LA STREGA: SIGNIFICATO, STORIE E CURIOSITÀ

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    LA STREGA: SIGNIFICATO, STORIE E CURIOSITÀ



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    Per strega (un tempo anche lamia) si intende una donna (o un uomo) dedita alla pratica delle arti magiche e dotata o meno di poteri soprannaturali, ma è anche il nome che gli esponenti della cultura pagana danno a loro stessi, questo termine non è quindi usato in senso negativo ma solo per definire uno studioso di erbologia, cristallomanzia e stregoneria.

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    Secondo le credenze diffuse in varie culture, le streghe sarebbero state dedite alla pratica della magia, soprattutto popolare, e dotate di poteri occulti che sarebbero derivati loro dall'essere in contatto col maligno o comunque con entità soprannaturali. Queste donne (perché si è trattato per lo più di donne) avrebbero usato tali poteri quasi esclusivamente per nuocere alle persone e alle cose e talvolta per opporsi all'intera società umana. Per alcuni secoli molte persone sono state oggetto di persecuzione da parte della Chiesa quando in loro venivano individuate le caratteristiche attribuite alle streghe (vedi caccia alle streghe).

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    La stessa idea dell'esistenza delle streghe fu messa in discussione, nella metà del XVIII secolo, dallo studioso trentino Girolamo Tartarotti, che giudicò infondate le teorie sulla stregoneria, e frutto di superstizione piuttosto che di logica, di indagine scientifica ed ortodossia cattolica.

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    Storia

    Nel folclore popolare occidentale la figura della strega ha avuto solitamente un'accezione negativa: si riteneva che le streghe usassero i loro poteri per nuocere alla comunità, soprattutto a quella agricola, e che prendessero parte a dei raduni periodici chiamati sabba dove adoravano il Demonio.

    La figura della strega ha radici antichissime, che precedono di molto il cristianesimo. Già nel II millennio a.C. sotto al regno di Rameśśêśe III vengono redatti degli atti d’inchiesta dove sono riportati gli antesignani dei riti vudù che ricordano i riti messi in atto dalle fattucchiere. Anche il codice di Hammurabi è fonte di informazioni riguardo all’atteggiamento che la reggenza tiene nei confronti della pratica magica, quindi plausibilmente diffusa nella società. Spostandosi poi in Assiria, nella biblioteca di Assurbanipal (VIII sec. a.C.) si trovano notizie di esorcismi per contrastare l’azione di streghe e stregoni.

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    Se si guarda all’epoca classica se ne incontra una presenza corrente nei decreti penali, nei quali si arriva a punire con la morte la magia nera. Ma il campo più florido dove viene dipinta la figura della strega è la letteratura. La mitologia sia greca che romana pullula di maghe e maliarde, descritte come esseri per metà umani e per metà animali, capaci di assumere aspetti diversi a seconda del proprio obiettivo e interessate a succhiare il sangue dei bambini e a sedurre gli uomini, non esonerati dalla stessa terribile fine. Esemplari sono le empuse o le lamiae della mitologia greca, queste ultime originatesi probabilmente dal mito della dea-uccello incarnata nel rilievo Burney (II millennio a.C.), che rappresenta una figura femminile con ali e artigli connessa presumibilmente a Lilith, divinità mesopotamica e presente nell’ebraismo sotto forma di civetta.

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    O ancora si possono ricordare la cosiddetta strega di Endor, in realtà una negromante, citata nella Bibbia, come anche le celebri streghe della Tessaglia, nell'antica Grecia. In Italia pieni di fascino tra i tanti, sono i racconti che si tramandano tra gli abitanti delle isole Eolie di queste donne eredi di un'antica sapienza che di notte nude, cosparse di un unguento portentoso dà loro il potere di volare sino a terre lontane e dalle quali portano ai loro mariti frutti esotici non presenti nella loro terra d'origine.

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    Il Medioevo recepisce quel bagaglio culturale che si è andato accumulando per secoli anche attraverso fabliaux, omelie, novelle, e lo modella a propria immagine e misura. Le categorie sociali meno abbienti sono portatrici di una tradizione magico-superstiziosa che verrà sistematizzata solo alla luce delle teorie demonologiche delle élite.

    La presenza di reati di stregoneria negli atti giudiziari precedenti al XIII secolo è piuttosto scarsa. La vera sistematizzazione di questa figura, con le sue caratteristiche uniche e distinguibili, si forma solo a partire dall'XI secolo grazie ai teologi e agli studiosi sulla base della demonologia. Si comincia in questo momento a distinguere tra maleficae e strigae, mentre si fa spazio la teoria che queste donne siano l’estrinsecazione della potenza del demonio. Nel 1233 il papa Gregorio IX promulga la bolla Vox in Rama in cui è esplicita la concezione forte e ormai abbastanza precisa dell’azione stregonesca, nel 1250 Stefano di Borbone descrive il sabba, nel 1258 arriva il primo processo, nel 1275 il primo rogo a Tolosa.

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    A partire dal tardo Medioevo e con l'inizio del Rinascimento, la Chiesa cattolica e, in seguito, anche alcune confessioni protestanti hanno individuato nelle streghe delle figure eretiche, pericolose per la comunità e dedite al culto del Maligno, da perseguitare ed estirpare dalla società con la violenza. L'insieme dei fenomeni persecutori contro la presunta setta di adoratori del Demonio è noto come "caccia alle streghe" e in Italia l'ultimo caso di una donna che sia stata uccisa perché ritenuta una strega avvenne nel 1828 a Cervarolo in Valsesia. Si stima che in Germania, nel solo secolo compreso tra il 1450 ed il 1550, vennero condannate al rogo circa centomila donne, considerate streghe.

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    Il massimo acume della caccia alle streghe si verifica quando, nel 1486, il domenicano alsaziano Heinrich Krämer redige il Malleus Maleficarum, affiancando al suo nome quello di Jacob Sprenger per conferirgli maggior prestigio e credibilità. Questo trattato demonologico descrive per filo e per segno tutti gli attributi della strega, i metodi e gli strumenti della stregoneria e indica come meglio attuare la cattura, il processo e le pene.

    Le storie delle donne accusate di stregoneria ci sono note solo attraverso gli interrogatori e i verbali dei processi a cui sono state sottoposte. Bisogna tenere in considerazione l’uso frequente, se non costante, della tortura come strumento di estorsione di confessioni. Come scrive Maria Serena Mazzi:

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    «entrate nella spirale di denunce, testimonianze, interrogatori tesi a distorcere, inquinare, costruire false-verità, manipolare ogni informazione e ogni dato al solo scopo di fare apparire colpevole anche il gesto più innocente, le donne non avevano scampo».

    Esemplare la vicenda di Benvenuta Benincasa, inquisita a Modena nel 1370, che inizialmente reputa di essere una guaritrice capace di annullare i sortilegi grazie all’invocazione di spiriti benevoli e nel giro di un solo giorno trasforma l’intera versione all'opposto, finendo per confessare il suo legame con i demoni e la magia nera. Dalle fonti giudiziarie e inquisitorie si ricava l’immaginario stregonico diffuso: le streghe si organizzano in una vera e propria società, con una propria gerarchia cui fa capo la «strea mastra». Oltre ad essere nunzia e vicaria di Satana costei si occuperebbe di scegliere altre patrone che possano sorvegliare rispettivamente un gruppo di «scolare», suddivise per territorio. La base fondante di tutta l’organizzazione è la trasmissione continua di conoscenze di strega in strega, come risulta chiaro dalle parole di Bellezze Ursini:

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    «e la prima cosa, bisogna se impari da un’altra strea, altramente non vale, e non po morire che non lassi reda dela strearia».

    Ci si trova di fronte a una setta, con la propria «regula» e i propri riti d'iniziazione. Il modulo ricorre nei vari verbali: la strega maestra sputa in bocca alla nuova adepta, la unge e la manda al noce di Benevento. Lì troverà altre streghe e Satana da cui verrà ufficialmente iniziata. Nel processo a Todi nel 1426, Matteuccia di Francesco riferisce che la riunione al noce di Benevento deve essere svolta il lunedì, il sabato e la domenica per sei mesi all'anno. Grazie ad un unguento le streghe acquisiscono la capacità di volare, recitando sempre gli stessi versetti:

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    «Unguento, unguento, mandame ala noce de Benevento, supra acqua et supra ad vento, et supra ad omne maltempo. O Lucibello, demonio dello inferno, poiché sbandito fosti, el nome cagnasti, et ay nome Lucifero maiure, vieni ad me o manda un tuo servitore».

    Bernardino da Siena, riprendendo il Decretum Gratiani, racconta le cavalcate notturne delle streghe dietro Erodiade o Diana, figure mitologiche che rimandano ancora a quell’ancestrale mondo letterario da cui questo fenomeno prende le mosse. Arrivate al luogo deputato si compie il sabba. Le ancelle devono salutare il diavolo, spesso presentato sotto forma di capro, con l'osculum infame, baciando cioè il suo ano, dando così il via al tutta una serie di riti orgiastici, balli voluttuosi e infanticidi.

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    L'architettura della societas delle streghe sembra essere costruita in esatta antitesi rispetto alla tradizione cattolica, presentandosi come un'anti-religione. In cima si trova la divinità satanica, i cui dettami sono fatti rispettare dalla strega-sacerdotessa, che presiede all'incontro rituale, appuntamento fisso per tutte le fedeli in cui si incontra di diavolo, lo si venera, si pronunciano formule-preghiere. Benevento è il punto di riferimento delle streghe come Roma lo è per i fedeli, è il punto da cui si dirama una fitta rete di patrone e alunne che ricalca la gerarchia ecclesiastica. Ci sono somiglianze anche tra i riti d'iniziazione stregonica e la cerimonia di monacazione, dove l'unico punto di demarcazione è lantitesi tra vizi e virtù: le une, donne che rinunciano a tutto le une per ambizione; le altre, per umiltà e obbedienza. L'impegno eterno, suggellato da un patto sia orale che scritto, la sottomissione totale e perenne, la prostrazione ai piedi di tutte le colleghe, la vestizione di abiti caratteristici sono tutti punti di congiungimento con la Regola benedettina.

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    Il caso più eclatante di caccia alle streghe si verifica a Salem, negli USA, alla fine del Seicento. Possibile causa un consumo alimentare di segale cornuta (cioè infettata da Claviceps purpurea) i cui alcaloidi sono resistenti anche alle alte temperature dei forni di cottura del pane.

    Il medico olandese Johann Wier, con il suo libro De praestigiis daemonum del 1563, è stato uno dei primi a stabilire una connessione tra il possibile stato allucinatorio di anziane donne malate e frustrate e i tipici comportamenti di coloro che venivano ritenute delle streghe. Tra i seguaci di questa visione scettica, ancorché non del tutto scientifica, vi fu l'inglese Reginald Scot, autore di un'opera intitolata The Discoverie of Witchcraft (1584).

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    Pur con intenti tutt'altro che assolutori, l'inquisitore francese Pierre de Lancre, nel suo trattato Tableau de l'inconstance des mauvais anges et démons del 1612, ha riflettuto prima di ogni altro sulle caratteristiche che accomunavano le streghe da lui perseguite nella regione del Labourd e i "maghi" della Lapponia, ossia gli sciamani. Secondo il de Lancre, streghe e sciamani si abbandonavano a un'estasi di tipo diabolico.

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    Alla metà del XVIII secolo, quando sono già molto numerose le manifestazioni di scetticismo da parte di intellettuali ed eruditi verso la realtà della stregoneria, Girolamo Tartarotti pubblica il suo Del Congresso notturno delle Lammie (1749), nel quale afferma la realtà della magia diabolica (e dunque la possibilità di operare malefici e incantesimi con l'aiuto del Maligno), mentre nega l'esistenza del sabba considerandola pura illusione, arrivando con ciò a ridefinire lo stereotipo della strega che a quel tempo era ancora prevalentemente incentrato sulla credenza nel volo notturno e nelle tregende.

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    La strega dei capricci



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    Ogni volta che in una casa un bimbetto strilla per qualche stramba ragione, Clementina arriva.
    Clementina è una strega unica e speciale ed è amica di tutte le mamme. Loro sì che la conoscono bene!
    E’ una personcina allegra, un po’ buffa, con i capelli rossi ed arruffati e tante lentiggini che si appoggiano sul suo bel nasino all’insù. Indossa sempre uno sgargiante abito colorato confezionato appositamente per lei dalle fate del Buongiorno, dodici deliziose creaturine che abitano proprio vicino a casa sua: appena dopo la terza nuvola a destra, sulla strada dritta verso l’arcobaleno.
    Clemmy fa un lavoro alquanto insolito per una strega, ma le piace al punto da non aver mai pensato di cambiarlo. Lei è la simpatica streghetta dei capricci!
    Clementina, strega dei capricci, arriva al volo quando…
    …un bambino non vuole cambiare il pannolino e si agita e fa le bizze sul fasciatoio
    …oppure non vuole mangiare la pappa e sputacchia tutto
    …o non vuole riordinare i giochi e si mette a correre per tutta la stanza
    …o ancora, non ascolta quello che dicono mamma e papà e strilla all’impazzata senza sentire ragioni.
    Quando i capricci prendono il sopravvento, la streghetta Clementina giunge a cavallo della suo scopa e porta con sé un grosso sacco colorato.
    Vola attorno alla casa con circospezione, cerca di capire di chi siano le urla e poi bussa ad una finestra.
    Le piace passare da lì. Clementina ha deciso che entrare in una casa passando dalla porta non si addice ad una strega. La finestra è molto più indicata, mentre la cappa del camino è già il posto preferito da Babbo Natale.
    Appena le viene aperto, Clemmy trattiene il respiro e diventa trasparente. Poi, piano piano si avvicina al bimbetto che fa i capricci e gli recita all’orecchio la sua speciale formula magica:

    Oh, capriccio capriccioso,
    scapricciante e rumoroso
    nel mio sacco colorato
    eccoti presto imprigionato


    Sono parole di strega che risuonano mute nella stanza, nessuno le avverte ma funzionano sempre!
    Clementina con allegria agita il suo sacco e i capricci, uno alla volta, rotolano veloci in fondo al borsone.
    A quel punto, lo chiude per benino con uno dei suoi lacci colorati e tutta soddisfatta butta un bacino in segno di ringraziamento.
    Poi, quatta quatta risale sulla sua scopa e … vola via.
    Quando giunge in alto in alto nel cielo, tra le nuvole soffici e gli allegri raggi di sole, felice vuota il sacco. In questo modo sparge qua e là i capricci che ha raccolto.
    Così con la pioggia, insieme alle gocce d’acqua, anche i capricci dei bambini si spargono in scintille luccicanti e ogni piccolo, nella propria casa, riacciuffa i sorrisi perduti.

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    Frasi, citazioni e aforismi sulle streghe



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    Nell’aria, sulle valli, sotto le stelle, sopra un fiume, uno stagno, una strada, volava Cecy. Invisibile come nuovo vento di primavera, fresca come il respiro del trifoglio che si alza dal campo al crepuscolo, volava.
    (Ray Bradbury, La strega di aprile)

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    Sì faccio parte di una strana famiglia. Dormiamo di giorno e voliamo di notte, come aquiloni neri portati dal vento.
    (Ray Bradbury, La strega di aprile)

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    Solo perché non ci credete non vuol dire che non sia vero.
    (Katherine Howe)

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    Nelle fiabe le streghe portano sempre ridicoli cappelli neri e neri mantelli, e volano a cavallo delle scope.
    Ma questa non è una fiaba: è delle STREGHE VERE che parleremo.
    Ci sono alcune cose importanti che dovete sapere, sul loro conto; perciò aprite bene le orecchie e cercate di non dimenticare quel che vi dirò.
    Le vere streghe sembrano donne qualunque, vivono in case qualunque, indossano abiti qualunque e fanno mestieri qualunque. Per questo è così difficile scoprirle.
    (Roald Dahl)

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    La Strega
    E’ sempre donna
    E’ completamente calva
    Indossa sempre una parrucca
    A causa della parrucca è intenta a grattarsi sempre la testa
    Ha le pupille degli occhi di colore variabile
    Ha la saliva blu come l’inchiostro
    Ha mani come artigli
    Indossa sempre guanti
    Non ha le dita dei piedi
    Indossa scarpette con il tacco a punta
    (Roald Dahl)

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    Poi Desiderata divenne una strega. E uno dei vantaggi minori dell’essere una strega è sapere esattamente quando morirai, perciò puoi indossare la biancheria che preferisci. (Il che la dice lunga sulle streghe.)
    (Terry Pratchett)

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    Una strega che si annoia potrebbe fare qualsiasi cosa.
    (Terry Pratchett)

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    Ma un giorno mormorò ridendo di piacere: “Quando una strega è bella, beh, si chiama fata”.
    (Marcel Pagnol)

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    Mai riporre la vostra speranza in un principe. Se avete bisogno di un miracolo, riponete speranza in una strega.
    (Catherynne M. Valente)

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    Entrano le tre streghe.
    “Fra la pioggia, fra i lampi, fra il tuono,
    Quando ancor ci rivedremo noi tre?”
    (William Shakespeare, Macbeth)

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    “Io sono un… mezzo sangue” raccontava Seamus. “Papà è un Babbano. Mamma non gli ha detto di essere una strega fino a dopo sposati. E’ stato un bel colpo per lui!”
    (Harry Potter)

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    Nel Medioevo, i non-maghi (comunemente noti come Babbani) nutrivano un particolare timore per la magia, ma non erano molto abili nel riconoscerla. Nelle rare occasioni in cui catturavano una vera strega o un vero mago, i roghi non avevano comunque alcun effetto. La strega o il mago eseguivano un semplice Incantesimo Freddafiamma e poi fingevano di urlare di dolore mentre in realtà provavano una piacevole sensazione di solletico. Guendalina la Guercia era così contenta di farsi bruciare che si lasciò catturare non meno di quarantasette volte sotto vari travestimenti.
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    (Harry Potter)

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    Gli artisti hanno sempre avuto un’idea alquanto esagerata di ciò che succede durante i sabba di streghe. Il loro problema è che passano troppo tempo in piccole stanze con le tende tirate, invece di uscire fuori all’aria fresca.
    (Terry Pratchett)

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    Le streghe non sono mai esistite, tranne che nella mente delle persone. Tutto quello che c’era nei tempi antichi era alcune donne e uomini che hanno creduto nelle cure a base di erbe e nel folklore e nella voglia di volare. Streghe? Siamo tutti streghe in un modo o nell’altro. Siamo tutti streghe sotto la pelle.
    (Ian Rankin)

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    Ora è nella notte il momento delle streghe, quando i cimiteri sbadigliano e l’inferno stesso alita il contagio su questo mondo.
    (William Shakespeare)

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    Un proverbio popolare dice di non credere alle streghe “che però esistono davvero”. Certo che esistono. Siamo noi, che abbiamo scelto come vocazione e come scopo l’apprendimento della saggezza cosmica, dei riti e sortilegi che ci permettono di allontanare le vibrazioni negative e di attrarre quelle benefiche, attraverso le quali possiamo fare del bene anche agli altri.
    (Montse Osuna, Le Magie della Strega moderna)

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    Per la stregoneria moderna la notte tra il 31ottobre e il 1 novembre spalanca ancora le frontiere tra la realtà e la magia, tra i vivi e i morti,, tra il bene e il male. Durante questa notte occorre evocare le vibrazioni che ci proteggono dalle energie negative, per allontanarle da noi e poterle dominare durante i dodici mesi successivi
    (Montse Osuna, Le Magie della Strega moderna)

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    Quando le streghe vanno a cavallo, e si vedono i gatti neri, e la luna ride e sussurra, siamo vicini ad Halloween.
    (Anonimo)

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    La vigilia d’Ognissanti
    han paura tutti quanti:
    è la notte delle streghe!
    (Anonimo)

    La strega incarna i desideri, i timori e le altre tendenze della nostra psiche che sono incompatibili con il nostro io.
    (Carl Gustav Jung)

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    C’è un’apertura tra i due mondi: il mondo degli stregoni e quello degli uomini viventi. C’è un luogo dove i due mondi si incontrano: l’apertura è lì. Si apre e si chiude come una porta al vento…
    (Carlo Castellaneta)

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    Unico medico del popolo fu, per mille anni, la strega. Imperatori, re, papi, i più ricchi baroni avevano qualche dottore di Salerno, qualche moro o ebreo; ma la grande massa, un po’ tutti e d’ogni condizione, consultavano solo la Saga o Saggia-donna. Non guarendo, la insultavano e le dicevano strega. Ma di solito, per rispetto e anche timore, la chiamavano Buonadonna o Belladonna: lo stesso nome dato alle fate.
    Le capitò quanto ancora capita alla sua pianta preferita, la belladonna, e alle pozioni benefiche da lei usate, rimedi dei grandi flagelli del medioevo. Il ragazzo e l’ignaro passante maledicono queste livide erbe senza conoscerle. I colori indefiniti li terrorizzano. Arretrano, s’allontanano. Eppure si tratta solo di lenitivi (solanacee) che, somministrati con misura, hanno spesso guarito e alleviato molti mali.
    Li trovate nei luoghi più sinistri, solitari e pericolosi, tra macerie e ruderi. Anche in questo somigliano a chi li utilizzava. Dove se non in lande selvagge avrebbe potuto vivere quell’infelice così perseguitata, quella maledetta, reproba, avvelenatrice che guariva e salvava? La sposa promessa del diavolo e del Male in persona, colei che ha fatto tanto del bene, come dice il gran dottore del Rinascimento Paracelso: che, nel 1527, fece a Basilea un falò di tutta la medicina, dichiarando di non sapere niente oltre a quanto appreso dalle streghe.
    Meritavano un premio. L’ebbero. Le compensarono con torture e roghi. S’escogitarono appositi supplizi, inediti strazi. Venivano giudicate in massa e condannate per una parola. Mai ci fu più spreco di vite umane.
    (Jules Michelet , La strega)
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    Le donne sono sempre state guaritrici. Sono state i primi medici e anatomisti della storia occidentale. Sapevano procurare gli aborti, fungere da infermiere e consigliere. Le donne sono state le prime farmaciste, che coltivavano le erbe medicinali e si scambiavano i segreti del loro uso. Erano esse le levatrici che andavano di casa in casa, di villaggio in villaggio. Per secoli le donne sono state medici senza laurea, escluse dai libri e dalla scienza ufficiale: apprendevano le loro conoscenze reciprocamente, trasmettendosi le loro esperienze da vicina a vicina, da madre a figlia. La gente del popolo le chiamava «le sagge», le autorità streghe o ciarlatane. La medicina è parte della nostra eredità di donne, della nostra storia, è nostro patrimonio.
    (Barbara Ehrenreich, Le streghe siamo noi)

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    La credenza che esistono esseri quali le streghe è parte cosi essenziale della Fede cattolica che il sostenere ostinatamente l’opinione opposta sa manifestamente di eresia.
    (Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, Malleus Maleficarum, 1487)

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    Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle.
    (Voltaire)

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    Le 10 streghe più iconiche di cinema e TV



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    Celebriamo la Notte delle Streghe con una top 10 delle più amate di cinema e TV: dalla Regina Cattiva di Biancaneve alla splendida Melisandre di Game of Thrones.

    Il 31 ottobre, oltre ad essere la data che precede il Giorno di Ognissanti, è anche quella in cui viene festeggiata una delle 8 più importanti festività delle streghe Wicca devote a Madre Terra.

    È per questo motivo che Halloween è stato anche denominato Notte delle Streghe.

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    Da sempre, il cinema e la TV hanno avuto un occhio di riguardo per l’antichissima figura della strega, sfruttando le caratteristiche di questo - al contempo folcloristico e mitologico - personaggio sia come perfide villain ammaliatrici e vendicative, sia per caratterizzare le più moderne ed emancipate figure femminili.

    Ecco, in particolare, quali sono le più iconiche streghe del grande e piccolo schermo.


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    10) Grimilde (Biancaneve, 1937)

    Antagonista del primo Classico Disney della storia, Biancaneve e i 7 Nani, Grimilde è La Strega Cattiva dell’omonima favola popolare dei Fratelli Grimm.

    Grimilde è un personaggio totalmente negativo e legato alla concezione più antiquata della figura della strega.

    L’affatto materna matrigna di Biancaneve è, infatti, descritta come una donna ammaliatrice la cui unica preoccupazione è quella di rimanere “la più bella del reame”.

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    In netta contrapposizione con la candida e remissiva Biancaneve, la figura di Grimilde - in quasi tutte le trasposizioni della favola comprese le più moderne Biancaneve e ⤑Il Cacciatore e La Regina di Ghiaccio in cui la strega viene rinominata Ravenna (Charlize Theron) - ha sempre mantenuto la sua connotazione originaria.

    Solo nella serie TV C'era una Volta, finalmente, la matrigna di Biancaneve è riuscita ad avere un passato che, in qualche modo, spiegasse le origini del suo astio per la povera principessa.

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    Nello show targato ABC, infatti, Regina (Lana Parrilla) la conosciamo in quanto madre single e sindaco dispotico di Storybrook.

    La sua perfidia, che durante la serie TV troverà redenzione, è dovuta ad un trauma del passato di cui Biancaneve è, suo malgrado, complice.



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    9) Endora (Vita da Strega, 1964)

    La prima serie TV ad avere come protagonista una strega è stata Bewichted (Vita da Strega).

    La sit-com andata in onda negli Stati Uniti dal 1964 al 1972 vedeva come protagonista Samantha (Elizabeth Montgomery), una strega che rinuncia ai suoi poteri per sposare Darrin, emblema del perfetto - benché un po’ tonto - ragazzo americano tutto casa e lavoro.

    Vita da Strega ha avuto il grande pregio di essere il primo prodotto televisivo a smentire il luogo comune che vedeva le streghe come esseri maligni e fisicamente poco attraenti.

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    Se la protagonista della sit-com rappresenta la tipica donna anni ‘60 pronta a rinunciare a se stessa per diventare moglie e casalinga impeccabile, Endora (Agnes Moorehead) la madre di Samantha è in realtà il personaggio più interessante e divertente dello show.

    È lei, infatti, che non perdona sua figlia per aver voltato le spalle alla sua libertà (ovvero ai suoi poteri) in nome di un uomo. Per tutta la durata della serie, infatti, Endora attacca Darrin e, attraverso di lui, la mediocrità della classe media americana.

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    Di Vita da Strega è stato fatto anche un remake cinematografico che ha visto nei panni della protagonista una splendida Nicole Kidman e nelle vesti di Endora una straordinaria Shirley MacLaine.



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    8) Glinda (Il Mago di Oz, 1939)

    Anche nel film Il Mago di Oz del 1939 tratto dall’omonimo romanzo di L. Frank Baum c’è una strega molto diversa, per aspetto e indole, da quelle dell’immaginario comune (specialmente per l’epoca).

    Si tratta di Glinda (Billie Burke), la buona strega del Nord nonché antitesi, nell’angelico aspetto e nelle chiare vesti, delle perfide streghe dell’Ovest e dell’Est che Dorothy (Judy Garland) incontra nel suo viaggio verso il fantomatico Mago di Oz.

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    Il personaggio di Glinda, che nello storico lungometraggio degli anni ’30 appare pochissimo, viene ripreso nel film di Sam Raimi Il Grande e Potente Oz.

    Nel film, tratto dall’omonimo romanzo e prequel de Il Mago di Oz di Baum, viene però raccontata la storia della strega, interpretata da Michelle Williams, vittima delle bugie della malvagia Evanora (Rachel Weisz).


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    7) Nancy Downs (Giovani Streghe, 1996)

    Anticonformista e in quanto tale strega, Nancy Downs (Fairuza Balk) è una delle protagoniste dell’horror movie young adult diretto da Andrew Fleming, Giovani Streghe.

    Capo-gruppo di una piccola comitiva di ragazze dedite alla magia, Nancy è il personaggio più riuscito e più emblematico del lungometraggio nonché una delle streghe più amate del cinema.

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    È lei infatti che prima delle sue amiche si dedicherà completamente all’occulto, perdendo la ragione e sfruttando i suoi poteri per far del male alla gente per poi pagarne - come spesso accade nei film - le più tragiche conseguenze.



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    6) Willow (Buffy L’Ammazzavampiri, 1998)

    La migliore amica di Buffy L’Ammazzavampiri, Willow (Alyson Hannigan) durante la serie creata da Joss Whedon, diventa una strega.

    Nella quarta stagione dello show, infatti, una delusione d’amore porterà la rossa di Sunnydale ad avvicinarsi sempre di più alle arti magiche.

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    Tale nuova passione di Willow coinciderà - affatto casualmente - con molti cambiamenti anche nella vita privata della ragazza la quale si scoprirà più sicura di sé e si innamorerà della sua coetanea Tara.


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    5) Phoebe Halliwell (Streghe, 1998)

    Mentre alla fine degli anni ’90 a Sunnydale nasceva una nuova strega, in una casa vittoriana a San Francisco le sorelle Halliwell scoprono di non essere solo tre semplici ragazze grazie al ritrovamento, in soffitta, del Libro delle Ombre.

    È questo l’incipit di Streghe, una delle serie TV al femminile più amate e longeve di sempre della quale, sicuramente, la protagonista più apprezzata è stata Phoebe (Alyssa Milano).

    La più piccola delle sorelle Halliweel fin dall’inizio è stata la più empatica del trio quella, anche caratterialmente, più controcorrente.


    Imperfetta e innamorata dell’amore, Phoebe ci ha tenuto attaccate al grande schermo grazie alle sue premonizioni e, soprattutto, alla sua storia d’amore (impossibile) con il mezzo demone Cole (Julian McMahon).


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    4) Hermione (Harry Potter, 2001)

    Streghe non si nasce, si diventa: questo ci ha insegnato Hermione (⤑Emma Watson) durante il suo percorso scolastico in quel di Hogwarts.

    Migliore amica di Harry Potter e comprimaria, insieme a Ron, nelle avventure del maghetto più famoso della letteratura della cinematografia, Hermione è una delle streghe più apprezzate di sempre e icona - positivissima - di almeno due generazioni.


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    Nonostante sia la più recente delle streghe rappresentate al cinema, Hermione - in quanto tale - è caratterizzata anche lei, come iconografia vuole, per essere una “diversa” rispetto a tutti gli altri protagonisti di Harry Potter che, nonostante meno dotati di lei, sono discendenti di famigerate famiglie di maghi.



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    3) Melisandre (Game of Thrones, 2012)

    Nella serie TV fantasy per eccellenza, ⤑Il Trono di Spade, spicca tra i tanti protagonisti la rossa Melisandre (Carice van Houten).

    In un mondo dove gli intrighi di corte e gli equilibri di potere dettano le regole, non sembra esserci più spazio per magia e stupore. Ma il ritorno dei draghi nel regno di Westeros è solo l'inizio di un viaggio alla scoperta di poteri dimenticati, incantesimi proibiti ed esperimenti alchemici.


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    L'enigmatica Melisandre appare inizialmente come consigliera alla corte di Re Stannis Baratheon, ma il suo potere (e il suo ruolo nella storia) verrà rivelato pian piano. Tra profetiche premonizioni, riti di sangue, sacrifici e misteriosi artefatti, la Sacerdotessa Rossa avrà un ruolo sempre più rilevante nelle vicende che volgono allo scontro finale tra i sette regni.


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    2) Ursula (La Sirenetta, 1989)

    Come Grimilde anche le due più amate streghe di sempre devono la loro fama ai Classici Disney.

    La Strega del Mare Ursula, villain del lungometraggio animato La Sirenetta, come la sua “collega” Grimilde è una strega estremamente canonica.

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    Al pari delle più classiche streghe della mitologia, infatti, Ursula è mossa nella sua malvagità dalla vendetta e usa la sua magia per ammaliare il protagonista maschile Eric trasformandosi da creatura metà pesce e metà polpo (le cui sembianze sono state ispirate alla drag queen Divine) in una splendida ragazza.

    Anche la storia di Ursula, che probabilmente in un futuro non molto remoto verrà raccontata in un live-action targato Disney, è stata rielaborata nella favolistica serie TV C'Era una Volta.

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    Nello show, la perfida strega (Merrin Dungey) prima di divenire tale era una sirena che, dopo la morte della madre, viene costretta dal padre Poseidone a usare la sua splendida voce per incantare gli umani.

    Abbandonato il padre e il suo volere, Ursula diventa umana grazie a un bracciale - e tale resterà fino a quando la sua voce gli verrà sottratta da Poseidone, portando la creatura ad incattivirsi talmente tanto da trasformarsi in una cecaelia e in quella che noi tutti conosciamo come la Strega del Mare.


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    1) Malefica (La Bella Addormentata,1939 - Maleficent, 2014)

    Malefica è l’antagonista di uno dei Classici Disney più belli di sempre: La Bella Addormentata.

    Canonica come le altre perfide disneyane villain, Malefica, mossa dalla solita sete di vendetta (il cui motivo non è ben chiaro) maledice la Principessa Aurora che, compiuti 16 anni e nonostante la protezione delle fate, verrà punta dal fuso di un arcolaio e si addormenterà sino all’arrivo del bacio del vero amore.

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    Anche Malefica, come Grimilde e Ursula, è stata tra le protagoniste di C'era una Volta. Il suo passato, però, è stato rivelato nel live-action Disney a lei dedicato dove la strega è interpretata dalla splendida Angelina Jolie.

    Secondo il film, campione d’incassi del 2014, Malefica prima di diventare una perfida strega è stata una fata della brughiera ingannata proprio da Re Filippo, il padre di Aurora.

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    Da ben poco materna villain, la Malefica della Jolie nel lungometraggio diventa una sorta di seconda premurosa mamma di Aurora. Una strega, quindi, più moderna la cui vendicativa indole nata dal tradimento di un uomo viene placata dall’amore, quello vero, nei confronti della giovane ragazza.

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    Janara, le streghe di Benevento



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    La janara (AFI: / jaˈnaːra/) nelle credenze popolari dell'Italia meridionale e in particolare dell'area di Benevento e in modo minore il Casertano, è una delle tante specie di streghe che popolavano i racconti appartenenti soprattutto alla tradizione del mondo agreste e contadino.

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    Janare intorno al Noce di Benevento



    Il nome potrebbe derivare da Dianara, ossia «sacerdotessa di Diana», dea romana della Luna, oppure dal latino ianua, «porta»: era appunto dinanzi alla porta, che, secondo la tradizione, era necessario collocare una scopa, oppure un sacchetto con grani di sale; la strega, costretta a contare i fili della scopa, o i grani di sale, avrebbe indugiato fino al sorgere del sole, la cui luce pare fosse sua mortale nemica.



    La leggenda

    Secondo le più antiche leggende, le streghe beneventane si riunivano sotto un immenso noce lungo le sponde del fiume Sabato; invocate da una cantilena, che recitava "'nguento 'nguento, mànname a lu nocio 'e Beneviente, sott'a ll'acqua e sotto ô viento, sotto â ogne maletiempo", esse tenevano i loro sabba in cui veneravano il demonio sotto forma di cane o caprone.

    La janara usciva di notte e si intrufolava nelle stalle dei cavalli per prendere una giumenta e cavalcarla per tutta la notte. Avrebbe avuto inoltre l'abitudine di fare le treccine alla criniera della giovane cavalla rapita, lasciando così un segno della sua presenza. Capitava a volte che la giumenta sfinita dalla lunga cavalcata non sopportasse lo sforzo immane a cui era stata sottoposta, morendo di fatica. Per evitare il rapimento delle giumente si era soliti, nel passato e ancora oggi, piazzare un sacco di sale o una scopa davanti alle porte delle stalle, poiché la janara non poteva resistere alla tentazione di contare i grani di sale o i fili della scopa e mentre lei fosse stata intenta nella conta sarebbe venuto il giorno e sarebbe dovuta fuggire.

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    La janara solitamente era una esperta in fatto di erbe medicamentose, ed ella sapeva riconoscere tra le altre anche quelle con poteri narcotici oppure stupefacenti, che usava nelle sue pratiche magiche, come la fabbricazione dell'unguento che le permetteva di diventare incorporea con la stessa natura del vento. Contrariamente a tutte le altre streghe, la janara era solitaria e tante volte, anche nella vita di tutti i giorni, aveva un carattere aggressivo e acido.

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    San Barbato abbatte il noce (incisione beneventana del XVIII secolo)



    Secondo la tradizione, per poterla acciuffare bisognava afferrarla per i capelli, il suo punto debole. A quel punto, alla domanda "che tie' 'n mano?", cioè "cosa hai tra le mani?" bisognava rispondere "fierro e acciaro" in modo che non si potesse liberare; se al contrario si fosse risposto "capiglie'", cioè capelli, la Janara avrebbe risposto "e ieo me ne sciulio comme a n'anguilla", cioè me ne scivolo via come un'anguilla, e si sarebbe così liberata dandosi alla fuga. Inoltre si diceva che a chi fosse riuscito a catturare la janara quando era incorporea ella avrebbe offerto la protezione delle janare sulla famiglia per sette generazioni in cambio della libertà.

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    Si accreditava alle janare anche la sensazione di soffocamento che a volte si prova durante il sonno, si pensava infatti che la janara si divertisse a saltare sulle persone cercando di soffocarle, si diceva che questo accadesse soprattutto ai giovani uomini. Inoltre si riteneva che i bambini che avessero manifestato improvvisamente deformazioni nel fisico, fossero stati nottetempo passati attraverso il treppiede che si usava nel focolare per sostenere il calderone. "La janara ll'è passato dinto 'u trepète", trad.: "La janara lo ha fatto passare attraverso il treppiede".

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    Le Janare – Dianara



    wikipedia
     
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    Dove trovare una strega - 8 attrazioni legate alla stregoneria



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    Pensi che le streghe siano personaggi delle fiabe? Ma no. Ci sono luoghi dove hanno vissuto e vivono ancora. Hai solo bisogno di sapere dove cercare luoghi con un passato mistico associato alla stregoneria e alle streghe.



    Salem Witch City, Massachusetts, USA

    Questo sobborgo di Boston è chiamato "la città delle streghe". La caccia alle streghe locali alla fine del XVII secolo divenne la più famosa nella storia di tali eventi.

    Salem è uno dei primi insediamenti fondati da coloni puritani inglesi. I fanatici religiosi attribuivano alla stregoneria qualsiasi problema nel nuovo posto. Pertanto, quando la figlia di 9 anni del pastore locale e sua nipote di 11 anni hanno accusato il servo di questo, sono stati immediatamente creduti.

    Le ragazze emettevano strani suoni, gridavano, non ascoltavano le preghiere. Questa prova era sufficiente per i puritani poco istruiti. Il processo è iniziato a macchia d'olio. 150 persone sono state arrestate. Non furono solo interrogati, ma torturati secondo le migliori tradizioni dell'Inquisizione. Molti sono morti sotto tortura, 19 persone sono state impiccate.

    Non è noto se si tratti di una cospirazione di bambini o dell'impatto su di loro di alcune erbe velenose locali. Ma oggi questa tragedia è diventata fonte di benessere per la città. Diversi musei locali sono dedicati specificamente alle streghe di Salem. Le esposizioni sono impressionanti:

    strumenti di tortura,
    figure di cera dell'imputato,
    originali di casi giudiziari.
    E l'intera città è già diventata un museo di un tema: sono state conservate le case di quell'epoca, la prigione dove venivano tenuti i prigionieri, sono stati eretti monumenti alle streghe. C'è anche un negozio con oggetti magici. Una città molto suggestiva.

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    Monte Brocken, Harz, Germania

    Uno dei luoghi mistici più famosi del paese. Si ritiene che la montagna sia diventata famosa come strega grazie a Goethe. La scena della Notte di Valpurga in Faust descrive la baldoria selvaggia di queste creature in cima a Brocken. Lo scrittore non avrebbe potuto scegliere posto migliore:

    boschi di abeti muschiosi,
    torbiere,
    fitta nebbia quasi tutto l'anno,
    vento forte in alto.
    Ma come stregoneria, la montagna è nota dal IX secolo. Vi si svolgevano antichi riti pagani. Gli inquisitori non vedevano molta differenza tra pagani e stregoni.

    Ancora più fascino al dolore è aggiunto dalle leggende del fantasma spezzato o dell'Uomo Oscuro, che hanno già diversi secoli. Oggi è chiaro che si tratta di un complesso miraggio ottico dovuto alla nebbia e alla nuvolosità. Ma che impressione...

    L'intera catena montuosa dell'Harz è un luogo delle fiabe tedesche: case con tetti spioventi e piccole finestre, strade strette, foreste scure e montagne rocciose. Ideale per streghe, gnomi e poveri boscaioli. Anche i video di viaggio sono oscuri e misteriosi a causa della nebbia.


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    Montagna delle streghe, Penisola dei Curi, Lituania

    In realtà si tratta di una duna ricoperta da una pineta. Un tempo era luogo di riti pagani e magici. Con l'avvento del cristianesimo, la collina fu chiamata Witch Mountain. I rituali si fermarono, ma il luogo del potere rimase. E nei secoli successivi cercarono qui fiori di felce e saltarono sul fuoco nella notte del locale Ivan Kupala - Jonines.

    Oggi è un punto di riferimento ben progettato, con sculture in legno e ghisa di streghe, personaggi delle fiabe ed eroi delle leggende locali. Poiché la montagna è ancora considerata un luogo di potere, la gente viene qui per esprimere desideri.


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    Witch's Well, Edimburgo, Regno Unito

    Nella capitale scozzese, sulla strada per il Castello di Edimburgo, c'è una fontana in ghisa con una targa commemorativa. L'immagine di due teste femminili intrecciate con un serpente è coronata da una pianta, una digitale. Era usato sia come medicinale che come veleno. Pertanto, l'autore del bassorilievo ha cercato di mostrare la dualità di qualsiasi fenomeno, incluso il bene e il male.

    La fontana è chiamata "Pozzo delle streghe" in memoria di centinaia di donne che furono bruciate in questo luogo, accusate di stregoneria. Molte persone associano la Scozia al misticismo, ai fantasmi nei castelli e alle streghe. Non è noto se queste donne fossero vere streghe o se rientrassero nella tendenza generale. Si sa solo che la maggior parte delle esecuzioni in Inghilterra è caduta sugli abitanti della Scozia.



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    Mercato delle streghe, Bolivia

    Il posto può essere definito il sogno di un negromante. Il mercato vende cuccioli essiccati ed embrioni di lama, rospi secchi, rane e tartarughe. Puoi acquistare sia droghe che erbe per tutte le occasioni, amuleti, talismani, ecc. Qui si offrono di comunicare con gli spiriti, scoprire il destino.

    Questo mercato metropolitano attrae molti turisti. Si ritiene che le vere streghe, stregoni e sciamani commercino in prodotti di propria produzione. Nella Bolivia cattolica , la fede in Dio è armoniosamente combinata con la fede nella stregoneria. Pertanto, il mercato è fiorente. Vale la pena visitarlo per il gusto del locale, densamente condito di misticismo.


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    Museo delle streghe, Praga

    Questo è il più positivo di questi posti. Non ci sono strumenti di tortura medievali nel museo, ma puoi vedere i rituali o il processo di preparazione delle pozioni. Inoltre, gli operai sono vestiti con gli abiti tradizionali degli alchimisti e delle streghe, che aggiungono magia all'atmosfera. Qui inizi a capire che le streghe non sono solo vecchie donne malvagie, ma anche streghe ordinarie che guariscono le persone.



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    Villaggio delle streghe, Navarra, Spagna

    Da questo villaggio, Sugarramurdi, iniziò nel Medioevo la caccia alle streghe in tutto il paese. E oggi il piccolo villaggio attira folle di turisti - con i suoi luoghi mistici, la vita speciale degli abitanti e, naturalmente, il museo delle streghe. In esso puoi conoscere le capacità degli abitanti dei secoli precedenti di usare le forze della natura per la guarigione.

    Il luogo più sacro sono le grotte, dove, secondo la leggenda, si svolgevano i sabba delle streghe. Ora lì si svolge la festa turistica "Witch's Day". Ma anche senza una vacanza, le grotte sembrano misteriose e persino minacciose. Un ruscello di montagna scorre lungo di loro, il suo nome si traduce come "flusso dagli inferi". La scia oscura dei contrabbandieri si trova nelle vicinanze.


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    Witch Island, Filippine

    In realtà, una meravigliosa isola tropicale si chiama Siquihor. Ma è noto per le sue streghe, stregoni e guaritori. Si crede che faccia parte dell'Atlantide sommersa. E qui c'è una specie di portale energetico che alimenta gli stregoni locali.

    In ogni caso, le persone vengono da loro da tutto il mondo - per la guarigione. Anche i famosi guaritori filippini che guariscono con le mani provengono da qui. L'isola è diventata un luogo di raduni internazionali di stregoni e guaritori, dove si scambiano esperienze di stregoneria.



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    Esistevano manuali per la caccia alle streghe?



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    Ai tempi dell'Inquisizione, si diffusero diversi libri che divennero dei best seller: spiegavano come riconoscere le streghe per condannarle a morte. «Sostenere che le streghe esistono è cattolico, negarlo è un'eresia». Era questa, la prima sentenza del Malleus Malificarum o Il maglio delle streghe, una sorta di manuale per la caccia alle streghe. Pubblicato nel 1487 in latino dai frati domenicani tedeschi Jacob Sprenger e Heinrich Kramer per reprimere l'eresia e la stregoneria in Germania, si diffuse poi rapidamente in Europa, diventando un vero e proprio best seller da oltre 35 mila copie e decine di ristampe fino al XVIII secolo: divenne, infatti, il secondo libro più diffuso all'epoca dopo la Bibbia.

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    Fu dunque il manuale simbolo dell'epoca per la caccia alle streghe perché forniva indicazioni precise per la loro individuazione. Le metodologie erano molto crudeli: dalla ricerca del marchio del diavolo, ovvero la presenza sulla pelle di nei o di voglie dalla forma particolare che avrebbero identificato una strega se non avesse sanguinato anche se ripetutamente punta. Oppure, la donna veniva immersa in acqua con una zavorra perché si riteneva che l'acqua avrebbe rifiutato chi si fosse macchiata di stregoneria: chi restava a galla era una strega, chi invece affondava, era innocente.

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    STREGHE E DIAVOLERIE. Poco più di un secolo dopo, nel 1608, apparve anche il Compendium maleficarum, un altro famoso manuale di demonologia scritto in latino dal frate Francesco Maria Guaccio: conteneva una classificazione gerarchica dei demoni, descrizioni di patti con il diavolo e resoconti dettagliati sui poteri malefici delle streghe.

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    La persecuzione di donne sospettate di compiere sortilegi e di intrattenere rapporti con il diavolo iniziò alla fine del Medioevo, nel tardo Quattrocento, per raggiungere il culmine tra la fine del Cinquecento e il Seicento, durante i conflitti di religione fra cattolici e protestanti. La caccia alle streghe continuò anche dopo il Rinascimento: secondo gli studiosi, l'ultimo rogo di una strega avvenne in Baviera (Germania) nel 1756, dunque in pieno Illuminismo.

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    AL ROGO. Circa 3 milioni di persone furono processate per stregoneria fino alla metà del Settecento e circa 40 mila furono condannati a morte, di cui l'80% erano donne. Ma la caccia alle streghe non fu tutta colpa della Chiesa: gran parte dei processi si svolsero in tribunali civili, visto che l'Inquisizione si occupava solo di eresie. Durante i "secoli bui", infatti, l'Inquisizione fu implacabile soprattutto contro gli eretici che finivano al rogo se non abiuravano. E alcuni papi medioevali cercarono persino di difendere le donne accusate di provocare tempeste e malattie.

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    focus.it/
     
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    Lo stregone di Chicama



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    Sacrifici umani stregoni, mostri, piramidi: gli archeologi svelano la misteriosa civiltà dei Moche in Perù. Ecco una breve preview del nostro reportage. L'articolo completo lo trovi...

     
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    Perché le streghe hanno spesso le verruche?



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    Molte immagini d'altri tempi di streghe mostrano le donne con una caratteristica fisica particolare: le verruche. Il motivo per cui sono spesso associati alle escrescenze va di pari passo con le stesse superstizioni secolari che hanno dato alle streghe una cattiva reputazione immeritatamente.

    Gli europei iniziarono a dare la caccia alle streghe nel XV secolo , quando la dottrina cristiana definì la stregoneria una superstizione pagana strettamente connessa all'eresia e al diavolo. La persecuzione raggiunse il culmine nel XVI e XVII secolo con i processi alle streghe a Salem , nel Massachusetts; Scozia e Inghilterra ; ed Europa. Per filtrare le persone presunte malvagie dal resto della popolazione, i cacciatori di streghe cercavano coloro che portavano il “ marchio delle streghe ”, noto anche come “ marchio del diavolo ”, perché si pensava fossero stati marchiati dal diavolo stesso.

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    Questi cosiddetti “segni delle streghe” non erano, come ormai sappiamo, opera del diavolo, ma piuttosto una serie di imperfezioni della pelle . Oltre alle verruche, potrebbero essere etichette cutanee, nei, voglie, un capezzolo soprannumerario (terzo capezzolo), graffi di animali o anche varie forme di melanoma. Se qualcuno fosse accusato di stregoneria, verrebbe spogliato e perquisito per anomalie della pelle. Se ne veniva trovata una, gli accusatori la usavano come “prova” dell'opera del diavolo. La persona sfortunata, spesso una donna, veniva quindi condannata per stregoneria.

    Fortunatamente, il XVII secolo portò l’Illuminismo , un’era di ragione, conoscenza e umanitarismo. Il movimento contribuì a porre fine alla caccia alle streghe e a ribaltare le superstizioni dei secoli precedenti. È stato stabilito che non c'erano prove che queste cosiddette streghe, nel bene e nel male, causassero alcun danno a qualcuno.

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    Secoli dopo, ci sono ancora molte raffigurazioni di streghe come agenti del male pieni di verruche. Ma i tempi stanno cambiando. Devi solo guardare le streghe più recenti nella cultura pop - Hermione Granger del franchise di Harry Potter , Wanda Maximoff della Marvel e Sabrina the Teenage Witch , per citarne alcune - per vedere che queste donne sono ritratte sotto una luce positiva. .. e sicuramente senza le famigerate verruche.

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