LE TORRI OROLOGIO PIU' FAMOSE DEL MONDO

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  1. belias94
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    Torre dell'orologio (Venezia)




    La Torre dell'Orologio è un edificio rinascimentale situato in piazza San Marco a Venezia.

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    Descrizione

    L'edificio consta di una torre centrale, costruita tra il 1496 e il 1499 dall'architetto Mauro Codussi, e di due ali laterali, aggiunte successivamente. L'arco sottostante collega la piazza con le Mercerie.

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    Il quadrante dell'orologio è in oro e smalto blu; segna ora, giorno, fasi lunari e zodiaco. Un primo restauro fu eseguito nel 1757. Il restauro moderno, iniziato nel 1997, è stato terminato nel maggio del 2006 e inaugurato alla mezzanotte del 27 maggio.

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    L'Orologio è dotato anche di un meccanismo a carillon, attivato tradizionalmente solo nel giorno dell'Epifania. A ogni scoccare di ora, il pannello laterale delle ore si apre per lasciare passare un carosello di statue in legno rappresentanti i personaggi della Natività e i Re Magi.

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    Le statue, trascinate da un meccanismo a binario lungo la piattaforma semicircolare posta sopra al quadrante, rientrano poi nella Torre attraverso il pannello laterale dei minuti situato dal lato opposto dell'Orologio. Cominciando dal tramonto del sole alle ore 18, la giornata era divisa in 24 ore e quindi i quadranti furono graduati da 1 a 24.

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    I Mori


    Famosi sono i cosiddetti Mori di Venezia, soprannominati così per il loro colore bruno dai Veneziani. Posti alla sommità della Torre su una terrazza, sono due statue di bronzo raffiguranti due pastori che battono con una mazza le ore su una grande campana.

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    Essi sono molto simili ma non uguali, e la differenza visibile consiste nel particolare della barba, di cui uno è sprovvisto. Il Moro barbuto è denominato il "vecchio", l'altro il "giovane". A questa attribuzione di ruoli contribuisce un particolare ben preciso.

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    I Mori segnano le ore battendo la campana coi loro martelli (tanti rintocchi quante sono le ore), ma con una precisa modalità. Il Moro Vecchio batte le ore due minuti prima dell'ora esatta, a rappresentare il tempo che è passato, mentre il Moro Giovane suona l'ora due minuti dopo per rappresentare il tempo che verrà.



    I Mori rappresentano il caos originario della negritudine primordiale, prima della creazione del mondo. Il suono delle campane, colpite con un martello, ricorda che il Verbo (la Parola) è all'origine della creazione del mondo.




    L’orologio astronomico di Messina




    L’orologio astronomico di Messina, parte della cattedrale della città, fu costruito dalla ditta Ungerer di Strasburgo nel 1933. Considerato il più grande orologio astronomico del mondo, è integrato nel campanile della chiesa (ricostruito all’inizio del secolo dopo il terremoto), di cui costituisce l’elemento più caratteristico.

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    La parte tecnica è stata concepita da Frédéric Klinghammer, mentre dal punto di vista artistico si basa su piani di Théodore Ungerer. I meccanismi riprendono in parte quelli dell’orologio astronomico di Strasburgo. Fu commissionato dall'arcivescovo della città (Angelo Paino) in occasione del rifacimento del campanile di Messina, sotto consiglio di Papa Pio XI, che gli regalò un modello funzionante dell'orologio di Strasburgo.

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    È articolato in parecchie parti distribuite ai diversi livelli della torre campanaria. Alcune sono costruite sul lato del campanile che dà sulla piazza, altre si trovano sul lato rivolto verso la facciata della chiesa.

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    Descrizione del campanile

    Parte bassa dell'edificio

    Il lato rivolto alla piazza è caratterizzato dalla ricchezza di rappresentazioni allegoriche.
    Al livello più basso dell’installazione vengono rappresentati i giorni della settimana, indicati da figure allegoriche greche che quotidianamente si succedono tra di loro (Apollo per la domenica, poi Diana per il lunedì, Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno): gli dei si danno quotidianamente il cambio guidando un carro trainato da un animale, che ha a sua volta un valore allegorico (ad esempio per Diana, dea della caccia, si avrà un cervo; per Venere, dea dell'amore, ci sarà una colomba).

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    Sono inoltre rappresentate anche le quattro fasi della vita, simbolizzate da figure delle rispettive età. Si succedono ogni quarto d’ora passando davanti alla figura di uno scheletro che funge da memento mori, che muove la sua falce in sincrono con la campana delle ore.

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    Sopra il carosello delle età, viene raffigurata quella che secondo la leggenda è la costruzione della Chiesa di Montalto. In essa, una colomba volò su di un terreno, e in quel punto i messinesi edificarono la chiesa. Perciò, nel quadrante una statua a forma di colomba viene fatta volteggiare, mentre dal terreno un modello della chiesa menzionata "emerge", per rimanere lì fino al cambio del giorno, per poter ripetere la scena il giorno successivo.

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    Più in alto, al secondo piano vengono rappresentate alcune scene bibliche, che si succedono quattro volte l'anno a seconda del calendario liturgico. Si tratta della natività (ove un gruppo di pastorelli adorano il Redentore appena nato), dell'epifania, con i tre re Magi e i loro paggi, della Pasqua (due guardie romane poste a guardia del sepolcro assistono stupite la resurrezione di Gesù) e della Pentecoste, nella quale Maria e gli apostoli ricevono la visita dello Spirito Santo prima in forma di colomba e successivamente in forma di fiammella sulla loro testa.

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    Più in alto è raffigurata la scena della Madonna della Lettera, patrona di Messina. Un angelo porta la lettera alla Madonna, che la trattiene, e in seguito 6 ambasciatori sfilano davanti a lei, inchinandosi. Il primo ambasciatore riprende la lettera. La Madonna risponde all'inchino con un gesto di benedizione, gesto che ripeterà davanti alla piazza come simbolo bene augurante per gli spettatori.

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    Il lato rivolto alla cattedrale (sulla destra guardando la chiesa dalla piazza) è quello che riproduce fenomeni siderali e che più propriamente corrisponde al concetto di orologio astronomico.

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    Il calendario perpetuo si distingue per la grazia del quadrante. Indica i 365 giorni dell'anno, ma tramite un pannello mobile, il quadrante può coprire alternativamente il 29 Febbraio oppure la parte finale della frase in latino posta tra il 31 Dicembre e il 1 Gennaio, che ha comunque significato; così facendo, il quadrante può essere utilizzato sia negli anni normali che in quelli bisestili.

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    Più in alto, un modello del sistema solare riproduce le orbite dei pianeti intorno al sole (posto al centro del quadrante). Vengono raffigurati da sfere metalliche poste alla punta delle rispettive lancette, la cui lunghezza è proporzionale al raggio dell'orbita.

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    Parte alta dell'edificio


    Dalla parte della piazza, si ritrovano i meccansimi più strettamente legati alla funzione del campanile. Data l'altezza, le sue figure hanno dimensioni superiori rispetto a quelle dei primi piani (anche 3-4 metri di altezza). Viene ancora ripreso il metodo della rappresentazione allegorica, stavolta riferito più alla storia messinese che non a vicende religiose.

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    A sinistra guardando la piazza, nella parte alta del campanile, le statue di Dina e Clarenza (eroine della Guerra del Vespro) battono i quarti d'ora con le campane della torre ricordando la lotta dei siciliani contro gli Angiò. Tra di loro, si ritrova la statua di un gallo che a mezzogiorno muove le ali riproducendo il canto dell'uccello.

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    Ancora in alto, al quarto piano, è installato un leone ruggente di bronzo, simbolo di Messina. È il punto più alto dell'insieme di grandi figure di bronzo che caratterizza la parte alta del campanile. Come quella del gallo, questa figura entra in azione a mezzogiorno.
    La parte superiore del lato rivolto alla cattedrale (destra) è meno appariscente:
    Da questa parte si ritrova soltanto un modello della Luna, che ne riproduce le fasi, e che ha dunque un ciclo quasi mensile. È situato sopra il modello del sistema solare.

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    L'orologio nel tempo

    L'orologio è una delle macchine più complesse costruite, si presenta come la somma di diverse parti azionate dal blocco centrale, posto all'altezza di Dina, Clarenza e il gallo. Il mantenimento del sistema è sempre stato molto oneroso, e i diversi restauri non hanno mirato a preservarne l'originalità, ma a aumentarne la spettacolarità.

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    Nel tempo, i sistemi meccanici per la produzione del ruggito del leone e del canto del gallo sono stati sostituiti da sistemi audio a nastro prima e stato solido dopo, che danno un suono più realistico ma meno "autentico" per gli appassionati di storia della meccanica.

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    Un'altra modifica effettuata è l'ordine di funzionamento: come si vede sia dallo schema originale di Ungerer sotto e dal video dell'istituto Luce girato per l'inaugurazione, l'orologio seguiva l'ordine dal basso verso l'alto, stupendo lo spettatore con il canto del gallo e il ruggito del leone. In tempi recenti è stata inserita l'Ave Maria di Schubert, e per non far collidere gli effetti sonori con la musica, si è pensato di far eseguire agli animali i loro movimenti, e poi far partire normalmente gli altri meccanismi.
    Nel campanile non sono più presenti i meccanismi sonori originali.


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    Torre dell'Orologio (Avellino)




    La Torre dell'Orologio, simbolo di Avellino, è un monumento in stile barocco che sovrasta la Piazza Amendola, dove si trova il Palazzo della Dogana, anche se la sua base è collocata dietro le palazzine che sporgono su tale Piazza, esattamente alla Salita dell'Orologio, nei pressi dell'ingresso delle Grotte longobarde.

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    La torre è alta circa 36 metri e presenta un basamento a bugne riquadre. In origine presentava due piani, con quello più elevato aperto. Successivamente, venne aggiunto un terzo livello dotato di un orologio a campane e della "diana" che suonava a martello in caso di pericolo.

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    Disputata è l'origine della struttura. Stando alla Tradizione la Torre sarebbe stata edificata su di una preesistente rocca delle antiche mura di Avellino (precisamente su di una precedente torre di avvistamento a sua volta edificata su un precedente campanile). Invece, recentemente, si è ritenuto che la sua realizzazione avvenne nel XVII secolo, su progetto di Cosimo Fanzago, che si avvalse della collaborazione di Giovan Battista Nauclerio (presente in città all'epoca dell'edificazione).

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    Data la sua altezza e la sua collocazione, la Torre dell'Orologio sovrastava gli edifici circostanti e la sua sommità è visibile da lontano, persino dalla fine del Corso Vittorio Emanuele II.
    Come tutti i monumenti secolari, la Torre dell'Orologio ha vissuto le conseguenze dei vari terremoti successivi alla sua costruzione, nel XVII e XVIII secolo. Perciò, venne restaurata nel 1782, impiegando danaro pubblico, secondo quanto recita una lapide, dove si leggono i nomi del Sindaco, Pietro Rossi, e dell'Architetto, Luigi Maria de Conciliis Conciliis.

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    La Torre crollò quasi interamente a seguito del terremoto del 23 novembre 1980, il che rese necessaria una ricostruzione con alcuni elementi originali.




    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 19/5/2016, 17:45
     
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