L'aquila reale: foto e video

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    AQUILA REALE (Aquila chrysaetos)




    L'aquila reale (Aquila chrysaetos, Linnaeus 1758) è un uccello appartenente alla famiglia degli Accipitridi. Essendo la specie più comune, è diventato il rapace per antonomasia e finisce per essere chiamata molto spesso semplicemente aquila.


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    Descrizione

    Ha una lunghezza di 74 - 87 cm; la coda misura dai 26 ai 33 cm, con un'apertura alare di 203–240 cm.

    Il suo peso varia dai 2,9 kg, ai 6,6 kg; la femmina è del 20% circa più grande del maschio.

    Le sue parti superiori sono di color bruno castano, con penne e piume copritrici più pallide, le parti inferiori sono di color castano scuro, la testa invece è di color castano dorato. A questa caratteristica si riferisce il secondo nome "chrysaetos",che in greco vuol dire "aquila d'oro".

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    Il colorito varia a seconda dell'età e l'abito adulto viene completato a 5 anni di vita. Il giovane appena involato possiede un piumaggio bruno nerastro con evidenti macchie bianche a semiluna al centro delle ali e coda bianca bordata di nero; la livrea dell'adulto è bruna con spalle e nuca dorate (da cui il nome inglese "Golden Eagle", Aquila dorata). Il pulcino è ricoperto da un fitto piumino biancastro.

    In volo ha ali sollevate e spinte leggermente in avanti. L'Aquila reale è uno dei più potenti uccelli rapaci del mondo; la robusta struttura le consente di attaccare con successo prede spesso più pesanti di lei e nonostante la mole imponente possiede un volo assai agile.

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    Il piede ha le caratteristiche tipiche dei rapaci che si nutrono di mammiferi, con dita brevi e grandi artigli in grado di ferire le prede.

    Il forte becco le consente non solo di uccidere animali di taglia medio-piccola, ma anche di aprire carcasse di grandi animali già morti.

    Simbologia

    L'aquila reale riveste un ruolo molto importante nella storia della simbologia europea. Per i greci era un simbolo di Zeus, colui che ne rispecchiava i valori fondamentali. Il fatto che simboleggiasse il padre degli dei fece sì che i romani la scegliessero come emblema fin dai tempi della repubblica. Con la divisione dell'Impero in due parti decretata dall'imperatore romano Teodosio per i suoi figli, Arcadio che ebbe l'Oriente e Onorio l'Occidente, l'aquila romana da quel momento fu raffigurata unico corpo (impero romano) a due teste (oriente e occidente), come anche ora si può vedere in stemmi che si rifanno all'impero romano.

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    L'aquila verrà poi spesso ripresa da tutte le nazioni che vorranno emulare l'immagine di Roma e questo comportò quindi che essa venisse utilizzata da Carlo Magno, Napoleone, gli stati dell'Europa dell'est, Hitler, Mussolini e infine dagli USA.
    La valorizzazione dell'aquila venne portata avanti in seguito dalla Chiesa cattolica, che prese a sua volta spunto dal fatto che essa è simbolo di spiritualità (l'aquila è simbolo dell'evangelista Giovanni il più spirituale dei quattro).

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    Dante la riporta nel sesto canto del paradiso e ne innalza i valori. La sua strumentalizzazione nel corso della storia l'ha portata paradossalmente ad essere vista da alcuni come un'immagine negativa, in quanto utilizzata come simbolo dagli stati totalitari che devastarono l'Europa nel Novecento. Oggi, tuttavia, è usata comunque in molte aziende, società e paesi come simbolo di fierezza, nobiltà, divinità e orgoglio (oltre ad essere usata dagli allevatori per cacciar le volpi quando si avvicinano ai pollai) È inoltre simbolo dell'Arma Aeronautica Militare Italiana e di molti altri paesi. Ultimo tra gli stati in cui l'aquila compare nella bandiera nazionale è il Kazakistan, mentre l'Albania è detta appunto "Paese delle Aquile" e ne ha una stilizzata sulla bandiera.

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    L'aquila reale, in particolare, è il simbolo del comune e della città di Catanzaro, capoluogo della Calabria, la quale è detta anche "nido di aquile" per la posizione strategica che domina il golfo di Squillace. L'aquila di Catanzaro ha sulla testa una corona imperiale, si dice assegnata alla città da Carlo V in persona. È inoltre il simbolo della società sportiva romana S.S. Lazio, anche se a rigor di logica quella rappresentata sullo stemma della squadra biancoceleste dovrebbe essere non un'aquila reale ma la più rara, in Italia, aquila imperiale.

    Distribuzione

    Un tempo l'aquila reale viveva nelle zone temperate dell'Europa, nella parte nord dell'Asia, nel nord America, Nordafrica e Giappone. In molte di queste regioni l'aquila è oggi presente solamente sui rilievi montuosi, ma nei secoli precedenti nidificava anche nelle pianure e nelle foreste. È assente in Islanda e Irlanda dove è in corso un tentativo di ripopolamento con 35 uccelli rilasciati dal 2001. In Italia è presente sulla dorsale appenninica e sull'arco alpino, in rilievi della Sardegna e della Sicilia. Il limite nord dell'areale dell'aquila sono le Isole Svalbard (81°N)

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    l piumaggio del frammento di un aquila reale




    Ecologia


    Frequenta una vasta gamma di ambienti aperti o semi-alberati e la sua plasticità dal punto di vista delle esigenze ecologiche le ha consentito di colonizzare un ampio areale sia in Eurasia, sia in Nordamerica; in Italia è presente su tutte le più importanti catene montuose (Alpi, Appennino, monti sardi e siciliani). La Valle d'Aosta nello specifico offre all'Aquila reale vastissimi territori idonei; soltanto le aree più antropizzate ed i deserti nivali possono essere considerati inutilizzabili dalla specie, mentre le foreste, anche se troppo fitte per consentirle azioni di caccia, rappresentano fondamentali serbatoi di specie preda.

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    Ogni vallata della regione ospita almeno una coppia nidificante ed in totale i territori stabilmente occupati sono almeno 35, con un massimo ipotizzabile di 40. La densità delle coppie (territori ampi in media meno di 80 km²) e la distanza media che separa i settori di nidificazione (inferiore a 7 km) sono definibili come ottimali a livello alpino ed attualmente non è ipotizzabile un ulteriore significativo incremento della specie.

    La regolazione della densità dei rapaci avviene infatti con meccanismi naturali complessi e molto efficienti, che riescono a stabilizzare le specie intorno ai livelli compatibili con le risorse localmente fruibili (siti di nidificazione, abbondanza delle prede, competizione con altri carnivori); un'utile indicazione a questo proposito è data dal successo della riproduzione, elevato nelle popolazioni al di sotto delle capacità ambientali potenziali e decisamente ridotto nelle popolazioni più floride: in Valle d'Aosta negli ultimi anni il numero medio di giovani allevati dalle coppie controllate è risultato in effetti molto basso, come già verificato in altri settori delle Alpi.

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    Un territorio frequentato da una coppia di Aquile reali è solitamente composto da un sito di nidificazione con pareti rocciose ospitanti i nidi e da una serie di territori di caccia poco o per nulla boscati, localizzati di norma in posizione periferica rispetto al settore con i nidi. Questi ultimi sono collocati al di sotto dei territori di caccia estivi per agevolare il trasporto di pesanti prede ai giovani; i nidi non vanno quindi cercati in prossimità delle vette, ove spesso li vorrebbe la tradizione popolare, ma soprattutto intorno ai 1700–2200 m. Altitudini record di 2500–2700 m, segnalate per il passato in Valle d'Aosta, sono probabilmente conseguenti a ripetute persecuzioni ai danni di nidi situati in località più accessibili.

    Comportamento

    L'aquila ha a disposizione due modi per cacciare: all'agguato e in volo, solitamente cerca di sorprendere le prede. Di solito cacciano in due: un'aquila vola bassa per mettere paura alla preda e l'altra dall'alto cerca di catturarla.
    Durante il giorno l'aquila sta molto tranquilla, tranne nella parte centrale della giornata.
    Molte aquile hanno una tendenza a spostarsi verso le zone più calde.

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    Alimentazione

    L'aquila si alimenta di mammiferi ed uccelli, a seconda delle zone. In certe zone anche di rettili. Tra i mammiferi preferisce i roditori, lepri, marmotte, conigli selvatici e scoiattoli.
    Invece tra gli uccelli, si nutre soprattutto di galliformi e anche di carogne in inverno. Tra i rettili preda serpenti, tartarughe (che cattura e sfracella sulle rocce) e talvolta, se non trova di più, ramarri e altri sauri. Spesso i due partner cacciano insieme e giocano con la preda.

    I giovani devono consumare molto cibo, ma spesso solo un piccolo, il primo nato, sopravvive poiché si accaparra tutto il cibo.
    Anche se le leggende parlano di agnelli, volpi (ed in passato addirittura di bambini) sollevati dall'aquila, in realtà può trasportare al nido prede di medie dimensioni (ca. kg 1,5) come caprioli o cinghiali di poche settimane, solamente se la cattura è avvenuta in posizione sopraelevata rispetto al nido. Integra regolarmente la sua dieta con resti di animali rinvenuti morti (soprattutto ungulati vittime dei rigori invernali).

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    Riproduzione

    Fedeli per la vita, il maschio e la femmina di Aquila reale, una volta formata la coppia e conquistato un territorio, rimangono stanziali per molti anni costruendo nei dintorni, sulle pareti a picco dei dirupi o, più raramente, fra i rami degli alberi più alti, anche una decina di nidi scegliendo, di anno in anno, quello che sembra il più adatto. Sempre, però, i nidi sono costruiti più in basso rispetto all'altitudine di caccia, per evitare faticose risalite con la preda tra gli artigli.

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    Il controllo del territorio, che varia da 40 a 180 km quadrati, viene effettuato equamente tra maschio e femmina e, il più delle volte, si limita a manifestazioni aeree (voli a festoni, volteggi) lungo il confine del territorio stesso per segnalare alle altre aquile quali siano gli effettivi confini.

    Affascinante, invece, il volo del rituale di accoppiamento che avviene in marzo: la cosiddetta danza del cielo, che prosegue per vari giorni, vede impegnati entrambi gli individui in spettacolari evoluzioni che spesso la femmina compie in volo rovesciato mentre il maschio sembra piombarle sopra, o con scambi di preda in volo o giri della morte.

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    All'accoppiamento, che avviene sempre a terra, segue la deposizione delle uova (gennaio nelle zone più calde e maggio in quelle più fredde) solitamente due a distanza di 2 - 5 giorni l'una dall'altra. In questo periodo il maschio è poco presente, per ricomparire immediatamente alla schiusa (dopo 43 - 45 giorni di cova) per portare cibo sia alla madre che ai due piccoli dei quali, solitamente, solo uno sopravvive.

    Dopo due mesi i pulcini diventano aquilotti ed iniziano ad esercitarsi nel volo sul bordo del nido. Spiccano il primo volo a 75 giorni e dopo 160 - 170 dalla nascita diventano indipendenti: in questo periodo vengono portati dai genitori fuori dai confini del territorio natale e diventano nomadi fino a quanto, verso i 3 - 6 anni, ormai in grado di procreare, costituiranno un nuovo nucleo familiare.

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    Stato di conservazione

    L'aquila reale è in diminuzione in molte aree a causa di persecuzione; dov'è protetta è in aumento. È specie protetta ai sensi della legge 157/92[2].

    È presente in maggior parte, nelle Alpi (200 coppie di nidificati), negli Appennini (50 coppie), in Sicilia (10 coppie) e Sardegna (30 coppie).
    La popolazione è in lento aumento in Italia, Bulgaria, Turchia, Africa settentrionale, Penisola arabica, Cina, Ucraina e Scozia.

    La popolazione statunitense, canadese, giapponese, greca e scandinava ha registrato un maggiore incremento. In decremento sono le aquile di Spagna e Corea, mentre in Uzbekistan sembra prossima alla scomparsa. I principali fattori che colpiscono questa specie sono: il disboscamento, il bracconaggio e la cattura dei nidiacei.

    wikipedia.org/

    foto sul web

    Il miracolo della vita è sempre affascinante!
    In questo video possiamo cogliere il momento in cui un uovo di aquila reale si schiude ed il pulcino saluta la mamma ed i fratellini!
    Si tratta del terzo uovo della nidiata più famosa del web!




    Un occhiata al nido delle aquile (Live streaming!)



    CLICCA QUI PER LA WEB SULLE AQUILE



    Alcune Informazioni Utili:
    Il nido si trova in cima ad un albero di pioppo a circa 28/30 metri dal suolo ed è largo quasi 2 metri e profondo altrettanto; è stato costruito nel 2007 in sostituzione di uno precedente distrutto da una tempesta!
    Da quando le aquile fanno coppia fissa sono nati due aquilotti nel 2008, tre nel 2009, e altri 3 nel 2010
    Attualmente stanno covando delle uova deposte (primo uovo) il 23 Febbraio 2011, la cui schiusa è attesa approssimativamente per il 1 Aprile dello stesso anno
    E’ difficile capire la differenza tra maschio e femmina a meno che non siano entrambe nel nido
    La femmina è più grande del maschio e presenta una cresta sopra gli occhi che va più indietro rispetto al compagno, ed i suoi occhi sono circondati da un’ombra di grigio; il maschio ha una linea intorno agli occhi che li fa apparire più eleganti.

    Le telecamere sono 2 sono entrambe gestite dal Raptor Resource Project (RRP)
    Entrambi sono posizionate su dei supporti ad un paio di metri dal nido
    La camera principale è automatizzata ed addestrata a covare, e passa alla visualizzazione ad infrarossi di notte ed in condizioni di scarsa visibilità (trasmette 24/7 ), mentre l’altra ha una capacità pan-tilt-zoom (PTZ).

    Il compito di zoomare o comunque gestire la camera secondaria è affidato a Bob Anderson, direttore esecutivo di PRR
    Generalmente fa una carrellata intorno al nido tra le 9 e le dieci di mattina e comunque quando ritiene che ci siano attività interessanti nella zona
    Particolare attenzione viene posta al momento della deposizione delle uova e relativa covata e schiusa (da Febbraio in poi)

    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:07
     
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    Simooooooooooo che post stupendo.... bravissimooooooo :wub: :wub:
    la diretta video sull'aquila è straordinaria... momento per momento.
    Devo avvisare Lorella di questo post... ne sarà felicissima... lei adora le aquile.
     
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  3. Fr@ncesco
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    che meraviglia :wub:

    CITAZIONE
    Il miracolo della vita è sempre affascinante!

    verissimo... e non c'è distinzione fra uomo e animale in questo...
     
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    Stupendo meraviglioso e commovente
    grazie Simo
     
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    L'Aquila di mare



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    L'Aquila di mare dalla testa bianca non è solo uno dei più grossi rapaci della famiglia Accipitridae, ma è anche il simbolo degli Stati Uniti d'America dal 1782 e della 101esima Divisione Aviotrasportata dell'esercito americano.



    L'Aquila di mare dalla testa bianca (Haliaeetus leucocephalus Linneus, 1766) o Aquila calva è un grosso rapace della famiglia Accipitridae, diffuso in Nord America.
    È il simbolo degli USA dal 1782. È utilizzata anche come simbolo della 101esima Divisione Aviotrasportata dell'esercito americano.

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    Queste aquile sono in via di estinzione a causa dell'inquinamento e della caccia (molto spesso infatti vengono colpite accidentalmente durate la stagione della caccia), ma le leggi in vigore da ormai quarant'anni le stanno salvando!



    Descrizione

    Il piumaggio è nero, talvolta bruno, e la testa bianca. Tra le aquile è la più grande, raggiungendo i 110 cm di lunghezza e l'apertura alare di quasi 3 metri.
    La sottospecie H. l. washingtoniensis, diffusa in Alaska e in Canada, è più grande e i maschi, più grandi delle femmine, arrivano a 290 cm di apertura alare.
    La sottospecie H. l. leucocephalus, diffusa negli Stati Uniti centromeridionali, raggiunge i 270 cm, ma la femmina è più grande del maschio.

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    Incredibile ma vero, questi uccelli carnivori sono ghiotti di pesce e riescono a sollevare circa la metà del loro peso corporeo! Se catturano un pesce più pesante usano le ali per nuotare fino a riva!



    Biologia

    Alimentazione

    L'aquila di mare testabianca caccia diverse prede, anche per la distribuzione geografica: le popolazioni nordiche si nutrono di salmoni e trote, mangiando anche giovani renne, i piccoli lupi o le carogne, che conquista scacciando gli avvoltoi. In estate mangia anche serpenti (evitando i più velenosi) e lepri.
    La popolazione presente nelle aree meridionali pesca diverse varietà di pesci, attacca le anatre, i serpenti, i conigli e aspetta le migrazioni delle locuste.

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    In inglese il suo nome è "Bald Eagle" ma "bald" non deve essere inteso come "calvo", ma deriva da "balde" che significa appunto bianco, riferito al suo capo. Questo rapace può vivere fino a 30 anni e sue dimensioni sono assai notevoli. Pensate che può raggiungere i 110 cm di lunghezza e la sua apertura alare è di quasi 3 metri. Inoltre, gli esemplari più grandi non sono i maschi, bensì le femmine!



    Riproduzione

    L'aquila di mare testabianca cova 2-4 grosse uova, pesanti anche 750 grammi, da cui escono pulcini grossi quanto un pettirosso e totalmente bianchi. Spesso in una covata di tre o più uova, uno, più debole, muore. I genitori alimentano i pulcini con pesci e lucertole. I nidiacei imparano a volare a tre mesi d'età.

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    Distribuzione e habitat

    Distribuzione del rapaceQuesto rapace è esclusivo degli Stati Uniti d'America ma è presente con una popolazione di 15000-20000 individui anche in Canada.
    Nonostante sia il simbolo degli USA, questo grande rapace è stato a lungo cacciato per farne un trofeo o perché ritenuto dannoso, tanto da essersi quasi estinto nel 1920. Da allora, uccidere le aquile di mare dalla testa bianca è vietato dal governo e ora ne sopravvivono circa 80.000 in Alaska, Florida, Indiana, Colorado, Texas, California e, con qualche esemplare, in Canada e Irlanda.

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    wikipedia.org/




    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:08
     
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  6. Nesquik2
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    Non posso crederci! :wub:
    E' meglio del grande fratello! :lol:
    Adesso rimango qui a tenere d'occhio gli aquilotti e le loro avventure...
    Grazie Simone ^_^
     
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  7. onion75
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    Teneri^^

    Grazie per il video Simone.
     
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    grazie a voi, io non vedo l'ora quando i piccoli inizieranno a volare...

    Aquila urlatrice



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    L'aquila pescatrice africana o aquila urlatrice (Haliaeetus vocifer, Daudin, 1800) è un uccello rapace africano della famiglia degli Accipitridae

    Descrizione

    La "gridatrice" è un inconfondibile rapace dalla testa e la coda bianche, a prima vista somigliante a quella Americana. Non è l'aquila più grande né la più fiera del continente, ma è una delle più belle e certamente la più facile da vedere e da sentire: è stato detto che il suo grido potrebbe essere preso a simbolo dell'Africa selvaggia come e più dello stesso ruggito del leone.

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    Biologia

    L'aggettivo "urlatrice" è giustificato dalla sua particolare voce, una serie di suoni ravvicinati e non monosillabici, secondo Brown, il grido si può descrivere come una specie di uíí-à-íò-íò-íò, più acuto e stridulo del maschio, più potente nella femmina. Quando grida, piega la testa all'indietro e ritmicamente la muove su e giù. Il suo grido ha la funzione di mantenere il contatto con il partner, il quale risponde iniziando una sorta di duetto. I giovani, invece, tra i 3 e i 4 anni non sono in grado di urlare se non in modo discordato e interrotto.

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    Attacca con decisione qualsiasi altro uccello che sia riuscito a catturare un pesce per tentare di sottrarglielo, dal piccolo martin pescatore bianco e nero fino alla robusta mitteria, l'airone gigante e anche al falco pescatore.

    Distribuzione e habitat

    L'aquila urlatrice si può incontrare lungo le coste del mare, i fiumi e i laghi di quasi tutta l'Africa a sud del Sahara, esclusi i territori della Somalia, del Kenya settentrionale e di parte della Namibia e del Botswana. Frequenta anche i margini delle foreste e talvolta si spinge persino in montagna, fino a 3.600 metri.

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    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:09
     
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    Che spettacolo.... GRAZIIIIIIEEEEEEEEEEEEE!! :wub: :wub: :abbraccio:
     
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    La saggezza dell'Aquila



     
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    Aquila imperiale



    Aquila imperiale è il nome dato a due specie di aquile (considerate da alcune come sottospecie della stessa specie):

    Aquila adalberti, aquila imperiale spagnola.
    Aquila heliaca, aquila imperiale orientale.


    L'aquila imperiale spagnola (Aquila adalberti, C. L. Brehm, 1861) è un uccello della famiglia Accipitridae, imparentato con l'aquila imperiale.

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    Caratteristiche

    Lunghezza dai 75 ai 84 cm
    Peso dai 2,5 ai 3,5 kg.
    Questo grande rapace è imparentato con la specie che si trova in Europa Orientale, dalla quale si differrenzia per la testa e le spalle quasi bianche.

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    Distribuzione

    Nidifica in Spagna e Portogallo ed è in lieve aumento.

    Alimentazione

    Si nutre prevalentemente di conigli, ma anche di roditori, lepri, corvi e piccoli uccelli. E' stata quindi un'altra vittima indiretta dell'epidemia di mixomatosi che ha colpito i conigli negli anni '90.

    Status e conservazione

    La specie è stata dichiarata vulnerabile dalla IUNC.

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    Nel 2003 si sono accertate la presenza di 54 coppie, il parco nazionale di Doñana ha avviato un progetto per proteggere tale specie con effetti dal 2007. E' da considerarsi in aumento, con nuove nidificazioni in Spagna e Portogallo. Importante per la ricolonizzazione di nuove aree è stato il ruolo di centri recupero per la fauna selvatica come quelli del Grefa. Nonostante ciò la specie è ancora minacciata dalla scomparsa dell'habitat, da centrali eoliche e alta tensione


    L'aquila imperiale orientale (Aquila heliaca Savigny, 1809) è un uccello della famiglia Accipitridae.

    Caratteristiche

    Lunga sui 75 cm, colorazione scura con macchia chiara sulla nuca e bianco sulle spalle. I giovani presentano un piumaggio più chiaro

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    Distribuzione

    L'aquila imperiale è un uccello migratore. Nidifica nella penisola balcanica, fino alla Romania, Moldavia, Ucraina, Russia, Georgia, Iran, Armenia, Azerbaijan, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan, Mongolia e in alcune regioni della Cina. È svernante in Turchia, Grecia, Italia, subcontinente indiano, Cina, nella penisola Araba e nell'Africa orientale fino alla Tanzania.

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    Status e Conservazione

    La specie è stata dichiarata vulnerabile dalla IUNC[1][2], si stima che ci siano 1000-1500 esemplari in Europa e che anche in Asia la popolazione sia decrementando, al ritmo del 10% in tre generazioni. La specie è stata iscritta nell'appendice I e II del CITES ed è protetta in molti paesi del centro Europa.

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    wikipedia.org/

    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:10
     
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    Simbologia dell'aquila



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    In tutte le tradizioni l’aquila incarna la potenza cosmica. È il re di tutti gli uccelli, avendo il dominio assoluto dell’aria; è l’equivalente celeste del leone. Dalle sue qualità reali o presunte deriva la sua simbologia. Il suo librarsi verso l’alto nel cielo, fino ad altezze impossibili per l’uomo, lo rende simbolo di qualsiasi movimento ascensionale, dalla terra al cielo, dal mondo materiale al mondo spirituale, dalla morte alla vita. Elevandosi verso l’alto, può alimentarsi del fuoco superiore, presente in massima misura nel sole, con un conseguente ringiovanimento.

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    È infatti considerato un uccello solare, detto anche “uccello di fuoco”, per la sua capacità di sfidare il sole guardandolo senza bruciarsi e assimilando la potenza dai suoi raggi. L’aquila viene associata al serpente, che contribuisce al suo significato, formando una coppia di opposti complementari, dove l’aquila simboleggia la luce, il cielo, le forze superne, mentre il serpente è l’oscurità, la terra, le forze ctonie. L’aquila nutrendosi di serpenti incarna idealmente il trionfo del bene sul male.

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    Universalmente, gli dei, i grandi eroi, i re o capi si appropriano della sua forza scegliendola come loro attributo. Nelle tradizioni antiche vediamo ripetersi come una costante l’analogia dell’aquila come vittoria del bene sul male, dell’elemento olimpico su quello titanico. Un mito ellenico ci tramanda la leggenda dell’aquila, inviata dal dio olimpico Zeus a divorare il fegato del titano Prometeo, come castigo per aver rubato il fuoco agli dei per farne dono agli uomini. Nell’antica Grecia l’aquila è l’animale sacro a Zeus, che tradizionalmente è rappresentato seduto in un trono con al suo fianco un aquila dalle ali spiegate. In India, Garunda è l’aquila che serve da cavalcatura a Vishnu e illustra la vittoria del bene sul male.

    Nella tradizione irano-aria l’aquila è l’incarnazione della “gloria” dello hvarenò, come forza mistica e un potere dall’alto, che scende sui sovrani e sui capi, li fa partecipi della natura immortale e li testimonia con la vittoria. Infatti negli Arii, che vivevano ogni combattimento come lotta metafisica fra forze olimpiche e forze titaniche, considerandosi come milizia delle prime avevano come loro simbolo l’aquila.

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    Circa il concetto dell’immortalità è anche proprio degli antichi egizi. Solo una parte dell’essere umano è destinata ad una esistenza eterna celeste in stati di gloria, il cosiddetto Ba. Questa parte nei geroglifici egizi è raffigurata come aquila. Presso gli Irochesi, Oshadagea, la “grande aquila della rugiada”, è al servizio del dio del Tuono, Hino.

    Porta sulle spalle un lago di rugiada, con la quale innaffia regolarmente la terra, per permettere alla natura di proseguire la sua opera, anche dopo essere stata attaccata dagli spiriti maligni. Animale psicopompo, accompagna le anime nel loro viaggio dal mondo dei vivi al mondo dei morti. È anche un uccello augurale, di cui gli antichi interpretavano il volo.

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    misteri.it/

    Edited by belias94 - 9/5/2016, 11:10
     
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    Juventina nel sangue!!!

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    Che belloooooooooo l'aquila che va a posarsi sulla tartaruga :lol: :lol:
    Bravissimo Simone... questo post lo stai rendendo spettacolare :wub:
     
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122 replies since 9/4/2012, 16:53   38209 views
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