SVIZZERA: IL CASTELLO DI MONTEBELLO A BELLINZONA E LA STORIA DEL FANTASMA AZZURRINA

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  1. belias94
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    Descrizione



    Il castello di Montebello sorge a Bellinzona.



    È situato su di uno sperone di roccia posto sui primi contrafforti del versante sinistro della valle del Ticino a strapiombo sulla città. Chiamato anche castello piccolo, nuovo o di mezzo nei secoli XIV e XV, castello di Svitto dal 1506, castello di San Martino dal 1818, (ora Museo archeologico), coi castelli di Castel Grande e di Sasso Corbaro e le mura che tagliano la valle, fa parte di un complesso medioevale iscritto dal 2000 come patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO.

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    Montebello, Bellinzona



    L'imponente fortezza è posta sopra uno sperone roccioso che sovrasta la città vecchia ad est. La rocca primitiva, attestata indirettamente nel 1313, fu forse edificata nel tardo XIII secolo dall'importante casato comasco dei Rusca e corrisponde all'odierno nucleo centrale costituito da un possente mastio trapezoidale, completato all'inizio del XX secolo, da due cortili e dalle antiche dimore feudali.

    A questo complesso venne addossato verso il 1600 l'oratorio di San Michele, rinnovato da Giuseppe Weith nel 1934. Verso la metà del XIV secolo, forse nell'ambito delle opere di collegamento con le fortificazioni cittadine, il castello fu munito di una cinta coronata da merli ghibellini. Fu il secondo maniero edificato a Bellinzona dopo il Castelgrande. Venne edificato dalla famiglia patrizia dei Rusca alla fine del XIII secolo. La famiglia trovò rifugio nel castello quando Bellinzona venne occupata dai milanesi.

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    Montebello, Bellinzona, Ticino, Svizzera.



    Negli anni 1462-1490 seguirono ulteriori opere d'ampliamento che comportarono la costruzione di una nuova cinta di mura merlate a pianta romboidale più robusta che incorpora parti di quella trecentesca, con torri a pianta arrotondata o poligonale, aperte verso l'interno, negli angoli ovest e nord. Ad est del fossato fu eretto il rivellino ad angolo acuto, con porta esterna (ricostruita), un secondo fossato adiacente e camminamento di ronda dotato di caditoie.

    Il fossato più antico è delimitato a nord da un parapetto, a sud da una torre pentagonale, da cui parte il tratto di raccordo verso le mura cittadine. I lati a meridione sono altrettanto muniti, contraddistinti da un lungo muro rinforzato sul ripido declivio e collegato alla muraglia protettiva del borgo, come pure quello nord-occidentale, anch'esso coordinato con le mura borghigiane e dotato di un muro supplementare lungo il lato rivolto verso il borgo.

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    L'entrata del Castello Montebello



    Lavori di consolidamento e ripristino furono diretti da Eugen Probst (1873–1970) coadiuvato da una commissione di esperti negli anni 1902-1910. Il museo archeologico fu realizzato da Mario Campi, Franco Pessina e Niki Piazzoli (nato nel 1934) nel 1974: una struttura in acciaio sospesa al soffitto della torre, impostata sul confronto antitetico tra vecchio e nuovo. Oggi è sede del Museo Civico: sezione archeologia e di storia delle origini della città.

    Azzurrina



    Azzurrina, secondo la leggenda, sarebbe stata la figlia di un certo Ugolinuccio di Montebello, signore di Montebello (RN) nella metà del 1300.

    Stando al racconto popolare, Azzurrina sarebbe misteriosamente scomparsa prematuramente andando così ad alimentare una leggenda popolare molto conosciuta in Romagna.

    La leggenda

    La leggenda di Azzurrina sarebbe stata tramandata oralmente per tre secoli, presumibilmente venendo di volta in volta distorta, modificata, ampliata, abbellita. Solo nel '600 un parroco della zona la mise per iscritto assieme ad altre leggende e storie popolari della bassa Val Marecchia.

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    Interno del castello di Montebello: il corridoio con la botola (in fondo a destra oltre lo steccato) che immette alla ghiacciaia dove sarebbe scomparsa la piccola Guendalina Malatesta



    Guendalina era una bambina albina. La superstizione popolare del tempo collegava l'albinismo con eventi di natura magica se non diabolica. Per questo il padre aveva deciso di farla sempre sorvegliare da un paio di guardie e non la faceva mai uscire di casa per proteggerla dalle dicerie e dal pregiudizio popolare.

    La madre le tingeva ripetutamente i capelli con pigmenti di natura vegetale estremamente volatili. Questi, complice la scarsa capacità dei capelli albini di trattenere il pigmento, avevano dato alla bimba riflessi azzurri come i suoi occhi azzurri che ne originarono il soprannome di Azzurrina.

    La leggenda narra che il 21 giugno del 1375, nel giorno del solstizio d'estate, Azzurrina giocava nel castello di Montebello con una palla di stracci mentre fuori infuriava un temporale. Era vigilata da due armigeri di nome Domenico e Ruggero. Secondo il resoconto delle guardie la bambina inseguì la palla caduta all'interno della ghiacciaia sotterranea. Avendo sentito un urlo le guardie accorsero nel locale entrando dall'unico ingresso ma non trovarono traccia ne della bambina ne della palla e il suo corpo non venne mai più ritrovato.

    La leggenda vuole che il fantasma della bambina sia rimasto intrappolato nel castello e che torni a farsi sentire nel solstizio d'estate di ogni lustro (quindi che finisce per 0 e 5).

    Le registrazioni

    Nel 1989 il castello, che è inserito tra i monumenti nazionali italiani, è stato restaurato dai proprietari, la famiglia dei conti Guidi di Bagno, e aperto al pubblico a pagamento. A partire da quella data vengono fatte ricerche da parapsicologi col fine di catturare, tramite registratori audio ad attivazione sonora, rumori all'interno del castello, chiuso ed isolato, prodotti dal presunto fantasma. Le registrazioni fin ora effettuate, vengono normalmente fatte sentire ai visitatori al termine della visita guidata della rocca.



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    Edited by belias94 - 18/5/2016, 18:13
     
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