CREATURE MITOLOGICHE: I DRAGHI

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  1. Cesco
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    Una statua di drago a Lubiana, capitale della Slovenia. Si dice che scodinzoli ogniqualvolta una vergine gli passi vicino.


    « Un drago non è una fantasia oziosa. Quali che possano essere le sue origini, nella realtà o nell'invenzione, nella leggenda il drago è una potente creazione dell'immaginazione, più ricca di significato che il suo tumulo d'oro. »
    (John Ronald Reuel Tolkien)

    Il drago è una creatura mitico-leggendaria dai tratti solitamente serpentini o comunque affini ai rettili, ed è presente nell'immaginario collettivo di tutte le culture, in quelle occidentali come essere malefico portatore di morte e distruzione, in quella orientale come creatura portatrice di fortuna e bontà. Il termine deriva dal latino draco (nominativo), draconem (accusativo), a sua volta proveniente dal greco δράϰων (drakon), con l'omologo significato di serpente. L'etimologia del termine è stata spesso discussa: connesso col verbo δέρϰεσθαι (dèrkesthai) "guardare", probabilmente in connessione ai poteri legati allo sguardo di queste bestie o alla loro presunta vista acutissima. Nel sanscrito e nell'indiano antico: dragh-ayami, allungare (dizionario etimologico online di Ottorino Pianigiani).

    Fra gli animali realmente esistenti, a volte vengono chiamati "draghi" alcuni sauri, come il varano di Komodo, il drago barbuto e il drago d'acqua.

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    I draghi nella cultura antica

    Presso gli antichi Greci e, a seguire, presso i Romani, acquisirono questo nome tutte le specie di serpenti grossi ed innocui che potevano anche essere tenuti come animali domestici. Già con Omero si cita un "drago", un animale fantastico con una vista acuta, l'agilità di un'aquila e la forza di un leone, rappresentato come un serpente con zampe e ali, mentre Filostrato, nel 217 a.C., dissertava al riguardo di queste bestie ne La vita di Apollonio di Tiana (II, 17 e III, 6-8). L'animale è già presente nella mitologia greca in vari miti, come in quello del drago Ladone, padre delle Esperidi, ucciso da Eracle e posto nel firmamento nella costellazione del Draco, o del drago Pitone ucciso da Apollo.

    Ampie trattazioni sul drago sono presenti anche in opere di scrittori Romani come Plinio, nella sua Historia Naturalis, Gaio Giulio Solino e Pomponio Mela.

    Nella favola di Fedro La volpe e il drago, il mitologico animale appare per la prima volta come guardiano di tesori nascosti.

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    In Cina, i draghi sono da tempo immemorabile, assieme alla fenice, simbolo della famiglia imperiale. Il drago è divenuto quindi una creatura mitico-leggendaria presente nell'immaginario collettivo di molte culture, sia come essere malefico (il drago nella Bibbia simboleggia il male supremo, il diavolo) ma anche come guardiano e difensore di antichi tesori e luoghi magici e portatore di grandissimo sapere e conoscenza. Inoltre, non è infondato pensare che queste fantasie possano essere state alimentate dal ritrovamento di fossili di dinosauro, per l'epoca impossibili da spiegare altrimenti: per esempio, già nel 300 a.C., un misterioso fossile ritrovato a Wucheng, Sichuan, in Cina, è stato etichettato come fossile di drago da un tale Chang Qu.

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    Caratteristiche peculiari

    Quando parliamo di un animale frutto della fantasia umana, può sembrare inutile trattare degli attributi fisici e delle qualità di queste creature; sta di fatto, però, che data la vastissima diffusione di questi rettili alati all'interno delle culture di tutto il mondo, è possibile catalogare e registrare differenti specie, ognuna solitamente caratterizzata da tratti distintivi ricorrenti. In linea di massima possiamo intanto affermare che tipicamente il drago è visto come una creatura appartenente alla classe dei rettili, ha sangue freddo, è carnivoro e depone le uova (ovviamente esistono eccezioni). È possibile, a grandi linee, fornire due grandi metodi di distinzione per classificare questi animali fantastici: per classi (o famiglie) o per tipologie (o specie). Poiché i due metodi di raggruppamento non sono perfettamente sovrapponibili, è necessario esaminarli separatamente.

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    Famiglie di draghi

    Se un drago possiede grandi ali e non ha le zampe, è un Anfither. L'Anfither vive nell'America del Sud ed è anche chiamato Serpente piumato, perché è appunto ricoperto da piume. Il drago che ha invece due gambe ma niente ali si chiama Lindorm o Lindworm. Sono draghi che solitamente vengono rappresentati sugli stemmi araldici.

    I draghi con ali e due zampe si chiamano Viverne: anche questi sono animali araldici e compaiono in molti dipinti del Medioevo e del Rinascimento.

    I draghi che possiedono quattro zampe e due ali sono definiti generalmente come draghi occidentali, mentre i draghi con quattro zampe ma senza ali sono indicati col nome di draghi orientali.

    Ricordando il mito di Ercole, i draghi con più teste vengono comunemente definiti col nome di Idre.

    Un drago senza né ali né zampe (oppure con due zampe) ma con due teste è chiamato Anfisbena.

    Infine il knucker, un drago d'acqua dagli arti piccoli, che striscia non potendo volare per via delle ali troppo corte.

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    Tipologie di draghi

    Prima di approfondire le varie apparizioni di queste creature magiche nei vari Paesi, è opportuno fornire una prima distinzione generale sulle principali specie, per avere un'idea di quali sono le somiglianze ma anche le differenze dei draghi nelle culture di tutto il mondo. Il seguente elenco è ricco, ma comunque non totalmente esaustivo - la maggior parte delle informazioni qui presenti derivano principalmente da una rielaborazione di svariati testi più o meno dettagliati ed attendibili sull'argomento.

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    L'Amphitere Messicano è un dragone tipico delle zone dell'America Latina e del Messico. Si tratta di un enorme drago senza zampe e dalle ali piumate che veniva venerato dalle antiche popolazioni del continente americano, che gli elargivano doni e sacrifici dai tetti dei templi. Possiede inoltre una vista acutissima ed un soffio infuocato letale.

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    Una raffigurazione di un drago in Cina.



    Il Drago Asiatico è il tipico dragone orientale, dal corpo lungo serpentiforme, ricoperto da peluria e da squame, senza ali ma comunque capace di volare - anche se si dice che questi draghi possono farsi crescere delle ali se vivono abbastanza a lungo. Ha il muso da coccodrillo, il corpo da serpente, la criniera e gli artigli da leone; tipicamente possiede sul muso dei lunghi baffi filiformi e una cresta che lo percorre in tutta la sua lunghezza, lungo la schiena.

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    La Coccatrice, creatura simile ad un brutto pollo, anche se molto somigliante non è un drago. Diretta discendente del Basilisco, il serpente di appena 30 cm è caratterizzato da una macchia a forma di corona sulla testa, è nato dalla testa di Medusa decapitata e possiede un alito venefico in grado di trasformare i boschi in deserti. Dalla testa e le zampe di galletto e dal corpo squamoso, dotato di ali membranose, la Coccatrice rientra a tutti gli effetti invece nella famiglia delle Viverne. Una Coccatrice nasce quando un uovo deposto da un pollo di sette anni viene covato per altri nove da un rospo o da un serpente.

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    Il Drago d'India (detto anche Viverna) si divide principalmente in due sotto-specie: il drago di palude ed il drago di montagna. Entrambe le tipologie hanno le stesse caratteristiche fisiche, cioè due zampe e due ali, il corpo gigantesco e squamoso, una coda potentissima ed una gemma piantata nella fronte, ma mentre il primo è più lento e di colore nero, il secondo è più agile e socievole, con squame dorate ed una criniera color rosso fuoco. Le uova sono grandi e dure, di color grigio elefante. Nella prima religione Vedica, Vritra (dal Sanscrito: वृत्र (Devanāgarī) o Vṛtra (IAST)) “l'avviluppatore” era un Asura (un tipo di divinità combattivo ed assetato di potere) ed anche un "naga" o possibilmente una creatura simile ad un drago, personificazione della siccità e nemico di Indra. Vṛtra è tra l'altro conosciuto nei Veda come Ahi (serpente) e si diceva avere tre teste. Nella mitologia persiana, invece, era credenza che i draghi appena nati avessero il colore degli occhi della madre. Aži Dahāka è all'origine del moderno termine persiano azhdahā o ezhdehā اژدها (Medio Persiano Azdahāg) col significato di "drago", spesso per indicare un drago sopra i vessilli di guerra. Nel linguaggio Medio Persiano viene chiamato Dahāg o Bēvar-Asp, dove l'ultima parola significa "[colui che ha] 10000 cavalli." Molti altri draghi e creature simili a draghi, tutti malvagi, sono menzionati nelle scritture di Zoroastro (Vedi Zahhāk).

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    Il Dragone, gigantesca bestia serpentiforme dalla lingua triforcuta, era già famosa nella Grecia antica per la sua infinita saggezza, e spesso si diceva parlasse per bocca degli oracoli. Il mito della fondazione di Tebe contiene svariati dragoni: il dragone Pitone viveva presso una sorgente sul Parnaso, finché Apollo non lo trafisse con le sue frecce e trasformò il santuario della bestia nella sede dell'Oracolo di Delfi. L'Oracolo indicò a Cadmo dove fondare la propria città, e questi, incamminatosi presso il luogo indicatogli dall'Oracolo, si ritrovò presso una sorgente custodita da un Dragone. Sconfitta la creatura, la dea Atena disse a Cadmo di seminare i denti della bestia, e questi si tramutarono in guerrieri che iniziarono a combattersi a morte. I sopravvissuti aiutarono Cadmo a costruire Tebe. In seguito Atena diede alcuni denti del drago anche a Giasone per aiutarlo nella sua impresa alla ricerca del Vello d'Oro, sottratto ad un Dragone addormentato. Queste creature non hanno arti né ali, sono di solito giganteschi, e come i serpenti si avvolgono in spire. Le uova sono oblunghe e dorate.

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    Paolo Uccello: San Giorgio e il drago (particolare)



    Il Drago di Giaffa, mostro marino dall'aspetto simile a quello di una balena crestata e dalla lunga coda, è stato sconfitto a colpi di spada da Perseo di ritorno verso casa con gli stivali alati, mentre il drago avanzava per divorare la propria vittima sacrificale, Andromeda, legata ad uno scoglio. A poche miglia di distanza invece si trova la tomba di San Giorgio, santo patrono inglese. I crociati che combattevano a Giaffa sostenevano che il giovane aveva domato con la lancia un drago di palude (imparentato con quello di Giaffa ma "anfibio"), salvando la ragazza vittima sacrificale del mostro, che poi fu condotto in città dove gli abitanti lo uccisero. In Italia, il santo più noto per aver ucciso un drago, tanto da venir spesso rappresentato in tale atto, è San Mercuriale, primo vescovo e patrono della città e diocesi di Forlì. Altri santi alla cui figura è accostato il simbolo del drago sono, oltre a Giorgio ed all'arcangelo Michele, San Filippo, San Silvestro, Santa Marta (vedi più in basso alla sezione Tarasco), Santa Margherita, Santa Giustina ed i santi Giulio e Giuliano, il cui drago risiedeva nelle terre del lago d'Orta. L'esegesi di tali miti sembra univocamente interpretare il drago come rappresentazione di zone paludose e malsane, mentre i vari santi vittoriosi su di esso non furono altro che accorti personaggi che guidarono la bonifica dei vari territori teatro della leggenda.

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    Il Drago multiteste è, come suggerisce il nome, un drago con più teste serpentine attaccate allo stesso tronco. Il loro numero è variabile, ma di solito è di sette o nove. I primi nacquero dall'unione tra il multiteste Tifone e la donna-serpente Echidna. I figli dei due furono Chimera, dalla testa di leone e dal corpo di serpente-capra, Cerbero il cane a tre teste e l'Idra di Lerna, rettile con molte teste che verrà poi ucciso da Ercole, il quale sconfisse anche Ladone dalle cento teste e Scilla, dai tentacoli di piovra.

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    Un'antica immagine della Donna dell'Apocalisse e del Drago



    Per quanto riguarda gli arti, questo drago presenta quattro zampe e spesso un paio di ali.

    Alla stessa razza appartiene il Grande Drago Rosso dell'Apocalisse dalle sette teste coronate e dalle 10 corna, cacciato dal cielo dall'arcangelo Michele ed i suoi angeli. Esistono differenti versioni del modo in cui questi draghi si riproducono: alcuni affermano che depongano uova, altri invece che, come fanno ad esempio le stelle marine, perdano volutamente una delle loro teste dalle quali svilupperà autonomamente un altro drago – al contrario invece tagliare una testa di questa creatura ne fa sviluppare al suo posto altre.

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    Il Mushussu, rappresentato sulla porta di Ishtar a Babilonia, è conosciuto anche col nome di Sirrush ed era il guardiano e compagno degli dei. Questo drago dall'aspetto peculiare, alto quanto un cavallo, dal collo massiccio, con zampe anteriori da leone e posteriori da aquila, risale all'origine dei tempi, quando era compagno ideale di molti dei ed era sacro al dio Marduk che sconfisse Tiamat generando dal suo corpo il cielo e la terra. Nabucodonosor in onore al dio Marduk fece rappresentare il Mushussu sulle porte già citate e lungo la Strada Sacra. Il Mushussu è sempre stato visto come un drago docile e buono, dato il suo nobile lignaggio.

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    Pittura parietale raffigurante un piasa



    Il primo a parlare del Piasa fu il prete francese Jacques Marquette. Lungo il Mississippi, nel 1673, a lui ed al suo compagno Louis Joliet, capitò di scorgere due figure grottesche su degli scogli, descrivendole in seguito come bestie “grandi come un vitello, con corna di cervo, occhi rossi, una barba da tigre ed una spaventosa espressione. La faccia sembra quella di un uomo, il corpo è coperto di squame; la coda è così lunga da circondare tutto il corpo, passando sopra la testa e tra le gambe e termina come quella di un pesce”. Una tribù di Indiani Algonchini chiamò il mostro Piasa, “l'uccello che divora gli uomini”. Pitture rupestri del mostro furono rinvenute ad Althon, nell'Illinois.

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    Di tutta altra natura è invece il Serpente Arcobaleno, gigantesca serpe multicolore con creste sfarzose lungo tutto il corpo. Già seimila anni fa gli aborigeni australiani lo dipinsero come una bestia gigantesca che, strisciando sul terreno, creò monti, valli e fiumi. Aido Hwedo, invece, modellò l'Africa occidentale. Fu la prima creatura del dio Mawu ed ancora oggi secondo le tradizioni locali resta attorcigliata sul fondo dell'oceano a sorreggere il mondo. Un'altra leggenda vuole che un giorno, nel Tempo dei Sogni, un pescatore disturbò un Serpente Arcobaleno dormiente e che questi, adirato, causò il grande diluvio che sommerse la terra e distrusse villaggi. Le loro uova sono iridescenti ed a forma di goccia.

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    La Salamandra assomiglia alla sua omonima controparte reale: piccola, a quattro zampe, di forma simile ad un geco, nasconde però una saliva letale ed è invulnerabile alle fiamme. Si dice che il suo corpo sia così gelido che se si rotola nel fuoco, riesca perfino a spegnerlo. Le Salamandre inoltre producono un materiale peculiare, simile all'amianto per le proprietà ignifughe, chiamato “lana di Salamandra”. Le salamandre, a causa della loro saliva schiumosa altamente velenosa, possono portare la distruzione ad interi villaggi, avvelenando i frutti degli alberi su cui salgono o cadendo nelle pozze di acqua potabile rendendola venefica. Sono solite realizzare i loro nidi nel fuoco.

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    Serpente di mare, illustrazione dell'Historia de Gentibus Septentrionalibus



    I Draghi marini o Serpenti marini sono creature senza arti né ali che vivono in acqua, come si può evincere dal nome. Nuotano tenendo la testa crestata alta, e varie spire emergono dai flutti dietro di essi. Uno dei più famosi è quello riportato sulla mappa della Scandinavia di Olaus Magnus nel 1539: lungo 60 metri, si avvolge attorno ad una nave con un marinaio nelle fauci. Tali mostri marini sono stati avvistati sia nei mari del Nord che nell'Atlantico, ma anche nei laghi scozzesi ed in altre parti del globo.

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    Il Drago occidentale, noto anche come Drago occidentale standard, è forse il più noto e diffuso, tant'è che è probabilmente la prima immagine che ci viene alla mente sentendo la parola drago. Questo tipo di drago infatti è quanto di più classico ci possiamo aspettare: corna puntute, quattro zampe, ali membranose, aspetto da “lucertolone” e squame e scaglie su tutto il corpo, nonché l'innata capacità di sputare fuoco: questo grazie a delle ghiandole nella mascella inferiore che secernono fosforo. Quando il drago contrae queste ghiandole e spalanca la bocca, il fosforo si incendia a contatto con l'aria e la saliva emettendo la tipica fiamma. In modo simile l'insetto bombardiere può spruzzare getti bollenti sui propri predatori in natura.

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    Statua di Tarrasco.



    Ogni anno a Tarascona, in Francia, si celebra la vittoria degli antenati sul mostruoso Tarasco portando per le vie della città una bandiera con raffigurata la bestia. L'anfibio Tarasco, grande quanto un grosso bue, ha la testa di leone ed un corpo corazzato rigido e coperto da spuntoni, sovrastante il corpo squamoso. Ha sei zampe simili a quelle dell'orso e la coda di serpente. Il Tarasco ha come antenati il Leviatano, un mostro marino gigantesco citato nell'Antico Testamento (nel libro di Giobbe) e nell'Apocalisse, ed il Bonaso, una creatura bovina che uccideva grazie ai suoi escrementi di fuoco. Portatore di grossi danni, il Tarasco scatenò la rabbia del villaggio che invocò l'aiuto di Santa Marta. Questa si recò nel bosco e trovò il Tarrasco alle prese con la sua ennesima vittima, lo asperse con l'acqua santa, lo legò con la cintura e lo portò in città dove gli abitanti uccisero il mostro, e cambiarono il nome del paese da Nerluc a Tarascona per ricordare l'evento.

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    Fafnir, il drago tedesco che custodiva l'Anello dei Nibelunghi, e che Sigfrido, nella saga dei Volsunghi, uccise e mangiandone il cuore per poter capire il linguaggio degli uccelli, era a tutti gli effetti un Verme (Wurm o Wyrm). Sempre nella mitologia nordica è possibile trovare altri di questi dragoni: Niðhöggr che cerca di distruggere il mondo rosicchiando le radici dell'albero Yggdrasill. Altro mostro serpentiforme è Miðgarðsormr, figlio di Loki e della gigantessa Angrboða, gettato da Odino nell'oceano. Miðgarðsormr è talmente grande da riuscire a circondare tutta la terra e a mordersi la coda da solo. Abbocca all'amo di Thor, mentre quest'ultimo è a pesca; dopo una cruenta lotta il dio riesce a mettere in fuga il mostro. Jormungand è predestinato ad uccidere ed a essere ucciso da Thor al momento del Ragnarök. Uno dei draghi della letteratura tradizionale germanico-norrena che maggiormente descrive lo stereotipo successivamente accolto dall'immaginario popolare e dal fantasy è quello del poema anglosassone Beowulf: si tratta di una serpe alata, che sputa fiamme e custodisce un antico tesoro. Altra caratteristica del drago nella mitologia norrena è la sua capacità linguistica. Esso è in grado di parlare tutte le lingue, di cui si serve per mentire ed ingannare. Questi draghi, mastodontici lucertoloni solitamente senza ali e dai corpi allungati e sinuosi, sono la versione britannica del drago Occidentale: hanno squame dure come l'acciaio, denti affilatissimi e come i cugini possono sputare fuoco. Un altro Verme famoso fu quello che affrontò Beowulf ormai vecchio, morendo assieme a lui. Il Verme di Lambton e il Drago di Wantley furono entrambi uccisi da cavalieri, e la collina di WormHill prende proprio il nome dal Verme di Lambton. Re Artù adottò questa razza come suo stemma, ed i Vermi diventarono simbolo araldico dei re britannici.

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    Draghi dal mondo


    Draghi orientali
    Drago cineseLóng (Loong, o Lung)

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    Il Drago cinese è una creatura mitologica cinese che appare anche in altre culture asiatiche. È spesso collegato con la famiglia imperiale ed è molto diffuso nel folklore e nell'arte locali.
    Naga indianoNāgaUn drago serpentino comune a tutte le culture influenzate dall'Induismo. Ha spesso un cappuccio simile ai cobra e possono avere più teste a seconda del grado. Solitamente non hanno né braccia né gambe ma quelli articolati ricordano i draghi orientali.
    Drago indonesiano/maleseNaga o NogoDerivato dal Naga indiano, il credo nel drago Indo-Malese si è diffuso in tutta la Malesia attraverso l'induismo. La parola naga è sempre il termine malese comune per draghi in generale. Come la controparte indiana, il naga è considerato come una creatura divina, benevolente, e spesso associato con montagne sacre, foreste e alcune parti del mare.
    Drago giapponeseRyū
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    Simili ai draghi cinesi ma con tre artigli invece di quattro. Sono solitamente buoni, associati all'elemento acqua e possono esaudire i desideri.
    Drago KhmerNeak

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    I draghi Khmer 'Neak' derivano dal nāga indiano. Come la loro controparte indiana, i neak spesso presentano caratteristiche riprese dal cobra. Possono avere fino a nove teste, con l'incrementare del rango. Un numero di teste dispari rappresenta la mascolinità mentre un numero di teste pari la femminilità. Tradizionalmente, un neak differisce dai solitamente serpentini Makar e Tao poiché il primo possiede tratti da coccodrillo ed il secondo tratti felini. Una principessa drago è la protagonista del mito della creazione in Cambogia.
    Draghi coreaniYong (Mireu)Un drago dei cieli, praticamente identico al Lóng cinese. Come il lóng, lo yong e gli altri draghi coreani sono attribuiti solitamente all'acqua ed al tempo atmosferico. In coreano puro, è anche noto come Mireu.
    ImoogiUn drago degli oceani senza corna, di solito paragonato ai serpenti marini. Imoogi significa letteralmente "grande lucertola". La leggenda dell'Imoogi dice che il dio del sole ha dato all'Imoogi i loro poteri attraverso una ragazza umana, che sarebbe diventata un Imoogi il giorno del suo 17º compleanno. La leggenda dice anche che un marchio a forma di drago può essere visto sulla spalla della ragazza, rivelando la sua vera identità di Imoogi in forma umana.
    GyoUn drago di montagna. In effetti, l'ideogramma cinese usato per questo drago è lo stesso dell'Imoogi.
    Drago delle FilippineBakunawaIl Bakunawa appare come un serpente gigante che vive nel mare. I nativi del passato credevano che il Bakunawa causasse le eclissi di sole e di luna. Si diceva anche che durante certi periodi dell'anno, il bakunawa emergesse dall'oceano per ingoiare la luna intera. Per far sì che il Bakunawa non divorasse completamente la luna, i nativi uscivano di notte con pentole e padelle in mano a fare rumore per spaventare il Bakunawa e fargli sputare di nuovo la luna nel cielo. C'è anche ci dice che il Bakunawa possa uccidere le persone a distanza sotto contatto visivo immaginandone la morte.
    Drago VietnamitaRồng o Long
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    I corpi di questi draghi si piegano nella forma di 12 creste d'onda per simboleggiare i mesi dell'anno. Possono cambiare il tempo atmosferico e sono responsabili dei raccolti. Lungo tutta la schiena del drago vi sono delle piccole squame ininterrotte. La testa ha una folta criniera, baffi, occhi prominenti, una cresta sul naso ma non presenta corna. La mascella è ampia ed aperta, con una lingua lunga e sottile. Portano sempre con sé una châu (gemma/gioiello) nella bocca (un simbolo di umanità, nobiltà e conoscenza).
    Draghi Occidentali
    Drago catalanoDracI draghi catalani sono creature simili a serpenti con due zampe (raramente quattro) e, a volte, un paio d'ali. I loro volti riprendono quelli di altri animali. Possiedono un alito infuocato e velenoso, in grado di far marcire qualsiasi cosa.Víbria è il termine con cui si indica un drago femmina.
    Drago franceseDrago

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    La rappresentazione francese dei draghi percorre gran parte della storia europea, ed ha dato il nome anche ai dragoni (dragoon), un tipo di cavalleria.
    Drago sardoscultoneIl drago chiamato "scultone" o "ascultone" fece parte delle leggende tramandate in Sardegna per millenni. Poteva uccidere con lo sguardo, come il Basilisco viveva tra gli arbusti ed era immortale.
    Drago scandinavo e tedescoLindworm
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    I Lindworm (o Worm) sono draghi serpentiformi spesso associati, nell'araldica nordica e tedesca, con le viverne.
    Drago inglese e italianoVivernaTerni-Stemma.pngLe viverne sono comuni nell'araldica medioevale, solitamente raffigurati in posizione stante. È un drago provvisto di due ali che fungono anche da zampe anteriori quando si trova a terra e ha due zampe posteriori ed una lunga coda serpentiforme. Soprattutto si trova con frequenza in due culture: nella cultura medioevale italiana e in quella inglese. Una delle viverne più famose del folklore medioevale italiano è il Thyrus (nome in latino) o Tiro di Terni. Una terribile viverna che affliggeva il comune umbro nell'alto Medioevo. Un giorno un giovane e valoroso cavaliere, stanco di assistere alla morte dei suoi concittadini e allo spopolamento di Terni, affrontò il drago e lo uccise. Il comune da quel giorno in poi assunse la creatura nel proprio stemma cittadino. Lo dimostra anche la scritta in latino: "Thyrus et amnis dederunt signa Teramnis" che campeggia sotto il gonfalone del Comune di Terni. L'Italia e l'Umbria in particolar modo è sempre stato un territorio molto fertile per l'habitat di queste creature. Un'altra epopea narra di un altro drago che viveva ancora nelle zone dell'Umbria meridionale sempre vicino alle zone del ternano. La leggenda narra dell'esistenza di uno spaventoso drago che minacciava i luoghi intorno al paese di Fornole. S.Silvestro il famoso papa romano, giunto in Umbria liberò la popolazione fornolese dalla terribile ferocia del drago, rendendolo docile. Per ringraziamento la popolazione, devota al Santo, costruì nel corso del XIII secolo una chiesetta in cima al monte, proprio vicino alla tana del temutissimo drago. Nell'abside della chiesetta si trova un affresco che rappresenta l'iconografia del Santo.

    Ancora oggi la devozione a S.Silvestro è forte tra gli abitanti del paese.

    Drago galleseY ddraig goch ("il drago rosso")

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    Nella mitologia gallese dopo una lunga battaglia (alla quale assiste il re Vortigern) un drago rosso sconfigge un drago bianco sassone; Merlino spiega a Vortigern che il drago rosso simboleggia i Gallesi, mentre il drago bianco simboleggia i Sassoni — predicendo perciò la vittoria del Galles sugli inglesi. Il draig goch appare sulla bandiera nazionale del Galles.
    Draghi ungheresi (Sárkányok)ZomokUn grande serpente che vive nelle paludi, che uccide regolarmente maiali o pecore. Un gruppo di pastori può ucciderlo facilmente.
    SárkánykígyóUn gigantesco serpente alato, che in effetti è uno zomok cresciuto. Spesso serve da cavalcatura ai garabonciás (una sorta di mago). Il sárkánykígyó governa le tempeste ed il maltempo.
    SárkányUn drago in forma umana. Spesso sono giganti con più teste. La loro forza risiede nelle teste, e si indeboliscono mano a mano che le perdono. Nell'ungherese odierno la parola sárkány è usata per riferirsi in generale ad ogni tipo di drago.
    Drago slavoZmey, Zmiy, Zmij, змей, o Zmaj, o Drak, o Smok

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    Smok Wawelski dalla Cosmografia Universale di Sebastian Münster, 1544


    Simile al drago europeo convenzionale ma con più teste. Sputano fuoco e possono creare poderose turbolenze quando volano. Nella tradizione slava il drago rappresenta il diavolo. A specifici draghi vengono spesso dati nomi turchi (vedi Zilant più sotto), simboleggiando il sempiterno conflitto tra Slavi e Turchi. Comunque, nel folklore serbo e bulgaro, i draghi sono difensori dei raccolti delle loro terre, combattendo contro un demone distruttivo chiamato Ala, che colpiscono coi loro fulmini.
    Drago armenoVishapSimile al drago europeo comune.
    Drago siberianoYilbeganSimile ai draghi slavi.
    Drago rumenoBalaurI Balaur sono molto simili agli Zmey: enormi, con pinne e più teste.
    Draghi ciuvasciVere CelenI draghi ciuvasci fanno parte della mitologia pre-islamica della Ciuvascia.
    Drago asturianoCuélebreNella mitologia asturiana i Cuélebre sono serpenti giganti alati che vivono in cave dove sorvegliano tesori e xana (esseri simili a ninfe) rapite. Possono vivere per secoli ed in vecchiaia possono usare le ali per volare. Il loro alito è venefico e spesso uccidono bestiame per cibarsi. Il termine asturiano Cuelebre viene dal latino colŭbra, "serpente".
    Drago albaneseDraguaNella mitologia albanese i Draguas hanno quattro zampe e due ali da pipistrello, un unico coro sulla testa e grandi orecchie. Vivono nelle foreste, e non possono essere visti a meno che non lo vogliano. Un Dragua può vivere fino a cento anni e non può essere ucciso dagli umani. A seguito dell'invasione ottomana, i Dragua sono diventati protettori degli abitanti degli altipiani.
    Drago portogheseCocaNella mitologia portoghese Coca è un drago femmina che combatte San Giorgio, e perde la sua forza quando il santo le taglia un orecchio.
    Drago grecoDrakōn - δράκων
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    Cadmo che combatte il drago è un tipico racconto della mitologia greca risalente a prima del 560 – 550 a.C.
    Drago tataroZilant
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    Molto simile ad una viverna, lo Zilant è il simbolo del Kazan. Zilant è un derivato russo del tataro yılan, serpente.
    Drago turcoEjderha o EvrenIl drago turco secerne fuoco dalla coda e non c'è alcuna menzione nelle leggende riguardo alla presenza di ali o arti. In effetti, molti racconti turchi (ed in seguito islamici) riportano questi draghi come enormi serpenti.
    Drago della LituaniaDrakonasQuesto drago somiglia più ad un'Idra con più teste, anche se a volte appare con una testa sola.


    Cultura moderna e contemporanea

    In epoca romantica, specie in area germanica e anglosassone, cominciò a rifiorire l'interesse per la mitologia germanica. Questo interesse fu accompagnato da un moltiplicarsi di riedizioni del canto dei Nibelunghi e di sue rivisitazioni sceniche (la più importante: il ciclo drammatico-musicale L'anello del Nibelungo, di Richard Wagner). In queste la figura del Drago, sempre presente, assume progressivamente caratteristiche tipiche dell'odierno fantasy.

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    Attualmente i draghi sono diventati alcuni tra i protagonisti dei romanzi e giochi di tipo fantasy, seppur, specie in anni molto recenti, la loro figura sia stata pesantemente modificata rispetto a come venivano presentati nelle leggende classiche, infatti in genere nelle opere moderne si tende ad usare la figura del tipico drago del Medioevo europeo cui però vengono spesso attribuiti caratteri, alcuni ripresi dal suo "cugino" cinese (bontà d'animo, poteri di vario genere, saggezza eccetera), altri ripresi da altre creature mitologiche e altri totalmente inventati.

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    Grazie agli scritti di J. R. R. Tolkien (Lo Hobbit e Il Silmarillion) la passione per il fantasy (dalla letteratura al gioco) è largamente diffusa. In questo contesto la figura dei draghi risulta emblematica e fortemente radicata nell'immaginario collettivo. Molti scrittori di fantasy del XX e XXI secolo hanno poi scritto di draghi: Margaret Weis e Tracy Hickman ne Le Cronache di Dragonlance, Ciclo di Death Gate e ne Il ciclo della Pietra Sovrana; Licia Troisi nei suoi libri sul Mondo Emerso e nella saga La Ragazza Drago; Markus Heitz ha parlato di draghi nella sua ora Quadrilogia Dei Nani con i libri Le cinque stirpi, La guerra dei nani e La vendetta dei nani in cui alla fine del libro appare in circostanze misteriose quello che sembra un drago. Tra i giochi il più noto è sicuramente Dungeons & Dragons, ma anche Warhammer Fantasy e Warcraft. Un drago sui generis (per la precisione un drago della fortuna, ispirato in parte alla tipologia cinese) è inoltre uno dei protagonisti del romanzo La storia infinita di Michael Ende. Anche J.K.Rowling nella saga di Harry Potter ricorre alla figura del drago, in modo particolare durante il quarto capitolo della serie, dove rubare l'uovo del drago è una delle prove del torneo Tremaghi. Oltre a questo, c'è un'altra saga dove un drago anziché essere un personaggio secondario è un protagonista. Questa è quella di Christopher Paolini nominata la saga dell'eredità che comprende Eragon, Eldest, Brisingr e un quarto libro che è ancora in fase di scrittura.

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    Con un accento più fantascientifico, la scrittrice Anne McCaffrey ha dedicato un fortunato ciclo di romanzi ai Dragonieri di Pern. Sul pianeta Pern, anticamente una colonia terrestre, una casta di dragonieri cavalca veri e propri draghi, ottenuti con l'ingegneria genetica a partire da una forma di vita indigena, i quali oltre alla classica capacità di sputare fuoco possono viaggiare nello spaziotempo con il pensiero. Inoltre Alan Dean Foster (sceneggiatore di Alien) ha scritto e non ancora finito di narrare le avventure nel (Commewealth humanx) di (Flinx) ragazzo con potersi psi che ha come animaletto un minidrago alspiniano Pip. I minidradraghi hanno forma di serpenti alati dai vivaci colori molto agili e veloci nel volo arrivano dal pianeta (Alaspin) dove vengono temuti dato che il loro veleno che sputano con estrema precisione è un veleno corrosivo neurotossico sono onnivori non si possono catturare però essendo empatici primordiali - percepiscono le emozioni attorno a loro - possono decidere di instaurare un rapporto con un umano ma comunque mantengono una loro forte personalità non soggetta all'umano a cui decidono di legarsi. Pip inoltre per Flinx funziona come focalizzatore per i poteri erratici psi di Flinx.

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    Una parodia dei canoni mitologici sui draghi è rappresentata dal cartone animato italiano Grisù (1975).

    C'è anche un cartone animato americano, American Dragon, che parla di Jake Long, un tredicenne che ha il potere di trasformarsi in un drago. Il suo stesso nome, Long, in cinese significa drago. Nel cartone il ruolo principale del drago è quello di proteggere le altre creature magiche.

    Nel manga e anime Dragonball si parla di due draghi, Shenron e Polunga, che hanno il potere di esaudire qualsiasi desiderio. Per evocarli bisogna riunire sette sfere magiche, le Sfere del Drago appunto.

    Si deve citare inoltre Spyro the Dragon, la saga di videogiochi uscita su più piattaforme che ha come protagonista Spyro, un draghetto viola, creata da Insomniac Games con la trilogia formata da Spyro the Dragon, Ripto's Rage! e Year of the Dragon e che è poi proseguita con diversi altri capitoli pubblicati da Vivendi Games.

    In moltissimi videogiochi compaiono i draghi il cui ruolo può variare notevolmente da titolo a titolo, ecco alcuni esempi:

    In Dragon Valor si interpreta il ruolo di una dinastia di guerrieri votati alla distruzione dei draghi, questi sono esseri malvagi, veri e propri demoni infernali col solo desiderio di distruggere e uccidere.

    Nella serie di Final Fantasy i draghi sono in genere mostri casuali di alto livello, ovviamente malvagi. Alcuni però, come lo Shynryu o il Kaiser drago sono potenti Boss. Tuttavia esiste anche un drago positivo, ovvero Bahamut una creatura fiera e nobile che può essere evocato in battaglia per attaccare i nemici.

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    Nella serie di videogiochi Pokémon il tipo Drago è uno dei 17 presenti. I Pokémon Drago sono noti per la forza e la loro capacità di resistere ad altri tipi (sono vulnerabili solamente nei confronti degli attacchi Ghiaccio o Drago). Alcuni Pokémon di tipo Drago, tra cui Rayquaza e Giratina, sono considerati leggendari. Tra i Pokémon Drago ve ne sono alcuni di aspetto e carattere decisamente feroce come ad esempio Salamence e Hydreigon sono mentre altri hanno un aspetto più mansueto come Dratini, Bagon ed Altaria. Vi sono anche dei Pokemon che pur non appartenendo al tipo drago sono comunque classificabili come tali, ad esempio Charizard e Gyarados.

    In Drakengard si vive l'avventura di un ragazzo che si unisce a un drago per vendicarsi degli assassini della sua famiglia. Il drago in questo gioco è presentato come una creatura violenta, superba e a tratti sadica ma non necessariamente malvagia.

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    In Drakan invece si raccontano le gesta della guerriera Rynn e di Arok il drago. Pur esistendo draghi malvagi in genere sono considerati creature positive.

    In Lair, videogioco per Playstation 3, si parla di Ron, una Guardia Celeste, cioè un guerriero sacro che deve difendere il suo popolo cavalcando un drago. I draghi sono, nel gioco, creature violente, ma molto fedeli nei confronti dei cavalieri e arrivano a dare la vita per difenderli.

    Il gioco di ruolo The Elder Scrolls IV: Oblivion è ambientato in un luogo (l'impero di Tamriel, precisamente nella provincia di Cyrodill) dove i cittadini hanno un profondo rispetto per i draghi, anche se li temono. I draghi comunque nel gioco non sono presenti, il simbolo stesso dell'impero è un drago e una delle divinità dei cittadini è proprio un drago, Akatosh. Anche i culti che si distaccano da quello ufficiale riguardano i draghi (per esempio, le popolazioni nordiche adorano il dragone Ysmir, mentre gli adoratori di demoni venerano anche il drago Peryte). I draghi sono molto simili alle viverne italiane e inglesi, ma sono viste come esseri totalmente positivi, proprio come in Asia. Nel gioco i draghi non sono presenti (forse sono estinti, oppure in letargo), tuttavia il drago Akatosh in persona compare a fianco dell'eroe protagonista alla fine della storia principale per sconfiggere Dagon, un principe dei Daedra (i demoni del gioco). Il drago quindi salva il mondo dalla distruzione.

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    Nel gioco di carte collezionabili Magic the Gathering i draghi sono una categoria di creature, in genere appartenenti alla magia rossa. i draghi i Magic sono esseri violenti, crudeli bestiali e malvagi, vi sono comunque delle eccezioni seppur rare.

    Anche nel manga-anime-gioco di carte collezionabili Yugioh sono presenti molti draghi, che vengono identificati come esseri dai caratteri molto diversi tra loro: ci sono draghi violenti e selvaggi, ma anche draghi puri e giusti. In genere, comunque, i draghi sono tutti creature estremamente potenti. Tra i più famosi ci sono il Drago Bianco Occhi Blu, il Drago Nero Occhi Rossi, il Drago Metallico Occhi Rossi, il Drago Occhi Blu Supremo, e, tra i più recenti, il Glorioso Drago Dorato, il Drago Polvere di Stelle e molti altri. La lista è lunghissima e anche qui i draghi sono una categoria vera e propria.

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    Nel gioco di carte collezionabili Duel Masters, i Draghi sono (come gli Umani) creature appartenenti alla casata del Fuoco. Essi non hanno una classe vera e propria ma sono divisi in tante "famiglie": i Dragoni Alati Corazzati, per esempio, ed anche i Dragonoidi, singolari creature metà drago e metà uomo.

    Alla figura del drago sono stati anche ispirati diversi film, tra cui ricordiamo:

    Il drago riluttante di Walt Disney (1941)
    Elliott il drago invisibile di Don Chaffey (1977)
    Il drago del lago di fuoco di Matthew Robbins (1982)
    Il volo dei draghi di Jules Bass e Arthur Rankin jr. (1982)
    Dragonheart - Cuore di drago di Rob Cohen (1996)
    Dragonheart 2 - Una nuova avventura il destino di un cavaliere di Doug Lefler (2000)
    Merlino
    Harry Potter e la pietra filosofale di Chris Columbus (2001)
    Dungeons & Dragons - Che il gioco abbia inizio di Courtney Solomon (2002)
    Il Signore degli Anelli:le due torri
    Il regno del fuoco di Rob Bowman (2002)
    Il Signore degli Anelli:il ritorno del re
    George and the Dragon.
    Harry Potter e il calice di fuoco di Mike Newell (2005)
    Eragon di Stefen Fangmeier (2006)
    Dragon Wars di Hyung-rae Shim (2007)
    Percy jackson e gli Dei dell ' Olimpo - il ladro di fulmini
    Dragon Trainer di Chris Sanders e Dean DeBlois (2010)
    L'Apprendista Stregone

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    I "Dragonkin"

    Esistono al mondo persone che sentono il proprio spirito legato a quello di alcuni animali, arrivando alla convinzione di essere reincarnazioni di lupi, gatti, uccelli ed altro, sentendosi quindi legati a tali specie animali ed a tutto il mondo naturale in genere. Queste persone si definiscono “Otherkin” (dall'inglese: Other = altro e kin = amico stretto, fratello). Spesso però questo tipo di legame si verifica anche con creature mitologiche, come i draghi, per l'appunto. L'amore e l'interesse di alcune persone nei riguardi di questi animali fantastici ha portato alla creazione di una vera e propria filosofia di vita, per cui si ha la certezza che la propria anima sia di origine draconica: questi sono i “Dragonkin”.

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    Il Dragonkin è quindi una persona che crede, in un modo o nell'altro, di essere un drago, o comunque di stirpe draconica: avendo vissuto come draghi in vite precedenti, affermano di possedere ricordi appartenenti al passato. Inoltre, secondo il loro credo, la loro anima appartiene ad un drago. Solitamente un “dragonkin” non vede gli altri come “esseri inferiori che necessitino di essere distrutti”, dato che, dopotutto, la loro attuale famiglia, i loro amici ed il loro stesso corpo sono umani; in ogni caso, il dragonkin apprende il proprio stato tramite un processo chiamato “Risveglio”. Di solito è un processo che richiede del tempo, e permette al drago di riprendere possesso dei propri atavici ricordi. Spesso bersaglio di scherno su internet, queste persone si “difendono” con l'espressione FYIAD (acronimo per “Fuck you, I'm a dragon”), che ormai viene utilizzata largamente sulla rete un po' da chiunque, per chiudere qualsiasi argomento di discussione con una specie di “dì pure quello che vuoi tanto a me non interessa”.

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    http://it.wikipedia.org/wiki/Drago

    Edited by belias94 - 30/5/2023, 13:06
     
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  2. Nesquik2
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    Il drago è una creatura affascinante ^_^
    Se viene scritto un racconto fantasy, il drago non può mancare!
    E' possente e fiero.
    Nei grandi classici, il drago dev'essere sconfitto dal cavaliere che salva la donzella in difficoltà.
    Poi, a parte tutte le varianti, il nostro drago è quello delle leggende medioevali, non quello orientale.

    Hahaha! Sto dicendo un sacco di ovvietà! :lol:
     
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    Immagini fantasy di draghi



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    I draghi esistevano davvero?



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    Sentendo le frasi "drago sputafuoco", "aquilone volante", immaginiamo un'enorme creatura con grandi zampe artigliate, bocca sputafuoco, ali ampie e pelle ricoperta di scaglie. L'immaginazione dipinge tali immagini nella nostra testa senza un briciolo di dubbio che potrebbe essere diverso. Allora perché siamo convinti che i draghi abbiano questo aspetto se non li abbiamo mai visti?

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    Le leggende dei draghi si riferiscono alle cosiddette trame erranti che hanno costituito la base della creatività orale e scritta di tutti i popoli che abitano il nostro pianeta. Nelle leggende dei paesi europei, un mostro volante è l'incarnazione del male, ferendo le persone in ogni modo possibile, bruciando città e villaggi. In altre culture, ad esempio, in cinese, il drago, al contrario, è simbolo di ricchezza, forza e buon inizio. Nel Celeste Impero, un aquilone volante è associato all'acqua, è considerato la divinità dell'umidità e della pioggia, che significa vita. In suo onore si tiene l'annuale Duan-wu Dragon Boat Festival. Si ritiene che se propizi il drago in questo giorno, aumenterà le proprietà fertili della terra e invierà un buon raccolto.

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    Chi ha visto il drago per primo?
    Le prime menzioni registrate di questa bestia sono state trovate negli scritti dello storico greco Erodoto, risalenti al V secolo a.C. Lo scienziato ha testimoniato che un drago lungo 20 m viveva al largo della costa dell'odierna Crimea.C'era una cresta sulla testa del mostro e i suoi occhi rossi stavano bruciando. Il corpo era completato da una lunga coda e un ruggito penetrante proveniva dalla bocca dentata.

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    Insieme a queste informazioni negli annali, ci sono riferimenti al fatto che molti millenni fa, insieme alle persone, la Terra era abitata da enormi lucertole, simili nella descrizione ai dinosauri. Procedendo da ciò, gli storici hanno scritto che quando furono scoperti i resti di grandi rettili, gli abitanti immaginarono creature gigantesche con lunghe code e piccole teste, che sputavano fiamme.

    Saint-George-and-the-Dragon-by-Paolo-Uccello
    La prima menzione del drago nella cultura cristiana



    L'immagine del drago nella religione e nella cultura

    Antichi documenti scritti del drago hanno suscitato un grande interesse per il rettile a trentadue denti. L'immagine del drago si è da tempo affermata nella cultura, nella creatività e nella religione dei popoli.

    Quindi, nel cristianesimo, il drago è presente nella vita del grande martire Giorgio il Vittorioso. Dopo la sua morte, San Giorgio uccide un serpente con una lancia, che devastò la terra di un re pagano. Quando la sorte si disputò per dare alla figlia reale di essere fatta a pezzi dal mostro, George apparve a cavallo e trafisse il serpente con una lancia, salvando la principessa dalla morte.

    La trama del drago è molto diffusa anche nei testi religiosi ebraici. Il serpente dell'Antico Testamento che sedusse Eva divenne il primo della serie associativa dell'identificazione dei draghi con il male.

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    Nei secoli XIX e XX. c'è stata una desacralizzazione dell'immagine del drago. Operai d'arte, pittori, registi e scrittori iniziarono a interpretare ampiamente l'immagine di un serpente infuocato. Nell'era delle tecnologie informatiche, il drago è diventato un eroe dei giochi per computer, solo contenuti a tema di siti con anime.

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    Bellissimi e affascinanti i draghi! In questo periodo, particolarmente attuali, eh eh ;) :woot:
     
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    Le radici del mito dei draghi



    Anche Alessandro Magno diceva di averli combattuti e i naturalisti del Cinquecento ne hanno analizzato la morfologia. Davvero non sono esistiti? Alla scoperta delle radici del mito dei draghi.

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    Che abbia le squame o le piume, le zampe o le ali, i barbigli o le zanne, il drago è l’animale fantastico più raffigurato. Non c’è regione del pianeta che non conosca leggende legate alla sua figura. Come mai? Da dove hanno origine i miti che ne parlano? E, soprattutto, si tratta sempre di pura fantasia? In effetti c’è oggi anche chi ne dubita. «Mentre per animali sicuramente esistiti in Italia, come la lince o il castoro, mancano quasi del tutto testimonianze storiche, per il drago la letteratura è abbondante, segno che qualcosa di concreto probabilmente c’era», dice Fulco Pratesi, fondatore del Wwf Italia e cultore della materia.
    A parte i bestiari medievali, bellissimi ma frutto più di elucubrazioni filosofiche che di considerazioni scientifiche, sono soprattutto i trattati di scienze naturali del ’500 e del ’600 a riportare le testimonianze più impressionanti.



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    Ulisse Aldrovandi, medico e naturalista bolognese, descrive con dovizia di particolari un draghetto ucciso nei dintorni di Bologna nel 1572: senza ali e con due sole zampe, era lungo appena un metro. Ma sempre Aldrovandi riferisce che in Svizzera, nel 1499, «fu catturato un lunghissimo drago munito di orecchie», e che in Francia fu catturato e portato al re Francesco I «un drago alato».
    Una guida alle montagne svizzere, del 1723, sconsigliava di attraversare certi passi perché vi erano stati avvistati draghi. Un anziano di Lienz, per esempio, si era imbattuto sull’Alpe Commoor in un orrendo drago nero con striature gialle.
    Nella foto un esempio dei mostri catalogati da Aldrovandi nella sua “Monstruorum Historia” (1642). Il drago a destra non starebbe in equilibrio, ma questo non turbava i naturalisti dell’epoca.



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    Esistono centinaia di testimonianze, ma fino a che punto possiamo credervi? «Probabilmente si trattava di rettili più grandi del normale», dice Pratesi. «Sulle Alpi Marittime vive la lucertola ocellata, che può superare gli 80 cm di lunghezza. O ci si può imbattere nel colubro lacertino, un serpente che raggiunge i 2 metri». Nel 1689 lo storico sloveno Valvasor, accorso a vedere un “drago” ritrovato dopo un violento acquazzone, scrive: «Era lungo appena una spanna e aveva l’aspetto di una lucertola. In definitiva era un verme». La piena doveva aver trascinato a valle un proteo, una sorta di salamandra cieca e dalla pelle rosea che vive in caverna.



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    Anche in culture molto lontane dalla nostra, come quella assira, la figura del drago è presente. Qui compare inseguito dall’eroe Merodach.
    «Nel resto del mondo, una parentela con i mitici dragoni può essere riconosciuta ai varani, grandi lucertoloni africani e asiatici», spiega Pratesi. Il più imponente, il dragone di Komodo, misura oltre 3 metri e si nutre di cinghiali e cervi. Anche le innocue iguane possono avere alimentato la leggenda. E non mancano i draghi di mare, anche se è difficile pensare che col loro mezzo metro di lunghezza siano collegabili ai draghi acquatici.




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    Di certo è intervenuta anche la fantasia, trasformando antichi e sconosciuti scheletri di dinosauro in “ossa di drago”. L’inconscio ha poi fatto il resto: visto in origine come una creatura benefica, simbolo di fertilità, il drago ha poi acquistato immeritatamente una cattiva reputazione, diventando l’immagine del male che il cristiano deve estirpare.
    Così San Siro sconfigge il dragone che campeggia sullo stemma di Genova. San Leucio riduce in catene il drago di Atessa (Chieti). E per quello di Terravecchia, in Calabria, si scomoda nientemeno che la vergine Maria. Draghi morti insieme alle pestilenze di cui erano il simbolo.
    Nella foto, San Giorgio e il drago, in un noto dipinto di Paolo Uccello. Un altro ammazzadraghi fu Uberto Visconti che, secondo la leggenda, eliminò il biscione raffigurato nello stemma di Milano mentre divora un bimbo.




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    Proviamo a ricostruire un ritratto di drago, come se fosse effettivamente esistito. Bochart, “esperto” cinquecentesco, stabilisce chiaramente le sue caratteristiche: grandi dimensioni (fino a trenta metri), barba sotto mento e collo, tre ordini di denti, sibilo terribile. Che queste bestie possano non avere zampe è stato categoricamente smentito dal naturalista svizzero Konrad Gesner nel 1551: «Tutti i draghi hanno zampe». A differenza degli altri rettili, però, il drago è un animale a sangue caldo. Non si spiegherebbe altrimenti la sua capacità di adattarsi ai climi più diversi e di mantenersi in attività giorno e notte, in tutti i periodi dell’anno.




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    Il corpo è ricoperto da scaglie cornee lunghe una ventina di centimetri, più morbide su ventre e collo. Le loro sfumature di colore sono dovute al diverso contenuto di minerali, ma predominano il verde, il rosso, il blu, il nero e il dorato. Nel 1449, per esempio, l’intera città di Canterbury fu testimone dell’epico scontro tra un drago rosso e uno nero.





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    Curiosamente, la muscolatura draghesca non consente la corsa. In compenso tutti i draghi, a parte quelli orientali, hanno le ali.
    Ma per sostenere una bestia di quella mole le ali dovrebbero essere larghe 200 metri, anche supponendo che le ossa siano cave e quindi leggere come quelle degli uccelli. Come se la cavano, qui, i sostenitori della reale esistenza dei draghi? Peter Dickinson, ne ha “scientificamente” trattato in un libro le caratteristiche fisiologiche dei draghi, ha ipotizzato che le ali servano in realtà solo per manovrare, e che il drago si sollevi come un dirigibile, “gonfiandosi” con un gas più leggero dell’aria, l’idrogeno, liberato da una reazione chimica nel suo stomaco.
    Quando poi questo gas infiammabile venisse esalato, potrebbe essere incendiato usando i denti come pietre focaie: ecco spiegate anche le fiammate. L’idea non è così peregrina: dopotutto le mucche producono metano, un gas altamente infiammabile




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    I draghi più piccoli sono chiamati anche basilischi. Hanno corpo affusolato, zampe tozze e una cresta sulla testa. Nonostante siano lunghi appena un metro, il fiato di questi draghetti è terribilmente distruttivo: incendia i campi e avvelena i ruscelli. Ma l’arma più letale del basilisco è lo sguardo: una sua occhiata uccide all’istante.
    Attenzione anche a infilzarlo. Il sangue del basilisco, come di molti draghi, è così corrosivo da sciogliere spade e armature. E scioglie anche la carcassa del drago, spiega Dickinson per giustificare la mancanza di ritrovamenti fossili.




    dragonologia
    Una fantasiosa ricostruzione che prende spunto dal volume “The Book of the Dragon”. Sul mappamondo sono mostrate le rotte seguite dalle coppie di draghi dopo lo sposalizio.
    Nella cartina sottostante gli habitat preferiti dalle varie specie e sottospecie di draghi (Italia e Grecia sono privilegiate per la loro ricchezza mitologica). Nel disegno in basso, infine, la composizione della caverna di un drago sputafuoco: la struttura familiare, come si intuisce, è matriarcale.



    scheletro
    Per poter volare, un rettile dovrebbe avere spalle ampie, dove ospitare i muscoli alari, e ossa cave per essere più leggero.
    Secondo la leggenda, invece, la riproduzione come avviene? Dopo l’accoppiamento, la femmina depone un singolo uovo, grande pressappoco quanto uno di struzzo. Alla nascita il piccolo può essere scambiato per un lucertolone, ma a nove mesi le sue dimensioni sono già quelle di un grosso cane.
    Sempre secondo la leggenda, i draghi vivono a lungo, 500 o anche 1000 anni




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    I draghi di Game of Thrones potrebbero davvero volare?



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    Se siete tra i milioni di appassionati della saga di Game of Thrones, vi sarete probabilmente chiesti almeno una volta come potrebbero essere, dal vivo, i draghi volanti della regina Daenerys Targaryen e del suo antenato Aegon, Signore di Roccia del Drago.

    L'ingegnere aeronautico, Guy Gratton, in un articolo sul sito di divulgazione scientifica iflscience.com è andato oltre e si è domandadato se i grandi rettili, protagonisti della serie tv, in base alle leggi della fisica, potrebbero davvero spiccare il volo. Ecco la risposta...

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    LE MISURE DEL DRAGO. Gratton inizia stimando le dimensioni dei draghi di Game of Thrones a partire dalle misure della regina Daenarys, che nella trasposizione televisiva del ciclo di romanzi Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin, è alta circa un metro e 60 cm per un peso approssimativo di 60 Kg.

    I draghi sono quindi lunghi circa otto volte la regina coda inclusa e dovrebbero pesare all'incirca 2,6 tonnellate. Le loro ali sono lunghe 8 metri e larghe 4, con una superficie portante complessiva di 64 metri quadri. Una serie di complicati calcoli di meccanica dei fluidi e di dinamica del volo, permettono a Gratton di arrivare alla conclusione che, per poter volare, i draghi di Game of Thrones dovrebbero muoversi in un'atmosfera 10 volte più densa di quella terrestre.



    L'ATMOSFERA GIUSTA. Secondo lo scienziato l'aria di Westeros (il Continente Occidentale del Mondo Conosciuto nella serie tv) potrebbe essere effettivamente più ricca di ossigeno rispetto a quella terrestre: secondo i suoi calcoli dovrebbe contenerne circa il 30%, contro il 21% di quella che respiriamo normalmente.
    Secondo questi dati, sarebbe un ambiente comunque vivibile per gli umani, ma molto più facilmente infiammabile: questo giustificherebbe le grandi fiammate emesse a comando dai draghi.

    Un'atmosfera con il 30% di ossigeno, però, non sarebbe comunque sufficientemente densa per permettere ai tre rettili di spiccare il volo. Lo scienziato ipotizza, quindi, che l'aria di Westeros sia ricca di argon, un gas inerte molto abbondante sulla Terra e con una densità del 42% superiore a quella contenuta nel nostro azoto. Secondo i calcoli di Gratton, se l'atmosfera di Westeros fosse composta al 30% di ossigeno e al 70% da argon, mantenuta a una pressione di circa 7 atmosfere, permetterebbe effettivamente ai draghi di decollare e volare come rondini.

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    TUTTO SI SPIEGA. Quindi la risposta è sì! Secondo le leggi della fisica i draghi di Games of Thrones potrebbero volare a Westeros. Tuttavia, questo mix di gas agirebbe come un blando narcotico sul cervello degli abitanti di questo mondo, e proprio questo effetto collaterale, secondo l'autore, spiegherebbe molti dei comportamenti irrazionali e aggressivi dei suoi abitanti.

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