SVIZZERA: IL CASTELLO DI MONTEBELLO A BELLINZONA E LA STORIA DEL FANTASMA AZZURRINA

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    SVIZZERA: IL CASTELLO DI MONTEBELLO A BELLINZONA E LA STORIA DEL FANTASMA AZZURRINA



    Il castello di Montebello si trova a Bellinzona. I suoi nomi precedenti erano "Castello piccolo", "Castello nuovo" e "Castello di mezzo" dal XIV al 1506, poi Castello di Svitto fino al 1818 e infine Castello di San Martino.

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    Il complesso medievale di cui fa parte, che include Castelgrande, Sasso Corbaro e le mura che li collegano, a partire dal 2000 fa parte del patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO. Oggi ospita la sezione di Archeologia e Storia delle origini della città del Museo Civico.

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    Storia

    La costruzione del castello, il secondo più antico di Bellinzona, risale probabilmente al XIII secolo, quando fu realizzato dal casato Rusca, che vi si rifugiò durante l'occupazione milanese, su una roccia che domina la parte più antica della città. La prima menzione risale però al 1313, quando ne fu segnalata indirettamente l'esistenza.

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    All'epoca, però, del castello esistevano solo il mastio a forma di trapezio, due cortili e alcune abitazioni. Nel XIV secolo furono realizzati i merli ghibellini, che subirono un ulteriore ampliamento fra il 1462 e il 1490, quando furono realizzate nuove mura con torri tonde o poligonali con l'apertura rivolta verso l'interno. Nel corso dello stesso intervento furono realizzati il rivellino, un secondo fossato e un camminamento di ronda nel quale si aprono alcune caditoie.

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    A ridosso del fossato più antico si trovano un parapetto e una torre a forma di pentagono che segna l'inizio delle mura, che lo circondano a sud, a nord-ovest e nella parte che lo separa dal borgo.

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    Nel XVII secolo alle strutture esistenti venne aggiunto un oratorio intitolato a San Michele, che nel 1934 fu ristrutturato da Giuseppe Weith. Nel XX secolo, del resto, il castello subì importanti interventi: fu completato il mastio originario e fra il 1902 e il 1910 fu consolidato da una commissione guidata da Eugen Probst. L'ultimo intervento risale infine al 1974, quando fu realizzata una struttura sospesa in acciaio per ospitare il Museo civico.

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    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 18/5/2016, 18:12
     
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    Descrizione



    Il castello di Montebello sorge a Bellinzona.



    È situato su di uno sperone di roccia posto sui primi contrafforti del versante sinistro della valle del Ticino a strapiombo sulla città. Chiamato anche castello piccolo, nuovo o di mezzo nei secoli XIV e XV, castello di Svitto dal 1506, castello di San Martino dal 1818, (ora Museo archeologico), coi castelli di Castel Grande e di Sasso Corbaro e le mura che tagliano la valle, fa parte di un complesso medioevale iscritto dal 2000 come patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO.

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    Montebello, Bellinzona



    L'imponente fortezza è posta sopra uno sperone roccioso che sovrasta la città vecchia ad est. La rocca primitiva, attestata indirettamente nel 1313, fu forse edificata nel tardo XIII secolo dall'importante casato comasco dei Rusca e corrisponde all'odierno nucleo centrale costituito da un possente mastio trapezoidale, completato all'inizio del XX secolo, da due cortili e dalle antiche dimore feudali.

    A questo complesso venne addossato verso il 1600 l'oratorio di San Michele, rinnovato da Giuseppe Weith nel 1934. Verso la metà del XIV secolo, forse nell'ambito delle opere di collegamento con le fortificazioni cittadine, il castello fu munito di una cinta coronata da merli ghibellini. Fu il secondo maniero edificato a Bellinzona dopo il Castelgrande. Venne edificato dalla famiglia patrizia dei Rusca alla fine del XIII secolo. La famiglia trovò rifugio nel castello quando Bellinzona venne occupata dai milanesi.

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    Montebello, Bellinzona, Ticino, Svizzera.



    Negli anni 1462-1490 seguirono ulteriori opere d'ampliamento che comportarono la costruzione di una nuova cinta di mura merlate a pianta romboidale più robusta che incorpora parti di quella trecentesca, con torri a pianta arrotondata o poligonale, aperte verso l'interno, negli angoli ovest e nord. Ad est del fossato fu eretto il rivellino ad angolo acuto, con porta esterna (ricostruita), un secondo fossato adiacente e camminamento di ronda dotato di caditoie.

    Il fossato più antico è delimitato a nord da un parapetto, a sud da una torre pentagonale, da cui parte il tratto di raccordo verso le mura cittadine. I lati a meridione sono altrettanto muniti, contraddistinti da un lungo muro rinforzato sul ripido declivio e collegato alla muraglia protettiva del borgo, come pure quello nord-occidentale, anch'esso coordinato con le mura borghigiane e dotato di un muro supplementare lungo il lato rivolto verso il borgo.

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    L'entrata del Castello Montebello



    Lavori di consolidamento e ripristino furono diretti da Eugen Probst (1873–1970) coadiuvato da una commissione di esperti negli anni 1902-1910. Il museo archeologico fu realizzato da Mario Campi, Franco Pessina e Niki Piazzoli (nato nel 1934) nel 1974: una struttura in acciaio sospesa al soffitto della torre, impostata sul confronto antitetico tra vecchio e nuovo. Oggi è sede del Museo Civico: sezione archeologia e di storia delle origini della città.

    Azzurrina



    Azzurrina, secondo la leggenda, sarebbe stata la figlia di un certo Ugolinuccio di Montebello, signore di Montebello (RN) nella metà del 1300.

    Stando al racconto popolare, Azzurrina sarebbe misteriosamente scomparsa prematuramente andando così ad alimentare una leggenda popolare molto conosciuta in Romagna.

    La leggenda

    La leggenda di Azzurrina sarebbe stata tramandata oralmente per tre secoli, presumibilmente venendo di volta in volta distorta, modificata, ampliata, abbellita. Solo nel '600 un parroco della zona la mise per iscritto assieme ad altre leggende e storie popolari della bassa Val Marecchia.

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    Interno del castello di Montebello: il corridoio con la botola (in fondo a destra oltre lo steccato) che immette alla ghiacciaia dove sarebbe scomparsa la piccola Guendalina Malatesta



    Guendalina era una bambina albina. La superstizione popolare del tempo collegava l'albinismo con eventi di natura magica se non diabolica. Per questo il padre aveva deciso di farla sempre sorvegliare da un paio di guardie e non la faceva mai uscire di casa per proteggerla dalle dicerie e dal pregiudizio popolare.

    La madre le tingeva ripetutamente i capelli con pigmenti di natura vegetale estremamente volatili. Questi, complice la scarsa capacità dei capelli albini di trattenere il pigmento, avevano dato alla bimba riflessi azzurri come i suoi occhi azzurri che ne originarono il soprannome di Azzurrina.

    La leggenda narra che il 21 giugno del 1375, nel giorno del solstizio d'estate, Azzurrina giocava nel castello di Montebello con una palla di stracci mentre fuori infuriava un temporale. Era vigilata da due armigeri di nome Domenico e Ruggero. Secondo il resoconto delle guardie la bambina inseguì la palla caduta all'interno della ghiacciaia sotterranea. Avendo sentito un urlo le guardie accorsero nel locale entrando dall'unico ingresso ma non trovarono traccia ne della bambina ne della palla e il suo corpo non venne mai più ritrovato.

    La leggenda vuole che il fantasma della bambina sia rimasto intrappolato nel castello e che torni a farsi sentire nel solstizio d'estate di ogni lustro (quindi che finisce per 0 e 5).

    Le registrazioni

    Nel 1989 il castello, che è inserito tra i monumenti nazionali italiani, è stato restaurato dai proprietari, la famiglia dei conti Guidi di Bagno, e aperto al pubblico a pagamento. A partire da quella data vengono fatte ricerche da parapsicologi col fine di catturare, tramite registratori audio ad attivazione sonora, rumori all'interno del castello, chiuso ed isolato, prodotti dal presunto fantasma. Le registrazioni fin ora effettuate, vengono normalmente fatte sentire ai visitatori al termine della visita guidata della rocca.



    wikipedia.org/

    Edited by belias94 - 18/5/2016, 18:13
     
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    Juventina nel sangue!!!

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    Che bello.... i castelli hanno un fascino particolare... sono inquietanti e romantici allo stesso tempo. Sarà perchè da sempre sono il centro di bellissime favole, ma quando li guardo mi incanto.
     
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    Azzurrina, il fantasma bambina di Montebello



    21 giugno del 1375, nel castello di Montebello. Una bambina gioca con una palla fatta di stracci. Si chiama Guendalina, ma per tutti è Azzurrina, per quegli occhi e quei capelli dai riflessi blu slavato.

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    E' una bambina albina e, a quei tempi, questo significava essere posseduti dal diavolo, o (se andava bene) avere poteri magici. Azzurrina era controllata da due guardie che il padre, Ugolinuccio Malatesta di Montebello, obbligava a non perdere mai di vista la figlia.
    Quel 21 giugno, solstizio d'estate, la palla rotola giù per le scale del castello, nella ghiacciaia. Guendalina, ma per tutti Azzurrina, la rincorre. Poi un urlo. Le guardie accorrono, ma in ghiacciaia non c'è nessuno. Né la bambina, né la palla di stracci. E Guendalina scompare, per sempre. E nasce la leggenda di Azzurrina, il cui fantasma sarebbe rimasto rinchiuso nel castello da allora, facendosi sentire ogni cinque anni, proprio nel solstizio d'estate.

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    Questa è la storia del castello di Montebello, in provincia di Rimini, che dal 1989 è meta di pellegrinaggio per turisti e curiosi alla ricerca del fantasma. Visita guidata con registrazione della presunta voce di Azzurrina compresa. A pagamento. Già, perché ogni cinque anni Azzurrina – rinchiusa suo malgrado tra quelle antiche mura – non si fa vedere, ma si fa sentire. Senza che la scienza possa spiegarlo.

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    Già, perché quello dei fantasmi è un mistero cui la scienza difficilmente sa dare una risposta. Effetti ottici, onde elettromagnetiche, illusione o, infine, truffa. Queste le spiegazioni che vengono date da chi ai fantasmi, ai poltergeist, non crede. Eppure, né la scienza né la fantascienza è ancora riuscita a dare una risposta definitiva a una delle leggende che dai tempi dei tempi affascina gli uomini e mischia religione e paranormale. I fantasmi, infatti, implicano la sopravvivenza dell'anima al corpo e, quindi, a differenza di altre credenze popolari viene vista con curiosità – se non con benevolenza – anche dai credenti.


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    Il pianto di Azzurrina







    yahoo.com/

    Edited by belias94 - 18/5/2016, 18:14
     
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