ALLIGATORE, COCCODRILLO E CAIMANO [CURIOSITÀ, FOTO E VIDEO]

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    Gli alligatoridi (Alligatoridae) sono una famiglia di rettili appartenente al gruppo dei Crocodilia, attualmente rappresentati da varie specie viventi nelle Americhe e una specie presente in Cina. Il nome deriva dallo spagnolo el lagarto (= la lucertola), attraverso l'inglese alligator.

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    Caratteristiche

    Gli alligatori differiscono dai coccodrilli soprattutto per la testa, più larga e corta, con un muso più ottuso; in questo gruppo, il quarto grande dente sulla mandibola viene riposto in una fossa formata nella mascella superiore appositamente per accoglierlo. Altre caratteristiche riguardano le zampe, meno palmate che nei coccodrilli, e una particolare intolleranza alla salinità: i coccodrilli infatti possono sopportare meglio l'acqua di mare grazie a ghiandole specializzate per il filtraggio del sale.

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    Evoluzione

    Gli alligatori si sono evoluti verso la fine del Mesozoico, e alcune forme primitive si rinvengono negli strati del Cretaceo superiore (circa 70 milioni di anni fa) in Europa. In questo continente scomparvero solo nel Pliocene (circa 5 milioni di anni fa). Anche in Nordamerica erano già diffusi verso la fine del Cretaceo, e diedero vita a una moltitudine di forme di varie dimensioni. Nel corso del Cenozoico gli alligatori raggiunsero il Sudamerica dove si svilupparono in specie giganti (ad esempio Purussaurus e Mourasuchus), poi estintesi.

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    Alligatori e caimani

    Solo due specie di alligatori propriamente detti sono presenti tuttora: l'alligatore americano (Alligator mississippiensis), presente nel Sud-Est degli Stati Uniti e lungo circa 4 metri, e il piccolo alligatore cinese (Alligator sinensis), caratteristico del fiume Yangtze in Cina. Il loro nome deriva dallo spagnolo el lagarto, una forma derivata da la lagartija, ovvero "la lucertola".
    In America Centrale e Meridionale, la famiglia degli alligatori è rappresentata dai caimani, che differiscono dagli alligatori propriamente detti per l'assenza di un setto nasale osseo; l'armatura ventrale, inoltre, è composta da scudi ossei che si sovrappongono, ognuno dei quali è formato da due parti unite da una sutura.

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    Si riconoscono tre generi di caimani: Caiman, Paleosuchus e Melanosuchus; alcuni studiosi, però, radunano tutte le specie nel solo genere Caiman. Il caimano dagli occhiali (Caiman crocodilus) ha la distribuzione più ampia, dal Messico meridionale alla parte settentrionale dell'Argentina, e supera di poco i due metri di lunghezza. Il caimano più grande, il raro caimano nero (Melanosuchus niger), tocca i sei metri di lunghezza. Questo animale, insieme con l'alligatore americano, è l'unico ad essere un effettivo pericolo per l'uomo.

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    Nonostante i caimani non siano stati studiati approfonditamente, si è scoperto che i loro cicli riproduttivi sono collegati ai cicli delle piogge e dei livelli dei fiumi; questo per accrescere le possibilità di sopravvivenza della propria pprole. Ricerche ed esperimenti sulle uova di alligatore sembrano invece confermare la teoria per cui la determinazione del sesso nei rettili dipenderebbe dalla temperatura di incubazione delle uova, anche se il meccanismo non è ancora chiaro.

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    Aspetti culturali

    Una leggenda urbana narra che nelle fogne di molte città, come New York vivono alligatori adulti. Secondo una versione della storia, la gente comprerebbe piccoli alligatori dopo aver visitato la Florida o altri posti dove vivono questi animali, e se ne sbarazzerebbe attraverso lo scarico del wc quando gli alligatori iniziano a crescere troppo. Ma, in realtà, gli alligatori non potrebbero sopravvivere anche solo per l'assenza dei raggi UV del sole. Piccoli alligatori e caimani, in ogni caso, sono stati rinvenuti nei laghi del nord degli Stati Uniti. Questo tipo di leggende ha ispirato film come Alligator e Lake Placid.

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    wikipedia.org/

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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 15:19
     
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    Grazie Simone.... dalla mia postazione li vedo benissimo.... Non credo che riuscirei ad avere un" incontro ravvicinato".. :lol: :lol: :lol:
     
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    L'alligatore albino [foto]



    In tutto il mondo se ne contano solo poche decine di esemplari. La vita dei coccodrilli albini, non è facile poiché non riescono a mimetizzarsi e quindi cacciare, grazie al colore scuro simile al fango della pelle, e i cuccioli sono più facilmente individuabili dai predatori.

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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 15:22
     
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    ALLIGATORE MANGIA UN ALTRO ALLIGATORE



    Lauren Hansen, fotografo naturalista, è riuscito a catturare nel parco nazionale del Texas un grande alligatore che aggredisce un suo simile più giovane, per poi mangiarselo.



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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 15:24
     
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    Juventina nel sangue!!!

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    E' impressionante... non pensavo ci fossero i coccodrilli albini :unsure:
     
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    I COCCODRILLI



    I Coccodrilli (Crocodylia Owen, 1842) sono un ordine di rettili diapsidi. A causa della forte armatura squamosa di cui sono dotati questi animali hanno anche il nome di Loricati (dal latino lorica, corazza). Questi potenti animali comparvero nel Cretaceo superiore (circa 90 milioni di anni fa) da antenati crocodilomorfi, e da allora continuano a popolare la terra grazie alle loro caratteristiche, fisiche e comportamentali, che sono rimaste pressoché inalterate nel tempo. A causa di ciò, il coccodrillo può essere considerato un vero e proprio fossile vivente.

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    Caratteristiche fisiche

    Il corpo è allungato e ricoperto di squame, solitamente di colore scuro sul dorso e chiaro sul ventre. La testa è pressoché triangolare, dotata di narici all'estremità della mascella e occhi sporgenti. La lunga coda è appiattita verticalmente e perciò adatta al nuoto. Le zampe sono relativamente corte, robuste e palmate.

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    La lunghezza è molto varia: dal metro dell'osteolemo (Osteolaemus tetraspis) ai 6,5/7 metri e più del coccodrillo marino (Crocodylus porosus), così come il peso, che varia dai 20 fino ai 1000 kg. I coccodrilli sono animali molto veloci sulle brevi distanze, anche fuori dall'acqua. Dal momento che si nutrono trattenendo e trascinando le loro prede costringendole tra i denti hanno sviluppato una elevata forza mandibolare.

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    Paradossalmente i muscoli che consentono al coccodrillo di riaprire la bocca sono piuttosto deboli, consentendo così all'uomo di immobilizzarli con delle semplici protezioni in ferro per far sì che non riescano a spalancare le fauci durante il trasporto degli stessi.

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    Il grasso contenuto nella carne dei coccodrilli, composto per il 30% da acidi grassi saturi e per il 70% da acidi grassi insaturi, contribuisce per il 61% al peso di questo animale. È recente la scoperta del team del professore Rakesh Bajpai, docente di ingegneria chimica presso l'Università della Louisiana, che il grasso di coccodrillo è in grado di produrre biodiesel di alta qualità. Questo grazie alle elevate dosi di acido palmitico, acido palmitoleico e acido oleico contenuto nel grasso di coccodrillo.

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    I coccodrilli sono i rettili con più sviluppate capacità vocali, in quanto producono suoni che vanno da tranquilli sibili a spaventosi ruggiti e muggiti, solitamente durante la stagione degli accoppiamenti. Sulla terraferma i coccodrilli si muovono strisciando sull'addome, ma possono anche correre e camminare come i mammiferi, stando sulle quattro zampe.

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    Comportamento

    Predatori attivi, i coccodrilli tendono a vivere raggruppati con i loro simili, anche se non si può parlare di strutture sociali come il branco. Questo modello sociale a volte viene sovvertito radicalmente, e gli esemplari adulti tendono a difendere in modo estremamente aggressivo i loro areali di caccia da altri adulti e dai giovani, che cadono spesso vittime di predazione cannibalica. Cacciano prede di dimensioni variabili, principalmente pesci o piccoli vertebrati, ma quando raggiungono il pieno sviluppo i coccodrilli attaccano con successo anche animali molto grandi, quali bovini.

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    Alcune specie, come il gaviale, si nutrono esclusivamente di pesce e piccoli animali anche raggiunta l'età adulta. La caccia avviene per agguato, avvicinandosi alla preda inconsapevole dall'acqua, restando semisommersi. La pesca può avvenire in immersione, catturando i pesci grazie alle notevoli doti di nuotatore o, con una curiosa modalità che è stata osservata nel coccodrillo del Nilo, posizionandosi a fauci spalancate sotto un balzo d'acqua.

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    I coccodrilli possono digiunare per lunghi periodi di tempo (si ritiene fino, e forse oltre, sei mesi). Questi animali sono in grado di muoversi per tratti prolungati anche su terra, con andatura sostenuta, sollevandosi sulle zampe (il cosiddetto "galoppo del coccodrillo", osservabile soprattutto in forme di taglia media come Crocodylus johnstoni). Tuttavia, soprattutto gli esemplari più piccoli, tendono ad avere un comportamento circospetto quando sono lontani dall'acqua e vi si rituffano appena possibile. La femmina adotta cure parentali nei confronti dei piccoli, vigilando sulla loro incolumità per diverse settimane.

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    Essendo eterotermi, i coccodrilli si devono riscaldare trascorrendo una parte della giornata al sole. Durante queste pause sulle rive dei fiumi o dei laghi, alcune specie di coccodrilli interagiscono con alcuni tipi di uccelli, come il piviere, che ripuliscono la bocca da parassiti e residui alimentari.

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    Habitat

    Reperibili pressoché in tutte le aree equatoriali e tropicali del pianeta, i coccodrilli vivono lungo il corso dei fiumi e nei laghi, nelle zone paludose; alcune specie si spingono in mare per lunghi tratti (ad es. Crocodylus porosus). Per nidificare preferiscono terreni umidi e ombreggiati, dove possono scavare facilmente il nido e ricoprirlo di materia vegetale (per assicurare una temperatura costante grazie al calore generato dalla decomposizione di quest'ultima).

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    Leggende sui coccodrilli

    Nel tempo si sono sviluppate numerose dicerie e leggende su questo animale. Una notissima è divenuta un modo di dire: "versare lacrime di coccodrillo", che si applica a chi, dopo averne combinata una, travolto dalle conseguenze inattese o più gravi del previsto, si pente di aver male operato.

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    Tale modo di dire trae origine dall'abitudine dei coccodrilli femmina di trasportare le uova in caso di pericolo tenendole tra le proprie fauci, abitudine in passato erroneamente interpretata come prova del loro cannibalismo. Inoltre a contribuire alla nascita della leggenda è stata la naturale eiezione di lacrime che si produce in loro quando muovono le mascelle. Eiezione lacrimatoria che ha in realtà lo scopo di lubrificare la cosiddetta "terza palpebra" caratteristica del coccodrillo.

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    Perché i coccodrilli inghiottono pietre? Gli scienziati dopo aver trovato pietre nello stomaco di coccodrilli e alligatori, sono giunti alla conclusione che ciò li aiuta a frantumare il cibo. Poi le espellono tramite feci.

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    Un'altra leggenda è quella della presenza di coccodrilli nelle reti fognarie di grosse città americane: vedi Alligatori nelle fogne.

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    wikipedia.org/

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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 15:26
     
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    Crocodylus niloticus, Il Coccodrillo del Nilo



    Descrizione

    Il coccodrillo del Nilo è un pericolo mortale per gli animali che vivono nel suo stesso ambiente.
    Possiede robuste zampe dotate di artigli con le quali si arrampica sugli argini dei fiumi con agilità. La femmina grazie agli artigli scava una fossa in cui verranno deposte le uova.

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    Le narici permettono al coccodrillo di respirare anche quando è sott'acqua perché sono poste nella parte alta del muso. Uno strato di pelle impedisce all'acqua di entrare nelle narici.

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    I suoi denti sono robusti consentendo così all'animale di strappare grandi brani di carne dalla preda. La forza del morso del coccodrillo del Nilo è dell'ordine di 2.267 chilogrammi forza[1]. I denti crescono in continuazione e vengono sostituiti da altri sempre nuovi. La curiosità è che il coccodrillo non può masticare.

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    Gli occhi sono situati nella parte più alta della testa per permettere al coccodrillo di individuare e sorvegliare prede quando è sommerso.
    La coda ha la funzione di timone e funge anche da arma contro le prede. La coda di un coccodrillo è abbastanza forte da poter azzoppare un cervo.

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    Habitat

    Il coccodrillo del Nilo si trova in Africa presso molti specchi d'acqua: fiumi, laghi, bacini idrici e pozze. Non è presente nel Nilo a nord del Lago Nasser.

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    Durante i periodi di siccità può vagare anche per 25 chilometri in cerca d'acqua. Può anche vivere in acque salate, infatti è stato avvistato nel canale che divide il Madagascar dall'Africa.

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    Comportamento

    Siccome i rettili, al contrario dei mammiferi e degli uccelli, non hanno il sangue caldo, il coccodrillo per riscaldarsi deve costantemente crogiolarsi al sole.
    Per evitare che il suo corpo si surriscaldi troppo, il coccodrillo del Nilo si rifugia all'ombra o si tuffa nell'acqua. Il coccodrillo del Nilo morde ma non può masticare.

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    Cibo e caccia

    La fauna disponibile è il fattore che determina la taglia del coccodrillo: nelle zone più ricche può raggiungere la lunghezza di 6 metri.

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    I suoi lunghi denti non riescono a tagliare il cibo e a masticare, perciò si limita a staccare la carne dalla preda in grosse quantità.

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    Riproduzione

    La stagione secca è il periodo in cui i coccodrilli si riproducono. La stagione delle piogge è il periodo in cui le uova si schiudono.

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    Ogni maschio si accoppia con più femmine possibili, quindi, a volte, si verificano combattimenti tra rivali. Il nido è una buca scavata nel terreno vicino alle rive dei fiumi. Fino alla schiusura delle uova il nido viene sorvegliato.

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    La femmina può deporre da 25 a 100 uova dal guscio molle. Una volta nati i piccoli vengono protetti per 4 settimane dall'attacco dei predatori. Il sesso dei coccodrilli è determinato dalla temperatura dell'ambiente. Se la temperatura è inferiore ai 29 °C, tutti gli individui saranno femmine.

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    wikipedia.org/

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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 15:27
     
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    Caiman crocodilus, Il caimano dagli occhiali o caimano comune



    Il caimano dagli occhiali o caimano comune (Caiman crocodilus Linnaeus, 1758) è un alligatoride lungo dai 2 ai 2,5 metri che vive nell'America centrale e nel Sud America settentrionale. È color oliva spento e ha un rilievo osseo davanti agli occhi.

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    Vive in tutti gli ambienti umidi di acqua dolce, dalla quale esce raramente se non spinto dalla siccità; in questo caso si rifugia nel fango. Di giorno galleggia in superficie, mentre di notte diventa più attivo. Gli adulti si cibano di altri rettili, pesci, anfibi e uccelli marini.

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    I maschi sono territoriali e fra loro stabiliscono una scala gerarchica. Le femmine depongono 14-40 uova in cumuli di terra e vegetazione in fermentazione, ai margini dell'acqua, o su intrichi di materiali vegetali galleggianti. È possibile che più femmine condividano lo stesso nido e lo difendano da possibili predatori. Benché pesantemente cacciato per la sua pelle, questo crocodilide ha beneficiato degli specchi d'acqua artificiali, come i bacini idrici, che hanno favorito un aumento sensibile della popolazione locale.

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    Melanosuchus niger, Il caimano nero



    l caimano nero (Melanosuchus niger) è una specie a rischio della famiglia degli alligatori (Alligatoridae). Si tratta di un rettile carnivoro che vive nei pressi dei fiumi a lento scorrimento e dei laghi, nella savana del bacino idrografico del Rio delle Amazzoni quando è stagionalmente allagata e in altri habitat di acqua dolce nell'America del sud.

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    Specie un tempo comune, è stato cacciato fino a rischiare l'estinzione, principalmente per il valore commerciale della sua pelle che si presenta priva di protezioni ossee, quindi più facile da scuoiare e più pregiata.

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    Il caimano nero può raggiungere i 6 metri di lunghezza ed è il più grande alligatore e il più grande predatore dell'Amazzonia.

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    Mangiano pesci, come i piranha o gli arapaima, ma anche uccelli, tartarughe, e occasionalmente, anche grossi mammiferi come i Capibara e i cervi, quando si avvicinano all'acqua per abbeverarsi. I denti hanno una forma utile per trattenere le prede, ma non per sminuzzare la carne. Di conseguenza, come gli altri parenti della famiglia, inghiottono le loro prede intere dopo averle uccise.

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    Gli esemplari immaturi si nutrono di crostacei e insetti. Gli escrementi di caimano erano una fonte di cibo fondamentale per il plancton, che forma la base della catena alimentare acquatica in Amazzonia, e la loro attuale rarità ha portato a un concomitante declino di molte specie, comprese alcune importanti specie alimentari.

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    Il caimano nero ha un bordo osseo sopra gli occhi rossi, e una pelle nera e squamosa. La pigmentazione della pelle è di aiuto per mimetizzarsi durante le cacce notturne, ma può anche aiutare ad assorbire il calore solare (vedi termoregolazione).

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    In dicembre, le femmine costruiscono un nido di terra e vegetali, che è alto circa 1,5 metri e largo 75 centimetri. Depositano dalle 50 alle 60 uova, che si schiudono in circa sei settimane. Possono, talvolta, verificarsi episodi di cannibalismo.

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    Il loro predatore principale è l'uomo, che li caccia per la pelle e la carne,mentre in natura l'unico predatore (per un esemplare giovane) è l'anaconda verde.

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    wikipedia.org/

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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 15:29
     
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    COCCODRILLO CONTRO AIRONE



    Spettacolari foto di un agguato di un coccodrillo ai danni di un airone.


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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 15:30
     
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    Crocodylus porosus: Il coccodrillo marino, il più grande del mondo



    Il coccodrillo marino (Crocodylus porosus - Schneider, 1801) o estuarino è il più grande rettile nonché coccodrillo vivente. La sua lunghezza massima accertata raggiunge i 7 metri e il suo peso i 1300 kg. È una delle tre specie di coccodrillo presenti nel subcontinente indiano insieme al Crocodylus palustris e al Gaviale del gange, ma l'areale del coccodrillo marino include l'Indocina, la Melanesia e le coste settentrionali dell'Australia.

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    Areale

    Il coccodrillo marino era presente in tutta la regione australo-asiatica, e precisamente in:
    Australia, Papua Nuova Guinea, Bangladesh, Brunei, Myanmar (Burma), Cambogia, Cina, India (incluse le isole Andamane e Nicobare), Indonesia, Malesia, Palau (Isole Caroline), Papua Nuova Guinea, Filippine, Singapore, Sri Lanka, Isole Salomone, Thailandia, Vanuatu (Isole Banks) e Vietnam.

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    Da alcuni decenni il suo areale si è ristretto di molto, attualmente infatti è estinto in Thailandia, Laos e Vietnam. Nel resto dell´Indocina è sempre più raro.

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    Questa specie non è a rischio di estinzione perché è ancora comune in Papua Nuova Guinea e nel nord dell'Australia.

    Individui isolati possono essere ritrovati a notevole distanza dal loro solito habitat, anche oltre i 1000 km (ad es. in Giappone).

    Storicamente presente alle Seychelles, attualmente vi è stato dichiarato estinto.

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    Caratteristiche distintive

    Un paio di creste vanno dalle orbite al centro del muso, diventando più pronunciate con l'età. La superficie superiore della mandibola diventa molto rugosa nei grandi esemplari adulti. Le scaglie sui fianchi sono più ovali rispetto alle altre specie. Gli osteodermi (scaglie ossee) sono confinate alla schiena e a un piccolo inserto sulla nuca.

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    Le scaglie ventrali sono rettangolari, regolari e relativamente piccole. In alcune regioni, una piccola percentuale degli animali tende a essere più chiara. La colorazione giovanile persiste per vari anni, diventando via via più sbiadita e meno vivace. Gli adulti sono in genere scuri, con aree grigie o giallastre più chiare. Bande e strisce scure sono presenti sui fianchi bassi, ma non si estendono alla regione ventrale.

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    Il coccodrillo marino dispone da 28 a 40 ghiandole del sale, ognuna con il suo poro di apertura sulla lingua, per smaltire efficacemente l'eccesso di sali ingeriti attraverso il cibo e l'acqua.

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    Dimensioni

    In media i maschi raggiungono i 4/5 metri per circa 800–900 kg di peso. Le femmine sono più piccole, con una taglia media intorno ai 3 m.

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    Come tutti i coccodrilli, cresce per tutto l'arco della sua vita, anche se a ritmo più sostenuto durante gli anni della giovinezza e più lentamente una volta raggiunta la piena maturità. La lunghezza massima accertata è di 7,1 metri (afferente a un esemplare catturato in India il 16 giugno 2006 ed attualmente vivente al Bhitarkanika Wildlife Sanctuary di Orissa)[1] Esistono vari racconti di coccodrilli di dimensioni oltre gli otto metri ma vengono spesso classificati come leggende.

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    I maschi di oltre sei metri sono comunque rari, particolarmente dopo la caccia intensiva della prima metà del XX secolo, che ha sterminato gli animali più grandi.

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    In generale, comunque, i coccodrilli tenuti in cattività e gli ibridi crescono di più e più velocemente. Ad esempio, il coccodrillo Yai, ibrido di C. porosus e C. siamensis tenuto in cattività a Bangkok, all'età di 30 anni (nel 2000) ha toccato i 6 metri di lunghezza e i 1200 chili di peso diventando il più grande coccodrillo tenuto in cattività. Oggi la sua crescita è rallentata, ma continua (nei rettili la crescita è continua, malgrado diminuisca con l'età).

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    Coccodrilli giganti

    Esistono vari racconti di coccodrilli con dimensioni oltre gli otto metri, ma vanno valutati con attenzione. Il British Museum conserva un cranio di un coccodrillo marino che si dice sia appartenuto a un animale lungo 10,1 m catturato nel golfo del Bengala.Tuttavia, la misurazione del cranio (che è circa 1/7 della lunghezza dell'intero coccodrillo), porta a concludere che le dimensioni effettive dovevano essere in un intervallo compreso tra i 4,5 e i 5,5 metri.

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    La famiglia Kanika di Orissa in India conserva il cranio di un coccodrillo marino ucciso, si dice, nel 1926, che pare fosse circa 7,6 m. Il dato, mancando lo scheletro, non è comunque certo. Alcune fonti indicano il ritrovamento di un esemplare di 8,90 (Filippine 1997), del quale, tuttavia, non è mai stata confermata l'autenticità. In Australia esistono racconti di vecchi cacciatori che parlano di prede di oltre otto metri di lunghezza, ma senza misurazioni precise e certificate sono destinati ad essere classificati come leggende.

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    Probabilmente un tempo era relativamente semplice trovare coccodrilli marini di grandi dimensioni nelle paludi dell'Australia e dell'Asia inferiore. Tuttavia, la spietata caccia della prima metà del XX secolo ha decimato questi esemplari.

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    Dieta e formula dentaria

    Totale denti: 64 - 68. Pre mascellari: 4; Mascellari: 13 - 14; Mandibolari: 15. I denti ricrescono.

    I giovani si nutrono prevalentemente di insetti, anfibi, crostacei e piccoli pesci e rettili. La dieta si amplia man mano che l'animale cresce, benché continui a essere costituita in prevalenza da piccoli animali anche negli adulti.

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    Gli esemplari più grandi, occasionalmente, predano bufali, scimmie, cinghiali e animali d'allevamento, a volte anche uomini.

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    Habitat e comportamento

    Le aree di cova e crescita per i piccoli sono stabilite nelle aree di acqua dolce. Le femmine raggiungono la maturità sessuale alla lunghezza di 2,2/2,5 metri (circa a 10 o 12 anni), i maschi verso i 3,2 metri (circa 16 anni). Ogni anno vengono deposte in media 40/60 uova (benché questo numero possa variare da un minimo di 25 a un massimo di 90) in nidi costruiti con materia vegetale e fango.

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    I nidi vengono costruiti tra novembre e marzo (durante la stagione delle piogge). Ogni anno numerosi nidi vengono sommersi, uccidendo tutti gli embrioni ancora nell'uovo. È stato osservato che se il nido è invece a rischio di siccità, la femmina cerca di spruzzare su di esso dell'acqua da una adiacente "piscina", costruita allo scopo. Benché la femmina vigili vicino al nido, alcune uova rimangono vittime di predatori, come le lucertole, i maiali selvatici o umani che collezionano uova.

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    La femmina estrae i neonati dal nido quando cominciano a pigolare in modo caratteristico, e li trasporta in acqua tenendoli in bocca. Il sesso dei nascituri è determinato dalla temperatura del nido (il massimo numero di maschi si ha intorno ai 31,6 °C, mentre le femmine nascono prevalentemente in presenza di temperature superiori o inferiori).

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    Il tasso di mortalità dei piccoli si attesta intorno al 99%. Oltre alla predazione da parte di altre specie, cadono vittime di altri coccodrilli marini adulti.

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    Curiosità

    Il coccodrillo marino, come è semplice dedurre dal nome, è una delle specie di coccodrillo più acquatiche.
    La pelle del coccodrillo marino ha scaglie più sottili e regolari rispetto alla maggior parte dei coccodrilli. Per questo motivo viene considerata particolarmente pregiata in pelletteria
    Nuotando in mare aperto, può venire a contatto con squali predatori anche di grosse dimensioni, come lo squalo tigre e lo squalo martello. Almeno nel caso dello squalo tigre, è documentato che le due specie si predano a vicenda.

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    In prossimità di fiumi è stato più volte documentato con numerosi filmati lo scontro tra tigri e coccodrilli marini. Specialmente se lo scontro è su terra, la tigre riesce ad avere la meglio, infatti è stato documentato uno scontro su terra dove una tigre uccide un coccodrillo di 3 metri.

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    In un altro filmato un coccodrillo marino in acqua ha ucciso un esemplare di tigre che probabilmente aveva deciso di rinfrescarsi. Probabilmente le tigri riescono a predare e uccidere su terra e forse in acqua coccodrilli di dimensione medio - piccola. Difficile immaginare tigri che attaccano esemplari oltre i 5 metri e pesanti più di 1000 kg in acqua; in questo caso è il coccodrillo che preda la tigre.

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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 15:40
     
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    Gavialis gangeticus: Il Gaviale del Gange, il coccodrillo dal muso lungo



    Il Gaviale del Gange (Gavialis gangeticus J.F.Gmelin, 1789) è un rettile sauropside dell'ordine dei Crocodylia, unico rappresentante vivente della famiglia dei Gavialidi.

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    Il suo nome deriva dalla corruzione della parola Hindi ??????? (Gha?iyala, "coccodrillo"), a sua volta derivante dal nepalese ???? (gha?a, "recipiente in terracotta", in riferimento alla tipica escrescenza sull'estremità del muso dei maschi).

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    Evoluzione

    Il gaviale del Gange è l'unica forma vivente del genere Gavialis e della famiglia dei gavialidi, un gruppo di coccodrilli molto diffuso nell'Era Terziaria. Il genere Gavialis include numerose forme estinte, come Gavialis bengawanicus, Gavialis breviceps, Gavialis browni, Gavialis curvirostris, Gavialis hysudricus, Gavialis leptodus, Gavialis lewisi, e Gavialis pachyrhynchus.

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    La maggior parte delle specie, inclusa l'attuale, provengono dal subcontinente indiano, anche se G. bengawanicus è noto per resti fossili ritrovati a Giava. Gavialis probabilmente apparve nel subcontinente indiano nel Miocene inferiore, circa 20 milioni di anni fa, e si diffuse nell'arcipelago malese attraverso un canale noto come Siva-Malayan Route, nel corso del Quaternario.

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    Resti attribuiti a Gavialis sono stati ritrovati anche a Sulawesi e nell'isola di Woodlark, a est della linea di Wallace; ciò suggerisce che un gruppo di Gavialis fu in grado di attraversare ambienti marini e di raggiungere luoghi estremamente lontani, come l'Oceania occidentale (Delfino e De Vos, 2010).

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    Distribuzione e habitat

    Originariamente il gaviale era diffuso in tutti i maggiori bacini idrici del subcontinente indiano, dall'Indo a est all'Irrawaddy ad est. Attualmente, questi rettili occupano il 2% circa del proprio areale originario, occupando piccole porzioni dei fiumi Brahmaputra, Gange (da cui il nome comune ed il nome scientifico della specie) e Mahanadi.

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    Questo coccodrillo è un abitatore dei grossi corsi d'acqua a corso lento e con aree sabbiose più o meno estese.

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    Descrizione

    Dimensioni

    Gli adulti misurano generalmente fra i 2,7 ed i 4,5 m di lunghezza, per un peso che oscilla fra il quintale e mezzo e i due quintali e mezzo. I maschi sono generalmente più grandi e possono raggiungere i 6,25 m di lunghezza per un peso di 350 kg, mentre le femmine sono più piccole e misurano generalmente al massimo 3,75 m.

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    Sebbene vi siano racconti di avvistamenti di animali lunghi anche più di 7 metri, i tre gaviali più grandi finora misurati sono tre maschi, uno di 7 metri preso nel fiume Kosi nel nord del Bihar nel gennaio 1924, uno di 6,5 m ucciso nel fiume Karnali all'altezza di Faizabad nell'agosto del 1920 ed uno di 6,3 m ucciso in un fiume nel distretto di Jalpaiguri nel 1934. Sebbene in passato non fosse difficile osservare animali lunghi anche 6 metri, attualmente è diventato estremamente raro avvistarne di quelle dimensioni.

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    Aspetto

    Nel suo aspetto, il gaviale ricorda molto i coccodrilli veri e propri, sebbene osservandolo attentamente si possono notare gli adattamenti ad una vita ancora più strettamente legata all'ambiente acquatico.

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    Il corpo è lungo e cilindrico, con corte zampe munite di cinque dita ciascuna: Le dita sono palmate, con la palmatura centrale (dita II-III e III-IV) che copre un terzo delle dita, mentre le palmature laterali (dita I-II e IV-V) che coprono di due terzi di esse. La coda è lunga quanto il corpo e fortemente compressa lateralmente nei due terzi distali.

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    Il collo è anch'esso cilindrico, allungato e molto spesso, mentre la testa è assai caratteristica per via del muso estremamente allungato, che diviene più corto e spesso man mano che l'animale matura, essendo lungo 5,5 volte la larghezza della propria base nei giovani e 3,5 volte negli adulti.

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    Nel muso trovano alloggio 106-110 denti appuntiti ed interdigitati (suddivisi in 5 pre-mascellari, 27-29 mascellari e 25-26 mandibolari per lato), dei quali solo i primi tre mandibolari sono contenuti in tasche cutanee e perciò non visibili dall'esterno.

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    Il muso termina in una dilatazione che nei maschi con la maturità sessuale, assume la forma di una vera e propria protuberanza, detta ghara, il cui scopo non è ancora stato del tutto chiarito: essa probabilmente funge da cassa di risonanza, come carattere sessuale per il riconoscimento e la scelta del partner da parte delle femmine oppure per l'emissione di bolle od altri comportamenti associati al corteggiamento. Il fatto che la ghara sia presente solo nei maschi rende i gaviali gli unici coccodrilli con dimorfismo sessuale morfologico evidente.

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    L'intero corpo è ricoperto di squame quadrate, che sulla superficie esterna delle zampe an teriori e posteriori s'innalzano a formare delle creste. Anche la parte appiattita della coda è sormontata da una cresta, mentre la parte dorsale del corpo dalla nuca al terzo prossimale della coda presenta quattro serie longitudinali di scuti, ai lati delle quali è presente un'ulteriore fila di scutelli meno coriacei che sulla coda va a formare due creste che si riuniscono in una singola quando essa va ad assottigliarsi. Sono inoltre presenti due scuti post-occipitali di piccole dimensioni.

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    I gaviali sono di colore verde-oliva, a volte con presenza di maculature o strisce più scure su corpo e coda, mentre sul ventre essa ssume toni più chiari che raggiungono il verde-giallino: la colorazione, soprattutto nell'area dorsale, tende a scurirsi con l'età, divenendo grigio-nerastra dopo i 20 anni circa di vita.

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    Biologia

    I gaviali hanno abitudini prettamente acquatiche: gli adulti hanno zampe molto deboli che non li rendono in grado di camminare nel vero senso della parola, ma piuttosto di trascinare il corpo sul terreno.
    Per contro, l'animale in acqua è estremamente agile, grazie alle zampe palmate, alle creste sulle zampe ed alla coda appiattita che permettono loro di muoversi a proprio piacimento e di riuscire a manovrare rapidamente e senza sforzo.

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    Il gaviale passa la maggior parte del proprio tempo in agguato sui fondali, in attesa del passaggio di una possibile preda. Durante il mattino oppure al pomeriggio, i gaviali si posizionano sulle rive sabbiose per prendere il sole.

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    In virtù del proprio habitat e dell'areale occupato, il gaviale vive in simpatria con il coccodrillo palustre, ed in passato, quando il suo areale si estendeva fino ai delta dei fiumi, vi era una simile convivenza anche col coccodrillo marino.

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    Alimentazione

    Gli adulti di gaviale sono predatori specializzati nella cattura di pesci, i quali costituiscono il loro unico cibo: alcuni esemplari, tuttavia, sono stati osservati cibarsi della carne di animali morti, mentre i racconti di attacchi all'uomo a scopo predatorio non sono confermati. La forma della bocca e dei denti risulta particolarmente adatta allo scopo: i denti conici e stretti offrono infatti una buona presa sulla pelle viscida dei pesci, mentre il muso sottile offre scarsa resistenza in acqua, consentendo repentini movimenti laterali atti alla predazione.

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    Spesso i gaviali utilizzano il corpo e la coda per tagliare le vie di fuga alle prede, costringendole a dirigersi verso le rive, dove possono essere catturate con maggiore facilità. Sebbene i gaviali catturino le prede in immersione, come gli altri coccodrilli essi sono costretti ad emergere per inghiottirle.

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    Riproduzione

    La stagione degli amori dura circa due mesi, dalla fine di novembre all’inizio di gennaio. I maschi controllano un harem di diverse femmine, scegliendo un banco sabbioso affiorante e scacciandone energicamente gli intrusi. I maschi corteggiano le femmina gonfiando il collo, soffiando bolle dal naso in immersione ed emettendo suoi sibilanti o gutturali che possono essere uditi anche a un chilometro di distanza.

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    La nidificazione avviene nella stagione secca, da marzo a maggio. La femmina scava nella sabbia con le zampe posteriori una buca profonda circa mezzo metro generalmente a 5 metri dalla riva, nella quale deposita dalle 20 alle 95 uova (in media 37). L’uovo del gaviale è il più grande tra i coccodrilli, con un peso di circa 160 grammi. La determinazione del sesso, come anche in altri rettili, è temperatura dipendente.

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    L'incubazione dura fra i 71 e i 94 giorni, dimodoché i piccoli schiudono poco prima dell'inizio del monsone. Alla schiusa, i piccoli gaviali pigolano flebilmente, al che la femmina comincia a scavare mettendo il nido allo scoperto e permettendo loro di raggiungere l'acqua. Sebbene essa li tenga costantemente d'occhio per un certo periodo, non li trasporta tenendoli in bocca come fanno altre specie di coccodrilli, probabilmente per via della conformazione del muso.

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    I gaviali misurano alla schiusa circa 37 cm: essi si nutrono prevalentemente di insetti ed anfibi, dieta grazie alla quale raggiungono la lunghezza di un metro in circa 18 mesi. Le femmine raggiungono la maturità sessuale a circa 10 anni, quando misurano 3 metri di lunghezza.

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    Conservazione

    L'areale del gaviale del Gange, così come la consistenza numerica della specie, si sono ridotti del 96-98% circa nell'arco di circa settant'anni, passando ai 5000-10000 individui selvatici stimati nel 1946 ai 235 censiti nel 2006: in virtù di questa improvvisa diminuzione, avvenuta in meno di una generazione, esso viene considerato una specie in pericolo critico.
    In India, il gaviale viene considerato un animale protetto dal 1972, mentre la CITES ascrive questo animale all'appendice I, proibendone quindi ogni commercio e consentendone il prelievo solo in casi eccezionali.

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    Il drastico declino della popolazione selvatica di gaviali è attribuibile ad una concatenazione di cause, non ultima la caccia indiscriminata a cui questo animale è stato sottoposto per ottenerne la pelle (molto ricercata nell'industria conciaria), trofei di caccia o parti anatomiche per la medicina tradizionale: anche i pescatori solevano uccidere i gaviali per evitare la competizione per il pescato.

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    Attualmente, tuttavia, la caccia non viene considerata un pericolo primario per questo rettile, mentre i rischi più gravi per la sopravvivenza della specie provengono dalla pesca intensiva con rete da posta e dalla continua perdita dell'habitat riproduttivo a causa della costruzione di dighe ed argini e dell'inquinamento massiccio delle acque. A causa di ciò, il declino della popolazione di gaviali è accelerato a partire dal 1997, portando al suo dimezzamento (da 436 a 232 esemplari adulti) nel giro di meno di dieci anni.

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    Attualmente, sussistono piccole popolazioni isolate di gaviale in tre aree protette lungo il fiume Mahanadi, nello stato indiano dell'Orissa, dove esse appaiono in crescita a dispetto del fatto che non ne venga osservata la riproduzione. Questi animali sono inoltre presenti in Nepal, dove sussistono popolazioni riproduttive ed in espansione nel parco nazionale di Chitwan e nel Parco nazionale reale di Bardia.

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    Riproduzione in cattività e reintroduzione

    Da circa 30 anni, i gaviali vengono allevati in appositi santuari ed in seguito rilasciati in aree protette per ripopolarle o rimpinguare il numero di animali presenti: i primi programmi di reintroduzione iniziati in India e Nepal si risolsero generalmente in fallimenti, in quanto gli animali venivano rilasciati in ambienti fondamentalmente inospitali e lasciati al proprio destino.

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    Agli sforzi profusi spesso non è tuttavia corrisposto un effettivo incremento del numero di riproduttori selvatici. Ad esempio, fra il 1977 ed il 2006 in una riserva sul fiume Girwa sono stati rilasciati 909 animali, ma sono stati individuati solo 20 nidi, mentre nel santuario di Chambal a fronte dei 3776 gaviali rilasciati fra il 1978 ed il 2006 sono stati individuati 68 nidi. Spesso, inoltre, i giovani esemplari durante la stagione dei monsoni vengono portati a valle dalla corrente, in zone non protette dove sono ancora più vulnerabili all'inquinamento ed al bracconaggio.

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    A partire dal 1975 è stato portato avanti dal governo indiano un programma di riproduzione e reintroduzione di questo animale finanziato dalla FAO e dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, denominato "Project Crocodile".

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    Il progetto consisteva nell'acquisto di uova feconde dal Nepal e nell'arrivo di un maschio adulto dallo zoo di Francoforte, oltre alla fondazione fra il 1975 ed il 1982 di sedici fra santuari e centri di riabilitazione in aree compatibili con l'insediamento di questi rettili, dove esemplari giovani schiusi in cattività sarebbero stati inseguito rilasciati. Fino al 2004, sono state raccolte sia in natura che in cattività circa 12000 uova e più di 5000 esemplari sono stati rilasciati in cattività. Il taglio periodico di fondi ha però fatto sì che il progetto sia andato avanti a singhiozzo, con raccolta di dati piuttosto discontinua.

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    Nel dicembre del 2010, l'allora ministro dell'ambiente indiano Jairam Ramesh, durante una visita a una delle strutture adibite alla riproduzione dei gaviali situata a Madras, annunciò la creazione di un comitato di coordinazione per la conservazione di questo rettile operante su un'area di 1600 chilometri quadrati lungo il fiume Chambal, fra gli stati di Madhya Pradesh, Rajastan ed Uttar Pradesh.

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    Quest'ente avrebbe avuto rappresentanti provenienti dai ministeri e dai dipartimenti preposti al controllo delle risorse idriche, allo sviluppo ed all'agricoltura dei tre stati indiani, oltre a portavoce delle varie associazioni ed enti per la conservazione della fauna (fra cui il WWF). Compito dell'ente sarebbe stato quello di fare luce sull'ecologia ed il comportamento del gaviale, al fine di meglio valutare eventuali strategie di protezione della specie e del suo ambiente. A questo scopo venne mobilitato su base quinquennale un fondo di 50-80 milioni di rupie, pari a circa 1-1,5 milioni di euro.

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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 15:47
     
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    Tomistoma schlegelii Il falso coccodrillo gaviale



    Il falso gaviale (Tomistoma schlegelii (Müller, 1838)) è un rettile appartenente alla famiglia Crocodylidae, diffuso nel Sud-est asiatico. Rappresenta l'unica specie vivente del genere Tomistoma Müller, 1846.

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    Etimologia

    Il nome del genere si forma a partire dai termini greci t?µ?? (tomós = tagliente, acuto) e stóµa (stóma = bocca), ad indicare la forma appuntita delle fauci.

    L'epiteto specifico è stato dato in onore dell'erpetologo tedesco Hermann Schlegel (1804-1884).

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    Descrizione

    È caratterizzato dalla forma del cranio, che presenta una parte anteriore stretta e lunga, munita di 76-84 denti aguzzi, tanto da ricordare i gaviali (da qui il nome comune), sebbene l'affinità sia dovuta esclusivamente ad una convergenza evolutiva. Presenta un corpo affusolato, con coda muscolosa, occhi e narici nella zona superiore della testa, oltre che una valvola sita nel palato, atta ad impedire l'ingresso di acqua durante le fasi di immersione.

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    La lunghezza è di 4-5 m, ma sono stati osservati anche esemplari di dimensioni paggiori. Il peso degli adulti varia da 93 a 201 kg. Come gli individui più giovani, anche gli adulti mostrano una colorazione bruno-grigiastra, con striature nerastre sul corpo e sulla coda; sono inoltre osservabili macchie più scure in corrispondenza delle fauci. La zona ventrale varia dal bianco al color crema. Il dimorfismo sessuale è di fatto limitato alle dimensioni, che sono maggiori nei maschi.

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    Biologia

    Comportamento

    Tomistoma schlegelii trascorre la maggior parte del tempo immerso in pozze poco profonde, lasciando in superficie soltanto gli occhi e le narici, in attesa di una possibile preda. Occasionalmente possono occupare tane nel terreno.

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    Alimentazione

    La dieta è onnivora, sebbene tendenzialmente carnivora: è stato visto predare il macaco cinomolgo ed altre specie di macaco, oltre a cinghiali, traguli, cani, lontre, pesci, tartarughe, uccelli, serpenti, varani, insetti, crostacei ed altri invertebrati terrestri e acquatici, e persino piante.

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    Riproduzione

    Si conosce poco il comportamento riproduttivo della specie, sebbene sia stato possibile osservarla in cattività negli zoo. La maturità sessuale si raggiunge a circa vent'anni di età in ambo i sessi, e l'aspettativa di vita è di sessanta-ottant'anni. Il corteggiamento e l'accoppiamento avvengono due volte l'anno, durante la stagione delle piogge: tra novembre e febbraio e tra aprile e giugno. Il maschio avvicina una femmina nuotandole intorno ed in alcuni casi i due iniziano a darsi vicendevolmente lievi colpi con la coda.

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    A questo punto inizia l'accoppiamento vero e proprio, col maschio che sale sul dorso della compagna e la contorna con la coda. La copula avviene una volta al giorno per diversi giorni, talvolta per una settimana, ed è accompagnata dall'emissione di un odore intenso. La specie è monogama e ovipara. I nidi sono costruito a forma di tumulo, con un diametro di 90-110 cm ed un'altezza di 45-60 cm, sfruttando anche le radici degli alberi, oltre a terra, sassi e materiale di varia origine.

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    Dopo una gestazione che varia da 90 a 115 giorni, vengono deposte da venti a sessanta uova di grandi dimensioni (fino a 9,5 cm di lunghezza e 6,2 cm di diametro, per un peso di 155 g). In seguito la femmina ricopre le uova con foglie ed altro materiale vegetale.

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    La schiusa avviene dopo 90-100 giorni. Il maschio non attua cure parentali dopo l'accoppiamento. La femmina al contrario è stata vista appoggiarsi sui nidi e persino difenderli calpestando il terreno intorno; tuttavia, qualora disturbata, tende a scappare. Al contrario, non è mai stata osservata una femmina accompagnare i piccoli verso l'acqua, come accade in altre specie di Crocodylia.

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    Distribuzione e habitat

    L'areale della specie comprende l'Indonesia (Sumatra, Borneo, Kalimantan, Giava e Sulawesi), la Malesia (Penisola malese e Sarawak) ed il Vietnam. Si considera estinta in Thailandia.

    Il locus typicus è rappresentato dal fiume Karau, dal Lago Lamoeda e dal fiume Doeson, nel Borneo meridionale.

    L'habitat è costituito da paludi, fiumi, canali e laghi.

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    Tassonomia

    Sinonimi

    Sono stati riportati i seguenti sinonimi:

    Crocodilus (Gavialis) schlegelii Müller, 1838
    Tomistoma schlegelii King & Burke, 1989
    Tomistoma schlegelii Cox et al., 1998
    Tomistoma schlegelii Chan-Ard et al., 1999

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    Sottospecie

    Non sono state individuate sottospecie.

    Conservazione

    Da studi effettuati negli anni novanta è emerso che T. schlegelii occupa un areale esteso, ma con scarsa densità. Il drenaggio dei canali e la caccia, per il commercio di pelle e uova, rappresentano le minacce più consistenti. Per queste ragioni la Lista rossa IUCN ha attribuito a questa specie lo status "EN" (in pericolo).

    Questo taxon è anche stato inserito nell'Appendice I della CITES.

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    L'epica battaglia tra un pitone e un coccodrillo



    Sul lago di Moondarra, situata nel nord del Queensland in Australia, i residenti hanno assistito a questa scena pazzesca.

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    LA NASCITA DI UN COCCODRILLO



    Manila, Filippine. Queste foto sono, per così dire, non per i deboli di cuore. I piccoli coccodrilli nascono dalle uova si sa, e devo dire, che sembra di assistere a un'invasione sullo stile di "Aliens". Secondo i dati ufficiali, quel giorno in quell'allevamento sono nati 10 coccodrilli.

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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 15:56
     
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    Australia, lo squalo non ha scampo: il coccodrillo se lo mangia



    Andrew Paice, un fotografo amatoriale che si trovava in tour lungo il fiume Adelaide nel parco nazionale del Kakadu,nel nord del continente australiano, ha avuto modo di assistere a una delle scene più incredibili del mondo animale. Brutus, un vecchio coccodrillo che rappresenta ormai un'attrazione turistica del parco, stringeva tra le fauci un grosso squalo. "Non pensavo affatto di trovare uno squalo lì - ha detto Paice - Non potevo credere a quello che vedevo". "In acque più profonde solitamente uno squalo sarebbe in grado di sfuggire al predatore" ha aggiunto un portavoce dello zoo, "ma a questi livelli il coccodrillo può avere il sopravvento".

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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 15:57
     
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