GLI ALBERI: CURIOSITÀ, NOTIZIE, FOTO E VIDEO

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    Gli alberi più vecchi del mondo



    Ogni anno, sin dal 1922, Legambiente promuove la Festa dell’Albero: migliaia di nuovi arbusti vengono piantati nelle piazze e nei luoghi degradati di tante città italiane. Attraversotronchi bellissimi, contorti e saldamente ancorati al suolo con grandi radici, dal Trentino alla Sicilia, dalla Puglia alla Sardegna, alberi antichissimi raccontano la storia dei secoli passati.

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    In foto il Faggio del Pontone (Abruzzo)


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    Larici Val D'Ultimo (Trentino)


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    Leccio di San Francesco (Toscana)


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    Cerro Varese (Liguria)


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    Platano dei cento bersaglieri (Veneto)


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    Vallonea tricase (Puglia)


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    Pino loricato (Basilicata)


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    Olivo di Cicciano (Campania)


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    Olivastro Luras (Sardegna)


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    Castagno (Sicilia)


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    Cerro di S.Angelo (Lazio)



    Edited by belias94 - 6/5/2016, 10:46
     
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    Il cipresso di Montezumae altri 10 alberi leggendari



    Dal cipresso di Montezuma in Messico (il più grande) alla quercia di Abramo in Cisgiordania, una galleria di piante secolari che raccontano la storia dell'uomo e delle sue credenze.

    Cipresso di Montezuma

    Alcuni ritengono che questo cipresso di Montezuma (Taxodium mucronatum) noto anche come Árbol del Tule, sia l'albero più grosso del mondo. Secondo il comitato che si occupa delle nomination per il patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, la pianta misura 35 metri di diametro e 30 di altezza. (l'Árbol del Tule non è ancora ufficialmente nella lista)

    L'albero deve il suo nome alla chiesa di Santa Maria del Tule nello Stato messicano dell'Oaxaca, in cui l'albero si trova da circa 2.000, quando forse venne piantato da un sacerdote azteco.

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    Baobab, Madagascar


    In Madagascar, un uomo raccoglie corteccia da un albero di baobab nei pressi del villaggio di Andavadoaka. Con la corteccia si fabbricano corde, ma sull'isola la pianta ha anche una valenza religiosa.

    “Sull'isola l'usanza di adorare gli alberi si basa sulla credenza che gli spiriti degli antenati vivano nelle foreste e in altre forme naturali considerate pacifiche", spiegano Armand Randrianasolo e Alyse Kuhlman, che partecipano al progetto alberi sacri del Missouri Botanical Garden.

    Per questo è abbastanza usuale notare ai piedi dei baobab offerte come rum, miele, monete o caramelle, o vedere i malgasci rendere omaggio ai loro antenati avvolgendo tronchi e rami con panni bianchi e rossi.

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    L'albero della danza

    Si chiama tanzlinde, albero della danza, l'enorme tiglio millenario situato a Steinfurt, in Germania, la cui chioma richiede addirittura il sostegno di un'impalcatura sotto cui possono svolgersi danze e riunioni di tutta la comunità. Alberi come questo sono piuttosto diffusi in vari paesini europei.

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    Fico sacro, Thailandia

    Una scultura del Buddha in arenaria avviluppata dalle radici di un Ficus religiosa, o fico sacro, al monastero di Ayutthaya, in Thailandia.

    Fu proprio un Ficus religiosa, nell'attuale India, l'albero sotto cui, 2.600 anni fa, si sedette Siddhartha fino a raggiungere l'illuminazione e diventare il Buddha. Questo albero spesso viene scelto per rappresentare Buddha nell'arte e nella letteratura.

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    La Spina Santa di Glastonbury, Inghilterra

    Il Biancospino di Glastonbury - anche detto la Spina santa - nacque secondo la leggenda dal bastone di Giuseppe d'Arimatea che lo piantò in questa zona dell'Inghilterra meridionale al suo sbarco dalla nave con cui portò il Santo Graal dalla Terrasanta.

    Ma nel 2010, in una sola notte l'albero venne distrutto in un atto di vandalismo. Oggi ne resta solo il tronco.

    Nel corso dei secoli il biancospino è stato replicato più volte per talea; quindi, quando la pianta venne abbattuta per la prima volta durante la Guerra Civile Inglese, un suo clone venne ripiantato al posto dell'originale.

    La partcolarità di questa pianta è che fiorisce due volte all'anno, attorno a Pasqua e a Natale. Tutti gli inverni un ramoscello del biancospino finisce a casa dei reali inglesi.

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    Il Candelabro, California

    In quest'immagine degli anni Trenta un'auto attraversa il cosiddetto Chandelier Tree, l'albero candelabro, nell'Underwood Park in California. Questa sequoia alta quasi 100 metri venne scavata durante i primi tempi delle macchine a benzina.

    Oggi in America del Nord resta solo il 5% circa delle foreste originali di sequoie.

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    Eucalipto, Australia

    La foschia mattutina ammanta un antico eucalipto nello stato australiano del Victoria. Ci sono centinaia di specie di eucalipto, e quasi tutte sono native dell'isola conntinente.

    Eucalyptus regnans, o eucalipto australiano, è una delle piante da fiore più alte del mondo, seconda solo alle sequioie californiane.

    Queste piante, che si sono rivelate fondamentali sia per gli aborigeni sia per i coloni, forniscono un olio utilizzato in alcuni rituali per ripulire l'aria dalle energie negative, mentre per i koala le loro foglie sono la fonte principale di cibo.

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    Cipresso solitario, California

    Il Lone Cypress, il cipresso solitario sulla costa vicino Monterey, in California, è uno degli alberi più fotografati del mondo.

    Si sa che si tratta di una pianta antica, ma la sua età non è stata ancora determinata con esattezza. Questo albero può vivere fino a 400 anni, ma l'esposizione alle intemperie potrebbe farlo sembrare più vecchio di quello che è.

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    La quercia di Abramo

    Venerata da secoli, la quercia di Abramo, nella Valle di Mamre, vicino a Hebron, in Cisgiordania (qui in una foto del 1890 circa) segna il luogo dove si dice che il padre fondatore di Israele venne visitato dagli angeli che gli promisero un figlio.

    Questa quercia del monte Thabor potrebbe avere anche 5.000 anni, e potrebbe essere ciò che resta di una foresta che un tempo ricopriva la regione.
    Vuole la leggenda che la pianta morirà prima dell'arrivo dell'Anticristo. Il fusto principale è morto nel 1996, ma due anni dopo è spuntato un ramo che fa sperare in una ripresa.

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    L'arco dei sicomori, California

    Allacciati assieme come questi due sicomori, uniti a formare un arco, gli alberi del Gilroy Gardens Theme Park in California sono stati "modellati" per assumere forme particolari: un intervento che prende il nome di "grafting".

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    Pino dai coni setolosi, California

    I pini dai coni setolosi come questo fotografato nella california orientale sono considerati fra gli organismi viventi più antichi della Terra.

    Si ritiene che alcuni abbiano raggiunto anche i 5.000 anni di età. Crescono lentamente e vivono in regioni alpine aride e ventose; per queste caratteristiche sono fra le piante più minacciate dal riscaldamento globale.

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    nationalgeographic.it/

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 10:47
     
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    Fiori e Alberi (1932)



    Fiori e alberi (Flowers and Trees) è un cartone animato del 1932, incluso nella collana Silly Symphonies, prodotto da Walt Disney. Il film è stato il primo ad esser stato distribuito a colori con il processo Technicolor. Infatti in origine gran parte del film era in Bianco e Nero e solo una piccola parte in vecchio formato colorato. Il cortometraggio è ritenuto uno dei migliori della collana Disney e nella data della sua uscita: 30 luglio 1932, riscosse un enorme successo. Per la prima volta nella storia dei cartoni animati Disney, questo film ha ricevuto un Academy Award.

    Trama

    In un prato, fiori e alberi vivono in perfetta armonia ballando e cantando. Tra il popolo degli alberi vi è una coppia nel fiore degli anni che si ama molto: infatti ogni volta il fidanzato va dalla sua ragazza e insieme danzano felicemente circondati da una corona di margherite. Ma a ropere la loro pace sarà un tronco brutto e marcio che, invidioso di loro, la rapisce per portarsela via. Il fidanzato interviene e scaccia via il tronco che però, per vendicarsi, lancia su di loro e sul prato palle di fuoco. Purtroppo il bruto rimane vittima della sua stessa trappola e infine di lui resta solo un mucchio di cenere, mentre la giovane coppia riesca a salvarsi, benché gran parte del giardino sia distrutto dall'incendio. La giornata sta per concludersi e finalmente i due fidanzati possono andare a sposarsi sotto la luce del tramonto per passare la notte più felice della loro vita.



    Edited by belias94 - 6/5/2016, 10:49
     
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    Gli alberi dalle forme bizzarre di Axel Erlandson



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    La passione di Axel Erlandson per scolpire alberi, noto anche come arborsculpture, lo ha portato ad aprire un attrazione orticoltura nel 1947 vicino a Santa Cruz, California, chiamato The Tree Circus e la gente accorreva da tutto il paese per vedere le sue creazioni strane e sorprendenti che sono a dir poco di mozzafiato! Utilizzando uno speciale set di competenze, Erlandson ha iniziato a scolpire le cose della vita, quando gli alberi erano in crescita i. Un tale albero è la famosa "Basket Tree". che è in realtà sono sei Sicomori innestati insieme in 42 diverse connessioni per dargli la sua forma a canestro.

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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 10:50
     
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    Juventina nel sangue!!!

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    Che alberi strani e particolari :o: :lol:
     
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    Gli alberi ventosi di Slope Point, Nuova Zelanda



    Slope Point è il punto più a sud dell'isola della Nuova Zelanda. La regione è sempre scagliata conda feroci e freddi venti che arrivano da sud ovest e soffiano fino all'Antartide. Il vento qui è così intenso e implacabile, che gli alberi sono contorti, deformati e per sempre piegati lungo la direzione dove soffia il vento. Slope Point è prevalentemente utilizzata per la pastorizia, e a parte qualche pecora, non ci sono esseri umani o altri animali vivi su questa parte dell'isola. Ci sono un paio di baracche fatiscenti costruite sotto la protezione degli alberi battuti dal vento, ma anche quelli sono abbandonati.

    Scogliere ripide spettacolari scendono fino al mare sottostante. La vista è davvero incredibile sopra la costa rocciosa. C'è un piccolo cartello che indica la distanza dall'equatore e il Polo Sud, e un piccolo faro alimentato a energia solare si trova su terreni agricoli.

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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 10:50
     
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    La foresta incantata esiste davvero: è in Russia




    In un parco naturale al confine tra l'enclave russa di Kaliningrad e la Lituania, c'è un angolo di bosco che lascerebbe a bocca aperta anche Fox Mulder, l'eroe dei telefilm X-Files: i pini crescono in forme strane e bizzarre. I tronchi girano a spirale, vanno su a zig-zag oppure strisciano come serpenti. Ce n'è persino uno fatto a trono e un altro che assomiglia a un antico strumento musicale, la lira.

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    Il parco si chiama Kurshskaia Kosà, sorge sulla costa del Mar Baltico e il suo direttore - Aleksandr Fomiciov - racconta di aver scoperto per caso «il fenomeno» qualche settimana fa andando per funghi: «Sono rimasto impietrito», confida al settimanale russo Itoghi che sull’ultimo numero dedica un ampio reportage alla «foresta incantata» dove nemmeno gli uccelli si azzardano a cinguettare e regna dunque un inquietante, assoluto silenzio.

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    II ritrovamento dell’enigmatica pineta, che dà l'impressione di essere stata «modellata da una forza invisibile», ha suscitato subito una grossa curiosità sia a Kaliningrad (l'ex-Koenigsberg, la città del filosofo tedesco Immanuel Kant nell'ex-Prussia orientale) sia in Lituania. E già si sprecano le teorie sul perché e sul percome di quegli alberi in fantasiosa contorsione.

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    Viadimir Kulikov, uno storico intervistato da Itoghi, si dice convinto che nella «foresta danzante» non c'è nulla di davvero eccezionale: fenomeni simili esistono nei Paesi scandinavi e nella stessa Lituania e sono dovuti alla particolare composizione del sottosuolo e alla violenza del vento. Qualche biologo tira invece in ballo il bruco di una farfalla che divorando le gemme dei pini ne provocherebbe la crescita anomala.

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    Nella zona di Kurshskaia Kosà vive una comunità di vecchio-credenti (così si chiamano gli ortodossi russi rimasti fedeli alla liturgia esistente prima della riforma compiuta nel 1654 dal patriarca Nikon) che dopo la scoperta della misteriosa pineta hanno rispolverato una leggenda del loro folclore, quella di Predislava. Così si chiamava una ragazza che facendo ballare gli alberi di quel bosco avrebbe convinto un principe prussiano di lei innamorato ad abbandonare il paganesimo e abbracciare la fede cristiana.

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    Fox Mulder avrebbe ovviamente trovato molto più affascinante l'ipotesi avanzata da un gruppo di «cosmo-biologi» che nella foresta incantata di Kurshskaia Kosà vedono una «zona di Forza» tra lo spazio infinito e gli esseri viventi della Terra, paragonabile a luoghi magici come il monumento megalitico di Stonehenge in Inghilterra o le Piramidi d'Egitto.
    «Nella foresta - sostiene con argomenti da X-Files un medium di Kaliningrad, Mikhail Buklin - corre un legame invisibile tra il cosmo e la Terra e ciò crea un vortice energetico».

    Per i «cosmo-biologi» è particolarmente carico di energia il pino con il tronco a cerchio: passandoci attraverso - assicurano - si aggiunge un anno intero alla propria vita.



    Il giornale.it

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 10:51
     
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    Il Bosco di Crooked



    In un piccolo angolo della Polonia occidentale vicino a Czarnow New, quattro chilometri da Gryfina, nei pressi della centrale elettrica “Dolna Odra” c’è una foresta di circa circa 100 pini che si sviluppano in una zona di circa 0,30 ettari e che crescono con una curva di 90 gradi alla base dei loro tronchi , tutti piegati verso nord. Circondato da una foresta più grande di pini normalmente dritti questo bosco di alberi curvi, o “Foresta Crooked”, è un mistero.

    Piantati intorno al 1930, gli alberi devono essere stati costretti a crescere per 7 /10 anni premuti alla base, da cosa non è dato sapere, ma sicuramente c’è stato l’intervento umano. L’arco di curvatura orizzontale varia in lunghezza da uno a tre metri. Sopra l’arco il pino sale verso l’alto dritto. Gli alberi nonostante la loro età sono relativamente bassi, non sono molti quelli che superano 15 metri di altezza. Guardando i tronchi si può notare che i primi nodi sono molto vecchi e questo sta a significare che agli alberi giovani sono stati tagliati i rami laterali
    Il motivo per il quale sono stati curvati sembra sia per costruire le lame delle slitte, ma questa notizia è da verificare.

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    demetra.net

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 10:53
     
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    The Patient Gardener, un progetto da qui a 60 anni



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    Il gruppo di architetti Visiondivision, nato in Svezia nel 2005 e attivo soprattutto in Olanda e Sudamerica, è una delle entità di design più rilevanti in Europa e progetta qualsiasi aspetto inerente all’architettura. The Patient Gardener è il loro progetto più recente e prevede la realizzazione di un luogo per studiare molto particolare.

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    L’idea è il risultato di un workshop di una settimana dal titolo Miaw2, che si è tenuto al Politecnico di Milano; il workshop è stato un momento di analisi del concetto di green design, teoria del riciclo e consapevolezza riguardo alle problematiche dell’ecologia. Così ha preso forma il progetto di un luogo di pace da costruire con molta pazienza, con l’aiuto dell’ambiente, intervenendo solo dove serve e in maniera non invasiva per creare una situazione “sostenibile” a livello ambientale.

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    La pazienza viene intesa come l’attitudine maggiormente rilevante in questo caso, perchè attraverso di essa si eviteranno sprechi di materiale e inutili trasporti; mentre orientando la crescita naturale di alberi di ciliegio giapponese (attraverso varie tipologie di intervento sulla direzione dei rami), per esempio, avremo nell’arco di 60 anni una strepitosa struttura naturale creata dalle piante stesse.

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    Ci saranno le scale per salire e gli intrecci al piano superiore per non rischiare di cadere di sotto, il luogo perfetto per studiare o ricaricarsi prima di una session importante. Ma poi in aprile, quando si verifica l’Hanami, la fioritura, lo spettacolo sarà proprio di tutti.

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    artsblog.it

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 10:53
     
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    L' Albero della Vita, Bahrain: Una miracolosa sopravvivenza nel deserto



    Vive da quasi quattrocento anni (questa la stima della sua veneranda età) a due chilometri da Jebel Dukhan, nello stato del Bahrain, in pieno deserto, per questo motivo è chiamato l'Albero della vita, Shajarat-al-Hayat nella lingua locale . Visitato ogni anno da 50.000 turisti, l’Albero della vita è una Prosopis cineraria (L.) Druce , famiglia delle Fabaceae, una specie resistente a condizioni ambientali e pedologiche estreme (aridità, terreno salato e alcalino) che porta dei fiori piccoli, color giallo crema, e può vantarsi di essere l’albero nazionale degli United Arab Emirates e quello dello stato del Rajasthan in India. Nel video, in alta definizione, che postiamo, l’Albero della vita si vede da vicino con tutti i particolari (anche le scritte lasciate negli anni dai turisti alla base della radice).

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    adeaalberi.blogspot.it/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 10:54
     
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    Sequoiadendron giganteum: La sequoia gigante



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    La sequoia gigante (Sequoiadendron giganteum), chiamata anche wellingtonia (in inglese americano Giant Sequoia, Sierra Redwood o semplicemente Big Tree, grande albero), appartiene alla famiglia delle Cupressacee, anche se precedentemente è stato classificato nelle Tassodiacee, ed è diffuso spontaneamente solo in aree ristrette della Sierra Nevada, in California, per un totale di 14.416 ha.

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    Dimensioni e caratteristiche

    Le sequoie giganti sono gli alberi più grandi del mondo in termini di volume: più massicce delle sequoie della California (Sequoia sempervirens) ma meno alte rispetto a queste. Solo sette esemplari di Sequoiadendron giganteum superano tuttavia i 1200 m³ del Lost Monarch, un gigantesco esemplare di Sequoia sempervirens.
    La sequoia gigante può raggiungere i 95 m di altezza ed avere un diametro basale (molto allargato rispetto alla parte superiore al colletto) di oltre 9 m. Non si hanno informazioni certe sulla longevità di questi alberi, ma le analisi dendrocronologiche permettono di fissare per la massima età raggiunta un limite inferiore di circa 2200 anni.

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    Il portamento è conico simmetrico, con i rami che scendono verso il basso. La corteccia è di colore rosso scuro. Ha foglie aghiformi (lesiniformi, quasi squamiformi), di colore verde scuro, lunghe 5-6 mm, che ricoprono tutto il rametto; i microsporofilli, di colore giallo-marrone, sono riuniti in amenti ascellari e terminali, i macrosprofilli sono verdi, in amenti apicati.

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    Gli strobili ovali di 6-8 cm per 4-5 di diametro sono costituiti da scaglie peltate (termine proveniente dal nome dell'antico scudo greco, πέλτη), con scudo romboidale. Maturano in due anni.

    Utilizzo

    Il legno della sequoia gigante è molto resistente alla decomposizione, ma è fibroso e fragile, il che lo rende inadatto a uso edile.
    Dall'ultimo ventennio del diciannovesimo secolo fino agli anni venti del ventesimo secolo molte sequoie vennero abbattute a scopo commerciale, ma con scarso guadagno, visto che a causa della loro fragilità e all'altezza degli alberi stessi molti tronchi si frantumavano rendendoli inutilizzabili. I boscaioli cercarono di attutire l'impatto con strati di rami tagliati da altri alberi ma nonostante ciò fino al 50% del legname andava sprecato.
    Il legno veniva perciò utilizzato solo per fabbricare staccionate, tegole in legno e perfino fiammiferi, uno scopo umile per un albero di una tale mole che spinse l'opinione pubblica a richiedere la protezione di questi maestosi giganti.

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    Sequoie giganti famose

    Alle più grandi e più pittoresche sequoie giganti della California, che si trovano in parchi nazionali, è stato dato un nome, come alla sequoia chiamata Generale Sherman, alla Generale Grant, alla President, alla Lincoln, alla Grizzly Giant e alla Bull Buck. In particolare il Generale Sherman, con i suoi 32 m di circonferenza basale, e i suoi quasi 85 m di altezza, è considerato l'essere vivente più voluminoso della Terra. Il suo peso è stimato in circa 5.445 tonnellate.
    Una sequoia del parco-arboreto del castello di Sammezzano, nel comune di Reggello in Toscana, raggiunge i 46 metri ed è uno degli alberi più alti d'Italia. Nel parco sono presenti oltre 100 sequoie, di cui 57 superano i 35 metri d'altezza.

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    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 10:56
     
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    Generale Grant (albero)



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    Il Generale Grant è un'imponente sequoia gigante del parco King's Canyon National Park, in California.
    È il secondo albero più voluminoso del mondo dopo un'altra sequoia, la Generale Sherman.
    Fu così chiamato nel 1867 in onore di Ulysses Grant, generale dell'Esercito dell'Unione durante la Guerra di Secessione Americana e 18° Presidente degli Stati Uniti (da cui avrebbe preso anche il soprannome "Il Presidente").

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    Nel 1956 il Presidente Dwight D. Eisenhower dichiarò quest'albero un National Shrine, un memoriale ai caduti in guerra.
    Diventò il secondo albero più grande del mondo come volume nel 2005, dopo che un'altra imponente sequoia, la "Generale Washington ", perse la metà del suo tronco.




    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 10:57
     
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    Paperino e la sequoia (1945)



    Paperino e la sequoia (Old Sequoia) è un film del 1945 diretto da Jack King. È un cortometraggio animato della serie Donald Duck, prodotto dalla Walt Disney Productions e uscito negli Stati Uniti il 21 dicembre 1945, distribuito dalla RKO Radio Pictures.

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    Trama
    Paperino è il ranger di un parco, incaricato della protezione di una vecchia sequoia gigante. Un giorno il suo capo gli telefona facendogli notare che due castori stanno abbattendo tutti gli alberi della sua zona, e gli ordina di controllare la vecchia sequoia. Paperino tenta in tutti i modi di salvare la sequoia, ma i due castori riescono comunque a rosicchiare la base dell'albero. Nonostante la situazione, Paperino risponde al telefono che squilla, e mentre il capo gli chiede come sta la sequoia, questa cade nel lago sottostante portandosi giù anche la capanna di Paperino. Mentre è sott'acqua, il papero viene licenziato per telefono dal suo capo e va su tutte le furie.




    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:01
     
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    Il castagno dei 100 cavalli: il più antico d'Europa



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    La festa di San Martino, in Sicilia, è un'occasione per scoprire il più antico castagno d'Europa.Si tratta del "castagno dei 100 cavalli" un gigantesco albero vecchio più di 4mila anni e alto più di 20 metri. Si trova nel territorio di Sant'Alfio, alle pendici dell'Etna, nel Catanese e la sua storia - come ci ricorda Leonardo Patti - si mescola alla leggenda di una regina, forse Giovanna d'Aragona, che sorpresa da un temporale, si rifugiò sotto le sue fronde con il suo seguito di 100 cavalieri.Pare, infatti, che la dama in questione, sedotta dalla bellezza di quest'albero così imponente, si sia abbandonata a una notte di follie amorose concedendosi a diversi amanti tra i cavalieri che erano con lei.L'albero ha ispirato scrittori e viaggiatori, come Goethe che lo descrive in "Viaggio in Italia". Dal 2008 è sotto tutela dell'Unesco e studenti e turisti vi si recano in visita. Gli abitanti di Sant'Alfio, però, chiedono lavori di riqualificazione per salvaguardare questa complessa e monumentale opera della Natura.

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    repubblica.it

    Castagno dei Cento Cavalli




    Il Castagno dei Cento Cavalli è un albero di castagno plurimillenario, ubicato nel Parco dell'Etna in territorio del comune di Sant'Alfio (CT) nel cui stemma civico è raffigurato. Il castagno, considerato come il più famoso e grande d'Italia e oggetto di uno dei più antichi atti di tutela naturalistica - se non il primo del genere - in Sicilia, è stato studiato da diversi botanici e visitato da molti personaggi illustri in epoche passate. La sua storia si fonde con la leggenda di una misteriosa regina e di cento cavalieri con i loro destrieri, che, si narra, vi trovarono riparo da un temporale.

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    Notizie storiche

    L'albero si trova nel bosco di Carpineto, nel versante orientale del vulcano Etna, in un'area tutelata dal Parco Regionale dell'Etna.

    Diversi autori di botanica concordano sulla sua età: avrebbe dai due ai quattro mila anni e, stando alla tesi del botanico torinese Bruno Peyronel, potrebbe essere l'albero più antico d'Europa ed il più grande d'Italia (1982).

    Le prime notizie storiche sul Castagno dei Cento Cavalli sono documentate già nel XVI secolo. Nel 1611 ne parlò Antonio Filoteo, mentre nel 1636, ne «Il Mongibello», Pietro Carrera descrisse maestoso il tronco e l'albero «...capace di ospitare nel suo interno trenta cavalli».

    Il 21 agosto 1745 venne emanato un primo atto dal «Tribunale dell'Ordine del Real Patrimonio di Sicilia», con il quale si tutelava istituzionalmente il Castagno dei Cento Cavalli ed il vicino Castagno Nave.[8] Questo documento si configura, in virtù del periodo storico (fine del XVIII secolo), tra i primi atti - se non il primo in assoluto - di tutela ambientale prodotti in Sicilia.

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    « ... Or volendo noi che a somiglianti alberi non s'irrogasse il minor danno, o nocumento sia con tagli, sia con fuoco, sia con altra incisione, o sfrondamento che ridondar potesse in lor pregiudizio, ma che soltanto si conservassero illesi, et intatti da chiunque dannifera invasione, per scorgersi in ogni tempo con pari piacere, e maraviglia la smisurata, straordinaria loro mole; fidati sul vostro zelo, et accortezza specialmente sulla cura indossata di detto Bosco, abbiamo stimato far a voi le presenti con le quali ordiniamo di dover con tutta diligenza, et ugual premura invigilare a che non fosse apportato ai cennati alberi di Castagno, o di altra sorte che siino, danno, o pregiudizio alcuno, o con tagli, o con fuoco, o con altra forma, e maniera che potesse andar da inferirgli il loro decadimento; ma che venissero custoditi, e curati con tutt'attenzione, conforme ce lo persuadiamo dalla vostra buona condotta; imponendo delle pene pecuniarie, personali, carcerazioni, o altro a' Campieri, Guardiani; e Gabelloti, di esso Bosco, affin di accertarsi l'intento della conservazione di detti alberi, e mantenersi con ciò sempre più viva e recente la memoria di una tale naturale maraviglia, che è di stupore ad ognuno, e di decoro a questo Regno: mercè noi in vigor delle presenti vi concediamo tutta la facoltà e potestà necessaria e le nostre veci ancora in disponere ciò che voi giudicherete proprio, e corrispondente alla conservazione di detti alberi, a non altrimenti. »

    (Dat. Pan. Die 21 (rectius 12) (9)Augusti 1745. II principe Corsini De Spucches P. - Filangeri M. R. Laredo Cons. Asmundo Paternò F. P. D. Blasius Miano Mag. Not: All'Ill. Duca di Tremistieri Rettore del Bosco del Carpinetto sopra Mascali delle pertinenze della Mensa di Catania)

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    Il castagno oggi

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    Il castagno, (Castanea sativa), misura circa 22 m di circonferenza del tronco, per 22 m d'altezza.
    In realtà, oggi si presenta costituito da tre polle (fusti), rispettivamente di 13, 20 e 21 m; su queste polle è vivo il dibattito sulla unicità della pianta.

    Negli ultimi anni il libro dei Guinness dei primati ha registrato il Castagno come l'albero più grande del mondo, per la rilevazione del 1780, quando furono misurati ben 57,9 m di circonferenza con tutti i rami.
    Posizione geografica: 37°45'00",5 N - 15°07'49",0 E.

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    La leggenda

    Si narra che una Regina, con al seguito cento cavalieri e dame fu sorpresa da un temporale, durante una battuta di caccia, nelle vicinanze dell'albero e proprio sotto i rami trovò riparo con tutto il numeroso seguito. Il temporale continuò fino a sera, così la regina passò sotto le fronde del castagno la notte in compagnia, si dice, di uno o più amanti fra i cavalieri al suo seguito.

    Non si sa bene quale possa essere la regina, secondo alcuni si tratterebbe di Giovanna d'Aragona oppure secondo altri l'imperatrice Isabella d'Inghilterra, terza moglie di Federico II, secondo altri ancora si tratterebbe di Giovanna I d'Angiò la cui storia verrà collegata all'insurrezione del Vespro (XIV-XV secolo). Tutte queste leggende, molto probabilmente, sono frutto di fantasia popolare; infatti, la regina Giovanna d'Angiò, pur essendo nota per una certa dissolutezza nelle relazioni amorose, è quasi certo che non fu mai in Sicilia.

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    Traendo spunto dalla leggenda, alcuni poeti cantarono la storia del castagno e della regina, fra questi vanno citati Giuseppe Borrello e Giuseppe Villaroel che furono fra i maggiori poeti dialettali catanesi del XIX secolo, e Carlo Parini.




    wikipedia.org

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:02
     
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    Plinia cauliflora: La Jabuticaba, produce i frutti direttamente dal tronco




    La Jabuticaba, è un albero fruttifero della famiglia Myrtaceae che cresce negli stati di Minas Gerais, Espírito Santo e San Paolo nel Brasile sud-orientale.

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    Esistono molte specie simili, che corrispondono al termine comune Jaboticaba o Jabuticaba. Specie simili comprese nel genere Myrciaria sono spesso chiamate con lo stesso nome, crescono in Brasile, Argentina, Paraguay e Bolivia.

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    L'albero viene coltivato per i suoi frutti color nero-viola e dalla polpa bianca; spesso però, per specie simili, i frutti sono appiattiti e verdastri, questi possono essere mangiati crudi o possono essere usati per preparare marmellate e bevande (succo semplice o vino). Altri nomi usati comunemente per indicare questo tipo di piante sono Jabotica, Jabuticabeira, Guaperu, Guapuru, Hivapuru, Sabará e Ybapuru (guarani).

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    Descrizione

    Le foglie dell'albero sono color salmone quando sono giovani e diventano verdi quando sono mature. L'albero cresce molto lentamente e preferisce un suolo umido, leggermente acido. Si adatta molto facilmente e cresce perfino su suolo alcalino sabbioso se è curato e innaffiato.

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    Ha fiori bianchi che crescono direttamente sul tronco (caulifloria. In natura in ambiente tropicale l'albero fiorisce e fruttifica una o due volte l'anno, ma se innaffiato continuamente fiorisce di frequente, e in alcune regioni tropicali i frutti son presenti tutto l'anno.

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    I frutti hanno un diametro di 3–4 cm, possono avere uno o più semi (fino a quattro), crescono direttamente sul tronco principale e sui rami della pianta, conferendo un aspetto caratteristico all'albero. La buccia è spessa, viola o verdastra, astringente e copre una polpa dolce, bianca o rosacea, gelatinosa. I frutti sono molto comuni nei mercati brasiliani, vengono mangiati soprattutto freschi; la loro popolarità può essere paragonata a quella dell'uva.

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    I frutti freschi non sono duraturi, privi di acidità possono cominciare a fermentare già 3 o 4 giorni dopo il raccolto, quindi spesso vengono usati per preparare marmellate, crostate, e data la tendenza alla fermentazione, vini e liquori.
    Data la deperibilità il frutto non ha valore commerciale per la grande distribuzione, e si trova solo in luoghi vicini a quello di coltivazione.

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    Dal frutto sono stati isolate varie sostanze, potenti antiossidanti ed antiinfiammatori. Una di queste sostanze, la jaboticabina, si trova solo in questo frutto.

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    Tradizionalmente, la buccia si usa per preparare un decotto astringente, per gli usi comuni antinfiammatori di un tale prodotto, (emottisi, diarrea, e per gargarismi in caso di tonsillite).

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    In Brasile i frutti di varie specie collegate, precisamente Myrciaria tenella e M. trunciflora, vengono indicate con lo stesso nome comune. Trattandosi della denominazione collettiva "jabuticaba", occorre osservare che alcune specie di jabuticaba sono subtropicali, e possono sopportare gelate miti e brevi, alcune altre specie o varietà, possono essere più sensibili al freddo.

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    Un altro problema che si collega ad un ambiente particolare, e che limita la coltivazione a pieno campo in distretti non originari, è il fatto che la fioritura è delicata, e necessita di un periodo primaverile fresco, ma anche senza eccessiva umidità.

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    Nell'emisfero boreale la coltivazione a scopo commerciale di questo frutto è ridotta più per la crescita estremamente lenta, e per la forte deperibilità del frutto, che per le temperature richieste.

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    Le piante innestate possono fruttificare dopo 5 anni; le piante cresciute da seme possono impiegare da 10 a 20 anni per fruttificare, anche se per la loro crescita lenta, e per le dimensioni ridotte, quando sono giovani sono molto popolari come bonsai o piante ornamentali da vaso nelle regioni temperate.

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    Le jabuticaba si adattano abbastanza bene a varie condizioni di crescita, sia su sabbia sia su terra molto ricca. Non sopportano i suoli salati. Tollerano la siccità, ma ovviamente con clima siccitoso anche se la sopravvivenza non è compromessa, la fruttificazione è irrilevante.

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    Aspetti culturali

    Il nome jabuticaba deriva dalla parola Tupi jabuti (tartaruga) + Caba (luogo) e significa "luogo delle tartarughe". Il nome in guarani è "Yvapuru", dove yva significa frutto e la parola onomatopeica puru indica il rumore che fa il frutto quando viene morso.

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    Una canzone tradizionale della regione orientale della Bolivia si riferisce a una giovane donna che ha gli "occhi come il guapuru" (per via del colore nero) e una bocca "dolce come l'achachairu."
    L'albero della jabuticaba compare sullo stemma di Contagem, Minas Gerais e Brasile, ed è molto usato come specie da bonsai, in particolare a Taiwan e in varie zone dei Caraibi.

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    In Brasile si usa la parola "jabuticaba" per indicare qualcosa che si pensa essere tipicamente brasiliano, visto che si ritiene che l'albero cresca solo in Brasile. Di solito è un'espressione (auto) denigratoria: la sola cosa veramente brasiliana, ed anche buona, è la jaboticaba.

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    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:04
     
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