IL PRESEPE NEL MONDO

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    Presepe nel mondo: tradizioni diverse che non sai

    La magia del presepe torna ad affascinarci ogni anno. Tradizione e innovazioni sorprendenti, usanze che affondano le loro radici nella notte dei tempi e vere stranezze. Scopriamo insieme il presepe nel mondo e le sue curiosità.

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    Il presepe nel mondo è una tradizione antica e preziosa, che ogni anno, a Natale, si rinnova. Si tratta della rappresentazione della Natività di Nostro Signore, e ha avuto origine proprio nel nostro paese, in epoca medievale. Sebbene le figure principali e indispensabili per allestirlo siano la Madonna, San Giuseppe, il bue e l’asinello, oltre naturalmente a Gesù Bambino, che viene posto nella mangiatoia la notte di Natale, e ai Re Magi, che giungono il giorno dell’Epifania, fin dalle sue origini il presepe si è arricchito di molti altri personaggi. In particolare pastori, con le loro pecore, richiamati dall’angelo e giunti ad adorare il Santo Bambino, e poi contadini, che portavano i loro umili doni. Col passare dei secoli, e con lo svilupparsi di tradizioni presepiali sempre più accurate, il presepe è diventa una ricostruzione plastica via via più ricca a accurata. Basti pensare al sontuoso presepe napoletano, nato intorno al 1700, che vanta un numero impressionante di personaggi ormai codificati, ciascuno dei quali investito di un ben preciso valore simbolico. Ma in realtà tutte le tradizioni locali si sono differenziate nel tempo. Oggi l’usanza di allestire il presepe non è diffusa solo nel nostro paese, ma in tutto il mondo cattolico. Ed è proprio sulle particolarità che differenziano le varie tradizioni in Italia e il presepe nel mondo che vorremmo soffermarci.
    Il presepe napoletano

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    Abbiamo già accennato all’importanza del presepe napoletano nell’affermarsi di questa tradizione. Non si tratta di una ricostruzione storica della nascita di Gesù. Infatti lo scenario utilizzato non è la Palestina dell’anno 0, bensì la Napoli del Settecento, con quadri di vita cittadina, o in alternativa un paesaggio montano, che rievoca un borgo, ma sempre con personaggi in abiti settecenteschi. Se inizialmente il presepe napoletano era una prerogativa delle famiglie nobili, è pur vero che fin dall’inizio questa tradizione attinse i propri modelli logistici e soprattutto umani, dalla gente del popolo. Per questo il presepe napoletano, o’ Presebbio, unisce spiritualità e realismo, sacro e profano, mettendo in scena personaggi umili, poveri, perfino deformi, in un teatro dove la componente umana emerge e, a tratti, prevale sulla componente religiosa. Il presepe napoletano è formato da due blocchi distinti, il Mistero e il Diversorio. Il primo è rappresentato dalla capanna, o dalla stalla, o ancora dalla grotta in cui Gesù nasce, e i personaggi che lo popolano sono la Sacra Famiglia, il bue, l’asino, gli angeli. Il Diversorio, invece, è un mondo vasto in cui si muovono pastori e contadini, venditori e zingari, pescivendoli e giocatori d’azzardo. Ci sono locande, bancarelle, botteghe, animali, carretti, spesso anche spaccati di case, cucine, stanze, che rivelano i dettagli di una vita minuta. Il presepe napoletano si caratterizza anche per alcuni personaggi divenuti canonici, ciascuno dei quali incarna un simbolo ben preciso:

    Benino, il pastore che sogna il Presepe;
    Il pescatore, che pesca le anime;
    Il venditore di vino, che simboleggia l’Eucarestia;
    Cicci Bacco, derivazione pagano del dio del vino e dell’ebbrezza;
    Zi’ Vicienzo e zi’ Pascale, ovvero il Carnevale e la Morte;
    La zingara, che prevede il futuro e con esso la passione di Gesù;

    per citarne solo alcuni.


    Anche i venditori di cibo, in numero di dodici, simboleggiano i mesi dell’anno: il macellaio rappresenta Gennaio; il venditore di formaggio Febbraio; quello di polli Marzo, e così via.

    Ancora, i luoghi del presepe napoletano hanno una forte valenza simbolica: il fiume lo scorrere del tempo e la barriera tra la vita e la morte, l’osteria il peccato, il pozzo la comunicazione tra sopra e sotto, cielo e terra.


    Il presepe piemontese

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    Uno dei protagonisti del presepe piemontese è Gelindo, un pastore burbero e un po’ pasticcione, ma buono e generoso al punto da cedere la propria capanna a Giuseppe e Maria perché possano trovarvi rifugio. Si tratta di una maschera, protagonista anche di un antico testo teatrale, primo testimone del miracolo della Natività e simbolo di come Gesù, fin dall’istante della propria nascita, ha preferito rivelarsi a uomini semplici e umili. Gelindo viene di solito raffigurato con abiti tipici del Monferrato, mente suona la zampogna o porta una pecora sulle spalle. A volte al suo fianco ci sono anche la moglie Alinda, la figlia Aurelia e il servitore Maffeo.

    Il presepe siciliano

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    Anche il presepe siciliano ha i suoi personaggi caratteristici. Ricordiamo che la tradizione del presepe è molto amata e diffusa in Sicilia. Il primo presepe documentato risale al 1494, a Termini Imerese, ma per molto tempo la realizzazione di raffigurazioni della Natività rimasero appannaggio dei luoghi di culto, prima, e successivamente delle famiglie nobili, che amavano arricchire la propria casa con altarini privati. Questa ‘moda’ veniva da Napoli, così come molte delle influenze del presepe siciliano sono evidentemente derivate da quello partenopeo. Gli scenari riprodotti nei vecchi presepi siciliani erano rovine classiche e paesaggi bucolici. Trapani divenne la capitale dell’arte presepiale siciliana, ma anche Caltagirone ospitò molti maestri prestigiosi, dal 1700 in poi.
    Due personaggi tipici del presepe siciliano sono Sbaundatu, o scantatu ra stidda, e Zu Innaru (Zio Gennaio o Gennaietto). Il primo è un pastore che guarda a bocca aperta la Stella cometa, pieno di stupore e meraviglia, e a volte la indica col dito, il secondo un vecchio pastore infreddolito seduto accanto a un fuoco acceso, con il quale si scalda e che offre anche a Giuseppe e Maria per riscaldare il piccolo Gesù. Un altro personaggio ricorrente è Susi Pasturi, il pastore addormentato (susirisi in siciliano significa lo svegliarsi)

    Il presepe galleggiante di Cesenatico


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    Cesenatico vanta un presepe molto particolare, non tanto per la presenza di personaggi unici, ma perché esso è interamente realizzato sulle storiche barche da pesca ormeggiate nel porto-canale. Tutte le statue di questo presepe unico nel suo genere sono realizzate a grandezza naturale da artisti del luogo e rappresentano una comunità di pescatori che assiste alla nascita miracolosa di Gesù.


    Il presepe catalano

    Spostandoci fuori dall’Italia, e andando alla scoperta del presepe nel mondo, scopriamo che nel presepe catalano c’è una statua un po’ insolita.
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    Statuina del Presepe Catalano
    “il Caganer”

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    Si tratta di un omino abbigliato con il costume tipico catalano e un berrettino in testa, che, con i pantaloni calati, è intento a espletare le sue funzioni corporali.
    Ma cosa porta gli amanti del presepe catalani a porre un simile personaggio nella ricostruzione della Natività? Addirittura, a dargli una posizione centrale, perché se è vero che spesso esso viene situato in un angolo, altrettanto spesso viene posizionato proprio in bella vista! Questo personaggio si chiama Caganer, cacanero. Si tratta di un pastore intento a defecare, e per i catalani è simbolo di fortuna, allegria e prosperità. Guai a non metterlo nel presepe! Porterebbe sfortuna per tutto l’anno a venire.

    Il presepe in Sud America

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    A proposito di presenze insolite nel presepe nel mondo, anche in Perù ci sono dei personaggi, se così si può dire, che non è possibile trovare in nessun altro paese del mondo. Per esempio, al posto del bue e dell’asinello tradizionali, nella capanna con la Sacra Famiglia ci sono una pecora e un lama!
    Proprio così, il lanuto animale tipico delle Andre riscalda il Bambinello al posto del più canonico asino. D’altra parte i presepi peruviani sono molto belli, coloratissimi, grazie ai personaggi abbigliati con i variopinti costumi tradizionali. Molto spesso il presepe viene allestito all’interno di una zucca svuotata, intagliata e dipinta con decori natalizi, altre volte su piccole canoe. In alternativa i presepi vengono allestiti all’aperto e ornati di piante grasse. Spesso i presepi Sud americani uniscono suggestioni cattoliche con reminiscenze pagane e folkloristiche.

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    In Brasile il presepe venne introdotto dai conquistadores, e inizialmente era costruito secondo lo stile spagnolo o portoghese, ma ben presto si arricchì di contaminazioni indigene, e si popolò di personaggi mitologici, come il genio maligno e la mula senza testa. In Equador e Bolivia i presepi vengono allestiti su più piani e anche qui cristianità e paganesimo si mescolano in una visione che mostra sia la Natività, sia elementi dei culti pagani locali. In Paraguay non fare il presepe in casa porta sfortuna, per cui tutti lo fanno: si dispongono chicchi di riso su una tavola umida e quando il riso germoglia viene creato un paesaggio con sassi, animali di bambagia, cocci di vetro colorato. Tutt’intorno si dispongono cocomeri, meloni, fiori di cocco e ananas. In Messico le statuine sono bianche e oro, ornate riccamente con copricapi tradizionali, fiori e spilloni che rappresentano le spine dei peccati.

    Il presepe polacco

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    Il presepe polacco o szopka è molto diverso da quello che conosciamo noi, e rappresenta una tradizione molto importante per il paese. I polacchi non ricostruiscono la Natività ponendola su uno scenario naturalistico, ma realizzano complesse architetture in carta stagnola coloratissima.
    Di solito il centro del presepe è una cattedrale, ma possono esserci anche molti altri edifici dalla struttura complicata e che in certi casi raggiungono anche diversi metri di altezza. La realizzazione di questi presepi è una passione per molti polacchi, e coinvolge spesso tutti i membri della famiglia, con tecniche che si tramandano di generazione in generazione.


    Il presepe provenzale

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    Il presepe provenzale non rispetta certo l’ambientazione canonica che ci si aspetterebbe dalla Natività. Come nel presepe napoletano o siciliano, infatti, imita paesaggi e forme architettoniche tipiche del territorio.

    Inoltre c’è una cura particolare nella realizzazione delle statuine, i cosiddetti santons. Il Syndicat National des Santonniers, con sede a Marsiglia è un organismo di rappresentanza che raccoglie e tutela i fabbricanti di statuine per presepe provenzali, i santonniers.
    I santons vengono costruiti in argilla e non rappresentano solo i personaggi tipici del presepe, ma anche figure tipiche del folklore provenzale, come zingari, zampognari, e così via. Tra fine novembre e sino all’Epifania in diverse città della Provenza si tengono delle fiere dedicate ai santons: le foires aux santons. Marsiglia ospita la più antica e spettacolare di queste fiere. I santons hanno preso piede in Francia durante la Rivoluzione, quando i luoghi di culto venivano chiusi, e restava solo la propria casa per manifestare la devozione della famiglia.

    Il presepe africano



    I primi missionari inviati a evangelizzare l’Africa cercarono di introdurre, tra le altre forme devozionali, anche il presepe. Ma non era facile convincere gli indigeni locali che quelle figure in gesso, tutte bianche, rappresentassero Gesù e la Sacra Famiglia.

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    Successivamente, quando anche in Africa iniziarono a produrre presepi, le figurine venivano spesso plasmate nella creta, scolpite nell’ebano o colate nel bronzo, mentre Gesù era fatto d’avorio, in modo da risaltare il più possibile. Naturalmente anche l’aspetto delle statuine si rifaceva a uomini e usanze locali. I Re Magi erano realizzati a immagine e somiglianza delle eminenze locali, come il capo-villaggio, i pastori portavano strumenti musicali e utensili del posto. Gli animali tipici del presepe europeo venivano sostituiti con quelli presenti nella savana.

    Il presepe in Asia

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    Anche in Asia furono i missionari a introdurre la rappresentazione presepiale, con alterne fortune. I materiali e anche le caratteristiche dei personaggi e degli animali dipendono dalle zone. I primi presepi asiatici venivano costruiti in legno e bambù, e le statuine avevano tratti somatici orientali.

    Fonte foto dall'web
     
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