IL COLIBRÌ, L'UCCELLO PIÙ PICCOLO E PIÙ VELOCE DEL MONDO

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    IL COLIBRÌ, L'UCCELLO PIÙ PICCOLO E PIÙ VELOCE DEL MONDO



    I Trochilidi (Trochilidae Vigors, 1825) sono una famiglia di uccelli dell'ordine Apodiformes, che comprende 342 specie comunemente note come colibrì.

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    Sono considerati gli uccelli più piccoli al mondo: la maggior parte delle specie ha un peso tra 2.5 e 6.5 g e una lunghezza tra 6 e 12 cm. Hanno l'abilità di poter rimanere quasi immobili a mezz'aria, capacità garantita dal rapidissimo battito alare (dai 12 agli 80 battiti al secondo, a seconda della specie), e che gli consente di potersi cibare del nettare dei fiori. La loro straordinaria mobilità degli arti superiori gli consente inoltre prodezze di volo inimmaginabili per altri uccelli, come volare all'indietro.

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    Inoltre, in caso di scarsità di cibo o durante il sonno, sono in grado di cadere in uno stato di torpore che consente loro di risparmiare energia, rallentando drasticamente il loro rapidissimo metabolismo.

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    Descrizione

    Sono uccelli di piccole dimensioni, dal peso di pochi grammi: le specie più piccole, il colibrì del sole rossastro (Phaethornis ruber) e il colibrì di Elena (Mellisuga helenae), pesano meno di 2 g, mentre la specie di maggiori dimensioni, il colibrì gigante (Patagona gigas), pesa in media circa 20 g ed è lungo fino a 21,5 cm.

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    Il loro piumaggio ha colori brillanti che vanno dal bruno al verde, dal rosso al nero. La brillantezza dei colori è dovuta a delle lamelle cornee trasparenti presenti nelle piume, che funzionano da prismi ottici. Il raggio di luce viene così scomposto nei suoi colori originari dando una colorazione cangiante in base all'angolo di osservazione.

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    Il becco può avere una varietà di forme e dimensioni, che in genere riflettono le loro abitudini alimentari, adattandosi alla forma dei fiori del cui nettare si nutrono. La lingua è estensibile e biforcuta. Le zampe sono corte e inadatte alla deambulazione sul terreno, mentre le ali sono lunghe e strette.

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    I colibrì esibiscono un marcato dimorfismo sessuale. Le femmine hanno in genere dimensioni maggiori dei maschi, ma questi hanno colorazioni più vivaci, in particolare sulla gola e sulla testa. Il piumaggio dei giovani è usualmente simile a quello delle femmine. Anche la forma e le dimensioni del becco possono essere differenti nei due sessi.

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    Biologia

    Volo

    I Trochilidi hanno eccezionali capacità di volo. Grazie a particolari adattamenti della loro struttura muscolo-scheletrica possono battere le ali in tutte le direzioni, il che consente loro sia il volo stazionario che, unici fra gli uccelli, il volo all'indietro. Nel volo anterogrado possono raggiungere una velocità di 45 km orari e in picchiata possono arrivare sino a 96 km/h. La frequenza del loro battito alare, che produce un caratteristico rumore vibrante, è la più elevata di tutti gli uccelli: va da circa 70-80 battiti per secondo delle specie più piccole ai 10-15 battiti per secondo del colibrì gigante.

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    La loro modalità di volo, studiata con tecniche di velocimetria digitale, presenta molte caratteristiche in comune con quella di alcune farfalle della famiglia Sphingidae.

    Il loro consumo di energia durante il volo, stimato in circa 58 Kcal per kg di peso corporeo per ora, risulta tra i più elevati nell'ambito dei vertebrati, circa 30 volte superiore a quello di un essere umano.

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    Territorialità

    Sono uccelli solitari che difendono il loro territorio con estrema aggressività. Compiono frequenti acrobazie aeree al fine di esibire il loro controllo sul territorio, che difendono principalmente dai membri della loro stessa specie. Tali comportamenti servono principalmente a proteggere da eventuali competitori le fonti di nutrimento, e si accentuano durante la stagione riproduttiva. La relativa scarsezza delle risorse nutritive, a fronte dell'elevato sforzo necessario per ottenerle, sembra essere un fattore determinante di tale aggressività.

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    Alimentazione

    I colibrì sono principalmente nettarivori, costituendo il nettare il 90% del loro regime alimentare(per questo motivo la loro vista è specializzata nel riconoscimento dei colori chiari come il rosso rispetto alla verdeggiante vegetazione), ma anche insettivori.

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    Il procacciamento del cibo è una attività con un alto dispendio energetico, pertanto tra un pasto e l'altro i colibrì devono osservare lunghi periodi di riposo. Possono consumare sino a 180 pasti al giorno e trascorrono circa il 75% della loro giornata in posizione di riposo.

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    Il loro apparato digerente è in grado di assorbire gli zuccheri con estrema rapidità: dopo soli 49 minuti dall'ingestione oltre il 97% del glucosio ingerito è stato assimilato.

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    Riproduzione

    La femmina costruisce da sola il nido, mentre il maschio, dopo l'accoppiamento, esegue voli acrobatici per attirare altre femmine.

    I nidi sono costruiti intrecciando muschi, licheni e fili d'erba, peli di animale e piume. Il tutto viene legato da fili di ragnatela, che il colibrì raccoglie nella foresta. I nidi vengono fissati alle foglie o ai filamenti vegetali con nettare rigurgitato, usato come colla.

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    La femmina di solito depone 2 uova bianche che cova per 100-130 giorni a seconda della specie. I piccoli vengono nutriti dalla madre che rigurgita nelle loro gole il nettare e gli insetti predigeriti. Dopo circa 70 giorni i piccoli escono dal nido e vengono nutriti per oltre 2 settimane prima di divenire autonomi. La femmina del colibrì, per entrare in una nuova zona ricca di nettare, si concede al maschio dominante del gruppo in cui essa vuole entrare.

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    Distribuzione e habitat

    La distribuzione dei colibrì è limitata al Nord e Sud America, dall'Alaska a nord alla Terra del Fuoco a sud, comprendendo l'arcipelago caraibico.

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    Gran parte delle specie conosciute è concentrata nella fascia tropicale e subtropicale, in particolare nella foresta amazzonica sudamericana, in presenza di climi umidi e ricchi di vegetazione; tuttavia sono note diverse specie adattate a climi temperati, come i colibrì del genere Oreotrochilus, dei quali sono noti avvistamenti nell'altipiano andino, a oltre 5700 metri di altitudine. Altri luoghi di distribuzione sono il Messico meridionale e le isole del golfo, gli Stati Uniti e il Canada.

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    La distribuzione delle specie non è comunque omogenea, con un minimo di 10 specie in Canada e Cile, alle oltre 160 specie della Colombia o alle 130 dell'Ecuador, luoghi favoriti da climi più appetibili al rapido metabolismo di tali uccelli. Una specie in particolare, il colibrì golarubino, riesce a spingersi nell'interno del continente nordamericano, al livello dei Grandi Laghi e del Mississipi, durante le periodiche migrazioni.

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    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 12/5/2016, 15:36
     
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    Edited by belias94 - 12/5/2016, 15:38
     
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    Edited by belias94 - 12/5/2016, 15:39
     
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    Edited by belias94 - 12/5/2016, 15:40
     
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    Le più belle specie di colibrì




    I colibrì si nutrono del nettare dei fiori e di piccoli insetti, aiutandosi con un lungo becco sottile e la lingua, queste creature sono sempre in volo, non si riposano mai su un fiore.

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    Leucochloris albicollis.


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    Cilena Firecrown.


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    Archilochus colubris.


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    Lophornis delattrei.


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    Coronet Castagna petto.


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    Elvira cupreiceps.


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    Heliodoxa jacula.



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    Talluraniya Violet.


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    Rufous.


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    Viola Boissonneaua.


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    Hummingbird Colibri thalassinus.


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    Chrysolampis mosquitus.


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    Colibrì di Anna.


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    Calypte costae.



    Edited by belias94 - 12/5/2016, 15:46
     
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    Il colibrì di Elena, Mellisuga helenae, il più piccolo del mondo



    Il colibrì di Elena (Mellisuga helenae (Lembeye, 1850)) è un uccello della famiglia Trochilidae, endemico di Cuba.

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    Descrizione

    È considerato l'uccello più piccolo del mondo: i maschi misurano in media 5,5 cm e pesano 1,95 g, mentre le femmine raggiungono 6,12 cm e un peso di 2,6 g. L'apertura alare media è di 3,25 cm.

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    Biologia

    Hanno una dieta prevalentemente nettarivora e, in misura minore, insettivora.


    Distribuzione e habitat

    Mellisuga helenae è endemico di Cuba. Vive principalmente nelle aree forestali e ai margini dei boschi. Un tempo comune in tutta l'isola, il suo habitat originario è stato progressivamente soppiantato dalle piantagioni di cacao, caffè e tabacco, per cui attualmente ha un areale molto frammentato che include L'Avana, la Sierra de Anafe, la penisola di Guanahacabibes, la palude di Zapata, Jucaro, Moa, la Cuchillas de Toa, la Sierra Cristal, Mayarí e Guantánamo.

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    Conservazione

    La progressiva distruzione del suo habitat ha portato negli ultimi anni ad un rapido declino della popolazione. Per tali ragioni la IUCN Red List classifica M. helenae come specie prossima alla minaccia di estinzione (Near Threatened).


    La specie è inserita nell'Appendice II della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES).

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    Il suono magico del colibrì. La Piccola Stella dell'Ecaudor incanta con le sue potenti note



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    All'inizio si pensava che fosse il sussurro del vento che soffiava forte sugli altopiani dell'Ecuador. Un suono forte e magico. Invece, come per incanto, ecco la straordinaria scoperta. Il responsabile, o meglio il protagonista di queste note uniche, era Estrellita Ecuatoriana, un piccolo colibrì, noto come Piccola Stella ecuadoriana.

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    Secondo recenti studi scientifici i maschi di questa specie hanno un timbro corrispondente al registro di contralto. "Nei volatili non ci saremmo mai aspettati più di 8-10 megahertz. Qui si superano i 13 megahertz. E’ qualcosa che ci ha sorpreso, viste le dimensioni di questo colibrì molto piccolo. 10 massimo 12 centimetri", racconta Efraín Cepeda Duran, Direttore delle Riserve della Fondazione Jocotoco.

    Le magiche note di un piccolo colibrì

    Delicato ma anche molto forte. E’ l’unico tra tutti i colibrì a poter vivere anche i oltre 5000 metri, sfidando il freddo estremo del Paramo, un ecosistema montano, che questo questo uccellino, è in pericolo. Ci sono diverse minacce. dallo sfruttamento del suolo per l'agricoltura alla a cementificazione. Tutti fattori che mettono a rischio il paramo. Un altro elemento, che ha avuto un grande impatto, soprattutto qui a Quito, è la questione degli incendi boschivi.

    Nella riserva naturale di Chakana, il colibrì, appollaiato su un ramo di chuquiragua, il fiore delle Ande, con le altissime note cerca di impressionare i suoi rivali in amore e conquistare le femmine. ueste terre dell’Ecuador ospitano 130 varietà di colibrì. Un vero spettacolo della natura in un ambiente eccezionale.



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    Colibrì dalla gola di vino ( Selasphorus ellioti)



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    Nei suoi spazi nativi, questo uccello luminoso è considerato il più piccolo. La sua dimensione corporea non supera i 7 cm dalla punta del becco alla coda. Vive in catene montuose umide in El Salvador, Guatemala, Honduras e Messico. Il colibrì dalla gola di vino ( Atthis ellioti ) è una specie di colibrì della famiglia Trochilidae. Si trova in El Salvador, Guatemala, Honduras e Messico. I suoi habitat naturali sono foreste montane umide subtropicali o tropicali. Con una lunghezza di 7 cm, è uno degli uccelli più piccoli del suo raggio d'azione.

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    Che olfatto, i colibrì! Sono capaci di annusare il pericolo



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    Gli uccelli non hanno un olfatto molto efficiente: fanno eccezione gli avvoltoi e (si scopre ora) i colibrì, che lo usano per evitare problemi. Se parliamo di olfatto, gli animali si dividono in due macrocategorie: ci sono i cosiddetti macrosmatici, per i quali questo senso è fondamentale, e quelli microsmatici, per i quali invece l'olfatto non è importante quanto la vista o l'udito. La differenza tra le due categorie sta nella dimensione del bulbo olfattivo, dove si trovano i recettori nervosi che traducono gli odori in segnali per il cervello; cani e orsi, per fare due esempi, ce l'hanno particolarmente sviluppato, mentre noi umani e la maggior parte degli uccelli no. La maggior parte, ma non tutti...

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    NUOVO NOME IN LISTA.

    Sappiamo per esempio che gli avvoltoi fanno grande affidamento sul loro olfatto, e ora un nuovo studio pubblicato su Springer ci permette di aggiungere alla lista un uccello inaspettato: il colibrì. Il bulbo olfattivo dei colibrì (357 specie diverse appartenenti alla famiglia Trochilidae) è, come d'altra parte il resto del loro corpo, di piccole dimensioni. Già in passato si era provato a capire se questi uccelli usassero anche l'olfatto nella ricerca del cibo (si nutrono di nettare succhiato direttamente dai fiori), ma tutti gli studi compiuti sull'argomento dimostravano che i colibrì non fanno preferenze in base all'odore: anzi, rispetto agli insetti che vengono attratti dai fiori più odorosi, questi minuscoli uccelli preferiscono quelli con un profumo più blando. Il team dell'Università della California (Davis) che ha condotto lo studio ha provato invece a verificare se i colibrì facciano caso a odori completamente diversi: quelli di certi insetti, che potrebbero far loro concorrenza sui fiori e anche causare loro dei danni.

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    DAVANTI A UNA SCELTA.

    Hanno quindi preso un centinaio di esemplari (lo studio non specifica a quale specie appartenessero) e li hanno messi di fronte a una scelta tra due mangiatoie: una contenente acqua e zucchero, una contenente acqua, zucchero e sostanze chimiche prodotte da formiche e api.

    I risultati confermano che i colibrì sono sensibili almeno ad alcuni odori: gli uccelli hanno infatti ignorato la presenza di sostanze chimiche prodotte dalle api, e hanno invece notato quando oltre ad acqua e zucchero la mangiatoia conteneva tracce di acido formico e di altre molecole prodotte dalle formiche. Le api, infatti, non creano alcun problema ai colibrì, mentre le formiche possono causare irritazioni alle zampe e agli occhi, e provocare danni anche duraturi.

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    Ecco perché gli uccelli si sono tenuti alla larga dal mix di acqua, zucchero e "veleno di formica": è la dimostrazione che per loro l'olfatto è un senso importante, che permette di discriminare tra i fiori sicuri e quelli da evitare. Lo stesso meccanismo potrebbe applicarsi anche ad altri uccelli, e questo studio potrebbe stimolare nuove ricerche sull'argomento, che potrebbero rivelarci che i volatili usano il naso più di quanto pensassimo.

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    I colibrì sono gli uccelli più colorati al mondo?



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    Secondo un nuovo studio il primato per il piumaggio più colorato del mondo va ai colibrì. Ecco come hanno fatto a diventare gli uccelli con la maggiore variabilità cromatica. Quali sono gli animali più colorati del mondo? La prima risposta che salta alla mente è "gli uccelli": pensate alla coda del pavone o al piumaggio di certi pappagalli, che si presentano in una varietà cromatica difficile da trovare altrove nel mondo animale. Sulla Terra però ci sono al momento più di 10.000 specie (tra quelle che abbiamo identificato) di uccelli: è possibile stabilire quali tra questi siano i più colorati? La risposta, stando a uno studio pubblicato su Communications Biology, è "sì": un team della Duke University, in North Carolina, ha messo a confronto il piumaggio di alcuni dei gruppi di uccelli più colorati del pianeta per scoprire quale abbia il primato. E ha stabilito che i vincitori della gara cromatica sono i colibrì.

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    SATURAZIONE E MELANOSOMI. A dire la verità, lo studio in questione è focalizzato esplicitamente sui colibrì, e usa dati presi da altri studi precedenti per confrontare il loro piumaggio con quello di altri uccelli. Questo perché i colibrì sono molto colorati, ma anche molto vari nelle loro fantasie: ne esistono circa 360 specie, e ognuna ha sviluppato un pattern diverso di colori. Merito della struttura delle loro piume, che sono coperte da strati di organelli cellulari chiamati melanosomi: la diversa profondità di questi strati genera i diversi colori, e la particolare forma dei melanosomi stessi fa sì che questi colori siano particolarmente saturi.

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    Il team di Duke ha quindi studiato il piumaggio di 114 diverse specie di colibrì, calcolandone quella che si chiama riflettanza, cioè la capacità delle piume stesse di riflettere la luce incidente; in questo modo è stato possibile ricostruire e confrontare gli spettri cromatici dei differenti piumaggi.

    GLI UCCELLI PIÙ COLORATI DEL MONDO. I risultati sono stati poi messi a confronto con quelli di studi precedenti che si erano occupati dei colori del piumaggio di altri uccelli particolarmente colorati, dai pappagalli ai fringuelli. Il confronto ha rivelato che i colibrì sono di gran lunga quelli che hanno la maggior varietà cromatica: se prendiamo tutti i possibili colori delle piume di tutti gli uccelli del mondo, i colibrì ne usano circa l'85%.

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    Una varietà immensa e superiore a quella di qualsiasi altro uccello, resa possibile dalla particolare struttura dei melanosomi e fondamentale per questi volatili: i colori servono loro per sedurre la partner, comunicare con altri conspecifici e in generale per interagire con il mondo. Aggiungeteci il fatto che i colibrì si sono evoluti molto rapidamente, con la nascita di più di 300 nuove specie negli ultimi 20 milioni di anni, e che ciascuna di queste utilizza i colori a modo proprio: ecco come hanno fatto i colibrì a diventare gli uccelli più colorati del mondo.

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