Addio a Roberto Cavalli

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    Addio a Roberto Cavalli,
    lo stilista fiorentino «re dell’animalier» è morto a 83 anni


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    Si è spento a Firenze dopo una lunga malattia. Da sempre ispirato da arte e natura, iniziò negli anni Settanta distinguendosi da subito con quella che sarebbe presto diventata la sua signature: stampe e fantasie ispirate al mondo animale e selvaggio. Proprio quelle con cui Roberto Cavalli, più di tutti, è riuscito a rendere felina la donna

    DI FEDERICA CAIAZZO

    Ha fatto delle stampe animalier la sua firma più distintiva: il mondo della moda dice addio a Roberto Cavalli, lo storico stilista e fondatore della sua omonima casa di moda, morto oggi a 83 anni, dopo una lunga malattia. Accanto a lui nelle ultime ore, come negli ultimi quindici anni, la compagna Sandra Bergman Nilsonn. Lascia sei figli, l'ultimo Giorgio - chiamato come il padre, ucciso dai nazisti nel 1944, era nato nel marzo 2023. «Io avevo due anni», aveva detto lo stilista. «Non ho parlato fino a 18. Però la vita è stata generosa con me, mi ha ricompensato di tutto».

    Nato il 15 novembre 1940 a Firenze, Cavalli si approcciò al mondo dell’arte sin da bambino grazie alla passione del nonno Giuseppe Rossi: dipingere. Quest’ultimo, noto macchiaiolo che espose i suoi dipinti al museo degli Uffizi di Firenze, avrebbe in seguito ispirato quella ricerca artistica che ha poi costantemente caratterizzato il lavoro stilistico del nipote. Roberto Cavalli frequentò infatti l’Accademia di Belle Arti, per poi avvicinarsi in seguito a tecnologie avanguardistiche che avrebbe adottato per la realizzazione dei suoi abiti. Prima tra tutte una specifica tipologia di stampa su pelle, che brevettò negli anni Sessanta e che gli consentì di attirare l’attenzione, oltre che la curiosità, di grandi case di moda come Hermès e Pierre Cardin.

    A trent'anni, il grande salto: alla sua prima collezione presentata a Parigi nel 1970, fece seguito una sfilata nella storica Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze, per poi aprire nel 1972 la sua prima boutique monomarca a Saint-Tropez. Prima l’estero, poi l’Italia: dopo la boutique a Saint Barth, nei Caraibi, giunse la prima apertura italiana a Venezia nel 1996. Soltanto a ottobre 2000 inaugurò poi la sua prima boutique a Milano. Il nuovo millennio non segnò però solo il debutto milanese in Via della Spiga: nello stesso anno Roberto Cavalli lanciò la linea bambino e il marchio Just Cavalli, entrambi nel 2000.

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    Di nuovo indietro nel tempo, siamo nel 1980: è questo l’anno in cui Roberto Cavalli convola a seconde nozze (dopo dieci anni di matrimonio con Silvanella Giannoni) con la modella Eva Düringer, che nel 1977 aveva raggiunto la notorietà vincendo il concorso di bellezza Miss Austria e arrivando seconda a Miss Universo nello stesso anno. Compagna di vita, ma anche di business: dopo il matrimonio, Eva Düringer lascia la carriera di modella per diventare fidata collaboratrice del marito.

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    A Roberto Cavalli va il merito di aver reso felina la donna, definendone la sensualità femminile attraverso stampe e fantasie ispirate al mondo animale e selvaggio. Proprio quelle che gli hanno tributato, nel 2010, il titolo di «re dell’animalier» da parte di The New York Times. Venerato da grandi celebrità come Naomi Campbell, Taylor Swift e Heidi Klum, del lavoro di Roberto Cavalli è stato di gande ispirazione anche il suo approccio al denim, materiale rivoluzionato già a partire dal 1993 introducendo tecniche di lavorazione che gli conferivano un effetto vissuto pur conservandone lo status di prodotto di lusso.

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    L’eredità stilistica di Roberto Cavalli prosegue: la sua casa di moda è diretta oggi da Fausto Puglisi, lo stilista messinese voluto alle redini creative del brand nell’ottobre 2020. Prima di lui, la casa di moda ha annoverato anche la cifra stilistica di Yvan Mispelaere, Peter Dundas e Paul Surridge. Un susseguirsi di nomi autorevoli che solo con Fausto Puglisi sembrerebbe aver portato però il marchio a una ritrovata stabilità nel percepito e nell’estetica: sempre e solo nel segno unico e insostituibile delle iconiche stampe del «re dell’animalier».

    DA : www.vanityfair.it/article/roberto-cavalli-morto-re-animalier
     
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