COME FARE PACE CON SE STESSI

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    Come fare pace con se stessi


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    Nell’arco della vita combattiamo molte battaglie, per affermare chi siamo, per esprimere il nostro punto di vista, per ricevere il rispetto che sentiamo ci sia dovuto… ma spesso la battaglia che combattiamo più a lungo e più alacremente è quella contro noi stessi, e quello che non sappiamo fare poi è perdonarci ed accettarci. Molti di noi imparano da piccoli, per i rimandi che arrivano dall’ambiente esterno, o durante l’adolescenza, ad avere un profondo senso critico rivolto a se stessi, a volte decisamente severo, se non spietato.

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    In realtà la pace con noi stessi è il requisito fondamentale di una vita serena, di un’energia spendibile nel raggiungimento di altri obiettivi, nell’accrescimento personale e nel godimento di quello che la vita ci offre. Se siamo impegnati a giudicare noi stessi, concentriamo il nostro punto di vista non soltanto limitatamente su di noi, ma lo facciamo per giunta in maniera negativa, distogliendo l’attenzione da tutte quelle cose piacevoli e positive che ci sono nel mondo e che potremmo sentire a pieno se solo riconoscessimo anche le nostre caratteristiche positive.
    Fare pace con se stessi non significa, infatti, essere portatori di un ego spropositato e decisamente privo di autocritica.
    Fare pace con noi stessi vuol dire accettarci amorevolmente, senza combatterci ogni giorno, riconoscendo in maniera obiettiva i nostri limiti, spunto di miglioramento, e le capacità ed i pregi di cui siamo in possesso.
    Le persone combattono se stesse in diversi modi: criticando il proprio fisico, trovandosi mille difetti e aspirando ad un ideale irraggiungibile, trovandosi sempre e per sempre insoddisfatte. Oppure si combatte una lotta con il proprio modo di essere, con il proprio carattere, dimenticando che ogni caratteristica ha il suo positivo ed il suo negativo: quella che chiamate testardaggine potrebbe essere in
    alcune situazioni la stessa caratteristica che vi porta ad essere determinati. Altre persone si combattono
    mescolandosi ed invischiandosi in comportamenti non sani che le porteranno ad essere infelici come
    fumare, bere, mangiare in modo del tutto disordinato, ma anche immergendosi in relazioni tossiche e
    nocive che non rispondono ad un appagamento e ad un accrescimento di noi come persone attraverso l’altro. Spesso il nostro dialogo interno è il termometro della nostra autostima, la misura della lotta che combattiamo contro di noi. Quante volte sbagliando vi siete trovati a rivolgervi parole come “stupida/o” oppure “che cretino” “che maldestro” “sono proprio imbranato”… sebbene sembrino piccoli segnali, queste parole scortesi nei vostri confronti sono come delle piccole goccioline che giorno dopo giorno alimentano la giara della disistima e, di conseguenza, dell’insoddisfazione che proviamo verso noi stessi e, di riflesso, verso la nostra vita.
    Cosa possiamo fare allora per fare pace con noi stessi e ritrovare nuova linfa vitale per i nostri obiettivi?

    1. Parla a te stesso gentilmente: usa le stesse parole che useresti con un caro amico, con la stessa
    indulgenza e la stessa accoglienza… anche tu le meriti;
    2. Smetti di aspirare ad ideali impossibili: se i tuoi canoni di bellezza e successo si basano su ideali
    impossibili di perfezione, il fallimento sarà assicurato così come la tua frustrazione. Apprezza tutte le tue qualità;

    3. Non paragonarti agli altri, la tua vita è unica ed irripetibile. Il paragone con gli altri, se non serve per ispirarci, spesso diventa motivo di tristezza. La tua vita è unica ed irripetibile, il nostro percorso non è paragonabile a quello di nessuno, ma soprattutto quello che è il successo e la soddisfazione per noi è un concetto unico e singolare, quello che fa felice una persona potrebbe non essere motivo di realizzazione per te. E ricorda: quando vedi la vita degli altri da fuori spesso sottostimi i loro sacrifici o semplicemente non sei al corrente dei problemi altrui, perciò quella che fai è un’analisi parziale;

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    4 Accetta la tua imperfezione. Nessuno è perfetto, e neanche tu puoi chiederti di essere infallibile, splendente e sempre sul pezzo. Novità: sei umano anche tu! Quindi perdona i tuoi difetti, i momenti di stanchezza, di cedimento ed i tuoi errori…fanno parte del percorso anche loro;

    5 Impara a riconoscere in maniera obiettiva i tuoi pregi. Se è vero che sei imperfetto come gli altri, è anche vero che possiedi certamente delle capacità, dei pregi, delle passioni in cui riesci. Impara che ogni aspetto positivo di te stesso va conosciuto e valorizzato: ognuno di essi è una risorsa da usare nella tua vita, non sprecarla.

    Fare pace con noi stessi è il fondamento imprescindibile di una vita appagante e sana, quando ci accogliamo per quello che siamo, perdoniamo i nostri errori e le nostre debolezze, acquisiamo la serenità necessaria per concentrarci sulla nostra crescita come persone, ma soprattutto possiamo apprezzare tutto quello che la vita ci offre, sentendoci appagati e felici di esistere.

    Articolo a cura della Dott.ssa Anastasia Zottino

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    Le 5 Regole per essere in pace con se stessi


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    Riempi di vita i tuoi anni, non di anni la tua vita

    Oggi mi sento ispirata, domenica sono andata a messa da Padre Damiano [il suo sito si chiama Betzadi, si ha anche un sito, ed ha anche un design migliore della metà dei blogger che mi scrivono per collaborare con me], un uomo meraviglioso che anima l’eucarestia delle 19.00 nella mia parrocchia e sono tornata piena di sorriso e di buone idee.

    So che parlare di messe e di Dio è molto antico e poco moderno, ma in fondo sono vintage per molti aspetti: sono cattolica, non ho tatuaggi, non mi sono mai fumata una canna, e ho ancora un indirizzo email con hotmail.com !

    La Chiesa è fatta di persone, e anche se spesso l’associamo al Vaticano, io credo ancora nelle persone meravigliose che portano “la buona novella” nel mondo.

    Ma non sono qui per evangelizzare nessuno, Dio è come l’amore, ognuno lo vive in maniera intima e personale, per questo di solito non parlo di entrambi gli argomenti.

    Però i messaggi positivi sono universali e quindi ho pensato che così come migliaia di persone al giorno condividono gli aforismi dei grandi della letteratura e della filosofia, io vorrei condividere con voi un pensiero molto bello che mi ha trasmesso Padre Damiano.

    Nella vita ho visto che è più facile agognare la felicità invece di costruirla, quello che cambia è sempre il punto di vista con cui si guarano le cose.

    Non è la prima volta che lo dico, ma mi sono accorta che esiste un pudore della felicità, una vergogna nell’esternarlo, come se si dovesse avere una ragione precisa materiale per essere felici, quando io invece credo il contrario, bisogna avere una ragione precisa per non esserlo! Nella vita di tutti noi accadono e sono accadute cose davvero tristi e toccanti, eppure in molti occhi tristi che ho incrociato, ho visto una forza che mi ha aiutato nella quotidianità.

    Le 5 Regole per essere in pace con se stessi:

    Sei Vivo. Questo per molti sembrerà scontato, ma quando perdi qualcuno capisci che non lo è, le cose esistono solo se si paragona alla sua antitesi, come mi disse un giorno un uomo a Bali: “smetti di lamentarti dei difetti del tuo ragazzo, ognuno di essi ha una parte complementare di cui ti sei innamorata” un yin e yang un po’ estremizzato, ma in fondo è vero. Se pensi a quanto la vita, il tempo, la giovinezza e la salute siano fugaci, capisci di quanto sia un dono essere vivo e in salute adesso, quindi siamone felici.

    Scegliti così come sei. Accettati, ora adesso, così, non quando avrai perso 8 kg, non quando il tuo lavoro sarà più soddisfacente, non quando avrai vinto il concorso, adesso, ora! Se non ti scegli tu per come sei pensa se ti potrà mai scegliere un altro.

    Scegli di diventare te stesso. Che forse è un po’ una conseguenza del passo due o è un altro modo di interpretare il mio “impara a non avere testimoni“. Abbi il coraggio di affermare il tuo pensiero, di inseguire la vita che vuoi tu, non quella che gli altri si aspettano da te, sii coerente con il tuo cuore, nella vita potrai mentire a tutti tranne che alla tua coscienza.

    Scegli l’amore. Prima d’amare qualcun altro impara ad amare te stesso, e rivolgi a te stesso tutte le cure e le attenzioni che la società ci dice che dobbiamo rivolgere a chi amiamo. La frase “ama il prossimo tuo come te stesso“, presuppone che ognuno di noi non ha persona al mondo che ama di più di se stesso. E l’amore è una cosa divers dal narcisismo, non è mostrare di essere i più fighi, è rispettarsi, è fare quello che ci fa bene e allontanare ciò che ci rende deboli.

    Scegli di donarti. Molti hanno avuto il coraggio e la forza di donare tutta la propria vita ad una causa esterna, ammiro molto queste persone e mi dispiace di non aver avuto la loro forza, ma credo che il donare possa esisere anche nelle piccole cose. A volte il supporto e l’aiuto si da anche con azioni minuscole, come una telefonata, una parola dolce, un’aiuto economico, con la semplice presenza. Donare è un po’ come la fiducia nel prossimo di cui parlo spesso, può essere contagioso, così come quando viaggi mostri fiducia nei confronti di chi incontri e salvo eccezioni ricevi una grande energia in cambio, così donando se stessi a chi ne ha bisogno si può ricevere molto e soprattutto, si può creare una catena contagiosa. In fondo non solo l’odio si diffonde in maniera epidemica, può succedere anche con i sorrisi.
    Non ho preso un peyote prima di scirvere questo post è che a volte ci concentriamo sulle cose più complesse senza pensare che la soluzione è prorpio lì vicino a noi, non ho detto che sia facile, penso solo sia vicino.

    Riempi di vita i tuoi anni, non di anni la tua vita

    Ho ascoltato questa storiella, potremmo anche definirla di viaggio.. mi sa che è un vizio dei cattolici parlare per parabole… e vorrei condividerla con voi.

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    Un uomo decide di andare a visitare dei paesini vicino casa sua, così un giorno prende la macchina e guida, si ferma in un borgo, gira per le strade e si ritrova in un cimitero all’inglese, con le statue di marmo, l’erba tagliata e tante lapidi. Un po’ sovra pensiero, un po’ per curiosità si mette a leggere le lapidi delle tombe: “Antonio 4 anni 6 mesi e 2 giorni” , Caterina “3 anni 5 mesi e 26 giorni”, Luca “5 anni, 3 mesi e 4 giorni”, più va a vanti più legge numeri simili e la cosa lo sconvolge moltissimo, come è possibile che la gente muoia tutta così giovane in questo paese. Così un po’ affranto, va al bar a prendere un caffè e chiede al barista come mai ci sia un tasso di mortalità infantile così alto.

    Il barista, con fare tranquillo, gli risponde:

    – “Ora le spiego cone noi calcoliamo la vita: mi dica lei ad oggi quanto tempo si è sentito innamorato di qualcuno”

    e l’uomo risponde

    -” beh innamorato proprio direi 2 anni”,

    [barista]-“benissimo e quanto tempo ha gioito per i successi di un suo amico?”,

    [viandante] “direi un paio di mesi in tutto”

    [barista]”e per quanto tempo si è sentito soddisfatto delle cose che stava facedo?”

    [viandante] ” se sommiamo tutta la mia carriera per circa 4 anni”

    così mentre il viandante parla il barista prende appunti e poi conclude, “vede, se lei dovesse morire in questo momento, avrebbe vissuto per 6 anni 2 mesi e 15 giorni, è così che noi calcoliamo la vita di ogni uomo, in base a quanto vive non in base ai giorni che resta sulla terra”

    Questa storia mi ha fatto andare a letto con la testa piena di pensieri e il volto pieno di sorrisi, vi auguro di riempire di vita i vostri anni e non di anni la vostra vita.

    da Francesca Di Pietro


    viaggiaredasoli.net
     
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