I RACCONTI DI ANTHOUSE

UNA STRANISSIMA GIORNATA

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  1. Anthouse*
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    Negli ultimi tempi (facendo due conti approssimativi praticamente un anno e mezzo) ho un tantino trascurato la mia casa.

    I motivi? il Grande Fratello, il lavoro, il forum ed i traslochi ad esso connessi mi hanno stressato in una maniera che voi non potete neanche immaginare. Facevo appena in tempo ad ambientarmi anche visivamente ad essi che succedeva qualcosa:
    - o il forum spariva e per me diventava una vera tragedia. Sono andata girando nel web come una vagabonda ad elemosinare notizie ed a cercare qualche nick amico che mi potesse dare una mano “senti ma tu sei xxxxx del forum, mi potresti dare qualche mail di qualche moderatore che non ritrovo la via di casa?” Oppure loro “scusa ma tu sei Anthouse del forum?” ed io “no io sono Pierino e sto dietro la lavagna in punizione quindi non posso parlare con nessuno

    - o bisognava traslocare.

    L’ultimo trasloco, per esempio, mi ha dato il colpo di grazia. Tutte quelle immagini, quei colori a cui non ero più abituata mi hanno quasi stordita.

    E poi vogliamo parlare di abbandoni? Riapparizioni? Travestimenti? della serie “carta vince, carta perde” dove sta Diablo, Jenon, Ermes, Piccolo?

    No, per me era veramente troppo, pertanto, ho deciso di staccare un po’ la spina e dedicarmi alla mia casa perché forse ne aveva più bisogno.

    Ho chiamato una donna che non appena si è resa conto del da farsi ha cambiato fisionomia, sembrava fosse stata 10 ore stesa al sole della Sardegna in una giornata ventosa.

    Praticamente era rosso fuoco ed i capelli le erano diventati come quel ragazzo della pubblicità Garnier Fructis style, tenuta forte.

    Dopo questo repentino cambiamento mi ha guardato schifata, mi ha pagato profumatamente, ha guadagnato la via d’uscita ed è corsa via.
    Ed ora che potevo fare da sola?

    La cosa certamente più conveniente era abbattere tutto e ricostruire da capo, sicuramente avrei impiegato meno tempo.

    Che disastro, dovunque cadesse il mio sguardo, qualunque angolo guardassi, l’impressione era sempre quella: una casa bombardata e saccheggiata dagli invasori.

    Ma il dilemma era “dove iniziare”?

    L’ istinto materno mi fa optare per la camera di mio figlio.
    Apro la porta e quello che appare ai miei occhi è il Fortino di “Fort Alamo” che si apprestava a resistere ad un assalto degli Apache (con Pennabianca al comando ahahahaahah):

    - 4 cavetti ben tesi della Play Station pronti a falciarmi le gambe qualora avessi osato oltrepassare la porta

    - Tutti i panni buttati per terra accatastati a montagna come a formare uno scudo impenetrabile

    - Le t-shirt, da una parte, si erano isolate e stavano facendo un torneo a tressette e non vi dico la fila per le iscrizioni, che se dovevo aspettare la finale dovevo ripassare nel 3007

    - Carolina appesa al muro, dentro il pilone dell’acqua, si era messa le mani davanti agli occhi e gridava “que horrrror”

    - Do uno sguardo alla libreria l’unico angolino che sembrava in ordine era quello dove mio figlio conservava i libri di scuola, praticamente dal mese di settembre, non si erano mossi di una virgola e quest’anno ha anche gli esami di maturità.
    Ma io dico quando andavo a scuola io, specialmente l’ultimo anno, i miei libri diventavano una fisarmonica su ogni argomento aggiungevo degli appunti, approfondivo, mio figlio invece non solo non li ha mai aperti ma ho anche il sospetto che qualche argomento sia stato strappato della serie occhio non vede cuore non duole, Incredibile.

    Per la disperazione mi sarei messa a piangere, ma in quel momento vengo richiamata da un ticchettio proveniente dall’armadio.

    Pensando fosse una bomba scorro l’anta pian pianino.

    Al contrario del grande caos che regnava in quella stanza, l’armadio era desolatamente vuoto.

    Davanti ai miei occhi vi era un paesaggio spettrale, quasi lunare.

    Penso “forse c’è stato l’esodo di massa perché temevano l’attacco degli Apache e quelli con le frecce non scherzano”.

    Apro i cassetti, dove normalmente si svolgono incontri di box tra calzini e mutande “lasciami un pò di spazio” “no, noi siamo due sei tu che ti devi stringere che sei sola” e che ti trovo?

    Gli unici 2 calzini supertiti, pure spaiati, uno nero e l’altro bianco della Nike ( bucato) che battevano i denti e si stringevano stretti come i pinguini al Polo Nord per scaldarsi in quel desolato paesaggio siberiano.
    BRRRRR ci avevo i brividi pure io a vederli.

    Maro’ ma come ho fatto a ridurmi così, Caroli’ tu urli “que horrror” ma la colpa è tua bella, tua e di quell’altro paraculetto che sta insieme a te che mi avete fatto perdere quel poco di senno che mi era rimasto.

    Trasferisco i panni in lavanderia. C’era la cesta dei panni puliti che attendevano di essere stirati dall’anno scorso, ricordate? Mi avevano fatto pure la vertenza sindacale e poi c’erano le new entry: i panni sporchi. Praticamente sembrava di essere ripiombata a New York l’11 settembre subito dopo il crollo delle Twin Towers.

    Comincio i lavaggi.....uno....due....tre....quattro.....ecc.ecc...
    La lavatrice per lo sforzo ha avuto 3 attacchi d’asma.
    Ma il vero dramma doveva ancora iniziare.
    Trovare il posto dove allocare tutti quei panni. Dopo aver riempito 2 stendini maxi con bracci, braccetti, corde ecc... e non avendo termosifoni ma riscaldamento a pavimento, accendo a palla, che pure le pareti era diventate rosse per il caldo, e distendo, ben allineati, tutti i panni per terra, come tanti stoccafissi.

    Praticamente ho riempito tutta la taverna (120m.).

    Invece i panni più urgenti li ho asciugati al forno a micro onde ed il jeans, che mio figlio doveva indossare il pomeriggio, al forno ventilato, cottura 180°, 60minuti.

    E’ venuto fuori bello croccantino con una leggera doratura.

    Guardavo tutta orgogliosa il mio puzzle gigante quando suonano alla porta.

    Erano 2 agenti dell’ispettorato urbanistico che mi informavano di una denuncia di abuso edilizio.

    “Ma state scherzando, mi auguro” e loro seri “no non scherziamo per niente è stato presentato un esposto”.

    Praticamente che cosa era successo. Il mio confinante, che sta sempre pensando ai calzettini degli altri e si accorge di quante volte la mosca Rita si e’ poggiata sulla mia finestra, mi aveva denunciato perche’ sosteneva che sul terrazzo era stato realizzato un corpo aggiunto, non previsto nella concessione edilizia che lui conosceva meglio di me.

    Corro al terrazzo per vedere di cosa stesse parlando. Davanti ai miei occhi si prospetta una vera opera d’arte. I ragni, che da sempre ospitavo “gratis”, avevano costruito un vero e proprio castello scozzese.

    Individuo l’origine e la provenienza del manufatto (1400) perché la fattezza della tela del ragno è riconducibile a quell’epoca. Il proprietario, un ragno nobile decaduto, mezzo rincoglionito si era avvalso della fattiva collaborazione del maggiordomo tuttofare rigido come un manico di scopa che si rifiutava di farci entrare per effettuare un sopralluogo.

    Benché mi fossi fatta spedire, via fax, da Tony Blair, un pass il maggiordomo non mi lasciava passare. In mio aiuto sono dovuti accorrere Carlo e Camilla e finalmente si sono aperte le porte del castello.

    Naturalmente al mio braccio c’era Lord Rot. Entriamo e wuaooooooooooo che bello, un vero spettacolo. 36 stanze, camere con letto con baldacchino, affreschi, 3 sale da pranzo, mobili antichi, tele riproducenti gli avi dei ragni ( o ci avevano tutti 8 zampe, ma noi perche’ ce ne abbiamo due?)

    C’erano delle camere in cui le ragne si facevano il bagno in vasche Jacuzzi, la stanza dei ragnetti era piena di giochi, i tendaggi e gli arazzi tutti fatti in casa.

    C’era pure la stanza egli orrori dove c’erano tutti scheletri e le foto delle vittime:Diablo, Jenon, Ermes c’erano pure due che avevo fatto fuori io, avete presente la duchessa di Acquafetente e consorte ecco (lo so Halfmoon che stai predicando ma non me ne importa niente, mettimi pure dietro la lavagna, ma finchè avro’ voce li insulterò a meno che me li trovo davanti e gli suono tante di quelle mazzate da fargli andar via la memoria)

    La visita in quel castello ci aveva spossato (ed a me pure innervosito quando si parla di quelli mmmmmmmmm che nervi) ed orami era mezzogiorno (e noi sappiamo che dalle 12 alle 15 se magna’……. capisci a me) ed il padrone di casa, molto gentilmente, ci invita a rimanere per il pranzo.

    Io non mangio perché ancora devo fare la prova costume, ma lord Rot ha gradito molto le prelibatezze della casa

    - vermicelli in brodo
    - mosche alla cacciatora
    - zanzare scottate al sangue
    - arrosto di calabroni e vespe al flumbé
    - cavallette con pomodorini e rucola

    Non so perché, ma dopo pranzo, Lord Rot, avendo un po’ di pesantezza allo stomaco, ha dovuto prendere un diger selz avrà senz’altro mangiato troppo.

    Invece Camilla s’è scofanata tutto senza fiatare.

    Dopo esserci congedati dal padrone di casa usciamo e……fuori ad attendermi c’erano sempre quelli dell’ispettorato urbanistico.

    Mi intimano di aderire al condono oppure sarebbero stati costretti ad abbattere l’opera abusiva.

    Camilla gli ha anche nitrito, scalciato, ma loro niente, irremovibili pertanto gli comunico

    “Io non aderisco a nessun condono, belli miei, non ce li ho mica due miliardi per pagare tutto, quindi abbattete fra l’altro vedi che ti combinano questi inquilini?

    Tu li ospiti gratis e loro ti mettono pure in mezzo ai guai perché in caso non li hai denunciati alla Questura”.

    Con l’aiuto dei vigili del fuoco e di specialisti accorsi direttamente dagli States, con 10 quintali di materiale esplosivo, posizionato strategicamente, l’opera è stata fatta brillare e il nobile decaduto insieme al maggiordomo da me sfrattati e maltrattati, si sono rifugiati in Svizzera alle dipendenze di Lord Rot che sicuramente li ha assunti per la loro cucina ( ecco perché da mezzogiorno alle tre se’ magna e non sente ragioni. Avete visto che adesso ci ha pure l’avatar che dice “e adesso me te magno ahahahahahahahah”).

    L’altra ragione può essere individuata nel legame affettivo che lo legava alla stanza degli orrori : forse avrà riconosciuto qualche suo avo che ogni tanto riappare come un fantasma?

    Con affetto Anthouse aka Lorella aka Lady Diana aka Pierino aka Cappuccetto rosso
     
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0 replies since 1/5/2007, 18:08   71 views
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