INTER, LA STORIA, DAL 1908 AL 2014: I PROTAGONISTI, LE CURIOSITA', LE VITTORIE

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    INTER:Football Club Internazionale Milano



    Il Football Club Internazionale Milano S.p.A., meglio conosciuto come Internazionale o, più semplicemente, come Inter, è una società calcistica per azioni italiana con sede a Milano.

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    Fu fondata il 9 marzo 1908 da 44 soci dissidenti del concittadino Milan e, insieme a quest'ultimo, rappresenta il capoluogo lombardo nel calcio professionistico. È l'unica squadra ad aver partecipato a tutti i campionati di Serie A a girone unico dalla sua fondazione, avvenuta nella stagione 1929-1930.

    Nel suo palmarès figurano 18 campionati di lega, 7 Coppe Italia e 5 Supercoppe italiane per un totale di 30 vittorie in competizioni nazionali gestite dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A – seconda alle spalle della Juventus (44) –, cui vanno sommati 9 titoli vinti in tornei internazionali: 3 Coppe dei Campioni/Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa del mondo per club e 3 Coppe UEFA che ne fanno il terzo club italiano sia per numero di titoli ufficiali vinti (39) – dopo Juventus (55) e Milan (47) – che per vittorie in competizioni internazionali, alle spalle di Milan (18) e Juventus (11).

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    Lega Nazionale Professionisti Serie A



    Il club occupa il sesto posto – terzo tra i club italiani – nella speciale classifica dei migliori club europei del XX secolo stilata dall'Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio (IFFHS). Con i successi conseguiti in campionato dal 2005-2006 al 2009-2010 l'Inter ha eguagliato il record di cinque scudetti consecutivi raggiunto in precedenza dalla Juventus del Quinquennio d'oro negli anni trenta e dal Grande Torino negli anni quaranta. Sempre nella stagione 2009-2010, inoltre, è diventato il primo club italiano a centrare il treble, con le sue vittorie in campionato, Coppa Italia e Champions League.

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    In base a quanto emerso da un sondaggio della società Demos & Pi effettuato nel settembre 2012, l'Inter risulta essere il terzo club più sostenuto del Paese, avendo riscosso la preferenza del 14,5% del campione esaminato. A livello continentale invece, quella nerazzurra si classifica all'ottavo posto tra le squadre con più tifosi in Europa, contandone 17,5 milioni, come emerso da uno studio pubblicato dalla società tedesca Sport+Markt nel settembre 2010.

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    Giacinto Facchetti circondato dai tifosi nel 1963 per il primo scudetto della Grande Inter



    Storia

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    I quarantatré soci dissidenti del Milan, insieme a Giorgio Muggiani, che fondarono l'Internazionale il 9 marzo del 1908



    Il Football Club Internazionale Milano nacque al Ristorante Orologio la sera del 9 marzo 1908 con il nome di Foot-Ball Club Internazionale (solo nel 1967 verrà aggiunto Milano alla denominazione ufficiale, quando diventerà una S.p.A.) da una costola di 44 dirigenti dissidenti del preesistente Milan Football and Cricket Club, che aveva imposto il divieto di far arruolare altri calciatori stranieri a quelli già presenti nella rosa.

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    Il giovane Giorgio Muggiani (secondo da sinistra) posa insieme ad alcuni dei fondatori dell'Inter



    Gli stranieri erano per gran parte l'ossatura delle nuove società di calcio che stavano sorgendo e il fatto di non arruolarli parve essere irriconoscente verso di loro. Il pittore e socio fondatore Giorgio Muggiani scelse i colori che avrebbero rappresentato l'emblema della società: il nero e l'azzurro. Quest'ultimo colore fu scelto perché all'epoca si usavano le matite a due colori, rosse da una parte e blu dall'altra quindi simbolicamente il blu era opposto al rosso. Il primo presidente fu Giovanni Paramithiotti, mentre il primo capitano Hernst Marktl, che tra l'altro era stato uno dei fondatori del Milan.

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    La formazione dell'Inter vincitrice del primo scudetto nel 1909-1910



    Nel 1910 l'Inter vinse il suo primo scudetto, cui seguirono delle stagioni deludenti. Con lo scoppio della prima guerra mondiale fu interrotta l'attività sportiva che riprese nel 1920; a tale anno risale il secondo successo nazionale dei nerazzurri, guidati da Nino Resegotti e Francesco Mauro.

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    1963-64: sul tetto d'Europa: Angelo Moratti solleva la Coppa dei Campioni vinta contro il Real Madrid sconfitto per 3-1. Da sinistra Facchetti, Guarneri, Mazzola e Suárez.



    A seguito della scissione tra FIGC e CCI, nella stagione 1921-1922 l'Inter si piazzò ultima nel proprio girone della CCI e doveva, per rimanere nella massima serie, disputare uno spareggio salvezza contro una squadra di Seconda Divisione. Tuttavia, prima che lo spareggio si disputasse, due mesi dopo la fine del torneo, avvenne la riunificazione del campionato, avvenuta sulla base del Compromesso Colombo che, derogando alle regole prestabilite, stabiliva degli spareggi incrociati tra squadre FIGC e squadre CCI.

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    Peppino Meazza. La più celebre leggenda del pallone italiano nacque il 23 agosto 1910 a Milano. Giusto un secolo fa. Entrò all'Inter a 14 anni, vinse due Mondiali ('34 e '38) e alla sua morte gli venne dedicato per amore popolare lo stadio di S.Siro.



    L'Inter riuscì a salvarsi battendo prima la cadetta S.C. Italia di Milano come stabilito dall'iniziale regolamento CCI (vinta dall'Inter a tavolino in quanto gli avversari non poterono schierare 11 giocatori, per motivi legati alla leva militare obbligatoria) e poi la Libertas Firenze.

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    Facchetti mentre segna il definitivo 3-0 nella semifinale Inter-Liverpool del 1965



    Con l'inizio del ventennio fascista l'Inter si trovò costretta a mutare il proprio nome per ragioni politiche; troppo poco italiano e soprattutto simile al nome della Terza Internazionale Comunista. Così nel 1928 l'Inter si fuse con l'Unione Sportiva Milanese e assunse la denominazione di Società Sportiva Ambrosiana, poi mutata in Ambrosiana-Inter fino al 1945.

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    La neonata Ambrosiana nel 1928-1929



    La squadra vinse, sotto la guida tecnica di Árpád Weisz, nel 1930, con due giornate d'anticipo, il primo campionato di Serie A disputato a girone unico, successo questo impreziosito dalle 31 reti segnate da Meazza (capocannoniere stagionale). Il quarto tricolore venne conquistato nel 1938 con Armando Castellazzi in panchina e Meazza per la terza volta nella sua carriera si confermò miglior realizzatore della competizione (precedentemente anche nell'annata 1935-1936).

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    Una formazione dell'Ambrosiana-Inter 1937-1938



    L'anno successivo l'Ambrosiana, guidata da Tony Cargnelli, vinse la sua prima Coppa Italia sconfiggendo in finale il Novara. Dopo un solo anno di digiuno, i milanesi tornarono a conquistare lo scudetto, il quinto titolo della storia nerazzurra. Nel 1942, nel pieno del secondo conflitto mondiale, Carlo Masseroni fu nominato presidente, carica che avrebbe ricoperto per 13 anni. Fu lui ad annunciare, giovedì 27 ottobre 1945, che «l'Ambrosiana sarebbe tornata a chiamarsi solo Internazionale».

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    Angelo Moratti, presidente del club dal 1955 al 1968



    Tornata alla sua antica denominazione, la squadra non andò oltre il secondo posto nel 1948-1949, la stagione della tragedia di Superga, dietro al cosiddetto Grande Torino. Ci vollero 13 anni prima che il club fosse di nuovo in grado di aggiudicarsi lo scudetto; nel 1952-1953 e nel 1953-1954 sotto la guida di Alfredo Foni.

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    Alfredo Foni



    Nel 1955 ascese alla presidenza Angelo Moratti. Dopo alcuni anni di assestamento, una finale di Coppa Italia nel 1959 e molti allenatori cambiati, giunse da Barcellona a Milano il mago Helenio Herrera. Fu l'inizio dell'era della Grande Inter, vincitrice di tre scudetti (nel 1963, 1965 e 1966), due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. La prima Coppa dei Campioni i nerazzurri la conquistarono nella finale contro il Real Madrid, già vincente cinque volte consecutive in tale competizione, mentre la seconda fu messa in bacheca dopo il successo sul Benfica al Meazza.
    Nel 1967 cambiò definitivamente denominazione in Football Club Internazionale Milano.

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    Questa foto risale al 1952/1953, stagione nella quale i nerazzurri, guidati da Alfredo Foni, conquistano il sesto scudetto.



    Il 1968 segnò la fine di un ciclo, con l'abbandono di Moratti e di Herrera. La presidenza passò a Ivanoe Fraizzoli, sotto la cui guida il club tornò a vincere lo scudetto nel 1971, con Giovanni Invernizzi in panchina subentrato a metà stagione (unica squadra italiana a vincere il tricolore con un allenatore subentrato) e con Boninsegna capocannoniere.

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    Herrera posa con la Coppa Intercontinentale e la Coppa dei Campioni



    Ingaggiato nel 1977 l'allenatore Eugenio Bersellini, detto il sergente di ferro, nel 1978 l'Inter vinse di nuovo dopo 39 anni la Coppa Italia, sconfiggendo in finale il Napoli. La stagione 1979-1980, caratterizzata dallo scandalo del Totonero, che coinvolse il mondo del calcio (e non solo) e che spedì in Serie B il Milan e la Lazio, si concluse con la vittoria del dodicesimo scudetto. Nel 1982 i nerazzurri si aggiudicarono nuovamente la Coppa Italia dopo aver sconfitto nella doppia finale il Torino. Fu il terzo successo per l'Inter nella competizione.

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    L'undici nerazzurro campione d'Italia nella stagione 1988-1989



    Nel 1984 divenne presidente Ernesto Pellegrini. Nel 1989 il nuovo allenatore Giovanni Trapattoni condusse la squadra al suo tredicesimo scudetto, detto scudetto dei record. I nerazzurri, infatti, ottennero 58 punti con i 2 assegnati per ciascuna vittoria, una quota mai raggiunta da nessun'altra squadra.

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    Luis Suárez, trascinatore dell'Inter che al termine della stagione 1965-66 avrebbe vinto lo scudetto della stella.



    Nel novembre 1989 la bacheca della Beneamata accolse la prima Supercoppa italiana, conquistata contro la Sampdoria. Gli anni novanta portarono gloria all'Inter solo in campo europeo. Alle deludenti prestazioni in campionato, infatti, fecero da contraltare i tre successi in Coppa UEFA in quattro finali disputate, vinte contro la Roma nel 1991, contro il Casino Salisburgo nel 1994 e contro la Lazio nel 1998.

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    1989-90 Supercoppa Italiana 1989, 29 novembre 1989 Inter Sampdoria 2-0



    Nel febbraio 1995 i Moratti tornarono al timone della società, che venne acquistata da Massimo, figlio di Angelo. La fine del millennio fu avara di soddisfazioni, eccezion fatta per la Coppa UEFA vinta nel 1998.
    Nel 2004 l'avvento in panchina di Roberto Mancini aprì un ciclo di vittorie. Risalgono alla gestione dell'allenatore jesino la conquista di due Coppe Italia (su quattro finali tutte contro la Roma), due Supercoppe italiane (contro Juventus e ancora Roma) ma soprattutto tre scudetti.

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    ANGELO MORATTI assiste alla finale di Coppa Campioni 1965 insieme ai figli Massimo e Gianmarco



    Il primo tricolore arrivò al termine della stagione 2005-2006, in seguito alle sentenze emesse dalla giustizia sportiva nell'ambito di Calciopoli. Nel 2007 la squadra si aggiudicò un nuovo scudetto dei record, conquistato dopo 18 anni sul campo con cinque giornate d'anticipo al termine di un campionato dominato, in cui la squadra subì una sola sconfitta contro la Roma, ai cui danni è stata vinta a inizio stagione la Supercoppa italiana ma che poi avrebbe battuto i nerazzurri nella finale di Coppa Italia.

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    All'Inter lo scudetto 2005/2006



    La stagione del centenario si aprì con la sconfitta in Supercoppa di lega, ma si chiuse con un nuovo scudetto, il sedicesimo, e un'altra finale persa di Coppa Italia.

    Nel 2008 giunse sulla panchina dell'Inter José Mourinho, che condusse la squadra alla vittoria della Supercoppa italiana ancora contro la Roma (questa volta ai rigori) e al diciassettesimo scudetto, il quarto consecutivo; successo che consentì ai nerazzurri di raggiungere il Milan nell'albo d'oro del campionato italiano. All'inizio della stagione 2009-2010 la squadra nerazzurra perde la sfida contro la Lazio in Supercoppa italiana.

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    José Mourinho



    Il prosieguo della stessa vide l'Inter conquistare il suo diciottesimo scudetto, la sua sesta Coppa Italia ma soprattutto, contro il Bayern Monaco al Santiago Bernabéu di Madrid, la sua terza Coppa dei Campioni, la prima da quando ha mutato il proprio nome in Champions League, realizzando così il treble mai riuscito a nessun'altra squadra italiana. A fine maggio, il tecnico portoghese lasciò l'Inter.


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    18 Scudetti, 7 Coppe Italia, 5 Supercoppe Italiane, 3 Coppe dei Campioni/Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Mondiale per Club Fifa, 3 Coppe UEFA.



    A succedergli fu Rafael Benítez, il quale, dopo aver conquistato la Supercoppa italiana, la Coppa del mondo per club e aver perso la Supercoppa UEFA, lasciò il club milanese il dicembre dello stesso anno. Al tecnico madrileno subentrò il brasiliano Leonardo, con il quale i nerazzurri vinsero la settima Coppa Italia nella finale contro il Palermo.

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    Rafael Benítez



    Il 15 novembre 2013, dopo mesi di trattative, viene indetta un'assemblea dei soci straordinaria per ratificare il passaggio del 70% del pacchetto azionario del club da Massimo Moratti alla International Sports Capital (ISC), società indonesiana posseduta da Erick Thohir, Rosan Roeslani e Handy Soetedjo. Nella stessa occasione viene approvata la nomina a presidente del magnate Thohir, divenendo così il primo massimo dirigente straniero della storia nerazzurra.

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    Thohir



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    Inter 1960-61


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    Inter 1961-62


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    Inter 1962-63


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    Inter 1963-64


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    Inter 1964-65


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    Inter 1965-66


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    Inter 1966-67


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    Inter 1967-68


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    Inter 1968-69


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    Inter 1969-70


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    Inter 1970-71






    wikipedia.org/

    foto sul web

    in aggiornamento....

    Edited by belias94 - 17/5/2016, 21:51
     
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    Colori e simboli



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    La bandiera di Milano



    L'ideatore dell'emblema interista fu il grafico e pittore futurista Giorgio Muggiani, socio-fondatore del club nonché segretario della società.Proprio mentre la secessione dal Milan diveniva realtà, egli elaborò il logo e la maglia neri e azzurri, che saranno i colori ufficiali del club fino al 1928, anno in cui sarebbero cambiati insieme con la maglia e con il nome (Società Sportiva Ambrosiana).

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    Inter Maglia Storica Ambrosiana 1928



    La divisa ufficiale divenne bianca rossocrociata (colori di Milano) e segnata dal Fascio littorio. Dal campionato successivo e fino all'estate 1932 si ritornò alle fasce verticali nerazzurre, affiancate però dai colori della U.S. Milanese, con cui l'Inter nel frattempo si fuse. Inizialmente si scelse un emblema circolare a scacchi bianconeri, poi, per far spazio allo scudetto vinto, gli scacchi vennero spostati dalle maglie al colletto.
    Dopo la stagione 1965-66 l'Inter applicò sul proprio stemma la stella d'oro, che rappresenta la vittoria di dieci campionati italiani.

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    Fascio littorio



    Per l'annata 2007-08, quella del centenario della società nerazzurra, la seconda maglia riprese la divisa storica dell'Ambrosiana: lo scudo crociato rosso su sfondo bianco (simbolo di Milano) e al centro lo scudetto al posto del Fascio littorio. La maglia venne presentata al pubblico durante la festa per il quindicesimo scudetto dell'Inter, indossata da tutti i giocatori e dagli ospiti invitati in campo.

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    Nike - Inter Maglia del Centenario 2007 -08




    Simboli ufficiali: Tutti gli stemmi dell'Inter



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    La tradizione vuole che Giorgio Muggiani, al momento di realizzare lo stemma del club, scelse i colori nerazzurri perché in quei giorni erano gli unici a sua disposizione sulla tavolozza.

    In realtà la scelta del nero e dell'azzurro, come testimoniato anni più tardi dal figlio del fondatore, fu dettata dall'espressa volontà di opporsi simbolicamente al rosso, l'altro colore che insieme al nero campeggiava sulle maglie del Milan: infatti all'epoca non potendo disporre di pennarelli si utilizzavano matite a due colori, rosse da una parte e blu dall'altra.

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    Ispirato a quello dei club inglesi, lo stemma riportava le lettere F, C, I, M sovrapposte in bianco su uno sfondo costituito da un cerchio dorato, circondato da un cerchio nero, che a sua volta era circondato da un cerchio azzurro. Muggiani inserì nello stemma la M di Milano pur non apparendo quest'ultima nel primo nome della società (Foot-Ball Club Internazionale); il capoluogo lombardo, infatti, verrà aggiunto ufficialmente alla denominazione solo nel 1967, quando diventerà una S.p.A.


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    Stemma utilizzato dal 1963 al 1979



    Questo stemma fu abbandonato nel 1928 poiché l'Inter cambiò il nome in Ambrosiana. Si passò, dunque, ad uno stemma formato da un cerchio blu con al centro un fascio littorio, sulla sinistra un biscione e sulla destra il simbolo di Milano. Tale emblema fu usato solo nella Divisione Nazionale 1928-29.


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    Il primo stemma utilizzato dal 1908 al 1928



    Dal 1929 al 1931 come stemma fu adottato un cerchio nero, con al proprio interno un rombo contenente dieci strisce verticali blu e nere e affiancato a destra dalla lettera A di Associazione e a sinistra dalla lettera S di Sportiva, entrambe su un campo bianco. In posizione inferiore era presente una striscia nera orizzontale contenente la parola AMBROSIANA.

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    Stemma inter 1929 al 1931



    L'Inter, avendo nuovamente mutato nome in Ambrosiana Inter, dovette apportare una nuova modifica allo stemma, che divenne un rombo con i lati blu, nei quali era scritto ASSOCIAZ. SPORTIVA AMBROSIANA INTER. All'interno del rombo campeggiavano nove strisce verticali, cinque nere e quattro blu, con un pallone nel mezzo.

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    Con la caduta del regime fascista in seguito alla seconda guerra mondiale venne meno la dicitura italiana imposta dal Duce al club, che da Ambrosiana-Inter poté tornare a chiamarsi solamente Inter. Terminata la guerra, dal 1945 l'Inter ritornò al suo stemma originale, ma i colori erano cambiati. Le lettere sovrapposte F, C, I, M erano, infatti, diventate di colore oro, mentre lo sfondo era costituito da un cerchio bianco, circondato da un cerchio nero, a sua volta circondato da un cerchio blu.


    Questo stemma rimase in uso fino alla stagione 1959-60. Dal 1960 lo stemma dell'Inter fu un triangolo con due lati curvi, con la punta verso il basso e il lato retto verso l'alto, sul quale era appoggiato un altro triangolo con i lati curvi, ma più piccolo. Lo stemma era diviso a metà: a destra figuravano 7 strisce verticali nere ed azzurre; a sinistra una biscia blu posta sopra la scritta 1908 e un pallone giallo. Nel triangolo superiore erano presenti sempre le lettere F, C, I, M.

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    Dal 1961 al 1963 fu adottato anche uno stemma secondario, un ovale nella cui parte superiore, completamente blu, figurava la scritta F.C. e nella cui parte inferiore una striscia nera accompagnava la dicitura INTER. Ancora più inferiormente l'ovale era diviso in cinque strisce verticali, tre blu e due nere, con una biscia dorata al centro.

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    Dal 1963 al 1979 l'Inter ritornò allo stemma originale, anche se con qualche lieve modifica: le lettere bianche F, C, I, M furono poste dentro un cerchio color oro e circondate da un cerchio nero a sua volta circondato da un cerchio blu, ma la vera novità fu la presenza di un ulteriore cerchio dorato attorno al cerchio blu.

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    Dal 1979 al 1990 lo stemma fu una biscia bianca che si trovava davanti a due strisce nere ed azzurre su un campo bianco, mentre in alto a destra vi era una stella d'oro. Dal 1990 al 1998 lo stemma fu esattamente quello adottato dal 1963 al 1979, ma con un giallo più chiaro e con la stella d'oro.

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    Stemma utilizzato dal 2007 ad oggi



    Lo stemma che l'Inter usò dal 1998 al 2007 richiamò l'originale insieme al colore blu. Le lettere F, C, I, M assunsero un colore giallo e ad esse venne aggiunta una stella su campo nero. Inoltre le lettere furono circondate da un piccolo cerchio blu scuro, circondato a sua volta da un cerchio nero, attorniato da un altro cerchio blu scuro, ma con la scritta INTER nella parte superiore del cerchio e con l'anno di fondazione 1908 nella parte inferiore del cerchio.

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    Stemma utilizzato dal 1998 al 2007



    Dal 2007 l'Inter tornò al primo stemma originale, sebbene nella stagione 2007-08 furono apportate delle correzioni: lo stemma fu circondato da una striscia curva dorata distanziata dallo stemma, mentre nella parte superiore c'era scritto 1908-2008 e nella parte inferiore 100 ANNI INTER. Nella stagione 2009-10 lo stemma si sviluppò attorno ad un cerchio verde, bianco e rosso, scelto per rappresentare il centenario del primo scudetto.


    Inno



    L'inno dell'Inter si intitola C'è solo l'Inter, canzone ideata, composta e prodotta da Elio per l'etichetta Hukapan nel 2002. Di seguito la formazione completa:

    Graziano Romani - voce e cori
    Elio - piano, chitarra e cori
    Fabrizio "Tede" Tedeschini - chitarra elettrica
    Francesco Germini - organo e cori
    Alex Class - basso
    Max Baldaccini - batteria

    C'È SOLO L'INTER



    È vero, ci sono cose più importanti
    di calciatori e di cantanti
    ma dimmi cosa c'è di meglio
    di una continua sofferenza
    per arrivare alla vittoria
    e poi non rompermi i coglioni
    per me c'è solo l'Inter.

    A me che sono innamorato
    non venite a raccontare
    quello che l'Inter deve fare
    perch´ per noi niente è mai normale,
    né sconfitta né vittoria,
    che tanto è sempre la stessa storia,
    un'ora e mezza senza fiato
    perché c'è solo l'Inter.

    C'è solo l'Inter per me.
    Solo l'Inter,
    c'è solo l'Inter per me.

    No, non puoi cambiare la bandiera
    e la maglia nerazzurra
    dei campioni del passato
    che poi è la stessa
    di quelli del presente
    io da loro voglio orgoglio
    per la squadra di Milano.
    Perché c'è solo l'Inter.

    E mi torna ancora in mente l'Avvocato Prisco
    lui diceva che la serie A è nel nostro DNA,
    io non rubo il campionato
    ed in serie B non son mai stato.

    C'è solo l'Inter per me.
    Solo l'Inter,
    c'è solo l'Inter per me.



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    C'è solo l'Inter è dedicata a Peppino Prisco e i proventi ricavanti dalla vendita del disco sono stati devoluti a sostegno dell'attività umanitaria di Emergency.

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    Esitono tuttavia altri due vecchi inni. Il primo risale al 1971, Inter spaziale, il cui testo venne scritto dal cantautore Roberto Vecchioni, noto tifoso nerazzurro, la musica da Renato Pareti, e fu cantato dal calciatore Mario Bertini, all'epoca in forza all'Inter. Il secondo risale invece al marzo del 1984, Cuore nerazzurro, composto ed eseguito dal gruppo musicale dei Camaleonti.

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    Pazza Inter è invece una canzone cantata dai giocatori stessi, registrata il 22 agosto 2003 negli studi del network radiofonico RTL 102.5, e parte di Inter Compilation, progetto discografico pubblicato dall'etichetta DinDonDan e distribuito da Sony Music Italia dal 26 settembre 2003.

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    La realizzazione di Pazza Inter è stata curata da Paolo Barillari e Dino Stewart (testo), Goffredo Orlandi (musica) e Luca Vittori (digital editing). È stato prodotto altresì un videoclip che mostra i calciatori durante la registrazione e in varie scene di una giornata-tipo presso il centro sportivo della Pinetina.

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    Pazza Inter ha de facto sostituito l'inno ufficiale nerazzurro nelle occasioni pubbliche – come la trasmissione allo stadio prima delle partite casalinghe – per quasi tutto il primo decennio del nuovo secolo; il suo utilizzo è stato però oscurato dal club interista all'inizio della stagione 2012-2013, a causa di un mancato accordo economico tra la società nerazzurra e Rosita Celentano, detentrice dei diritti della canzone.

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    INTER : LE MAGLIE STORICHE



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    MAGLIA 1950



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    MAGLIA ANNI '60



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    COMPLETO DEL CENTENARIO 2008






    wikipedia.org/

    foto sul web

    in aggiornamento....

    Edited by belias94 - 17/5/2016, 21:52
     
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    Calcio in lutto: è morto Mario Corso, il "piede sinistro di Dio"



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    Il fenomenale mancino della Grande Inter era ricoverato in ospedale: avrebbe compito 79 anni ad agosto. Calcio in lutto per la scomparsa di uno dei suoi più grandi talenti del passato. Mario Corso, fenomenale mancino della Grande Inter campione euromondiale negli anni Sessanta è morto dopo essere stato ricoverato alcuni giorni fa in ospedale.. Corso avrebbe compiuto 79 anni il prossimo 25 agosto.

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    Addio a Mario Corso, la stella più luminosa della Grande Inter



    Mariolino Corso non c'è più. Ha lasciato l’ospedale in cui era ricoverato da giorni e ha raggiunto altri protagonisti di quella Grande Inter che ha caratterizzato gli anni Sessanta con i suoi successi in Italia e nel mondo: Sarti, Picchi, Facchetti, Peirò, Tagnin, Milani, Landini. Tutti campioni, ma Corso era il più talentuoso: lo chiamavano il “mancino di Dio”, era la stella più luminosa del firmamento nerazzurro. Un’ala d’attacco che preferiva l’assist alla conclusione personale e che con quel piede mancino disegnava traiettorie magiche, le “foglie morte”.

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    Un fulmine a ciel sereno, che ha colto di sorpresa non solo gli interisti, ma tutto il mondo del pallone. Corso è considerato uno dei grandi del nostro calcio e con le sue giocate ha contribuito a fare grande l'Inter di papà Moratti. Con Sarti, Picchi, Facchetti, Peirò, Tagnin, Milani, Landini, uno squadrone di campioni, con un piede mancino che riusciva a disegnare traiettorie magiche, le "foglie morte". Sedici stagioni in nerazzurro più la chiusura nel Genoa costellate da due Coppe Campioni, due Coppe Intercontinentali e tre scudetti ravvicinati, più quello del '71 che lo vede ancora tra i protagonisti, più due persi in modo rocambolesco (spareggio col Bologna e Mantova) insieme con la terza finale di Coppa Campioni "regalata" agli scozzesi del Celtic Glasgow.

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    Allenatore del Napoli Primavera per quattro stagioni, riesce a trasmettere ai giovani la sua tecnica raffinata e conquista anche un titolo italiano. Guida l'Inter di Ernesto Pellegrini nella stagione 1985/1986. Poi Mantova, Barletta, Verona. Infine da commentatore televisivo è ospite in vari salotti.

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    1 fila: Bruno Mora, Antonio Angelillo, Jose Altafini, Omar Sivori, Mario Corso, Giacomo Losi;
    2 file: Lorenzo Buffon ©, Cesare Maldini, Enzo Robotti, Bruno Bolchi, Giovanni Trapattoni.



     
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    Inter, le anticipazioni sulla maglia 2021/22



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    A luglio mancano ancora diversi mesi ma ci sono già le prime indiscrezioni sullo stile della nuova prima maglia dell'Inter. Per la stagione 2021/22 Footyheadlines, portale specializzato nei leak delle divise, anticipa il ritorno della trama a squame, come quella di un serpente, un po' sulla falsariga di quella della stagione 2010/11. I colori saranno gli stessi attuali: stesse tonalità di blu e nero, con l'oro per i dettagli. Per quanto riguarda i pantaloncini saranno neri e oro con calzettoni totalmente black. La stessa trama dovrebbe essere riproposta anche sul resto del merchandising non di gara.

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    L'INTER E' CAMPIONE D'ITALIA: E' LO SCUDETTO NUMERO 19



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    Con il pareggio dell'Atalanta sul campo del Sassuolo, l'Inter è ufficialmente campione d'Italia per la 19esima volta nella sua storia. I nerazzurri di Antonio Conte, a quattro giornate dal termine, non possono più essere raggiunti dalle rivali, per l'Inter può partire la festa, per un titolo di campione d'Italia che mancava dalla stagione 2009-2010, quella del Triplete targato Mourinho.



    L'Inter è campione d'Italia per la 19esima volta nella sua storia. Lo scudetto arriva con quattro giornate di anticipo, i nerazzurri hanno 82 punti e sono irraggiungibili per le avversarie. La vittoria dell'Inter spezza il lungo dominio della Juve che aveva conquistato gli ultimi 9 scudetti. "Grazie a tutti", queste le primissime parole del presidente nerazzurro Steven Zhang, che si trova nella si trova all'interno della sede di viale della Liberazione. Con lui anche gli ad Beppe Marotta e Alessandro Antonello, che con il ds Ausilio si sono affacciati dal tetto del palazzo per festeggiare. A Zhang sono arrivati i complimenti del presidente dell'ultimo scudetto prima di questo 19esimo, Massimo Moratti.

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    Trentamila in strada a Milano
    Al fischio finale di Sassuolo-Atalanta è iniziata la festa dei tifosi dell'Inter a Milano per la vittoria dello scudetto. Tra caroselli in auto e bandiere al vento, i fan nerazzurri si sono riversati in strada per celebrare il successo: anche in Piazza Duomo sono arrivati migliaia di tifosi, 30 mila per la questura. "I campioni dell'Italia siamo noi", "Chi non salta rossonero è" e "Come mai la Champions non la vinci mai" dedicato alla Juventus, sono i cori che stanno accompagnando la festa dei tifosi dell'Inter che si sono radunati in Piazza Duomo, senza rispettare il distanziamento previsto dalle norme anti-Covid, tra sciarpe, coriandoli nerazzurri, bandiere e fumogeni, anche se la stragrande maggioranza dei presenti indossa la mascherina. In lontananza, invece, proseguono i caroselli di chi ha scelto di festeggiare con la propria auto per le vie del centro. Festa dei tifosi nerazzurri anche a Torino: caroselli di auto e clacson in centro, in via Po e corso Vittorio Emanuele II. L'Inter ha invito i tifosi a festeggiare in modo responsabile: "Ora è il momento della festa: di tutti gli interisti. Una gioia che si sprigiona genuina ma che invitiamo a esprimere nella maniera più responsabile possibile: siamo campioni anche in questo!", ha scritto il club nerazzurro sul suo profilo Twitter. Alle 22, ora in cui in tutta Italia è scattato il coprifuoco, la polizia è intervenuta con gli agenti in tenuta antisommossa e le camionette in Piazza Cairoli. Non ci sono stati però problemi di ordine pubblico e i tifosi si sono allontanati.

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    L'Inter è campione d'Italia per la 19esima volta nella sua storia. Lo scudetto arriva con quattro giornate di anticipo, i nerazzurri hanno 82 punti e sono irraggiungibili per le avversarie. La vittoria dell'Inter spezza il lungo dominio della Juve che aveva conquistato gli ultimi 9 scudetti. "Grazie a tutti", queste le primissime parole del presidente nerazzurro Steven Zhang, che si trova nella si trova all'interno della sede di viale della Liberazione. Con lui anche gli ad Beppe Marotta e Alessandro Antonello, che con il ds Ausilio si sono affacciati dal tetto del palazzo per festeggiare. A Zhang sono arrivati i complimenti del presidente dell'ultimo scudetto prima di questo 19esimo, Massimo Moratti.

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    Trentamila in strada a Milano
    Al fischio finale di Sassuolo-Atalanta è iniziata la festa dei tifosi dell'Inter a Milano per la vittoria dello scudetto. Tra caroselli in auto e bandiere al vento, i fan nerazzurri si sono riversati in strada per celebrare il successo: anche in Piazza Duomo sono arrivati migliaia di tifosi, 30 mila per la questura. "I campioni dell'Italia siamo noi", "Chi non salta rossonero è" e "Come mai la Champions non la vinci mai" dedicato alla Juventus, sono i cori che stanno accompagnando la festa dei tifosi dell'Inter che si sono radunati in Piazza Duomo, senza rispettare il distanziamento previsto dalle norme anti-Covid, tra sciarpe, coriandoli nerazzurri, bandiere e fumogeni, anche se la stragrande maggioranza dei presenti indossa la mascherina. In lontananza, invece, proseguono i caroselli di chi ha scelto di festeggiare con la propria auto per le vie del centro. Festa dei tifosi nerazzurri anche a Torino: caroselli di auto e clacson in centro, in via Po e corso Vittorio Emanuele II. L'Inter ha invito i tifosi a festeggiare in modo responsabile: "Ora è il momento della festa: di tutti gli interisti. Una gioia che si sprigiona genuina ma che invitiamo a esprimere nella maniera più responsabile possibile: siamo campioni anche in questo!", ha scritto il club nerazzurro sul suo profilo Twitter. Alle 22, ora in cui in tutta Italia è scattato il coprifuoco, la polizia è intervenuta con gli agenti in tenuta antisommossa e le camionette in Piazza Cairoli. Non ci sono stati però problemi di ordine pubblico e i tifosi si sono allontanati.

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    I complimenti della Juventus
    I primi a congratularsi con l'Inter sono stati i dirigenti delle squadre avversarie. Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, su Twitter si è rivolto (in inglese) al n.1 nerazzurro Steven Zhang: "Ben fatto Steven! Felice per te e orgoglioso di essere tuo avversario sul campo e amico fuori dal campo". "Torneremo...", ha aggiunto rilanciando la sfida per l'anno prossimo.




    Complimenti anche dal ds bianconero, Fabio Paratici: "Inter campione d'Italia? Facciamo i nostri complimenti all'Inter e grandissimi complimenti a Conte. Dietro ogni successo ci sono passione, amore per quello che si fa e sacrificio quindi ancora complimenti". E da Lapo Elkann: "La rivalità sul campo non deve mai oscurare il valore della sportività: complimenti a Conte, Marotta e a tutto il team dell'Inter per lo scudetto. Amare la Juve significa anche rispettare gli avversari".

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    "Lo scudetto è un segnale di ripartenza". Così l'ex ct azzurro ed ex allenatore dell'Inter, Marcello Lippi, sul 19° scudetto della squadra nerazzurra. "Bravo Conte - prosegue Lippi - che in due anni ha costruito una squadra a sua immagine. Sono convinto che il prossimo anno farà bene anche a livello internazionale".

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    I giocatori festeggiano sui social. Lukaku: "Sogno è diventato realtà"
    Complice il fatto di non aver giocato e di poter attendere il risultato di Sassuolo-Atalanta per festeggiare, i giocatori nerazzurri protagonisti dello scudetto si sono scatenati sui social. Christian Eriksen ha scritto "Campioni" su Twitter. "Campioni d'Italia 2020-2021", l'esultanza su Instagram di Lautaro Martinez. "Campioni d'italia! Grazie ai miei compagni di squadra, all'allenatore, al suo staff e al board. Ma soprattutto ai tifosi. Ci avete dato la forza di continuare a spingere! Il vostro supporto significa tutto per noi! Il sogno è diventato realtà". Su Instagram esulta anche Romelu Lukaku. "Siamo campioni andiamo!", ha aggiunto.

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    Vip scatenati. Amadeus: "Grandissimi ragazzi"
    E alla certezza dello scudetto è cominciata anche la festa dei tifosi vip. "Grande Conte, grandissimi ragazzi, scudetto strameritato, siamo felicissimi". Così Amadeus, da sempre tifoso tra i più accaniti dell'Inter. "Siamo in giro in macchina a festeggiare io, Jose, Giovanna e il cane -dice- tutti con le bandiere a fare casino e caroselli in auto. Siamo felicissimi, Forza Inter!". Tra i politici il primo a complimentarsi, a denti stretti, è stato Matteo Salvini, tifoso del Milan: "Non è facile per me dirlo ma... complimenti all'Inter". Altri interisti celebri hanno immediatamente dato sfogo alla gioia: "Si va in piazza Duomo viva l'Inter - scrive Gad Lerner - scudetto!", con tanto di foto con mascherina e bandiera che celebra il titolo numero 19. Anche Enrico Mentana sorride indossando orgoglioso una maglia con il logo dell'Inter: "Nei secoli fedele". Fa festa per l'Inter anche Valentino Rossi, nonostante il deludente 17esimo posto a Jerez: "Sono contento. Bello e meritato, siamo stati i più forti quest'anno. Complimenti ragazzi, bravissimi - ha aggiunto ai microfoni di Sky Sport - Ha dato gusto quest'anno essere interista". "Per me - dice invece il conduttore Nicola Savino - questa è una giornata molto emozionante; penso che il calcio sia pura magia. Gli scudetti, poi, segnano la epoche della vita: i ragazzi gioiscono e fanno commuovere, gli adulti gioiscono ricordando la loro vita". Al di là del risultato, "il calcio è un legame con l'infanzia ed è per questo gli adulti impazziscono".

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    L'Inter vince lo scudetto: pioggia di meme



    L’Inter ha vinto il campionato con quattro turni di anticipo. La festa per il trionfo nerazzurro è scattata al termine di Sassuolo-Atalanta finita in parità. I tifosisi sono riversati in Piazza Duomo per festeggiare il diciannovesimo scudetto della Beneamata. I social hanno salutato l'affermazione della squadra di Conte con la consueta ironia...

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    Crotone 0-2 Inter | L'Inter è Campione d'Italia | Serie A TIM

     
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    L'Inter è Campione d'Italia: tutti i numeri del trionfo nerazzurro



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    La squadra di Antonio Conte festeggia il titolo con quattro giornate d'anticipo: si interrompe la lunga era della Juventus che era stata aperta proprio dal tecnico salentino.

    L’Inter è campione d’Italia per la stagione 2020-2021. Il verdetto è arrivato con ben quattro giornate d’anticipo grazie alla vittoria che la squadra di Antonio Conte ha ottenuto sabato nell’anticipo della 34ª giornata sul campo del Crotone, 2-0 firmato Achraf Hakimi e Christian Eriksen che ha permesso ai milanesi di salire a 82 punti, e al pareggio dell’Atalanta a Reggio Emilia contro il Sassuolo.

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    La squadra di Gasperini, bloccata sul pareggio dai neroverdi, è salita a 69 punti, venendo raggiunta dal Milan, vittorioso sabato sul Benevento, così per l’Inter, a +13 con sole quattro partite da disputare, è scattata una festa attesa da undici anni, da tanto mancava il Tricolore in casa dei nerazzurri.

    A partire dalla nascita della Serie A a girone unico nel 1929-’30, solo tra il 1939-40 e il 1952-‘53 (13) e tra il 1988-’89 e il 2005-‘06 (17) i nerazzurri avevano atteso più anni tra un Scudetto e l’altro.

    Si chiude quindi il lungo dominio della Juventus, vincitrice degli ultimi nove scudetti, un’egemonia iniziata dopo il titolo conquistato dal Milan nel 2011.

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    Per la sesta stagione di Serie A nell’era dei tre punti a vittoria (dal 1994-‘95), lo Scudetto è stato assegnato con più di due gare d’anticipo. Antonio Conte è il primo allenatore a tagliare questo traguardo con due squadre differenti, dopo esserci riuscito nel 2012-‘13 con la Juventus.

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    I primi tre scudetti dell’era juventina furono infatti conquistati con in panchina proprio Conte. Il tecnico salentino sale quindi a quattro titoli italiani da allenatore: solo cinque tecnici nella storia della Serie A ne contano almeno altrettanti. Conte diventa inoltre il secondo allenatore nella storia a poter vantare uno Scudetto sia sulla panchina dell’Inter che della Juventus, dopo Giovanni Trapattoni.

    Conte migliora quindi il secondo posto ottenuto nella sua prima stagione alla guida dell’Inter e nella media combinata delle due stagioni può vantare una percentuale di vittoria del 68%, media di 2,27 punti a partita, la più alta per un tecnico dell’Inter con almeno 25 panchine in Serie A. Alle sue spalle José Mourinho con il 64% di vittorie e 2,18 punti di media a partita.

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    Dopo aver chiuso il girone d’andata con 41 punti al secondo posto alle spalle del Milan, l’Inter ha letteralmente cambiato passo durante il girone di ritorno, realizzando gli stessi 41 punti nelle prime 15 giornate della fase discendente e salendo per la prima volta al comando della classifica solo il 14 febbraio dopo la vittoria sulla Lazio e la sconfitta dei rossoneri a La Spezia.

    In particolare, l’Inter è stata la prima squadra capace di vincere tutte le prime 11 gare in un girone di ritorno di Serie A, superando il record del Milan che nel 1989-’90 si fermò a 10. Con questa striscia di 11 vittorie di fila, l’Inter ha inoltre registrato la sua seconda miglior serie di successi in una singola stagione di Serie A, dopo le 17 del 2006-‘07.

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    Venendo ai protagonisti sul campo del trionfo, impossibile non iniziare dalla coppia formata da Romelu Lukaku e Lautaro Martinez, binomio perfetto di potenza ed eleganza: per la prima volta dal 1958-‘59, l’Inter ha due giocatori con almeno 15 gol segnati in una stagione di Serie A: in quell’occasione, Eddie Firmani chiuse a 20 reti, mentre Antonio Angelillo ne fece 33. Il belga e l’argentino (quest’ultimo l’unico sempre presente nelle prime 34 giornate insieme ad Handanovic) hanno mostrato una perfetta intesa, al punto da scambiarsi ben otto assist in questa Serie A, almeno tre in più di ogni altra coppia di giocatori nel torneo in corso.

    Lukaku ha inoltre segnato ben nove gol in questa Serie A sul risultato di 0-0, più di ogni altro giocatore, ma a segnare la forza dell’Inter in fase realizzativa è stato anche il collettivo. Quella nerazzurra è infatti la squadra di questa Serie A che conta più giocatori con almeno tre gol segnati (ben 9): Lukaku, Lautaro, Hakimi, Sanchez, Skriniar, Darmian, Perisic, D’Ambrosio e Barella.

    Non solo attacco, però. Decisiva è stata anche la solidità della difesa. L’Inter è infatti la squadra che ha registrato più clean sheets in Serie A nel 2021 (10): solo il Chelsea (11) ne conta di più nel periodo nei maggiori cinque campionati europei. Tra i difensori, allora, nota di merito per Alessandro Bastoni: l’ex atalantino ha saputo conquistare rapidamente la fiducia di Conte che lo aveva già imposto come titolare nella seconda parte dello scorso campionato al punto da risultare l’unico tra i giocatori di movimento che hanno collezionato almeno 20 presenze ad aver giocato tutte le gare da titolare (29/29).

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    La squadra di Conte ha anche brillato per la capacità di rimonta, visto che nessun’altra squadra in Serie A ha recuperato più punti da situazione di svantaggio (16). E la qualità del gioco? Argomento scottante che ha spesso fatto arrabbiare l’allenatore nerazzurro. Possiamo cavarcela sostenendo che l’Inter è stata cinica, potendo vantare altri due primati assoluti stagionali, quello della più alta percentuale realizzativa del campionato (15%) e del più alto numero di successi in incontri in cui ha registrato un possesso palla inferiore al 50% (13).

    Citazioni finali per altri due aspetti chiave per vincere, in particolare in Italia. La condizione atletica e la forza fisica. Inter impeccabile anche qui con ben 49 gol segnati nel corso della ripresa in questa Serie A, almeno sei in più di ogni altra squadra: 14 gol di questi sono stati realizzati di testa, almeno due in più di ogni altra formazione.

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    Wags Inter: lo scudetto... della bellezza



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    Zoja Trobec (a sinistra), moglie di Handanovic

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    Claudia Fior, moglie di Padelli

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    Barbora Hroncekova, fidanzata di Skriniar

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    Camilla Bresciani, fidanzata di Bastoni

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    Doina Turcanu, fidanzata di De Vrij

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    Francesca Cormanni, moglie di Darmian

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    Enza De Cristofaro, moglie di D'Ambrosio

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    Giulia Lucarini (a destra), moglie di Ranocchia

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    Francesca Fioretti, fidanzata di Kolarov

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    Nicky Pike, moglie di Young

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    Hiba Abouk, moglie di Hakimi

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    Silvija Lihtar, moglie di Brozovic

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    Federica Schievenin, moglie di Barella

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    Sabrina Kvist, moglie di Eriksen

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    Sonia Isaza, fidanzata di Vidal

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    Giulia Amodio, fidanzata di Sensi

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    Nicole Ciocca, moglie di Gagliardin

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    Josipa Perisic, moglie di Ivan

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    Agustina Gandolfo, fidanzata di Lautaro Martinez

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    Nicole Confortin, fidanzata di Pinamonti

     
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    Il calcio piange la scomparsa di Tarcisio Burgnich: l'ex difensore della Grande Inter aveva 82 anni



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    Protagonista con Helenio Herrera aveva vinto tutto con la maglia nerazzurra negli Anni '60. E'morto a 82 anni Tarcisio Burgnich. L'ex difensore protagonista della epopea calcistica della Grande Inter di Helenio Herrera negli Anni '60 è scomparso nella notte in Versilia, dove viveva da molti anni. Oltre ad aver vinto tutto con la maglia nerazzurra (4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali) era stato anche campione d'Europa con l'Italia nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970.

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    Sarti, Burgnich, Facchetti... Così, come un filastrocca mandata a memoria per generazioni, di padre in figlio: la Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrera di cui la Roccia (questo il soprannome che Armando Picchi, glorioso capitano di quella squadra, diede a Burgnich) è stato uno dei pilastri. Difensore arcigno, duro, deciso, senza paura: ha fatto scuola e a lui si sono ispirati, negli anni a seguire i grandi stopper della storia azzurra.

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    Originario di Ruda, in Friuli, classe 1939, Burgnich è considerato uno dei migliori difensori italiani di sempre. Terzino destro, stopper o libero, dopo essere cresciuto nell'Udinese venne acquistato dalla Juve ma senza trovare sufficiente spazio, poi Palermo e quindi, nel 1962, l'approdo in nerazzurro con Helenio Herrera. All'Inter ci restò per 12 anni, collezionando 467 presenze, segnando 6 gol e conquistando otto trofei: quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.

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    Chiuse poi la carriera al Napoli mentre con la maglia azzurra della Nazionale vinse l'Europeo nel 1968 e arrivò in finale a Messico '70, arrendendosi solo al Brasile di Pelè dopo lo storico 4-3 contro la Germania in cui siglò il provvisorio 2-2. Alla fine degli anni Settanta iniziò poi la carriera di allenatore sulle panchine di Catanzaro, Bologna, Como, Cremonese e Pescara, ultima sua esperienza a inizio 2001. Se ne è andato oggi, nel cinquantesimo anniversario della scomparsa del suo grande capitano, il livornese Armando Picchi.

    IL CORDOGLIO DELL'INTER: SARAI SEMPRE LA NOSTRA ROCCIA



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    Lutto nel mondo del calcio: è morto Luisito Suarez, fuoriclasse della Grande Inter



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    Fuoriclasse in campo prima, allenatore poi, opinionista tv arguto e sagace in seguito. Il mondo del calcio piange oggi la scomparsa di Luisito Suarez, simbolo della Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrera che negli anni sessanta dominò in Italia, in Europa e nel mondo. Con la maglia nerazzurra dal 1961 al 1970 disputò 333 partite segnando 55 gol: vinse 3 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Intercontinentali. Nato in Spagna, a La Coruna, il 2 maggio del 1935, si laureò anche campione d'Europa con la sua nazionale nel 1964. Arrivato in nerazzurro dal Barcellona dopo aver fatto suo il Pallone d'Oro nel 1960, scelse poi l'Italia come suo paese d'adozione. Terminata la carriera di calciatore con la maglia della Sampdoria nel 1973, intraprese la carriera di allenatore sedendosi fra le altre sulle panchine dell'Inter stessa e della Spagna. Indimenticabili le sue apparizioni in tv, qui a Mediaset: arguto, sagace, ironico, con la battuta sempre pronta e la competenza del grande intenditore. Con la scomparsa di Suarez, il calcio perde uno dei più grandi giocatori del ventesimo.

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