Sincerità e bugie

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    Essere sinceri è uno stile di vita

    Per mettere in pratica la sincerità verso gli altri è necessario esserlo innanzitutto con noi stessi. Avere chiaro ciò che vogliamo o meno ci farà risparmiare tempo, evitandoci di cadere in situazioni fortemente logoranti ed emotivamente costose. L'onestà, dunque, dovrebbe essere uno stile di vita.


    Essere sinceri ci fa risparmiare tempo e ripulisce le relazioni. Fare un buon uso dell’onestà e dell’integrità verso se stessi, mettendo in chiaro ciò che permettiamo e ciò che invece non vogliamo accada, ciò che è corretto e ciò che non lo è, rende più facile la convivenza ed evita situazioni imbarazzanti e affatto positive. Tuttavia, non è così semplice fare uso della sincerità.

    Confucio diceva che la persona sincera e che dice sempre la verità ha già costruito il cammino verso il cielo. Eppure, ammettiamolo: molti di noi sono stati educati per essere corretti in ogni circostanza, per mantenere quell’attento rispetto verso gli altri. Spesso facciamo delle piccole bugie le nostre ancore di salvezza, per paura di essere rifiutati o additati.

    Diciamo di sì a quella festa con i colleghi di lavoro per non essere da meno. Manteniamo amicizie che sono ormai scadute emotivamente da anni per paura di ferire l’altra persona. Sosteniamo il nostro partner in determinate decisioni pur sapendo che non sono quelle giuste e lo facciamo per non spegnere l’entusiasmo di qualcuno che amiamo.
    Sono numerose le situazioni che si presentano in cui scegliamo di dire una mezza bugia o quella mezza verità che -seppur mossa da buone intenzioni- può attrarre, a lungo andare, situazioni tutt’altro che vantaggiose. Essere sinceri (ma senza mettere in pratica il sincericidio) dovrebbe essere quell’ingranaggio ricorrente nel nostro stesso Io con cui costruire una realtà più sana per tutti.


    Essere sinceri con noi stessi

    Niente può racchiudere tanta armonia come mettere in pratica quella forma di comunicazione trasparente in cui lasciar cadere corazze, falsità, paure e condiscendenze. C’è chi si vanta di essere sempre corretto e rispettoso, quando in realtà è un esperto nell’arte dell’ipocrisia: finge cioè sentimenti, comportamenti o idee contrarie a quelli che pensa o prova davvero.

    Sono in tanti ad andare in giro per il mondo senza una linea da seguire. Coloro che pensano una cosa e ne dicono un’altra, coloro che sentono una specifica realtà e finiscono per comportarsi in modo opposto. Vivere dimenticando certi pensieri, desideri, azioni e comunicazione genera un profondo malessere e può favorire alla lunga situazioni che causano profonda infelicità.

    Studi di ricerca come quello condotto dall’Università del Sud della Danimarca, guidato dal dottor Stephen Rosenbaum, fanno chiarezza: l’onestà dovrebbe essere una regola nella nostra società. Fare uso della sincerità fa risparmiare in costi di tutti i tipi: emotivi, relazionali, lavorativi, e così via. Si tratta di un principio di benessere per noi stessi e per gli altri. Ma come si fa a praticare l’onestà? Come si inizia a farne un buon uso? Ecco alcuni trucchi.

    Iniziare a essere sinceri con se stessi

    Ci sono voci interiori che rafforzano le nostre paure (di’ questo al tuo capo, alla tua amica, a tuo padre o si arrabbieranno con te). Esistono difese che ergono vere e proprie barricate che ci impediscono di dire e di fare ciò che vogliamo davvero. Tutti questi universi psicologici interiori non solo ci impediscono di essere autentici, ma rendono anche difficile la nostra crescita.

    Dobbiamo averlo ben chiaro in mente: chiunque voglia essere sincero con gli altri deve prima esserlo con se stesso. E questo richiede di allenare il dialogo interiore, in modo sincero e coraggioso, laddove ci chiediamo cosa vogliamo e di cosa abbiamo bisogno.

    Le bugie o la mancanza di onestà rendono prigionieri dell’infelicità

    Essere sinceri ci fa risparmiare tempo prezioso. Ci evita, per esempio, di dedicare tempo e sforzi a persone, attività o dimensioni che ci allontanano dai nostri desideri o valori. Se fossimo capaci di mettere in pratica la vera onestà, guadagneremmo in termini di fiducia gli uni negli altri, perché nulla fa bene quanto poter contare su quel consiglio o su quel commento da parte di qualcuno che, lungi dal cercare di essere accondiscendente o fare una buona impressione, rischia parlandoci dal profondo del cuore.

    Ma c’è un altro aspetto da tenere a mente. La mancanza di sincerità ci porta a pronunciare bugie che in poco tempo ne richiedono altre più grandi affinché il castello di sabbia si regga in piedi. Lo sforzo psicologico per evitare il crollo di tanta falsità è immenso e, in poco tempo, ci accorgiamo che quella pratica non è utile, né logica, né sana.
    Essere sinceri è un atto di coraggio con grandi benefici: mettetela in pratica e il vostro mondo cambierà!

    Po Bronson e Ashley Merryman, due psicologi esperti in educazione infantile, indicano nel loro libro che i bambini mentono ai propri genitori più spesso di quanto non si pensi, per un motivo molto elementare: scelgono di ricorrere alle bugie per far felici i propri genitori e per non deludere le aspettative che hanno su di loro. Pensano che potrebbero deluderli se dicessero loro quello che provano davvero.

    In un certo senso, è in questo modo che ha inizio quel bisogno frequente di non essere sempre del tutto sinceri. Temiamo di poter deludere, ci fa paura non essere come gli altri pensano, ci spaventa mettere delle distanze o perdere determinati rapporti. Tuttavia, è bene tenere a mente che agendo in questo modo in realtà tradiamo noi stessi.

    Essere sinceri può avere sull’altro un certo impatto o generare sorpresa. Tuttavia, alla lunga impedisce di creare contesti più limpidi, felici e significativi, condividendo la vita con qualcuno a cui teniamo. Pratichiamo, dunque, l’onestà.


    Bugie bianche, compulsive e patologiche

    Conoscete la differenza tra bugie bianche, compulsive e patologiche? Perché giustifichiamo alcune e condanniamo le altre? Scoprire il bugiardo che è in noi ci aiuta a capire chi siamo.

    Poche cose seminano sfiducia come le bugie. Se chiedete in giro, probabilmente vi risponderanno che nessuno vuole stare in compagnia di un bugiardo. in realtà, però, in ambito sociale esistono delle bugie ​​giustificate, le cosiddette bugie bianche che quasi tutti, in una certa misura, usiamo.

    Uno studio condotto dall’Università del Massachusetts ha rivelato che per il 60% degli adulti non è possibile avere una conversazione di dieci minuti senza dire una bugia. Questo solo nel caso in cui i due interlocutori si conoscano già; se è la prima volta che si parlano, invece, la media ammonta a tre bugie nei primi dieci minuti.

    A quanto pare, una delle verità più scomode esistenti è che l’essere umano mente quasi fin dalla nascita. Questo studio è stato condotto prima della diffusione dei social network. Facebook e Twitter, probabilmente, avranno già fatto aumentare le percentuali, dato che forniscono degli scenari in cui le opportunità di mentire sono molto più ampie, così come la loro diffusione.

    Anche se in molti pensano che i social media siano i primi responsabili nella diffusione delle bugie, la verità è che svolgono semplicemente il ruolo di cassa di risonanza della predisposizione umana alla menzogna. E voi, che tipo di bugie raccontate? Bugie bianche, compulsive o patologiche?

    Bugie bianche

    Fin da quando imparano a parlare, i bambini iniziano a usare le parole per mentire. Si inizia con le bugie più semplici, che vengono pronunciate tra i 2-3 anni, per arrivare ai 3-4 anni con l’elaborazione di bugie più sofisticate. Nella psicologia dello sviluppo tutto questo, sebbene possa apparire una contraddizione, è riconosciuto come un segno di intelligenza sociale.

    I bambini, e anche molti adulti, gestiscono in modo del tutto naturale le bugie bianche, considerate del tutto innocue e volte soprattutto a salvaguardare i propri sentimenti e quelli altrui. Diciamo che potrebbero essere considerate come una sorta di lubrificante sociale.

    Verità e bugie

    A quanto pare, non è il dire la verità o una bugia a renderci diversi in quanto esseri umani. È piuttosto il grado e il tipo di bugia che utilizziamo più spesso a distinguerci davvero l’uno dall’altro. Dal semplice “sto bene”, quando in realtà stiamo malissimo, a inventare una scusa per giustificare un ritardo, fino alla menzogna più crudele e interessata; esiste un un ampio spettro con più livelli e tipi di bugie.

    Pare che sia proprio la necessità di soddisfare le aspettative altrui a spingere l’essere umano a mentire. Inoltre, viviamo, cresciamo e veniamo educati nella contraddizione più pura. Ai bambini viene detto di non mentire, ma poi gli viene chiesto di simulare la sorpresa all’apertura del regalo di compleanno fatto dalla nonna, anche se non piace.

    La società intera crollerebbe se non potessimo fidarci l’uno dell’altro, ma allo stesso tempo, probabilmente, non reggerebbe neanche se tutti dicessimo sempre la verità.

    Le bugie compulsive

    Ci sono persone che, a prescindere dall’uso delle bugie bianche, adornano le proprie vite con una serie infinita di aneddoti, fatti o storie inventate o alterate in qualche modo, e che dunque non corrispondono affatto alla realtà.

    Sono persone diventate ormai dipendenti dalle loro storie fantastiche e che soffrono di una profonda insicurezza. Generalmente, le uniche persone ferite da questo tipo di bugie sono proprio loro. Vengono definiti bugiardi compulsivi.

    Bugie patologiche, molto diverse dalle bugie bianche

    Il bugiardo patologico comincia sempre più a essere considerato una razza a parte. Fredde e calcolatrici, le loro bugie contengono obiettivi e interessi specifici, di solito egoistici. Sono bugie manipolative e astute. Queste forme di menzogne, a differenza delle bugie ​​bianche, sono usate da persone che basano la propria vita su di esse; le loro falsità condizionano negativamente le vite degli altri, causano danni profondi alle loro vittime.

    Grazie ad alcuni studi, sappiamo che i bugiardi patologici possiedono più sostanza bianca nell’area prefrontale del cervello. In termini generali, la sostanza bianca è associata a connessioni più veloci, a un maggiore flusso di pensiero e a una maggiore fluidità verbale. Questi individui, inoltre, presentano problemi di empatia e poca attività nelle aree responsabili delle emozioni.

    Infine, nessuno si sente a proprio agio nel dire una bugia, o quantomeno alla maggior parte di noi non piace affatto mentire. Utilizziamo le bugie bianche per proteggerci e proteggere gli altri. O, almeno, è quello che vogliamo credere. In fin dei conti, lasciando da parte dogmi e massime morali, ciascuno è tenuto ad affrontare in privato la propria riflessione sulla verità, e optare per una via o per l’altra in funzione delle circostanze.

    Bugie e falsità: due cose insopportabili


    Se c’è qualcosa che dà veramente fastidio, di sicuro sono le bugie e la falsità. Entrambe sono in grado di distruggere tutto, di devastare i boschi più rigogliosi e di far cadere anche le torri più alte.

    L’aspetto più triste dell’ipocrisia e dell’inganno è che spesso non provengono dai nostri nemici o da persone sconosciute. E come c’è da aspettarsi, questo fa male. Quando veniamo ingannati, la cosa peggiore non sono le bugie in sé, ma tutto quello che comportano.

    Una sola bugia cambia tutto

    Le bugie e la falsità sono, in gran misura, una questione di abitudine. Ci sono molte persone abili nell’arte della menzogna, in grado di ingannare chiunque in modo davvero sorprendente.

    Come tutti sapete, mentire abitualmente può diventare un problema psicologico serio. Le persone false vendono fumo a qualsiasi prezzo pur di trarne qualche beneficio personale o, cosa ben peggiore, con il semplice fine di ingannare gli altri.

    Altre volte, le bugie possono essere “giustificate” come un errore nell’azione, ma non nell’intenzione. Sono le cosiddette “bugie bianche”, pronunciate nella convinzione che la verità possa far più male della bugia stessa.

    C’è chi sostiene che qualsiasi menzogna sia il risultato di rapporti negativi, ma di certo l’essere umano, a volte, non riesce a vedere altre sfumature oltre al bianco e al nero.

    Con il tempo, tutto viene a galla

    Le bugie e l’inganno hanno sempre una data di scadenza, infatti hanno bisogno di molte circostanze per stare in piedi. Alla fine, però, si entra in un circolo di enormi dimensioni che il bugiardo non è più in grado di gestire.
    Tuttavia, anche se è molto difficile che una bugia duri nel tempo, è normale che gli altri riescano ad ingannarci a lungo. Magari abbiamo davanti molti indizi, ma la cosa più probabile è che i vincoli e i legami affettivi ci rendano ciechi di fronte alla verità.

    Le bugie e la falsità: due ferite profonde nell’anima

    Tradire le persone che ci amano è uno dei gesti più terribili che passa fare l’essere umano. È difficile imporsi sulla scoperta di una bugia perché l’inganno in sé ha la capacità di distruggere completamente il nostro mondo.

    Una persona tradita è più di una persona ferita. È una persona che ha perso il suo nord, che ha perso la bussola, che non capisce, che prova una tremenda confusione, che deve demolire il suo rifugio, che non sa più dove riporre i suoi sentimenti e che si considera profondamente stupida.

    È qualcuno che gira scoperto, che viene messo a nudo e si sente ridicolo. Qualcuno che deve imparare da zero, che deve ricostruire le sue mura, che deve ricominciare a camminare e tappare i buchi. È qualcuno che, pur essendo ferito a morte, deve rianimarsi e non sa come fare.

    Guarire le ferite causate dal tradimento

    Con il passare del tempo, è molto probabile che la rabbia e l’impotenza iniziali si trasformino in dolore per tutto ciò che è andato perduto, che si è rotto, che è sfumato. Ed è proprio in quei momenti che si può ricominciare a guarire le ferite del tradimento e a valorizzare meglio la lealtà.

    Superare un tradimento richiede tempo e per riuscirci, bisogna prima perdonare se stessi e smettere di torturarsi per qualcosa che si pensava di poter evitare, ma che è successo. In questo modo, sarà più facile raggiungere la pace col mondo e tornare ad avere fiducia negli altri.


    Se nella vostra vita vi hanno mentito e fatto del male, non punitevi pensando che tutte le persone si comporteranno allo stesso modo, altrimenti sarebbe come pensare che, perché una volta avete vinto la lotteria, allora vincerete ogni volta che comprate un biglietto.



    Fonte


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    PERCHÈ MENTIAMO?





    Sappiamo che le bugie non vanno dette e che mentire non è eticamente corretto. Allora perché mentiamo?


    Mentire è parte integrante della condizione umana. Anche chi dice di essere sempre onesto, in realtà non può dire di essere sempre stato totalmente sincero.


    Secondo l’accezione comune, si parla di menzogna quando una persona intende trarre in inganno un’altra deliberatamente. La bugia sarebbe quindi un’affermazione contraria alla verità e detta consapevolmente, spesso motivata dall’interesse personale.

    QUANDO IMPARIAMO A MENTIRE

    Ben presto durante la crescita, capiamo che mentire può evitarci un castigo, cancellare una colpa, mantenere la stima di sé e affermare la propria indipendenza. Tutto questo ci fa capire da bambini che abbiamo una nostra identità e una nostra mente, facendoci percepire come un individuo a tutto tondo.


    Perciò imparare a mentire sembra essere un passaggio evolutivo importante perché indica che il bambino si è costruito un proprio spazio interno, sottratto allo sguardo dell’altro.
    La bugia e la menzogna, così come il segreto che ne è spesso conseguenza, diventano quindi un fattore essenziale per la costruzione e la tutela dell’identità personale.


    Ecco perché già a 4 anni, se non prima, i bambini iniziano ad ingannare gli altri in modo consapevole. A 6 anni si impara ad immedesimarsi nell’altro e a comprendere che non tutti hanno le stesse idee e punti di vista.


    Questo permette di iniziare a mentire sui propri stati d’animo e sulle proprie intenzioni.


    Crescendo e diventando adolescenti, si diventa estremamente abili nel simulare la verità e si inizia a pensare che non sempre mentire sia qualcosa di sbagliato.


    Il tempo fa diventare più flessibili e fa convincere che la menzogna non sia sempre sbagliata ma che dipenda della situazione.

    SE MENTIRE DIVENTA L’ABITUDINE

    Ci sono casi in cui mentire diventa un’abitudine incontrollata e la bugia una risposta automatica a qualsiasi domanda.


    C’è però un’importante distinzione da fare tra bugiardo compulsivo e bugiardo patologico:

    bugiardo compulsivo: chi mente per abitudine. La bugia compulsiva in genere si sviluppa nell’infanzia e in ambienti familiari in cui la menzogna è necessaria. Il bugiardo compulsivo non mente quindi per raggiungere uno scopo specifico ma solo per abitudine e soprattutto perché mentire lo fare stare meglio dell’essere sincero. Generalmente, il bugiardo compulsivo ha appreso questo stile durante l’infanzia dove, nel proprio ambiente di vita, di solito in famiglia, la bugia era continuamente necessaria.

    bugiardo patologico: chi mente costantemente per ottenere qualcosa, senza alcuna remora per gli effetti della sua azione. Si tratta di persone spesso manipolative ed autocentrate. Il bugiardo patologico, infatti, presenta delle problematiche di personalità profonde, spesso di natura narcisistica, che fanno si che l’individuo trovi sempre dentro di sé una ragione plausibile per mentire e per raggiungere i suoi scopi.

    È POSSIBILE RICONOSCERE UN BUGIARDO?

    Non esiste un metodo per riconoscere con certezza se chi ci sta di fronte sta mentendo. Basti pensare che lo psicologo Aldert Vrij, dell’Università di Portsmouth (UK), ha scoperto che in media le persone riconoscono una bugia solo nel 56,6% dei casi.


    Tuttavia esistono dei comportamenti che possono essere considerati indizi utili.


    Si può, infatti, tentare di riconoscere i segni dello sforzo che il bugiardo fa per nascondere la verità.

    Ecco, secondo lo psicologo inglese Richard Wiseman, i 5 segnali di nervosismo a cui occorre prestare attenzione:


    1. IMPERSONALE: i bugiardi si inventano storie mai accadute, di conseguenza tendono a prendere le distanze dalla bugia e a riferirsi di rado a se stessi, utilizzando un linguaggio impersonale. Usano quindi più raramente parole come “io” e “mio” o nomi propri rispetto a “suo” e “sua”.


    2. GESTI: poiché mentire è impegnativo, i bugiardi hanno bisogno di concentrarsi e di conseguenza tendono a non muovere troppo le braccia o le gambe e a gesticolare poco.


    3. INTERCALARE: i bugiardi sono spesso più esitanti rispetto a chi dice la verità e tendono ad inciampare nelle parole, confondere i termini o ad usare intercalari come “mmm…” o “eee…”.


    4. PAUSE: poiché devono pensare a che cosa dire prima di parlare, i bugiardi tendono a impiegare più tempo a rispondere.


    5. DOMANDE: i bugiardi normalmente appaiono anche più evasivi, poiché evitano il più possibile di rispondere alle domande in modo esauriente, magari cambiando argomento o ponendo quesiti a loro volta.


    Insomma, tutti mentono. Ma attenzione perché, come scriveva Aristotele, “la punizione dei bugiardi è non essere creduti, anche quando dicono la verità.”

    Paola Fumagalli

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