PUSSY RIOT

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Juventina nel sangue!!!

    Group
    FOUNDER
    Posts
    39,697

    Status
    Anonymous

    634808035913802500Pussy_Riot




    PUSSY RIOT



    Pussy Riot è un collettivo punk rock russo, femminista e politicamente impegnato, attivo a Mosca, città che fa da palcoscenico ai loro flash mob e alle loro performance estemporanee, attraverso cui il gruppo dà espressione a provocazioni politiche nei confronti dell'establishment politico e istituzionale, su argomenti come la situazione delle donne in Russia, o, più recentemente, contro la campagna, e i presunti brogli elettorali, con cui, nel 2012, il primo ministro Vladimir Putin si sarebbe assicurato la rielezione a presidente della Russia.

    Nel mese di marzo 2012, tre donne del gruppo sono state arrestate con l'accusa di comportamenti violenti e oltraggiosi per aver messo in scena, nella Cattedrale di Cristo Salvatore, un'esibizione non autorizzata contro Putin. Rinviate a giudizio, sono state sottoposte a un processo penale dai tempi brevissimi, dalla fine di luglio 2012, desinato a concludersi poco dopo la metà del mese di agosto.

    Pussy-Riot-Faith-No-More



    Il loro caso ha attratto notevole interesse, sia in Russia, sia nella comunità internazionale, a causa delle accuse di trattamenti duri a cui sarebbero sottoposte durante la custodia, e per la minaccia incombente di una sentenza severa, fino a sette anni di detenzione, secondo le misure previste dalla leggi contro il dissenso varate di recente in Russia.

    La loro performance, tuttavia, ha guadagnato loro anche l'ostilità di una parte della società russa, che vi ha percepito un'offesa alla propria sensibilità religiosa e alle proprie tradizioni.

    Il 17 agosto 2012, ha avuto luogo la lettura della sentenza, durante la quale sono state dichiarate colpevoli rispetto ai capi d'accusa di cui erano imputate e condannate a una pena di 2 anni di reclusione, pari al minimo edittale.

    z11401252X,Zespol-Pussy-Riot-podczas-proby-w-Moskwie--17-lutego




    Performance e influenze

    Il loro costume usuale è costituito da indumenti vivacemente colorati, vestiti leggeri su collant, indossati anche quando il freddo è più intenso. Inoltre, per nascondere la propria identità, utilizzano un travestimento ottenuto calandosi sul viso dei balaclava colorati, indossati sia nelle esibizioni, sia nelle interviste, durante le quali dissimulano la loro identità utilizzando sempre degli pseudonimi al fine di tutelare l'anonimato. Il collettivo è composto da circa 10 artiste, oltre a una quindicina di persone che si occupano degli aspetti tecnici della ripresa e dell'editing dei video, ai fini della loro pubblicazione e diffusione attraverso la rete Internet. Tra le principali fonti di ispirazione, il collettivo cita gruppi musicali punk rock e Oi!, come Angelic Upstarts, Cockney Rejects, Sham 69, Era e The 4-Skins.

    WfmQDl



    Altre fonti dichiarate di ispirazione sono le band punk rock statunitensi Bikini Kill e il movimento Riot grrrl degli anni novanta. A tale proposito, hanno affermato: "quello che abbiamo in comune è l'impudenza, testi che si nutrono di argomenti politici, l'importanza delle tematiche femministe, e un'immagine femminile non-standard".


    Protesta anti-Putin nella Cattedrale di Cristo Salvatore

    Il 21 febbraio 2012, nell'ambito di una protesta contro la rielezione di Vladimir Putin, tre artiste del gruppo si sono introdotte nella Cattedrale di Cristo Salvatore, tempio della Chiesa ortodossa russa a Mosca e, dopo essersi fatte il segno della croce, hanno cercato di mettere in scena una canzone. In meno di un minuto, sono state scortate fuori dalle guardie. Le riprese della performance sono state poi usate per creare un video clip della performance.

    238448-pussy-riot



    La canzone mette in scena una sorta di preghiera punk, con un'invocazione a Theotókos (Madre di Dio, cioè la Beata Vergine Maria; in russo, Bogoroditsa), affinché "mandi via Putin". La canzone menziona anche il Patriarca russo Cirillo I, indicandolo come qualcuno che crede più in Putin che in Dio.


    Arresto e procedimento giudiziario
    Indagini e arresto

    Il 3 marzo 2012, a seguito di operazioni di indagine che hanno visto in campo reparti della polizia antiterrorismo, le autorità russe hanno arrestato due presunte appartenenti al gruppo, Maria Alyokhina (24 anni) e Nadezhda Tolokonnikova (22 anni), accusate di teppismo. Entrambe le donne hanno dapprima negato l'affiliazione del gruppo e hanno iniziato uno sciopero della fame per protesta contro il regime di detenzione. Il 16 marzo, è stata arrestata un'altra donna, Ekaterina Samutsevitch (29 anni), già ascoltata in precedenza come testimone del caso

    Pussy_5871067



    Sottoposte a interrogatori, le tre donne non hanno mai rivelato agli inquirenti i nomi delle altre componenti coinvolte nell'azione di protesta.


    Profilo delle accusate

    Maria Alyokhina, è studentessa al quarto anno dell'Istituto di giornalismo e scrittura creativa e ha esperienze di volontariato umanitario e di attivismo ambientalista con Greenpeace Russia. Ha 24 anni e ha un bambino. Ha svolto un ruolo attivo nel processo, contro-interrogando i testimoni e mettendo aggressivamente in dubbio la natura delle accuse e lo stesso procedimento.

    Yekaterina Samutsevich, di anni 30, è una programmatrice di computer interessata a tematiche LGBT. Si è diplomata alla Scuola di fotografia e multimedia "Alexander Rodchenko" di Mosca. A presenziare alle sessioni del processo vi era anche suo nonno, Stanislav Samutsevich.

    Nadezhda Tolokonnikova, di 22 anni, è una studentessa di filosofia all'Università statale di Mosca con un passato di attivismo politico nel gruppo di street-art Voina. È sposata con Pyotr Verzilov e ha una figlia di 4 anni.

    d7ac10cb6f10d822f53d05f1d935b84f




    Svolgimento del processo

    Dopo quasi tre mesi di detenzione, solo il 4 giugno 2012 è stato depositato un formale atto d'accusa nei loro confronti, composto di 2.800 pagine.

    Il 4 luglio, le imputate sono state improvvisamente avvisate che avrebbero dovuto concludere e presentare le loro memorie difensive entro il 9 luglio. In risposta, le tre donne hanno annunciato uno sciopero della fame, sostenendo che i pochi giorni assegnati dalla corte non erano sufficienti a elaborare una linea difensiva in grado di far fronte ai ponderosi atti d'accusa. Il 21 luglio, la corte ha prolungato di ulteriori sei mesi la loro carcerazione preventiva.

    1493222_20120808133857




    Dibattimento

    Il processo alle tre donne è iniziato a Mosca il 30 luglio 2012. Accusate di "teppismo premeditato realizzato da un gruppo organizzato di persone motivate da odio o ostilità verso la religione o un gruppo sociale" (ovvero, i cristiani ortodossi).

    L'accusa così formulata le espone alla possibilità di una condanna fino a sette anni di carcere, con un minimo edittale commisurato a due anni.

    img_606X341_pussy-riot-160812s




    Richieste dell'accusa

    Il 7 agosto 2012, durante la requisitoria avanti al Tribunale distrettuale di Mosca, il procuratore Alexander Nikiforov ha esplicitato le sue richieste, sollecitando la corte a pronunciarsi per una condanna a tre anni di detenzione. Il procuratore ha motivato la sua pretesa di condanna delle presunte ree con considerazioni basate sulla loro condotta, da lui valutata come un'offesa premeditata ai danni della confessione ortodossa, e come lesiva di tradizioni nazionali millenarie. Tale comportamento è stato aspramente stigmatizzato dal magistrato dell'accusa, che lo ha definito come socialmente pericoloso e fomentatore di un clima da guerra civile.

    Nonostante la durezza della comminazione, almeno se giudicata secondo gli standard dei paesi giuridicamente avanzati, la pena ventilata dal pubblico ministero è stata giudicata più mite rispetto alle attese e ai timori dei sostenitori delle tre donn. Dalla misura dell'eventuale pena, tuttavia, non verranno scontati i mesi di carcerazione preventiva già inflitti.

    L'8 agosto 2012, il processo è entrato in una breve pausa, che prelude all'emissione del verdetto finale: infatti, conclusi in pochi giorni le fasi procedurali e dibattimentali riservate all'accusa e alla difesa, il tribunale ha annunciato la pronuncia della sentenza per il successivo 17 agosto.

    Alyokhina-Yekaterina-Samutsevich-Tolokonnikova-EFE_ECMIMA20120817_0052_4




    Sentenza

    Il 17 agosto 2012, è iniziata la lettura del lungo dispositivo della sentenza durante la pronuncia della sentenza. Nel clima di attesa, si è creata un assembramento di persone nei pressi del tribunale distrettuale moscovita, con dispiegamento di una decina di autobus carichi di agenti in assetto antisommossa. L'innesco di tensioni e tafferugli ha portato all'arresto di esponenti dell'opposizione: Serghei Udaltsov, leader del Fronte della sinistra, e Gary Kasparoff, pluricampione del mondo di scacchi, proveniente dalla coalizione L'Altra Russia.

    La giudice Marina Syrova, incaricata della laboriosa lettura del lunghissimo dispositivo, ha dichiarato le tre donne colpevoli dei reati contenuti nei capi d'accusa formulati, con condanna delle ree a due anni di reclusione, in misura pari al minimo edittale. Il magistrato ha negato ogni connotazione politica alla sentenza, affermando che i motivi che stanno alla base del verdetto risiedono interamente nell'offesa che le tre donne, in maniera consapevole e premeditato, hanno perpetrato ai danni della confessione religiosa ortodossa, in maniera consapevole e premeditata. La pena inflitta non potrà essere diminuita dei mesi di carcerazione preventiva già scontati.

    nadia-tolokonnikova-1



    Gli avvocati della difesa si stanno attivando per avocare a sé stessi la custodia legale dei figli di due delle condannate, al fine di scongiurare il rischio concreto che i minori vengano ceduti in adozione dalle autorità russe.


    Commenti sulla sentenza

    Dopo la diffusione della notizia della sentenza, l'OSCE-Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, con sede a Vienna, ha espresso un giudizio negativo attraverso la rappresentante per la libertà di stampa, la bosniaca Dunja Mijatovic. Nel giudizio dell'OSCE, la sentenza da considerarsi come lesiva dei diritti fondamentali dell'uomo: «Le accuse di vandalismo a scopo religioso non possono essere utilizzate per limitare la libertà d'espressione. Le dichiarazioni, anche se provocatorie o satiriche, non dovrebbero essere soppresse e non dovrebbero essere condannate con la prigione»


    Reazioni

    Numerose sono state le reazioni pubbliche, di vario segno, sia sul piano interno, sia a livello internazionale.

    Tutti e tre le esponenti delle Pussy Riot finite sotto processo sono state riconosciute come prigionieri politici dalla Union of Solidarity with Political Prisoners (SPP).
    Amnesty International le ha nominate prigioniere di coscienza, in ragione della "severità della risposta delle autorità russe". Infatti, si fa notare, la Corte europea dei diritti dell'uomo è ripetutamente intervenuta per affermare che la libertà di espressione si applica non solo alle idee inoffensive, "ma anche a quelle che offendono, scandalizzano o disturbano lo Stato o settori della popolazione".

    pussy-riot-mccartn_2311864b



    Le accusate hanno ricevuto pubblico sostegno da molti artisti e personalità anglosassoni e di fama internazionale, come Anti-Flag, Corinne Bailey Rae, The Beastie Boys, Björk, Jarvis Cocker, Cornershop, Die Antwoord, Faith No More, Franz Ferdinand e Alex Kapranos, Peter Gabriel, Genesis, Peter Hammill, Kathleen Hanna, Zola Jesus, The Joy Formidable, Courtney Love, Madonna, Johnny Marr, Paul McCartney, Kate Nash, Yoko Ono, Peaches, Pet Shop Boys e Neil Tennant, Propagandhi, Iiro Rantala, Red Hot Chili Peppers, Refused, Rise Against, Patti Smith, Sting, Tegan and Sara, Pete Townshend. In Italia si possono annoverare tra coloro che hanno preso posizione in loro difesa Elio e le storie tese e Vasco Rossi. L'attore britannico Stephen Fry e Jón Gnarr, sindaco della capitale islandese Reykjavík ed ex stand-up comedian, hanno espresso il loro sostegno al gruppo.

    Alla schiera dei sostenitori, il 17 agosto 2012, si è aggiunto il movimento ucraino FEMEN, che, al centro di Kiev, ha messo in atto una performance dissacratoria a sostegno delle tre donne, che ha avuto come obiettivo un Crocifisso dedicato alle vittime dello stalinismo.

    post-3-13451989326723



    Il 31 luglio 2012, il Financial Times ha pubblicato un editoriale in cui si sostiene che quello delle donne è diventato una "cause célèbre internazionale", a causa del duro trattamento da loro ricevuto, che prevede, tra l'altro, l'isolamento dai parenti a cui si aggiunge, per due di esse, che sono madri, il diniego di incontrare i propri bambini.

    L'Unione europea ha fatto sentire la sua voce tramite l'Alto rappresentante per la politica estera e di difesa, Catherine Ashton, che ha espresso preoccupazione «per le irregolarità segnalate», «per le condizioni di detenzione» e per «la maniera in cui si svolge il processo, tenuto conto delle informazioni su atti di intimidazione contro gli avvocati, i giornalisti e gli eventuali testimoni».
    La rappresentante UE ha richiamato il paese al rispetto degli obblighi internazionali in materia di diritti civili e umani, invitando la Russia a garantire alle accusate un giusto processo.

    In Russia, alcune opinioni espresse da personalità prominenti sono state molto più severe.

    pussy-riot-default



    La Chiesa ortodossa russa, ad esempio, si è espressa sulla questione ai suoi massimi livelli: il 21 marzo, officiando la liturgia alla Chiesa della Deposizione della Veste di Mosca, il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Cirillo I, ha condannato severamente l'azione delle Pussy Riot's, bollandola come blasfema e demoniaca:

    «il Diavolo ci ha irrisi [...] Non abbiamo futuro se permettiamo che ci si prenda gioco di grandi luoghi sacri, e se alcuni vedono queste prese in giro come una sorta di valore, come un'espressione di protesta politica, come un'azione accettabile o uno scherzo innocuo».

    Il regista Nikita Mikhalkov, presidente dell'Unione dei cineasti russi, si è attestato su posizioni vicine al Cremlino, quando, in un'intervista, ha affermato che sarebbe felice di firmare una lettera aperta contro le Pussy Riot.

    F08965E967B84F5D1A3FF9140CBC



    La presa di posizione pubblica di Madonna in favore delle accusate, manifestata anche durante un concerto a Mosca, avrebbe seminato nervosismo tra molti funzionari dell'amministrazione russa[58], e innescato la reazione nervosa del vicepremier Dmitrij Rogozin, il quale, su Twitter, ha diffuso un testo che è stato interpretato dai media come un rozzo apprezzamento rivolto all'artista americana, in cui, pur senza mai citare esplicitamente la popstar, Rogozin faceva riferimento a una non meglio specificata donna, "in tournée all'estero", incline, a suo dire, come "ogni ex p.", a "dispensare in giro lezioni di morale".

    A fine giugno 2012, una crescente inquietudine sulla detenzione del trio in attesa del processo, e la preoccupazione su quello che veniva avvertito come un trattamento arbitrario ed eccessivo, ha portato alla redazione di una lettera aperta. Il documento è stato firmato da figure di spicco dell'opposizione, ma anche da personalità di segno diverso, come il direttore Fyodor Bondarchuk, supporter di Putin, o come gli attori Chulpan Khamatova ed Evgenij Mironov, entrambi apparsi in video in favore della rielezione di Putin.

    612d8f13



    La cantante pop Alla Pugachyova si è appellata, a nome delle donne, affinché le accusate fossero adibite allo svolgimento di servizi sociali, piuttosto che condotte in prigionia.

    Secondo il corrispondente della BBC, Daniel Sandford, "il loro trattamento ha causato profonda inquietudine tra molti russi, che – prendendo a prestito una frase dal processo del 1967 contro i Rolling Stones – percepiscono le donne come farfalle spezzate su una ruota".

    Nel luglio 2012, a sostegno del trio, il sociologo russo Alek D. Epstein ha pubblicato una silloge di opere di vari artisti russi, intitolata "Art on the barricades: Pussy Riot, the Bus Exhibit and the protest art-activism".

    All'inizio di luglio, prima che il processo avesse inizio, un sondaggio condotto a Mosca ha rivelato che metà degli interrogati si schiera contro il processo, mentre il 36 per cento si esprime a favore, con i rimanenti che si dichiarano indecisi. Chi li difende, perora la loro innocenza, insistendo sul fatto che, con la loro protesta, non intendevano procurare offesa.

    6830948903_eac4458732_z



    La crescente popolarità del caso giudiziario all'interno del paese, e la notevole visibilità raggiunta all'estero, sembrano aver procurato imbarazzo al presidente Vladimir Putin, per il possibile danno alla sua immagine pubblica internazionale.

    Secondo gli osservatori, il leader russo apparirebbe combattuto tra l'auspicio per una soluzione più morbida, che attenui l'esposizione mediatica della sua immagine, e l'esigenza di salvaguardare gli ottimi rapporti con le autorità religiose, non deludendo le aspettative della «sempre più invadente» Chiesa ortodossa russa, irrigidita su posizioni intransigenti di condanna, come quella espressa dalla persona dello stesso patriarca, Cirillo I.

    Un esempio di questo imbarazzo trasparirebbe da un atteggiamento che Vladimir Putin, in una determinata occasione, ha esibito al cospetto dei mass media internazionali. Interrogato a Londra, dove si era recato per assistere agli incontri olimpici di judo dei Giochi della XXX Olimpiade, il presidente russo ha risposto ai giornalisti auspicando, nei confronti delle tre indagate, una decisione improntata a clemenza.
    Ma vi è anche chi ha interpretato questo comportamento di Putin come motivato da null'altro se non dalla necessità di offrire un contentino in pasto all'opinione pubblica occidentale, mentre le tre ragazze rischiano una pena aspra con un minimo edittale di almeno due anni.

    116839696_2a8eabb3a8822c48b56756d0fb5ff7f4




    http://it.wikipedia.org/wiki/Pussy_Riot
    MP Email Web
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Juventina nel sangue!!!

    Group
    FOUNDER
    Posts
    39,697

    Status
    Anonymous

    Pussy Riot, online il nuovo brano anti Putin
    A pochi minuti dalla lettura della sentenza che ha condannato le Pussy Riot a due anni per teppismo e incitamento all'odio religioso, il Guardian ha pubblicato in esclusiva l'audio di un nuovo brano del gruppo punk dal titolo "Putin lights up the fires", di cui proponiamo un breve estratto

    Pussy Riot, online il nuovo brano anti Putin - VIDEO -




    Pussy Riot, la lettura della sentenza: colpevoli



    "Colpevoli di teppismo a sfondo religioso". È questo il verdetto per le tre ragazze del gruppo russo Pussy Riot, condannate a due anni di reclusione per la preghiera punk anti-Putin cantata nella cattedrale di Cristo Salvatore. È durata oltre due ore la lettura del verdetto da parte di Marina Syrova, presidente del tribunale Khamovnichesky a Mosca, dove si svolge il processo nei confronti di Nadejda Tolokonnikova, 22 anni, Ekaterina Samutsevich, 30 anni, e Maria Alekina, 24 anni







    Lombardozzi: ''Pussy Riot condannate, il pugno duro di Putin''


    Dovranno restare in carcere ancora un anno e mezzo. Le tre ragazze della band Pussy Riot sono state ritenute colpevoli dal Tribunale di Mosca. Una decisione che rivela la linea dura del Cremlino che ha voluto chiudere gli occhi di fronte alle mobilitazione del mondo intero a favore del trio. Dopo l'arresto di diversi attivisti, si temono altri disordini. La cronaca di Nicola Lombardozzi



     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Juventina nel sangue!!!

    Group
    FOUNDER
    Posts
    39,697

    Status
    Anonymous

    Pussy Riot: rischiano di perdere la custodia dei figli

    pussy-riot


    Polemiche, e molto altro per quanto riguarda le Pussy Riot. Dopo essere state condannate a due anni di carcere per aver cantato una canzone anti Putin davanti alla cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, due del gruppo punk russo potrebbero perdere la custodia dei figli.

    Nadezhda Tolokonnikova, 22 anni, e Maria Alyokhina, 24 anni sembra che stiano cercando di raggiungere un accordo per non vedersi portare via i bambini. Mark Feigin, avvocato di Tolokonnikova ha detto al Sunday Times:

    Per precauzione, abbiamo preparato tutti i documenti necessari per avere la custodia dei figli delle ragazze.

    Le due cantanti sono state condannate sia per teppismo che per incitamento all’odio religioso dal tribunale Khamovnichesky di Mosca.

    Le tre musiciste stavano cantando una preghiera contro il presidente russo che era all’interno della cattedrale Cristo Salvatore di Mosca. Secondo Ria Novotny, gli investigatori russi stanno cercando altre componenti della band. Come andrà a finire?




    Benedetta Guerra
    http://www.starlettime.com/flash-news/puss...custodia-figli/
     
    Top
    .
  4. Fr@ncesco
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Russia, liberata la Pussy Riot Maria Alyokhina



    bnTOvFMl



    È stata rilasciata oggi, in seguito all'amnistia approvata dalla Duma russa, Maria Alyokhina, una delle Pussy Riot. Lo riferisce l'avvocato Peter Zaikin all'agenzia Ria Novosti. LA PUSSY RIOT Alyokhina, che dall'agosto 2012 scontava due anni di prigione per una preghiera blasfema anti-Putin nella cattedrale di Mosca, in carcere a Nizhni Novgorod, «è stata liberata, tutti i documenti sono stati redatti e firmati», ha detto l'avvocato, e molto probabilmente già oggi tornerà a casa in treno. Probabile rilascio questo pomeriggio anche per Nadezhda Tolokonnikova, l'altra Pussy Riot che attualmente si trova in un ospedale carcerario a Krasnoiarsk in Siberia, secondo quanto dichiarato dal marito Piotr Verzilov all'agenzia Interfax.

    duTM9mgl



    'AVREI RIFIUTATO' «Se avessi potuto, avrei rifiutato la misericordia» di Vladimir Putin, ha sottolineato Maria Alyokhina, la Pussy Riot liberata oggi, definendo l'amnistia «Non un atto umano, ma profanazione». In base alla legge infatti, spiega, «non viene rilasciato nemmeno il 10 % dei detenuti», mentre le donne in cinta, incluse ufficialmente nel testo, sono per la maggior parte in carcere per reati gravi e dunque non ne beneficeranno. Approvata dalla Duma il 18 dicembre, l'amnistia dovrebbe vedere a breve anche il rilascio degli attivisti di Greenpeace della Arctic Sunrise, tra cui l'italiano Cristian D'Alessandro. Ma ha sollevato le critiche dei difensori dei diritti umani russi perchè «troppo ristretta»: coinvolge circa 25mila persone di cui solo una minoranza si trovano effettivamente in carcere. Appena rilasciata, Aliokhina non è partita subito per Mosca, ma si è recata al locale ufficio della ong «Comitato anti Tortura», un gruppo di avvocati difensori dei diritti umani, per discutere di una sua denuncia scritta in cella.

    V28HH1Fl



    PROPAGANDA La Pussy Riot Maria Aliokhina, liberata oggi dal carcere a Nizhni Novgorod, denuncia come una «farsa» l'amnistia lanciata dal presidente Vladimir Putin per i 20 anni della Costituzione russa e approvata la scorsa settimana dalla Duma. «Se fosse possibile rifiutare l'amnistia, l'avrei fatto personalmente» ha detto Aliokhina in un'intervista alla tv russa d'opposizione Dozhd all'uscita dal carcere, «perchè non credo sia un atto umanitario, ma una trovata pubblicitaria».

    hI96qFtl




    leggo.it
     
    Top
    .
3 replies since 18/8/2012, 14:44   332 views
  Share  
.
Top