Argentina, le mummie dei piccoli inca sacrificati nel 1500.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super!

    Group
    ADMIN
    Posts
    99,525

    Status
    Anonymous

    Argentina, le mummie dei piccoli inca sacrificati nel 1500.



    9vAOURl



    Una morte terribile. I sacrifici umani delle civiltà pre-colombiane. Una straordinaria scoperta archeologica. Un museo senza precedenti nel cuore dell'Argentina andina.
    Questi sono gli ingredienti di una storia sospesa tra il sacro e il profano, tra tradizione e crudeltà popolare. Protagonisti i corpi mummificati di tre bambini inca, ritrovati 11 anni fa sulle Ande in un perfetto stato di conservazione e destinati, nei prossimi mesi, a divenire il pezzo pregiato del Museo archeologico di Alta montagna di Salta, storica città del nord dell'Argentina.
    Dal 6 febbraio, infatti, gli incredibili reperti sono esposti al pubblico riparati da una teca di vetro dove una temperatura costante di 20 gradi sotto zero mantiene intatto il loro stato di conservazione di fronte agli occhi esterrefatti dei turisti.

    5x3AAhP



    I corpi trovati sepolti dal ghiaccio a 6 mila metri

    La vicenda dello straordinario ritrovamento ha avuto inizio nel febbraio 1999, quando una spedizione di 14 ricercatori, finanziata dal National Geographic, partì alla volta della cima del vulcano Llullallaico, impressionante montagna di 6.700 metri situata al confine tra Cile e Argentina, nel mezzo della catena andina.

    b6KUYAP



    CONDIZIONI PROIBITIVE. La squadra, capitanata dallo statunitense Johan Reinhard e composta da archeologi e antropologi nordamericani, argentini e peruviani. si era messa in viaggio alla ricerca di reperti utili alla ricostruzione delle cerimonie sacrificali della popolazione inca che causarono la morte di centinaia di bambini.
    La ricerca fu difficoltosa e lenta, a causa delle condizioni climatiche proibitive. La temperatura, infatti, sfiorava i -37 gradi e, nonostante il sofisticato equipaggiamento a disposizione, la scalata richiese «un eccelente stato psichico e di adattamento», come raccontò poi uno dei ricercatori, Christian Vitry.

    sGZHTKt



    LA SCOPERTA A 6 MILA METRI. Finalmente, la squadra riuscì a raggiungere i 6 mila metri di altitudine e, a quell'altitudine apparve sotto una volta rocciosa, il corpo di un bambino, in posizione raccolta, avvolto in un mantello.
    Era congelato, mummificato, perfettamente intatto. Tre giorni più tardi, Reinhard e la sua squadra scoprirono altri due corpi, entrambi di bambine, anche questi perfettamente conservati, complice il particolare microclima che caratterizza la cima del vulcano Llullallaico.

    Ihb1Eq9



    Sacrificati al dio Sole dalle famiglie

    I tre corpi furono trasportati a Salta ed esaminati a fondo. Dieci anni dopo gli esperti giunsero alle prime conclusioni: i tre bambini, tra i sei e i 14 anni, morirono circa 500 anni fa, uccisi nei sacrifici umani in occasione della festa della Capacocha. Una cerimonia che gli inca dedicavano al dio Sole per invocarne la benevolenza. Le famiglie erano così costrette a concedere in sacrificio un figlio e, in cambio, avevano accesso alla élite aristocratica della capitale Cuzco.

    Jhvxa5e



    MORTE PER IPOTERMIA. I bambini venivano condotti sulle cime innevate e gelide delle Ande, drogati con un cocktail allucinogeno di cocaina e alcol e abbandonati lì, in mezzo al ghiaccio e in perfetta solitudine. Senza cibo, sotto l'effetto della droga e del freddo, le piccole vittime si incamminavano fino ad addormentarsi e a morire di ipotermia. Infine, venivano sepolti. Secondo gli inca, i prescelti acquisivano in questo modo uno status divino. È stata questa la fine che con ogni probabilità fecero il 'bimbo', 'la donzella''e 'la bimba del fulmine', come sono state chiamate le tre mummie.

    YHKWI6m



    DAI 14 AI 6 ANNI. La bambina più grande, aveva circa 14 anni quando è morta mentre il più piccolo solo sei. La terza, qualche tempo dopo la sepoltura, fu colpita al volto da un fulmine, che le sfregiò la guancia ma lasciò intatta la sua acconciatura fatta di tante treccine, visibile ancora oggi.

    9I3brxh



    Al di là del successo della scoperta e del richiamo turistico delle tre piccole mummie, per le comunità indigene delle Ande esporre i corpi come un trofeo dell'archeologia resta un sacrilegio.

    L'APPELLO DEGLI INDIO. «Sono tre martiri, per noi sono ancora vivi e devono restare in cima alla montagna», ha tuonato Miguel Siares, a capo della tribù india Kollas Unidos. Si ripresenta, così, l'eterno dilemma tra scienza e fede, tra business e preservazione di un culto millenario.

    6d9x7R0



    Per ora, i 'bambini di Llullaillaco' sono il tesoro del museo di Salta, nonchè una notevole fonte di guadagno. Ma gli indigeni non si sono ancora arresi. Quelle montagne, le loro montagne, ancora oggi sono sacre e non c'è archeologo che possa persuaderli a violare la volontà degli dei che le proteggono.

    qfHjRBU
    Un sandalo appartenente alle tre mummie ritrovato vicino ai corpi.



    lettera43.it/

    foto sul web
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Super!

    Group
    ADMIN
    Posts
    99,525

    Status
    Anonymous

    I segreti dei bambini inca sacrificati sulle Ande



    I bambini sacrificati dagli Inca assumevano coca e alcool: l'analisi dei capelli di alcune mummie ritrovate in Argentina rivelano dettagli della vita delle giovani vittime prima del sacrificio.


    Destino ingrato
    Fotografia per gentile concessione di Johan Reinhard

    nmkXQoy



    L'ottimo stato di conservazione di tre mummie Inca scoperte vicino alla sommità del vulcano argentino Llullaillaco ha consentito agli scienziati di 'restituire un volto umano' all'antico rituale Capacocha che si concluse con il loro sacrificio.

    I corpi della vergine tredicenne di Llullaillaco e dei suoi compagni più giovani, il ragazzo di Llullaillaco e la "ragazza fulmine" - soprannominata in questo modo perché il suo corpo è stato danneggiato da un fulmine - hanno rivelato che, nel momento della morte e nel corso delle cerimonie che per un anno li preparavano al trapasso, entravano in gioco alcune sostanze in grado di alterare il loro stato mentale. I risultati dello studio sono riportati su PNAS di luglio 2013.

    Sottoposti ad analisi biochimica, i capelli della vergine hanno fornito informazioni su cosa avesse mangiato e bevuto nei suoi ultimi due anni di vita. I risultati ottenuti hanno evidenziato un cambiamento nel modo di alimentarsi e nel consumo di coca e di alcool che sembrano coerenti con i resoconti storici che sul fatto che gli Inca selezionassero alcuni bambini perché prendessero parte a una cerimonia sacra della durata di un anno che sarebbe finita con il loro sacrificio.

    Nella visione religiosa Inca, sottolineano gli autori, la coca e l'alcool potevano indurre stati di alterazione che rientravano nella sfera del sacro. Queste sostanze, però, probabilmente avevano anche una funzione più pragmatica: disorientare e sedare le giovani vittime per rendere loro più accettabile l'ingrato destino che li attendeva.



    La montagna sacra
    Fotografia di Maria Stenzel/NGS

    F4v1XXD



    Il vulcano argentino Llullaillaco, dove nel 1999 sono statai trovati i corpi congelati dei tre ragazzi.

    La vergine e i suoi compagni più giovani godono di un ottimo stato di conservazione naturale grazie alle condizioni di gelo del sito in cui sono stati scoperti nel 1999, a un'altitudine poco inferiore rispetto alla cima della montagna, a 6.739 metri.

    "Si tratta della mummia meglio conservata che io conosca", dice l'archeologo Andrew Wilson della University of Bradford (Regno Unito). "Sembra che si sia appena addormentata".

    È proprio questo incredibile livello di conservazione che ha reso possibile effettuare le analisi che - insieme al ritrovamento di manufatti e tessuti anch'essi ben conservati all'interno della struttura tombale - hanno consentito agli esperti di ricostruire gli eventi che avvennero circa 500 anni fa in quest'angolo sperduto del mondo.

    "Il tutto è reso più agghiacciante dal fatto che non si tratta di una mummia disidratata o di un insieme di ossa", aggiunge Wilson. "È una persona; anzi, un bambino. E i dati che abbiamo ottenuto ci stanno davvero trasmettendo delle rivelazioni toccanti riguardo ai suoi ultimi mesi e anni di vita".




    I capelli raccontano
    Fotografia di Maria Stenzel/NGS

    uDyjTPz



    Poiché i capelli crescono di circa un centimetro al mese e poi si fermano, le lunghe ciocche intrecciate della vergine contengono una sequenza temporale di marker in grado di fornire informazioni sulla sua dieta, incluso il consumo di sostanze come coca e alcool sotto forma di chicha, un infuso ricavato dal grano.

    Basandosi sull'analisi dei marker, la ragazza fu scelta per il sacrificio un anno prima della sua morte, spiega Wilson. A quel punto la sua vita cambiò radicalmente: cominciò a fare uso pesante sia di coca che di alcool, sostanze che di solito non erano disponibili quotidianamente.

    "Sospettiamo che la vergine fosse una delle acllas, o 'donne scelte', selezionate nel periodo della pubertà per essere allontanate dalla loro famiglia perché fossero affidate a sacerdotesse", continua, sottolineando che questa pratica viene riportata anche nei resoconti spagnoli riguardanti questi riti redatti sulla base di informazioni fornite agli occidentali dagli Inca.

    In base ad analisi del DNA e studi chimici precedenti volti a esaminare i cambiamenti nella dieta della vergine, sempre effettuati da Wilson, la sua alimentazione era migliorata notevolmente nell'anno precedente alla sua morte, per esempio con l'introduzione di cibi ricercati come mais e proteine animali, forse provenienti da carne di Ilama. La nuova ricerca fornisce la prova che anche il suo consumo di coca aumentò notevolmente in quello stesso arco di tempo, con due picchi a dodici mesi e poi a sei mesi prima del decesso.

    "Questi dati avvalorano l'ipotesi che fino a quel momento la ragazza avesse condotto uno stile di vita normale, o anche contadino, e che un anno prima di morire venne selezionata, fu strappata ai suoi cari e allo stile di vita che le era familiare, e la sua esistenza cambiò completamente", dice Wilson. "A quel punto cominciò a fare uso di coca".

    Nel suo ultimo anno di vita la vergine assumeva regolarmente dosi massicce di coca, mentre il suo consumo di alcool aumentò notevolmente soltanto nelle sue ultime settimane di vita.

    "Probabilmente quest'ultimo cambiamento avvenne tra le sei e le otto settimane antecedenti alla morte: la sua vita ne risultò di nuovo molto alterata, che la ragazza fosse accondiscendente o che l'avessero costretta a ingerire a forza una tale quantità di alcool. Di certo nelle sue ultime settimane entrò in uno stato ancora diverso; probabilmente queste sostanze chimiche - la coca e l'alcool di chicha- vennero usate per controllarne la volontà nel momento in cui si stava avvicinando il culmine del rito Capacocha, che coincideva con il suo sacrificio".

    Le droghe potrebbero averla resa più docile nel giorno della sua morte, portandola in uno stato confusionale o, forse, persino di incoscienza. Questa teoria sembrerebbe trovare conferma nella sua posizione rilassata e seduta all'interno della struttura tombale, e nel fatto che i reperti intorno a lei siano rimasti intatti, così come il copricapo piumato che indossava quando si addormentò di un sonno eterno. Nella sua bocca, appena dopo la sua scoperta nel 1999, erano state trovate foglie di coca masticate.

    Le mummie dei bambini più piccoli mostrano invece livelli di consumo di coca e alcool inferiori, forse perché ricoprivano un ruolo di minore importanza nel rituale o perché di età e peso diversi. "Forse per bambini più piccoli non c'era bisogno di quel livello di sedazione", dice Wilson.

    E mentre in altri siti capacocha sono stati osservati segni di violenza, come il trauma cranico, i bambini ritrovati in questo sito vennero lasciati morire "in pace". Secondo Wilson "O avevano perfezionato i meccanismi di esecuzione di questo tipo di sacrificio, oppure questi bambini se ne andarono in modo molto meno violento".



    Sacrifici di Stato
    Fotografia di Maria Stenzel/NGS

    WVzX0td



    In quest'immagine del 1999, gli archeologi trasportano i corpi, antichi di 5 secoli, dei tre bambini, alle pendici del vulcano Llullaillaco, in Argentina.

    Secondo Kelly Knudson, chimica della Arizona State University non coinvolta nello studio, questo interessante studio mostra come la sinergia tra scienza e archeologia possa permetterci di carpire sia i dettagli più privati di singole esistenze che di capire intere società antiche.

    "Poter osservare un aumento nel consumo di alcool e di coca è molto importante per comprendere sia i sacrifici Capacocha che lo stile di vita delle vittime prima del sacrificio, anche perché questi dati possono raccontarci qualcosa dei metodi di coercizione e di controllo usati dagli Inca", dice Knudson.

    Secondo gli autori dello studio, ci sono tutti gli elementi per poter affermare che il sistema di controllo che ha condotto questi bambini sulla remota cima di una montagna ad altitudini estreme abbia goduto del supporto dei livelli più alti dello Stato, e potrebbe aver fatto parte di un processo di espansione militare e politica dell'Impero, con centro a Cuzco, che si era affermato appena prima dell'arrivo degli spagnoli.

    "I supporti logistici necessari ancora adesso per poter lavorare a queste altitudini sono notevoli", spiega Wilson. "E questa è la prova che ci fosse il massimo sostegno da parte dell'Impero. Nel sito sono stati ritrovati manufatti e vestiti raffinati destinati a pochi privilegiati, provenienti dai quattro estremi dell'Impero Inca".

    Tra questi reperti ci sono figure ricavate da conchiglie di spondylus, un mollusco bivalve che si trova sulla costa, e copricapi piumati originari del bacino dell'Amazzonia. Anche le pregiate statue d'oro e d'argento, decorate con vestiti in miniatura dalla trama sottile, erano accessibili soltanto ai livelli più alti della scala sociale. "Credo che l'intero insieme di oggetti rappresenti il loro status e che simboleggi anche il fatto che i sacrifici avvenissero sotto l'egida dell'Impero", aggiunge. Wilson e i suoi collaboratori ipotizzano che questi sacrifici avessero la funzione di esercitare il controllo sociale su ampie aree dei territori conquistati.

    (L'anno scorso uno studio pubblicato su Plos ONE aveva mostrato che la vergine aveva sofferto di un'infezione al polmone quando venne sacrificata).



    Tra scienza e storia
    Fotografia di Maria Stenzel/NGS

    6k8PP65



    Queste figurine abbigliate con costumi dai vivaci colori sono state ritrovate a poca distanza dai corpi dei tre ragazzi sacrificati sulle Ande argentine.

    Fu Johan Reinhard, National Geographic Society Explorer-in-Residence, a scoprire le mummie nel 1999 insieme alla collega Costanza Ceruti, dell'Università Cattolica di Salta, in Argentina.

    Reinhard, che è anche tra gli autori della recente ricerca, racconta di essere particolarmente interessata al confronto tra questi reperti e ciò che viene riportato su quelle cerimonie dalle cronache del tempo dei primi esploratori spagnoli del Nuovo Mondo. "Vi si descrive come avvenivano queste cerimonie, ma non si trattava di resoconti di prima mano: nessuno degli spagnoli vi assistette mai in prima persona", dice Reinhard. "Riportavano i racconti degli Inca".

    Nella metà del XVI secolo, per esempio, Juan de Betanzos scriveva di estesi sacrifici di bambini - in cui venivano uccisi fino a un migliaio di individui - sulla base della testimonianza di sua moglie, che prima era stata sposata con l'Imperatore Inca Atahualpa.

    I nostri dati sembrano confermare gli eventi descritti nelle cronache, dice Reinhard. "Sembra quasi di vederlo. Ai bambini era dovuta un'attenzione particolare: qualità del cibo e coca, che era una sostanza riservata alle cerimonie, non di uso comune. Anche nelle cronache si legge, esattamente allo stesso modo, di queste attenzioni riservate ai bambini destinati al sacrificio".

    Per esempio, dice Reinhard, riscontrare un aumento del consumo di coca nel corso dell'anno che precedeva la morte di un bambino prescelto come la vergine, non sorprende, proprio perché conferma racconti che si trovano già nelle cronache storiche.

    "Raccontano di pellegrinaggi verso Cuzco e di varie cerimonie durante le quali questi bambini sarebbero stati spediti da un posto all'altro in lunghi pellegrinaggi. Ritengo interessante aver trovato picchi nell'uso di coca a distanza di 6 mesi", aggiunge. "Potrebbe trattarsi di qualcos'altro, ma un'ipotesi da considerare è che questo confermi i resoconti storici secondo cui alcune di queste 'vergini del sole' venivano destinate a cerimonie del solstizio nel corso dell'anno che precedeva il sacrificio".



    Eterno riposo
    Fotografia di Natacha Pisarenko/AP

    GiRYqZa



    Adesso le mummie si trovano al Museo de Arqueología de Alta Montaña (MAAM) di Salta, in Argentina (nella foto). Le potenzialità di questi resti nel corroborare testimonianze storiche e archeologiche è entusiasmante, aggiunge Wilson, ma, allo stesso tempo, è anche spaventoso che questi bambini siano rimasti esseri umani così riconoscibili anche da morti.

    "È come se questi bambini instaurassero con noi un dialogo per raccontarci la loro storia", dice. "I capelli, specialmente, sono una cosa molto personale, e possono fornirci prove convincenti e raccontarci dettagli anche molto personali a distanza di cinque secoli".




    nationalgeographic.it/
     
    Top
    .
1 replies since 28/8/2019, 07:32   805 views
  Share  
.
Top