LE BURLE STORICHE ORMAI DIMENTICATE

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    15 burle storiche (più una) ormai dimenticate

    Troppo incredibili per essere vere, eppure - almeno per qualche tempo - piuttosto convincenti. Dalla Guerra dei Mondi all'albero mangia-uomini, le bufale più curiose in cui siamo cascati.


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    LA GUERRA DEI MONDI. New York, 30 ottobre 1938: la trasmissione radiofonica della CBS Mercury Theatre on the Air trasmette un adattamento della Guerra dei Mondi (War of the Worlds), dall'omonimo romanzo di H. G. Wells del 1897. Lo sceneggiato, che descrive un'invasione aliena, viene recitato al presente da un giovane Orson Welles, che è anche regista e produttore del programma. Si trasmettono una serie di comunicati e bollettini concitati che lasciano gli spettatori sempre più allarmati. E quella che è nata come un esperimento radiofonico finisce per spaventare milioni di americani (nella foto, Welles spiega ai cronisti che non aveva intenzione di scatenare il panico).



    mangiauomini

    L'ALBERO MANGIA-UOMINI DEL MADAGASCAR. Nell'aprile 1874, il quotidiano newyorkese New York World pubblicò la lettera di un presunto esploratore tedesco, Karl Liche, che raccontava di sacrifici umani perpetrati dalla tribù dei "Mkodo" in Madagascar. Questa popolazione offriva vittime designate a piante assassine che stritolavano le membra umane come serpenti. La leggenda fu ripresa in un libro pubblicato nel 1924, Madagascar, Land of the Man-eating Tree ("Madagascar, la terra dell'albero mangia-uomini") e fu smontata definitivamente solo nel 1955, quando lo storico della scienza tedesco-americano Willy Ley dimostrò che Liche, le piante killer e i Mkodo non erano mai esistiti. La storia potrebbe essere stata ispirata dall'ingordigia di alcune piante carnivore, come le Nepenthes, in grado di consumare anche piccoli mammiferi.



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    I GIGANTI DELLA PATAGONIA. La convinzione che la regione dell'America meridionale, esplorata per la prima volta dagli Europei nel 1520, fosse abitata da popolazioni dalla statura leggendaria si diffuse grazie ai racconti dell navigatore vicentino Antonio Pigafetta, tra i superstiti della prima spedizione in quelle terre di Magellano. Egli raccontò di aver visto in quell'area persone così alte, che gli esploratori raggiungevano solo la loro cintola. I racconti tra il mitico e l'esotico ebbero fortuna in Europa per 250 anni, alimentati di volta in volta dalle cronache di viaggio di chi era stato in Patagonia. Finché, nel 1773, il generale britannico John Hawkesworth evidenziò, in un resoconto per la Marina inglese, che le persone incontrate non erano più alte di 1 m e 90 cm: degli spilungoni, forse, ma non certo giganti.



    formosa

    IL NATIVO DI FORMOSA. Nel 1703, e per diversi anni dopo quella data, il francese residente in Gran Bretagna George Psalmanazar (biondo e con gli occhi azzurri) riuscì a convincere gli inglesi di essere il primo abitante di Formosa (l'odierna Taiwan) ad aver raggiunto l'Europa, condotto forzatamente nel continente da un Gesuita senza scrupoli. I mirabolanti racconti sulle abitudini esotiche dei taiwanesi, esposti con notevole capacità di immaginazione, catturarono la nobiltà britannica che faceva a gara per avere "l'orientale" a cena, e per qualche tempo disorientarono persino gli scettici membri della Royal Society (tra cui l'astronomo Edmond Halley, che per farlo cadere in fallo lo interrogò sul cielo del luogo). Il truffatore fu infine smascherato proprio da un gesuita, Padre Fontenay.



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    L'UOMO PIETRIFICATO. Il 4 ottobre 1862, sul Territorial Enterprise (uno dei principali quotidiani del Nevada) fu pubblicato il racconto del ritrovamento di un uomo perfettamente pietrificato, vissuto un secolo prima, ma ormai ridotto a un blocco granitico (anche la gamba, che in vita doveva essere stata di legno, era ora di pietra). La voce narrante era di un certo Samuel Clemens, meglio conosciuto con il nome di "penna" Mark Twain, che voleva con quel racconto fittizio ironizzare sulla moda delle pietrificazioni (a quel tempo erano molto frequenti i racconti di ritrovamenti di cadaveri pietrificati, ad arte o per cause naturali). I lettori però non colsero il lato ironico e finirono per credere a quel racconto.



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    IL GIGANTE DI CARDIFF. E a proposito di uomini pietrificati, il più celebre nella storia delle bufale americane è forse quello di Cardiff. Il 16 ottobre 1869 alcuni lavoratori che stavano scavando un pozzo nello Stato di New York annunciarono di aver scoperto il corpo di un uomo pietrificato, alto 3 metri. Il gigante era un'idea di George Hull, un tabaccaio ateo che aveva fatto scolpire la statua in seguito a una discussione con alcuni fedeli metodisti, che credevano nell'esistenza dei giganti descritti nella Genesi. La statua fu nascosta nella fattoria del cugino di Hull e dal ritrovamento fu presa d'assalto dai curiosi che volevano vedere il corpo dell'uomo. Il business si rivelò così vantaggioso che fu persino realizzata una copia non autorizzata di cera del gigante, spacciata a sua volta per la reale salma dell'uomo. Entrambe le copie furono dichiarate false nel 1870. La copia di cera è ancora in mostra al Farmers' Museum di Cooperstown, NY.




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    LE FATE DI COTTINGLEY. Nel 1918, attorno ad alcune fotografie realizzate l'anno prima nelle campagne inglesi da due cugine di 10 e 16 anni, scoppiò un vero caso mediatico. Le immagini ritraevano le ragazze giocare con alcune creature alate simili a fate. La vicenda coinvolse persino Arthur Conan Doyle (creatore del personaggio di Sherlock Holmes) che cascò nella bufala e credette le foto una chiara prova dell'esistenza di creature soprannaturali, sull'onda del diffuso spiritismo dell'epoca. Solo nel 1966 le donne, ormai nonne, ammisero di aver realizzato le sagome delle fate con figure di cartone, ispirate dalle illustrazioni di un libro



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    LE FOTOGRAFIE SPIRITICHE DI WILLIAM MUMLER. Nel 1861, un gioielliere e fotografo dilettante di Boston scoprì che con una doppia esposizione fotografica era possibile aggiungere ritratti di persone defunte alle foto posate dei soggetti che lo richiedevano. In un'epoca in cui l'usanza di tenere sedute spiritiche con "medium" per parlare con i propri defunti godeva di una certa fortuna, le foto di fantasmi di Mumler andarono a ruba. Nel 1869 fu accusato di frode, ma ormai aveva inaugurato un nuovo genere fotografico (per approfondire).




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    LE SIRENE DELLE FIJI. Tra i pescatori giapponesi e malesi l'usanza di ricavare creature ibride attaccando la testa di una scimmia al corpo di un pesce fu per diversi secoli tradizionalmente diffusa, anche per scopi religiosi: i navigatori americani se ne accorsero per la prima volta nel 1822, quando il capitano Samuel Barrett Edes acquistò uno di questi oggetti da un marinaio giapponese, e lo cedette poi in mostra a un museo londinese. Da allora, il mercato di questi oggetti di provenienza esotica godette di una certa fortuna presso alcuni collezionisti. Si diceva che fossero sirene catturate vicino alle isole Fiji, ma le circostanze dei ritrovamenti erano volutamente lasciate vaghe.





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    IL RAGAZZO DAL DENTE D'ORO. Nel 1593, nella regione della Silesia (attuale Polonia sudoccidentale) si diffuse la leggenda dell'esistenza di un bambino di 7 anni, un certo Christoph Müller, cresciuto naturalmente con un dente d'oro. Il piccolo fu esaminato da medici dell'epoca che conclusero che davvero mostrava un dente d'oro, ma che questo era stato applicato da un dentista e non era "naturale". L'usura consumò il rivestimento rivelando il bianco del dente sottostante. La frode fu smascherata, ma quel dente d'oro è tuttora la più antica corona dentale in oro mai realizzata.



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    I VIAGGI DI MANDEVILLE. Il presunto racconto di viaggio scritto dal "cavaliere" Jehan de Mandeville, iniziato a circolare intorno al 1356, descrive un'esperienza di viaggio compiuta tra Cina, India, Persia, Amazzonia, e altre mete esotiche in gran parte ancora inesplorate. Benché si tratti di un racconto chiaramente fantastico e inverosimile, fu creduto autentico per almeno due secoli, e ispirò veri esploratori (come Colombo) ad affrontare viaggi reali





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    LA GRANDE BURLA DELLA LUNA. Con questa espressione (Great Moon Hoax in inglese) non si indicano le bufale complottiste sul mancato allunaggio statunitense, ma una serie di sei articoli pubblicati dal quotidiano New York Sun a partire dall'agosto 1835, che raccontavano della scoperta di una presunta civiltà lunare. Le scoperte - tra le altre, piramidi di quarzo lilla, un unicorno blu e bisonti che vagavano nei mari lunari - furono attribuite a John Herschel, il più noto astronomo dell'epoca, figlio dello scopritore di Urano. Ma il racconto in sei puntate si rivelò un'astuta trovata per aumentare le vendite del giornale, e un tentativo di satira di altre presunte scoperte astronomiche sensazionalistiche dell'epoca.



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    LA BURLA DI FORTSAS. Nel 1840, tutti i librai, bibliotecari e collezionisti della cittadina belga di Binche ricevettero notizia della morte di un presunto collezionista, il conte di Fortsas, che possedeva una collezione di libri unici al mondo, esistenti in una sola copia ciascuno. I suoi eredi, si diceva, non erano interessati a tenerli, e avevano organizzato un'asta il 10 agosto di quell'anno per venderli. Quel giorno una folla di bibliofili accorse a Binche, ma dell'asta non c'era traccia: nel luogo indicato trovarono scritto che la biblioteca comunale aveva acquistato tutti i libri, ma anche questa era una bufala. Infine si scoprì che il conte non esisteva, così come i libri. A ideare lo scherzo era stato un antiquario locale, ma il catalogo dei libri di Fortsas, stampato davvero, divenne per qualche tempo un ricercato oggetto di collezionismo.




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    LA DONNA CHE GENERAVA CONIGLI. Nel 1726 Mary Toft, una donna del Surrey, Inghilterra, fece credere ad alcuni medici di aver dato alla luce una cucciolata di conigli. La vicenda impressionò scienziati di alto rango e persino la Corte inglese: la donna aveva "partorito" di fronte a eminenti ginecologi arti e organi di questi animali. La frode fu scoperta quando un medico londinese minacciò di sottoporre la truffatrice a una dolorosa operazione chirurgica per sondare l'origine del disturbo. A quel punto la Toft, che viveva in campagna e aveva facile accesso ad animali, confessò di aver inserito all'interno della vagina pezzi di conigli e gatti per inscenare i parti.




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    LE PIETRE FALSE DI JOHANN BERINGER. Questi falsi fossili raffiguranti sagome animali furono fatti ritrovare da un paio di colleghi a Johann Beringer, accademico dell'Università di Würzburg (Germania), nel 1725. In un'epoca in cui non era ancora chiaro come i veri fossili si formassero, Beringer era convinto che questi fossero generati da forze cosmiche e divine. Così due colleghi, per punirlo della sua arroganza accademica, fabbricarono le false pietre ad arte, arricchendole con iscrizioni in ebraico e disegni astronomici. Beringer ci cascò, elaborando dettagliate spiegazioni sulle presunte pietre. Finché sull'ennesimo fossile non gli fu fatta trovare la scritta: vivat Beringerius ("Viva Beringer") e il poveretto si rese allora conto di essere stato truffato.



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    I FALSI FOSSILI DELL'UOMO DI PILTDOWN. Per rimanere in tema archeologico, celebre è anche il presunto ritrovamento, a Piltdown (nel Sussex), dei presunti resti dell'"anello mancante" della storia dell'evoluzione umana, un ominide dal grande cranio e dalla mandibola simile a quella di una scimmia. La scoperta fu fatta tra il 1912 e il 1914, e il cranio montato ad arte fu creduto vero fino al 1953, quando la frode fu smascherata. Recentemente è stato scoperto che dietro alla truffa c'era una mente sola: quella dell'antiquario britannico Charles Dawson.


    www.focus.it/cultura/mistero
     
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    LE BURLE STORICHE MAI DIMENTICATE E QUEL BISOGNO DI CREDERE NELL’IMPOSSIBILE


    Le burle storiche mai dimenticate e quel bisogno di credere nell’impossibile




    Sin dalla notte dei tempi l’uomo ha sentito il bisogno di credere in qualcosa, in qualcuno, ma prima di tutto ha avvertito la necessità di credere a delle teorie che gli venivano propinate; a volte anche credere nell’assurdo. Si, nell’assurdo. In quelle leggende metropolitane che narrano di giganti con un solo occhio o di bambini nati con poteri soprannaturali. Alcune di queste “burle”, che oggi potremmo definire fake news, hanno popolato notti insonni di molti a causa del loro contenuto inquietante; altre hanno fatto sorridere e a volte ridere, regalando momenti goliardici. Oggi ne abbiamo raccolto 15 di cui vi parleremo, e che analizzeremo per voi lettori.



    1. La “Guerra dei Mondi” spaventa l’America (1938)

    A New York, il 30 ottobre 1938, una trasmissione radiofonica della CBS, Mercury Theatre on the Air, trasmette un adattamento della Guerra dei Mondi, tratto dall’omonimo romanzo di H. G. Wells del 1897. Lo sceneggiato vede recitare un giovane Orson Welles. Vengono trasmessi una serie di comunicati e bollettini concitati che lasciano gli spettatori sempre più allarmati. Un esperimento radiofonico che finisce per spaventare milioni di americani.

    2. La tribù dei Mkodo (1874)
    Nell’aprile 1874 il quotidiano newyorchese New York World pubblicò la lettera di un presunto esploratore tedesco, Karl Liche, che raccontava di sacrifici umani perpetrati dalla tribù dei Mkodo in Madagascar. Questa popolazione offriva vittime designate a piante assassine che stritolavano le membra umane come serpenti. La leggenda fu smontata solo nel 1955 dallo storico tedesco-americano Willy Ley.

    3. I giganti della Patagonia (1524)
    Spesso la diversità spaventa fino a farci vedere quello che non esiste. La convinzione che la Patagonia, regione dell’America meridionale esplorata per la prima volta dagli europei nel 1520, fosse abitata da popolazioni dalla statura leggendaria si diffuse grazie ai racconti del navigatore vicentino Antonio Pigafetta, il quale dichiarò di aver visto persone così alte che gli esploratori raggiungevano solo la loro cintola. Nel 1773 il generale britannico John Hawkesworth smontò il tutto: le persone incontrate non erano più alte di 1 m e 90 cm. Alti si quindi, ma non giganti.

    4. Psalmanazar, primo uomo di Formosa a giungere in Europa (1703)
    Nel 1703 George Psalmanazar riuscì a convincere gli inglesi di essere il primo abitante di Formosa (l’odierna Taiwan) ad aver raggiunto l’Europa, condotto forzatamente nel continente da un gesuita senza scrupoli. I mirabolanti racconti sulle abitudini esotiche dei taiwanesi catturarono l’interesse della nobiltà britannica, fino a quando l’astronomo Edmond Halley lo interrogò sul cielo del luogo. Il truffatore fu smascherato proprio dal gesuita, Padre Fontenay.

    5. La “bufala” di Samuel Clemens (1862)
    Il 4 ottobre 1862 sul Territorial Enterprise fu pubblicato il racconto del ritrovamento di un uomo perfettamente pietrificato, vissuto un secolo prima. La “penna” che ne scrisse fu Samuel Clemens, il quale voleva ironizzare sulla moda delle pietrificazioni, visto che a quel tempo erano molto frequenti i racconti di ritrovamenti di cadaveri pietrificati, ad arte o per cause naturali. I lettori però finirono per credere a quel racconto.

    6. Il gigante di Cardiff (1869)
    A proposito di uomini pietrificati, a Cardiff il 16 ottobre 1869 alcuni operai annunciarono di aver scoperto il corpo di un uomo pietrificato, alto 3 metri. Il gigante era un’idea di George Hull, un tabaccaio ateo che aveva fatto scolpire la statua in seguito a una discussione con alcuni fedeli metodisti, i quali credevano nell’esistenza dei giganti descritti nella Genesi. Il business costruito attorno alla figura del gigante si rivelò vantaggiosissimo, anche se la statua fu dichiarata falsa nel 1870.

    7. Le fate esistono davvero? (1918)
    Nel 1918, riguardo ad alcune fotografie realizzate l’anno prima nelle campagne inglesi da due cugine di 10 e 16 anni, scoppiò un vero caso mediatico. Le immagini ritraevano le ragazze giocare con alcune creature alate simili a fate. La vicenda coinvolse persino Arthur Conan Doyle, il quale vide in quelle foto una chiara prova dell’esistenza di creature soprannaturali. Solo nel 1966 le donne ammisero di aver realizzato le sagome delle fate con figure di cartone.


    8. I fantasmi di Mumler (1861)
    Nel 1861 un fotografo di Boston, William H. Mumler, scoprì che con una doppia esposizione fotografica era possibile aggiungere ritratti di persone defunte alle foto posate dei soggetti che lo richiedevano. Pertanto, le foto di fantasmi di Mumler andarono letteralmente a ruba. Aveva inaugurato un nuovo genere fotografico.

    9. Strane creature in acque giapponesi (1822)
    Tra i pescatori giapponesi e malesi l’usanza di ricavare creature ibride attaccando la testa di una scimmia al corpo di un pesce fu per diversi secoli tradizionalmente diffusa, anche per scopi religiosi. Nel 1822 il capitano Samuel Barrett Edes acquistò uno di questi oggetti da un marinaio giapponese e lo cedette poi in mostra a un museo londinese. Si diceva che fossero sirene catturate vicino alle isole Fiji.

    10. Il dente di Christoph Müller (1593)
    Nel 1593 nella regione della Silesia si diffuse la leggenda dell’esistenza di un bambino di 7 anni, un certo Christoph Müller, cresciuto naturalmente con un dente d’oro. Molti medici all’epoca esaminarono il piccolo, arrivando alla conclusione che davvero mostrava un dente d’oro, ma che questo fosse stato applicato da un dentista. Quel dente d’oro è tuttora la più antica corona dentale in oro mai realizzata.

    11. I viaggi di Mandeville (1356)
    Il diario di viaggio scritto dal “cavaliere” Jehan de Mandeville, iniziato a circolare intorno al 1356, descrive un’esperienza di viaggio compiuta tra Cina, India, Persia, Amazzonia e altre mete esotiche in gran parte ancora inesplorate. Un racconto fantastico che fu creduto autentico per almeno due secoli, ispirando esploratori come Cristoforo Colombo.

    12. La grande burla della luna (1835)
    Con l’espressione “La grande burla della luna” si indicano una serie di sei articoli pubblicati dal quotidiano New York Sun a partire dall’agosto 1835, che raccontavano della scoperta di una presunta civiltà lunare. Le ricerche furono attribuite a John Herschel, il più noto astronomo dell’epoca, figlio dello scopritore di Urano. Alla fine il racconto si rivelò un’astuta strategia di mercato per aumentare la tiratura del giornale.

    13. La donna che mise al mondo conigli (1726)
    Nel 1726 Mary Toft, una donna del Surrey, fece credere ad alcuni medici di aver dato alla luce una cucciolata di conigli. La vicenda impressionò scienziati di alto rango e persino la corte inglese, tanto che un medico londinese, non convinto della storia, minacciò di sottoporre la donna a una dolorosa operazione chirurgica per sondare l’origine del disturbo. A quel punto la Toft confessò di aver inserito all’interno della vagina pezzi di conigli e gatti per inscenare i parti.

    14. “Viva Beringer” (1725)
    Falsi fossili raffiguranti sagome animali furono fatti ritrovare da un paio di colleghi a Johann Beringer, accademico dell’Università di Würzburg, nel 1725. Beringer si convinse che questi fossero generati da forze cosmiche e divine, arrivando ad elaborare dettagliate spiegazioni sulle presunte pietre, finché sull’ennesimo fossile non gli fu fatta trovare la scritta “Viva Beringer“: solo allora si rese conto di essere stato truffato.

    15. L’uomo di Piltdown (1912)
    Celebre è anche il presunto ritrovamento a Piltdown dei presunti resti dell'”anello mancante” della storia dell’evoluzione umana, un ominide dal grande cranio e dalla mandibola simile a quella di una scimmia. La scoperta avvenne tra il 1912 e il 1914 e il cranio montato ad arte fu creduto vero fino al 1953, quando la frode fu smascherata.

    Insomma “burle” che danno spazio alla fantasia dell’uomo, molto ingegnose, ma che a volte diventano anche leggermente crudeli. Credere è sempre stata una delle caratteristiche insite dell’uomo, oggi comunque grazie alle moderne tecnologie dovrebbe essere molto più facile verificare in tempo reale se siamo vittime ignare delle moderne “fake”, anche se spesso veniamo ingannati facilmente.

    Letizia Bilella

    www.vocidicitta.it/so
     
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    Alcune di queste storie non le conoscevo, molto interessanti :)
     
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