IL CAVALLO: L'ANIMALE PREFERITO DAGLI DEI [FOTO, VIDEO E CURIOSITÀ]

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    IL CAVALLO: L'ANIMALE PREFERITO DAGLI DEI [FOTO, VIDEO E CURIOSITÀ]



    « I miei tesori non luccicano né tintinnano ma brillano nel sole e nitriscono nella notte »
    (Proverbio gitano)



    Il cavallo (Equus caballus Linnaeus, 1758), è un mammifero perissodattilo di grossa taglia. Appartiene al genere Equus, unico della famiglia Equidae.



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    Studi archeologici rivelano una domesticazione più tarda rispetto ad altri animali, all'incirca verso il V millennio a.C. nelle steppe orientali dell'Asia, mentre in Europa lo si inizierebbe a vedere non prima del III millennio a.C.[1]. Si suppone che la domesticazione sia avvenuta a partire da una sottospecie estinta delle steppe asiatiche, il tarpan. Viene utilizzato come animale da lavoro o da monta. È in grado di rinselvatichirsi e di sopravvivere autonomamente allo stato brado.

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    Frutto di una lunga e ben conosciuta evoluzione, il cavallo presenta un'elevata specializzazione morfologica e funzionale all'ambiente degli spazi aperti come le praterie, in particolare ha sviluppato un efficace apparato locomotore e un apparato digerente adatto all'alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici.

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    I cavalli si dividono in base alla corporatura (dolicomorfi, mesomorfi e brachimorfi) e in base al temperamento (a sangue freddo, mezzo sangue e i cosiddetti purosangue). Il tipo brachimorfo comprende le "razze pesanti" (cavalli da tiro: shire, vladimir, gispy vanner...). Il tipo dolicomorfo comprende le "razze leggere da sella" (purosangue inglese, arabo, trottatori, ecc.); il tipo mesomorfo comprende le "razze da sella" (inglese e americana, Quarter Horse, trottatori, ecc.);

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    Origini e storia

    I progenitori del cavallo sono apparsi sulla Terra circa 55 milioni di anni fa; i biologi evoluzionistici, infatti, hanno una buona conoscenza del processo evolutivo che ha portato alla specie attuale, dato che si sono trovati vari resti.

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    Gli studi sui fossili dimostrano che il probabile progenitore dell'odierno cavallo era il Hyracotherium, d'altezza non superiore a 30–40 cm al garrese e con arti di almeno 4 dita; il suo habitat naturale era la foresta ed aveva una dentatura tipica degli onnivori.

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    Durante il processo evolutivo, i suoi discendenti si adattarono progressivamente alla condizione di erbivori stretti e alla vita nelle praterie; la statura aumentava, gli arti diventavano più lunghi, diminuiva il numero delle dita e i denti si modificavano progressivamente aumentando in lunghezza e nei caratteri della superficie masticatoria.

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    Il cavallo odierno, Equus caballus, e gli altri appartenenti del genere Equus poggiano sull'unico dito rimasto loro: il medio.
    In America, il cavallo si estinse in epoca preistorica, contemporaneamente ad altri grandi mammiferi; fra le ipotesi per tali estinzioni, il disturbo antropico costituito dalla caccia da parte dell'uomo.

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    Sopravvissuto in Europa e Asia, la prima evidenza storica dell'addomesticamento del cavallo si ha in Asia Centrale verso il 3000 a.C. Infatti in Asia centrale e meridionale il cavallo fu addomesticato dagli allevatori di stirpe mongola, che in seguito daranno vita all'Impero mongolo proprio grazie alla forza e all'astuzia dell'esercito di guerrieri a cavallo.

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    Secondo altri studiosi, l'addomesticamento risale a 6000 anni fa nell'Età del rame presso la cultura di Srednij Stog fiorente in Ucraina.
    Un progenitore dei cavalli attuali è considerato il tarpan, un cavallo selvatico europeo ufficialmente estinto tra il 1918 e 1919.

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    Le razze

    La razza più conosciuta è lo Shire: forte, resistente, docile. Molto precoce, può essere messo al lavoro già a tre anni.
    Mantello: il colore più diffuso è il morello (nero) ma ci sono anche baio e grigio. Gli stalloni non possono essere sauri e roani, quest'ultimo colore è invece ammesso per femmine e castroni. Sono presenti in quasi tutti gli esemplari di questa razza grandi balzane e una lista larga. Dal ginocchio scendono dei lunghi e abbondanti ciuffi di pelo.

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    Altezza al garrese e peso: l'altezza si aggira fra il 1,65-1,80 m. ma si è arrivati anche ai 2,20 m. col "cavallo di Sampson", che detiene tuttora il guinness dei primati come cavallo più alto di tutti i tempi.
    Cavalli purosangue: esistono cinque razze di tipo purosangue: l'Arabo, il Purosangue inglese, l'Anglo-Arabo Francese, il Berbero e l'Akhal-Tekè. Una delle razze più conosciute è il cavallo arabo.

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    Da oltre duemila anni gli arabi, sia per credenze religiose che per necessità pratiche di sopravvivenza, selezionano quasi con fanatismo questa razza. Esso è ricercato per le sue forme perfette ed armoniche, per la sua grande intelligenza e per la sua notevole resistenza, anche se di piccola taglia.

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    Questo animale si è inoltre distinto per essere un ottimo miglioratore di tutte le altre razze contribuendo alla formazione di nuove linee. Infatti non a caso è il progenitore di un altrettanto famoso e diffuso cavallo: il Purosangue inglese. Nella sua genealogia ci sono appunto tre stalloni orientali: Byerley Turk, Darley Arabian e Godolphin Barb, con essi inizia la vera e propria storia del Purosangue. Questo cavallo è in assoluto quello che riesce ad esprimere le più alte velocità in corsa ed è anch'esso usato come miglioratore. Si dimostra inoltre un buon atleta anche nel salto agli ostacoli.

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    Altre razze

    Altra razza molto importante è l'Andaluso,chiamato anche cavallo spagnolo, da non confondere però con il "Pura Raza Española". Direttamente derivato dall'arabo e dal berbero, è stato un grande colonizzatore giacché fu portato in ogni parte del mondo dai conquistadores spagnoli, ed in particolar modo nelle Americhe, dove ha come discendenti il criollo, il Paso Peruviano, i mustang e via via dopo incroci vari il Quarter Horse, l'Appaloosa, il Paint horse, usati soprattutto nella monta americana.

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    approfondimenti qui

    foto sul web

    Edited by belias94 - 10/5/2016, 17:31
     
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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 17:42
     
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    IL CAVALLO


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    Il cavallo (Equus caballus Linnaeus, 1758), è un mammifero perissodattilo di grossa taglia. Appartiene al genere Equus, unico della famiglia Equidae. Studi archeologici rivelano una domesticazione più tarda rispetto ad altri animali, all'incirca verso il V millennio a.C. nelle steppe orientali dell'Asia, mentre in Europa lo si inizierebbe a vedere non prima del III millennio a.C..

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    Si suppone che la domesticazione sia avvenuta a partire da una sottospecie estinta delle steppe asiatiche, il tarpan. Viene utilizzato come animale da lavoro o da monta. È in grado di rinselvatichirsi e di sopravvivere autonomamente allo stato brado.

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    Frutto di una lunga e ben conosciuta evoluzione, il cavallo presenta un'elevata specializzazione morfologica e funzionale all'ambiente degli spazi aperti come le praterie, in particolare ha sviluppato un efficace apparato locomotore e un apparato digerente adatto all'alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici.

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    I cavalli si dividono in base alla corporatura (dolicomorfi, mesomorfi e brachimorfi) e in base al temperamento (a sangue freddo, mezzo sangue e i cosiddetti purosangue). Il tipo brachimorfo comprende le "razze pesanti" (cavalli da tiro: shire, vladimir, gispy vanner...). Il tipo dolicomorfo comprende le "razze leggere da sella" (purosangue inglese, arabo, trottatori, ecc.); il tipo mesomorfo comprende le "razze da sella" (inglese e americana, Quarter Horse, trottatori, ecc.);


    Etimologia


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    La parola cavallo deriva dal latino căballus, che indicava però principalmente il cavallo da fatica o castrato, invece in latino cavallo si dice ĕquus, da cui il nostro equitazione. L'aggettivo ippico invece dal greco 'ίππος (híppos) che significa appunto cavallo.


    Origini e storia


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    I progenitori del cavallo sono apparsi sulla Terra circa 55 milioni di anni fa; i biologi evoluzionistici, infatti, hanno una buona conoscenza del processo evolutivo che ha portato alla specie attuale, dato che si sono trovati vari resti. Gli studi sui fossili dimostrano che il probabile progenitore dell'odierno cavallo era il Hyracotherium, d'altezza non superiore a 30–40 cm al garrese e con arti di almeno 4 dita; il suo habitat naturale era la foresta ed aveva una dentatura tipica degli onnivori.

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    Durante il processo evolutivo, i suoi discendenti si adattarono progressivamente alla condizione di erbivori stretti e alla vita nelle praterie; la statura aumentava, gli arti diventavano più lunghi, diminuiva il numero delle dita e i denti si modificavano progressivamente aumentando in lunghezza e nei caratteri della superficie masticatoria. Il cavallo odierno, Equus caballus, e gli altri appartenenti del genere Equus poggiano sull'unico dito rimasto loro: il medio.

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    In America, il cavallo si estinse in epoca preistorica, contemporaneamente ad altri grandi mammiferi; fra le ipotesi per tali estinzioni, il disturbo antropico costituito dalla caccia da parte dell'uomo.

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    Sopravvissuto in Europa e Asia, la prima evidenza storica dell'addomesticamento del cavallo si ha in Asia Centrale verso il 3000 a.C. Infatti in Asia centrale e meridionale il cavallo fu addomesticato dagli allevatori di stirpe mongola, che in seguito daranno vita all'Impero mongolo proprio grazie alla forza e all'astuzia dell'esercito di guerrieri a cavallo.

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    Secondo altri studiosi, l'addomesticamento risale a 6000 anni fa nell'Età del rame presso la cultura di Srednij Stog fiorente in Ucraina. Un progenitore dei cavalli attuali è considerato il tarpan, un cavallo selvatico europeo ufficialmente estinto tra il 1918 e 1919.


    Le razze


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    La razza più conosciuta è lo Shire: forte, resistente, docile. Molto precoce, può essere messo al lavoro già a tre anni.

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    Mantello: il colore più diffuso è il morello (nero) ma ci sono anche baio e grigio. Gli stalloni non possono essere sauri e roani, quest'ultimo colore è invece ammesso per femmine e castroni. Sono presenti in quasi tutti gli esemplari di questa razza grandi balzane e una lista larga. Dal ginocchio scendono dei lunghi e abbondanti ciuffi di pelo.

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    Altezza al garrese e peso: l'altezza si aggira fra il 1,65-1,80 m. ma si è arrivati anche ai 2,20 m. col "cavallo di Sampson", che detiene tuttora il guinness dei primati come cavallo più alto di tutti i tempi.

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    Cavalli purosangue: esistono cinque razze di tipo purosangue: l'Arabo, il Purosangue inglese, l'Anglo-Arabo Francese, il Berbero e l'Akhal-Tekè. Una delle razze più conosciute è il cavallo arabo. Da oltre duemila anni gli arabi, sia per credenze religiose che per necessità pratiche di sopravvivenza, selezionano quasi con fanatismo questa razza. Esso è ricercato per le sue forme perfette ed armoniche, per la sua grande intelligenza e per la sua notevole resistenza, anche se di piccola taglia.

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    Questo animale si è inoltre distinto per essere un ottimo miglioratore di tutte le altre razze contribuendo alla formazione di nuove linee. Infatti non a caso è il progenitore di un altrettanto famoso e diffuso cavallo: il Purosangue inglese. Nella sua genealogia ci sono appunto tre stalloni orientali: Byerley Turk, Darley Arabian e Godolphin Barb, con essi inizia la vera e propria storia del Purosangue. Questo cavallo è in assoluto quello che riesce ad esprimere le più alte velocità in corsa ed è anch'esso usato come miglioratore. Si dimostra inoltre un buon atleta anche nel salto agli ostacoli.

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    Altra razza molto importante è l'Andaluso,chiamato anche cavallo spagnolo, da non confondere però con il "Pura Raza Española". Direttamente derivato dall'arabo e dal berbero, è stato un grande colonizzatore giacché fu portato in ogni parte del mondo dai conquistadores spagnoli, ed in particolar modo nelle Americhe, dove ha come discendenti il criollo, il Paso Peruviano, i mustang e via via dopo incroci vari il Quarter Horse, l'Appaloosa, il Paint horse, usati soprattutto nella monta americana.


    Rapporti estetici-funzionali
    Conformazione esterna e struttura


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    La conformazione esterna del cavallo è un elemento di valutazione e di classificazione per l'uso specifico di lavoro o attività sportiva. Le forme del cavallo sono valutate in base alle varie regioni esterne e devono essere proporzionate in base alla morfologia della razza presa in esame.


    La testa


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    La testa del cavallo può essere di colore uniforme o con chiazze bianche che possono essere classificabili in:
    - La stella è una piccola macchia bianca a forma di rombo e ben definita sulla fronte del cavallo
    - Il fiore è una piccola macchia bianca non ben definita sulla fronte del cavallo
    - La lista è una lunga striscia bianca e stretta che, solitamente, parte dal ciuffo e arriva al naso ma può essere anche interrotta e, in questo caso, prende il nome di lista interrotta, oppure larga che prende il nome di Stella prolungata
    - La lista in bevente è uguale alla lista ma si prolunga fino alla bocca e può cadere di lato
    - Il taglio: piccola macchia bianca in mezzo alle narici del cavallo;un po' più sopra della bocca.Contorni solitamente ben definiti e abbastanza visibili.
    - La striscia: lunga e stretta striscia bianca che parte dal ciuffo e va a finire un po' sopra la bocca.Contorno abbastanza definiti.


    Taglio, liscio o bevente


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    È una macchia bianca sul naso chiamata anche infarinatura se comprende tutto il naso. Essa è tipica dei cavalli islandesi. Bella faccia è una macchia bianca che comprende tutto il muso e, spesso, uno o entrambi gli occhi che diventano azzurri.

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    La testa e il corpo del cavallo possono presentare anche dei remolini ovvero dei punti in cui il pelo cambia direzione e possono essere classificabili in:
    - Remolino semplice che si dirama intorno ad un punto centrale e sembra un piccolo vortice;
    - Remolino spigato è una linea centrale che separa un tratto di peli indirizzato verso l'alto e un tratto verso il basso;
    - Remolino sinuoso è un remolino la cui linea di separazione non è dritta ma a S mandando un ciuffo verso l'alto.

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    L'occhio, talvolta, può essere circondato da una sclera bianca e viene chiamato, in questo caso, "occhio umano". È tipico della razza americana appaloosa. I crini di cavallo maschio possono essere usati per gli archetti dei violini.


    I mantelli


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    Il mantello (o manto) è il complesso dei peli che rivestono il corpo del cavallo, proteggendolo dagli agenti atmosferici. Il suo colore e disegno è l'elemento tra i più significativi nella distinzione tra i soggetti, ogni animale, anche se apparentemente sembra dello stesso colore, nel mantello ha caratteristiche e particolarità che servono per il suo riconoscimento. Alcune razze hanno mantelli caratteristici. A volte può risultare difficile determinare l'esatta classificazione di un mantello.

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    Fenotipicamente possiamo suddividere i mantelli in:
    - Semplici: monocromatici
    - Composti: a due colori separati; a due colori mescolati; a tre colori mescolati
    - A due pelami: a componente bianca

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    I mantelli base sono:
    - Baio: Il baio presenta crini ed estremità nere e corpo marrone in tutte le sue gradazioni. Il baio, essendo il mantello ancestrale del cavallo (gene Agouti), è il più diffuso.
    - Morello: È un manto completamente nero che caratterizza alcune razze, come il Frisone e il Murgese; il morello (gene E) è dominante autosomico nei confronti del sauro (gene A).
    - Sauro: È marrone rossastro o color zenzero. Può variare dal marrone chiaro ai colori più scuri. La coda e la criniera sono spesso dello stesso colore del mantello.


    Difetti di appiombo


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    Gli appiombi sono le linee direttrici degli arti relativamente al filo a piombo. Gli appiombi corretti sono importanti per l'attività lavorativa del cavallo. È importante che gli arti ed i piedi si trovino in ottimo stato. Una viziata conformazione degli arti può contribuire allo sviluppo di zoppicature o esserne la causa diretta.

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    Sempre dare la massima importanza ad una buona conformazione. Una cattiva conformazione, anche se ereditaria, predispone a malattie come la navicolite, spavenio, fissazione superiore della rotula ecc.


    Appiombi arti Anteriori


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    - Base stretta (chiuso davanti)

    Si trova più facilmente in cavalli a petto largo, con muscoli pettorali ben sviluppati. Può essere accompagnato da CAGNOLISMO o MANCINISMO. Il cavallo carica più peso sulla parete esterna dello zoccolo. Conseguenze: mollette articolari del nodello, formelle laterali del pastorale, ossificazione della cartilagine alare laterale.

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    - Base larga (aperto davanti)

    Cavalli a petto stretto. Spesso accompagnato a mancinismo. Causa attinture. Il cavallo carica più peso sulla parete interna dell'arto e della parete dello zoccolo. Conseguenze: idrartrosi del nodello, periartrite mediale pastoro-coronale, ossificazione della cartilagine alare mediale.

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    - Cagnuolismo (difetto congenito)

    Nel puledro può essere corretto da un appropriato pareggio dei piedi e giovani cavalli possono essere ferrati con sistema correttivo. Tendenza a falciare (buttare in fuori l'arto dal ginocchio in giù). Il piede si stacca dal terreno facendo perno esternamente alla punta e atterra sempre sul lato esterno del piede.

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    - Mancinismo

    In genere è congenito. Può essere controllato e parzialmente corretto a mezzo di pareggiature e ferrature adeguate. Causa attinture all'arto opposto.

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    - Ginocchio da montone

    La parte sotto del ginocchio è curvata in avanti.

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    - Ginocchio arcato

    L'arto non è diritto ma presenta una leggera arcatura dal ginocchio in giù.

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    - Ginocchio valgo o di bue

    Visto frontalmente dal ginocchio in giù l'arto si apre.

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    - Ginocchio varo

    Visto frontalmente dal ginocchio in giù l'arto si chiude.

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    - Sotto di sé anteriormente

    Questa condizione può essere provocata da qualche malattia è un sovraccarico degli arti inferiori e una limitazione della fase anteriore del passo con sovraccarico dell'arto opposto rimasto sul terreno. Predispone all'incespamento in quanto il piede rasenta il terreno e predispone alla caduta.

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    - Disteso anteriormente

    È opposto al "sotto di sé anteriormente". È comune in alcune lesioni come la malattia navicolare bilaterale.


    Appiombi arti Posteriori


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    - Base stretta (chiuso dietro)

    È più evidente in cavalli pesantemente muscolati. C'è un eccesso di sollecitazioni sulla parete laterale esterna dell'arto.

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    - Base larga (aperto dietro)

    Raro nell'arto posteriore. Associato normalmente al garretto vaccino (abbastanza comune) porta alla formazione di spavenio osseo.

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    - Troppo dritto

    Porta alla formazione di spavenio osseo.

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    - Sotto di sé posteriormente

    Visto di lato, l'intero arto è situato troppo in avanti oppure sono presenti i GARRETTI A FALCE. Logorio dei legamenti.

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    - Disteso posteriore

    L'arto intero appare spostato all'indietro. Questa condizione si trova associata a pastorale posteriore dritto.


    La ferratura


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    Il pareggio e la ferratura sono le due pratiche di gestione tradizionale dello zoccolo del cavallo, svolte dal maniscalco ad intervalli regolari per riprodurre artificialmente, nel cavallo domestico, il naturale consumo e indurimento delle strutture dello zoccolo, che nel cavallo selvaggio o nel cavallo in libertà è assicurato dal contatto diretto e continuo fra zoccolo e suolo senza che si verifichi una eccessiva usura o eccessiva crescita. Per cenni sull'anatomia, la nomenclatura e il meccanismo dello zoccolo vedi la relativa voce.


    L'alimentazione


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    Il cavallo è un mammifero erbivoro e migratore.


    I denti


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    Un cavallo adulto ha da 36 a 44 denti. Tutti hanno, normalmente, 6 incisivi inferiori e 6 superiori, 3 sul lato destro e 3 sul lato sinistro, che si chiamano - dal centrale al laterale - picozzo, mediano e cantone. I maschi hanno anche 4 canini, detti scaglioni, 2 superiori e 2 inferiori. Anche un numero limitato di femmine ha uno o più scaglioni, e per questo vengono dette scaglionate.

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    Poi vi sono i premolari ed i molari, che si chiamano - denti delle guance - che sono, praticamente, tutti uguali. I premolari, di solito, sono 3 per lato, sia sulle arcate inferiori che sulle superiori, ed altrettanti sono i molari. Quindi 24 in tutto. Ma a questi vanno aggiunti, in oltre metà della popolazione equina, da uno a quattro primi veri premolari che sono di dimensioni molto più ridotte, e che vengono chiamati denti di lupo o lupini.

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    La moderna nomenclatura dei denti del cavallo, si basa sulla loro numerazione che vuole la bocca vista di fronte, divisa in 4 quadranti, che parte dal 1° picozzo superiore destro fino all'ultimo molare inferiore sinistro secondo lo schema qui illustrato.


    L'apparato digerente


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    La particolarità dell’apparato digerente del cavallo è il fermentatore, ossia l’intestino cieco. Qui risiede una popolazione microbica numerosissima costituita da centinaia di specie batteriche e migliaia di sottospecie. Proprio in questa parte di intestino vengono digerite sostanze altrimenti inutilizzabili, viene prodotta energia e si formano principi nutritivi essenziali. La prima digestione avviene in bocca, dove il cavallo masticando forma il bolo che viene successivamente confluito nello stomaco.

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    Lo stomaco del cavallo è molto piccolo rispetto alla mole dell’animale, contiene circa 10/12 lt. Per questo nello stomaco viene digerita solo l’ultima parte della razione. Pertanto una corretta successione nella somministrazione degli alimenti e’ fondamentale per completare una digestione gastrica efficiente, quindi i cereali devono essere somministrati dopo il fieno e lontano dalle abbeverate, perché sia l’acqua che il fieno spingerebbero i concentrati nell’intestino prima di aver finito la digestione gastrica.

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    A questo punto il cibo passa nell’intestino tenue, con capacita’ di circa 64 lt, qui vengono ulteriormente digeriti i cibi concentrati (orzo, avena, mais etc) con produzione di aminoacidi, zuccheri semplici e acidi grassi. Dopodiché si passa al grosso intestino (120/140 lt), dove risiede il fermentatore. Qui vengono digerite sostanze più complesse come cellulosa, emicellulosa ect. E, molto importante, si ha la produzione di vitamine del gruppo B.


    Gli alimenti

    I Foraggi


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    Le piante foraggere, che siano utilizzate come erbe, semi o radici, appartengono tutte alle angiosperme. Le possiamo suddividere in tre grandi categorie: le Graminacee, le Leguminose e le Altre Famiglie Botaniche di foraggere.

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    Graminacee: in linea di massima quasi tutte le graminacee dei prati naturali possono essere considerate valide foraggere per i cavalli, ad esclusione di quelle troppo ricche di pelosità o ariste pungenti. La condizione di validità nutritive è proporzionale alla quantità delle foglie (dove c'è la concentrazione maggiore dei principi nutritive) rispetto agli steli.

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    Le graminacee da pascolo più importanti per il cavallo sono: Gramigna, Orzo selvatico, Orzo, Logliarella, Erba dei Fossi, Paleo, Paleino odoroso, Panico selvatico, Forasacchi, Avena maggiore, Avena sativa, Festuca dei prati, Segale, Miglio, Grano, Frumento.

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    Leguminose: Importantissime per l'elevato contenuto in sostanze azotate. Difetti più comuni sono la facile frantumabilità delle foglie dopo l'essiccamento e l'elevata concentrazione in calcio con squilibrio rispetto al fosforo.

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    Le leguminose più note sono: Trifoglio, Erba medica, Fieno maremmano, Lupinella, Sulla, Meliloto, Fava, Soia, Carruba.

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    Altre Famiglie Botaniche: Carota, Lattuga, Radicchio selvatico, Tarassaco, Grano saraceno, Barbabietola.


    I mangimi semplici


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    I mangimi semplici sono alimenti che contengono abbondanti quantità di energia e di principi nutritivi concentrati in piccolo volume ed in poco peso. Di norma sono semi o sottoprodotti della loro lavorazione. Hanno scarsa presenza di fibra grezza, elevata concentrazione di proteine, alta digeribilità, buon contenuto di sali minerali e vitamine, facile conservazione nel tempo e in piccolo spazio.

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    I più importanti mangimi semplici per il cavallo sono:
    - Avena: ottimo per le proprietà stimolanti del tono muscolare, ma gli eccessi comportano stati di acidosi.. Di maggiore valore nutritivo risulta il seme schiacciato (fiocco d'avena).
    - Carruba: ottimo coadiuvante nel surmenage fisico, molto adatto per i puledri e per i cavalli in attività sportiva in dosi non superiori ai 200 gr. Al giorno.
    - Fave: le farine di semi di fave o i semi frantumati e schiacciati possono sostituire parzialmente l'avena nella fase di accrescimento. Rende lucido il pelo, aumenta la resistenza alla fatica. Gli abusi possono indurre costipazioni intestinali.
    - Frumento: Va impiegato con moderazione e macinato non troppo finemente, per il senso di sazietà che determina e per evitare l'impastamento del tratto gastro-enterico.

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    - Granoturco: può essere impiegato in sostituzione dell'avena in quote non superiori
    ad 1 kg per capo al giorno sotto forma di pannello e di 1/4 della razione di avena sotto forma di semi schiacciati (fiocchi).
    - Orzo: buon alimento, da un lato favorisce lo stato generale di nutrizione, dall'altro tende a deprimere leggermente il rendimento dinamico. E' consigliato schiacciato o frantumato in dosi non superiori mai ai 25-30 % del valore nutritivo della razione.
    - Soia: ottimo integratore proteico.
    - Lievito di Birra: stimola l'appetito, buon apportatore di proteine. Le dosi massime sono di circa 30 gr. o poco più.
    - Malto: può essere a volte impiegato in sostituzione parziale dell'avena.


    Gli integratori alimentari


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    Per integratori alimentari si intendono sostanze contenenti uno o più principi nutritivi. La loro funzione è quella di fornire alla razione alimentare le quantità mancanti di vitamine e sali minerali. Possono avere azione farmacologia, antiparassitaria, auxinica, appetibilizzante, protettiva ecc.


    I mangimi composti e speciali


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    Sono denominati "Mangimi Composti Bilanciati" le miscele di prodotti naturali di origine vegetale ed animale, opportunamente formulate ed integrate in funzione della specie animale cui vengono destinate. Quando questi mangimi vengono tecnicamente manipolati rendendoli in strutture granulate, pellettate, formellate ecc., assumono la denominazione di "Mangimi Composti Bilanciati Speciali".


    Regole di alimentazione


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    Abbeverare sempre prima dei pasti;
    Somministrare sempre nell'ordine: fieno-concentrati;
    Non effettuare repentini cambiamenti di dieta;
    Non somministrare farine o crusche senza averle preventivamente bagnate;
    Affettare sempre carote, barbabietole, mele onde evitare ostruzioni
    Il cavallo non consumi la razione di fieno per terra se scuderizzato in quanto si può abituare al sapore delle profende con conseguenze all'apparato digerente, ma comunque in basso in modo da rispettare la posizione naturale del pascolo e permettergli di non ingerire e respirare la polvere;
    I semi di lino vanno dati sempre ben cotti a causa della loro tossicità;
    Nella stalla si può spargere un po' di sale oppure attaccare sul muro un blocco sempre di sale


    Le cause del dimagrimento


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    Mancanza di cibo totale o parziale dovuta a problemi ai denti, alle zampe, cattiva qualità di cibo
    Stress
    Diminuzioni stagionali di elementi nutritivi nei foraggi
    Convalescenze
    Cattivo assorbimento, diarrea cronica
    Carenze proteiche
    Parassitosi intestinali ed ectoparassiti (Pidocchi, zecche)
    Malattie croniche (enfisema)
    Malattie al fegato, pancreas, rene, cuore
    Gravidanza, allattamento
    Tumori
    Vecchiaia


    Riproduzione


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    Benché sia il maschio sia la femmina del cavallo raggiungano la maturità sessuale all'età di circa due anni, in allevamento raramente vengono fatti riprodurre prima dei tre. Al termine della gestazione, che dura 11 mesi, nasce generalmente un solo puledro; è diffusa la fecondazione assistita nei trottatori mentre non è permessa nelle razze da galoppo.

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    Generalmente i maschi non destinati alla riproduzione vengono castrati al fine di ottenere un animale più tranquillo per la monta, mentre vengono sterilizzati con la sola resezione dei dotti deferenti i maschi destinati al ruolo di "stallone ruffiano" cioè per accertarsi che la femmina sia davvero disposta all'accoppiamento onde evitare rifiuti con possibile danneggiamento allo stallone riproduttore.

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    La longevità arriva e supera abbastanza facilmente i 40 anni anche se la vita media dei cavalli in Italia si aggira tra i 25 e i 30 anni sia perché logori dal carico di lavoro impostogli, sia per la progressione della razza che rende controproducente tenere a lungo animali da reddito.


    Punteggio alla condizione fisica


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    Estremamente emaciato: totale assenza di grasso, colonna vertebrale visibile, pochissima muscolatura presente sulle ossa, anch'esse visibili.
    Emaciato: poco grasso, poca muscolatura, ossa prominenti
    Magro: costole visibili chiaramente, l'inizio della coda si vede, ma non si vedono le vertebre, il grasso copre i processi trasversi e parte di quelli spinosi delle vertebre.
    Moderatamente magro: costole appena visibili, linea dorsale visibile come una leggera cresta
    Moderato: le costole si sentono ma non si vedono, linea dorsale dritta
    Moderatamente carnoso: grasso presente sulle costole e attorno all'origine della coda, la linea dorsale è dritta o incavata
    Carnoso: piega dorsale definita, costole ricoperte da grasso ma ognuna può essere palpata, grasso su collo e groppa.
    Grasso: linea dorsale incavata, collo spesso, grasso lungo il garrese, dietro le spalle e all'interno delle cosce.
    Troppo grasso: linea dorsale molto incavata, grasso sporgente su collo, groppa, cosce, spalle, intorno alla coda.

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    Il punteggio ideale, in riferimento alle razze da sella, è:

    4: per un cavallo sportivo;
    5: per un puledro in crescita;
    6: per un soggetto in riproduzione.
    7: per un pony da scuola.


    Scuderizzazione


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    Per quanto riguarda l'alloggiamento del cavallo, il box è necessario: d'inverno e d'estate garantisce una temperatura moderata, anche se è responsabilità umana fare in modo che questa non crei problemi all'animale. Non è necessario però tenere il cavallo rinchiuso tutto il giorno: esiste infatti una terza sistemazione, e cioè lasciarlo libero al pascolo, o paddock.

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    Questa è un'alternativa comoda anche per quanto riguarda l'alimentazione, perché il cavallo sa perfettamente regolarsi sulle quantità e preferisce consumare più pasti al giorno, piccoli e continui. Inoltre ha la possibilità di fare più movimento e di stare con i suoi simili. Per contro, però, il cavallo è anche più soggetto a parassiti e malattie che in un box certamente non contrarrebbe. Va semplicemente seguito di più. Un altro svantaggio è che, spesso, ci si dimentica di farlo muovere proprio perché si pensa che da solo il cavallo si sfoghi abbastanza.

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    In realtà non è propriamente così, e per quanto possa galoppare il lavoro con l'uomo è indispensabile e contribuisce alla formazione dell'esemplare. Inoltre bisognerebbe somministrargli l'acqua a mano, perché se dovesse ammalarsi con un abbeveratoio automatico non si capirebbe mai se il cavallo beve o meno, problema frequente anche nei box. Invece l'ideale sarebbe poter controllare, per assicurarsi che il cavallo non rischi la disidratazione (possibile anche in inverno).

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    La normativa in vigore consiglia di mantenere i cavalli all'aperto o, in caso di necessità alla stabulazione, di consentire la fruizione quotidiana di un paddock compatibile con le caratteristiche morfologiche dell'animale.


    Finimenti


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    Nel corso del rapporto millenario fra uomo e cavallo, si è assistito ad una contemporanea evoluzione della bardatura del cavallo. L'ideazione dell'imboccatura, favorita dalla particolare anatomia della dentatura del cavallo, sembra essere contemporanea alla domesticazione. Molto posteriore l'invenzione della sella, ulteriormente migliorata dalla scoperta della staffa; altrettanto importante, per l'uso del cavallo da traino, l'invenzione del collare rigido. Ancora posteriore l'uso della ferratura, attribuita a popolazioni nordeuropee in epoca medioevale.


    Addestramento


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    Anche i temi dell'addestramento e della tecnica di monta hanno subito un'evoluzione storica e una differenziazione locale. In funzione delle necessità di utilizzo, si sono sviluppati stili e tecniche di addestramento differenziate; alcune tecniche tradizionali sono rimaste confinate a specifiche aree geografiche ("monte da lavoro" maremmana, Camargue, sudamericana ecc). Una particolare monta da lavoro, la "monta western", ha assunto un grande rilievo e viene largamente praticata anche a scopi di svago e sportivi.

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    La cosiddetta "equitazione classica" europea, sviluppata particolarmente per scopi militari, ha avuto origine dalle Scuole di Equitazione dei famosi cavallerizzi italiani, primo fra tutti Giovan Battista Pignatelli. In ambito sportivo la vera e moderna rivoluzione è stato il "Sistema di Equitazione naturale" ideato dal capitano di cavalleria italiano Federico Caprilli.

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    Venne così chiamato dallo stesso Caprilli, che per metterlo a punto studiò e capì il modo in cui assecondare sia i movimenti del cavallo che rispettarne la sua indole generosa e collaborativa; il metodo ha tanto successo che ancora oggi i risultati migliori nell'equitazione sportiva (salto ostacoli e completo) li ottengono i cavalieri che si attengono a questi dettami.

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    Le diverse tecniche di addestramento condividono comunque molti punti importanti, ed è sorprendente la modernità e la profondità delle considerazioni di Senofonte, intellettuale di scuola socratica e generale greco del IV secolo a.C., autore del celeberrimo trattato Sull'equitazione (Ἱππαρχικὸς ἢ περὶ ἱππικῆς).

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    Le tecniche di addestramento attuali, come la cosiddetta doma gentile, hanno dimostrato una maggiore efficacia rispetto ai metodi tradizionali e meno rispettosi nei confronti del cavallo. Per questa ragione stanno venendo apprezzate con sempre maggiore interesse.


    Spettacolo


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    Un uso marginale, ma ancora attuale, del cavallo è quello spettacolare, in particolare in ambito circense; la Spagna, patria dell'Alta Scuola, ospita inaspettatamente un uso spettacolare del cavallo estremamente cruento, in una delle fasi della corrida. Altre nazioni come la Francia con il CADRE NOIR di Saumur e l'Austria con la Scuola Spagnola di Vienna hanno una grande tradizione di "Alta Scuola".


    Ippoterapia


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    Un uso molto recente del cavallo, basato sia sulla fortissima carica emotiva connessa al rapporto uomo-cavallo che a peculiari aspetti psicomotori connessi all'equitazione, è la cosiddetta ippoterapia o riabilitazione equestre, consistente nell'uso del cavallo come strumento di riabilitazione per le persone diversamente abili.


    Carne


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    La macellazione dei cavalli è vietata in alcuni stati. La carne di cavallo, il cui consumo è vietato dalla religione ebraica, è di rapido deterioramento specie in paesi caldi (da qui forse l'origine del veto ebraico) ed è stata protagonista di diversi tabù nella storia. Nel Medioevo i papi Zaccaria I e Gregorio III ne proibirono il consumo assieme a quella del castoro. Il sapore è a metà tra quella di bovino e della selvaggina. Si adatta alla preparazione di piatti in umido, stracotti e insaccati.

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    Povera di grassi e ricca di ferro, viene prescritta a soggetti anemici. I pochi grassi sono per il 70% insaturi, quindi apportano colesterolo come la carne di pollo (cioè pochissimo) ma al contrario delle carni bianche ha molto ferro. La carne si può considerare migliore di quella del bovino come apporto nutritivo.

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    Viene apprezzata in Francia e Giappone. In Italia, è consumata nel Veneto, dove entra come ingrediente base della tipica pastissada, in Lombardia soprattutto in provincia di Mantova, in Puglia, Emilia-Romagna, Sicilia, e in alcune zone della Sardegna. Tra gli esempi più noti:
    - Sfilacci di cavallo: tipici delle regioni settentrionali, si sono imposti, per il basso costo e la salubrità, anche nel Mezzogiorno: da consumare con olio extravergine d’oliva e limone.
    - Bistecca di puledro; simile per qualità organolettica allo scamone bovino.
    - Straéca: simile alla bistecca di Puledro, ma più sapida quale grigliata di cavallo.
    - Spezzatino di cavallo: tipico dei Colli euganei con la polenta.
    - Prosciutto di cavallo: prosciutto equino, da servire con limone in Sicilia o panna acida in Trentino-Alto Adige o Romagna.
    - Salame di cavallo: varietà di salame, solitamente stagionato, da sola carne equine o mista con suino e bovino.
    - Bigoli al sugo di cavallo: una pasta simile ai vermicelli n.5, condita con abbondante salsa di carni equine alla bolognese.

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    Nel Mezzogiorno, vi sono molteplici ricette e preparazioni d’insaccati da carni equine. Come annota il famoso scrittore inglese Matthew Fort nel suo Mangiare in Italia.Viaggi su una Vespa, "il gusto della carne equina rimanda ad un antico passato in cui l’alimentazione umana era alquanto legata all’allevamento ed all’agricoltura primaria.

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    Nella frugalità quotidiana qualsiasi animale in grado di fornire sostentamento, specialmente una riconosciuta fonte di proteine come il cavallo, era buono da mangiare. Senza alcuna possibilità di rifiuto."

    Cavalli famosi
    Cavalli immaginari
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    Ronzinante, il cavallo di Don Chisciotte della Mancia.
    Sleipnir, il cavallo di Odino.
    Pegaso, il cavallo alato della mitologia greca.
    L'Unicorno
    Baiardo, il cavallo fatato di Rinaldo ne l'Orlando Furioso.
    Dinamite, il cavallo di Tex Willer e Diablo, cavallo di Kit Willer.
    Furia, il cavallo dell'omonima serie televisiva.
    Re Nero, il cavallo di Raoul del manga e anime Ken il guerriero.
    Tornado, il cavallo di Zorro.
    Bullseye, il cavallo giocattolo di Woody in Toy Story 2.
    Sansone, il cavallo di Filippo nel film Disney La bella addormentata nel bosco.
    Philippe, il cavallo di Belle nel film Disney La bella e la bestia.
    Achille, il cavallo di Febo nel film Il gobbo di Notre Dame.
    Aquilante, il cavallo di Brancaleone da Norcia.
    Balio e Xanto, i cavalli di Achille, nell'Iliade.
    Ombromanto (Shadowfax), il cavallo di Gandalf, nel Signore degli Anelli.

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    Nevecrino, il cavallo di Théoden, nel Signore degli Anelli.
    Zoccofuoco, il cavallo di Eomer, nel Signore degli Anelli.
    Roheryn, il cavallo di Aragorn, nel Signore degli Anelli.
    Brego, il cavallo di Aragorn, nei film Signore degli Anelli.
    Jolly Jumper, il cavallo di Lucky Luke.
    Trottalemme, il cavallo di Cocco Bill.
    Spirit, il cavallo protagonista del film della DreamWorks, Spirit - Cavallo selvaggio.
    Artax, il cavallo di Atreiu ne La storia infinita.
    Sputafuoco, il cavallo di Pecos Bill nel film di Walt Disney Lo scrigno delle sette perle.
    Cirillo Belsedere, il cavallo di Taddeo Rospo ne Le avventure di Ichabod e Mr. Toad.
    Capitano, il cavallo della fattoria ne La Carica dei 101.
    Khan, il cavallo di Mulan.
    Peg, la cavalla di Bloom in Winx Club 3D - Magica avventura.
    Maximus, il cavallo-poliziotto amico di Flynn Rider in Rapunzel - L'intreccio della torre.
    Buraq, il cavallo che sarebbe servito a Maometto per un viaggio celeste.
    Gringalet, il cavallo di Galvano
    Epona, il cavallo di Link eroe della serie The Legend of Zelda (serie)


    Cavalli storici
    0O1519n

    Bucefalo, cavallo di Alessandro Magno
    Incitatus, cavallo di Caligola
    Asturcone, cavallo di Giulio Cesare
    Bavieca, cavallo di El Cid
    Marengo, cavallo di Napoleone
    Copenhagen, cavallo del Duca di Wellington
    Favorito, cavallo di Carlo Alberto di Savoia utilizzato durante i moti del 1848
    Marsala, cavallo di Giuseppe Garibaldi
    Richmond, Jeff Davis, Brown-Roan, Lucy Long, Traveller, cavalli del Gen. Robert E. Lee
    Reinzi, cavallo del Gen. Philip Henry Sheridan utilizzato nella carica di Cedar Creek
    Little Sorrel, cavallo del Gen. Stonewall Jackson
    Brigham, cavallo di Buffalo Bill
    Vic, cavallo preferito del "Gen." George Armstrong Custer che partecipò alla battaglia di Little Big Horn


    Cavalli da corsa
    QgCr9Ip

    Bellino II
    Seabiscuit
    Red Rum
    Ribot
    Tornese
    Varenne
    Man o' War
    Secretariat
    Nearco
    Ruffian
    Eclypse
    Phar Lap
    War Admiral
    Kincsem
    Hambletonian

    HKYA1Ai








    https://it.wikipedia.org/wiki/Equus_caballus

    Edited by belias94 - 10/5/2016, 17:44
     
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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 17:46
     
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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 17:47
     
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    Non avete trascurato nulla eh.?... grazie. Il cavallo è bellissimo ed elegante..
     
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    Documentario: I Cavalli



    Il cavallo (Equus caballus Linneo 1758), è un mammifero perissodattilo di grossa taglia. Appartiene al genere Equus, unico della famiglia Equidae. Studi archeologici rivelano una domesticazione più tarda rispetto ad altri animali, all’incirca verso il V millennio a.C. nelle steppe orientali dell’Asia, mentre in Europa lo si inizierebbe a vedere non prima del III millennio a.C.. Si suppone che la domesticazione sia avvenuta a partire da una sottospecie estinta delle steppe asiatiche, il tarpan. Viene utilizzato come da tiro, da sella e recentemente, come animale d’affezione. È in grado di rinselvatichirsi e di sopravvivere autonomamente allo stato brado.

    Frutto di una lunga e ben conosciuta evoluzione, il cavallo presenta un’elevata specializzazione morfologica e funzionale all’ambiente degli spazi aperti come le praterie, in particolare ha sviluppato un efficace apparato locomotore e un apparato digerente adatto all’alimentazione con erbe dure integrate con modeste quantità di foglie, ramoscelli, cortecce e radici.

    I cavalli si dividono in base alla corporatura (dolicomorfi, mesomorfi e brachimorfi) e in base al temperamento (a sangue freddo, mezzo sangue e i cosiddetti puro sangue). Il tipo brachimorfo comprende le “razze pesanti” (cavalli da tiro: shire, vladimir, gispy vanner…).Il tipo dolicomorfo comprende le “razze leggere da sella” (purosangue inglese, arabo, trottatori, ecc.); il tipo mesomorfo comprende le “razze da sella” (inglese e americana, Quarter Horse, trottatori, ecc.);

     
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    Grazie.... :clap:
     
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    Usa, i pony nuotatori sull'isola di Assateague



    Ogni anno decine di migliaia di persone si ritrovano sull'isola Assateague, al confine tra Virginia e Maryland, per assistere alla gara di nuoto dei cavalli 'Pony penning'. Gli animali devono attraversare il canale che collega Assateague all'isola di Chincoteagu, insieme ad alcuni volontari, chiamati 'saltwater cowboys'. La manifestazione si svolge dal 1925.

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    repubblica.it/

    Edited by belias94 - 10/5/2016, 17:48
     
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    CAVALLI LIBERI



    Documentario sui cavalli allo stato brado, secondo uno studio moderno ed un approccio innovativo riguardo l'etologia equina ed animale in genere.



    Edited by belias94 - 10/5/2016, 17:56
     
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    L'AKHAL-TEKE O CAVALLO CELESTE, IL CAVALLO PIÙ BELLO DEL MONDO



    Akhal-Teke "il cavallo celeste" è una delle più belle e antiche razze equine del mondo che discende direttamente dal cavallo turcomanno. Questa razza è stata creata dalle tribù Tekè che vivevano nelle oasi del Turkmenistan dove è un simbolo nazionale.

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    Storia

    A causa della sua zona di origine le possibilità di incrocio con altre razze è stata drasticamente ridotta. Tuttavia si registra un tentativo, peraltro fallimentare, di miglioramento attraverso l'utilizzo di Purosangue. L'utilizzo principale di questo cavallo era per le corse, tanto che l'Akhal-Tekè conserva un "fondo" notevole. Poiché il cavallo nelle tribù orientali veniva, e viene tenuto tutt'oggi in grande considerazione come simbolo di ricchezza e poiché esso ha rappresentato per secoli un fondamentale mezzo di fuga e di salvezza in caso di attacchi improvvisi ad esso era riservata un'attenzione particolare.

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    Esso veniva protetto con coperte dal freddo e dal caldo e veniva alimentato con mangimi a base di grasso animale(lardo burro), uova, mais ed orzo. Nell'antichità il cavallo era secondo solo al padrone di casa.

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    Allevato in zone aride in condizioni di vita molto dure l'Akhal-Tekè risulta un cavallo molto agile e resistente, capace di resistere in zone assai calde o assai fredde, è quindi ottimo per vari tipi di discipline: endurance, trekking, salto ad ostacoli. In occidente questo cavallo è apprezzato anche per la tipicità del suo pelo il quale nei secoli ha assunto una particolare forma conica che gli permette di riflettere un numero molto alto di raggi solari. Questa strategia, assieme alla lunghezza degli arti che allontanano il corpo dal suolo hanno permesso a questo cavallo di sopravvivere al clima estremo del deserto.

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    Aspetti morfologici

    La testa è di tipo orientale, collo e corpo snelli e allungati, spalle oblique, quarti inclinati e gambe lunghe e potenti dotate di ottimi piedi. Mantello baio, sauro, isabella, con riflessi metallici.

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    Curiosità

    Gli Akhal-Tekè furono impiegati nella famosa spedizione russa da Ashakhabad a Mosca che copriva una distanza di 4000 km. Durante il raid questi cavalli percorsero 375 km nel deserto in soli tre giorni e assolutamente privi di acqua. Si dice che Bucefalo, il cavallo di Alessandro Magno, fosse un Akhal-Teke. Gli Akhal-Teke venivano chiamati anche "Levrieri del Deserto" per la loro velocità ed eleganza.

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    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 10/5/2016, 17:59
     
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    Il Mustang "Spirito Selvaggio"



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    La parola "mustang" viene dallo spagnolo mesteno, che significa "selvatico o senza padrone”. Questo termine descrive benissimo la caratteristica principale di tutti i cavalli selvaggi americani. Questo cavallo ha origini spagnole, e deriva dagli Andalusi e dai Berberi portati oltre Oceano dai primi colonizzatori spagnoli. Alcuni cavalli fuggirono, e si moltiplicarono fino a formare enormi branchi. A volte venivano catturati dai nativi, e più tardi dai cow-boy. In Texas, California e Nuovo Messico erano conosciuti col nome di Mustang; più a nord erano spesso definiti Bronco e talvolta Cayuse.

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    Molti di quei primi Mustang erano begli esemplari con i caratteri dei loro antenati Berberi.
    I pellerossa sceglievano i capi migliori per la caccia al bisonte; altri venivano catturati e domati dai cow-boy, dimostrando di avere uno spiccato ‘senso del bestiame’, (cow-sense) ossia una predisposizione a lavorare in mezzo alle mandrie di bovini.

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    I Mustang continuarono a riprodursi allo stato selvatico, ma la ininterrotta cattura degli esemplari migliori finì per impoverire i branchi.
    Spingendosi verso l’Ovest, i coloni portavano con sé i loro cavalli da carrozza, da tiro e da sella. Spesso venivano incrociati con cavalli più alti e massicci. Il più riuscito prodotto di questi incroci fu il primo Quarter Horse, ottenuto accoppiando dei Purosangue importati con i veloci cavalli Chickasaw del Sud-Est. Questi Quarter Horse, che avevano dunque antenati e qualità comuni al Mustang, furono accoppiati ai cavalli selvaggi dell’Ovest, e contribuirono ad accrescerne la taglia e la consistenza senza affievolirne quel ‘senso del bestiame’ che li faceva apprezzare come cavalli da mandria.

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    Anche la maggior parte delle razze americane odierne devono molto delle loro qualità di cavalli da mandria a quei loro antenati Mustang.
    Anche se il vero Mustang è quasi scomparso in seguito agli incroci, sono stati istituiti diversi registri per conservare almeno quelli più vicini per sangue e aspetto ai progenitori Berberi.

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    Caratteristiche morfologiche

    Il Mustang è un cavallo selvatico di robusta costituzione. Non è elegante o di aspetto raffinato, ma ha una storia avventurosa, strettamente intrecciata a quella degli Stati Uniti d’America. Di colore vario, comprese molte sfumature insolite, ha un’altezza che varia dai 137 ai 152 centimetri
    Il treno anteriore non è imponente a causa del collo corto e dei lunghi stinchi, ma la linea del dorso è accettabile.

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    Ha stinco rotondo, il profilo diritto e convesso tipico del Berbero, la groppa obliqua e la coda ben attaccata. Il corpo è appiattito con il tronco corto e stretto.
    I colori del mantello più comune è il sauro e il baio, ma ne esistono esemplari di tutti i colori: possono avere il mantello degli Appaloosa, con o tipici “fiocchi di neve”, possono essere pezzati come i Paint Horse, ma anche palomini e buckskins (il comune isabella), e anche morelli.


    Cavalli Famosi

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    Miss Tang



    Tang, la prima e più famosa Mustang della storia, è nata nel 1977 nel Nevada. Ad otto mesi è stata adottata da Ellen Nelson di Sunnyvale, nel Texas. Questa cavalla ha rappresentato il cavallo del mustang al BIG D CHARITY HORSE SHOW tenutosi nel Texas. In 1992, Tang apparve sulla rivista Car and Driver Magazine, che accostava il cavallo Mustang niente di meno che alla famosa automobile! Come rappresentante della sua razza, Tang ha anche partecipato a numerosi shows. Ha vinto il DAC (Distinguished Achievement Certificate) in Western Pleasure, in English Pleasure and nel Trail. E’ stata l’unica Mustangs a vincere ben tre titoli in re discipline diverse.

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    A più di 20 anni, Tang continua ad apparire nei più famosi shows nazionali: è la “signora Mustangs” più famosa d’America!
    Adesso il Kentucky Horse Park's Education Department alleva nel parco nazionale del Kentucky 24 Mustangs, tutti dal Wyoming, che sono stati adottati attraverso del Bureau of Land Management's Adopt-A-Horse Program. Questa iniziativa è stata voluta sia dall’Horse Park del Kentucky, sia dal dipartimento di Polizia di Lexington.

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    Nel 1900 si stima che il numero di cavalli inselvatichiti in Nord America fosse di circa un milione. I mustang costituivano una risorsa, perché potevano essere catturati e usati o venduti (soprattutto per usi militari) o macellati, per ottenerne cibo utilizzato, più tardi, soprattutto per gli animali domestici. Venivano anche visti come un fastidio, per il fatto che competevano con il bestiame per i pascoli. Dal 1900 la popolazione dei cavalli selvaggi si è ridotta drasticamente. Oggi, le stime sul numero di mustang liberi sono comprese fra i 40.000 e i 100.000, e la metà è concentrata nel Nevada. Alcune centinaia di mustang liberi sopravvivono nell'Alberta e nella Columbia Britannica.

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    Attualmente, i mustang sono protetti negli USA nelle aree demaniali. È vietato abbatterli o avvelenarli, e le pene per le violazioni sono severe. Tuttavia, si dà per scontato che molti fattori continuino a farlo nelle zone più remote.

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    Il Bureau of Land Management controlla la popolazione dei mustang attraverso un programma di catture, con lo scopo dichiarato di gestire la competizione con il bestiame bovino. La maggior parte dei cavalli catturati sono offerti in adozione. Nel gennaio 2005, tuttavia, il Congresso degli Stati Uniti ha modificato questo programma, per consentire la vendita per macellazione dei cavalli "di più di dieci anni" o "proposti inutilmente per l'adozione per almeno tre volte". Si immagina di inviare la carne di cavallo ottenuta da questo programma in Europa o in Giappone, dove spunta alti prezzi ed è considerata una prelibatezza.

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    wikipedia.org

    rivistadiagraria.org

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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 18:00
     
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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 18:02
     
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    IL CAVALLO GYPSY O CAVALLO ZINGARO



    Il Gypsy Vanner è un cavallo a sangue freddo di tipo meso-brachiomorfo originario dell'Irlanda, dall'altezza variabile tra 149 cm a 159 cm al garrese. Molto simile al Frisone, è facilmente riconoscibile grazie al suo manto quasi sempre pezzato, al pelo presente in gran quantità sugli zoccoli e ai lunghi crini ondulati. È un ottimo cavallo da tiro, ma anche un buon cavallo da sella.

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    Gli occhi sono grandi e dolci, spesso coperti dal ciuffo sulla fronte; il collo è possente e ben attaccato, il petto è ampio e profondo; gli arti sono ben proporzionati, il piede è robusto e resistente; il dorso è corto, la groppa è rotonda; i muscoli sono potenti, specialmente quelli del treno posteriore.

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    I manti sono:

    Tobiano pinto baio chiaro
    Castano Tobiano
    Tobiano Baio
    Tobiano baio Scuro
    Tobiano baio Rossastro
    Tobiano castano scuro
    Tobiano grigio Pezzato
    Tobiano Grullo
    Tobiano Daino
    Tobiano Palomino
    Nero
    Castano
    Castano Biondo scuro
    Grullo
    Baio
    Daino
    Palomino

    I più rari sono il Grullo e il Palomino, la cui possibilità di averli su un cavallo è dell' 1%, ma questo è un manto raro anche per tutte le altre razze.

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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 18:03
     
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    IL CAVALLO ISLANDESE



    Il cavallo islandese è una razza equina sviluppatasi in Islanda. Nonostante questi equini siano mediamente di piccole dimensioni, a volte simili ai pony, sono considerati dalla maggior parte dei registri di razze veri e propri cavalli.

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    È l'unica razza indigena dell'Islanda, ma si è andata diffondendo in molte parti del mondo e ne esistono popolazioni consistenti anche in altre parti d'Europa e nel Nord America. Nel suo Paese di origine questo cavallo viene utilizzato nei lavori agricoli, in mostre equine, in gare di equitazione e per il consumo di carne equina.

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    Il cavallo islandese è resistente e soggetto a poche malattie: questo grazie alla legge islandese, che prevede che neppure gli esemplari esportati possano tornare nel loro Paese di origine, in modo da scongiurare eventuali contagi. Il cavallo islandese ha inoltre la caratteristica di saper eseguire due andature in più oltre ai tradizionali passo, trotto, canter e galoppo.

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    Nata dai pony dei coloni scandinavi tra il IX e il X secolo, il primo riferimento a questa razza è del XII secolo, quando questi cavalli erano oggetto di venerazione nella mitologia norrena. L'aspetto attuale è dovuto a secoli di selezione naturale e di allevamento selettivo. Nel 1780 gran parte della popolazione autoctona andò distrutta in seguito a un'eruzione vulcanica. La prima Società del cavallo islandese è stata creata in Islanda nel 1904, e oggi la razza è rappresentata da organizzazioni in 19 nazioni differenti, raccolte nella Federazione Internazionale delle Associazioni del cavallo islandese.

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    Caratteristiche

    Pesa dai 330 ai 380 kg e misura tra i 132 e i 142 cm al garrese. Sebbene questa altezza sia tipica dei pony, questa razza è però considerata un cavallo. Ciò a ragione della presenza di un temperamento particolare, e della mancanza di una parola islandese per "pony". Secondo un altro orientamento, la classificazione come cavallo è dovuta alla differente struttura ossea e alla sua spiccata capacità nel trasportare pesi.

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    La razza è caratterizzata da varie colorazioni del mantello, tra le quali: sauro, falbo, baio, morello, grigio, palomino e roano; nella lingua islandese esistono più di cento definizioni diverse per altrettante diverse colorazioni. La testa è proporzionata, con profilo rettilineo, il collo corto, muscoloso e largo alla base, il garrese largo e basso, il torace profondo, le spalle muscolose e leggermente inclinate, la parte posteriore lunga, la groppa larga, muscolosa, corta e leggermente inclinata. Le gambe sono forti e non particolarmente lunghe. La criniera e la coda sono folte con coda bassa e peli grossolani, che vanno a formare un doppio mantello particolarmente adatto a resistere alle basse temperature tipiche del clima islandese.

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    Le caratteristiche differiscono tra i vari gruppi di cavalli islandesi, in funzione dell'uso al quale viene destinato dai singoli allevatori. Alcuni di questi si concentrano sugli animali per il lavoro (che sono di una conformazione distinta da quelli allevati per la sella), accuratamente selezionati per la loro capacità di svolgere le andature islandesi tradizionali, altri invece prediligono la razza per il consumo di carne equina. Alcuni allevatori, infine, si concentrano sull'effetto visivo del colore del mantello che vogliono ottenere.

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    I membri della razza di solito vengono cavalcati a partire dall'età di quattro anni, sebbene il pieno sviluppo strutturale sia completo solo a sette anni. Questi cavalli sono più produttivi tra gli otto e i diciotto anni, e conservano forza e resistenza anche oltre i vent'anni. Una giumenta islandese che ha vissuto in Danimarca ha raggiunto l'età record di 56 anni, mentre un altro cavallo, che vive nel Regno Unito, ha raggiunto i 42 anni. I cavalli sono molto fertili, ed entrambi i sessi sono adatti per la riproduzione fino a 25 anni; le fattrici possono partorire anche all'età di 27 anni.

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    I cavalli tendono a non essere facilmente spaventati; tale atteggiamento deriva dal non avere predatori naturali in Islanda. Sono animali amichevoli, docili e maneggevoli, e al contempo entusiasti e sicuri di sé. A causa della loro isolamento da altri cavalli, non ci sono malattie nella razza all'interno dell'Islanda, ad eccezione di alcuni tipi di parassiti. L'assenza di malattie nel loro habitat naturale è mantenuta da leggi che impediscono ai cavalli esportati dal Paese di essere restituiti, e che richiedono che tutte le apparecchiature equine portate in Paese debbano essere nuove, non utilizzate o completamente disinfettate. Questo perché i cavalli indigeni non hanno alcuna immunità per le malattie: un focolaio sull'isola sarebbe devastante per la razza.

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    Storia

    Gli antenati del cavallo islandese furono probabilmente portati in Islanda tra l'860 e il 935 d.C. da gruppi di Vichinghi norvegesi, poi seguiti da colonizzatori provenienti da insediamenti norvegesi in Irlanda, sull'Isola di Man e sulle isole occidentali della Scozia. I nuovi coloni introdussero successivamente in Islanda quei cavalli che furono presumibilmente gli antenati di quelle che sarebbero diventate fuori dall'Islanda le razze Shetland, Highland e Connemara, e che vennero incrociati con animali importati ancora in precedenza.

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    Si ipotizza che il cavallo islandese possa avere avuto antenati comuni con la razza del pony Yakut, e vanno notate le somiglianze somatiche (e quindi una possibile origine comune) con il Nordlandshest norvegese e con altre razze come il Faroe del Isole Fær Øer e il Fjord. Intorno al 900 d.C. furono tentati incroci tra cavalli islandesi e di altre razze provenienti dall'Oriente come l'Arabo, ma il tentativo ebbe come unico risultato una degenerazione della razza islandese. Nel 982 l'assemblea Althing dell'allora Stato libero d'Islanda approvò Leggi che vietavano l'importazione di cavalli in Islanda, terminando di fatto possibili incroci con razze esotiche: per questo motivo la razza islandese è rimasta pura per oltre mille anni.

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    I cavalli, che i Vichinghi veneravano come simbolo di fertilità e che erano soliti sacrificare alle divinità, ebbero un ruolo importante nella mitologia norrena: Sleipnir, il leggendario cavallo a otto zampe di Odino, che era in grado di cavalcare tra i Nove mondi; Skalm, la prima giumenta islandese di cui ci è stato tramandato il nome, e che appare nel manoscritto anonimo medievale Landnámabók, il cosiddetto Libro dell'Insediamento secondo il quale un guerriero di nome Seal-Thorir fondò un insediamento nel luogo in cui Skalm si era fermato e sdraiato. I cavalli svolgono un ruolo chiave anche nella varie saghe degli islandesi, come la Saga di Hrafnkell Sacerdote di Freyr, la Saga del rogo di Njáll e la Saga di Grettir.

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    I cavalli erano spesso considerati il bene più prezioso dagli islandesi medievali: indispensabili per i guerrieri, quelli selezionati per la battaglia vernivano talvolta sepolti accanto ai loro cavalieri caduti in combattimento, e le saghe spesso raccontano le gesta di destrieri leggendari. Gli islandesi organizzavano lotte tra stalloni sia come forma popolare di intrattenimento che come momento di scelta dei migliori animali da allevamento, così come è stato descritto nella letteratura e nei documenti ufficiali del periodo dello Stato libero d'Islanda tra il 930 e il 1262 d.C. Questi combattimenti erano parte integrante della cultura autoctona.

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    La selezione naturale ha svolto un ruolo importante nello sviluppo della razza; un gran numero di cavalli sono morti a causa dell'esposizione agli elementi o della mancanza di cibo. Tra l'874 e il 1300 d.C., durante il Periodo caldo medievale, nel quale le condizioni climatiche erano molto più favorevoli, gli allevatori islandesi allevavano selettivamente i cavalli in base al colore e alla conformazione.

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    Dal 1300 al 1900, però, l'allevamento selettivo smise di essere una priorità, a causa dell'irrigidimento del clima e del conseguente peggioramento delle condizioni di vita. Tra il 1783 e il 1784, circa il 70% dei cavalli in Islanda morì di fame o per avvelenamento da cenere vulcanica a seguito dell'eruzione del Laki. L'eruzione, durata otto mesi, coprì di lava centinaia di chilometri quadrati di terreno, prosciugando o deviando diversi fiumi. La popolazione equina crebbe nuovamente, ma non così velocemente, nel secolo successivo, e in seguito al nuovo miglioramento delle condizioni di vita l'allevamento selettivo tornò ad essere importante. Le prime società di razza islandese furono stabilite nel 1904, e il primo Registro di razza in Islanda è stato fondato nel 1923.

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    I cavalli islandesi sono stati esportati in Gran Bretagna già prima del XX secolo per il lavoro di traino dei vagoni nelle miniere di carbone, grazie alla loro forza e alle dimensioni ridotte. Dell'esistenza di quegli esemplari rimangono poche tracce. Le prime esportazioni formali di cavalli islandesi avvennero nel 1940, verso la Germania. Le prime importazioni ufficiali in Gran Bretagna datano soltanto nel 1956, quando l'agricoltore scozzese Stuart McKintosh ne iniziò un programma di allevamento. Altri allevatori in Gran Bretagna seguirono l'esempio di McKintosh; la prima associazione per l'allevamento dei cavalli islandesi in Gran Bretagna nacque nel 1986.

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    Il numero di cavalli islandesi esportati in altre nazioni è in costante aumento sin dalle prime esportazioni della metà del XIX secolo. A partire dal 1969 numerose società hanno lavorato insieme per preservarli, migliorarli e commercializzarli sotto l'egida della Federazione Internazionale delle Associazioni del cavallo islandese. Al giorno d'oggi l'islandese permane una razza rinomata per la purezza della sua linea di sangue, ed è l'unica razza di cavallo presente in Islanda.

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    L'islandese è particolarmente diffuso in Europa occidentale, in Scandinavia e in Nord America: in Islanda ne vivono circa 80.000, a fronte di una popolazione umana di 317.000 residenti. Altri 100.000 equini sono presenti negli altri Stati e, di questi, 50.000 sono allevati in Germania.

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    Usi

    I cavalli islandesi giocano ancora un ruolo importante nella vita islandese, nonostante la crescente meccanizzazione e i miglioramenti stradali abbiano ridotto la necessità dell'uso della razza. La prima gara ufficiale tra cavalli islandesi è stata tenuta presso Akureyri nel 1874, e molte gare sono tuttora organizzate in tutto il Paese, sia di galoppo che delle andature particolari di questa razza.

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    Questi eventi vengono tenuti particolarmente nel periodo invernale. La prima mostra, incentrata sulla qualità degli animali come riproduttori, è stata svolta nel 1906. Alcuni cavalli vengono ancora allevati per la macellazione, e gran parte della carne viene esportata in Giappone. Gli agricoltori li usano ancora per guidare i greggi di pecore negli altopiani islandesi, ma la maggior parte sono utilizzati per cavalcare nel tempo libero.

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    Edited by belias94 - 10/5/2016, 18:05
     
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