I RACCONTI DI ANTHOUSE

LA VERA FAVOLA .....COMICA DEL GF4

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  1. Anthouse*
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    La vera favola....comica del gf4



    Mai come in questi giorni ho avuto nostalgia dei tempi del Grande Fratello e delle tante follie che a quei tempi ho commesso.

    Ma mano che prendevo coscienza di quel tenero amore che stava sbocciando, quasi a volerlo in qualche modo difendere e proteggere dagli altri soprattutto dalla strega maligna e dal suo compare, mi ritrovai a passare giornate intere sul divano.

    Per non parlare delle notti; e già le notti perché, i “signorini”, causa la innata riservatezza, ci concedevano qualche bisbiglio intorno alle sei del mattino e quindi, per non perdermi neanche un respiro, ben presto mi ritrovai con gli occhi usciti ormai dalle orbite e, per captare i loro sussurri, con le orecchie molto somiglianti ad un’antenna parabolica.

    E già, come molte di voi, sono stata per ben due mesi praticamente senza chiudere occhio o meglio, certe volte i miei occhi, a seguito di accordi presi tra loro, si alternavano per riposare un po’, ma, quando toccava a quello sinistro, con il quale vedo un po’ appannato erano cavoli e così finiva sempre che quello destro era costretto, suo malgrado, a fare doppi turni.

    Mi fu chiaro ben presto di aver cambiato fisionomia.

    Le orecchie erano identiche a quelle del capitano di Star Treck ( o di Kakkia ahahahahahahah) ed i miei occhi sembravano provenire da specie umane diverse.

    Il destro poi sembrava sopravvissuto da un girone dell’ inferno. Pieno di capillari rotti ed ammucchiato come la carta crespa che usano i fiorai con l’ aggiunta di quell’arricciatura strana che realizzano con quella macchinetta simile a pasta-matic manuale.

    Insomma ero un mix tra “Capitan Uncino” e “Polifemo” malmenato.

    Per non parlare del divano. Eravamo diventati complementari, parte integrante l’uno dell’altra. Me ne separavo solo per andare a lavorare.

    Già il lavoro…..Ah bella…….ALZATI devi andà a lavorà………

    Nà parola. Dovete infatti sapere che vivendo in una città di montagna, per andare in ufficio, devo percorrere un tratto di strada piuttosto impegnativo.

    Mi sembrava ogni volta di dover scalare “le 3 Cime di Lavaredo”. Così cominciai ben presto a camminare a quattro zampe ed i cani che mi incontravano mi salutavano emettendo un guaito strano, particolare, convinti che fossi il primo essere umano “mutante”. Qualcuno è arrivato ad offrirmi anche un osso.

    Risultato: ho accumulato ritardi paurosi che sto ancora scontando.

    In ufficio poi, che ve lo dico a fà.

    Le prime 3, 4 ore versavo in uno stato catatonico, anzi, per essere più precisa, quello che la medicina definisce “coma vigile”.

    Avevo si gli occhi aperti (e che occhi!!!) ma la mia attività celebrale era piatta.


    Però, man mano che si avvicinava l’ora di uscita,cominciavo a scalpitare come Furia cavallo del west.

    Al contrario dell’entrata, all’uscita il mio passo diventava ritmico, deciso, militaresco fino ad assomigliare di molto alla corsa dei bersaglieri, mi mancava però il pennacchio.

    Le salite le percorrevo in un batter d’occhio, praticamente volavo (altro che maratoneta olimpico) e…..la velocità acquisita in salita non la controllavo più in discesa, tanto da sembrare lo struzzo dei cartoni animati bip bip.

    Per non parlare di qualche sventurata collega che osava percorrere con me quel tratto di strada.

    D’un tratto mi voltavo e le vedevo lontane lontane, piccole piccole.

    Le riconoscevo solo da un particolare che le accomunava tutte:
    la lingua gonfia, ben irrorata, penzolone di fuori.

    “A belle” dicevo “mica mi potete far perdere 5 minuti del G.F……siete pazze……..ci vediamo domani”.

    Finalmente arrivo in macchina. Sorpassi a striscia continua, passaggi col rosso, pedoni cui ho troncato le dita dei piedi (mezza città monca mi ritrovo).

    Una volta ho dato un passaggio ad una mia amica.

    Ho notato, ad un tratto, che si era letteralmente incollata alla maniglia e, con i piedi, cercava disperatamente di frenare.

    Sbigottita e scandalizzata per tale comportamento le ho chiesto risentita: “ma che hai paura?” e lei “assolutamente no, mi chiedevo solo quando decolliamo”.

    Immancabile poi il testacoda finale, con il quale mi avvantaggiavo per il giorno dopo ritrovando la macchina pronta per la partenza.

    Finalmente sono a casa e posso godermi i ciccetti fino a domani.

    Che belli…….ma che str..zi che siete certe volte.

    Ma come, io rischio quotidianamente la vita per voi e come mi ripagate? Con 3 giorni di silenzio stampa… Ma adesso v’accoppo sa.

    Era tanta la delusione che cominciai ad avere delle visioni.

    Dei fantasmi si aggiravano intorno al divano, disposti in cerchio che mi danzavano la makumba.

    Sgranai gli occhi e mi accorsi che in verità essi non erano fantasmi ma i tanti pantaloni, camice, maglie dimenticati, da tanto tempo, nella cesta dei panni da stirare che gridavano vendetta.

    Avendo perso ogni speranza di essere ricollocati dentro gli armadi, tutti stropicciati, mi sventagliavano minacciosi sul muso una carta.

    La presi e la lessi: era una vertenza sindacale.

    “E che diamine” dissi “che è tutta questa fretta, prima di mandarvi in pensione tornerò a stirare, abbiate pazienza, ora sono impegnata”.

    In un raro, anzi unico, momento di lucidità mi dissi “vedrai Lorella quando il GF finirà ti passerà anche questa follia”.

    Invece quando tutto finì, come la più incallita tossicomane, ebbi delle crisi di astinenza paurose.

    Cominciò la ricerca spasmodica di notizie.

    Su internet digitavo “Carolina Marconi” ed il 90% della ricerca mi portava prevalentemente su due siti: Sbattimento e freegay
    Ma come, che cacchio dite. Carolina con sbattimento e gay non ha nulla a che vedere.

    Su GQ com fu scritto che, con motore di ricerca Virgilio, il GF4 svettava su tutti e che la reginetta della rete era Carolina che aveva destato più interesse e curiosità generando 20.000 ricerche in tre mesi.

    OH bello guarda che delle 20.000 ricerche 10.000 sono le mie.

    Entrai persino nel blog di Ascanio e lessi il resoconto di una ragazza che era stata a Buona Domenica e raccontava che, durante una pausa pubblicitaria, aveva visto Tommy e Carola in atteggiamenti teneri e molto intimi.

    Bè non lo nascondo quel resoconto l’avrò letto 100 volte.

    Quanto gongolavo, poi, detto da una fan di Ascanio valeva doppio.

    Comunque, tornando a noi….cerca e ricerca mi imbatto nel blog che Alias stava costruendo proprio in quei giorni e, quando vidi alcune foto con la scritta “La vera favola del G.F. 4” pensai “allora non sono solo io la scema , c’è qualcuna che sta peggio di me”.

    Causa la mia imbranataggine mi accorsi del collegamento ai siti amici dopo un po’ e quando entrai per la prima volta nel forum, mi sentii come Alice nel paese delle meraviglie (Rotary il cappellaio matto…ahahahahah)

    Leggevo e rileggevo avidamente tutte le discussioni, le trovavo interessanti, coinvolgenti.

    Quando vidi i racconti di Sara e Aretha ed il post “Chi mi racconta qualcosa…oggi sono nostalgica”, ero talmente felice che sembravo Tommy la prima volta che ha visto Nicolò (e va bè non vi arrabbiate, non è ancora nato ma l’espressione è quella!!!)

    Le immagini mi passavano davanti come in un film.

    I ricordi e le emozioni riaffioravano nitidamente in quei racconti scritti così bene.

    Grazie Sara, grazie Aretha aka Caty.

    In ufficio stavo tutto il giorno a leggere, ma a casa cosa avrei fatto?

    Cominciai a stampare tutto il materiale che trovavo interessante e certi giorni ero costretta a portare la borsa grande fuori moda già da qualche anno.

    Tutto questo avveniva sempre dopo l’orario d’ufficio (così recuperavo pure i ritardi accumulati) e potevo stampare liberamente senza rompimenti.

    Tanta era la tensione in quei momenti che, un giorno, senza preavviso, improvvisamente entrò un collega nella mia stanza.

    Io ero intenta a non far inceppare i fogli nella stampante e, quando l’ho visto, ho lanciato un urlo talmente forte che si sono rotti i vetri della finestra e lo spostamento d’aria ha provocato l’inclinazione dell’asse terrestre di 1 grado.

    Meno male che non vivo al mare altrimenti sarebbe stato alto il rischio tsunami.

    Il poverino si è sentito talmente in colpa che, per farsi perdonare, continua ad offrirmi puntualmente il caffè… ahahahah che bastarda che sono così impara a mettersi in mezzo tra me ed i ciccetti.

    Come ho già detto il bottino lo trafugavo sempre con la borsa out che portavo praticamente sempre, anche quando non c’entrava niente con quello che indossavo e le mie amiche che mi conoscono come una perfettina, precisina, alla moda mi chiedevano perchè fossi così affezionata a quella borsa ed io “Sai le altre sono tutte troppo piccole due cellulari, borsellino, chiavi varie telecomandi non c’entrano, ma poi……. Di che t’impicci scusa?”.

    Certe volte il peso era talmente eccessivo che ben presto cominciarono ad incrinarsi schiena e spalla sinistra.

    Sembravo il gobbo di Notre Dame.

    Per non parlare di quando dovevo trovare il telecomando del parcheggio, cominciavo a tastare…niente…tasta e tasta non lo trovavo mai ed ero sempre costretta a cacciare il bottino che poggiavo su un muretto. Una volta vado a riprenderlo e non c’era più o meglio c’era ma non nel posto dove l’avevo lasciato io.

    Una folata di vento l’aveva sparpagliato nel raggio di 50 metri.

    Emulando Jim Carrey in The Mask in 30 secondi lo raccolgo e torno a casa.

    Ormai il materiale che avevo accumulato era paragonabile, in valore, alla riserva in oro della Banca Centrale Europea.

    Una volta mi ha anche contattato il presidente Duisemberg per fare un baratto ma io non ho accettato.

    Nascosi tutto nel mio guardaroba fino ad occuparne 2 ante (tanto i vestiti non c’erano più, stavano ancora nella cesta incacchiati neri).

    Ormai di Carola e Tommy avevo proprio tutto: l’episodio del vomito, dell’unghia incarnita di Carola, le caccole di Tommy: quantità e dimensioni.

    Unico neo: ogni volta che mi tornava in mente un episodio che volevo rileggere, non lo trovavo mai, per cui mi decisi a catalogarli.

    Tale e tanto era però il materiale a disposizione che avrei avuto bisogno di molto tempo e scelsi, per questo, un giorno in cui sia mio marito che mio figlio erano impegnati.

    Il luogo prescelto fu la cucina dove avevo più spazio (tavolo, penisola di oltre 2 metri, 7 metri di pianale).

    Cominciai la divisione dei pani….

    Avevo spalmato per bene tutto senza lasciare neanche un angoletto vuoto e, qualche foglio, l’ho anche condito con olio e aglio quando, improvvisamente, suonano alla porta.

    “Chi è” urlo….

    Mio cognato, che balle proprio adesso doveva venire questo.

    Velocemente ammucchio tutto e lo ricevo. Se ne va. Era ora.

    Oddio devo ricominciare tutto da capo è più prudente però cambiare location, la cucina non va bene.

    Penso al bagno…. Mmmmm.. potrebbe fare al caso mio.

    Nella vasca ci metto il racconto hard della piscina e della sauna, nel water lo svenimento di Carola perché si era troppo sforzata per fare la popò, nel lavabo l’episodio della “carie”, nella doccia lo sputacchiamento reciproco tra T e C.(siamo gemelli…..), per fortuna che non c’ho il divano in bagno altrimenti dovevo inserire pure le performance dei princicessi ahahahahah.

    Però tutto l’altro materiale dove lo metto?

    Decido per la mia camera, più riservata.
    Allineo divanetto e poltroncine, tolgo le chincaglierie dal comò e le lampade dai comodini.

    Ricomincio la divisione dei pani.

    I primi 50 giorni ( che non è tanto) li adagio su poltrone e divano, i secondi 50 giorni intorno intorno al letto (d'altronde il letto non e’ stato l’alcova di T e C?), le impressioni delle forumiste su Asky (Caino d Abele ve lo ricordate), Kakkia e soprattutto Serena da classificare a parte, sui comodini.

    Rifinii il lavoro con delle bacchettine di plastica colorate col dorso alto.

    Alla fine mi sentii soddisfatta come se avessi partorito un best seller.

    Erano venuti fuori 4 bei libroni e non passava giorno che non ne leggessi almeno 2.

    Ma la cosa più divertente è che tutti in famiglia credevano che si trattasse di lavoro e mi compativano pure…”poverina quanto lavora” oppure “ma pure a casa ti riporti il lavoro, ma tu sei proprio scema……”

    E no, le sceme site voi….ahahahahahahahah

    Per uscire dal lungo periodo di stress vissuto decisi di prendermi qualche giorno di ferie.

    Ammetto di essere una patita della tintarella, alla stregua di Tomsito, ed avevo proprio bisogno di colorare un po’ la pelle visto che sembravo Mortisia in un attacco di anemia.

    Non volevo però andare al mare (soldi finiti per la costruzione della casa costata 3 volte di più del budget preventivato) per cui opto per il giardino, nuovo di zecca.

    In verità ci sarebbe anche la piscina di mio fratello che abita proprio vicino a me ma rinuncio perché sento delle voci.

    Vado in giro di perlustrazione per vedere se ci sono ancora gli operai in giro…..oh so’ come le zecche non te li levi mai di torno, devono sempre fa qualcosa (forse è per questo che la casa mi è costata tanto).

    Il campo è libero, mi preparo: costume, accappatoio, crema solare, bibita ghiacciata, frutta ma, soprattutto, il fascicolo dei racconti dal 89° giorno fino all’uscita di Tommy (e’ il mio preferito).

    Pensate che l’avevo letto tante di quelle volte che il punto in cui si gira la pagina si e’ bucato.

    Mi sdraio sul lettino, spalmo la crema e vai…..comincio a leggere.

    Oddio……..la crema che mi era rimasta sulle mani aveva unto il foglio che conteneva il “pianto di Carolina” quando Tommy per consolarla le dice “dai….fai piangere anche me….lo sai che sono sensibile, giuro non ti tratto più male….il bagnoschiuma chi se ne frega………vuol dire che ci laveremo i piedi con il balsamo”.

    OH non sia mai, adesso Tommy si incacchia pure con me.

    Rientro velocemente in casa, mi lavo per bene le mani e riesco.

    Mi sdraio nuovamente e pur di non avere neanche un segnetto bianco sposto il reggiseno al centro verso il capezzolo e la mutanda la restringo a tal punto che penso “cacchio se avessi messo tre foglie della siepe sarei stata più coperta, ma non sia mai avere una striscetta non abbronzata (che poi dove ci dovevo andare con l’abbronzatura quasi integrale……mah misteri della fede).

    Prendo il memoriale e me lo metto davanti per leggerlo….. ma faceva un ombra sulla mia pancia di mezzo chilometro quadrato.

    E adesso come faccio? Pensa e ripensa distendo di lato il braccio con i racconti.

    Non avevo pero’ considerato che dovevo leggere di “sguincio” e con un solo occhio perche’ l’altro, causa sole , ero costretta a chiuderlo.

    Ora voi immaginate la scena. Coperta praticamente con 3 foglie di lauro, braccio teso a lato con i racconti, occhio guercio causa sole, quando…..improvvisamente sento urlare “Signora, signora” ed io “chi cavolo è”.

    Non vedo nessuno ma la voce insistente “SIGNORA sarebbe così gentile di aprirmi il cancello, visto che mi hanno chiuso dentro?”.

    Era il giardiniere di mio fratello che mia cognata, uscendo, si era dimenticata là.

    Ma ora in imbarazzo mi ci trovavo io con il “sepolto vivo” che mi aveva visto in quello stato.

    Come avrei potuto più guardarlo in faccia senza provare vergogna?

    Comunque armata di una buona dose di faccia tosta dissi “Sa ho
    approfittato di questa bella giornata di sole per concedermi un po’ di relax”.

    Temo però che uel poveraccio non mi abbia neanche vista tanto era incavolato.

    Apro quindi il cancello e il poveretto se ne va in un bagno di sudore, sgommando e lasciando 4 cm. di gomma sull’asfalto.

    Vediamo se trovo finalmente un po’ di pace. Mi siedo di spalle al sole, racconti avanti a me posizione ottima, ma le gambe sono in ombra, come faccio?

    Nessun problema. Avete presente Martina, la ballerina di BD quando fa la spaccata frontale? Be’ immaginate la scena con, al posto di Martina, me.
    D'altronde da ragazza sono stata campionessa di ginnastica artistica e la missione non e’ stata impossibile.

    Passo una buona mezz’ora leggendo avidamente la settimana che Tommy è stato senza Carol quando comincio a sentire un leggero formicolio alle gambe.

    Praticamente ero paralizzata. Non riuscivo più a muovermi. Benché mi sforzassi le gambe, ormai completamente addormentate, non rispondevano più ai comandi. Ho dovuto aiutarmi con un colpo secco di bacino.

    Inevitabile il conseguente botto in terra con il coccige dolorante. “Aiuto” grido “aiuto”. L’unico essere a raccogliere il mio SOS è il pastore tedesco di mio fratello che vistami in quella posizione cominciò a guaire in un modo che mi è sembrato dicesse ”guarda stà deficiente come si è ridotta”.


    Passano i giorni e Carola si reca in Sardegna per realizzare il calendario.

    Escono in una settimana tremila giornali che parlano di lei e poi Max.

    Ero fuori al portico con mia sorella e mia nipote Alessia (che adora anche lei i ciccetti) e la pila di giornali a commentare quanto fosse bella Carola quando ci raggiunge il titolare della ditta edile (avete presente le zecche che non se ne vanno mai?)
    e vedendo i giornali comincia a commentare con toni oxfordiani “che bella topa” oppure “ veramente notevole….beata a chi se la …….”.

    A me non sembrava vero trovare qualcuno che non parlasse male di Carola e, confortata dai commenti appena fatti, mi lanciai in una propaganda pro Carol degna del migliore presidente degli States.

    Il tizio mi ascoltava assorto e più parlavo e più lui faceva una faccia strana fino a dichiarare con voce pacata ma convinta “Scusa ma sei gay? Sai ci sono tante donne che pensano di essere normali e vivono anche una vita normale ma poi di colpo scoprono di essere attratte dallo stesso sesso”

    Ragazze ……io non lo so la faccia che ho fatto sicuramente ce l’ho mandato ma poi, di colpo, mi sono ammutolita. Che gli potevo dire?

    …..come spiegare?…..d'altronde neanch’io riesco a spiegare ancora quello che provo, che tutte noi proviamo.
    E’ passato quasi un anno da quella battuta ma ogni volta che ci ripenso, ci sto male.
    Perché gli altri non capiscono?
    E’ possibile che siamo così fuori di testa?
    Allora Tommy c’ha proprio ragione?

    Dedicato con sincero affetto a tutte/i.
    Anthouse3 aka Lorella
     
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