazioni zingare e slave, commettendo il genocidio noto come Olocausto, perseguito, per quanto riguarda gli ebrei, secondo il programma delineato nella cosiddetta soluzione finale della questione ebraica (Endlösung der Judenfrage in tedesco) che in ultimo assunse i connotati di un vero e proprio sterminio di massa, e che venne illustrato ai capi di varie burocrazie naziste alla Conferenza di Wannsee per ottenerne la collaborazione operativa.

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    Inoltre furono perseguitati e spesso uccisi diversi esponenti antinazisti (perlopiù socialisti e comunisti) eseguendo condanne a morte con il Volksgerichtshof (Tribunale del Popolo), nonché Testimoni di Geova, Rom e Sinti (quest'altro genocidio è noto come Porajmos), omosessuali tramite il Paragrafo 175 del codice penale tedesco del tempo e inoltre persone affette da malattie ereditarie e congenite gravi, sia di tipo fisico che mentale, tramite il programma Aktion T4.

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    Tra il 1943 e il 1945 la Germania subì una continua serie di pesanti sconfitte da parte degli Alleati, tra i quali spiccavano Stati Uniti, Unione Sovietica, Regno Unito, Francia e Canada. Ciò portò all'occupazione del territorio tedesco e allo smembramento in quattro settori d'occupazione, poi ridotti a due, uno filo-occidentale (la Germania Ovest) e uno filo-sovietico (la Germania Est).

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    Edited by belias94 - 9/5/2016, 15:58
     
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    L'Impero romano



    L'Impero romano (in latino Imperium Romanum) è lo Stato romano consolidatosi nell'area euro-mediterranea tra il I secolo a.C. e il V secolo d.C.



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    Le due date che generalmente identificano l'inizio e la fine di un'entità statuale unica sono il 27 a.C., primo anno del principato di Ottaviano, con il conferimento del titolo di Augusto, e il 395, allorquando, alla morte di Teodosio I, l'impero viene suddiviso in una pars occidentalis e in una orientalis.

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    L'Impero romano d'Occidente si fa terminare per convenzione nel 476, anno in cui Odoacre depone l'ultimo imperatore legittimo, Romolo Augusto. La vita dell'Impero romano d'Oriente si protrarrà invece fino al momento della conquista di Costantinopoli da parte degli Ottomani nel 1453.

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    Nella sua massima espansione, l'Impero si estendeva, in tutto o in parte sui territori degli odierni stati di: Portogallo, Spagna, Andorra, Francia, Monaco, Belgio, Paesi Bassi (regioni meridionali), Regno Unito (Inghilterra, Galles, parte della Scozia), Lussemburgo, Germania (regioni meridionali e occidentali), Svizzera, Austria, Liechtenstein, Ungheria, Italia, San Marino, Malta, Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Montenegro, Kosovo, Albania, Macedonia, Grecia, Bulgaria, Romania, Ucraina (Crimea), Turchia, Cipro, Siria, Libano, Iraq, Armenia, Georgia, Iran, Azerbaigian, Israele, Giordania, Palestina, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco e Arabia Saudita (piccola parte).

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    Pur non essendo il più vasto impero mai esistito, spettando tale primato innanzitutto, per grandezza in km², all'Impero Britannico e per continuità territoriale all'Impero Mongolo, e in second'ordine all'Impero russo, quello di Roma è considerato il più grande per gestione e qualità del territorio, organizzazione socio-politica, e per l'importante segno lasciato nella storia dell'umanità.

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    È certamente il più longevo. In tutti i territori sui quali estesero i propri confini i romani costruirono città, strade, ponti, acquedotti, fortificazioni, esportando ovunque il loro modello di civiltà e al contempo assimilando le popolazioni e civiltà assoggettate, in un processo così profondo che per secoli ancora dopo la fine dell'impero queste genti continuarono a definirsi romane. La civiltà nata sulle rive del Tevere, cresciuta e diffusasi in epoca repubblicana ed infine sviluppatasi pienamente in età imperiale, è alla base dell'attuale civiltà occidentale.

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    Oltre all'Impero romano d'Oriente, unico Stato successore a pieno titolo dell'Impero romano, le altre entità statuali che si rifecero ad esso, in Occidente (il Regno franco e il Sacro Romano Impero) ed in Oriente (l'Impero bulgaro prima, e successivamente la Russia degli Zar) continuarono ad usare i titoli adottati dall'Impero romano, sino all'epoca delle rivoluzioni e ancora oggi le istituzioni politiche, sociali e giuridiche delle democrazie occidentali si ispirano a Roma ed alla sua storia millenaria.

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    Edited by belias94 - 9/5/2016, 15:59
     
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    Le Tribù Apache



    Gli Apache /a'pæt?e/ (dalla parola zuni Apachu che significa "nemico") sono una popolazione nativa dell'area sud occidentale dell'America Settentrionale; il nome con cui sono soliti designarsi è però "Dineh"(il popolo). Originariamente gli Apache erano divisi in quatro bande principali:iBendokhoe,i Chokonen,i Chihenne e i Nedni, ognuno di questi era a sua volta composto da numerose bande locali. Gli Apache erano un popolo nomade, dedito alla caccia e alla raccolta. L'agricoltura era poco sviluppata, ma con il passare del tempo iniziarono a piantare granturco e meloni; l'usanza apache prevedeva che al momento del matrimonio l'uomo si stabilisse presso i parenti della sposa.

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    L'abitazione degli Apache era costituita dal Wickiup, ossia una piccola capanna fatta di frasche che aveva una forma sferica o a cupola. La dimensione e l'accuratezza della costruzione variava a seconda della maggiore o minore abbondanza nel luogo delle materie prime. L'intelaiatura era costituita da un cerchio di pali o piccoli tronchi incurvati, legati al centro.

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    Lo spazio veniva riempito con foglie di yucca o sterpaglia presa nel deserto. Venivano anche utilizzate erba o canne prese nei letti dei fiumi. In cima vi era un foro per far fuoriuscire il fumo. All'esterno venivano disposte delle tele per ridurre gli spifferi, mentre una pelle o un piccolo lembo di coperta serviva come porta. La costruzione del Wickiup spettava esclusivamente alla donna e per costruirlo occorrevano circa quattro ore. Spesso vicina al Wickiup vi era un'ampia struttura di rami chiamata ramada, conosciuta anche come ghiacciaia della squaw, la quale veniva utilizzata come ripostiglio per il cibo e per i lavoro all'aperto.

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    Abitualmente gli Apache vestivano con abiti di pelle di daino e portavano i capelli lunghi e sciolti, tenuti fermi da una benda allacciata intorno alla testa; gli uomini indossavano pure un gonnellino aperto sui fianchi. I loro alti mocassini, allacciati sotto le ginocchia, erano un'importante parte del loro abbigliamento, poiché il terreno era coperto di rovi, boscaglia e cactus ed essi erano prevalentemente corridori d'incredibile resistenza. Le donne Apache avevano un ruolo importante nella vita familiare: raccoglievano cibo, legna e acqua e intrecciavano canestri con eccezionale precisione.

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    Gli Apache praticavano una religione magico-sciamanica tenendo in grande considerazione il culto degli antenati e degli spiriti. I guerrieri seguivano riti propiziatori e scaramantici sia alla loro prima campagna sia prima di ogni battaglia.
    Dal punto di vista artistico hanno prodotto statuette di pietra, feticci e bambole rappresentanti i kachina (spiriti degli antenati), raffigurazioni con sabbie colorate, tessitura di mantelli e di coperte, gioielli di conchiglie o di argento.

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    Alla fine del sec. XVII i gruppi Apache presero a integrare la loro tradizionale economia con numerose razzie contro gli insediamenti spagnoli e, più tardi, contro le carovane dei pionieri dirette a ovest. Oggi sono confinati in riserve nel Nuovo Messico, in Arizona e parzialmente in Oklahoma. Pur adattandosi alle mutate condizioni economiche, gli Apache delle riserve hanno mantenuto gran parte dei loro costumi e riti tradizionali.

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    Guerre Apache

    Le Guerre Apache furono combattute durante la seconda metà del XIX secolo tra gli Stati Uniti e molte tribù stazionate oggi negli Stati uniti sudoccidentali. A queste guerre parteciparono anche civili americani e messicani.

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    Anche se minori per numero ed armamento, gli Apache riuscirono a resistere e ad affrontare le offensive militari, grazie alla loro buona conoscenza del terreno. In generale, l'avversione contro gli indigeni fu causata dai giornali e da coloro che erano interessati alle risorse della zona. Alcuni storici raggruppano gli Apache ed i Navajo poiché hanno una lingua (l'athapascano) ed una cultura simile. Gli Stati Uniti si scontrarono con i Navajo e gli Apache (che si chiamano tra loro Inde, T`Inde, N`ne = "Popolo") per il possesso delle terre e per cause commerciali.

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    Spesso i nativi americani erano provocati dai colonizzatori bianchi, da speculatori, o dalle politiche federali in via di sviluppo. Leader apache come Mangas Coloradas dei Coppermine Tchihende, Cuchillo Negro degli Warm Springs Tchihende, Mahko dei Bedonkohe Ndehndahe, Coleto Amarillo dei Nednhi Ndehndahe, Santana dei Sierra Blanca Sehende (noti anche come Sierra Blanca Mescaleros), Mateo e Verancia dei Sacramento Sehende (noti anche come Sacramento Mescaleros), Marco dei Guadalupe Iyutahende (noti anche come Guadalupe Mescaleros),

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    Gomez dei Limpia Iyutahende (noti anche come Limpia Mescaleros), Cochise degli Tsokanende (noti anche come Chiricahuas), Nana della banda Warm Springs Tchihende, Delgadito della banda Coppermine Tchihende, Victorio della banda Warm Springs Tchihende, Loco della banda Coppermine Tchihende, Juh della banda Nednhi Ndehndahe, Geronimo dei Bedonkohe Ndehndahe, Chuntz dei Tonto, Delshay dei Tonto, condussero una incessante guerra e continui raid contro i non-apache e resistettero ai tentativi dei militari, condotti con la persuasione e l'inganno o con la forza, di deportarli in varie riserve.

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    Le guerre Apache furono tra le prime e poi le ultime guerre indiane nonché, dal punto di vista delle risorse e delle perdite umane, il conflitto più pesante.

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    Edited by belias94 - 9/5/2016, 16:01
     
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    I Vichinghi



    Con il termine vichinghi si denotano solitamente quei guerrieri norreni, originari della Scandinavia e della Danimarca, che a bordo di navi fecero scorrerie sulle coste delle isole britanniche, della Francia e di altre parti d'Europa fra la fine dell'VIII e l'XI secolo. A questo periodo della storia europea (generalmente racchiuso fra gli anni 793 e 1066) ci si riferisce normalmente con l'appellativo di epoca vichinga.

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    Con questo termine ci si può anche riferire a tutte le popolazioni che abitavano la Scandinavia di quegli anni e ai loro insediamenti in altre parti d'Europa. I vichinghi facevano parte delle popolazioni normanne, solo che il termine "vichingo" indicava un appartenente a quelle popolazioni costiere, insediate nei fiordi (vik significa infatti "baia"), che erano dedite alla pirateria.

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    Famosi per la loro abilità di navigatori e per le lunghe barche, i vichinghi in pochi secoli colonizzarono le coste e i fiumi di gran parte d'Europa, le isole Shetland, Orcadi, Fær Øer, l'Islanda, la Groenlandia e Terranova; si spinsero a sud fino alle coste del Nordafrica e a est fino alla Russia e a Costantinopoli, sia per commerciare sia per compiere saccheggi.

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    I vichinghi sono conosciuti anche per essere stati i primi scopritori del Nordamerica, raggiunto tra la fine del X e gli inizi dell'XI secolo (a tal proposito si vedano Bjarni Herjólfsson, il primo europeo ad avvistare il continente americano ben 5 secoli prima dei viaggi di Cristoforo Colombo, e L'Anse aux Meadows, un antico insediamento vichingo dell'XI secolo ritrovato sull'isola di Terranova, nell'odierno Canada).

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    I viaggi dei vichinghi divennero sempre meno frequenti dopo l'introduzione del cristianesimo in Scandinavia, tra la fine del X e gli inizi dell'XI secolo. L'epoca vichinga viene convenzionalmente considerata conclusa dalla Battaglia di Stamford Bridge, nel 1066.

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    L'epoca vichinga

    L'epoca vichinga è convenzionalmente quel periodo caratterizzato dall'espansione di popolazioni nord-germaniche che va dai primi saccheggi documentati del 790 fino alla Conquista normanna dell'Inghilterra del 1066. I vichinghi stessi erano Normanni, solo che propriamente vichinghi erano quei normanni stanziati sulle coste scandinave (al riparo nei fiordi) dediti all'attività corsara. Lo stesso nonno di Guglielmo il Conquistatore era un normanno, come anche Harold II d'Inghilterra discendeva da un normanno della Danimarca. Molti sovrani medievali di Norvegia e Danimarca si imparentarono con le famiglie regnanti di Scozia e Inghilterra.

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    Dal punto di vista geografico, l'epoca vichinga si è sviluppata non solo nelle odierne Norvegia, Danimarca e Svezia, ma anche in quei territori che erano sotto il dominio delle popolazioni nord-germaniche, vale a dire il Danelaw, la Scozia, l'Irlanda, l'Isola di Man, ampie parti della Russia e dell'Ucraina. Durante gli stessi anni dell'epoca vichinga, si ebbe il periodo di maggior stabilità dell'Impero bizantino (cioè quell'era compresa fra l'800 e il 1071) dopo le prime ondate di conquista araba a metà del VII secolo.

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    A partire dall'anno 839 si ha la presenza di mercenari variaghi al servizio dei bizantini (il più famoso di tutti è Harald Hardråde, che condusse guerre in Nordafrica e a Gerusalemme nel primo terzo dell'XI secolo). Importanti porti commerciali vichinghi dell'epoca erano Birka, Hedeby, Kaupang, Jorvik, Staraya Ladoga, Novgorod e Kiev.

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    Nonostante la notevole espansione, fino all'epoca della loro cristianizzazione i Vichinghi si consideravano più o meno come un unico popolo, con un'unica lingua che aveva piccole varianti dialettali fra le popolazioni più lontane. I nomi dei sovrani vichinghi ci sono conosciuti solo per la parte finale dell'epoca vichinga, e solo dopo la fine di quest'ultima si ha uno sviluppo in nazioni indipendenti dei paesi scandinavi da cui i Vichinghi avevano avuto origine.

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    Si sono avuti ritrovamenti archeologici che sembrano mostrare che i Vichinghi abbiano raggiunto la città di Bagdad, anche se l'insediamento di colonie in Medio Oriente non ebbe la fortuna che ebbe in altre parti d'Europa a causa del forte potere centralizzato delle dinastie degli Omayyadi e Abbasidi.

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    Edited by belias94 - 9/5/2016, 16:03
     
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    I Maori



    I Maori sono un popolo polinesiano, diffuso principalmente nel nord della Nuova Zelanda.



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    La loro lingua originale è detta Maori. Il maori è insegnato assieme all'inglese alla scuola dell'obbligo. Maori è una parola che significa "normale", in contrapposizione agli "invasori" inglesi definiti dagli autoctoni pakeha.

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    Sono generalmente alti, con la pelle di color bruno chiaro. Si ritiene che oggi la popolazione dei Maori si aggiri intorno alle 700 000 unità.

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    Storia

    I Maori furono storicamente in forte opposizione rispetto ai coloni inglesi, che non riuscendo a sottometterli stipularono con loro un trattato (il Trattato di Waitangi). Anche dopo la nascita della colonia, e poi dello stato indipendente della Nuova Zelanda, i Maori non hanno mai cercato l'integrazione con le altre etnie del Paese, pur essendo da tempo convertiti al Cristianesimo.

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    Il governo neozelandese ha negli ultimi anni dato inizio a un programma di integrazione razziale per facilitare l'integrazione dei Maori nella società, al tempo stesso proteggendone il bagaglio culturale. I rapporti fra la comunità Maori e i neozelandesi di origine europea sono comunque molto meno conflittuali di quanto siano in Australia fra aborigeni ed inglesi. Durante la battaglia di Verdun, ad Arras, gli Inglesi fecero venire i maori (abili scavatori) per scavare i migliaia di tunnel che sorgevano prima della linea tedesca per poi sorprenderli e attaccare di sorpresa.

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    Edited by belias94 - 9/5/2016, 16:04
     
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    Gli Spartani



    L'esercito spartano era l'esercito di Sparta.



    È ancora oggi stimato per la sua etica ed il suo rigore morale: chi era militare a Sparta doveva essere un esempio per la comunità. Nel periodo di massimo splendore di Sparta (tra il VI e il IV secolo a.C.), si diceva che «un soldato spartano valesse molti più uomini di qualsiasi altro soldato».

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    La forza dell'esercito spartano era fondata essenzialmente sul sistema delle alleanze perché l'esercito non poteva contare solo sulla limitatezza delle risorse umane.

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    L'esercito spartano non combatteva per conquistare, per fare bottino, per espandere il proprio territorio (anche perché non avrebbe avuto eventualmente le forze per controllarlo). Il coraggio è stato uno dei principali punti di forza per gli Spartani.

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    Storia

    La prima citazione riguardanti alla partecipazione degli Spartani in una guerra si trova nell'Iliade, dove essi parteciparono insieme agli altri contingenti greci. Come tutti gli altri eserciti della civiltà micenea, l'esercito spartano era composto principalmente dalla fanteria, la quale era dotata di lance, spade corte e il dyplon, un semplice scudo rotondo di bronzo.

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    tutte le foto dei post sul web

    Edited by belias94 - 9/5/2016, 16:05
     
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    Che bellissimo post... quanta storia, anche se la più crudele, ebbene ricordarla sempre.... affinchè l'uomo si renda conto a cosa hanno portato e portano le guerre. Bravissimo Simone

    Edited by belias94 - 9/5/2016, 16:05
     
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    grazie streghetta :wub: :wub: ci ho messo quasi 2 ore ma ne è valsa la pena, poi la storia lo sai, a me piace molto, però, davvero che stupida che è la guerra, ma poi che mi meraviglio, anche qui sul web si fanno la guerra, copiature a più non posso, tentativi di clonare i forum più in vista, questo porta malumore e attrito....quindi perchè stupirsi delle guerre, il genere umano sa solo far quello....
     
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    Juventina nel sangue!!!

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    Hai ragione, si fanno le guerre per tutto... poi hai detto bene... tentativi di clonare i forum migliori, scopiazzamenti vari. Ma alla fin fine restano sempre dove sono, e se vivono di questo, beh... poveretti.

    Tanto i forum migliori restano sempre dove sono, nel loro posto prestigioso, e anche se dovessero scendere, sicuramente le persone che li gestiscono non ci starebbero sicuramente male, come loro che pur rubando di tutto e di più oltre un tot non vanno e si rodono il fegato.
     
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    Che fine hanno fatto gli Aztechi?



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    In Messico, a 500 anni dall'invasione degli spagnoli, l'eredità degli Aztechi è dappertutto. E non solo nell'aspetto fisico della popolazione. La civiltà azteca scomparve, ma gli Aztechi vivono ancora. Se nel Messico dei nostri giorni si dovessero rintracciare gli indios puro sangue, si raccoglierebbero i due quinti della popolazione; e se si dovesse mettere da parte anche chi ha solo un po' di sangue indio nelle vene, la popolazione si ridurrebbe a un ventesimo. A 500 anni dall'invasione degli spagnoli guidati da Hernán Cortéz, il Messico è la nazione più americana delle Americhe. Lo dimostrano anche l'aspetto fisico di molti abitanti (bassa statura, carnagione rossiccia, capelli neri e lisci) e la lingua, il nahuatl, ancora parlato in alcune regioni.



    La popolazione india e meticcia, rivoluzione dopo rivoluzione (le più celebri, tra il 1911 e il 1920, quelle di Pancho Villa e di Zapata) ha aumentato il proprio peso rispetto ai discendenti "purosangue" dei conquistadores spagnoli. Uno spirito risorgimentale che oggi si manifesta, per esempio, tra gli indios del Chiapas, che si rifanno sì alla rivoluzione messicana di Zapata (anch'egli indio, fra l'altro) ma anche alle tradizioni precolombiane.

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    CITTÀ DEL MESSICO. L'eredità azteca è dappertutto: la piazza principale di Città del Messico, Plaza de la Constitución, copre quella della antica capitale azteca, Tenochtitlán e il palazzo del presidente del Messico sorge sulla residenza dell'ultimo imperatore, Montezuma.

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    Perfino la bandiera messicana ha una simbologia azteca: al centro, un'aquila appollaiata su un fico d'india ha nel becco un serpente. La figura si rifà alla leggenda precolombiana della fondazione di Tenochtitlán, costruita dove gli Aztechi videro, appunto, un'aquila catturare un serpente. E se in genere la cultura india è un amalgama delle antiche pratiche indigene con gli insegnamenti dei monaci cattolici del XVI secolo, esistono ancora zone dove l'eredità azteca è meno contaminata. Nei dintorni della città di Cuernavaca, per esempio, i diretti discendenti degli Aztechi coltivano ancor oggi le terre in riva a un lago con le medesime tecniche dei loro antenati, usando solamente zappe con la lama ricurva, senza né aratri né sistemi di irrigazione.

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