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CARLO VERDONE [BIOGRAFIA]
Carlo Gregorio Verdone (Roma, 17 novembre 1950) è un regista, attore e sceneggiatore italiano.
Biografia
Figlio del critico cinematografico Mario Verdone, dopo la maturità classica al "Liceo Nazareno" di Roma si laurea in Lettere Moderne all'Università di Roma "La Sapienza", dove il padre era docente in storia del cinema (Verdone dovette sostenere due volte l'esame perché fu inizialmente bocciato al primo appello proprio da suo padre).
Carlo Verdone si laureò nell'Anno Accademico 1976/1977 con una tesi dal titolo "Letteratura e cinema muto italiano", la cui relatrice fu Evelina Tarroni: per visionare le pellicole oggetto della tesi si recò, in compagnia del padre, a Grado dove ebbe modo di assistere alle proiezioni in presenza della diva del cinema muto Francesca Bertini. Prima della laurea, Carlo Verdone si diploma anche in regia al Centro sperimentale di cinematografia della Capitale.
Notevole è stata, specie ad inizio di carriera, la sua attività artistica rivolta al cabaret e, in particolare, alla televisione, con la partecipazione a programmi caratterizzati da un taglio innovativo (come in Non stop nel 1978, assieme a molti altri attori emergenti) in cui la figura del guitto veniva rivalutata e riportata all'antico splendore.
Precedentemente aveva girato alcuni spot per la popolare trasmissione Carosello. Carlo Verdone si diletta sin da giovanissimo nella ripresa amatoriale di cortometraggi. Poesia solare (1969), Allegoria di primavera (1971) ed Elegia notturna (1973) sono le prime prove di regia di Carlo Verdone, di ispirazione underground, girati in formato Super8 e purtroppo andati perduti dalla RAI che li aveva ricevuti in prestito dal regista per la preparazione di un documentario a lui dedicato.
Il suo debutto alla regia di un lungometraggio avviene con Un sacco bello, nel 1980, film dove interpreta più personaggi, portandone sul grande schermo alcuni del suo repertorio televisivo. Prodotto dalla Medusa Distribuzione, Verdone viene iniziato alle tecniche di ripresa e conduzione di un set da Sergio Leone. Il giovane regista lo considererà un maestro severissimo, ma vitale.
La pellicola successiva, del 1981, Bianco, rosso e Verdone, una seconda kermesse di personaggi del suo repertorio, propone la figura attempata ma divertente di Elena Fabrizi, la sorella di Aldo, meglio nota come la "Sora Lella". Come attore e regista, Verdone, dopo un inizio dedicato prettamente al genere comico, con il passare del tempo si è evoluto verso canoni più aderenti alla classica commedia all'italiana.
Da taluni è considerato l'erede naturale di Alberto Sordi (anche se lui ha negato spesso questo accostamento), per la capacità di far rivivere nel contesto degli anni ottanta una figura di abitante della capitale che, in tutte le sue sfaccettature anche contrastanti, rappresenta l'archetipo dell'italiano medio. Sordi e Verdone hanno anche girato due pellicole insieme, entrambe da loro sceneggiate con Rodolfo Sonego: In viaggio con papà, per la regia dello stesso Sordi, e Troppo forte diretto da Verdone stesso.
Dall'ultimo decennio del Ventesimo Secolo ad oggi nella sua opera ai toni della commedia si è affiancato un registro meno comico, con un certo retrogusto amaro nella stesura delle storie e più attento ai temi della modernità, del cinismo e degli eccessi della società e del disagio dell'individuo di fronte ad essa.
E la goffaggine e inadeguatezza della maschera comica ha fatto posto alle nevrosi e all'ipocondria, reazioni quasi somatiche alle pressioni di un mondo frenetico. Verdone mantiene comunque un rapporto, per così dire, privilegiato con i canoni della commedia all'italiana presenti nella tradizione, dai grandi della comicità fino ad arrivare ai dettami di un cinema più impegnato, tenendo fede ad uno stile "medioalto" che ne fa un regista ed un interprete tra più amati dal pubblico.
Oltre ai citati, i suoi film più noti sono: Compagni di scuola, definito Il grande freddo all'italiana, per certi versi il più compiuto dei suoi lavori; Maledetto il giorno che t'ho incontrato, una tragicomica storia d'amore di due nevrotici e insoddisfatti interpretata in coppia con Margherita Buy; Al lupo, al lupo, in cui analizza le dinamiche familiari e il rapporto complesso di tre fratelli; Viaggi di nozze, forse il suo maggiore successo di pubblico, in cui ripropone lo stile macchiettistico e la struttura ad episodi dei film d'esordio; Il mio miglior nemico; Grande, grosso e... Verdone, che riprende lo stile dei precedenti Un sacco bello, Bianco, rosso e Verdone e Viaggi di nozze, ovvero un film a tre episodi e tre ruoli interpretati dallo stesso Verdone, fino a Posti in piedi in paradiso.
Per quel che riguarda il teatro, vanno ricordati gli spettacoli Tali e quali e Senti chi parla. Verdone ha inoltre girato alcuni spot televisivi come regista, affiancato da calciatori come Roberto Baggio, Angelo Peruzzi o da attori come Ornella Muti, è stato il produttore di Zora la vampira, e il doppiatore del gatto Zorba in La gabbianella e il gatto e ha doppiato anche i figli di Leo Nuvolone, Clemente e Sisto, nel film Grande, grosso e Verdone. Ha scritto alcuni libri autobiografici e ha girato insieme al fratello Luca alcuni documentari.
Ha pure girato i videoclip delle canzoni Mi piaci di Alex Britti e Meraviglioso dei Negramaro: quest'ultima poi è stata utilizzata come colonna sonora nel film di Giovanni Veronesi Italians, del quale Verdone è stato protagonista insieme a Sergio Castellitto e Riccardo Scamarcio. Verdone ha lavorato con Veronesi anche nella trilogia di Manuale d'amore. Nel 2012 esce nelle librerie La casa sopra i portici, scritto dallo stesso Verdone, autobiografia dei ricordi più importanti del regista, con la collaborazione di Fabio Maiello. Nel 2014 è membro della Giuria del Concorso in occasione della 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Vita privata
È fratello del regista Luca Verdone e di Silvia, moglie di Christian De Sica. È stato sposato dal 1980 al 1996 con Gianna Scarpelli, dalla quale ha avuto due figli, Giulia (1986), apparsa in un cameo in Al lupo al lupo e in Viaggi di nozze e Paolo (1988), apparso in un cameo in Grande, grosso e... Verdone e in Io, loro e Lara, mentre ha avuto un ruolo più rilevante in Posti in piedi in paradiso.
Curiosità
Carlo Verdone e Christian De Sica sono cognati, perché la sorella di Carlo (Silvia) è sposata con Christian De Sica. Dal film Borotalco in poi, i due cognati lavoreranno spesso insieme (in gioventù sono stati anche molto amici; quasi coetanei, abitavano nello stesso quartiere ed erano compagni di banco al collegio Nazareno di Roma). Eppure, come ha raccontato De Sica in un'intervista, una volta da ragazzi i due si picchiarono perché Carlo aveva chiamato "puttaniere" Christian, il nuovo fidanzato di sua sorella, in quanto lui aveva 21 anni e lei 14.
Sergio Leone prese una volta a schiaffi Verdone, per non aver ubbidito ad un ordine datogli sul set di Un sacco bello. Per girare una scena al telefono, Sergio Leone disse a Verdone di farsi due giri dell'isolato per avere un'aria più sconvolta, così la scena avrebbe potuto esser migliore: Verdone non voleva fare i giri (anche perché l'edificio era molto grande), quindi aspettò vicino alle scale del portone. Appena iniziato il ciak, Sergio gli diede un ceffone: infatti lui, affacciato alla finestra, non aveva visto Verdone passare.
Questo episodio sarà ripreso da Verdone per una famosa scena del film di Castellano e Pipolo Grand Hotel Excelsior.
In alcuni film da lui girati e diretti, si può notare come Verdone ripeta labialmente le battute dei coprotagonisti mentre essi stessi le pronunciano: a prima vista sembra un metodo che Verdone adotta per trovare il giusto tempo per rispondere alla battuta. Il fatto è piuttosto visibile in alcune scene di Un sacco bello e di Acqua e sapone.
Ha dichiarato di essere da sempre un grandissimo appassionato di medicina, che afferma di studiare nel tempo libero, leggendo anche il prontuario farmaceutico più aggiornato, ed ha confessato addirittura di ricevere spesso da amici richieste di consigli per risolvere piccoli problemi di salute; ciò ha contribuito a diffondere la convinzione che fosse affetto da una cronica forma di ipocondria, voce da lui seccamente smentita; nel marzo 2007 gli è stato conferito un particolare riconoscimento dall'Università degli Studi di Napoli Federico II, ossia una targa che riporta una delle più celebri frasi del Giuramento di Ippocrate: "In qualsiasi casa entrerò, io vi andrò come sollievo per i malati".
È un grande tifoso della Roma.
Esiste un programma radiofonico interamente dedicato alla filmografia di Carlo Verdone: il titolo della trasmissione è "Giallo, Rosso e Verdone" e va in onda ogni sabato dalle 8 alle 10 sulle frequenze di "Retesport", storica emittente della radiofonia romana. In ogni puntata viene analizzato un film dell'attore e regista romano, con interventi degli attori protagonisti, oltre a racconti di aneddoti e retroscena sulle varie pellicole. Il titolo della trasmissione è un riferimento al fatto che Retesport ha un palinsesto interamente dedicato all'AS Roma, squadra che ha come colori sociali il giallo e rosso, e di cui Verdone è un acceso tifoso.
Carlo Verdone è un grande appassionato di musica, spesso nei suoi film ci sono chiari riferimenti ai suoi artisti preferiti. In Borotalco interpreta Sergio Benvenuti, un rappresentante impegnato nella vendita porta a porta di un Enciclopedia dei Colossi della Musica; in Maledetto il giorno che t'ho incontrato è un giornalista impegnato nella redazione di una biografia di Jimi Hendrix; in Posti in piedi in paradiso interpreta Ulisse Diamanti, un ex produttore discografico proprietario di un negozio di memorabilia e cimeli musicali. Verdone è un batterista dilettante, e si è esibito a volte in tale ruolo durante ospitate in trasmissioni televisive.
Fu intervistato in fila presso la camera ardente di Enrico Berlinguer per salutare, insieme ad altri artisti, lo scomparso segretario del Partito Comunista Italiano. È possibile vederlo nel documentario sui funerali di Berlinguer Ciao Enrico.
Nel suo libro autobiografico La casa sopra i portici uno dei capitoli è dedicato al deludente incontro con il regista sperimentale Gregory Markoupoulos, che si presentò a casa Verdone completamente ubriaco e con abiti sporchi; l'iniziale intento di Carlo era di quello di mostrare all'importante regista una serie di cortometraggi che aveva girato in quel periodo.
Verdone ha fatto apparire spesso i suoi assistenti personali nelle sue pellicole, che recitavano anche in più film, rendendoli dei veri e propri caratteristi, il film Sotto una buona stella è dedicato ad uno di questi, Ivo Di Persio, apparso in parecchi film, scomparso premarutamente poco prima delle riprese di questo. Il più presente tra questi è stato Pierluigi Ferrari, apparso in ben in 8 film.
Nel 1989 è testimonial nello spot elettorale del Partito Socialista Italiano per le elezioni comunali di Roma. Ha frequentato Bettino Craxi, che anni prima aveva chiesto a Verdone la videocassetta di uno sketch televisivo in cui interpretava un garibaldino molto anziano.
Premi e riconoscimenti
Nel corso della sua carriera ha ricevuto nove David di Donatello (fra cui due David Speciali, uno nel 1980 come attore emergente e nel 2008 alla carriera): è stato premiato quattro volte come attore, due come sceneggiatore e una come regista.
Ha vinto il Nastro d'Argento come migliore attore esordiente (1980), come migliore attore non protagonista (2006 e 2013), per il miglior soggetto originale (1993 e 2010); inoltre come ha vinto il Nastro d'argento speciale (2003), Nastro dell'anno (2008) e per la migliore commedia (2012).
wikipedia.org
Edited by belias94 - 31/5/2016, 14:55. -
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"Borotalco" compie 40 anni: le curiosità e le battute del classico di Carlo Verdone
È il film che ha lanciato definitivamente il comico e regista romano ed è un cult assoluto della nostra commedia. Il 22 gennaio del 1982 arrivava nei cinema italiani "Borotalco", film di e con Carlo Verdone. Pochi avrebbero immaginato che sarebbe diventato un successo clamoroso tale da farlo diventare un cult della nostra commedia capace di passare di generazione in generazione con battute e personaggi entrati nella storia del cinema.
Uno di quei casi magici dove la qualità si sposa con la grande popolarità. Arrivato dopo i debutti di "Un sacco bello" e "Bianco, rosso e verdone", dove l'attore romano aveva costruito film a incastri con episodi in cui i protagonisti erano i personaggi che aveva in qualche modo portato in scena nei suoi esordi cabarettistici, con "Borotalco" si passa a una commedia più classica. Il salto di qualità è certificato dai tanti premi vinti (5 David di Donatello, 2 Nastri d'argento, una Grolla d'oro), ma anche dall'amore del pubblico che in questi 40 anni non ha smesso di amare e guardare il film e di citare battute che sono diventate veri classici: da "un bel giorno mi imbarcai su cargo battente bandiera liberiana" a "come so' 'ste olive? So' greche". Una commedia dove nulla è fuori posto: dai protagonisti Carlo Verdone ed Eleonora Giorgi, a comprimari in stato di grazia, come Christian De Sica, uno splendido Angelo Infanti e un Mario Brega monumentale. Risate e tenerezza vanno a braccetto in una storia lieve, nelle cui pieghe trovano spazio significati profondi come la forza fascinosa e seducente della fantasia è una metafora del mestiere dell'attore, dove una maschera permette di tirar fuori una personalità insospettata anche nel più timido dei caratteri. Senza trascurare il ruolo importante recitato dalla colonna sonora incentrata sulle canzoni di Lucio Dalla e degli Stadio.
10 CURIOSITÀ SUL FILM
- L'idea del titolo fu suggerita a Verdone da Eleonora Giorgi che, dopo che il regista le aveva spiegato il copione la prima volta, definì la storia "soffice, leggera come borotalco".
- Il titolo non piacque però alla Manetti & Roberts, casa produttrice del borotalco che mandò una diffida chiedendo che venisse cambiato in quanto si trattava di un marchio registrato. Il provvedimento cadde nel vuoto quando la pellicola divenne un successo.
- Nel film appare in un piccolo ruolo Moana Pozzi, all'epoca agli esordi e non ancora diventata Pornostar. E' l'amica di Manuel Fantoni che accoglie Verdone ed è anche la pinup sul manifesto nella camera di Sergio e Marcello.
- La casa di Manuel Fantoni è stata il set anche di un'altra commedia, girata alcuni anni dopo: "A tu per tu" con Paolo Villaggio e Johnny Dorelli.
- Il nome del protagonista, Sergio Benvenuti, è un omaggio di Verdone al regista Sergio Leone, produttore dei suoi primi due film, e allo sceneggiatore Leo Benvenuti.
- Il personaggio di Manuel Fantoni in un primo momento era stato pensato per Vittorio Gassman.
- L'episodio della scazzottata a via Veneto che Mario Brega racconta nel film è in gran parte ispirato a una reale lite di Brega con l'attore americano Gordon Scott.
- Verdone avrebbe modificato il finale del film per meglio adattarlo alla canzone dei titoli di coda, "Grande figlio di puttana".
- Con Lucio Dalla si rischiò l'incidente diplomatico. Il musicista infatti si infuriò con Verdone dopo aver visto i manifesti dove il suo nome appariva in caratteri minuscoli. Minacciò anche di far causa ma cambiò idea dopo aver visto il film, commosso per l'omaggio che era stato fatto alla sua musica.
- La scena delle olive greche e del prosciutto "che è un zucchero" si ispira a quando Mario Brega si recava a casa di Sergio Leone con cassette di frutta e verdura, che gli portava dai mercati generali.
tgcom24.