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Le foto dei fiori più strani, curiosi, improbabili
Dal fiore a forma di orco verde a quello con il becco d'anatra, passando per la pianta con labbra e rossetto e il fungo a forma di coppa del mondo: le più curiose creature di Madre Natura.
Profilo da papero
Anche Daffy Duck, il celebre papero delle serie Looney Tunes, ha un gemello nel regno dei fiori: non ci credete? Passate alla prossima foto.
Fiore o uccello?
L'orchidea anatra volante (Caleana major), un fiore endemico del deserto australiano, sembra proprio un pennuto in volo. Lunga al massimo 50 centimetri, è particolarmente difficile da notare a causa del colore rosso scuro, che la rende perfettamente mimetizzabile al contesto naturale in cui cresce.
Sfumature da fumetto
Anche i colori riprendono quelli del personaggio della Warner Bros: becco giallo e "capo" scuro, proprio come il migliore amico di Bugs Bunny. Nella realtà, questa orchidea ha un altro amico insosituibile: un fungo, che si trova solo in Australia, con il quale le radici del fiore instaurano un rapporto simbiotico. Il fungo protegge l'orchidea dalle infezioni, e questa garantisce, in cambio, la sopravvivenza del "compare".
Un raro trofeo
E ora un intruso: questo non è un fiore, ma un fungo non commestibile chiamato Clavariadelphus ligula, noto anche come "mazza d'Ercole" per la sua tipica forma a clava. Questo esemplare è stato trovato in Val d'Aveto, Liguria, da Claudio Pia, appassionato cercatore e fotografo di funghi. Vi ricorda qualcosa, ma non riuscite a capire che cosa?
La copia perfetta
Ed ecco svelato il mistero: il fungo della foto precedente è la riproduzione naturale del trofeo Fifa per la Coppa del Mondo di calcio.
E le foto di fiori e funghi bizzarri non sono finite. A seguire, una selezione di quelli più strani tratti dalle nostre "foto del giorno".
L'orchidea che si crede Shrek
Mi ricordi qualcuno
La pelle verde, le orecchie a punta, l'espressione simpatica e persino lo stesso gilet: a un primo sguardo sembra di trovarsi davanti a Shrek, l'orco protagonista dell'omonimo film d'animazione. Invece quella che vedete è una vesparia o fior di vespa (Ophrys apifera), una pianta che appartiene alla famiglia delle orchidee.
Due gocce d'acqua
Ed ecco il personaggio di Shrek che l'orchidea sembra imitare alla perfezione. In effetti, la somiglianza è impressionante. Ma l'orco verde non è l'unico eroe dei bambini ad avere un sosia nel mondo naturale...
Inganno ben riuscito
Il fiore - molto difficile da avvistare - è stato immortalato in Spagna, sui Pirenei, dal fotografo britannico David Chapman. Mentre noi lo riconduciamo a un personaggio di fantasia, ai maschi di ape ricorda, nella forma, l'addome delle femmine di alcuni imenotteri. Gli insetti gli si avvicinano, quindi, come attratti da un richiamo sessuale che si rivela poi fasullo. Ma intanto si sporcano del suo polline e provvedono a perpetrarne la stirpe.
Labbra tropicali
La pianta dalle labbra calde (Psychotria poeppigiana) potrebbe accendere di desiderio i più eccitati e stupire i più curiosi, ma è abbastanza comune tra le foreste dell'Ecuador. Gli abitanti del luogo la chiamano "oreja del diablo", cioè orecchio del diavolo per le sue proprietà curative. Ha infatti diversi utilizzi medici. E come molte piante con fiori rossi nella zona viene impollinata dai colibrì.
Sempre imbronciato
L'inverno sta per finire, i fiori i preparano a sbocciare... eppure questo bucaneve (Galanthus elwesil) non sembra affatto contento dell'arrivo della bella stagione. Mano a mano che i suoi petali crescono, la strana varietà di pianta sviluppa un "visetto" triste, con tre macchie che somigliano a un paio di occhi e una bocca rivolta all'ingiù. Nonostante l'umore nero, il fiore, che cresce in alcune coltivazioni ad hoc vicino a St Andrews, Scozia, riscuote un incredibile successo presso gli amanti della natura. Che oltre al pollice verde, per coltivarlo devono disporre anche di una buona stabilità economica: un solo bulbo "corrucciato" può arrivare a costare anche 100 sterline (117 euro circa).
Parassita e puzzona
Che cosa vi sembra? Una cellula con il suo nucleo? Uno strumento di tortura? Quello che vedete è il centro di un fiore di Rafflesia (Rafflesia arnoldii), visto da molto vicino.
Oltre a generare il fiore più grande del mondo che può raggiungere un metro di diametro e superare gli 11 chili di peso questa pianta è anche uno degli organismi più bizzarri del nostro pianeta.
Non ha radici, né foglie e vive da parassita a spese di altre piante. In particolare la Tetrastigma, rampicante delle foreste pluviali di Sumatra, del Borneo, della Malesia e Indonesia.
Per mangiare la "scroccona" introduce sottili filamenti direttamente nei tessuti della povera e inconsapevole pianta ospite e poi "succhia" fino a quando non si sente soddisfatta e sfamata.
Oltre ad essere una profittatrice è anche una puzzona, gli abitanti del luogo la chiamano "pianta cadavere" per il suo cattivo odore.
Rose rosse per te. O funghi?
Oggi le donne, per la loro festa, di fiori ne riceveranno molti, ma come questo no.
Si tratta di una rosa realizzata con microrganismi coltivati in sagome disegnate: è la cosiddetta microbial art, ossia arte microbica, e questo ne è solo un esempio.
Prendendo ispirazione dalle forme e dai colori delle muffe che affiorano sugli alimenti andati a male, diversi scienziati in tutto il mondo hanno dato vita a questa nuova forma di arte che utilizza funghi e batteri al posto di pennelli e colori.
Su delle piastre Petri riempite di terreno di coltura - tipicamente gelatina di agar e utilizzando coloranti alimentari, gli scienziati-artisti tracciano i contorni del disegno con un piccolissimo pennello. In queste sagome vengono poi coltivati in laboratorio i microrganismi selezionati, che danno vita a originali e colorati disegni degni di una galleria d'arte.
Pur con tecniche differenti e utilizzando microrganismi diversi, tutte le creazioni della microbial art hanno qualcosa in comune: sono destinate a deperire. Ma non solo: molti dei batteri utilizzati sono potenzialmente patogeni e possono causare malattie gravi, quindi è tassativamente vietato il fai-da-te.
Promemoria naturale
Alcuni lo chiamano "occhio della Madonna" per via del suo colore azzurro intenso. Ma per la maggior parte delle persone il nome del fiore più romantico che cresca nei prati è Non ti scordar di me (Myosotis sp.). Intorno al vegetale - nella foto al microscopio alcuni granelli del suo polline - ruotano numerose leggende. Tra le più diffuse quella di un cavaliere medievale che stava passeggiando sulla riva di un fiume in Germania accanto alla sua dama. Mentre si chinava per raccogliere alcuni di questi fiori cadde in acqua per il peso dell'armatura e venne risucchiato dalla corrente. Prima di sparire tra le rapide fece in tempo a lanciare il mazzolino all'amata e a gridarle "Non ti scordar di me!" Guarda anche una foto di questo fiore in sezione Dai fiori dell'amore ai fiori del male: le foto dei più comuni "killer" da balcone
Mazzo di fiori
Questo bouquet sarà anche colorato, ma di certo non emana un buon odore. Quelle che vedete sono infatti alcune varietà dell'ortaggio più puzzolente che ci sia: il cavolfiore. Le sgargianti tonalità sono state ottenute in modo naturale incrociando diversi tipi di piante del genere Brassica e sono ora in vendita in un'unica confezione sugli scaffali di una famosa catena di supermercati britannici. L'operazione di marketing è volta a rendere più appetibili questi ortaggi, che comunque sono un vero toccasana per la salute: sono infatti ricchi di antiossidanti, depurativi ed efficaci nella prevenzione del cancro al colon e alla prostata.
Fiore puzzone
Uno splendido esemplare di Aro titano (Amorphophallus Titanum) è fiorito nel giardino botanico di Stuttgart (Germania). Se l'evento è una meraviglia per la vista (il fiore, il più grande al mondo, misura 2.94 metri), non si può dire lo stesso per il naso. L'odore pestilenziale che emette infatti - a metà tra la carne in decomposizione, pesce marcio ed escremento - gli è valso il nome di "fiore cadavere", Bunga Bangkai, in lingua indonesiana. È dalle foreste equatoriali dell'isola di Sumatra infatti che questo fiore proviene. L'odore, particolarmente forte di notte, sarebbe particolarmente attraente per i suoi impollinatori, che si ritiene siano tra gli altri coleotteri dei cadaveri. Dopo qualche settimana di fioritura, il fiore appassisce e nessuno sa quando sboccerà di nuovo.
Fiori anti-Aids
I girasoli possono produrre una sostanza che impedisce al virus dell'Aids di riprodursi, almeno nelle cellule in coltura. È questa la scoperta annunciata da un gruppo di ricercatori dell'università di Bonn che stanno lavorando su un nuovo gruppo di medicine anti-aids, chiamate DCQA.
In natura questo tipo di sostanze si trova in piccolissime quantità nei carciofi e nella cicoria selvatica, ma sul mercato il loro costo è altissimo: mille euro per milligrammo. Il metodo sviluppato in laboratorio su cui stanno lavorando gli scienziati tedeschi invece consentirebbe di ricavarle artificialmente da cellule di girasole e altre piante, a un prezzo decisamente ridotto.
Nella foto aerea, un campo coltivato a girasoli (giallo), soia (verde scuro), trifoglio (verde chiaro): ed ecco una vera e propria opera d'arte nel Kansas (USA).
Il mestiere più bello del mondo
Questo campo di fiori rosa a Chichibu (Tokyo) risveglia la vostra indole bucolica? Allora siete forse i candidati ideali per il lavoro più bello del mondo. Non stiamo parlando del concorso per aspiranti guardiani dell’isola. Per quello, mettetevi l’anima in pace. L’ha vinto il trentaquattrenne inglese Ben Southall. Ma di un impiego come custode dei campi di lavanda di Pan Long Xia in Cina. Per le cinesi il mestiere più bello che si possa fare. Alla selezione possono partecipare solo le ragazze in età compresa tra i 18 e i 25 anni alte almeno 1,63 metri. Le guardiane, due in tutto, avranno ciascuna uno stipendio di 2.140 euro alla settimana, per passeggiare nei 200 mila metri quadrati di prato fiorito. Curando e proteggendo i fiorellini di lavanda dai turisti, che solo lo scorso anno sono stati 20 mila. Niente male per chi ha il pollice verde e non disdegna anche un po' di notorietà. Tra i compiti previsti infatti, c'è che quello di promuovere il luogo con interviste e comparse in video.
Fiori ultravioletti
Come suggerisce il nome stesso, la luce ultravioletta si trova oltre il limite viola dello spettro ed è invisibile agli occhi dell'uomo. Ma non a quello di molti animali e di speciali pellicole fotografiche utilizzate per diagnosticare alcune malattie della pelle e scoprire documenti o opere d'arte false.
Anche i petali di molti fiori, come quelli di questa Potentilla o Cinquefoglie (Potentilla), se fotografati alla luce ultravioletta possono rivelare qualcosa di nascosto ai nostri occhi: disegni e segni che servono per attrarre le api verso il nettare. Le api e altri insetti posseggono occhi sensibili all'ultravioletto e riconoscono le guide scure sui petali che guidano verso il centro del fiore. Impossibile non notarle.
Fiore celeste
Replicando il pattern di un'eruzione di massa coronale seguendo una direzione circolare si sono ottenuti i petali di un fiore speciale, con al centro un'immagine del Sole agli ultravioletti.
Il sesso dei fiori
Se l'apparato femminile di un fiore assomiglia alla faccia superiore della lingua umana, quello maschile ci può ricordare tutt'altro.
Questa micrografia elettronica ritrae in particolare gli stami di un'aquilegia (Aquilegia sp.), pianta erbacea delle Ranuncolacee la cui parte vegetativa scompare in inverno, per germogliare poi di nuovo alla fine della stagione fredda. I fiori che rinascono a primavera richiamano la forma del becco o degli artigli di un'aquila da cui prendono il nome.
Ogni stame è costituito da un filamento che supporta l'antera, una sorta di bulbo che contiene il polline, vale a dire le cellule sessuali maschili. Nella foto del giorno di domani, vi sveliamo un nuovo parallelismo...
Come nascono i figli dei fiori
Il fiore simbolo, secondo la tradizione, della fedeltà e dell'amore eterno si svela al microscopio elettronico e mostra il suo apparato riproduttivo. La sezione di un Non ti scordar di me (Myosotis arvensis) rivela come la parte esterna del fiore, composta da sepali (verdi) e petali (blu) sia a protezione agli organi interni atti alla riproduzione. Gli stami (formati da un filamento che termina nell'antera) sono responsabili della produzione del polline che dovrà posarsi sul pistillo, l'organo femminile del fiore. Quest'ultimo (al centro) è composto dall'ovario, lo stilo e lo stigma. Dopo l'impollinazione e la successiva fecondazione, generalmente i fiori, eccetto gli ovari, appassiscono e cadono per lasciar posto al frutto.
Mangiatori di loto
Non è la testa di un innaffiatoio, ma il baccello che contiene i semi del fiore di loto (Nelumbo nucifera), una delle piante più coltivate e consumate di tutta l’Asia.
Tutte le parti di questo fiore sono commestibili e apprezzate da oltre un millennio per le loro proprietà antidiarroiche, febbrifughe e vitaminiche, confermate anche da recenti studi scientifici.
Ecco perché di questa pianta non si butta via niente. I semi seccati vengono mangiati come salatini, cucinati come popcorn e utilizzati in pasticceria.
Dagli stami del fiore si ricava un té profumato, mentre le foglie sono utili per avvolgere gli alimenti
Che fusto!
Perché i girasoli sono tanto belli? Forse il segreto è nella loro composizione interna (qui vista da vicino). Il fiore che vediamo, infatti, è in realtà un insieme di piccoli fiori talmente compatti e vicini da sembrare uno solo. In termini scientifici questo fiore costituito da una composizione di fiori si chiama "capolino" e il fenomeno "inflorescenza". Ed è tipico delle Asteraceae, la famiglia a cui appartiene il girasole.
Ma non è l'unica stranezza di questa pianta. Il girasole (Helianthus annuus) è uno dei fiori più alti del regno vegetale. Può raggiungere anche i 3 metri di altezza. Nel 1567 a Padova, secondo la letteratura scientifica, ne è stato avvistato uno di ben 12 metri. Mentre il girasole "moderno" più alto è stato scovato qualche tempo fa in Canada: un esemplare di 8 metri.
Una rosa al giorno
Continua la rubrica “Visti da vicino” che abbiamo inaugurato la scorsa settimana con la pianta “puzzona”. Questa volta in primo piano c’è un fiore decisamente più “aggraziato”. Si chiama Rosa acicularis e cresce spontaneamente in paesi freddi come il Canada e l’Alaska.
Sembra che persino gli Indiani d’America conoscessero questa rosa selvatica, che usavano come rimedio per molti malanni. Dalle sue foglie ad esempio ricavavano un tè portentoso per curare diarrea e dolori di stomaco, mentre le radici venivano bollite per ottenere una soluzione che usavano come “colluttorio”. Con i gargarismi a base di rosa combattevano tonsilliti e mal di gola, e a chi perdeva sangue dal naso venivano fatti inalare i vapori di questo prezioso decotto.
Un popolo di giardinieri
Il colpo d'occhio di questo campo di colza (Brassica napus) in Inghilterra allieterà la giornata di almeno due italiani su tre. Secondo un recente sondaggio di Coldiretti/Swg, infatti, è questa la percentuale di connazionali che ritiene di avere il pollice verde.
Il 63% degli intervistati ha dichiarato di avere tempo da dedicare alle piante, e i principali responsabili del verde domestico sono gli uomini. Gli italiani destinano 15 minuti al giorno alla cura di fiori e animali, un minuto in più rispetto alle loro compagne. L'hobby del giardinaggio può trasformarsi in un vero toccasana per la salute: uno studio dell'Università di Uppsala in Svezia, durato 35 anni e pubblicato sul British Medical Journal nel 2009, sostiene che chi fa giardinaggio o un'attività sportiva di modesta intensità guadagna circa un anno di vita in più rispetto a chi resta inattivo.
Non cogliete questo fiore
Con un serpente simile attorcigliato al suo stelo, possiamo star sicuri che nessuno proverà a cogliere questo bellissimo fiore d’Heliconia, una pianta molto diffusa in Indonesia. Anche perché un solo morso di questa vipera (Tropidolaemus wagleri) può immobilizzare un topolino in pochi secondi e provocare, se non curato tempestivamente, danni permanenti ai nostri tessuti: secerne infatti emotossina, una sostanza che distrugge lentamente i globuli rossi. Da evitare possibilmente anche il luogo di ritrovo preferito di questi rettili: il “Temple of the Azure Cloud”, in Malesia, noto non a caso anche come tempio dei serpenti. Al suo interno si riuniscono molte di queste vipere, forse attratte dal profumo degli incensi accesi dai monaci buddisti.
E se non ci fossero più le api?
La biodiversità di fiori e api va pari passo: è quello che emerge su un recente studio pubblicato sulla rivista Science, il primo a denunciare il progressivo declino della varietà di api che si attesta sull’80 per cento.
«Se da qualche altra parte si verificherà lo stesso declino che abbiamo appurato in Gran Bretagna, i “servizi di impollinazione” svolti dalle api, che diamo tanto per scontati, potrebbero essere a rischio. E con questi il futuro dei fiori delle nostre campagne», spiega il responsabile della ricerca, Koos Biesmeijer, della University of Leeds, Inghilterra.
E non si tratta solo di una perdita per i più romantici amanti dei campi fioriti: si stima che il valore economico dell’impollinazione si aggiri nel mondo tra i 30 e i 70 miliardi di euro l’anno.
Per fare il fiore, ci vuole il seme
Dal grande al piccolo, la sfera è una delle forme preferite in natura. Pianeti, lune e stelle sono in modo più o meno approssimativo delle sfere. Mettendo le cose sotto la lente d'ingrandimento però si scoprono forme anche più affascinanti.
La sfera nella foto, tanto simile ad una pallina da tennis, solcata da tre linee proporzionali, è un granello di polline di un fiore della passione (Passiflora). Quando uno di questi granelli, che contiene i gameti maschili, si appoggia sullo stigma di una altro fiore, ha inizio la germinazione.
M'ama non m'ama: quanto conta un petalo
Possibile che anche lo sviluppo delle piante segua schemi matematici precisi? Certo è che molte di esse mostrano regolarità celate nei posti più inaspettati. Pensiamo per esempio ai numeri speciali (i cosiddetti numeri di Fibonacci) che ricorrono in molte strutture naturali come i fiori di giglio che hanno 3 petali o margherite e girasoli che possono averne 34, 55 o 89. I numeri di Fibonacci sono gli elementi di una sequenza numerica in cui ogni numero a partire dal terzo è la somma dei due precedenti (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34). Furono scoperti da Leonardo Pisano, detto Fibonacci, agli inizi del '200, osservando il mondo in cui si riproduceva una colonia di conigli. Difficilmente in natura troverete fiori con un numero di petali diverso da un numero di Fibonacci.
Etciù... salute!
La fine dell'estate e l'arrivo dell'autunno porta con sé la fioritura di questo curioso fiore, l'elenio (Helenium autumnale) in grado di raggiungere il metro di altezza. Sulla loro sommità i fiori producono una cosiddetta infiorescenza a capolino, con un disco centrale prominente e a forma di palla.
In inglese, la pianta è chiamata anche erbaccia dello starnuto (Sneezeweed) ed è conosciuta dall'antichità per le sue proprietà medicamentose: i suoi fiori essiccati venivano infatti sniffati, con conseguente sonoro etciù. L'elenio, che secondo una leggenda greca sarebbe stato innaffiato al suo primo sbocciare dalle lacrime di Elena di Troia, fu usato dagli indiani d'America per curare febbre e raffreddori. Oggi il National Cancer Institute americano ne riconosce anche le proprietà antitumorali.
Sono arrivati gli x-fiori
Fa parte di un libro intitolato "Guida pratica agli X-fiori cosmici" (A Field Guide to Cosmic Xflora) quest'illustrazione che raffigura un particolare tipo di Spacebloom (fiore spaziale). È stato chiamato "inkigo" dal suo autore, l'artista e scrittore Martin Naroznik, che l'ha realizzato con tecnologia 3D. I fiori spaziali sono piante cosmiche autonome che nascono e crescono nello spazio: con il loro diametro di diversi metri si muovono e si riproducono fornendo all'uomo del prossimo millennio derrate alimentari infinite. Per ora, però, è solo fantascienza
Un fiore mostruoso
È un fiore da non regalare se non alla fidanzata che vi ha appena lasciato. Un metro di diametro, dieci chilli di peso e un profumo nauseabondo di marcio. Sono queste le misure del fiore più grande del mondo, la Rafflesia arnoldii. Rosso, a disegni screziati color panna, formato da 5 grossi petali carnosi, vive nelle foreste di Sumatra in Indonesia. Da sempre è un mistero per i botanici. Priva di foglie e radici vive parassitando un rampicante e resta aperto soltanto 5-7 giorni. Fortunatamente, perché emette una terribile puzza di carne marcia per attirare le mosche delle carogne (Chrysomia megacephala), che provvedono all'impollinazione. Recentemente, analizzando il dna del fiore, se ne è stabilita l'evoluzione e si è scoperto che fa parte dell'ordine delle Malpighiaceae, insieme a violette, stelle di Natale e fiori della passione.
Fiorellini di pietra
Una violetta pietrificata? Uno strano gioiello celtico? Niente di tutto questo. È un otolite, un minuscolo granulo calcareo contenuto nell'orecchio interno che ha il compito di regolare l'equilibrio e l'udito. Appartiene a un pesce zebra (danio rerio), un pesciolino di pochi centimetri con un profilo genetico molto simile a quello dell'uomo. Più economico dei topi di laboratorio, il pesce zebra genera una prole numerosa in tempi brevissimi. Per questo motivo viene utilizzato come modello genetico in molte ricerche mediche. Recentemente alcuni ricercatori franco-tedeschi ne hanno studiato un gene, chiamato Starmaker (costruttore di stelle), molto simile ad alcune proteine umane che sembra coinvolto nella formazione di questi microscopici cristalli dell'orecchio. Piccole modifiche del gene possono modificare la crescita e la forma di questi piccoli, ma fondamentali, organi dell'equilibrio.
Strategie di colori e odori
Con la sua livrea rossa punteggiata da sette macchioline nere, è uno degli insetti più noti. Si tratta di una Coccinella septempunctata, nella foto nell'atto di appoggiarsi su un fiore. La disposizione dei sette punti neri consente di riconoscersi tra le varie specie. Il colore rosso vivo, invece, è un potente richiamo sessuale. Per difendersi dai predatori, poi, la coccinella spruzza uno sgradevole liquido giallastro che mette tutti in fuga.
focus.it
Edited by belias94 - 13/5/2016, 18:48. -
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LA CALCEOLARIA UNIFLORA, UN FIORE BELLISSIMO ALIENO
Calceolaria uniflora ( sinonimo : Calceolaria darwinii ) è una pianta a bassa crescita che cresce a piccoli gruppi. Le foglie sono color verde scuro sulla parte superiore, verde chiaro in basso.
I fiori sono molto colorati e grandi rispetto alle foglie. Nella zona di distribuzione della pianta, variazioni di colore dei fiori. Fiori selvatici possono essere impollinati dagli uccelli.
La pianta è originaria del Cile e Argentina nel sud della Patagonia e Terra del Fuoco. La pianta è a volte coltivata dagli amanti dei giardini rocciosi.
Descrizione generale
Pianta erbacea, annuale o perenne, da esterno e da interno, a seconda della specie. l'altezza può variare da 15 a 60 cm. Ne esistono 400 specie tra annuali, perenni ed arbustive. Le foglie sono disposte in coppie opposte o in verticilli, sono ovate oblunghe o lanceolate, a volte profondamente incise. I fiori sono davvero originali, con delle corolle a tubo corto e labbra concave, il labbro superiore molto piccolo, l'inferiore molto grande e rigonfio, quasi a forma di una borsa.
La corolla è colorata di giallo tendente al colore rosso, al porpora, al viola, al bianco. Tra le specie perenni, abbiamo la C. integrifolia ( C. Rugosa) è una delle varietà più diffuse. Si tratta di un arbusto sempreverde, originario del Cile, alto circa 1 metro, in genere coltivato come annuale. Le foglie sono oblunghe e lanceolate, di circa 5 cm di lunghezza, e presentano una pagina superiore rugosa (da cui deriva il nome) color verde-scuro ed una pagina inferiore grigiastra, spesso con una leggera peluria rossiccia.
I fiori sbocciano in estate e sono di colore giallo intenso. Tra le specie nane, perenni, adatte al giardino abbiamo la C. Tenella alta 8-10 cm. con i fiori giallo oro puntinati di rosso; la C. Darwinii con fiori gialli e macchie marroni. La C. Polyrrhiza è una specie strisciante, perenne, con i fiori gialli. Sono stati creati numerosissimi ibridi per la coltivazione in vasi o aiuole.
sul web
Edited by belias94 - 13/5/2016, 18:49. -
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"Tigri" da giardino
Attenti al cobra
È vero, le piante carnivore sono vegetali che mangiano gli animali. Nella maggior parte dei casi si nutrono di insetti. E non lo fanno per cattiveria, ma per necessità. La loro strana alimentazione è dovuta al terreno su cui crescono: rocce, paludi e torbiere aride, dove mancano gli elementi necessari al loro nutrimento. Per sopravvivere, quindi, le poverine sono costrette a ingurgitare anche un po' di proteine animali.
Ciò non toglie che alcune di queste piante abbiano un aspetto un po’ poco rassicurante. Come la Darlingtonia cali fornica, la cui “lingua” (la foglia rossastra) somiglia alla lingua biforcuta di un serpente. Non per niente nel Nord America, dove cresce, è stata soprannominata cobra lily (pianta cobra).
Venere poco amorevole
Se provate a immaginare una pianta carnivora probabilmente la prima cosa che vi viene in mente sono le “fauci” spalancate. Queste chiuse sono della cosiddetta Venere acchiappamosche (Dionaea muscipula), qui immortalata durante il pranzo.
Questa pianta, diffusa soprattutto negli Stati Uniti, è così famosa per le sue foglie "dentate" che funzionano a tagliola (come una trappola per topi a scatto).
Basta che un insetto sfiori uno dei sensibilissimi peli presenti sulle foglie e in meno di un secondo il malcapitato si ritrova imprigionato.
Ma il "lavoro" non è ancora finito. Anche se gli aculei sembrano denti la pianta non può masticare. E per mangiare tutto l'insetto ci vorranno un po' di giorni. La dionaea secerne, infatti, degli enzimi che assimilano il pasto molto lentamente.
Toilette pericolosa
Non è un water ma una Nepente del Madagascar (Nephentes madagascariensis). La parte sottostante è un ascidio, una foglia-contenitore con il bordo particolarmente viscido e scivoloso. Gli ignari insetti, attratti dal profumo della pianta, poggiandovisi sopra, scivolano, precipitando dentro. E come nei peggiori film dell'orrore, in fondo al "pozzo" la preda finisce in un liquido in cui viene digerita. Oppure conservata per i pasti successivi, grazie a speciali sostanze antibatteriche.
Gelati al veleno
Sempre un ascidio, ma decisamente più allungato, è l’arma letale di un’altra famiglia di piante carnivore: quella delle Sarracenie (nella foto una Sarracenia alata) che sembrano enormi coni gelato (sono alte 1 metro). Le saracenie crescono su terreni umidi e paludosi dove c'è talmente tanto cibo che possono permettersi perfino di vivere in colonie numerose come questa.
E da mangiare non manca per nessuno. Alcuni ragni (quando non diventano loro stessi prede) hanno imparato a convivere con la pianta e anzi a trarne beneficio. Si piazzano sul bordo dell'ascidio, attenti a non scivolare, e quando riescono "rubano" qualche insetto intrappolato dalla temutissima pianta.
Tentacoli all’attack
Avete presente la carta moschicida? La trappola dei questa Drosera binata si basa su un meccanismo molto simile. Le sue foglie sono coperte da tanti piccoli “tentacoli” appiccicosi capaci di catturare, uccidere e digerire le prede. E come tutti i tentacoli che si rispettino, anche questi sono dotati di una certa mobilità. In alcuni casi, possono addirittura ruotare di 180 gradi, pur di avvinghiarsi attorno al malcapitato di turno.
Ma non tutte le prede sono innocue. Esistono degli insetti parassiti capaci di infestare le piante carnivore, nonostante il rischio di essere ingeriti o meglio digeriti.
Dieta variata
Un po’ più “pigra” della Drosera ma altrettanto affamata è questa Drosophyllum lusitanicum. Anziché usare i tentacoli o spalancare "fauci" cattura gli insetti con una colla secreta dalle ghiandole (quelle rosse nella foto). Una volta appiccicate, le sue vittime non possono più liberarsi e si divincolano fino a morire per sfinimento.
Altre piante invece, per variare il solito menù a base di insetti, si sono adattate a una dieta mista. Molte specie del genere Pinguicola, ad esempio, intrappolano non solo moschini e mosche, ma anche alcuni grani di polline trasportati dal vento. E il polline da solo costituisce circa la metà del suo intero fabbisogno proteico.
Il terrore vien dall’acqua
Non se la passano meglio gli insetti delle paludi. Anche sott’acqua le piante carnivore possono agire, con vari trucchetti.
La rarissima Aldrovanda vesiculosa (nella foto) "caccia" con piccole trappole a scatto.
Oppure l'Utricularia munita di tanti sacchettini "sottovuoto" non più grandi di 2 millimetri. Appena vengono sfiorati, questi si aprono risucchiando i malcapitati animaletti che nuotavano troppo vicino alle sue foglie.
Non provare a risalire!
Dopo tanta fatica per acciuffare le prede, lasciarle sfuggire sarebbe un vero peccato. Ecco perché questo Cephalotus follicularis ha l’orlo dell’ascidio “tappezzato” di spine aguzze rivolte verso l’interno. Aculei con cui punzecchia gli insetti intrappolati ogni qual volta provano a scappare.
Ma nel vargiegato mondo delle piante carnivore non mancano nemmeno le incantatrici. La Darlingtonia californica, disorienta le sue vittime con una serie di “illusioni ottiche”. Sulle pareti di questa pianta alcune piccole fessure fanno passare la luce del sole. Gli insetti pensano di trovarsi di fronte a una via d'uscita e ci vanno a sbattere contro. In questo modo rimbalzano, cadendo sul fondo.
Ospiti graditi
Ma c'è anche chi per le piante carnivore "lavora". Come la formica gigante del Borneo (Camponotus sp.) che qui nuota sul fondo di un ascidio accanto a uno sfortunato insetto morto. La formica "spazzina" si nutre degli avanzi nuotando e mangiando senza correre rischi. E il favore è reciproco: troppi resti in putrefazione possono infettare la pozza digestiva della pianta.
Altre formiche più “fifone” mandano in avanscoperta una sfortunata compagna che funge da esca. Se questa non torna le altre non si avventurano. A volte però il trucco non funziona e la formica esploratrice, superata la prova, porta le fiduciose compagne. Così il lauto pranzo per la pianta è assicurato.
Piante mangia-uomini?
"Donna strangolata da una pianta in Madagascar". Chissà che spavento si presero i lettori leggendo quasta notizia su un giornale australiano nel 1881!
A sostenerlo era un esploratore tedesco che raccontava di aver assistito alla scena durante una cerimonia sacrificale in Africa. Si trattava naturalmente di una bufala colossale.
Anche se qualche pianta mangia-mammiferi esiste. È la Nepenthes rajah (nella foto), nel cui ascidio un “pentolone” di 2 litri e mezzo di capienza una volta sono stati ritrovati due ratti morti. Sembra inoltre che la mangiona gradisca anche rane, lucertole e piccoli uccelli. Si tratta comunque di casi molto rari che riguardano per lo più animali deboli o malati.
Dolce morte
Nonostante i trattamenti di riguardo riservati agli impollinatori, capita a volte che qualche ape incauta ci rimetta la pelle.
Anche questa che passeggia tranquilla sull’orlo di una Sarracenia flava è sulla buona strada. Perché ad attenderla, oltre al fondo velenoso dell'ascidio, c’è un’altra spiacevole “sorpresa”. Il nettare della pianta è “corretto” con la coniina, un alcaloide tossico presente anche nella cicuta, che stordisce la preda per farla cadere più facilmente sul fondo dell’ “imbuto”. Le vittime così passano in breve dal sonno alla morte.
focus.it
Edited by belias94 - 13/5/2016, 18:51. -
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Petali come labbra: il fiore è una tentazione
Sembrano un paio di labbra rosse. Si tratta, però, di un rara pianta conosciuta come Psychotria elata, un albero tropicale originario delle foreste pluviali del Centro e del Sud America dove viene scherzosamente chiamato 'labbra tentatrici''. Secondo i botanici l'albero avrebbe sviluppato un apparato floreale simile alle labbra per attrarre uccelli ed insetti impollinatori come colibrì e farfalle. Le inflorescenze non sono in realtà il vero fiore dell'albero ma una coppia di foglie modificate (bràttea) che anticipano i fiori veri e propri e che resistono sull'albero non più di due giorni.
Foto sul web
Edited by belias94 - 13/5/2016, 18:55. -
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PIANTE MUTANTI
Non è sempre madre natura che a volte si diverte, ma c'è anche la mano dell'uomo in certi casi, come in questi fiori che vi esporrò, troppo fertilizzante è dannoso alle piante, è come a noi esseri umani, troppe medicine non è detto che guariscono, anzi.
Edited by belias94 - 13/5/2016, 18:56. -
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Mai visti fiori così strani.... quelli a forma di labbra sono troppo forti . -
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mai visti Hydnora africana
Hydnora africana è un achlorophyllous pianta originaria del sud Africa, che è parassita sulle radici dei membri della Euphorbiaceae famiglia. La pianta cresce sottoterra, ad eccezione di un fiore carnoso che emerge in superficie ed emette un odore di feci per attirare la sua naturali impollinatori , scarabei stercorari , e carogne coleotteri. I fiori agiscono trappole temporanei, mantenendo i coleotteri che entrano abbastanza a lungo per loro di raccogliere il polline.
Edited by belias94 - 13/5/2016, 18:58. -
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California: La Puya raimondii, la "regina delle Ande" pronta a fiorire dopo 24 anni
L’imponente pianta esotica conosciuta come “la regina delle Ande” è pronta a fiorire nel giardino botanico della University of California a Berkeley. La Puya raimondii (questo il vero noome, in omaggio del naturalista italiano Antonio Raimondi, che la scoprì) è la più grande specie di bromeliacea conosciuta. Fiorisce e fruttifica solo una volta nella sua vita e poi muore senza produrre germogli. Detiene il record della fioritura più tardiva: alcune stime recenti hanno ridotto la sua età matura a ottanta-cento anni, ma quella di Berkley ci ha messo "solo" 24 anni.
Edited by belias94 - 13/5/2016, 18:59. -
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La Titanca o Puya raimondii detta la "regina delle Ande"
La Titanca (Puya raimondii Harms, 1928) è una pianta della famiglia delle Bromeliaceae, endemica delle Ande (Peru e Bolivia).
Descrizione
Cresce ad una altitudine di 3200 - 4800 m ed è la più grande delle Bromeliacee, raggiungendo e superando i 10 metri di altezza. La sua infiorescenza a pannocchia emerge dopo 80-150 anni di vita. Dopo la fioritura la pianta muore.
È descritto il caso di una titanca piantata nel 1958 quasi a livello del mare, nel giardino botanico della University of California, Berkeley, USA, che crebbe fino a 7,6 m e fiorì nell'agosto 1986, dopo soli 28 anni. Sempre nello stesso luogo nel 2014 è fiorità un'altra pianta dopo 24 anni di vita.
Scoperta
Lo scopritore della titanca o puya è stato, nel 1830, il naturalista francese Alcide Dessalines d'Orbigny (1802-1857) nella regione di Vacas, Bolivia.[4] Poi Antonio Raimondi (1826-1890) la scoprì nella zona Chavín di Huantar, Perú, e nel 1874 le diede il nome di Pourretia gigantea Raimondi. Finalmente, nel 1928 il botanico tedesco Hermann August Theodor Harms (1870-1942) la nominò Puya Raimondii Harms.
wikipedia.org/
foto sul web
Edited by belias94 - 13/5/2016, 19:00. -
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Cosmos atrosanguineus: il fiore che profuma di cioccolato
Il cioccolato ci affascina da sempre e sono poche le persone che resistono alla sua dolce lusinga. E perché non trasportare questa deliziosa passione anche in giardino? Esistono infatti alcune piante che emanano un profumo molto simile a quello del cacao. Di più, vi parlerò di un fiore, il cosmos atrosanguineus, che si è appropriato anche del suo vellutato colore, aggiungendogli il fascino dei suoi freschi capolini.
Un lieve profumo di cacao e un tonalità, tra il marrone scuro e il bordeux, così intensa, da attrarre subito l’occhio: questi sono senz’altro i punti forti del cosmos atrosanguineus, una pianta perenne originaria del Messico che si può coltivare tranquillamente anche in vaso qui da noi.
I fiori hanno forma semplice ma le foglie ne fanno una pianta particolamente elegante, che si distingue subito in mezzo alle altre. Hanno infatti una raffinata forma a punta di lancia. Il cosmos a. forma un basso cespo da cui hanno origine gli steli floreali che si innalzano liberi sulla vegetazione.
Se la pianta non gode di sufficiente luce, farà “camminare” gli steli per terra allungandosi: questo però la renderà disordinata nel portamento, quindi vi suggerisco di darle una posizione ben esposta al pieno sole, dove fiorirà al meglio.
Nessun problema per l’acqua, resiste bene al secco, quindi mischiate la terra dei vasi ad un pò di sabbia, per un drenaggio ottimale che eviti i ristagni d’acqua. Questa accortezza sarà fondamentale non tanto d’estate quanto d’inverno, soprattutto nel nord Italia.
Il cosmos a. infatti ha radici tuberose che non devono rimanere umide in presenza di basse temperature perché rischiano di marcire. La sabbia (e l’argilla espansa alla base del vaso) aiuteranno a mantenerle protette dal gelo e asciutte. In cambio di queste attenzioni, avrete la gioia di coltivare il fior di cioccolato che produrrà le sue “golose” corolle nel vostro giardino per tutta l’estate.
In particolare sul mercato è in circolazione di recente un ibrido a crescita più ordinata e compatta rispetto alla specie, molto fiorifero. Si chiama Cosmos sanguineus ‘Chocamocha’: basta il nome a leccarsi i baffi. Più intrigante di così!
fioriefoglie.tgcom24.it/
foto sul web
Edited by belias94 - 13/5/2016, 19:01. -
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Il fiore che profuma di cioccolato
Edited by belias94 - 13/5/2016, 19:02. -
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FIORI STRANI, QUANDO LA NATURA CI VUOLE STUPIRE
Assomigliano a qualcuno, un animale un cartone animato....
Monkey Face Orchid (Dracula Simia)
Moth Orchid (Phalaenopsis)
Uomo Nudo Orchid (Orchis Italica)
Lips di Hooker (Psychotria Elata)
Ragazze che ballano (Impatiens Bequaertii)
Ridere Bumble Bee Orchid (Ophrys bomybliflora)
Babies Swaddled (Anguloa Uniflora)
Fiore Parrot (Impatiens psittacina)
Seed Snap Dragon Pod (Antirrhinum)
Volare anatra Orchid (Caleana Major)
Orchidea che sembra una tigre
Alien Felice (Calceolaria Uniflora)
Angelo Orchid (Habenaria Grandifloriformis)
Dove Orchid O Spirito Santo Orchid (Peristeria Elata)
Orchid che sembra una ballerina
Egret bianco Orchid (Habenaria Radiata)
Darth Vader (Aristolochia Salvadorensis)
Rose che sembra un teschio
Edited by belias94 - 13/5/2016, 19:04. -
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6 fiori che sembrano animali e persone
Che cos'è un fiore? Si fanno distinzioni tra fiori e infiorescenze in botanica, ma quando poi si incontrano fiori che sembrano altro, come quelli che ti presento in questa galleria, la domanda si fa ancora più interessante.
Nonostante la loro natura conservativa, i fiori evolvono costantemente e questa evoluzione procede o in riduzione, che porta alla perdita di organi, o all'aumento della complessità, che porta a fiori altamente elaborati. Le principali forze che guidano queste tendenze sono i sistemi di impollinazione. Rimarrete strabiliati dalla bellezza di queste immagini!
Orchis Italica: orchidea uomo nudo
Impatiens Bequaertii: i ballerini russi
Psychotria Elata: le labbra schiuse
L’orchidea airone
Anguloa Uniflora: i piccoli nella culla
Phalaenopsis: orchidea rondine
treedom.net/
Edited by belias94 - 13/5/2016, 19:05. -
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Australia, scoperta orchidea senza foglie né radici
Vive sottoterra e non ha bisogno della fotosintesi per sopravvivere. Disposti test genetici in Olanda.
APPENA scoperta, alcuni esemplari sono stati spediti in Olanda per effettuare i test genetici del caso. È una rara orchidea che si trova solo in alcune località dell'Australia sud-orientale. La sua particolarità è che vive nel sottosuolo ed è priva di foglie e di radici. Ora i laboratori olandesi dovranno determinare se si tratta di una specie unica.
L'orchidea sotterranea orientale (Rhizanthella slateri), dai fiori violacei, è una delle pochissime piante al mondo che non usa la fotosintesi. "Non ricava energia dal sole ma dipende invece da miceti in sostituzione del sistema di radici per trarre nutrimento", spiega Greg Steenbeeke, funzionario per le specie minacciate del Dipartimento dell'Ambiente.
"La sequenza del codice genetico della pianta aiuterà i botanici a compararla ad altre piante che non dipendono dalla fotosintesi e a comprendere come si siano evolute e diffuse nel mondo", aggiunge Steenbeeke. Potrà anche rivelare quale tipo di habitat sia preferito dall'enigmatica orchidea, i cui fiori si aprono nel sottosuolo durante la primavera australe, da settembre a novembre. Una volta eseguita, la sequenza genetica sarà inclusa in una banca dati globale, chiamata Genbank, cui potranno aggiungersi altre orchidee sotterranee, per mappare le variazioni fra le singole piante. "Tali differenze genetiche potranno essere necessarie per la loro sopravvivenza man mano che il pianeta si riscalda", spiega Steenbeeke.
foto sul web
Edited by belias94 - 13/5/2016, 19:08. -
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Fiori insoliti
"Flying duck" - Orchid Kalani
Cresce in Australia meridionale e orientale.
Titan Arum
Blossoms massimo un paio di volte in dieci anni. Quando fioritura emana un odore disgustoso.
Phalaenopsis
Ha ottenuto il suo nome per la sua somiglianza con falene. Nel 1825, il botanico, considerando la giungla al tramonto nei binocolo li prese per le farfalle. Poi si rese conto del suo errore, e, in sua memoria, chiamata Phalaenopsis fiori, che significa "motylkovopodobny."
Orchid "Great White Heron"
Simia
Quotata nel Libro Rosso della Russia. Durante la fioritura odore arancione. Cresce in bassa e media catena montuosa fino ad un'altezza di 1500 metri sul livello del mare.
Sembra una scimmia depressa.
Oxalis variegata
Come una caramella su un bastone.
Scarpetta di Venere
Conosciuto anche come "stivali cucù".
Hoya
Clianthus
Titolo ricevuto per la sua somiglianza con il becco di un pappagallo Kakà. In Nuova Zelanda, chiamato Kakabeak - kaka becco.
Orchid "blue"
Forma Fiore ricorda una colomba.
Camelia giapponese
Trichosanthes
Tacca chantrieri o "bat nero"
Kadupul
Fiori "Sporting"
Così chiamato fiori mutazione spontanea di alcune parti.
Bolls Snapdragon
Bocche di leone Deflorate sembra piuttosto impressionante.
Orchidea fiore in forma di un pappagallo
Macrobotrys Strongylodon
I parenti di piselli e fagioli sono coltivati nelle Filippine.
Lips libertino
Crescere nelle foreste del Centro e Sud America.
Edited by belias94 - 13/5/2016, 19:09.