PERCHE’ IL NATALE ORTODOSSO SI FESTEGGIA IL 7 GENNAIO

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    PERCHE’ IL NATALE ORTODOSSO SI FESTEGGIA IL 7 GENNAIO


    È una questione di calendario differente, non una volontà scismatica. Cambiano anche le tradizioni e il modo di festeggiare. Ecco come



    È una questione di calendario differente, non una volontà scismatica. Cambiano anche le tradizioni e il modo di festeggiare. Ecco come

    Il 7 gennaio è il giorno di Natale per le Chiese orientali cattoliche e le Chiese ortodosse che seguono il calendario giuliano.

    DOVE SI FESTEGGIA?


    In Medioriente, ma anche per la Chiesa cattolica greco-ucraina e per i cristiani ortodossi che vivono in Russia, Bielorussia, Serbia, Croazia, Macedonia e per altri ancora. Particolare la situazione in Egitto, dove i cattolici del Cairo e di Alessandria, con le rispettive province, hanno già celebrato la nascita di Gesù il 25 dicembre, mentre quelli che vivono nell’Alto Egitto festeggiano il 7 gennaio, insieme agli ortodossi.

    PERCHÉ IL 7 GENNAIO?

    Bisogna tener presente che nel 1582 papa Gregorio XIII decise di modificare il vecchio calendario introdotto da Giulio Cesare, chiamato in suo onore giuliano. Per questo motivo i giorni tra il 5 ed il 14 ottobre 1582 furono cancellati e quindi il nostro 25 dicembre diventa il 7 gennaio. Alcuni ortodossi però hanno preferito adattarsi al cambiamento: in Grecia, ad esempio, il Natale coincide con quello cattolico.

    La data del 7 gennaio non è dovuta a una volontà “scismatica” come ancora alcuni ritengono, ma per un mero motivo di calendario. «La maggior parte delle chiese ortodosse di tutto il mondo utilizzano il calendario giuliano, creato sotto il regno di Giulio Cesare nel 45 a.C., e non hanno adottato il calendario gregoriano, proposto dal latino papa Gregorio di Roma nel 1582», ha spiegato l’Archimandrita Christopher Calin, decano della cattedrale ortodossa russa. Il Natale anche gli ortodossi lo festeggiano il 25 dicembre, solo che nel loro calendario in uso questa data cade sul “nostro” 7 gennaio (per cui l’Epifania per loro diventa la Vigilia di Natale, ndr): «il Natale è ancora conservato il 25 dicembre, che sembra appena cadere ritardo di 13 giorni sul calendario giuliano», conclude Calin.


    COME SI FESTEGGIA?

    Secondo la tradizione, il Natale ortodosso viene preceduto da un lungo periodo di digiuno e preghiera che dura addirittura quaranta giorni. Il digiuno non è totale, si può mangiare il pesce il mercoledì ed il venerdì. A Natale gli ortodossi usano offrire candele e germogli di grano. Nel giorno della vigilia, invece, il digiuno diventa rigidissimo e prevede il consumo di cibo "socivo" ovvero grano lesso e frutta.

    Il digiuno si conclude generalmente in chiesa con la solenne Messa di Mezzanotte. Terminata la preghiera i fedeli intonano l’inno di Natale ed al centro della chiesa viene portata l’icona che rappresenta la festività: una candela accesa che simboleggia la Stella Cometa. A quel punto il digiuno è terminato, i fedeli consumano il pane benedetto. A differenza dalla Chiesa cattolica, nei paesi ortodossi non esiste il presepe come rappresentazione della nascita di Cristo. Addobbare l'albero di Natale è invece una tradizione comune. Le tradizioni variano comunque da Paese a Paese: in Grecia, invece di Babbo Natale, i bambini ricevono i regali da San Basilio il 1° di gennaio. In Bulgaria i fedeli bruciano un tronco di legno per tutta la notte della vigilia, e le scintille simboleggiano la prosperità dell’anno nuovo e alla fine del pranzo non sparecchiano il tavolo, per lasciare gli avanzi per i cari defunti. Durante la cena della vigilia in Russia si consumano il miele e l’aglio, che simboleggiano la dolcezza e l’amarezza della vita.

    Fonte: [URL=https://www.famigliacristiana.it

    .welfarenetwork.it



    7 gennaio: Natale ortodosso scopri come si festeggia nel mondo



    Natale ortodosso

    Come si festeggia nel mondo

    Nei Paesi che hanno alle spalle una forte tradizione russa non si festeggia il Natale cattolico, bensì il Natale ortodosso. Il Natale ortodosso cade il 7 gennaio anziché il 25 dicembre ed è un importante e solenne giorno di festa per tutti i cristiani ortodossi.

    La quaresima natalizia

    Per prepararsi a questa importante giornata si osserva un periodo di 40 giorni di digiuno in cui è concesso mangiare solo cibi magri; carne, latte e suoi derivati sono vietati, mentre è concesso consumare pesce il mercoledì e il venerdì.

    La vigilia di Natale

    Trascorsi i 40 giorni, nel giorno della vigilia è usanza osservare un digiuno ancora più rigido e severo, un digiuno completo dal quale sono esentati solo i più piccolini. Il digiuno termina al tramonto, non appena spunta la prima stella in cielo.

    Terminato il digiuno, si imbandisce la tavola: prima di mettere la tovaglia, il tavolo viene ricoperto di paglia o fieno su cui viene sparso un po’ di grano. Tutta la famiglia è così pronta per festeggiare.

    I piatti della tradizione natalizia

    La vigilia di Natale è usanza portare in tavola 12 portate, come il numero degli apostoli.

    Uno dei piatti più famosi della tradizione natalizia russa ortodossa che non può mai mancare in tavola è il Kut’ja, un dolce simile al porridge a base di grano, a cui sono aggiunti miele e semi di sesamo; alcuni amano aggiungere anche le noci per renderlo ancora più gustoso.

    Altri piatti che spesso vengono preparati per l’occasione sono i bliny (focaccine a base di farina e lievito di forma circolare), lo zalivnoe (una gelatina fredda a base di brodo di carne), il porcellino da latte e l’oca con le mele.

    Infine, vengono preparati dei biscotti speziati e dei piccoli panini fatti con impasto d pane semplice e farciti con ripieni vari.

    Il tutto viene accompagnato dalla tradizionale bevanda natalizia russa: lo vzvar, una bevanda dolce e calda a base di frutta essiccata bollita e dolcificata con il miele; non sono ammessi alcolici né acqua.

    La processione della croce

    Terminata la cena è tempo di recarsi in chiesa per pregare durante la messa di mezzanotte, seguendo la processione della croce (Кrestnij Chod). I fedeli pertanto si incamminano fino al centro della chiesa, mentre intonano i tradizionali canti natalizi, chiamati koljadki. Portano in giro una candela, simbolo della festività, che rappresenta la Stella Cometa che guidò i pastori alla capanna dove era nato il bambin Gesù. Una volta raggiunto il centro della Chiesa e terminata la cerimonia, i fedeli consumano il pane benedetto.

    Il Capodanno ortodosso

    Una settimana dopo Natale, durante la notte tra il 13 e il 14 gennaio, viene festeggiato il Capodanno ortodosso, noto anche con il nome di “Vecchio Anno Nuovo”. Per l’occasione viene organizzata una grande cena in famiglia e al termine tutti si recano in chiesa per partecipare alla cerimonia di mezzanotte.

    Al termine della cerimonia le campane rintoccano in segno di buon augurio per il nuovo anno arrivato. È tempo così di festeggiare, tra canti e balli popolari, nella speranza che il nuovo anno sia un anno positivo.





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    Differenze fra il Natale Ortodosso e Natale Cattolico



    Due religioni speculari a confronto: quali sono le differenze salienti della ricorrenza del Natale nei due culti? Ortodossi e Cattolici a confronto.
    La festività natalizia

    Il Natale è sicuramente una delle festività più apprezzate al mondo. Ci sono le classiche cene di famiglia, lo scambio di regali e tutti i vari significati religiosi che sicuramente rendono questa festa una delle più interessanti.

    per un attimo cerchiamo di accantonare tutti gli aspetti del Natale che molti di voi preferiscono e concentriamoci sul lato religioso della festività. Il Natale è una festa specialmente cristiana, che celebra la nascita di Gesù. E’ inferiore alla Pasqua per importanza ma sicuramente è una festa che bisogna imparare molto a rispettare e ad apprezzare in ogni suo aspetto.

    Il classico presepe ed albero di che ogni anno addobbiamo con tanta enfasi in realtà provengono da tradizioni lontane, specificatamente dal medioevo e dal Nord Europa.


    Il termine deriva dal latino natalem, ovvero natale inteso come luogo natìo di nascita. Infatti quando si sente spesso l’espressione “città natale” ci si riferisce proprio alla città in cui si è nati.

    Religione Cattolica e Ortodossa

    La Religione Cattolica e quella Ortodossa possono dirsi speculari su molte caratteristiche salienti: dalla celebrazione liturgica fino alle modalità di preghiera ed affiliazione al culto. Ma alcuni festeggiamenti, come quello fondamentale del Natale, ha due concezioni differenti, pur celebrando ugualmente la nascita di Cristo Redentore.

    Il Natale Ortodosso, influenzato dai suoi conteggi basati sul Calendario Giuliano, celebra la festività del Natale il giorno 7 Gennaio, a differenza della Chiesa Cattolica che lo festeggia il giorno 25 Dicembre. A differenza della Chiesa romana inoltre, quella ortodossa non ammette presepi a simboleggiare la nascita di Gesù, mentre non varia il tradizionale addobbo dell’albero natalizio, caratteristica comune ad entrambi i culti.

    I fedeli ortodossi si preparano al Santo Natale rispettando una Quaresima di preghiera alternata ad un digiuno solenne, con il divieto tassativo di non cibarsi di carne, latticini e derivati vari.

    La tavola non è imbandita a festa come siamo abituati noi ed il giorno della Vigilia è vissuto come un momento di fede dall’altissimo contenuto mistico. La gioia ed i festeggiamenti spensierati, prendono il sopravvento solo dopo la messa notturna che annuncia la nascita del Salvatore del mondo. Dopo aver celebrato il Natale, inizia per i fedeli ortodossi il periodo degli “Sviati”, ovvero 12 giorni santi in cui si susseguono le celebrazioni degli eventi dedicati alla nascita e al battesimo di Gesù Cristo.

    L’occidente, con il suo becero consumismo, ha saputo piegare alla sua mercé persino le festività di natura religiosa: il nostro Natale è diventato un inno al consumo e all’effimero. Ha perduto il suo valore mistico per proiettarsi in una ricorrenza teatrale e banale, che indubbiamente rende felici grandi e piccoli, ma svestita della sua aura di sacralità e sopratutto dal suo essere :”festa dell’orgoglio d’appartenere ad un solo popolo e ad un solo Dio”.
    Scritto da collaboratoreviaggiamo

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