GLI ALBERI: CURIOSITÀ, NOTIZIE, FOTO E VIDEO

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    Il cipresso di Montezuma e altri 10 alberi leggendari



    Dal cipresso di Montezuma in Messico (il più grande) alla quercia di Abramo in Cisgiordania, una galleria di piante secolari che raccontano la storia dell'uomo e delle sue credenze

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    Cipresso di Montezuma

    Alcuni ritengono che questo cipresso di Montezuma (Taxodium mucronatum) noto anche come Árbol del Tule, sia l'albero più grosso del mondo. Secondo il comitato che si occupa delle nomination per il patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, la pianta misura 35 metri di diametro e 30 di altezza. (l'Árbol del Tule non è ancora ufficialmente nella lista)

    L'albero deve il suo nome alla chiesa di Santa Maria del Tule nello Stato messicano dell'Oaxaca, in cui l'albero si trova da circa 2.000, quando forse venne piantato da un sacerdote azteco.


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    Baobab, Madagascar

    In Madagascar, un uomo raccoglie corteccia da un albero di baobab nei pressi del villaggio di Andavadoaka. Con la corteccia si fabbricano corde, ma sull'isola la pianta ha anche una valenza religiosa.

    “Sull'isola l'usanza di adorare gli alberi si basa sulla credenza che gli spiriti degli antenati vivano nelle foreste e in altre forme naturali considerate pacifiche", spiegano Armand Randrianasolo e Alyse Kuhlman, che partecipano al progetto alberi sacri del Missouri Botanical Garden.

    Per questo è abbastanza usuale notare ai piedi dei baobab offerte come rum, miele, monete o caramelle, o vedere i malgasci rendere omaggio ai loro antenati avvolgendo tronchi e rami con panni bianchi e rossi.


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    L'albero della danza

    Si chiama tanzlinde, albero della danza, l'enorme tiglio millenario situato a Steinfurt, in Germania, la cui chioma richiede addirittura il sostegno di un'impalcatura sotto cui possono svolgersi danze e riunioni di tutta la comunità. Alberi come questo sono piuttosto diffusi in vari paesini europei.

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    Fico sacro, Thailandia

    Una scultura del Buddha in arenaria avviluppata dalle radici di un Ficus religiosa, o fico sacro, al monastero di Ayutthaya, in Thailandia.

    Fu proprio un Ficus religiosa, nell'attuale India, l'albero sotto cui, 2.600 anni fa, si sedette Siddhartha fino a raggiungere l'illuminazione e diventare il Buddha. Questo albero spesso viene scelto per rappresentare Buddha nell'arte e nella letteratura.

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    La Spina Santa di Glastonbury, Inghilterra

    Il Biancospino di Glastonbury - anche detto la Spina santa - nacque secondo la leggenda dal bastone di Giuseppe d'Arimatea che lo piantò in questa zona dell'Inghilterra meridionale al suo sbarco dalla nave con cui portò il Santo Graal dalla Terrasanta.

    Ma nel 2010, in una sola notte l'albero venne distrutto in un atto di vandalismo. Oggi ne resta solo il tronco.

    Nel corso dei secoli il biancospino è stato replicato più volte per talea; quindi, quando la pianta venne abbattuta per la prima volta durante la Guerra Civile Inglese, un suo clone venne ripiantato al posto dell'originale.

    La particolarità di questa pianta è che fiorisce due volte all'anno, attorno a Pasqua e a Natale. Tutti gli inverni un ramoscello del biancospino finisce a casa dei reali inglesi.

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    Il Candelabro, California

    In quest'immagine degli anni Trenta un'auto attraversa il cosiddetto Chandelier Tree, l'albero candelabro, nell'Underwood Park in California. Questa sequoia alta quasi 100 metri venne scavata durante i primi tempi delle macchine a benzina.

    Oggi in America del Nord resta solo il 5% circa delle foreste originali di sequoie.

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    Eucalipto, Australia

    La foschia mattutina ammanta un antico eucalipto nello stato australiano del Victoria. Ci sono centinaia di specie di eucalipto, e quasi tutte sono native dell'isola conntinente.

    Eucalyptus regnans, o eucalipto australiano, è una delle piante da fiore più alte del mondo, seconda solo alle sequioie californiane.

    Queste piante, che si sono rivelate fondamentali sia per gli aborigeni sia per i coloni, forniscono un olio utilizzato in alcuni rituali per ripulire l'aria dalle energie negative, mentre per i koala le loro foglie sono la fonte principale di cibo.

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    Cipresso solitario, California

    Il Lone Cypress, il cipresso solitario sulla costa vicino Monterey, in California, è uno degli alberi più fotografati del mondo.

    Si sa che si tratta di una pianta antica, ma la sua età non è stata ancora determinata con esattezza. Questo albero può vivere fino a 400 anni, ma l'esposizione alle intemperie potrebbe farlo sembrare più vecchio di quello che è.

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    La quercia di Abramo

    Venerata da secoli, la quercia di Abramo, nella Valle di Mamre, vicino a Hebron, in Cisgiordania (qui in una foto del 1890 circa) segna il luogo dove si dice che il padre fondatore di Israele venne visitato dagli angeli che gli promisero un figlio.

    Questa quercia del monte Thabor potrebbe avere anche 5.000 anni, e potrebbe essere ciò che resta di una foresta che un tempo ricopriva la regione.
    Vuole la leggenda che la pianta morirà prima dell'arrivo dell'Anticristo. Il fusto principale è morto nel 1996, ma due anni dopo è spuntato un ramo che fa sperare in una ripresa.

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    L'arco dei sicomori, California

    Allacciati assieme come questi due sicomori, uniti a formare un arco, gli alberi del Gilroy Gardens Theme Park in California sono stati "modellati" per assumere forme particolari: un intervento che prende il nome di "grafting".


    nationalgeographic.it/

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:13
     
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    Avez del Prinzipe, il più grande abete bianco d'Europa



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    L'Avez del Prinzep, è il più grande abete bianco d'Europa. Esso è segnalato dal Corpo Forestale dello Stato quale albero monumentale d'Italia sito nel comune di Lavarone (TN), in località Malga Laghetto. È alto oltre 50 metri e ha una circonferenza di 4,8 metri misurata a un metro e mezzo d'altezza.

    Il nome Avéz (abete bianco) del Prìnzep trae origine da una leggenda popolare secondo cui il grande albero apparteneva, un tempo lontano, al Capo comune di Luserna, soprannominato Prìnzipe.

    Recenti stime ne danno un'età di circa 230 anni.

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    L'abete bianco più alto d'Europa


    Un albero antico, che sfida il trascorrere del tempo, l'usura dei secoli…
    Un autentico monumento naturale: l'abete bianco più alto d'Europa. Si trova nei pressi del biotopo di Malga Laghetto (Monterovere) ed è facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni poste sul sentiero boschivo che si stacca sulla sinistra del complesso turistico Pez del Priezep.

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    wikipedia

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:16
     
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    Ceiba speciosa


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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:16
     
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    Ceiba speciosa



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    Ceiba speciosa (A.St.-Hil., A.Juss. & Cambess.) Ravenna, 1998, in passato nota come Chorisia speciosa, è un albero della famiglia delle Bombacaceae (Malvacee secondo la classificazione APG).

    La fibra bianca e lanosa contenuta nei frutti, nota come "falso kapok", viene utilizzata per realizzare imbottiture.

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    Descrizione


    La caratteristica principale della C. speciosa è nel tronco, rigonfio nella parte inferiore e munito di grosse spine coniche. In natura può raggiungere i 20 m di altezza. I tessuti alla base del fusto accumulano acqua per i periodi di siccità.

    Ha foglie composte, formate da 5-7 foglioline glabre.

    I fiori, ermafroditi, sono grandi e appariscenti, con petali rosei o rossi nella parte superiore, screziati di bruno-giallognolo nella parte inferiore. Fiorisce da ottobre a novembre.

    Il frutto è una grossa capsula ovoidale di colore verde-bruno, con un esocarpo molto spesso, contenente numerosi semi avvolti da una fitta lanugine bianca.

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    Distribuzione e habitat

    L'areale naturale di C. speciosa comprende la fascia del continente sudamericano compresa tra 12°S e 30°S di latitudine.
    La specie è presente in Brasile, Paraguay, ma è soprattutto l'Argentina, ove è nota come palo borracho (“albero ubriaco”), ad essere ricca di questi curiosi alberi.

    È coltivata nelle regioni tropicali e subtropicali dell'emisfero nord, sino alle Antille e al sud degli Stati Uniti.

    Sul finire del XIX secolo è stata introdotta in Italia all'orto botanico di Palermo; da li si è diffusa come pianta ornamentale.

    Usi

    Il legno ricavato dal tronco della C. speciosa è bianco, poroso e molto leggero, e può venire utilizzato in sostituzione del sughero o per la fabbricazione di botti leggere.

    La fibra lanuginosa che avvolge i semi del frutto, nota come "falso kapok", viene impiegata per la confezione di imbottiture.

    La C. speciosa è spesso utilizzata nel sud dell'Europa come pianta ornamentale, per l'arredo urbano.

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    wikimedia.

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:19
     
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    Arte di natura: alberi



    Spesso la natura si diverte a fare l'artista. In queste immagini le geometrie e i motivi si trasformano in ricami. L'iniziativa di Nat Geo dedicata ai patterns in natura che diventano forme artistiche.

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    Contrasti di legno e foglie

    Gli alberi di Populus tremuloides nelle montagne della Sierra Nevada californiana risplendono tra il fogliame dorato e la corteccia bianca.

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    Corteccia di betulla

    La corteccia si stacca come carta da un albero di betulla nell'Acadia National Park, nel Maine.

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    Corteccia di eucalipto

    La superficie liscia di questa corteccia di eucalipto sembra come dipinta con striature multicolore. L'albero si trova a Miami, in Florida.

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    Nodi di legno

    Due nodi, simili a occhi, sembrano sbirciare fuori dalla corteccia di Populus tremuloides, molto diffuso nel Nordamerica.

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    Corteccia di pioppo

    Solchi profondi corrugano la corteccia di un albero di pioppo nel Dinosaur Provincial Park nell'Alberta, in Canada.

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    Corteccia di platano

    Scaglie multicolore chiazzano la corteccia di un platano vicino al lago di Como.

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    Segni del tempo

    Con il passare degli anni si è contorto il tronco di un gruppo di Pinus albicaulis nello Yellowstone National Park.

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    Tunnel di termiti

    I tunnel scavati dalle termiti hanno sfregiato due tronchi di albero nella St John Island, Isole Vergini.

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    Pino coda di volpe

    Le scaglie erose dal tempo rivestono il tronco di un pino coda di volpe (Pinus balfouriana) sulle montagne della Sierra Nevada californiana.

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    Un fitto bosco

    File di pioppi affollano un bosco fuori da Aspen, nel Colorado.




    nationalgeographic.it

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:21
     
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    Panama: il mistero della valle degli alberi quadrati



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    El Valle de Anton è noto tra gli abitanti di Panama e tra i turisti come valle degli alberi quadrati. I tronchi che crescono in quell'area, infatti, hanno quattro spigoli, anziché la classica forma cilindrica. Il curioso fenomeno è noto tra esperti e appassionati di tutto il mondo, ma nessuno ne è ancora riuscito a dare una spiegazione. Ora un'equipe dell'Università della Florida ha stabilito che la particolare silhouette dei fusti è dovuta alle speciali condizioni dell'ecosistema della valle. Se gli stessi semi crescessero altrove, dicono gli scienziati, avrebbero una forma diversa. Rimane però ancora da scoprire quali sono gli elementi specifici che determinano questo piccolo prodigio.

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    repubblica.it/

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:22
     
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    The Patient Gardener, un progetto da qui a 60 anni



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    Il gruppo di architetti Visiondivision, nato in Svezia nel 2005 e attivo soprattutto in Olanda e Sudamerica, è una delle entità di design più rilevanti in Europa e progetta qualsiasi aspetto inerente all’architettura. The Patient Gardener è il loro progetto più recente e prevede la realizzazione di un luogo per studiare molto particolare.

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    L’idea è il risultato di un workshop di una settimana dal titolo Miaw2, che si è tenuto al Politecnico di Milano; il workshop è stato un momento di analisi del concetto di green design, teoria del riciclo e consapevolezza riguardo alle problematiche dell’ecologia. Così ha preso forma il progetto di un luogo di pace da costruire con molta pazienza, con l’aiuto dell’ambiente, intervenendo solo dove serve e in maniera non invasiva per creare una situazione “sostenibile” a livello ambientale.

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    La pazienza viene intesa come l’attitudine maggiormente rilevante in questo caso, perchè attraverso di essa si eviteranno sprechi di materiale e inutili trasporti; mentre orientando la crescita naturale di alberi di ciliegio giapponese (attraverso varie tipologie di intervento sulla direzione dei rami), per esempio, avremo nell’arco di 60 anni una strepitosa struttura naturale creata dalle piante stesse.

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    Ci saranno le scale per salire e gli intrecci al piano superiore per non rischiare di cadere di sotto, il luogo perfetto per studiare o ricaricarsi prima di una session importante. Ma poi in aprile, quando si verifica l’Hanami, la fioritura, lo spettacolo sarà proprio di tutti.

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    artsblog.it

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:23
     
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    Il castagno dei 100 cavalli: il più antico d'Europa



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    La festa di San Martino, in Sicilia, è un'occasione per scoprire il più antico castagno d'Europa.Si tratta del "castagno dei 100 cavalli" un gigantesco albero vecchio più di 4mila anni e alto più di 20 metri. Si trova nel territorio di Sant'Alfio, alle pendici dell'Etna, nel Catanese e la sua storia - come ci ricorda Leonardo Patti - si mescola alla leggenda di una regina, forse Giovanna d'Aragona, che sorpresa da un temporale, si rifugiò sotto le sue fronde con il suo seguito di 100 cavalieri.Pare, infatti, che la dama in questione, sedotta dalla bellezza di quest'albero così imponente, si sia abbandonata a una notte di follie amorose concedendosi a diversi amanti tra i cavalieri che erano con lei.L'albero ha ispirato scrittori e viaggiatori, come Goethe che lo descrive in "Viaggio in Italia". Dal 2008 è sotto tutela dell'Unesco e studenti e turisti vi si recano in visita. Gli abitanti di Sant'Alfio, però, chiedono lavori di riqualificazione per salvaguardare questa complessa e monumentale opera della Natura.





    repubblica.it

    Castagno dei Cento Cavalli




    Il Castagno dei Cento Cavalli è un albero di castagno plurimillenario, ubicato nel Parco dell'Etna in territorio del comune di Sant'Alfio (CT) nel cui stemma civico è raffigurato. Il castagno, considerato come il più famoso e grande d'Italia e oggetto di uno dei più antichi atti di tutela naturalistica - se non il primo del genere - in Sicilia, è stato studiato da diversi botanici e visitato da molti personaggi illustri in epoche passate. La sua storia si fonde con la leggenda di una misteriosa regina e di cento cavalieri con i loro destrieri, che, si narra, vi trovarono riparo da un temporale.

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    Notizie storiche

    L'albero si trova nel bosco di Carpineto, nel versante orientale del vulcano Etna, in un'area tutelata dal Parco Regionale dell'Etna.

    Diversi autori di botanica concordano sulla sua età: avrebbe dai due ai quattro mila anni e, stando alla tesi del botanico torinese Bruno Peyronel, potrebbe essere l'albero più antico d'Europa ed il più grande d'Italia (1982).

    Le prime notizie storiche sul Castagno dei Cento Cavalli sono documentate già nel XVI secolo. Nel 1611 ne parlò Antonio Filoteo, mentre nel 1636, ne «Il Mongibello», Pietro Carrera descrisse maestoso il tronco e l'albero «...capace di ospitare nel suo interno trenta cavalli».

    Il 21 agosto 1745 venne emanato un primo atto dal «Tribunale dell'Ordine del Real Patrimonio di Sicilia», con il quale si tutelava istituzionalmente il Castagno dei Cento Cavalli ed il vicino Castagno Nave. Questo documento si configura, in virtù del periodo storico (fine del XVIII secolo), tra i primi atti - se non il primo in assoluto - di tutela ambientale prodotti in Sicilia.

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    « ... Or volendo noi che a somiglianti alberi non s'irrogasse il minor danno, o nocumento sia con tagli, sia con fuoco, sia con altra incisione, o sfrondamento che ridondar potesse in lor pregiudizio, ma che soltanto si conservassero illesi, et intatti da chiunque dannifera invasione, per scorgersi in ogni tempo con pari piacere, e maraviglia la smisurata, straordinaria loro mole; fidati sul vostro zelo, et accortezza specialmente sulla cura indossata di detto Bosco, abbiamo stimato far a voi le presenti con le quali ordiniamo di dover con tutta diligenza, et ugual premura invigilare a che non fosse apportato ai cennati alberi di Castagno, o di altra sorte che siino, danno, o pregiudizio alcuno, o con tagli, o con fuoco, o con altra forma, e maniera che potesse andar da inferirgli il loro decadimento; ma che venissero custoditi, e curati con tutt'attenzione, conforme ce lo persuadiamo dalla vostra buona condotta; imponendo delle pene pecuniarie, personali, carcerazioni, o altro a' Campieri, Guardiani; e Gabelloti, di esso Bosco, affin di accertarsi l'intento della conservazione di detti alberi, e mantenersi con ciò sempre più viva e recente la memoria di una tale naturale maraviglia, che è di stupore ad ognuno, e di decoro a questo Regno: mercè noi in vigor delle presenti vi concediamo tutta la facoltà e potestà necessaria e le nostre veci ancora in disponere ciò che voi giudicherete proprio, e corrispondente alla conservazione di detti alberi, a non altrimenti. »

    (Dat. Pan. Die 21 (rectius 12) (9)Augusti 1745. II principe Corsini De Spucches P. - Filangeri M. R. Laredo Cons. Asmundo Paternò F. P. D. Blasius Miano Mag. Not: All'Ill. Duca di Tremistieri Rettore del Bosco del Carpinetto sopra Mascali delle pertinenze della Mensa di Catania)

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    Il castagno oggi

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    Il castagno, (Castanea sativa), misura circa 22 m di circonferenza del tronco, per 22 m d'altezza.
    In realtà, oggi si presenta costituito da tre polle (fusti), rispettivamente di 13, 20 e 21 m; su queste polle è vivo il dibattito sulla unicità della pianta.

    Negli ultimi anni il libro dei Guinness dei primati ha registrato il Castagno come l'albero più grande del mondo, per la rilevazione del 1780, quando furono misurati ben 57,9 m di circonferenza con tutti i rami.
    Posizione geografica: 37°45'00",5 N - 15°07'49",0 E.

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    La leggenda

    Si narra che una Regina, con al seguito cento cavalieri e dame fu sorpresa da un temporale, durante una battuta di caccia, nelle vicinanze dell'albero e proprio sotto i rami trovò riparo con tutto il numeroso seguito. Il temporale continuò fino a sera, così la regina passò sotto le fronde del castagno la notte in compagnia, si dice, di uno o più amanti fra i cavalieri al suo seguito.

    Non si sa bene quale possa essere la regina, secondo alcuni si tratterebbe di Giovanna d'Aragona oppure secondo altri l'imperatrice Isabella d'Inghilterra, terza moglie di Federico II, secondo altri ancora si tratterebbe di Giovanna I d'Angiò la cui storia verrà collegata all'insurrezione del Vespro (XIV-XV secolo). Tutte queste leggende, molto probabilmente, sono frutto di fantasia popolare; infatti, la regina Giovanna d'Angiò, pur essendo nota per una certa dissolutezza nelle relazioni amorose, è quasi certo che non fu mai in Sicilia.

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    Traendo spunto dalla leggenda, alcuni poeti cantarono la storia del castagno e della regina, fra questi vanno citati Giuseppe Borrello e Giuseppe Villaroel che furono fra i maggiori poeti dialettali catanesi del XIX secolo, e Carlo Parini.




    wikipedia.org

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:26
     
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    La natura si illumina: un progetto per alberi luminescenti



    Una pianta geneticamente modificata che abbia le stesse caratteristiche luminescenti delle meduse e dei microrganismi marini: è il progetto del designer olandese Daan Roosegaarde, che ha dato vita a un prototipo di piante da laboratorio. "Ci sto lavorando da un anno - ha spiegato Roosengaarde - e sarebbe davvero bello riuscire ad applicare questa scoperta alla vita di tutti i giorni, per esempio nell'arredo urbano al posto dei lampioni". Sta collaborando con l'Università di New York e con la società di tecnologia Bioglow. Uniscono parti del Dna di batteri marini luminescenti ai genomi del cloroplasto di piante d'appartamento comune, in modo che il gambo e le foglie emettano una debole luce propria simile a quella di lucciole e meduse. Inoltre Roosegaarde sta lavorando a una proposta: utilizzare una collezione di queste piante per creare un'installazione che assomigli a un albero luminoso.

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    (a cura di Virginia Della Sala)

    Foto credits: Daan Roosegaarde

    repubblica.it

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:26
     
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    Albero del drago



    L'albero del drago (Dracaena draco L.) è una pianta subtropicale monocotiledone, appartenente alla famiglia delle Agavaceae, endemica delle isole Canarie.

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    Morfologia

    È una pianta a portamento arbustivo che può tuttavia raggiungere anche i 20 metri di altezza.

    Il tronco è di colore grigio scuro e si divide dicotomicamente in rami che terminano con rosette di foglie coriacee, lanceolate, di colore verde glauco, disposte a formare una chioma a forma di ombrello.

    I fiori, che sorgono da racemi terminali, sono bianco-verdastri.

    I frutti, di dimensioni di 1-1,5 cm, sono carnosi, tondeggianti e di colore arancione.

    Ha una crescita lenta, ed impiega circa una decade per raggiungere l'altezza di 1m.

    Essendo una monocotiledone, Dracaena draco non mostra anelli annuali e l'età può essere stimata solo in base al numero di suddivisioni dei rami.

    Gli esemplari più antichi si ritiene possano essere millenari; il più antico esemplare vivente si trova a Icod de los Vinos, nella zona nord-orientale di Tenerife.

    Distribuzione

    È endemica nelle Isole Canarie, dove la popolazione complessiva è ridotta a poche centinaia di esemplari, delle isole di Capo Verde e di Madera, ove ne restano solo pochi esemplari selvatici.


    Di recente è stata individuata una sottospecie (Dracaena draco subsp. ajgal), diffusa in Marocco, nella regione di Anezi, sui monti dell'Anti-Atlante, ove è stata individuata una colonia di alcune migliaia di esemplari. .

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    Sistematica

    La classificazione di questa specie è controversa.
    Secondo la classificazione tradizionale (sistema Cronquist) il genere Dracaena fa parte della famiglia Agavaceae, ordine Liliales.
    La classificazione APG, che si avvale delle recenti ricerche genetiche, tende però a collocare le Agavaceae nell'ordine Asparagales ed il genere Dracaena in una propria famiglia, le Draceaenaceae, o secondo altri autori, in quella più ampia delle Ruscaceae.

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    Curiosità

    Per i Guanci, le popolazioni indigene delle Isole Canarie, questo albero possedeva proprietà magiche. Tale credenza è in parte dovuta al fatto che quando la corteccia o le foglie vengono recise, secernono una resina che ossidandosi assume una colorazione rossastra, conosciuta come sangue di drago.

    Il sangue di drago era già noto agli antichi romani, che lo utilizzavano come colorante, e nel medioevo era molto ricercato da maghi ed alchimisti che gli attribuivano virtù terapeutiche. Nel XVIII secolo era utilizzato come mordente per il mogano.

    wikipedia.org

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:28
     
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    Foto dell' albero del drago (Dracaena draco L.)



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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:30
     
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    Monete dai rami: l'albero dei soldi è in Inghilterra



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    Esiste davvero. L'albero delle favole si trova nello Yorkshire, in Inghilterra, dove da anni gli abitanti della zona infilzano nella corteccia della pianta secolare migliaia di monetine. Il gesto è scaramantico e permette di esprimere un desiderio: diventare più ricchi di quanto si è, oppure avere un numero di figli uguali alla quantità di monete inserite.

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    repubblica.it

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:31
     
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    Puya raimondii



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    Indicata come “vulnerabile” nella Lista Rossa del 1997, la Puya raimondii la più grande specie di bromeliacea conosciuta, vive sulle Ande: quando fiorisce la pianta raggiunge la straordinaria altezza di dieci, dodici metri, mentre la sua infiorescenza misura 2,4 metri di larghezza. Queste piante spettacolari crescono bene in ambienti con pieno sole e in ambienti umidi, ad altitudini di quattromila metri e oltre.

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    È monocarpica, cioè fiorisce e fruttifica solo una volta nella sua vita e poi muore senza produrre germogli (si riproduce solo attraverso il seme). La Puya raimondii detiene il record della fioritura più tardiva: secondo la leggenda per fiorire la pianta impiegherebbe centocinquanta anni, ma alcune stime recenti hanno ridotto la sua età matura a ottanta-cento anni. Dall’agosto al novembre del 1986 presso l’orto botanico della University of California di Barkeley è fiorito un esemplare seminato solo ventotto anni prima, probabilmente grazie al clima più mite.

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    In Bolivia, dove la specie vanta una distribuzione particolarmente vasta, è stato varato un piano di conservazione.

    La Puya raimondii fu scoperta da Antonio Raimondi, uno scienziato e botanico che scrisse: “Il botanico che ha la fortuna di sorprendere queste insolite e straordinarie piante nel corso della loro fioritura non può far altro che fermarsi per qualche tempo e contemplarne estasiato la meravigliosa bellezza”. Erroneamente Raimondi, tenendo in considerazione lo sviluppo in altezza della pianta, suppose e dedusse che fosse una pianta appartenente alla specie Pourretia e così la battezzò Pourretia gigantea.

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    Il botanico Harms in seguito la riclassificò come una bromeliacea ascrivibile al genere Puya e la denominò Puya raimondii Harms, in omaggio al naturalista italiano.

    Scoperta solo nel XIX secolo, questa bromeliacea viene tuttavia considerata una delle specie più antiche del mondo ed è spesso definita “fossile vivente”.

    Con la sua rosetta di foglie coriacee e cerose dagli apici spinosi, la Puya raimondii rappresenta uno spettacolo eccezionale anche quando non è in fiore. La rosetta spinosa, che cresce fino a tre metri di altezza, offre riparo a molte specie di uccelli, che nidificano tra le sue foglie. Queste piante fioriscono spesso in gruppo, decorando i versanti delle montagne con i loro straordinari steli appuntiti.

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    Questa bromeliacea produce la più grande infiorescenza conosciuta: con le spighe , ciascuna composta da oltre ottomila fiori, costituisce uno spettacolo esaltante e unico da osservare. La pianta ha una fioritura che dura in genere tre mesi, durante i quali viene impollinata da ben diciassette specie di colibrì.

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    Adele Guariglia

    scienze-naturali.it

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:33
     
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    In Florida brucia il "Senatore".



    Era uno degli alberi viventi più antichi del mondo, con un'età stimata intorno ai 3500 anni.

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    Questa foto del 1920 ( tratta dagli archivi dello Stato della Florida) mostra due uomini che allargano le braccia per dare indicazioni della grandezza del "The Senator".




    Negli Stati Uniti per tutti era "The Big tree" uno degli alberi monumentali più famosi. "The Senator" però era il suo nome ufficiale e questo in ricordo del senatore Moses Overstreet che nel 1927 decise di proteggerlo realizzandoci attorno un parco, il Big Tree Park, appunto, che si trova nella Contea di Seminole a Longwood in Florida. Il Senatore era un Cipresso Calvo di Palude ( un Taxodium ascendens Brongn.) - il più grande del mondo della sua specie - che si trovava al quinto posto nella lista degli alberi più antichi del mondo, con un'età stimata intorno ai 3500 anni. Di tutto rispetto erano le sue dimensioni: 36 metri in altezza ( 50 metri fino al 1925, prima che un uragano non gli spezzasse la punta) e 5 metri e 30 centimetri di circonferenza in larghezza. All'alba del 16 Gennaio di quest'anno un incendio, scaturito da cause sconosciute (non sembra ci sia stato l'intervento umano, il fuoco si è sviluppato dall'alto e poi si è diffuso all';interno del tronco cavo dell'albero) lo ha completamente distrutto. Ci uniamo al dolore e alla tristezza dei cittadini della Florida centrale che vivevano questo albero come parte della loro storia e delle loro famiglie.

    adeaalberi.blogspot.com



    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:35
     
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    Bruciò l'albero "Senatore" (3.500 anni): arrestata



    La polizia della Florida ha arrestato una donna di 26 anni con l'accusa di aver provocato un incendio che ha incenerito un cripresso vecchio di 3.500 anni. La conifera, soprannominata "il Senatore", era considerata come il quinto albero più vecchio del mondo ed era alto 54,8 metri. Era la principale attrazione turistica del parco Big Tree, prima di scomparire fra le fiamme dell'incendio del 16 gennaio scorso. La donna ha riconosciuto di aver acceso un fuoco per scaldarsi e illuminare l'area in cui stava campeggiando, secondo il Daily News, e di aver anche scattato delle fotografie. Sara Barnes (nella foto) è stata anche incriminata per possesso di sostanze stupefacenti

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    repubblica.it

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 14:36
     
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170 replies since 20/11/2013, 18:51   20879 views
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