L'ALBATROS O DIOMEDEIDE, UNO DEI PIÙ GRANDI UCCELLI DELLA TERRA

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    L'ALBATROS O DIOMEDEIDE, UNO DEI PIÙ GRANDI UCCELLI DELLA TERRA



    I Diomedeidi (Diomedeidae G.R. Gray, 1840) sono una famiglia di uccelli di mare dell'ordine Procellariiformes, comunemente conosciuti come albatros.

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    Sono tra i volatili più grandi della Terra e, addirittura, l'albatro urlatore (Diomedea exulans) è l'uccello vivente con l'apertura alare più grande al mondo.

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    Descrizione

    Sono uccelli marini di grandi dimensioni, di colore bianco, con ali e coda parzialmente nere. Presentano una grande testa e un becco robusto e ad uncino. L'apertura alare dei grandi albatri del genere Diomedea è la più grande fra tutti gli uccelli, arrivando fino a circa 340 cm, anche se le altre specie di albatri hanno aperture di dimensioni più contenute, attorno a 175 cm. Le ali sono robuste e leggermente curve, con estremità affusolate per migliorare la penetrazione aerodinamica.

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    Biologia

    Alimentazione

    Si nutrono di cibi grassi ed oleosi, fra cui seppie, pesci e krill. Spesso si cibano anche degli scarti rilasciati dalle navi specializzate nella lavorazione di prodotti derivati dalle balene.

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    Riproduzione

    La vita di coppia di questi volatili è improntata alla monogamia. È in generale la femmina a scegliere il compagno con un rituale di corteggiamento basato su una serie di danze e strofinamenti vari; alla fine si ha l'accoppiamento.

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    I nidi vengono costruiti dai maschi e sono costituiti da frammenti vegetali e terriccio. La femmina depone un singolo uovo che pesa circa 500 grammi e richiede un periodo d'incubazione di circa tre mesi. Durante questo periodo i genitori si danno il cambio nella cova per andare a cercare cibo.

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    Una volta che il piccolo è nato, devono passare circa nove mesi prima che diventi autosufficiente. Solo dopo che il piccolo albatro avrà imparato a volare e procurarsi il cibo da solo, i genitori potranno andare avanti nella loro vita e accoppiarsi di nuovo dopo circa un anno dalla prima cova.

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    Volo

    Gli albatri sono in grado di percorrere lunghe distanze sfruttando, come gli altri grandi volatori marini, le correnti ascendenti di origine dinamica o quelle dovute ai cambi di pendenza delle coste. Nel primo caso si sfrutta la differenza di velocità delle correnti d'aria, compresa quella che si forma davanti e dietro la cresta delle grandi onde oceaniche e che dà luogo ad un gradiente di velocità del vento.

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    Nel secondo caso i venti marini che incontrano un ostacolo come un'isola o una costa, sono forzatamente costretti a risalire a causa della strozzatura incontrata. Gli albatri sfruttano entrambe queste situazioni favoriti anche dalla loro abilità di veleggiatori che raggiunge rapporti di 22:1 e 23:1, indicando che per ogni metro di perdita di quota sono in grado di librarsi in volo orizzontale per 22 o 23 metri.

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    In questo sono anche aiutati da un fascio tendineo incernierato all'altezza della scapola, che permette all'ala completamente stesa di bloccarsi in quella posizione senza ricorrere allo sforzo muscolare. Questo è un adattamento fisiologico che hanno in comune con gli altri grandi volatori.

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    La grande apertura alare che li favorisce nel volo, rende d'altra parte piuttosto difficile ed impacciato il decollo da terra se non possono utilizzare il salto da una scogliera come pista di lancio. Ancora più penalizzante è l'eventuale decollo dal mare.
    Di fatto il decollo mattutino dopo il risveglio, per librarsi in volo alla ricerca del nutrimento, è probabilmente da considerasi come l'attività energeticamente più dispendiosa della giornata.

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    Distribuzione e habitat

    Vivono negli oceani meridionali e nel nord dell'oceano Pacifico. Sono assenti nell'Atlantico settentrionale se non come fossili.

    Abitano soprattutto su isole remote dell'oceano in numerosi gruppi spesso di specie diverse. A causa delle loro grandi dimensioni, preferiscono vivere in luoghi ventosi, dove le correnti d'aria favoriscono il decollo.

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    Conservazione

    19 delle 21 specie di albatri sono considerate a rischio di estinzione da parte dell'IUCN. Sono minacciati dall'introduzione nel loro habitat da animali come ratti o gatti selvatici che attaccano uova, pulcini e giovani adulti; dall'inquinamento e dalla pesca intensiva.

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    Edited by belias94 - 11/5/2016, 11:28
     
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    L'ALBATROS DELLE GALAPAGOS



    L'albatro vermicolato o delle Galapagos (Phoebastria irrorata Salvin, 1883) è l'unico membro della famiglia dei Diomedeidi che vive in prossimità dei tropici. Quando deve nutrirsi, segue una rotta in linea retta verso un unico sito al largo delle coste del Perù, circa 1000 km ad est. Tranne che nella stagione degli amori, risiede principalmente sulle coste ecuadoregne e peruviane. La durata della sua vita può raggiungere i 40-45 anni.

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    Descrizione

    È un albatro di medie dimensioni, lungo circa 86 cm, del peso di 3,4 kg e con un'apertura alare di 2,27 m. È facilmente riconoscibile per il collo e la testa di color crema-giallastro, che risaltano in modo particolare col corpo, il quale è in gran parte marroncino. Caratteristico è anche il lungo becco giallo brillante; esso appare piuttosto sproporzionato rispetto alla piccola testa e al collo, lungo e snello. I pulcini sono ricoperti da un folto piumino bruno.

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    Alimentazione

    L'albatro vermicolato si nutre soprattutto di pesci, calamari e crostacei. Inoltre alcuni esemplari sono stati visti frugare tra i rifiuti e mangiare il cibo rigurgitato da altri uccelli. Per nutrirsi, l'albatro vermicolato si dirige verso alcuni luoghi nell'oceano dove le sue prede affiorano verso la superficie. Quando deve portare il cibo ai pulcini, può spingersi fino a 100 km di distanza per procurarsi il nutrimento necessario.

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    Riproduzione

    L'albatro vermicolato si riproduce solamente sull'Isola di Española, nell'Arcipelago delle Galápagos. I nidi vengono edificati sulla lava e sono fatti di sassi e vegetali vari. Il corteggiamento, che avviene in un sito ben riparato, è molto spettacolare a vedersi e comprende una serie di movimenti del becco e l'emissione di sonori richiami. Le uova vengono deposte tra aprile e giugno e vengono covate per due mesi.

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    Alla loro schiusa, i pulcini rimangono uniti insieme in piccole nursery mentre i genitori tornano in mare a pescare. Quando tornano, devono nutrire i piccoli con almeno 2 kg di olio. I giovani raggiungono le dimensioni degli adulti a dicembre e lasciano la colonia a gennaio. Le coppie rimangono unite fino alla morte di uno dei partner.

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    Conservazione

    La popolazione che risiede alle Galápagos è protetta da un apposito parco nazionale. Ciò nonostante, l'areale limitato, le catture accidentali nei palamiti, il disturbo provocato dal turismo, le malattie e la pesca illegale nei pressi delle isole costituiscono seri fattori di rischio per la sopravvivenza del volatile. Soprattutto la pesca coi palamiti sembra avere un grave impatto su quest'albatro, che nel 2000 era passato da Vulnerabile a Prossimo alla Minaccia nella Lista Rossa della IUCN.

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    Nonostante nel 2001 sopravvivessero ancora 34.700 esemplari adulti, recentemente il loro numero è iniziato piano piano a scendere, probabilmente a causa dei palamiti, che hanno inoltre scompaginato la sex ratio (i maschi rimangono uccisi più di frequente). Dal momento che la situazione odierna rende l'albatro vermicolato così vulnerabile all'estinzione, nella Lista Rossa della Iucn del 2007 è stato classificato In Pericolo Critico.

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    Edited by belias94 - 11/5/2016, 11:29
     
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    L'ALBATROS DI TRISTAN



    L'albatro di Tristan (Diomedea dabbenena Mathews, 1929) è un grosso uccello marino della famiglia dei Diomedeidi. Appartenente ai grandi albatri del genere Diomedea, è stato riconosciuto specie a sé stante solamente nel 1998.

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    Tassonomia

    Sebbene non tutti gli scienziati lo ritengano una specie a sé stante, ma solamente una sottospecie dell'albatro urlatore, uno studio del 2004 sul DNA mitocondriale e sui microsatelliti degli uccelli membri del complesso di specie dell'albatro urlatore ha supportato questa nuova classificazione. Altri studi hanno mostrato che è il membro più distinto geneticamente tra gli albatri appartenenti alla superspecie Diomedea exulans. La causa di questa differenziazione potrebbe essere dovuta al fatto che si sia distanziato dall'antenato comune prima di tutti gli altri suoi parenti o alla deriva genetica.

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    Descrizione

    L'albatro di Tristan è, tuttavia, praticamente indistinguibile dall'albatro urlatore: è solamente un po' più piccolo ed ha il dorso leggermente più scuro. È lungo 110 cm ed ha un'apertura alare che può raggiungere i 3,5 m. A causa della difficoltà nel distinguerlo dall'albatro urlatore, la sua distribuzione non è ancora nota con chiarezza, ma l'utilizzo del tracking satellitare ha indicato che si nutre soprattutto nell'Atlantico meridionale: i maschi ad ovest delle isole dove avviene la nidificazione, verso il Sudamerica, e le femmine ad est, verso l'Africa. Si ciba soprattutto di calamari, in particolar modo di Istioteutidi.

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    Distribuzione

    L'albatro di Tristan è endemico delle isole appartenenti al gruppo di Tristan da Cunha e dell'Isola di Gough. Quasi tutti gli esemplari, circa 1500 coppie, nidificano proprio su quest'ultima isola. Alcune colonie si trovano anche sull'Isola Inaccessibile. In passato era minacciato dalle specie introdotte dall'uomo, come ratti, cani e maiali, ma questi sono stati in seguito rimossi dalle isole dove si riproducono. Tuttavia, la loro rimozione ha portato ad un aumento del numero dei topi, tanto che questi animali hanno iniziato a nutrirsi e a uccidere in massa i pulcini. Sebbene i piccoli albatri siano molto più grandi dei topi, non sono in grado di difendersi da essi nel modo adeguato. La causa principale della diminuzione degli albatri di Tristan, comunque, è la pesca col palamito.

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    Conservazione

    Considerato negli anni scorsi specie minacciata dalla IUCN, si teme che si trovi in una situazione peggiore di quella sostenuta in passato. In seguito ad ulteriori valutazioni, nella Lista Rossa del 2008 viene considerato in pericolo critico.

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    Edited by belias94 - 11/5/2016, 11:31
     
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    L'ALBATRO SOPRACCIGLIO NERO



    L'albatro sopracciglio nero (Thalassarche melanophrys Temminck, 1828) è un grosso uccello marino della famiglia dei Diomedeidi. Sebbene sia incluso tra le specie in pericolo della Lista Rossa della IUCN, è l'albatro più diffuso e comune.

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    Tassonomia

    La sottospecie T. m. melanophrys nidifica nell'area attorno a Capo Horn, sulle Isole Falkland (soprattutto su Steeple Jason e Grand Jason), nella Georgia del Sud e nel settore dell'Oceano Indiano comprendente le Isole Crozet, Kerguelen ed Heard e McDonald. In passato era ritenuto una sottospecie dell'albatro sopracciglio nero anche l'albatro di Campbell (T. impavida).

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    Descrizione

    L'albatro sopracciglio nero è un albatro di medie dimensioni, lungo 80–95 cm, con un'apertura alare di 200–235 cm ed un peso medio di 3,7 kg. Come le altre specie di albatro note come mollymawk, si può distinguere dall'albatro urlatore per le ali completamente scure, per la presenza di una banda scura sulla coda e dimensioni inferiori.

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    Le caratteristiche che lo differenziano da tutti gli altri mollymawk sono i sopraccigli scuri che gli danno il nome, una larga zona nera ai margini del sottoala di colore bianco, la testa bianca e il becco arancione con la punta di colore più scuro. Nei giovani le ali sono più scure e la testa grigia, così come il becco, dalla punta nera. Sono simili all'albatro testagrigia, ma quest'ultimo ha il becco completamente nero e segni scuri sulla faccia più marcati.

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    Distribuzione

    L'albatro sopracciglio nero è un abitante circumpolare degli oceani meridionali. A causa di una tendenza migratoria verso il nord, è probabilmente l'unica specie di albatro che si può trovare nell'Atlantico settentrionale.

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    Nonostante avvenga molto raramente, negli ultimi anni un albatro di questa specie ha trascorso l'estate nelle colonie scozzesi di sule (Bass Rock, Hermaness e Sula Sgeir). Gli ornitologi ritengono che si tratti dello stesso esemplare, noto come Albert, che abita nella Scozia settentrionale.

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    Si pensa che abbia raggiunto l'Atlantico settentrionale più di 40 anni fa e si sospetta abbia più di 47 anni. Un simile caso si è riscontrato anche nella colonia di sule dell'isola faroese di Mykines, dove un albatro sopracciglio nero visse tra questi uccelli per oltre 30 anni. Proprio per questo motivo in faroese l'albatro viene chiamato «Re delle Sule» (Súlukongur).

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    Conservazione

    Nel 2013, a seguito di nuovi controlli sulla popolazione, l'IUCN abbassa il rischio di estinzione portandolo da specie in pericolo a prossimo alla minaccia.

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