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Il Pitone albino
Il pitone albino è un morph del pitone, ovvero una variante del boide comune e in particolare del pitone reale, detto anche ‘pitone palla’ per la sua abitudine ad acciambellarsi, e del pitone moluro. I pitoni albini sono tra gli esemplari più belli, nonché, tra i più rari della specie.
L’albinismo che li caratterizza nell’aspetto è causato da una mutazione genetica che interferisce sulla sintesi di un enzima, detto tirosinasi, che a sua volta influisce sul colore della pelle in quanto responsabile della melanogenesi. Questa mutazione conferisce all’animale una livrea di colore giallo limone con bande completamente bianche sui lati, in quanto risulta del tutto assente il pigmento nero. Altra caratteristica dell’albinismo è il colore rosso degli occhi.
Attualmente sono stati classificati tre diversi tipi di pitone albino, in base alla quantità di pigmento giallo contenuto nella livrea. C’è quindi l’Albino comune, l’Albino faded e l’Albino High contrast. Il primo pitone bianco fu catturato in Africa nel 1989. Si trattava di un maschio ancora cucciolo del peso di circa 400 grammi. Presentava una livrea color giallo limone e bianco latte, con gli occhi color rosso.
Un esempio perfetto di melanismo. Inizialmente risultò molto difficile tenerlo in cattività poiché rifiutava qualsiasi genere di cibo. Dopo qualche settimana cominciò a mangiare. Quando raggiunse i 700 grammi cominciarono a farlo accoppiare e già nel 1990 nacque la prima cucciolata. Al giorno d’oggi i ‘pitoni palla’ albini sono i serpenti più richiesti sul mercato.
Le specie
Il morph albino si sviluppa nei pitoni reali e nei pitoni moluri. I pitoni albini conservano quasi inalterate le caratteristiche della specie di origine. Sono dei rettili appartenenti alla famiglia dei boidi e possono raggiungere anche notevoli dimensioni, ma, generalmente non superano i 4 metri.
In particolare il pitone reale resta sotto i 2 metri, mentre quello moluro può superare tranquillamente i 4 metri. Sono caratterizzata da una livrea decorata da motivi geometrici a rombo e da piccole schegge, che nei pitoni comuni sono nere su fondo marrone chiaro, mentre in quelli affetti da albinismo sono bianco latte su fondo giallo limone.
Essendo sprovvisti di denti del veleno, questi serpenti, uccidono le loro prede per costrizione ovvero avvolgendole nelle loro spire e soffocandole per poi ingoiarle per intero a partire dalla testa. Mangiano mammiferi, uccelli e sauri. Le prede devono essere proporzionate alla grandezza dell’animale poiché questi deve ingoiarle per intero. Caratteristica della specie dei pitoni è la presenza di fossette termo recettrici, dette organo di Jacobson che gli consentono di individuare le prede anche al buio percependo la variazione di temperatura dato dalla presenza di animali a sangue caldo.
I pitoni sono animali crepuscolari, escono dalla tana solo dopo il tramonto per cacciare. Si riproducono nei mesi invernali e la femmina può deporre dalla 30 alle 100 uova che poi cova personalmente acciambellandosi sopra. La gestazione dura due mesi e piccoli appena nati misurano circa 55 centimetri. La maturità sessuale arriva intorno al terzo anno di età, quando il maschio arriva a misurare circa 3 metri.
Allevamento
I pitoni albini rispetto ai pitoni comuni sono più difficili da allevare in cattività e richiedono una maggiore esperienza. Anche se le caratteristiche di allevamento sono le stesse della specie si tratta, comunque, di esemplari estremamente delicati. Infatti, come in tutti i casi di albinismo, anche questi rettili non possono sopportare la luce troppo forte e sono più inclini ad ammalarsi.
Inoltre non è raro che oltre all’albinismo, questi pitoni, possano presentare anche altre malformazioni di carattere genetico. In genere sono più aggressivi rispetto ai pitoni comuni e quindi risulta più difficile maneggiarli da parte dell’uomo.
Se non si è esperti si rischia di venire morsi. Anche l’alimentazione presenta problemi: i pitoni albini dovrebbero mangiare solo prede morte, ma molto spesso le rifiutano. Si tratta di serpenti che necessitano maggiore attenzione e dimestichezza rispetto ai più comuni pitoni palla o moluri e per questo sono sconsigliati per chi non ha esperienza nell’allevamento domestico di ofidi.
Come per tutti i serpenti occorre tenerli in una teca terrario dove bisognerà garantirgli condizioni ambientali il più possibile simili al loro habitat naturale avendo particolare cura nel creare tane e nascondigli dove l’animale possa rifugiarsi per ripararsi dalla luce.
cibocanigatti.it/
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Edited by belias94 - 5/5/2016, 07:59.