GLI ALBERI: CURIOSITÀ, NOTIZIE, FOTO E VIDEO

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    Albero del Ténéré



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    L'albero del Ténéré (in francese L'rbre du Ténéré) era un'acacia (probabilmente un'Acacia tortilis raddiana), che si ergeva solitaria nel deserto del Ténéré, e veniva considerata l'albero più isolato al mondo, dal momento che non ve n'erano altri per un raggio di oltre 400 chilometri tutt'intorno. Costituiva un punto di riferimento per le carovane di cammelli che attraversavano questo deserto, nel nordovest del Niger. A tal punto che è l'unico albero ad essere segnalato su di una cartina a scala 1:4.000.000. La sua posizione era 17°45′00″N 10°04′00″E / 17.75°N 10.06667°E / 17.75; 10.06667

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    L'Albero del Ténéré conservato nel museo di Niamey.



    Si trattava dell'ultima pianta sopravvissuta di un gruppo di alberi cresciuto quando il deserto era meno arido di oggi. L'albero è rimasto in piedi per molti decenni. Durante l'inverno del 1938–1939, scavando un pozzo in prossimità dell'albero si ebbe modo di scoprire che le radici raggiungevano la falda freatica, profonda 33–36 metri nel sottosuolo.

    Il comandante delle A.M.M. (affaires militaires musulmanes), Michel Lesourd, del Service central des affaires sahariennes, vide l'albero il 21 maggio 1939:

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    "Bisogna vedere l'albero per convincersi della sua esistenza. Qual è il suo segreto? Come può essere ancora vivo nonostante le moltitudini di cammelli che scalpitano intorno ad esso? Com'è che nel corso del'azalai non capita mai che un cammello disperso ne mangi le foglie e le spine? Perché i numerosi Tuareg che conducono le carovane del sale non tagliano i suoi rami per farne fuochi per preparare il tè? La sola risposta possibile è che l'albero sia tabù e come tale venga considerato dai carovanieri."
    "Vi è una specie di superstizione, un ordine tribale che viene sempre rispettato. Ogni anno l'azalai si raduna intorno all'Albero prima di affrontare la traversata del Ténéré. L'acacia è divenuta un faro vivente; è il primo o l'ultimo punto di riferimento per l'azalai che lascia Agadez diretto a Bilma, o per quello che ne ritorna."

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    Nel 1973 l'albero venne investito ed abbattuto da un camionista libico -a quanto si dice- ubriaco. L'8 novembre 1973 l'albero morto venne trasferito al Museo Nazional del Niger nella capitale, Niamey. Nel luogo ove esso si ergeva è stata in seguito collocata una scultura metallica che simboleggia un albero.

    Per la verità non si trattava del primo scontro che l'albero subiva ad opera di un camion. Nel suo libro L'épopée du Ténéré, l'etnologo e esploratore francese Henri Lhote descrisse i suoi due viaggi fino all'Albero del Ténéré. La sua prima visita avvenne nel 1934 in occasione del primo collegamento automobilistico tra Djanet e Agadez. Egli descrive l'albero come "un'acacia con un tronco in stato degenerativo, dall'aspetto malato, malsano. Ciononostante l'albero ha delle belle foglie verdi, ed alcuni fiori gialli". Tornò poi a visitarlo venticinque anni dopo, il 26 novembre 1959 con la missione Berliet-Ténéré, ma trovò che esso era stato malamente danneggiato dopo che un veicolo aveva avuto una collisione con esso:

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    "Prima, quest'albero era verde e fiorito; adesso è un albero spinoso incolore e spogli. Non lo riconosco più. Aveva due trochi distinti, mentre adesso ce n'è uno solo, con un ceppo mozzato da una parte, tagliato per il lungo più che segato via ad un metro dal suolo. Cos'era successo a questo albero sfortunato? Semplicemente, un camion diretto a Bilma vi era finito contro ... ma ha abbastanza spazio per evitarlo... l'albero tabù e sacro, che nessun nomade avrebbe osato danneggiare con la propria mano... quest'albero è stato vittima di un meccanico..."


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    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 15:33
     
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    Ficus macrophylla o Fico della Baia di Moreton



    Il Ficus macrophylla, noto anche come Ficus magnolioide o Fico della Baia di Moreton è un grande albero sempreverde della famiglia delle Moraceae.

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    Il grande Ficus macrophylla del 1845, simbolo dell'Orto



    Il Ficus macrophylla nel suo habitat naturale si presenta come un albero di notevoli dimensioni che può crescere sino a 60 m di altezza.


    È una pianta tipica delle foreste pluviali e, in questo ambiente, si accresce spesso in forma di rampicante parassita. Infatti, quando germina sul ramo di un albero, propaga le sue radici attorno al tronco dell'ospite, soffocandolo ed eventualmente uccidendolo per soppiantarlo e prenderne il posto, da cui il nome comune di albero stritolatore.

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    Ficus macrophylla (sin. Ficus magnolioides) Orto botanico , Palermo



    Il caratteristico aspetto "struggente" del F.macrophylla è dovuto allo sviluppo dai suoi rami di radici aeree colonnari che, raggiungendo il terreno, si tramutano in tronchi supplementari; dei pilastri che favoriscono il sostegno del grande peso acquisito dalla sommità dell'albero. Queste radici sono comunque delle superfici di assorbimento e l'albero risulta quindi abbastanza suscettibile alla compattezza del terreno attorno al tronco, come avviene quando viene recintato al di fuori dei parchi e dei giardini. Essendo una pianta affamata d'acqua, come molte altre specie australiane, non dovrebbe essere piantata in ambienti urbani, perché le sue radici possono distruggere le tubazioni idriche, né in aree con scarsità di risorse idriche.

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    Foglie e frutti




    Le foglie, simili a quelle della magnolia, sono larghe, ovali-ellittiche, coriacee e di colore verde scuro, lucide nella faccia superiore, argentee in quella inferiore, lunghe da 10 a 25 cm. Il frutto è un siconio edule, simile a quello del ficus comune (Ficus carica), di forma ovoidale e lungo circa 2 cm, di colore verde che con la maturazione diventa violaceo con chiazze giallo-verdi. Viene prodotto solo da alberi maturi cresciuti all'aperto; usualmente si sviluppano a coppie.

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    Distribuzione
    La specie è nativa degli stati australiani del Queensland e del Nuovo Galles del Sud. Il nome comune di Moreton Bay Fig deriva dalla omonima baia australiana. In questa area dell'Australia orientale le temperature medie oscillano tra 20–30 °C in gennaio e 10–20 °C in luglio.

    È coltivato e naturalizzato in Nuova Zelanda, Hawaii, California e Florida. Gli esemplari di queste ultime aree non raggiungono comunque le stesse dimensioni di quelli degli habitat originari.

    In Italia è stato introdotto in Sicilia nell'Ottocento e propagato in diversi orti botanici e parchi cittadini.

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    Propagazione

    Impollinazione

    Il frutto (siconio o fico) e il sistema di riproduzione hanno caratteristiche comuni a quelli delle altre specie del genere Ficus.

    Ogni specie di Ficus ha un imenottero impollinatore specifico e viceversa ogni imenottero deposita le sue uova solo nel frutto di una distinta specie di ficus. L'imenottero pronubo del F. macrophylla è il Pleistodontes froggatti.

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    Disseminazione

    Tra gli uccelli che sono stati segnalati come disseminatori di questa specie di Ficus ci sono il passero comune (Passer domesticus), l'Acridotheres tristis tristis, la Geopelia striata, la Streptopelia chinensis e lo Zosterops japonicus. Altri animali come pipistrelli, maiali, roditori, pappagalli, e scimmie vanno inclusi tra i potenziali disseminatori.

    Sottospecie

    Si conoscono due sottospecie:

    Ficus macrophylla subsp. macrophylla, in passato classificata come Ficus platypoda var. etiolaris (Benth)
    Ficus macrophylla subsp. columnaris (C. Moore & F. Muell.), in passato classificata come Ficus magnolioides (Borzì)

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    Alberi monumentali, Ficus macrophylla Piazza Marina Palermo



    Utilizzo

    Nell’Orto botanico di Palermo, nei primi anni del secolo scorso, Antonino Borzì analizzò il lattice del F. macrophylla subsp. columnaris come possibile fonte di caucciù. Ma nonostante gli esemplari di questa specie producessero abbondanti quantità di lattice, gli studi chimici effettuati rilevarono la presenza di una scarsissima quantità di gomma elastica.

    Attualmente, l'unico impiego in Italia è come albero ornamentale, in quanto le dimensioni, la conformazione della chioma e del fusto rendono suggestiva la sua presenza nel verde urbano. In diverse città dell'Italia insulare sono presenti esemplari maestosi, di età superiore ai 100 anni, elementi caratteristici di parchi urbani o piazze.

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    Alberi monumentali

    A Siracusa si può ammirare un esemplare imponente nella zona archeologica, mentre il più noto è quello di Villa Garibaldi, a Palermo, nei cui pressi, agli inizi del 900, fu ucciso dalla mafia il famoso poliziotto italo-americano Joe Petrosino.

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    In Liguria due notevoli esemplari, messi a dimora nel 1887, si trovano nel parco del Museo-Biblioteca "Clarence Bicknell" di Bordighera (IM), sede dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri. La maggiore concentrazione si trova nei parchi delle ville storiche e pubblici di Sanremo, con alcuni esemplari messi a dimora negli anni Ottanta e Novanta del XIX secolo.

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    ficus della baia di Moreton da Sanremo a Bordighera



    A Cagliari sono presenti alcuni esemplari di notevole sviluppo nella parte antistante la zona portuale, in Piazza Amendola e in Piazza Matteotti. Gli esemplari della centrale Piazza Matteotti, compresa fra il Palazzo Civico, il porto, l'autostazione dell'ARST e la stazione delle Ferrovie dello Stato, furono messi a dimora nel 1883, all'epoca dell'allestimento del giardino in occasione dell'inaugurazione della Stazione delle Ferrovie Reali.

    L'esemplare più maestoso ha una chioma molto ampia, alta 17 metri, e un fusto irregolare e costoluto di circa 7.5 metri di circonferenza; alcune radici aeree hanno raggiunto uno sviluppo tale da concorrere al sostegno delle branche principali e la più sviluppata ha una circonferenza di 2,9 metri. Gli esemplari ancora presenti furono danneggiati e alcuni completamente distrutti nel corso dei bombardamenti del 1943. Numerosi esemplari di notevole sviluppo e bellezza sono ammirabili sul lungomare di Reggio Calabria.

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    Cagliari, il Ficus magnolioides.




    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 15:40
     
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    Il cipresso di Montezuma e altri 10 alberi leggendari



    Dal cipresso di Montezuma in Messico (il più grande) alla quercia di Abramo in Cisgiordania, una galleria di piante secolari che raccontano la storia dell'uomo e delle sue credenze

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    Cipresso di Montezuma

    Alcuni ritengono che questo cipresso di Montezuma (Taxodium mucronatum) noto anche come Árbol del Tule, sia l'albero più grosso del mondo. Secondo il comitato che si occupa delle nomination per il patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, la pianta misura 35 metri di diametro e 30 di altezza. (l'Árbol del Tule non è ancora ufficialmente nella lista)

    L'albero deve il suo nome alla chiesa di Santa Maria del Tule nello Stato messicano dell'Oaxaca, in cui l'albero si trova da circa 2.000, quando forse venne piantato da un sacerdote azteco.


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    Baobab, Madagascar

    In Madagascar, un uomo raccoglie corteccia da un albero di baobab nei pressi del villaggio di Andavadoaka. Con la corteccia si fabbricano corde, ma sull'isola la pianta ha anche una valenza religiosa.

    “Sull'isola l'usanza di adorare gli alberi si basa sulla credenza che gli spiriti degli antenati vivano nelle foreste e in altre forme naturali considerate pacifiche", spiegano Armand Randrianasolo e Alyse Kuhlman, che partecipano al progetto alberi sacri del Missouri Botanical Garden.

    Per questo è abbastanza usuale notare ai piedi dei baobab offerte come rum, miele, monete o caramelle, o vedere i malgasci rendere omaggio ai loro antenati avvolgendo tronchi e rami con panni bianchi e rossi.


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    L'albero della danza

    Si chiama tanzlinde, albero della danza, l'enorme tiglio millenario situato a Steinfurt, in Germania, la cui chioma richiede addirittura il sostegno di un'impalcatura sotto cui possono svolgersi danze e riunioni di tutta la comunità. Alberi come questo sono piuttosto diffusi in vari paesini europei.

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    Fico sacro, Thailandia

    Una scultura del Buddha in arenaria avviluppata dalle radici di un Ficus religiosa, o fico sacro, al monastero di Ayutthaya, in Thailandia.

    Fu proprio un Ficus religiosa, nell''attuale India, l'albero sotto cui, 2.600 anni fa, si sedette Siddhartha fino a raggiungere l'illuminazione e diventare il Buddha. Questo albero spesso viene scelto per rappresentare Buddha nell'arte e nella letteratura.

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    La Spina Santa di Glastonbury, Inghilterra

    Il Biancospino di Glastonbury - anche detto la Spina santa - nacque secondo la leggenda dal bastone di Giuseppe d'Arimatea che lo piantò in questa zona dell'Inghilterra meridionale al suo sbarco dalla nave con cui portò il Santo Graal dalla Terrasanta.

    Ma nel 2010, in una sola notte l'albero venne distrutto in un atto di vandalismo. Oggi ne resta solo il tronco.

    Nel corso dei secoli il biancospino è stato replicato più volte per talea; quindi, quando la pianta venne abbattuta per la prima volta durante la Guerra Civile Inglese, un suo clone venne ripiantato al posto dell'originale.

    La partcolarità di questa pianta è che fiorisce due volte all'anno, attorno a Pasqua e a Natale. Tutti gli inverni un ramoscello del biancospino finisce a casa dei reali inglesi.

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    Il Candelabro, California

    In quest'immagine degli anni Trenta un'auto attraversa il cosiddetto Chandelier Tree, l'albero candelabro, nell'Underwood Park in California. Questa sequoia alta quasi 100 metri venne scavata durante i primi tempi delle macchine a benzina.

    Oggi in America del Nord resta solo il 5% circa delle foreste originali di sequoie.

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    Eucalipto, Australia

    La foschia mattutina ammanta un antico eucalipto nello stato australiano del Victoria. Ci sono centinaia di specie di eucalipto, e quasi tutte sono native dell'isola conntinente.

    Eucalyptus regnans, o eucalipto australiano, è una delle piante da fiore più alte del mondo, seconda solo alle sequioie californiane.

    Queste piante, che si sono rivelate fondamentali sia per gli aborigeni sia per i coloni, forniscono un olio utilizzato in alcuni rituali per ripulire l'aria dalle energie negative, mentre per i koala le loro foglie sono la fonte principale di cibo.

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    Cipresso solitario, California

    Il Lone Cypress, il cipresso solitario sulla costa vicino Monterey, in California, è uno degli alberi più fotografati del mondo.

    Si sa che si tratta di una pianta antica, ma la sua età non è stata ancora determinata con esattezza. Questo albero può vivere fino a 400 anni, ma l'esposizione alle intemperie potrebbe farlo sembrare più vecchio di quello che è.

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    La quercia di Abramo

    Venerata da secoli, la quercia di Abramo, nella Valle di Mamre, vicino a Hebron, in Cisgiordania (qui in una foto del 1890 circa) segna il luogo dove si dice che il padre fondatore di Israele venne visitato dagli angeli che gli promisero un figlio.

    Questa quercia del monte Thabor potrebbe avere anche 5.000 anni, e potrebbe essere ciò che resta di una foresta che un tempo ricopriva la regione.
    Vuole la leggenda che la pianta morirà prima dell'arrivo dell'Anticristo. Il fusto principale è morto nel 1996, ma due anni dopo è spuntato un ramo che fa sperare in una ripresa.

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    L'arco dei sicomori, California

    Allacciati assieme come questi due sicomori, uniti a formare un arco, gli alberi del Gilroy Gardens Theme Park in California sono stati "modellati" per assumere forme particolari: un intervento che prende il nome di "grafting".


    nationalgeographic.it/

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 15:42
     
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    ANCHE AGLI ALBERI PIACE DISEGNARE



    Avete mai provato a far disegnare un albero? Il processo è semplicissimo attaccate una matita a un rametto, una bella tela abbastanza grande, e il vento farà il resto.



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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 15:44
     
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    Ceiba speciosa



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    Ceiba speciosa (A.St.-Hil., A.Juss. & Cambess.) Ravenna, 1998, in passato nota come Chorisia speciosa, è un albero della famiglia delle Bombacaceae (Malvacee secondo la classificazione APG).

    La fibra bianca e lanosa contenuta nei frutti, nota come "falso kapok", viene utilizzata per realizzare imbottiture.

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    Descrizione


    La caratteristica principale della C. speciosa è nel tronco, rigonfio nella parte inferiore e munito di grosse spine coniche. In natura può raggiungere i 20 m di altezza. I tessuti alla base del fusto accumulano acqua per i periodi di siccità.

    Ha foglie composte, formate da 5-7 foglioline glabre.

    I fiori, ermafroditi, sono grandi e appariscenti, con petali rosei o rossi nella parte superiore, screziati di bruno-giallognolo nella parte inferiore. Fiorisce da ottobre a novembre.

    Il frutto è una grossa capsula ovoidale di colore verde-bruno, con un esocarpo molto spesso, contenente numerosi semi avvolti da una fitta lanugine bianca.

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    Distribuzione e habitat

    L'areale naturale di C. speciosa comprende la fascia del continente sudamericano compresa tra 12°S e 30°S di latitudine.
    La specie è presente in Brasile, Paraguay, ma è soprattutto l'Argentina, ove è nota come palo borracho (“albero ubriaco”), ad essere ricca di questi curiosi alberi.

    È coltivata nelle regioni tropicali e subtropicali dell'emisfero nord, sino alle Antille e al sud degli Stati Uniti.

    Sul finire del XIX secolo è stata introdotta in Italia all'orto botanico di Palermo; da li si è diffusa come pianta ornamentale.

    Usi

    Il legno ricavato dal tronco della C. speciosa è bianco, poroso e molto leggero, e può venire utilizzato in sostituzione del sughero o per la fabbricazione di botti leggere.

    La fibra lanuginosa che avvolge i semi del frutto, nota come "falso kapok", viene impiegata per la confezione di imbottiture.

    La C. speciosa è spesso utilizzata nel sud dell'Europa come pianta ornamentale, per l'arredo urbano.

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    wikimedia.

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 15:47
     
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    Arte di natura: alberi



    Spesso la natura si diverte a fare l'artista. In queste immagini le geometrie e i motivi si trasformano in ricami. L'niziativa di Nat Geo dedicata ai patterns in natura che diventano forme artistiche.

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    Contrasti di legno e foglie

    Gli alberi di Populus tremuloides nelle montagne della Sierra Nevada californiana risplendono tra il fogliame dorato e la corteccia bianca.

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    Corteccia di betulla

    La corteccia si stacca come carta da un albero di betulla nell'Acadia National Park, nel Maine.

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    Corteccia di eucalipto

    La superficie liscia di questa corteccia di eucalipto sembra come dipinta con striature multicolore. L'albero si trova a Miami, in Florida.

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    Nodi di legno

    Due nodi, simili a occhi, sembrano sbirciare fuori dalla corteccia di Populus tremuloides, molto diffuso nel Nordamerica.

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    Corteccia di pioppo

    Solchi profondi corrugano la corteccia di un albero di pioppo nel Dinosaur Provincial Park nell'Alberta, in Canada.

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    Corteccia di platano

    Scaglie multicolore chiazzano la corteccia di un platano vicino al lago di Como.

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    Segni del tempo

    Con il passare degli anni si è contorto il tronco di un gruppo di Pinus albicaulis nello Yellowstone National Park.

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    Tunnel di termiti

    I tunnel scavati dalle termiti hanno sfregiato due tronchi di albero nella St John Island, Isole Vergini.

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    Pino coda di volpe

    Le scaglie erose dal tempo rivestono il tronco di un pino coda di volpe (Pinus balfouriana) sulle montagne della Sierra Nevada californiana.

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    Un fitto bosco

    File di pioppi affollano un bosco fuori da Aspen, nel Colorado.




    nationalgeographic.it

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 15:47
     
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    Panama: il mistero della valle degli alberi quadrati



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    El Valle de Anton è noto tra gli abitanti di Panama e tra i turisti come valle degli alberi quadrati. I tronchi che crescono in quell'area, infatti, hanno quattro spigoli, anziché la classica forma cilindrica. Il curioso fenomeno è noto tra esperti e appassionati di tutto il mondo, ma nessuno ne è ancora riuscito a dare una spiegazione. Ora un'equipe dell'Università della Florida ha stabilito che la particolare silhouette dei fusti è dovuta alle speciali condizioni dell'ecosistema della valle. Se gli stessi semi crescessero altrove, dicono gli scienziati, avrebbero una forma diversa. Rimane però ancora da scoprire quali sono gli elementi specifici che determinano questo piccolo prodigio.

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    repubblica.it/

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 15:52
     
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    The Patient Gardener, un progetto da qui a 60 anni



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    Il gruppo di architetti Visiondivision, nato in Svezia nel 2005 e attivo soprattutto in Olanda e Sudamerica, è una delle entità di design più rilevanti in Europa e progetta qualsiasi aspetto inerente all’architettura. The Patient Gardener è il loro progetto più recente e prevede la realizzazione di un luogo per studiare molto particolare.

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    L’idea è il risultato di un workshop di una settimana dal titolo Miaw2, che si è tenuto al Politecnico di Milano; il workshop è stato un momento di analisi del concetto di green design, teoria del riciclo e consapevolezza riguardo alle problematiche dell’ecologia. Così ha preso forma il progetto di un luogo di pace da costruire con molta pazienza, con l’aiuto dell’ambiente, intervenendo solo dove serve e in maniera non invasiva per creare una situazione “sostenibile” a livello ambientale.

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    La pazienza viene intesa come l’attitudine maggiormente rilevante in questo caso, perchè attraverso di essa si eviteranno sprechi di materiale e inutili trasporti; mentre orientando la crescita naturale di alberi di ciliegio giapponese (attraverso varie tipologie di intervento sulla direzione dei rami), per esempio, avremo nell’arco di 60 anni una strepitosa struttura naturale creata dalle piante stesse.

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    Ci saranno le scale per salire e gli intrecci al piano superiore per non rischiare di cadere di sotto, il luogo perfetto per studiare o ricaricarsi prima di una session importante. Ma poi in aprile, quando si verifica l’Hanami, la fioritura, lo spettacolo sarà proprio di tutti.

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    artsblog.it

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 15:53
     
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    Albero del drago



    L'albero del drago (Dracaena draco L.) è una pianta subtropicale monocotiledone, appartenente alla famiglia delle Agavaceae, endemica delle isole Canarie.

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    Morfologia

    È una pianta a portamento arbustivo che può tuttavia raggiungere anche i 20 metri di altezza.

    Il tronco è di colore grigio scuro e si divide dicotomicamente in rami che terminano con rosette di foglie coriacee, lanceolate, di colore verde glauco, disposte a formare una chioma a forma di ombrello.

    I fiori, che sorgono da racemi terminali, sono bianco-verdastri.

    I frutti, di dimensioni di 1-1,5 cm, sono carnosi, tondeggianti e di colore arancione.

    Ha una crescita lenta, ed impiega circa una decade per raggiungere laltezza di 1m.

    Essendo una monocotiledone, Dracaena draco non mostra anelli annuali e letà può essere stimata solo in base al numero di suddivisioni dei rami.

    Gli esemplari più antichi si ritiene possano essere millenari; il più antico esemplare vivente si trova a Icod de los Vinos, nella zona nord-orientale di Tenerife.

    Distribuzione

    È endemica nelle Isole Canarie, dove la popolazione complessiva è ridotta a poche centinaia di esemplari, delle isole di Capo Verde e di Madera, ove ne restano solo pochi esemplari selvatici.


    Di recente è stata individuata una sottospecie (Dracaena draco subsp. ajgal), diffusa in Marocco, nella regione di Anezi, sui monti dell'Anti-Atlante, ove è stata individuata una colonia di alcune migliaia di esemplari. .

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    Sistematica

    La classificazione di questa specie è controversa.
    Secondo la classificazione tradizionale (sistema Cronquist) il genere Dracaena fa parte della famiglia Agavaceae, ordine Liliales.
    La classificazione APG, che si avvale delle recenti ricerche genetiche, tende però a collocare le Agavaceae nellordine Asparagales ed il genere Dracaena in una propria famiglia, le Draceaenaceae, o secondo altri autori, in quella più ampia delle Ruscaceae.

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    Curiosità

    Per i Guanci, le popolazioni indigene delle Isole Canarie, questo albero possedeva proprietà magiche. Tale credenza è in parte dovuta al fatto che quando la corteccia o le foglie vengono recise, secernono una resina che ossidandosi assume una colorazione rossastra, conosciuta come sangue di drago.

    Il sangue di drago era già noto agli antichi romani, che lo utilizzavano come colorante, e nel medioevo era molto ricercato da maghi ed alchimisti che gli attribuivano virtù terapeutiche. Nel XVIII secolo era utilizzato come mordente per il mogano.

    wikipedia.org

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 15:55
     
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    La Dracaena draco o albero del Drago [foto]



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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 16:27
     
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    LA MAESTOSITÁ DEGLI ALBERI NELLE FORME PIÙ STRANE



    A volte la natura davvero ci sorprende, come la forma degli alberi, alcuni modificati dall'uomo, ma perlopiù ci ha pensato madre natura, che dire semplicemente fantastici.



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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 16:28
     
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    IL PTEROCARPUS ANGOLENSIS: L'ALBERO, CHE SANGUINA CHIAMATO"EMORRAGIA"



    Pterocarpus è un genere di alberi della famiglia delle Fabaceae diffuso nelle zone tropicali della Terra. Ha un caratteristico seme dalla particolare forma da cui prende il nome, dal greco: "frutto alato".

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    Il legname, derivato da molte delle specie sopra citate, prende spesso il nome di padouk: è noto per la resistenza, la stabilità ed il disegno delle venature: le specie più pregiate hanno una colorazione rossa o rossiccia (anche se con il tempo diventa bruno) che li rendono molto ricercati in ebanisteria. Molte specie di Pterocarpus contengono sostanze solubili in acqua o alcool utilizzabili come pigmenti. Il padouk può venire confuso con il palissandro (Dalbergia), essendo che le due essenze hanno molte caratteristiche simili.

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    Alcune specie africane di padouk vengono utilizzate come piante medicinali nel trattamento antiparassitario della pelle ed in infezioni fungine. Viceversa altre specie possono avere polveri irritanti per inalazione, per cui durante la lavorazione sono necessarie le opportune precauzioni.

    wikipedia.org/

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    Pterocarpus angolensis, questo albero originario dell'Africa meridionale. A volte è anche chiamata "emorragia" per il succo intenso di colore rosso scuro che si vede una volta tagliato.

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    In Africa, il succo rosso è tradizionalmente utilizzato come colorante naturale per una varietà di esigenze. Esso, ad esempio, mescolato con del grasso animale serve per decorare parti di viso e corpo. Inoltre, questo succo è accreditato a proprietà magiche che possono curare le malattie del sangue, come tigna, malaria, febbre, e alleviare problemi di vista, stomaco, e altri dolori.

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    Dal legno stesso si ottengono mobili di altissima qualità. È resistente ed è il materiale perfetto per fare barche, canoe e pavimento per il bagno. "Bleeding" albero cresce da 12 a 18 metri di altezza, ha un bel fogliame ad ombrello e fiori gialli.

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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 16:30
     
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    Gli alberi più strani del mondo



    Siamo tutti abituati alla vista degli alberi intorno a noi e al suo passaggio, spesso non prestiamo molta attenzione a loro. Ma il nostro mondo, cresce e in molti casi anche in un modo strano.

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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 16:32
     
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    Giganti tra gli alberi



    Le sequoie giganti crescono solo sul versante occidentale della catena montuosa della Sierra Nevada, passando per la California e Nevada. Sono giganti con età millenaria, e sono paragonabili in altezza come un edificio di 20 piani. Il fotografo Michael Nichols ha trascorso due settimane nei boschi per scattare foto di questi alberi giganteschi. All'interno del post, potrete vedere le foto del "President" il secondo albero più grande del mondo, che ha 3200 anni.

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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 16:33
     
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