GLI ALBERI: CURIOSITÀ, NOTIZIE, FOTO E VIDEO

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    Albero del Piccioni



    L' Albero del Piccioni è un platano (Platanus orientalis L.) che si trova a circa 3 km da Ascoli Piceno seguendo la Via Salaria in direzione Roma.

    Fa parte dell'Elenco degli Alberi Monumentali Italiani redatto dal Corpo Forestale dello Stato.

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    Storia
    Menzionato per la prima volta col nome "Albero di Picciò" nel 1718, nelle carte che descrivevano i lavori di selciatura della via Salaria viene individuato come "l'albero del Signor Piccione Parisani". In seguito il suo nome si ritrova in alcuni Depositari del 1731 e del 1749 sempre riguardanti i lavori di sistemazione della strada.

    La famiglia Parisani ebbe due membri col nome o soprannome di Piccione. Il primo era Vespasiano, vivo nel XIV secolo, citato nei documenti col nome di Piccione che morì nell 1561. L'altro si chiamava Raimondo, soprannominato Piccione, e morì nel 1655.

    Il platano si eleva verso il cielo con imponenti dimensioni ed ha il tronco internamente cavo. La circonferenza del suo fusto è di 8,7 m (Primato Regionale delle Marche), e alto 24 m, arricchito da un'incantevole chioma.

    Giovanni Piccioni tra storia e leggenda

    Le tradizioni popolari locali, invece, attribuiscono il nome "Piccioni" alle vicissitudini di un Giovanni Piccioni che, durante il periodo dell'Annessione al Regno d'Italia, nella seconda metà del 1800, fu comandante degli Ausiliari Pontifici riorganizzando, insieme ai figli ed altri uomini a lui fedeli, il fenomeno del Brigantaggio Antiunitario. Secondo questa leggenda egli avrebbe utilizzato il tronco vuoto del grande albero come nascondiglio per tendere imboscate ai viandanti.

    In realtà il Giovanni Piccioni non fu un volgare ladro di strada (era stato priore a Rocca di Montecalvo sotto lo Stato Pontificio), a lui furono rivolte imputazioni per attentato alla sicurezza dello Stato per la rivolta antiunitaria che capeggiava.

    L'unico riferimento che storicamente si trova tra l'albero e il brigante Piccioni è un combattimento del 1849 tra i fedeli del brigante e i soldati repubblicani del Capitano Colucci.

    platano-piccioni-06



    I Piemontesi inviarono truppe comandate dal Generale Pinelli per sconfiggere i Volontari Pontifici. Dopo un paio d'anni di scontri, l'Ufficiale ebbe la meglio sui briganti che, per la maggior parte, furono uccisi. I superstiti reclusi.

    Giovanni Piccioni si mosse a difensore del Papato fino al 1863, anno del suo arresto. Fu tradito dai suoi compagni e catturato presso la Stazione Ferroviaria di San Benedetto del Tronto mentre tentava di salire su un treno diretto a Roma.

    Fu processato e condannato a vita ai lavori forzati, morì nel carcere di Forte Malatesta di Ascoli Piceno.

    In realtà il platano risalirebbe all'anno 1000 poiché si legge in un documento, del marzo 1109, che Ranieri del fu Ferrone vendeva alla sorella Benedetta delle terre "super infra civitate asculana in locum qui dicitur ipsum platanum" riferendosi al terreno dei nobili Parisani.



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    Generale Grant (albero)



    Il Generale Grant è un'imponente sequoia gigante del parco King's Canyon National Park, in California.

    È il secondo albero più voluminoso del mondo dopo un'altra sequoia, la Generale Sherman.

    Fu così chiamato nel 1867 in onore di Ulysses Grant, generale dell'Esercito dell'Unione durante la Guerra di Secessione Americana e 18° Presidente degli Stati Uniti.

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    Nel 1956 il Presidente Dwight D. Eisenhower dichiarò quest'albero un National Shrine, un memoriale ai caduti in guerra.

    Diventò il secondo albero più grande del mondo come volume nel 2005, dopo che un'altra imponente sequoia, la "Generale Washington", perse la metà del suo tronco.



    Quercia delle streghe



    La Quercia delle streghe (o Farnia delle streghe) è un albero monumentale di Capannori in provincia di Lucca. Si tratta di una quercia (o farnia) appartenente alla specie quercus robur molto diffusa in tutta Europa.

    La Quercia delle streghe è situata nel Parco di Villa Carrara a S. Martino in Colle, frazione di Capannori.

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    Il possente albero vanta una età approssimativa di 600 anni. Esso presenta un’altezza di 24 metri, un tronco dalla circonferenza di circa 4,5 metri ed una chioma di oltre 40 metri diametro, misure che consentono alla Quercia di essere classificata seconda in Toscana per dimensioni. La particolarità di questa pianta è la tendenza a espandersi in direzione parallela al terreno, cosa non comune nelle farnie di questa famiglia.

    Storia

    La Quercia delle Streghe versa attualmente in buone condizioni, nonostante alcune brutte avventure capitate negli anni.

    Innanzi tutto, nei primi anni del secolo scorso, alcuni vandali spezzarono alcuni rami sedendovici sopra. Successivamente, durante la seconda guerra mondiale, la Quercia fu individuata dagli occupatori nazisti come legna da ardere, ma poi il progetto di abbattere l'albero monumentale fortunatamente sfumò. In seguito negli anni Sessanta l'albero fu colpito da un fulmine che gli causò importanti danni. Negli ultimi anni ha subito danneggiamenti delle radici per colpa dei troppi turisti che hanno calpestato il terreno intorno alla pianta ed è stata colonizzata da insetti infestanti che nidificano all'interno del tronco.

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    Leggende

    Si narra che la espansione della chioma in senso orizzontale sia dovuta al fatto che un gruppo di streghe solesse tenere i loro sabba sui rami della Quercia, da cui il nome "Quercia delle streghe" e che questo abbia causato tale insolito sviluppo dei rami.

    Un'altra leggenda vuole che questa Quercia sia quella ai piedi della quale il burattino Pinocchio avesse seppellito i denari nel famoso episodio del racconto de Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi. Il paese di Collodi, che diede i natali al celebre scrittore, infatti non si trova molto distante.



    Matusalemme (albero)



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    Matusalemme è il nome di un pino dai coni setolosi (bristlecone pine) della specie Pinus longaeva che si trova nelle White Mountains della California, nella contea di Inyo.

    La sua germinazione è stata stimata al 2832 a.C., per cui la sua età attuale (2011) è di 4.843 anni.

    Questo ne fa il più vecchio albero, e anche il più vecchio organismo vivente non appartenente ad un genet, cioè ad una colonia clonata.

    L'albero prende il nome dal patriarca Matusalemme, che visse secondo la Bibbia 969 anni.

    Si trova ad una quota di 2900-3000 metri nella "Forest of Ancients" delle White Mountains, in una zona chiamata Methuselah Grove, poco distante dal confine col Nevada. È alto 8-9 metri, e la sua esatta ubicazione non è stata resa nota per precauzione contro possibili vandalismi.


    La base del tronco tagliato di PrometeoUn esemplare ancora più vecchio, chiamato Prometeo, aveva 4.844 anni quando fu abbattuto nel 1964.

    Nella stessa zona esiste anche un esemplare morto di pino bristlecone, ma ancora in piedi grazie alla sua resina, la cui età è stimata in circa 10.000 anni.

    La base del tronco tagliato di Prometeo



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    wikipedia.org

    Edited by belias94 - 4/10/2019, 21:19
     
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    Gli elefanti del deserto



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    Guardate questi cactus, sono così giganteschi (arrivano fino a 13 metri di altezza) perché “mangiano” tanto.
    I saguari (Carnegiea gigantea) infatti, subito dopo le rare piogge - nel deserto del Sonora in Arizona dove vivono non piove quasi mai – succhiano dal terreno, attraverso le potenti radici, 5 tonnellate di acqua. Chi l’avrebbe mai detto che l’acqua può fare ingrassare così? Gli esemplari più “in carne” possono arrivare a pesare anche 12 tonnellate, come un elefante di grossa taglia.
    E fa anche bene: questi giganteschi vegetali sono molto longevi: possono vivere fino 200, forse 300 anni. Una piccola pianta grassa d’appartamento come la Echinocactus (comunemente chiamata “cuscino della suocera”) vive al massimo 80 anni.


    Scomodi e contenti



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    Quando si tratta di costruire il nido, per lo scricciolo dei cactus (Campylorhynchus brunneicapillus) la questione si fa… spinosa. Per difendersi meglio dai predatori, l’astuto pennuto si è abituato a nidificare non proprio sul “morbido”, ma sui cactus e gli arbusti spinosi delle regioni aride degli Stati Uniti sud-occidentali, dove vive. Forse ci rimetterà un po’ in confort, ma senza dubbio ci guadagna in sicurezza! E come se non bastasse, per depistare i nemici più tenaci,
    - come alcune specie di serpenti - durante il periodo della cova il maschio costruisce alcuni nidi secondari, che gli scriccioli utilizzeranno per le nidiate successive o come semplici luoghi di riposo.


    A mali estremi...



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    Sul più bello deve aver pensato che fosse meglio soffrire un po' che finire tra le fauci dei suoi aggressori. Così questa lince rossa (Lynx rufus) si è arrampicata su un saguaro - un cactus dalla forma a candelabro - alto 4 metri e mezzo per sfuggire a un branco di famelici cani selvatici del deserto di Sonora, in Messico. La poverina è apparsa pietrificata davanti all'obiettivo del fotografo che dopo averla ritratta, ha messo in fuga i predatori per consentirle di scendere. Il felino ha salvato così la pelle ma ha rimediato una bella dose di spine nelle zampe. I saguari (Carnegiea gigantea), anche detti cactus giganti, possono arrivare a sfiorare i 13 metri di altezza e sopravvivono fino a 200-300


    focus.it

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:35
     
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    Sequoie



    Con i loro 110 metri d'altezza e ben 1.500 anni di vita, le sequoie sono tra gli alberi viventi più alti e antichi al mondo. I ricercatori sono impegnati nello studio e nella protezione di questi tesori naturali.



    Foresta di sequoie, 1920 circa

    Quando è stata scattata questa foto delle vaste foreste di sequoie della California, gli alberi che vedete costituivano oltre 300 milioni di metri di legname: una tentazione irresistibile per i taglialegna! Fortunatamente per le sequoie, però, sono stati istituiti vari parchi nazionali che ne hanno protetto almeno una parte.



    Tra le sequoie

    Mike Fay, conservazionista, osserva le sequoie giganti della California. Con i loro 110 metri d'altezza e ben 1.500 anni di vita, le sequoie sono tra gli alberi viventi più alti e antichi al mondo. Fay procede dall'albero più a sud fino a quello più a nord per annotare i dettagli di questa foresta e dell'uso che le persone fanno della terra.



    Redwood National Park

    Prima di essere inclusa nel Redwood National Park, questa parte di foresta di sequoie era rovinata dal disboscamento e dall'erosione del suolo. Nel marzo 1978 Jimmy Carter, l'allora presidente degli Stati Uniti, ha firmato una legge per estendere il parco di quasi 20.000 ettari, garantendo alle sequoie maggiore protezione. Nel 1982 lo stesso parco è stato dichiarato patrimonio dell'umanità.



    Taglialegna

    Taglialegna all'inizio del secolo a Humboldt, in California, mostrano un'enorme sequoia abbattuta per produrre carta. L'industria del legname è partita in quella regione negli anni Cinquanta del Diciannovesimo secolo, quando alcuni cercatori d'oro, delusi dai risultati della corsa all'oro del 1849, capirono i grandi guadagni erano nell'attività di disboscamento e trasporto delle sequoie.



    Anelli di sequoia

    Le sequoie della California, come questo gigante abbattuto, sono tra gli alberi più alti e antichi al mondo. Superano spesso i 90 metri di altezza e raggiungono un diametro di 3-6 metri.


    FONTE:nationalgeographic.it
     
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    Alberi monumentali




    Considerati tra le conifere più antiche d’Europa, i larici millenari di S. Geltrude/Ultimo (Bz) sorgono a 1.430 m di quota e hanno certamente più di 2.000 anni. Fanno parte di un antico bosco di larici di cui sono sopravvissuti solo tre esemplari, il più alto dei quali supera i 35 metri.



    Si dice che san Francesco piantò questo cipresso nel 1213, ma probabilmente è ancora più antico il cipresso di San Francesco a Villa Verrucchio (Rn), alto 25 m e sorretto da pali affinché non cada.



    Il gelso secolare di S. Giovanni, a Massa Lombarda (Ra), è al centro di un intervento di salvataggio.



    Il maestoso olmo campestre di Campagnola (Re) vanta 300 anni d’età, un’altezza di 27,5 m e una circonferenza del tronco di 5,76 m. Nella zona viene chiamato “l’olma”, al femminile, e si dice che protegga simbolicamente il paese.



    Secondo gli studiosi, l’olivo di Canneto a Fara Sabina (Ri) potrebbe avere oltre 2.000 anni. Straordinario per chioma e circonferenza del tronco (circa 7 m), viene segnalato come il “più grande d’Europa”, ma è probabile che in Calabria e Puglia ve ne siano di più grandi.



    All’interno dello splendido giardino di Villa Panza (Va), sede di un museo di arte moderna, svetta un maestoso cerro centenario dichiarato “albero monumentale” dal Corpo Forestale.



    Il platano orientale di Carpinello (Fc) domina con la sua rigogliosa chioma le campagne del forlivense. Con un’età stimata attorno ai 200 anni, questo albero faceva parte del grande parco di una villa rasa al suolo durante la II Guerra mondiale.



    Simile a una scultura, questo olivo centenario è stato trasportato dal sud Italia e trapiantato in una rotonda all’ingresso di Faenza (Ra). Una decisione che ha fatto discutere: per i verdi, l’albero sarebbe “totalmente estraneo all’ambiente circostante”.



    Di fronte alla chiesetta di San Rocco a Garlenda (Sv) si innalza questa roverella di circa 300 anni. Durante la II Guerra mondiale pare venisse utilizzata dai soldati come bersaglio.




    nationalgeographic.it
     
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    Sull'Etna l'albero dai rami più lunghi del mondo



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    E' un leccio di circa 700 anni l'ilice di Pantano, noto come l'ilice di contrada "Carrinu", l'albero dai rami più lunghi del mondo, situato a 970 metri d'altezza alle pendici dell Etna




    Un gigantesco ombrellone della natura. E l Ilice di Pantano, noto come l ilice di contrada "Carrinu", l albero dai rami più lunghi del mondo, situato a 970 metri d altezza alle pendici dell Etna, ultimo esemplare di una foresta di lecci che risale a 700 anni fa come spiega Sebastiano Cavallaro della Guardia forestale:

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    "Si tratta di un leccio, in termine scientifico Quercus Ilex, di un età stimabile circa settecento anni, avente una circonferenza, a un metro e trenta da terra, di circa un metro e novanta di diametro, con dei rami che arrivano anche alla lunghezza di 18 metri".


    Nel corso dei secoli l Ilice di "Carrinu" ha resistito sia all avanzare delle colate laviche che hanno distrutto intere foreste che alle intemperie. I lunghi rami, modellati dalla forza del vento, hanno una forma elicoidale e si appoggiano sul terreno. Un microcosmo dove scorre la vita, come spiega il professor Luigi Lino esperto della natura siciliana: "Un albero ha una funzione ecologia, basta guardare queste radici subaeree che, praticamente, sono dentro i dal terreno e altre che sono fuori dal terreno, sono affastellate, stanno bloccando il terreno, dal dilavamento, danno ossigeno, le foglie cadendo sul terreno danno humus, le ghiande cadendo dalle piantine vengono mangiate dagli animali, quindi un albero è una grande ricchezza.

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    .tiscali.it/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:37
     
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    Teiera Baobab, Madagascar



    L'albero Teiera Baobab assomiglia a una bottiglia e sembra anche una teiera, ecco il motivo per cui il suo nome è Teiera Baobab. L'albero e gli alberi simili come questo si trovano a Ifaty , Madagascar.

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    Il più famoso e anche il più vecchio è quello che ha circa 1200 anni e ha la capacità di immagazzinare più di 31.000 galloni (117.000 litri) di acqua. Ecco perche è l'albero più robusto del mondo, perchè quando c'è una grave siccità, è capace di immagazzinare moltissima acqua.




    Pando (o Il Gigante tremante): l'organismo vivente più grande del mondo




    Pando (o Il Gigante tremante) è un genet di un pioppo maschio (Populus tremuloides) che si trova nello stato americano dello Utah, un genet è un organismo che vive mediante il continuo sviluppo di moduli che vanno a formare un'unica struttura ramificata.

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    Dai marcatori genetici della pianta è stato stabilito che tutte le ramificazioni di Pando fanno parte dello stesso organismo vivente, con un massiccio sistema di radici sotterranee. Si stima che l'intero organismo di radici pesi circa 6615 tonnellate, che lo rende l'organismo vivente più pesante conosciuto. Inoltre il sistema radicale di Pando è considerato tra i più antichi organismi viventi del mondo, con un'età di circa 80000 anni.

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    Nome

    Il Nome Pando è stato scelto perché in latino significa "estendere", mentre il soprannome "Il Gigante tremante" può essere attribuito al nome di Populus tremuloides: il pioppo a cui le foglie tremano frequentemente.

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    Località

    Pando vive nella foresta nazionale di FishLake, vicino il lago di "Fish Lake" nell'altopiano di Fish Lake nella parte occidentale dell'altopiano del Colorado, nel centro-sud dello Utah.


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    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:37
     
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    California. Alle Sequoie piace caldo



    Non solo danni, dai cambi climatici. Ad esempio, le sequoie dell'area costale del Nord della California sembrano beneficiare del global warming in atto. Lo ha concluso uno studio di quattro anni condotto nella famosa area del Muir Woods National Monument, a nord di San Francisco, da dove arrivano le immagini. Negli ultimi anni le piante di quest'area, che è parte della Golden Gate National Recreation Area, sono cresciute a livelli record, producendo più legno negli ultimi cent'anni rispetto ad ogni altro periodo della loro (lunghissima) esistenza.

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    Lo studio si chiama "The reedwoods and climate change initiative". Nella California vivono entrambe le specie di sequoia "oversize" sopravvissute ai giorni nostri. Una, la sequoia sempervirens, è quella appunto chiamata redwood o coastal redwood: si trova nell'area costiera dello stato della west coast, e raggiunge le misure record, in altezza, di ogni specie vivente, fino a 115 metri: le più alte si trovano nel Redwood National park, 200 chilometri a nord del Muir Woods.

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    L'altra, la cosiddetta sequoia gigante, è reperibile in altre aree dello stato, in montagna o all'interno, in particolare nel Sequoia National Park, situato nella Sierra Nevada, a 200 chilometri dalla Costa, non distante da Fresno. Le giant sequoias sono meno alte ma occupano complessivamente più volume, a cominciare dal tronco. Nel Sequoia National Park si trova appunto il General Sherman, alto appena 84 metri, ma con un diametro alla base di quasi 12 metri. Gli esemplari di entrambe le specie possono vivere per oltre 2 millenni.

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    repubblica.it/

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:39
     
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    Gli alberi più famosi del Giappone



    Miharu Taki-Zakura

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    Il Taki-Zakura, che si che si traduce in “albero di ciliegio a cascata”, si trova a Miharu, proprio nella prefettura di Fukushima. Questo albero è classificato tra i tre più grandi Sakura in Giappone, ed è forse l’albero di ciliegio più popolare del paese. Si dice che questo famoso albero di ciliegio fu piantato più di 1.000 anni fa, e ogni anno più di 200.000 persone vanno a vedere la sua esposizione annuale di delicati fiori rosa.

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    Jomon Sugi

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    Il Jomon Sugi, che si trova nell’isola di Yakushima, è l’albero più grande e antico in Giappone. Questo albero, una cryptomeria, ovvero una specie di conifera della famiglia dei cipressi, è famoso da almeno 2.000 anni, ma ci sono alcuni esperti che teorizzano che potrebbe essere vecchio di più di 5.000 anni, diventando così il più vecchio albero della Terra. L’età e la fama straordinaria del Jomon Sugi hanno portato l’intera isola di Yakushima ad essere nominata patrimonio mondiale dell’UNESCO.

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    Jindai-zakura

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    Un altro dei tre più grandi sakura in Giappone è il Jindai zakura (Higan-zakura), nel tempio Jisoji di Mukawa, prefettura di Yamanashi. Il nome Jindai-zakura letteralmente significa “albero di ciliegio della mitica età”, e questo famoso albero, che si trova a ovest di Tokyo, si crede che sia di almeno 2.000 anni. In questo modo sarebbe il più antico sakura del Giappone, e i suoi fiori rosa pallido, porta visitatori provenienti da tutta l’isola.

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    Usuzumi-zakura

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    Il sakura Usuzumi si trova a Neo, nella Prefettura di Gifu, ed è un altro famoso albero di ciliegio del Giappone, e si ritiene sia stato piantato da un’imperatore quasi 1.500 anni fa. Questo famoso albero di ciliegio si è guadagnato il nome Usuzumi-zakura, che letteralmente si traduce in “albero di ciliegio del colore dell’inciostro cinese”, per il modo in cui i suoi petali cambiano gradualmente da un colore rosa pallido a quello di un colore grigio cenere.

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    giapponizzati.com/

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:40
     
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    Altri alberi sopravissuti a Hiroshima



    Dopo il bombardamento atomico di Hiroshima il 6 agosto 1945, con paesaggi demoliti, terreni carbonizzati e le radiazione diffuse, il dottor Harold Jacobsen, uno scienziato del Progetto Manhattan, ha detto al Washington Post che Hiroshima sarà sterile per moltissimo tempo e nulla si svilupperà per 75 anni. Ma la natura aveva altri piani. La primavera successiva, con sorpresa di tutti, nacquero nuovi germogli che spuntano tra le macerie della città. Questi alberelli nuovi fornirono un forte messaggio ai sopravvissuti della bomba atomica e diede loro la speranza di poter ricostruire la loro città.

    Oggi, più di sei decenni dopo la bomba atomica, Hiroshima è una città verde vibrante e moderna. Molti degli alberi che sono stati piantati in città dopo la guerra erano stati donati da donatori stranieri e donatori provenienti da altre parti del Giappone. Tuttavia, centinaia di alberi che sono ancora in piedi oggi, erano in realtà intorno alla zona quando la bomba è esplosa. Anche se furono quasi distrutti e carbonizzati, sono sopravvissuti e ben presto furono di nuovo in salute.

    Ogni albero bombardato è chiamato "Hibaku Jumoku" - albero sopravvissuto, ed è identificato da una targhetta. Secondo la città di Hiroshima, ci sono circa 170 alberi superstiti in rappresentanza di 32 specie diverse.

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    Effetto dello scoppio su una pianta

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    la traduzione è la mia...speremun ben

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:43
     
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    Gli eucalipti giganti della Tasmania



    Il governo dello stato australiano potrebbe varare presto un piano per proteggere le foreste di Eucalyptus regnans, gli alberi più grandi del mondo dopo le sequoie
    di Michael Davie

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    Sovrani da salvare

    Fotografia di Bill Hatcher, National Geographic

    Il parlamento dello Stato australiano della Tasmania voterà presto l'adozione di un piano forestale, che, se approvato, metterà sotto protezione 202 mila ettari di foresta incontaminata. Il piano sembra il modo migliore di risolvere una disputa sulla gestione della foresta che vede contrapposti da trent'anni ecologisti, aziende di legname e governo locale. Il piano prevede delle norme per la nascita di un'industra del legname sostenibile pur assicurando la protezione duratura di alcuni fra gli alberi più grandi del mondo, quei giganti chiamati Eucalyptus regnans, i sovrani degli eucalipti.

    Alcuni di questi leviatani erano poco più di germogli quando 500 anni fa Michelangelo dipimse la volta della Cappella Sistina, e oggi svettano per quasi 100 metri sul suolo della foresta.

    Solo le sequoie sono più grandi - ma non di molto - rispetto a questi eucalipti. Da giovane, un esemplare di Eucalyptus regnans cresce in altezza anche di due metri l'anno.

    Questi alberti straordinari, che ospitano un'incredibile varietà di specie fra cui anche l'aquila cuneata, il più grande rapace australiano, sono anche le piante che catturano più carbonio, il che conferisce loro un'mportanza globale. Si stima che solo nei 1.200 ettari della Florentine Valley, i più vecchi E. regnans siano in grado di catturare qualcosa come 8,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica l'anno - poco meno delle intere emissioni da attività umane in Tasmania.

    Il legno di E. regnans è molto vulnerabile all'attacco dei funghi, quindi spesso tronchi e rami sono in parte vuoti - quelle cavità però trattengono centinaia di litri d'acqua, dove vivono e si abbeverano mammiferi, uccelli, rettili.

    Gli europei si insediarono in Tasmania poco più di due secoli fa, ma da allora centinaia di alberi molto vecchi sono caduti, sono stati abbattuti con ruspe o con l'asplosivo per alimentare fabbriche di legname. Nel 2005 la Tasmania esportava nel mondo circa 3,5 milioni di tonnellate di truciolato l'anno, destinato in gran parte produrre carta igienica. Oggi, solo una piccola parte degli alberi di E. regnans di epoca pre-colonica sopravvivono in Tasmania.

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    Il ciclo della vita

    Fotografia di Bill Hatcher, National Geographic

    Le radici di un albero di sassofrasso pendono da un tronco morto di Eucalyptus regnans, in Tasmania. Un albero caduto aggiunge nutrienti al suolo, ed è quindi il mezzo ideale per far crescere nuove piante.


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    Regno animale

    Fotografia di Bill Hatcher, National Geographic

    Un giovane pappagallo appollaiato su un albero di Eucalyptus regnans in una foresta della Tasmania. E. regnans offre un habitat per molti uccelli, insetti e mammiferi, con l'aquila, il wombat, l'uccello lira o il ragno cacciatore.


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    Misure imponenti

    Fotografia di Bill Hatcher, National Geographic

    L'esperto australiano di alberi ad alto fusto Brett Mifsud (a sinistra) e il ricercatore Robert Van Pelt, misurano il diametro di un Eucalyptus regnans: 21,6 metri.


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    Serenata per un albero

    Fotografia di Bill Hatcher, National Geographic

    La foto ritrae l'ecologista Miranda Gibson durante la protesta che l'ha portata a trascorrere 141 giorni di fila su una piattaforma posta a 60 metri d'altezza su un albero di Eucalyptus delegatensis, prima di essere costretta a scendere a causa degli incendi.

    L'attivista - la cui protesta è durata in tutto 457 giorni, protestava contro lo sfruttamento della foresta primaria nelle aree demaniali in Tasmania.


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    Il fuoco dopo il disboscamento

    Fotografia di Bill Hatcher, National Geographic

    Un'area disboscata viene data alle fiamme per consentire la nuova semina. L'area è gestita da Forestry Tasmania, l'organismo governativo che sovrintende le foreste statali e riceve royalties dal dissboscamento. La foresta più antica rimane a poca distanza dall'area incendiata.


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    La protesta

    Fotografia di Matthew Newton

    Nel 2011, a Hobart, capitale della Tasmania, centinaia di persone hanno manifestato contro il disboscamento della foresta più antica.


    nationalgeographic.it/

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:44
     
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    Paulownia tomentosa



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    La Paulownia tomentosa è un albero dal portamento maestoso e fioriture molto decorative, con foglie cuoriformi, tomentose, e che a fine primavera produce fiori di colore bianco o lilla, profumatissimi, riuniti in grandi corimbi, i frutti autunnali sono capsule ovali, ricoperte da una peluria dorata.

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    Uso

    Le peculiari caratteristiche botaniche ed ecologiche del genere Paulownia ne fanno un tipico albero “multifunzionale”, in grado di fornire contemporaneamente diversi tipi di prodotti e di servizi.

    Citiamo di seguito le tre principali categorie di usi della Paulownia tomentosa:
    ornamentale;
    legno da lavorazione;
    biomassa.

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    La specie fu importata in Europa intorno al 1800 dalla Compagnia olandese delle Indie orientali e nel corso dei secoli seguenti, in particolare nel XIX secolo, fu impiegata come pianta ornamentale nei giardini, nei parchi e nei viali di tutta l'Europa meridionale.

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    La leggerezza è tra le doti di spicco del suo legno, come delle altre specie del genere. Ha elevata flessibilità e durabilità, ma bassa rigidità. Questo lo rende inadatto per strutture che richiedono alta rigidità. I giapponesi lo apprezzano molto per questo ed anche perché ha una struttura uniforme che lo rende molto adatto per lavorazioni di precisione e non lascia passare l'umidità.

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    Per queste caratteristiche viene usato per costruire mobili, come cassettoni e bauli, per gli strumenti musicali come il Sō (arpa orizzontale), per le scarpe e le maschere. Il legno di Paulownia tomentosa ha il suo impiego anche nel settore dell'edilizia per rivestimenti interni e serramenti, ma anche per la fabbricazione di mobili, pannelli truciolati e multistrato, tranciati, sfogliati, pasta da carta, arnie per le api, ed oggettistica varia.

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    Si tratta di una pianta che cresce molto velocemente ed ha il suo picco di crescita proprio nei primi tre anni di vita. Si adatta molto bene per questo alla produzione di biomassa per fini energetici. Le grandi quantità di materiale sono però penalizzate dal grande contenuto di acqua.

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    Al di fuori delle tre grandi categorie citiamo l'uso di foglie e fiori, con i quali si possono ricavare medicinali e pure mangime per il bestiame. Non di meno la fioritura è grande fonte di nettare per le api, le quali possono produrre miele esclusivamente da questa pianta. E ancora la funzione frangivento (data dall'ampia e folta chioma), le capacità fitodepurative (elevato prelievo di azoto dal terreno), l'estrazione di biossido di carbonio dall'aria (in quantità molto importanti data la velocità di crescita) ed infine l'intercettazione delle polveri grossolane grazie alla peluria che caratterizza le foglie di questa specie.

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    Metodi di coltivazione

    Desidera posizione soleggiata o a medio-sole, terreno sciolto e ricco.
    Si riproduce per semina o si può moltiplicare per talea radicale.

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    Legname

    La Paulownia tomentosa, insieme alla Paulownia elongata, rappresentano le specie del genere Paulownia di maggior rilevanza commerciale. Il legname proviene solitamente da coltivazioni nelle provincie centrali cinesi, lungo il fiume Giallo. Non mancano tuttavia coltivazioni in USA, Israele, Australia ed anche in Italia.

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    Caratteristiche del legno:
    Massa volumica: 300–400 kg/m³
    Aspetto: alburno e durame scarsamente differenziati di colore bianco-giallastro. Tessitura grossolana a poro aperto.
    Stabilità: molto elevata
    Durezza: molto bassa
    Durabilità: molto elevata

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    Lavorabilità: molto buona, anche se difetta di tenuta per viti e chiodi. Assorbe molto collante. Ottimo comportamento in verniciatura.
    Utilizzo in Italia: mobili, infissi, scatole in legno
    Utilizzo nel mondo: mobili per kimono (Giappone), legno strutturale (Giappone), battiscopa (USA)
    Note: Odore poco intenso ma caratteristico se legno fresco, gradevole (da pane) quando segato stagionato. Assai resistente all'attacco di parassiti animali (non si tarla), resistente anche alla propagazione di funghi del legno (trovano difficoltà a diffondersi nella particolare porosità di questo legno). Si ossida facilmente, ma solo in superficie. Contiene polifenoli.

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    wikipedia.org/

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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:45
     
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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:46
     
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    Gli alberi hanno sete



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    La scarsità d'acqua nel suolo provoca bolle d'aria nei vasi linfatici del tronco: lo schiocco che ne deriva somiglia al rumore di una cannuccia che aspira il liquido dal fondo del bicchiere.

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    Troppo tardi. Un albero stroncato dalla siccità: i rumori della cavitazione non sono udibili dall'uomo ma vengono percepiti da alcuni insetti ghiotti di legno, che riconoscono nel lamento della pianta il segnale di "via libera" per attaccarla. Imparare a distinguere questi suoni potrebbe aiutarci a proteggere gli alberi più stressati.

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    Un albero che soffre per la siccità non lo fa in silenzio. Anche le piante si lamentano, e lo fanno con suoni appena percepibili, ma facilmente catturabili da un microfono. Un team di ricercatori dell'Università di Grenoble (Francia) ha provato a registrare questi rumori studiandone la precisa provenienza.

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    Gli alberi trasportano la linfa dal terreno alle estremità grazie a speciali vasi chiamati xilemi, che sfruttano le forze intermolecolari dell'acqua e quelle tra le molecole d'acqua e le pareti dell'albero per creare una singola colonna d'acqua da far salire in direzione dei rami.

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    In caso di siccità, in queste colonne di linfa si formano bolle d'aria: un fenomeno detto cavitazione, cui alcune piante fanno fronte aumentando la pressione dell'acqua raccolta attraverso le radici, ma che in alcuni casi può risultare fatale.

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    Un pianto sommesso per la sete

    In alcune piante, il rumore della cavitazione è distinguibile sottoforma di uno schiocco non udibile dall'uomo ma percepibile nella gamma degli ultrasuoni. Immaginate di aspirare con una cannuccia le ultime gocce del vostro cocktail preferito sul fondo del bicchiere: ecco, qualcosa di simile, ma molto più attutito e facilmente scambiabile per uno scricchiolio del legno o un altro dei suoni presenti in natura.

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    I ricercatori hanno ricreato la situazione di un albero assetato in laboratorio, immergendo un pezzo di legno di pino completo di xilema in un gel dal quale era stata fatta evaporare tutta l'acqua: ben presto avvicinando un microfono al tronco sono stati registrati distintamente i suoni della cavitazione, circa la metà di tutti gli scricchiolii emessi dal legno. La ricerca potrebbe contribuire a insegnare a riconoscere i segnali d'allarme lanciati dagli alberi sotto stress, e arrivare magari a innaffiarli per tempo.

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    focus.it

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    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:48
     
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    Piante centenarie e sepolte dai ghiacci tornano in vita dopo quattro secoli



    Nell'Artico canadese un ghiacciaio si ritira lasciando scoperte piante ancora in grado di germogliare: un intero ecosistema rimasto nascosto dal tempo e dal gelo.

    Alcune piante rimaste sepolte per oltre 400 anni sotto ai ghiacci canadesi hanno ripreso a germogliare in laboratorio sotto gli occhi attoniti degli scienziati, come se i secoli e il gelo non le avessero minimamente scalfite. La ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati su PNAS, potrebbe svelare dati interessanti su come gli ecosistemi reagiscono dopo lo scioglimento dei ghiacci che li ricoprono, un settore di studio che sta tornando all'avanguardia a causa degli effetti del global warming.

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    Un muschio della famiglia delle briofiti tornato a germogliare in laboratorio.



    Quattro secoli di "letargo"

    La vegetazione nell'area del ghiacciaioTeardrop, sull'isola di Ellesmere, nell'estremo nord del Canada, fu ricoperta dai ghiacci durante la Piccola Era Glaciale, un periodo di raffreddamento climatico globale che interessò la Terra tra il 1550 e il 1850. Ora stiamo assistendo al fenomeno inverso: dal 2004, i ghiacciai nell';area hanno cominciato a ritirarsi al ritmo impressionante di 3-4 metri all'anno, lasciando esposti fazzoletti di terra che non vedono la luce da almeno quattro secoli.

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    Esplorando la zona i ricercatori dell'Università di Alberta hanno individuato alcune piante che sembravano mostrare estremità verdi. Raccolti i campioni li hanno portati in laboratorio: si tratta di briofite, piante prive di tessuto vascolare in cui i nutrimenti vengono trasportati per capillarità. Sono piante in grado di resistere ai lunghi inverni artici, ma nessuno immaginava potessero sopravvivere a 400 anni di ghiaccio. Oltre a mostrare germogli verdi laterali del tutto nuovi, una volta piantate in un terreno ricco di nutrienti hanno ricominciato a germogliare a pieno ritmo.

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    Le cellule delle briofiti sono totipotenti, cioè in grado di differenziarsi in qualunque altro tipo di cellula. Ma queste piante non sono gli unici organismi viventi scoperti dai ghiacciai in ritirata: sotto al Teardrop si troverebbero anche cianobatteri e alghe verdi terrestri. La prova, secondo gli scienziati, che i ghiacci conservano e proteggono parte dell'ecosistema inghiottito, un tesoro da valorizzare una volta che la copertura inizia a sciogliersi.

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    Il muschio danneggia gli alberi?

    Il muschio è una pianta appartenente alla divisione delle Briofite, che per crescere ha bisogno di molta umidità. Non è considerato un parassita, perché fotosintetizza e ha radici poco sviluppate, che non danneggiano la corteccia. Non a caso cresce anche sulle rocce e sui muri, e di solito lo si trova sulle parti esposte a nord. Il muschio però può ospitare numerosi parassiti, che vi trovano un ambiente ideale per riprodursi e nascondersi dai predatori.

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    Soffocante

    Diventa un problema invece quando si diffonde su un prato, perché essendo una pianta tappezzante, tende a coprire ogni area, soffocando le altre erbe. L’infestazione è favorita da eccessi di acqua, che possono essere ridotti con un drenaggio. Alcune piante che vivono in zone temperate calde possono essere invece infestate da piante di origini tropicali del genere Tillandsia, che può invece soffocare l’albero se si sviluppa in modo.

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    focus.it

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:52
     
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    La scultura in ricordo del padre: albero-troll con il volto umano



    L'Albero Troll è un'enorme struttura alta quasi quattro metri con il volto del padre, morto di recente, dell'artista Kim Beaton. Composto interamente da materiali non tossici (carta, colla, pittura acrilica e legno), il gigante gentile ha il viso aggraziato e gli occhi azzurri del boscaiolo del Montana che Kim ha voluto ricordare attraverso la creazione artistica. Il pezzo si può ammirare al Bellagio Casino.

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    repubblica.it/

    Edited by belias94 - 6/5/2016, 11:54
     
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