Papa Giovanni Paolo II

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    « Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l'uomo. Solo lui lo sa! »
    (Papa Giovanni Paolo II. Omelia della messa di inaugurazione del pontificato, 22 ottobre 1978.)



    Papa Giovanni Paolo II, nato Karol Józef Wojtyła[?·info] (in latino: Ioannes Paulus II; Wadowice, 18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 aprile 2005), è stato il 264º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (il 263º successore di Pietro) e sovrano dello Stato della Città del Vaticano (accanto agli altri titoli connessi al suo ruolo). È stato eletto papa il 16 ottobre 1978. A seguito del processo di canonizzazione, ancora in corso, gli è stato conferito il titolo di servo di Dio il 2 aprile 2007 ed è stato proclamato venerabile il 19 dicembre 2009. Il 1° maggio 2011 sarà proclamato beato.

    Primo papa non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi dell'olandese Adriano VI (1522 - 1523), è stato inoltre il primo pontefice polacco, e slavo in genere, della storia.

    Giovanni Paolo II intraprese sin dal principio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il comunismo e l'oppressione politica, ed è considerato uno degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, già controllati dall'ex Unione Sovietica. Combatté la Teologia della Liberazione, intervenendo ripetutamente in occasioni di avvicinamenti di alcuni esponenti del clero verso soggetti politici dell'area marxista. Stigmatizzò inoltre il capitalismo sfrenato e il consumismo, considerati antitetici alla ricerca della giustizia sociale, causa di ingiustificata sperequazione fra i popoli e, per taluni effetti, lesivi della dignità dell'uomo. Nel campo della morale, si oppose fermamente all'aborto e confermò l'approccio tradizionale della Chiesa sulla sessualità umana, sul celibato dei preti, sul sacerdozio femminile.

    I suoi più di 100 viaggi in tutto il mondo videro la partecipazione di enormi folle (tra le più grandi mai riunite per eventi a carattere religioso). Con questi viaggi apostolici, Giovanni Paolo II coprì una distanza molto maggiore di quella coperta da tutti gli altri papi messi assieme. Questa grande attività di contatto (anche con le generazioni più giovani, con la creazione delle Giornate Mondiali della Gioventù) fu da molti interpretata come segno di una seria intenzione di costruire un ponte di relazioni tra nazioni e religioni diverse, nel segno dell'ecumenismo, che era stato uno dei punti fermi del suo papato.

    Sul piano dei rapporti con l'Italia, i viaggi sottolinearono l'intenzione di separare l'aspetto politico da quello religioso, come il Pontefice stesso tenne a sottolineare, due anni dopo la revisione del Concordato, nel 1986, a Forlì, ricordando che il precedente papa a visitare quella città era stato Pio IX, in veste anche di capo di Stato: "Da allora, la situazione politica è profondamente mutata, ed è stata come tale ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa".

    Papa Wojtyła beatificò e canonizzò molte più persone di ogni altro pontefice: si calcola che le persone da lui beatificate (all'11 ottobre 2003) siano state 1338 e canonizzate (sempre ad ottobre 2003) circa 482, mentre i predecessori nell'arco dei quattro secoli precedenti hanno proclamato soltanto 300 santi.

    Il 14 marzo 2004 il suo pontificato superò quello di Leone XIII come terzo pontificato più lungo della storia (dopo quello di Pio IX e quello tradizionalmente attribuito a Pietro apostolo).


    Biografia

    Le origini

    Karol Józef Wojtyła (IPA: /ˈkarɔl ˈjuzef vɔjˈtɨwa/) nacque il 18 maggio 1920 a Wadowice, nel sud della Polonia, terzo figlio di Emilia, nata Kaczorowska (1884) e di Karol Wojtyła senior (1879) ex-ufficiale dell'esercito asburgico. Da giovane veniva chiamato dagli amici e dai familiari "Lolek".

    Sua madre Emilia morì nel 1929 per insufficienza renale e una malattia cardiaca congenita. Quando Karol, che aveva 9 anni, seppe della notizia disse: «Era la volontà di Dio». Suo fratello maggiore, Edmund, di professione medico, noto anche come Mundek, morì nel 1932 per aver contratto la scarlattina all'età di 26 anni, da un paziente. La sorella Olga, invece, era morta poco dopo la nascita nel 1914 prima ancora, dunque, che Karol nascesse. Dopo la morte della madre Emilia, suo padre, un uomo molto religioso, si impegnò con tutte le forze per poter far studiare il figlio Karol.

    La sua gioventù venne segnata da un intenso rapporto con l'allora numerosa e viva comunità ebraica di Wadowice.


    Università

    Nell'estate del 1938 Karol Wojtyła insieme a suo padre lasciò Wadowice per trasferirsi a Cracovia, dove si iscrisse all'Università Jagellonica nel semestre autunnale. Nel suo primo anno studiò filologia, lingua e letteratura polacca. Prese anche lezioni private di francese.

    Lavorò come bibliotecario volontario e fece l'addestramento militare obbligatorio nella legione accademica. Alla fine dell'anno accademico 1938-1939, impersonò il ruolo di Sagittarius nell'opera fiabesca The Moonlight Cavalier, prodotta da una compagnia teatrale sperimentale. Iniziò nel frattempo lo studio delle lingue, che lo portò poi a conoscere e parlare 11 idiomi diversi: polacco, slovacco, russo, italiano, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, ucraino e inglese, oltre ad un'ottima conoscenza del latino ecclesiastico.

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    La casa natale di Wojtyła a Wadowice.



    La seconda guerra mondiale

    Nel settembre del 1939 la Germania invase la Polonia e la nazione fu occupata prima dalle forze naziste e poi da quelle sovietiche. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Karol e suo padre fuggirono da Cracovia verso est, insieme a migliaia di altri polacchi. Durante la marcia dovettero a volte rifugiarsi dentro delle fosse, per nascondersi dai velivoli della Luftwaffe. Dopo avere camminato per 200 chilometri seppero dell'invasione russa della Polonia e furono obbligati a ritornare a Cracovia.

    Nel novembre, 184 accademici dell'Università Jagellonica furono arrestati e l'università venne chiusa. Tutti i maschi abili furono costretti a lavorare. Nel primo anno di guerra Karol lavorò come fattorino per un ristorante. Questo lavoro leggero gli permise di continuare gli studi e la carriera teatrale e di mettere in pratica atti di resistenza culturale. Intensificò inoltre lo studio del francese.

    Dall'autunno del 1940 Karol lavorò per quasi quattro anni come manovale in una cava di calcare. Il padre morì nel 1941. Nel 1942, entrò nel seminario clandestino diretto dal cardinale Sapieha, arcivescovo di Cracovia.

    Il 29 febbraio 1944, tornando a casa dal lavoro nella cava, fu investito da un camion tedesco, perse coscienza e passò due settimane in ospedale. Riportò un trauma cranico acuto, numerose escoriazioni e una ferita alla spalla. Secondo Testimone della Speranza, la biografia scritta da George Weigel, questo incidente e la sopravvivenza ad esso sembrarono a Wojtyła una conferma della propria vocazione religiosa.

    Nell'agosto 1944 iniziò la rivolta di Varsavia e il 6 agosto, il "lunedì nero", la Gestapo perquisì la città di Cracovia deportando i giovani maschi per evitare un'analoga sollevazione. Quando la Gestapo perquisì la sua casa, Wojtyła riuscì a scampare alla deportazione nascondendosi dietro una porta e fuggì nell'Arcivescovato, dove rimase fino a guerra finita. La notte del 17 gennaio 1945 i tedeschi abbandonarono la città. I seminaristi restaurarono il vecchio seminario, ridotto in rovine.

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    Visita alla Chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria in Cracovia oo. Carmelo on the Sand - primi di giugno del 1967, poco prima di essere nominato cardinale



    Servizio ecclesiastico

    Karol Wojtyła venne ordinato sacerdote il 1º novembre 1946 dall'arcivescovo di Cracovia, Adam Stefan Sapieha. Subito dopo egli si trasferì a Roma per proseguire gli studi teologici presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino (conosciuta anche come Angelicum). Nella tesi di dottorato, che prese in esame la dottrina della fede in San Giovanni della Croce, Wojtyła pose l'accento sulla natura personale dell'incontro dell'uomo con Dio. Ritornato in Polonia nell'estate del 1948, la sua prima missione pastorale fu nel paesino di Niegowić, a venticinque chilometri da Cracovia. Nel marzo 1949 fu trasferito nella parrocchia di San Floriano a Cracovia. Insegnò etica all'Università Jagellonica della città e successivamente all'Università Cattolica di Lublino. Nel 1958 fu nominato vescovo ausiliare di Cracovia, e quattro anni dopo assunse la guida della diocesi quale vicario capitolare.

    Il 30 dicembre 1963 papa Paolo VI lo nominò arcivescovo di Cracovia. Sia come vescovo prima che come arcivescovo poi Wojtyła partecipò al Concilio Vaticano II, contribuendo ai documenti per la stesura del Dignitatis Humanae e del Gaudium et Spes, due dei documenti storici più importanti ed influenti prodotti dal concilio.

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    Paolo VI mentre impone la berretta cardinalizia a Karol Wojtyła




    Il 26 giugno 1967 fu creato e pubblicato cardinale di San Cesareo in Palatio, diaconia elevata a titolo pro illa vice, da papa Paolo VI.

    A Cracovia si distinse per la sua attività di opposizione al regime comunista. In particolare fece pubblicare a puntate nel suo giornale diocesano alcuni libri usciti all'epoca e colpiti dalla censura comunista. Tra questi Ipotesi su Gesù di Vittorio Messori e Lettera a un bambino mai nato della scrittrice fiorentina Oriana Fallaci. La giornalista in particolare non gradì l'operazione, e scrisse una lettera al cardinale denunciando la violazione del diritto d'autore, ostacolo che Wojtyła poté superare grazie alla legislazione vigente nello stato polacco.

    Nell'agosto del 1978, dopo la morte di Paolo VI, partecipò al conclave che si concluse con l'elezione di Albino Luciani, il cardinale patriarca di Venezia, che divenne papa Giovanni Paolo I. Avendo appena 65 anni, Luciani era considerato un pontefice giovane in confronto ai suoi predecessori. Tuttavia Wojtyła, che ne aveva 58, avrebbe potuto aspettarsi di partecipare nuovamente ad un conclave prima di raggiungere gli ottant'anni (età massima per i cardinali per partecipare all'elezione del pontefice), ma certo non si aspettava che il suo secondo conclave si sarebbe tenuto così presto. Invece il 28 settembre 1978, dopo solo 33 giorni di pontificato, Giovanni Paolo I morì. Nell'ottobre 1978 Wojtyła fece ritorno in Vaticano per prendere parte al secondo conclave in meno di due mesi.

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    Il cardinale Karol Wojtyla.



    Il secondo conclave del 1978

    Qualcuno pensache la sua nomina, come quella del suo predecessore, sia stata frutto di un compromesso: il conclave infatti, secondo quanto emerso dai racconti di alcuni cardinali, vide una netta divisione tra due candidati particolarmente forti quali il cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova, votato dalla parte dell'ala conservatrice, ed il cardinale Giovanni Benelli, arcivescovo di Firenze, molto vicino a papa Giovanni Paolo I e sorretto dall'ala più riformista del Collegio dei Cardinali. Sembra che nei primi ballottaggi Benelli sia arrivato a nove voti dall'elezione, ma Wojtyła, in parte grazie al supporto ottenuto da cardinali come Franz König e altri che avevano precedentemente appoggiato Siri, venne eletto con grande stupore di tutto il mondo.

    Il 16 ottobre 1978, all'età di cinquantotto anni, Wojtyła succedette a papa Giovanni Paolo I. Al momento dell'elezione Wojtyła avrebbe voluto assumere il nome di Stanislao I in onore del santo patrono della Polonia. Tuttavia, poiché i cardinali gli fecero notare che era un nome che non rientrava nella tradizione romana, Wojtyła scelse Giovanni Paolo II, in ricordo del predecessore per tener viva la sua memoria.

    L'annuncio della sua elezione (l'Habemus papam) fu dato alle ore 18:45 dal cardinale Pericle Felici. Pochi minuti più tardi il nuovo papa si presentò alla folla riunita in piazza San Pietro, affacciandosi dalla loggia che sovrasta l'ingresso della Basilica di San Pietro in Vaticano. Nel suo breve discorso egli si definì come «il nuovo Papa chiamato da un paese lontano» e superò subito le diffidenze degli italiani, che vedevano per la prima volta da lungo tempo un pontefice straniero, dicendo «se mi sbaglio mi corrigerete!», frase rimasta famosa e che suscitò l'applauso dei presenti. Al termine egli impartì la prima benedizione Urbi et Orbi che fu trasmessa in mondovisione.

    Il giorno seguente il nuovo Pontefice celebrò la messa insieme al Collegio cardinalizio nella Cappella Sistina e il 22 ottobre iniziò solennemente il ministero petrino, quale 263º successore di Pietro apostolo.

    Papa Giovanni Paolo II volle iniziare il suo pontificato rendendo omaggio ai due patroni d'Italia e così il 5 novembre 1978 visitò Assisi, per venerare san Francesco, e successivamente si recò anche alla basilica di Santa Maria sopra Minerva in Roma, per venerare la tomba di Caterina da Siena. Il 12 novembre Giovanni Paolo II prese possesso, come vescovo di Roma, della cattedra di San Giovanni in Laterano e il 5 dicembre compì la prima visita alle parrocchie della diocesi di Roma iniziando con San Francesco Saverio nel quartiere della Garbatella.


    L'attentato subìto

    Il 13 maggio 1981, Papa Giovanni Paolo II subì un attentato da parte di Mehmet Ali Ağca, un killer professionista turco, che gli sparò due colpi di pistola.

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    13 maggio 1981, ore 17.22: Mehmet Ali Ağca attenta alla vita di Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro.



    Storia

    Pochi minuti dopo essere entrato in piazza San Pietro per un'udienza generale, mentre si trovava a bordo della sua Papamobile scoperta, Karol Wojtyła fu ferito gravemente all'addome e all'indice della mano destra, da due proiettili sparati da Ali Ağca. Soccorso immediatamente, fu sottoposto ad un intervento di 5 ore e 30 minuti riuscendo a sopravvivere.

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    La visita ed il perdono del Papa

    Due anni dopo, nel Natale del 1983, Giovanni Paolo II volle andare in prigione per incontrare il suo attentatore e dargli il suo perdono. I due parlarono da soli per lungo tempo e gli argomenti della loro conversazione sono tuttora sconosciuti.

    Il Papa disse poi dell'incontro:

    « Ho parlato con lui come si parla con un fratello, al quale ho perdonato e che gode della mia fiducia. Quello che ci siamo detti è un segreto tra me e lui. »
    (Papa Giovanni Paolo II)

    L'attentatore venne in seguito condannato all'ergastolo dalla giustizia italiana per attentato a Capo di Stato estero.


    La grazia e l'estradizione di Ağca

    Nel 2000 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli concesse la grazia: Ali Ağca, estradato dall'Italia, fu condotto nel carcere di massima sicurezza di Kartal (Turchia), nel quale finì di scontare la pena di dieci anni di reclusione per l'assassinio del giornalista Abdu Ipekci, avvenuto nel 1979.


    La reticenza di Ağca

    Ali Ağca non ha mai voluto rivelare in modo chiaro la verità sugli eventi. Ağca ha ripetutamente cambiato versione sulla dinamica della preparazione dell'attentato, a volte affermando addirittura di aver avuto aiuti per compiere l'assassinio del Papa dall'interno del Vaticano.


    Le indagini e le ipotesi

    Le lunghe indagini non portarono mai alla scoperta dei veri mandanti dell'attentato. La commissione Mitrokhin del parlamento italiano, però, analizzando documenti provenienti da Germania ed Ungheria, stilò una relazione di maggioranza, secondo la quale l'attentato sarebbe stato progettato dal KGB in collaborazione con la Stasi, i servizi segreti della Germania Est, con l'appoggio di un gruppo terroristico bulgaro a Roma, che a sua volta si sarebbe rivolto ad un gruppo turco di estrema destra, i Lupi grigi dei quali Ağca faceva parte.

    Una relazione di minoranza della stessa commissione negò questa tesi; tuttavia, altri documenti scoperti negli archivi sovietici e resi pubblici nel marzo 2005 supporterebbero la tesi che l'attentato sia stato commissionato dall'Unione Sovietica. Le autorità bulgare si sono difese, dichiarando che Ağca lavorava per un'organizzazione anti-comunista guidata dai servizi segreti italiani e dalla CIA. La difesa delle autorità bulgare è in parte avvalorata dal fatto che i Lupi grigi erano in effetti al comando del Counter-Guerrilla, il braccio in Turchia della rete "stay behind" Gladio, sostenuta segretamente dalla CIA e da altri servizi segreti occidentali.

    Le motivazioni che avrebbero portato l'URSS a preparare l'attentato non sono state chiarite; secondo i sostenitori di tale ipotesi, probabilmente l'Unione Sovietica temeva l'influenza che un Papa polacco poteva avere sulla stabilità dei loro Paesi satelliti dell'Europa Orientale, in special modo la Polonia.

    Tutte queste informazioni vanno considerate come ipotesi, perché ad oggi non sono state comprovate le circostanze e le motivazioni dell'attentato. Lo stesso Papa Giovanni Paolo II, inoltre, dichiarò nel maggio 2002, durante una visita in Bulgaria, di «non aver mai creduto nella cosiddetta connessione bulgara».

    D'altro lato, l'inchiesta "Armi e droga" condotta dal giudice Carlo Palermo nel 1980, rivelò che Abuzer Ugurlu (capo della mafia turca che permise ad Ağca di entrare in Bulgaria) e Bekir Celenk (contrabbandiere in armi e droga, tramite fra i Lupi grigi e i servizi segreti bulgari, secondo quanto dichiarato da Ağca), per agire in tranquillità, lavoravano come "agenti doppi", sia per l'est che per l'ovest.

    A queste informazioni si aggiunge quella del coinvolgimento della mafia nell'attentato, suffragata dal memoriale del pentito di Cosa Nostra Vincenzo Calcara sulle dichiarazioni rese a Paolo Borsellino. Calcara racconta di essere stato personalmente incaricato dall'imprenditore mafioso e massone Michele Lucchese (in contatto con il monsignor Marcinkus) di recarsi a Roma il 12 maggio 1981, per prelevare il giorno successivo due turchi armati in piazza San Pietro. Venti minuti dopo l'attentato, all'appuntamento si presentò solo uno dei due, molto agitato e scortato da un uomo, Antonov, vicino alla mafia bulgara. Assieme al turco, Saverio Furnari (Capo Decina della Famiglia di Castelvetrano) e Vincenzo Santangelo (definito «figlioccio del Nostro Capo Assoluto Francesco Messina Denaro», quest'ultimo il «braccio destro del Triumvirato della Commissione di Cosa Nostra» e padre di Matteo Messina Denaro) tornarono a Milano e da lì si recarono a Paderno Dugnano, a casa di Lucchese, dove Furnari e Santangelo uccisero il turco («la fine dell'asino», che «si usa fino a che serve, dopo, quando non serve più, si uccide!»). Fu Calcara stesso a seppellirlo, ma quando, dopo la morte di Borsellino, tornò sul luogo con i magistrati, il terreno era stato smosso da scavatrici ed il cadavere, dice Calcara, trafugato.

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    Madonna di Fatima



    Un altro attentato

    Un altro tentativo di assassinio di Giovanni Paolo II avvenne il 12 maggio 1982 a Fatima: un uomo tentò di colpire il papa con una baionetta, ma fu fermato dai servizi di sicurezza. L'uomo, un sacerdote spagnolo di nome Juan María Fernández y Krohn, si opponeva alle riforme del Concilio Vaticano II e definiva il Papa un "agente di Mosca". Fu condannato a sei anni di prigione e poi espulso dal Portogallo.


    Interpretazioni religiose

    Un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede analizza l'attentato, mettendolo in relazione con l'ultimo dei Segreti di Fatima. Le differenze sono notevoli: piazza San Pietro non è una ripida montagna e al centro c'è un obelisco egizio, non una grande croce di tronchi grezzi. La città non è in rovina, non è morto nessuno, non gli sparò un gruppo di soldati. D'altra parte è vero che l'attentato è avvenuto nel giorno della ricorrenza della prima Apparizione della Madonna ai pastorelli di Fatima e Giovanni Paolo II, convinto che fu la mano della Madonna a deviare quel colpo e a salvargli la vita, volle che il proiettile fosse incastonato nella corona della statua della Vergine a Fatima.

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    Giovanni Paolo II con Sandro Pertini sull'Adamello



    I problemi di salute

    Essendo il più giovane papa eletto dai tempi di papa Pio IX nel 1846 (eletto papa a 54 anni), Giovanni Paolo II iniziò il suo pontificato in ottima salute. Era un uomo relativamente giovane che, diversamente dai suoi predecessori, faceva abitualmente escursioni, nuotava e sciava. Tuttavia, dopo oltre venticinque anni sul seggio papale, un attentato ed un gran numero di traumi fisici, la sua salute cominciò a declinare. Fu vittima di un tumore al colon che gli venne rimosso nel 1992, si slogò una spalla nel 1993, si ruppe il femore nel 1994 e subì l'appendicectomia nell'ottobre del 1996.

    Nel 2001 venne stabilito nel corso di una visita ortopedica che, come alcuni osservatori internazionali sospettavano da tempo, Giovanni Paolo II soffriva del morbo di Parkinson. Ciò venne ufficialmente confermato dal Vaticano nel 2003. Oltre all'evidente tremore alla mano, cominciò a pronunciare con difficoltà più frasi di seguito, e vennero notati anche alcuni problemi uditivi. Soffriva anche di un'artrosi acuta al ginocchio destro, che aveva sviluppato in seguito all'applicazione di una protesi all'anca. Nonostante questi disagi, continuò a girare il mondo. Disse di accettare la volontà di Dio che lo faceva Papa, e così rimase determinato a mantenere la carica fino alla morte, o finché non sarebbe diventato mentalmente inabile in maniera irreversibile. Coloro che lo hanno incontrato dicono che, sebbene provato fisicamente, sia sempre stato perfettamente lucido.

    Nel settembre 2003, il cardinale Joseph Ratzinger, spesso considerato la «mano destra» di papa Wojtyła, disse «dovremmo pregare per il Papa», sollevando serie preoccupazioni circa lo stato di salute del Pontefice.


    La morte

    L'aggravamento delle condizioni di salute

    Il 1º febbraio 2005, il Papa fu ricoverato all'Ospedale Gemelli di Roma (che egli definiva il Vaticano terzo), a causa di una infiammazione acuta della laringe e del laringospasmo, causati da una ricaduta di influenza.

    Il Vaticano riportò il giorno seguente che le sue condizioni si erano stabilizzate, ma che sarebbe rimasto in ospedale fino alla completa guarigione. Il Papa apparve in pubblico il 6 febbraio per leggere le ultime righe dell'Angelus, con voce roca, dalla finestra della propria camera d'ospedale. Saltò per la prima volta nei suoi 26 anni di suo pontificato la cerimonia del Mercoledì delle ceneri nella Basilica di San Pietro il 9 febbraio, e fece ritorno in Vaticano il 10 febbraio.

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    Un affaticato Giovanni Paolo II nel settembre 2004



    Il 24 febbraio 2005 il Papa iniziò ad avere problemi di respirazione accompagnati da febbre e fu d'urgenza ricoverato nuovamente al Gemelli, dove gli venne praticata una tracheotomia. Un collaboratore del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riferì che il Pontefice era "sereno" dopo essersi alzato successivamente all'operazione. Aveva alzato la mano cercando di dire qualcosa, ma i medici gli avevano consigliato di non provare a parlare. Il Papa diede "benedizioni silenziose" dalla sua finestra d'ospedale domenica 27 febbraio e domenica 6 marzo. Il cardinale Ratzinger, che aveva incontrato il pontefice per una riunione di lavoro nella sua suite al 10º piano del Gemelli martedì 1 marzo, riferì alla stampa internazionale: Il Papa mi ha parlato in tedesco e in italiano. Era completamente lucido. Ho portato al Santo Padre i saluti dall'assemblea della Congregazione per il culto divino che si sta riunendo in questo momento in Vaticano. Il Santo Padre lavorerà sul materiale che gli ho dato oggi. Sono felice di vederlo completamente lucido e mentalmente capace di dire le cose essenziali con la sua voce. Normalmente parliamo in tedesco. I dettagli non sono importanti - parlò solo delle cose essenziali.

    L'8 marzo, fu annunciato che il Papa avrebbe impartito la benedizione Urbi et Orbi il giorno di Pasqua, 27 marzo. Le altre cerimonie del Triduo Pasquale avrebbero dovuto essere celebrate da cardinali.

    Durante l'Angelus di domenica 13 marzo il Papa fu capace di parlare ai fedeli per la prima volta dopo la tracheotomia. Più tardi, in quel giorno, tornò in Vaticano dopo quasi un mese di ricovero. La Domenica delle Palme (20 marzo) il Papa fece una breve apparizione alla sua finestra per salutare i fedeli che lo acclamarono a migliaia quando agitò in silenzio un ramoscello d'ulivo. Per la prima volta nel suo pontificato non fu in grado di officiare la messa della domenica di Pasqua. La guardò alla TV nel suo appartamento che dà su Piazza San Pietro.

    Il 22 marzo sorsero nuove preoccupazioni sulla salute del Papa, dopo che i referti constatarono il peggioramento della salute e la mancanza di risposta ai farmaci.

    Il 24 marzo, il cardinale Giovanni Battista Re sostituì il Papa nella celebrazione della Messa Crismale nella Basilica di San Pietro, al mattino del Giovedì Santo, mentre il cardinale colombiano Alfonso López Trujillo sostituì il Papa nel rito della Lavanda dei piedi al pomeriggio. Disse che il Pontefice si stava 'abbandonando serenamente' alla volontà di Dio. L'ottantaquattrenne Wojtyła seguì il rito tramite la televisione dai suoi appartamenti in Vaticano.

    Il 25 marzo, il Pontefice non partecipa alla Via Crucis al Colosseo e, come il giorno prima, segue l'evento in televisione dalla sua cappella privata ed è ripreso dalle telecamere di spalle mentre segue il rito seduto sulla sua poltrona.

    Il 27 marzo, giorno di Pasqua, il Papa apparve alla finestra su piazza San Pietro per poco tempo. Il cardinale Angelo Sodano lesse il messaggio Urbi et Orbi quando il Papa benedisse la folla di mano sua. Tentò di parlare ma non vi riuscì.

    Il 30 marzo, mercoledì, il Papa apparve alla finestra su piazza San Pietro per poco tempo. Tentò di parlare ma non vi riuscì. Fu l'ultima volta che si mostrò in pubblico prima di morire.


    Gli ultimi giorni

    Il 31 marzo, il Papa sviluppò "febbre alta causata da un'infezione dell'apparato urinario" (notizia della BBC), ma non fu portato in ospedale, come invece era stato fatto due volte nel periodo precedente, secondo una sua espressa volontà di morire nei suoi appartamenti in Vaticano. Più tardi lo stesso giorno, fonti del Vaticano annunciarono che al Pontefice era stata impartita l'Unzione degli Infermi (Estrema Unzione), per la prima volta dall'attentato del 1981. Come confermato successivamente dal cardinale Javier Lozano Barragán (articolo sul Corriere della Sera, 7 ottobre 2007), il papa coscientemente rifiutò di tornare all'ospedale Gemelli e le relative cure mediche che avrebbero soltanto prolugato la sua agonia.

    Non è chiaro se il Papa abbia ricevuto altresì il perdono apostolico. (Vedi l'articolo della CNN).

    Il 1º aprile, le sue condizioni peggiorarono drasticamente ed insorsero insufficienza cardiaca e renale. Al Papa venne sistemato un sondino naso-gastrico per aiutarlo a incrementare l'apporto nutritivo dopo la febbre. Notizie raccolte fuori dagli ambienti vaticani riportarono quella mattina che il Papa aveva subito un attacco di cuore, ma rimaneva cosciente. Il portavoce vaticano Joaquin Navarro Valls smentì la voce, ma disse che il Papa aveva subito un collasso cardiocircolatorio e giudicò la condizione del Papa molto seria. (Vedi CNN article).

    Alle 12:30 circa, un portavoce vaticano fornì un nuovo aggiornamento sulla salute del Papa, e confermò che Wojtyła aveva ricevuto l'Unzione degli infermi. Aveva rifiutato di essere condotto in ospedale, e aveva incontrato i suoi più vicini collaboratori. Aveva anche richiesto che gli fossero lette le meditazioni sulla Via Crucis che si era tenuta pochi giorni prima al Colosseo.

    Alle 19:00 circa i notiziari italiani affermarono che papa Giovanni Paolo II aveva perso conoscenza. Secondo la MSNBC almeno un centro medico affermò che ormai non c'erano più speranze.

    Il giorno 2 aprile, le condizioni del Papa vennero definite dal bollettino medico del Vaticano gravissime ed il Papa moribondo. Venne comunicato che il Papa aveva dei momenti di incoscienza ma non era in coma. A tarda sera, il Vaticano annuncia che le Sue condizioni rimangono estremamente gravi e che durante la sera è stato colpito da una forte febbre, specificando, tuttavia, che quando viene stimolato dai familiari, risponde correttamente.

    Prima dell'ulteriore aggravarsi delle sue condizioni, all'alba del 2 aprile, il Pontefice viene informato della grande folla presente in piazza San Pietro, composta da molti giovani. Il Papa espresse a fatica il suo ultimo pensiero per i giovani, a lui tanto cari, riuscendo a mormorare le parole:

    « Vi ho cercato. Adesso voi siete venuti da me. E di questo vi ringrazio. »
    (Karol Józef Wojtyła)

    Il Vaticano infine emise un comunicato stampa alle 19:00 affermando che i reni del Papa avevano cessato di funzionare. L'ANSA riportò mezz'ora più tardi che aveva perduto coscienza. Molte agenzie media italiane riferirono la morte del Papa alle 20:20 ma subito il Vaticano smentì che il Papa fosse effettivamente morto, e i resoconti cambiarono. TV Sky Italia riferì che cuore e cervello funzionavano.

    Sotto l'occhio attento dei media di tutto il mondo, Giovanni Paolo II si spense alle 21.37 del 2 aprile 2005 nel Palazzo Apostolico della Città del Vaticano, in conseguenza di uno shock settico e di un collasso cardiocircolatorio. Ad accompagnare uno dei pontefici più longevi della storia della Chiesa sono stati i canti e le preghiere dei presenti in Piazza San Pietro. Subito dopo la notizia della morte, la famiglia pontificia ai piedi del suo letto cantò l'Inno del Te Deum. Mons. Leonardo Sandri, sostituto alla Segreteria di Stato, annunciò così la morte: Carissimi fratelli e sorelle, alle 21,37, il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla Casa del Padre, preghiamo per lui, fu cantata la Salve Regina e le campane della Basilica di san Pietro hanno suonato a lutto.

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    Un altarino improvvisato davanti all'Arcivescovado di Cracovia



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    George W. Bush, Laura Bush, George H. W. Bush e Bill Clinton rendono i loro omaggi a Wojtyla



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    La messa funebre in Piazza S. Pietro



    Reazioni nel mondo

    Da quella sera e fino all'8 aprile, quando hanno avuto luogo le Esequie del defunto Pontefice, Giovanni Paolo II è stato pianto da una folla di più di 3 milioni di pellegrini, moltissimi cattolici nel mondo, e anche molti non cattolici, confluiti a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa, attendendo in fila anche fino a 24 ore per poter accedere alla Basilica di San Pietro nella Città del Vaticano.

    In Polonia, i cattolici si riunirono nella chiesa di Wadowice, la città natale del pontefice. La televisione di Stato cancellò tutte le commedie dal palinsesto a partire dal 1º aprile 2005 e cominciò a trasmettere le celebrazioni liturgiche e speciali sul Papa. I cattolici polacchi, che hanno un profondo sentimento di devozione verso il pontefice e si riferiscono a lui come al loro "padre", rimasero particolarmente scossi dalla sua morte. Chiesero che almeno il cuore di Giovanni Paolo II fosse seppellito nella sua patria, ma il Papa venne sepolto nelle Grotte vaticane come la maggior parte dei Vicari di Gesù.

    Molti leader mondiali hanno espresso le loro condoglianze:

    * In Argentina gli studenti osservarono qualche minuto di silenzio il primo giorno dopo la morte del Papa; il presidente Nestor Kirchner dichiarò: Milioni di persone hanno pianto Giovanni Paolo II, i suoi insegnamenti ci seguiranno per tutta la vita, per sempre.
    * il Primo Ministro australiano John Howard affermò che papa Giovanni Paolo II dovrebbe essere ricordato come un combattente per la libertà contro il comunismo e un grande leader cristiano.
    * In Brasile, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva espresse tutta la tristezza del popolo brasiliano. Il governo inoltre proclamò un periodo di lutto nazionale di sette giorni.
    * Il Primo Ministro del Canada Paul Martin disse che Per un quarto di secolo il papa Giovanni Paolo II fu un simbolo di amore e fede, pace e pietà... La nostra tristezza di oggi è la stessa tristezza di tutto il mondo.
    * In Cile il governo dichiarò un periodo di 3 giorni di lutto nazionale. Il presidente Ricardo Lagos commentò che ...Giovanni Paolo II non sarà lontano da noi. Il suo nome è parte della nostra storia, il suo pensiero sarà di ispirazione per costruire un paese più giusto ed un mondo più pacifico per tutti noi".
    * Il presidente colombiano Álvaro Uribe Vélez decretò che le bandiere sugli edifici governativi e delle ambasciate fossero poste a mezz'asta per due giorni. Il presidente, dal canto suo, aveva stigmatizzato le ultime battaglie del Papa per la pace nel mondo. (ES)
    * Le autorità cubane concessero, eccezionalmente, al cardinale Jaime Ortega di rendere una dichiarazione pubblica sulla televisione di stato: Questo è un uomo che ha portato su di sé il peso morale del mondo per 26 anni... trasformandosi nell'unico referente morale dell'umanità negli ultimi anni di guerra e difficoltà.
    * Il Primo ministro indiano Manmohan Singh sottoscrisse il libro di condoglianze all'ambasciata vaticana a Nuova Delhi. Il governo indiano proclamò tre giorni di lutto.
    * Nel Regno Unito, la regina espresse profondo dolore per la morte di Giovanni Paolo II ricordando i suoi sforzi per promuovere la pace in tutto il mondo. Il Primo ministro inglese Tony Blair asserì che il mondo ha perso una guida religiosa che era riverito dai popoli di ogni fede come da quelli che non ne hanno alcuna.
    * Le bandiere in cima alla Casa Bianca e ad altri edifici pubblici negli Stati Uniti furono ammezzate fino al tramonto del giorno della sepoltura di Wojtyła. Il presidente George W. Bush espresse il suo cordoglio per la morte di un campione della libertà umana, un'ispirazione per milioni di americani e un eroe nei secoli ed è stato il primo presidente statunitense a presenziare al funerale di un Sommo Pontefice.

    Molti paesi a maggioranza cattolica dichiararono il lutto per Giovanni Paolo II. Il governo delle Filippine proclamò il lutto fino al giorno del funerale. Il Paraguay e il Gabon proclamarono cinque giorni di lutto, la Costa Rica quattro. Tre giorni di lutto furono proclamati dai governi di Italia, Portogallo (nei giorni precedenti il funerale, benché le bandiere nazionali siano state ammezzate sui pubblici edifici il lunedì successivo alla morte del Papa), Croazia, Haiti, Bolivia, Capo Verde, Seychelles, Malawi, e Timor Est. Spagna e Perù proclamarono un giorno di lutto nazionale.

    Egitto e Libano furono due dei paesi a maggioranza non cattolica che proclamarono tre giorni di lutto. Il Kosovo proclamò due giorni, e la Bosnia ed Erzegovina e l'Albania proclamarono un giorno. Nella Repubblica di Macedonia tutti gli eventi culturali vennero cancellati il giorno seguente la morte del Papa.

    La Germania e la Francia ordinarono di abbassare a mezz'asta le bandiere di tutti gli uffici del Governo.

    In netto contrasto con altri paesi a larga maggioranza cattolica il Taoiseach d'Irlanda Bertie Ahern dichiarò che non ci sarebbe stato "giorno nazionale di lutto di sorta". Ciò in controversia con una porzione considerevole della popolazione irlandese[senza fonte]. I commentatori notarono che la reazione irlandese è in qualche modo mutata e potrebbe essere indicativa della società e della politica irlandesi. Anche molte guide religiose non cattoliche in tutto il mondo hanno espresso le proprie condoglianze.


    "Giovanni Paolo II il Grande"

    Subito dopo la morte di Giovanni Paolo II molte importanti autorità ecclesiastiche, tra cui il cardinale Angelo Sodano in forma scritta nell'omelia della messa di requiem, si sono riferiti all'ultimo pontefice come Giovanni Paolo il Grande. Il titolo di "Grande" è comunemente usato come attributo per sole cinque persone, di cui tre papi: papa Leone I, papa Gregorio I e papa Niccolò I (gli altri sono Alessandro Magno e Carlo Magno). Un uso, tuttavia, alquanto libero poiché non esiste un procedimento istituzionale per dichiarare "Grande" una persona; avviene col tempo per acclamazione popolare. Il titolo guadagna di credibilità ogniqualvolta viene utilizzato in un discorso o in forma scritta. Dopo le prime settimane dalla scomparsa del Pontefice l'appellativo di Magno è caduto in un rapido disuso.

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    Piazza San Pietro. La folla attende per molte ore di dare l'ultimo saluto al Papa



    Funerale

    I funerali di Giovanni Paolo II si svolsero venerdì 8 aprile in Piazza San Pietro e furono officiati dal cardinale Joseph Ratzinger in quanto decano del Collegio cardinalizio. Diversi pellegrini, al grido di «Santo subito» sono rimasti vicini fino all'ultimo al Papa. Presenti in piazza molti capi di stato e di governo e rappresentanti di tutte le religioni. Da lunedì 4 aprile la salma del Pontefice era stata esposta all'interno della Basilica di San Pietro, ed aveva ricevuto l'omaggio di una folla numerosissima (più di 3 milioni di persone), che durante tutto il giorno e tutta la notte ininterrottamente aveva atteso con pazienza il proprio turno, lungo una coda che ha raggiunto fino a cinque chilometri di lunghezza ed un tempo di attesa che ha superato le venti ore. L'accesso alla coda, infatti, era stato chiuso alle ore 22.00 di mercoledì 6 aprile, per poter smaltire la fila il giorno seguente.

    Il 28 aprile successivo, papa Benedetto XVI ha concesso la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l'inizio della causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. La causa è stata aperta ufficialmente il 28 giugno 2005 dal cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale per la diocesi di Roma.

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    La tomba di Giovanni Paolo II situata in Vaticano



    Successione

    Subito dopo la morte di papa Giovanni Paolo II è iniziato il periodo di sede vacante ed il processo di successione. Il suo "anello piscatorio" ed il sigillo sono stati distrutti dal cardinale camerlengo, Eduardo Martínez Somalo, a significare la fine della sua autorità papale. L'appartamento papale e tutto ciò che era sotto la diretta autorità e giurisdizione di Sua Santità è stato sigillato ed è iniziato il cerimoniale di nove giorni di esequie. La salma di Giovanni Paolo II è stata esposta fino al suo funerale che si è tenuto venerdì 8 aprile.


    Processo di beatificazione

    Il 28 aprile successivo alla morte, papa Benedetto XVI ha concesso la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l'inizio della causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. La causa è stata aperta ufficialmente il 28 giugno 2005 dal cardinale Camillo Ruini, vicario generale per la diocesi di Roma.

    Il 2 aprile 2007 a due anni dalla morte, nella basilica di San Giovanni in Laterano in Roma, il cardinale Camillo Ruini ha dichiarato conclusa la prima fase diocesana del processo di beatificazione di Giovanni Paolo II, consegnando le risultanze alla Congregazione per le Cause dei Santi.

    Tale atto è avvenuto attraverso un iter giuridico-procedurale durante il quale sono stati letti in latino i verbali per il passaggio dei documenti, i quali riguardano la deposizione di 130 testimoni a favore e contro la beatificazione, nonché le conclusioni di teologi e storici a riguardo.

    In un primo momento è stato chiesto di attribuire al Papa il miracolo, necessario per il riconoscimento di qualunque beato, della guarigione dal morbo di Parkinson (lo stesso di cui ha sofferto Giovanni Paolo II) della religiosa francese suor Marie Simon-Pierre (nata nel 1961). La malattia le era stata diagnosticata nel 2001. Secondo la testimonianza della religiosa, la guarigione per intercessione del Pontefice è avvenuta la sera del 2 giugno 2005, quando aveva 44 anni. Nel marzo 2010 però la commissione medica ha chiesto di scegliere un altro miracolo poiché il morbo di Parkinson non era stato diagnosticato a suor Simon-Pierre con certezza ed è possibile la guarigione da alcune forme del morbo.

    Al 1º aprile 2009 le segnalazioni di presunti miracoli al vaglio della Congregazione per le Cause dei Santi erano 251.

    Il 19 dicembre 2009 con un decreto firmato da papa Benedetto XVI che ne attesta le virtù eroiche, è stato proclamato venerabile.

    Il 14 gennaio 2011 papa Benedetto XVI promulga il decreto che attribuisce un miracolo all'intercessione di Giovanni Paolo II. La cerimonia di beatificazione si terrà in Piazza San Pietro il 1º maggio 2011 e sarà presieduta dal Papa.

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    Stemma pontificio di Giovanni Paolo II. La 'M' in basso a destra sta per "Maria"



    Il pontificato

    L'inizio

    Sull'onda del processo di rinnovamento ecclesiastico avviato dal Concilio Vaticano II, Giovanni Paolo II fece meno - come il suo predecessore - di parte della simbologia e del cerimoniale tradizionale al fine di rendere il suo pontificato meno simile ad un vero e proprio regno. Decise, pertanto, di non usare il pluralis maiestatis, riferendosi a sé stesso con «Io» al posto di «Noi», e optò per una semplice messa di inaugurazione del ministero petrino, al posto della tradizionale cerimonia di incoronazione papale. Il suo stemma, come quello dei predecessori, fu sormontato della tiara (o triregno), un copricapo extra-liturgico adottato dai papi, sia negli stemmi che nelle apparizioni pubbliche, all'inizio del XIV secolo e visto spesso come un simbolo di potere terreno e di ricchezza, ma egli non la indosserà mai sostituendola con la mitria.

    « Il Papa Giovanni Paolo I, il cui ricordo è così vivo nei nostri cuori, non ha voluto il triregno e oggi non lo vuole il suo Successore. Non è il tempo, infatti, di tornare ad un rito e a quello che, forse ingiustamente, è stato considerato come simbolo del potere temporale dei Papi »
    (Giovanni Paolo II, messa di inaugurazione papale, 22 ottobre 1978)

    Nell'omelia di inizio pontificato si soffermò anche sulla simbologia delle tre corone della tiara interpretandole, innovativamente, come la triplice missione di Cristo di "sacerdote, profeta-maestro e re".

    Il suo pontificato è stato caratterizzato da una intensa attività pastorale che lo ha portato in ogni parte del mondo. Ha operato per la difesa della pace e per migliorare le relazioni con le altre religioni, in primo luogo con anglicani ed ortodossi.

    Nei confronti degli ebrei, ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Israele ed ha chiesto perdono per le mancanze e i peccati dei cristiani verso i "fratelli maggiori" nel corso dei secoli.

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    Il saluto del Papa



    Wojtyła ha avuto anche una grande attenzione ai temi sociali. Ha scritto due encicliche sulle distorsioni delle dottrine capitaliste e comuniste: la Laborem Exercens (14 settembre 1981) e la Centesimus Annus (1 maggio 1991), nel centenario della Rerum Novarum di papa Leone XIII.

    Ha richiesto più volte a tutti gli stati di rispettare la libertà religiosa dei propri cittadini, il suo primo pronunciamento in tale senso è stata una lettera al segretario delle Nazioni Unite Kurt Waldheim il 2 dicembre 1978 in occasione del trentesimo anniversario della firma della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948.

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    Il Papa in visita alla Biblioteca Malatestiana, Cesena.



    Gli anni ottanta

    Nel 1982 ha elevato l'Opus Dei al rango di prelatura personale.

    Nel 1983 promulgò la nuova versione del Codice di diritto canonico, riformando l'edizione del 1917 che aveva promulgato Benedetto XV.

    Il 2 dicembre 1984 confermò la prassi del sacramento della confessione condannando la pratica della confessione comunitaria.

    Con la costituzione apostolica Pastor Bonus del 1988 stabilì l'organizzazione della Curia Romana ed i compiti dei vari dicasteri.

    Nel 1989 respinse le richieste di 163 teologi e teologhe riunite nel documento chiamato Dichiarazione di Colonia in cui essi affermavano che non sarebbe dovuta obbedienza alla Santa Sede su alcune particolari questioni di fede (soprattutto riguardo ai temi della Humanae Vitae) e che sarebbe necessaria una consultazione popolare per l'elezione dei vescovi.

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    L'apertura della Porta Santa in occasione del Giubileo del 1983



    L'Anno Santo del 1983 e l'istituzione delle GMG

    Per il 1983-1984 indisse il Giubileo Straordinario della Redenzione, nel 1950º anniversario della data convenzionale della morte e resurrezione di Cristo (33). In calendario indisse tra i vari appuntamenti il Giubileo dei Giovani che ebbe il suo culmine il 15 aprile 1984, Domenica delle Palme: quel giorno trecentomila giovani affollarono piazza San Pietro, cifra decisamente inconsueta per l'epoca.

    Approfittando della concomitanza con l'Anno internazionale della Gioventù indetta dall'ONU, il Papa diede appuntamento ai giovani per l'anno successivo: l'incontro a Roma del 31 marzo 1985 segnò l'istituzione delle Giornate Mondiali della Gioventù.

    Fu così deciso di continuare ad organizzare questo genere di eventi ogni due anni in una città del mondo scelta dal papa: le prime due furono Buenos Aires (1987) e Santiago de Compostela (1989). Con il passare degli anni le cosiddette "GMG" divennero incontri dall'importanza sempre maggiore, a prescindere dal numero effettivo di partecipanti.

    In particolare la GMG del 1995, svoltasi a Manila alla presenza di quattro o cinque milioni di persone, è considerato il più grande raduno umano della storia.


    Gli anni novanta

    Il 15 agosto 1990 nella costituzione apostolica Ex corde ecclesiae stabilì alcune regole per le Università cattoliche, tra cui il requisito per i docenti dell'approvazione del proprio vescovo.

    Il 22 ottobre 1993 confermò la regola del celibato sacerdotale nella Chiesa latina, affermando che «bisogna ardire, mai ripiegare».

    L'11 febbraio 1997, su indicazione del cardinale Camillo Ruini, nominò Antonio Buoncristiani come delegato ad «esercitare tutte le funzioni spettanti normalmente sia al Superiore generale che al Superiore provinciale» nella Società San Paolo, e quindi nella direzione della casa editrice delle Edizioni Paoline e di tutti i periodici da esse gestiti, tra cui Famiglia Cristiana. La vicenda portò alle dimissioni dell'allora direttore Leonardo Zega.

    Con il motu proprio Ad tuendam fidem del 1998 chiarì il significato della «professione di fede del 1989» che stabilisce la necessità per i teologi cattolici di aderire alle «verità» proclamate dal magistero «in modo definitivo» anche quando queste non siano stabilite come dogma.

    Sempre nello stesso anno, con il motu proprio Apostolos suos del 21 maggio chiarì i limiti delle Conferenze episcopali.

    Il Pontefice ribadì ripetutamente la dignità dell'uomo e il diritto alla vita, come fondamento di tutte le posizioni assunte in tema di morale. Ogni individuo è «unico e irripetibile» ed ogni persona in quanto è ad «immagine e somiglianza di Dio» ha una dignità che non è acquisita con meriti, ma è data fin dalla nascita. Il diritto naturale secondo san Tommaso discende dal diritto divino, da un volere del creatore che ha imposto tali leggi alla natura creata. La vita è un diritto in quanto dono di Dio, il Solo che può darla e toglierla. Il diritto alla vita è per il pontefice il fondamento di ogni altro diritto: della persona, e dell'esistenza di una giustizia e di un sistema di diritti a suo riguardo.

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    Incontro con Vladimir Putin nel 2000.



    Dati, opere e documenti del Pontificato

    Durante il suo pontificato ha scritto 14 encicliche, proclamato ben 482 santi (più di tutti gli altri papi messi insieme) e percorso 1.163.865 chilometri in aereo; il suo è stato il 3° pontificato più lungo della storia.


    Filatelia e numismatica

    Durante il suo pontificato la Città del Vaticano ha emesso più di 500 valori postali diversi.

    Papa Giovanni Paolo II è il primo Papa della storia ad essere soggetto di una banconota. È infatti raffigurato in quella da 50 złoty polacca del 16 ottobre 2006. Su un lato Karol Wojtyła è ripreso con la croce pastorale, mentre l'altra faccia mostra la celebre immagine dell'inaugurazione del Ministero che testimonia il profondo legame tra il Papa e il cardinale Stefan Wyszynski, Primate di Polonia.

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    Papa Giovanni Paolo II negli USA parla dopo essere stato insignito della Medal of Freedom nel giugno 2004



    Le sue idee sui temi internazionali

    Il tema della «cultura della morte»

    Il 10 gennaio 2005, durante il messaggio ai diplomatici presso la Santa Sede, antepose a tutti i problemi dell'umanità, compresa la fame, il tema della «sfida della vita» contro quella che definì come «cultura della morte», rappresentata da aborto, fecondazione artificiale, clonazione, eutanasia, unioni civili e matrimoni omosessuali, dichiarando che «lo Stato ha come suo compito primario proprio la tutela e la promozione della vita umana».

    Il tema della «cultura della morte» e la condanna di essa ricorre in numerosi pronunciamenti di Giovanni Paolo II.


    Aborto

    La sua dottrina ha difeso fortemente la vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. Questa posizione è stata per qualcuno di stampo conservatore, mentre altri l'hanno considerata un baluardo nella difesa dei più deboli e della vita.

    Nell'enciclica Evangelium vitae del 25 marzo 1995 definì «democrazie totalitarie» gli stati democratici che consentono l'interruzione volontaria di gravidanza.


    Omosessualità

    Il giorno dopo il gay pride tenutosi a Roma durante il Giubileo, durante l'Angelus espresse «amarezza per l'affronto recato al grande Giubileo dell'anno Duemila e per l'offesa ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo».

    Il 25 gennaio 2003 con un decreto della Congregazione per la dottrina della fede esplicitamente voluto «dal sommo Pontefice Giovanni Paolo II, con suprema ed inappellabile decisione senza alcuna possibilità di appello» ordina la dimissione dallo stato clericale di Franco Barbero, della Comunità ecclesiale di base di Pinerolo che aveva simbolicamente benedetto alcuni matrimoni omosessuali.


    Ordinazione femminile

    Si è espresso contro l'ordinazione al sacerdozio di donne. Nel 1979, in risposta ad un rappresentante delle suore degli Stati Uniti, disse:

    « la fedeltà a Cristo, soprattutto nella vita religiosa, non può essere mai separata dalla fedeltà alla Chiesa [...] non è da sottovalutare il fatto che la vostra consacrazione a Dio deve manifestarsi nel segno esteriore permanente di un semplice e idoneo abito religioso. »
    (Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II alle religiose di Washington)

    Tale posizione fu ribadita con la lettera apostolica Mulieris dignitatem il 15 agosto 1988 e successivamente il 22 maggio 1994 nella lettera Ordinatio sacerdotalis:

    « [il papa] in virtù del [suo] ministero di confermare i fratelli [dichiara che] la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale, e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli »
    (Ordinatio Sacerdotalis, 3)

    Sull'ipotesi che per tale pronunciamento si fosse avvalso dell'infallibilità papale intervenne dapprima la Congregazione per la Dottrina della Fede, con il suo Responsum in data 28 ottobre 1995, a firma dell'allora prefetto, cardinale Joseph Ratzinger. In questo documento si afferma che la suddetta dottrina «proposta infallibilmente dal magistero ordinario e universale», è proposta dalla Lettera Apostolica Ordinatio Sacerdotalis con una dichiarazione formale e deve essere considerata come appartenente al deposito della fede. In seguito lo stesso Giovanni Paolo II, nel discorso ai vescovi tedeschi del 20 novembre 1999 (n. 10), affermò: «l'insegnamento sul sacerdozio riservato agli uomini riveste il carattere di quella infallibilità che è legata al Magistero ordinario e universale della Chiesa».


    Celibato del clero

    Come il suo predecessore Paolo VI, anche Giovanni Paolo II intervenne più volte in difesa del celibato ecclesiastico, dichiarando che mantenerlo sarebbe stato positiva soluzione al calo delle vocazioni. Tra i motivi elencati in favore del celibato, Giovanni Paolo II citò il maggior tempo da dedicare alla parrocchia/comunità, e il fatto che il sacerdote debba non pensare ai beni terreni.


    Divorzio

    Ha confermato la posizione della Chiesa contraria all'ammissione di cattolici divorziati al sacramento dell'eucaristia nell'esortazione apostolica Familiaris consortio del 22 novembre 1982.

    Il 22 novembre 2001 ha nuovamente espresso tale posizione ai presuli dell'Oceania, dopo che erano stati sollevati dei dubbi durante il Sinodo per l'Oceania tenutosi a Roma nel 1998 e nell'enciclica Ecclesia de Eucharistia del 2003.




    Ecologia

    Ha dedicato particolare attenzione al tema dell'ecologia, ponendo più volte l'accento sulla necessità di salvaguardare l'ambiente e richiamando l'uomo ad essere l’artefice e il collaboratore di Dio in questo compito.

    « Del pari preoccupante, accanto al problema del consumismo e con esso strettamente connessa, è la questione ecologica. L’uomo, preso dal desiderio di avere e di godere, più che di essere e di crescere, consuma in maniera eccessiva e disordinata le risorse della terra e la sua stessa vita. Alla radice dell’insensata distruzione dell’ambiente naturale c’è un errore antropologico, purtroppo diffuso nel nostro tempo. L’uomo che scopre la sua capacità di trasformare e in un certo senso di creare il mondo con il proprio lavoro, dimentica che questo si svolge sempre sulla base della prima originaria donazione delle cose da parte di Dio: Egli pensa di poter disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà come se essa non avesse una propria forma e una destinazione anteriore datale da Dio, che l’uomo può, sì, sviluppare, ma non deve tradire. Invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell’opera della creazione, l’uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura, piuttosto tiranneggiata che governata da lui. »
    ( Centesimus Annus, 37)


    Testo del catechismo

    Il 15 agosto 1997, con la lettera apostolica Laetamur Magnopere, approvò e promulgò in modo ufficiale il Catechismo della Chiesa cattolica, che è stato accolto con diverso umore dai vari ambienti cattolici.

    Uno dei temi più controversi riguardava la pena di morte. Pur essendovi una decisa condanna della pena di morte, questa condanna non è totale. Una successiva riscrittura ha eliminato molti dubbi, coniugando il rispetto della dottrina precedente (nello Stato Pontificio si praticava la pena di morte, così come in quasi tutti gli stati dell'epoca) con l'affermazione secondo cui al giorno d'oggi i casi in cui tale pena è lecita sono praticamente inesistenti.

    Nella versione odierna, il Catechismo scrive (art. 2267):

    « L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.
    Se invece i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall'aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.
    Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo "sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti" »

    (Evangelium vitae', n. 56)


    Liturgia

    Si è espresso contro le sperimentazioni nella liturgia, in un chirografo del 22 novembre 2003 dichiarò che «il sacro ambito della celebrazione liturgica non deve mai diventare laboratorio di sperimentazioni o di pratiche compositive ed esecutive introdotte senza un'attenta verifica», posizione ripetuta nella lettera apostolica Spiritus et Sponsa del 4 dicembre in occasione del quarantesimo anniversario della costituzione sulla liturgia del concilio Vaticano II.

    In precedenza il 24 maggio il cardinale Darío Castrillón Hoyos aveva celebrato a nome del Papa una Messa tridentina nella basilica di Santa Maria Maggiore in Roma.


    L'incontro con Padre Pio

    Nel 1948 la posizione di Padre Pio in seno alla Chiesa non era ancora giunta al suo punto critico: Pio XII era un estimatore del "frate con le stigmate" e al suo arrivo sul soglio di Pietro, nel 1939, aveva ordinato al Sant'Uffizio di «lasciare in pace Padre Pio». Il religioso era stato già in contrasto con il Sant'Uffizio: a partire dal maggio 1923, questo aveva emanato cinque decreti contro di lui e altri documenti ufficiali che sconfessavano la soprannaturalità dei fenomeni mistici che gli venivano attribuiti, in particolare le stigmate.

    Quindi, in quel periodo il clero di tutto il mondo sapeva che la Chiesa aveva preso ufficialmente le distanze da quel religioso, e aveva invitato tutti a non frequentarlo. Ciò malgrado, Wojtyła volle conoscerlo. Ad aprile del 1948, durante le vacanze di Pasqua, partì per il Gargano con un seminarista suo connazionale e si trattenne qualche giorno nel paese in cui viveva Padre Pio. Le cronache registrano che ebbe vari incontri con il frate e che andò a confessarsi da lui. Nel novembre 1962 quando Wojtyła, già vescovo, era di nuovo a Roma per il Concilio, inviò una lettera a Padre Pio chiedendogli l'intercessione per la salute di una sua amica affetta da una grave neoplasia. La signora guarì, a detta dei medici stessi, in modo prodigioso. Il carteggio epistolare di tale evento (che comprende anche una lettera di ringraziamento spedita 11 giorni dopo la prima) è conservato come testimonianza.

    Wojtyła dimostrò sempre grande considerazione per il frate di Pietrelcina; fu proprio durante il suo pontificato che il frate fu prima beatificato (2 maggio 1999) e poi canonizzato (16 giugno 2002).


    Insegnamenti

    « Damose da fa' e volemose bbene! Semo romani »
    (Papa Giovanni Paolo II - 26 febbraio del 2004)

    Giovanni Paolo II proseguì l'insegnamento della dottrina cattolica attraverso la redazione di una serie di scritti teologici, che ebbero forte eco all'interno della Chiesa e, spesso, anche al suo esterno.

    Un grande risultato di Giovanni Paolo II fu la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, che diede alla Chiesa cattolica un catechismo molto più aggiornato.

    Le sue prime encicliche si soffermarono sul Dio «Uno e Trino»: la prima di esse, Redemptor Hominis (1979) riguarda la figura di Gesù; la seconda, Dives in Misericordia (1980) parla di Dio; nel 1985 completò la trilogia, con la Dominum et Vivificantem sullo Spirito Santo che «è Signore e dà la vita». Giovanni Paolo II mantenne questa focalizzazione su Dio durante tutto il pontificato.

    Nella sua visione per il nuovo millennio, contenuta nella Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte del 6 gennaio 2001, un «programma per ogni tempo», enfatizzò l'importanza di «ripartire da Cristo»: «No, non una formula ci salverà, ma una Persona». La prima priorità per la Chiesa è la santità: «Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana». Inoltre, «per questa pedagogia della santità c'è bisogno di un cristianesimo che si distingua innanzitutto nell'"arte della preghiera"». La sua ultima enciclica, Ecclesia de Eucharistia (2003) è sull'Eucarestia, che Wojtyła II afferma «contenere l'intera ricchezza spirituale della Chiesa: Cristo stesso», enfatizzando il bisogno di «rinnovare la meraviglia» sull'Eucarestia e «contemplare il volto di Cristo».

    Altri documenti importanti del suo pontificato sono stati la Laborem Exercens (1981) e la Centesimus Annus (1991) sui temi del lavoro, la Evangelium Vitae (1995) sull'inviolabilità della vita, la Fides et Ratio (1998) sui rapporti tra fede e ragione, e la Veritatis Splendor (1993), sulla morale cattolica.

    Diversi personaggi hanno criticato Giovanni Paolo II, adducendo che egli abbia bloccato gli sforzi progressisti seguiti al Concilio Vaticano II, diventando un simbolo del lato conservatore della Chiesa cattolica. La sua opposizione a metodi contraccettivi, aborto e omosessualità è stata continua; un punto molto controverso del suo papato fu la lettera del 1º ottobre 1986 a tutti i vescovi in cui descriveva l'omosessualità come una «tendenza verso un male morale intrinseco» e «un disordine oggettivo». Nel suo libro Memoria e identità afferma che la spinta per il matrimonio gay potrebbe essere parte di «una nuova ideologia del male... che tenta di minare i diritti umani, contro la famiglia e le persone».

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    Il Papa in Brasile



    Viaggi apostolici

    Durante il suo pontificato, Giovanni Paolo II ha viaggiato più di tutti i precedenti papi messi assieme. Mentre alcune delle mete dei suoi pellegrinaggi (come gli Stati Uniti e la Terra Santa) erano già stati visitati dal predecessore Paolo VI (soprannominato a volte «il Papa pellegrino»), molti altri paesi non erano mai stati visitati in precedenza da alcun altro pontefice.

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    Il Papa in Brasile nel 1997



    Relazioni con le altre religioni

    Papa Giovanni Paolo II ha viaggiato estesamente ed è entrato in contatto con molte diverse fedi, senza mai cessare di ricercare con esse un terreno comune, etico, dottrinale o dogmatico. Ha stabilito contatti con Israele, pregando a Gerusalemme presso il Muro del pianto; inoltre è stato il primo pontefice romano dopo san Pietro a pregare in una sinagoga visitando il 13 aprile 1986 la sinagoga di Roma. Il Dalai Lama, guida spirituale del Buddhismo tibetano, ha avuto otto incontri con Giovanni Paolo II, più di ogni altro singolo dignitario, trovandosi spesso di comune opinione.
    Il 27 ottobre 1986 si è svolta ad Assisi una giornata di incontro tra le grandi religioni, indetta da Giovanni Paolo II. In tale circostanza, le differenti religioni «si sono dichiarate concordi nel riconoscere che, per diverso che sia il nome di Dio da esse invocato, la ricerca della pace per le vie della nonviolenza è la pietra di paragone dell'obbedienza alla sua volontà».


    Relazioni con il popolo ebraico

    Giovanni Paolo II ha scritto e parlato molto sull'argomento delle relazioni della Chiesa con gli ebrei, ed ha spesso reso omaggio alle vittime dell'olocausto in molte nazioni. È stato il primo papa ad aver visitato il campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, nel 1979. Uno dei pochi papi ad essere cresciuto in un clima di fiorente cultura ebraica, che era tra le componenti chiave della Cracovia dell'epoca pre-bellica, il suo interesse per la cultura ebraica risaliva alla prima gioventù.

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    Papa Giovanni Paolo II nella Sinagoga di Roma, 13 aprile 1986



    Nel marzo 2000, papa Giovanni Paolo II si recò nel memoriale dell'olocausto di Yad Vashem in Israele e toccò il Muro occidentale di Gerusalemme, uno dei luoghi più sacri del popolo ebraico, promuovendo la riconciliazione tra cristiani ed ebrei.

    La Lega Anti-Diffamazione ha recentemente dichiarato: «La Lega Anti-Diffamazione si congratula con papa Giovanni Paolo II in occasione del 25º anniversario del suo pontificato. Il suo profondo impegno nella riconciliazione tra la Chiesa cattolica ed il popolo ebraico è stato fondamentale per il suo pontificato. Gli ebrei di tutto il mondo sono profondamente grati al Papa. Egli ha sempre difeso il popolo ebraico, come sacerdote nella sua natia Polonia e durante il suo pontificato... Preghiamo che rimanga in salute per molti anni a venire, e che ottenga molto successo nella sua opera santa e che le relazioni tra cattolici ed ebrei continuino a prosperare».

    Nel febbraio 2005, l'agenzia Reuters pubblicò estratti dal nuovo libro del pontefice, il suo quinto, Memoria e identità. In esso, il Papa sembra comparare l'aborto all'olocausto, dicendo: «C'è ancora, tuttavia uno sterminio legale di esseri umani che sono stati concepiti ma non sono ancora nati. E questa volta stiamo parlando di uno sterminio che è stato permesso da, niente di meno, parlamenti scelti democraticamente dove normalmente si sentono appelli per il progresso civile della società e di tutta l'umanità». Un dirigente del Consiglio centrale ebraico tedesco definì il confronto inaccettabile. Il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, mise da parte le sue cariche, dicendo che il papa «non stava provando a mettere l'olocausto e l'aborto sullo stesso piano» ma soltanto stava avvertendo che la malvagità alligna dappertutto, «anche nei sistemi politici liberali».


    Relazioni con le altre Chiese cristiane

    Nel 2003, durante la «settimana di preghiera per l'unità dei cristiani» dichiarò che il primato di Pietro è il garante dell'unità dei cristiani; nell'enciclica Ecclesia de Eucharistia ha riaffermato la dottrina della transustanziazione stabilita nel concilio di Trento vietando la partecipazione di fedeli protestanti alla comunione durante la celebrazione eucaristica e degli stessi cattolici al rito della cena delle chiese riformate.


    Relazioni con la Chiesa Ortodossa Orientale

    Nel maggio 1999, Giovanni Paolo II visitò la Romania. Era la prima volta che un papa visitava una nazione principalmente cristiana ortodossa dopo il Grande Scisma d'Oriente, che aveva visto staccarsi dalla Chiesa cristiana la comunità che volle chiamarsi "ortodossa" nel 1054. La visita nasceva in accoglimento di un invito rivolto da Teotisto, patriarca e capo spirituale della Chiesa ortodossa rumena. All'arrivo, il papa fu accolto dal patriarca e dal capo di stato romeno, allora Emil Constantinescu. Il Patriarca sottolineò che «il secondo millennio della storia cristiana era cominciato con una dolorosa ferita all'unità della Chiesa; la fine di quel millennio assisteva ad un concreto sforzo per ripristinare la cristiana unità».

    Domenica 9 marzo il Papa e il Patriarca assistettero ciascuno ad una celebrazione condotta dall'altro (una liturgia ortodossa e una messa cattolica, rispettivamente). Una folla di migliaia di persone si radunò ad assistere alle celebrazioni, tenute all'aperto. Il Papa disse alla folla «Sono qui tra di voi spinto soltanto dal desiderio di autentica unità. Non molto tempo fa era impensabile che il Vescovo di Roma potesse visitare i suoi fratelli e sorelle di fede che vivono in Romania. Oggi, dopo un lungo inverno di sofferenza e persecuzione, possiamo infine scambiarci il bacio della pace e lodare insieme il Signore». Una larga parte della popolazione ortodossa romena si è mostrata favorevole all'idea della riunificazione cristiana.

    Due anni dopo, nel 2001, papa Wojtyła fu il primo pontefice a visitare la Grecia dopo 1.291 anni. La visita non fu serena, il papa fu accolto da manifestazioni ostili e fu snobbato dai vertici della Chiesa ortodossa, che non inviò nessun suo esponente ad accoglierlo all'arrivo.

    Ad Atene il Papa si incontrò con l'arcivescovo Christodoulos, capo della chiesa ortodossa di Grecia. Dopo un incontro privato di 30 minuti, i due parlarono pubblicamente. Christodoulos lesse una lista di «13 offese» della Chiesa cattolica romana nei confronti della Chiesa Ortodossa dai tempi del Grande Scisma, inclusi il sacco di Costantinopoli ad opera dei crociati nel 1204, e lamentò la mancanza di qualsiasi scusa da parte della Chiesa cattolica, affermando «Fino ad ora non si è udita una sola richiesta di perdono» per i «furiosi crociati del 13° secolo».

    Wojtyła rispose dicendo «Per le occasioni passate e le presenti, qualora i figli e le figlie della Chiesa cattolica abbiano peccato in azioni od omissioni contro i loro fratelli e sorelle ortodossi, che il Signore ci accordi il perdono», al che Christodoulos immediatamente applaudì. Giovanni Paolo II aggiunse che il saccheggio di Costantinopoli era una fonte di «profondo rincrescimento» per i cattolici.

    In seguito, Wojtyła e Christodoulos si incontrarono in un luogo dove san Paolo aveva una volta predicato ai cristiani ateniesi. Essi resero pubblica una dichiarazione comune che diceva «Noi faremo tutto ciò che è in nostro potere perché le radici cristiane dell'Europa e la sua anima cristiana siano preservate … Condanniamo ogni ricorso alla violenza, proselitismo e fanatismo nel nome della religione». Le due guide pronunciarono poi il Padre Nostro insieme, rompendo il tabù ortodosso contrario alla preghiera coi cattolici.

    Tuttavia, durante la visita il Papa evitò ogni accenno a Cipro, ancora fonte di tensione tra le due fedi.

    Giovanni Paolo II visitò altre aree a maggioranza religiosa ortodossa, come l'Ucraina, nonostante non sempre accoltovi calorosamente, ed affermò che la fine dello Scisma sarebbe stato uno dei suoi desideri più profondi.

    Nell'enciclica Fides et Ratio del 14 settembre 1998, rivolta ai vescovi della Chiesa cattolica circa i rapporti tra fede e ragione, definì «significativo» il cammino di «ricerca filosofica», accanto ad alcuni autori occidentali, condotto dai pensatori religiosi russi V.L. Losskij e P.J. Čaadaev, P.A. Florenskij, V.L. Solov'ëv.


    Lista dei viaggi

    I seguenti sono tutti i viaggi pastorali di Giovanni Paolo II al di fuori dell'Italia:

    1. 25 gennaio - 1 febbraio 1979 - Repubblica Dominicana, Messico, Bahamas
    2. 2 giugno - 10 giugno 1979 - Polonia
    3. 29 settembre - 8 ottobre 1979 - Repubblica d'Irlanda e Stati Uniti
    4. 28 novembre - 30 novembre 1979 - Turchia
    5. 2 maggio - 12 maggio 1980 - Zaire, Repubblica del Congo, Kenya, Ghana, Burkina Faso, Costa d'Avorio
    6. 30 maggio - 2 giugno 1980 - Francia
    7. 30 giugno - 12 luglio 1980 - Brasile
    8. 15 novembre - 19 novembre 1980 - Germania
    9. 16 febbraio - 27 febbraio 1981 - Pakistan, Filippine, Guam (USA), Giappone, Alaska (USA)
    10. 12 febbraio - 19 febbraio 1982 - Nigeria, Benin, Gabon, Guinea Equatoriale
    11. 12 maggio - 15 maggio 1982 - Portogallo
    12. 28 maggio - 2 giugno 1982 - Gran Bretagna
    13. 10 giugno - 13 giugno 1982 - Rio de Janeiro (Brasile), Argentina
    14. 15 giugno 1982 - Ginevra (Svizzera)
    15. 29 agosto 1982 - San Marino
    16. 31 ottobre - 9 novembre 1982 - Spagna
    17. 2 marzo - 10 marzo 1983 - Lisbona (Portogallo), Costa Rica, Nicaragua, Honduras, Panama, El Salvador, Guatemala, Belize, Haiti
    18. 16 giugno - 23 giugno 1983 - Polonia
    19. 14 agosto - 15 agosto 1983 - Lourdes (Francia)
    20. 10 settembre - 13 settembre 1983 - Austria
    21. 2 maggio - 12 maggio 1984 - Alaska (USA), Repubblica di Corea, Papua Nuova Guinea, Isole Salomone, Thailandia
    22. 12 giugno - 17 giugno 1984 - Svizzera
    23. 9 settembre - 21 settembre 1984 - Canada
    24. 10 ottobre - 13 ottobre 1984 - Saragozza (Spagna), Santo Domingo (Repubblica Dominicana), San Juan (Porto Rico)
    25. 26 gennaio - 6 febbraio 1985 - Perù, Ecuador, Venezuela, Trinidad e Tobago
    26. 11 maggio - 21 maggio 1985 - Olanda, Lussemburgo, Belgio
    27. 8 agosto - 19 agosto 1985 - Togo, Costa d'Avorio, Camerun, Repubblica Centrafricana, Zaire, Kenya, Marocco
    28. 8 settembre 1985 - Kloten (Svizzera), Liechtenstein
    29. 31 gennaio - 11 febbraio 1986 - India
    30. 1º luglio - 8 luglio 1986 - Santa Lucia, Colombia
    31. 4 ottobre - 7 ottobre 1986 - Francia
    32. 18 novembre - 1 dicembre 1986 - Bangladesh, Singapore, Fiji, Nuova Zelanda, Australia, Seychelles
    33. 31 marzo - 13 aprile 1987 - Cile, Uruguay, Argentina (Giornata Mondiale della Gioventù 1987)
    34. 30 aprile - 4 maggio 1987 - Germania
    35. 8 giugno - 14 giugno 1987 - Polonia
    36. 10 settembre - 21 settembre 1987 - Stati Uniti (incluse New Orleans e Detroit), Fort Simpson (Canada)
    37. 7 maggio - 18 maggio 1988 - Uruguay, Bolivia, Lima (Perù), Paraguay, Curacao
    38. 23 giugno - 27 giugno 1988 - Austria
    39. 10 settembre - 19 settembre 1988 - Zimbabwe, Botswana, Lesotho, Swaziland, Mozambico
    40. 8 ottobre - 11 ottobre 1988 - Francia
    41. 28 aprile - 6 maggio 1989 - Madagascar, Réunion, Zambia, Malawi
    42. 1 giugno - 10 giugno 1989 - Norvegia, Islanda, Finlandia, Danimarca, Svezia
    43. 19 agosto - 21 agosto 1989 - Santiago de Compostela (Giornata Mondiale della Gioventù 1989) e Asturie (Spagna)
    44. 6 ottobre - 16 ottobre 1989 - Seul (Repubblica di Corea), Timor Est (all'epoca Indonesia), Mauritius
    45. 25 gennaio - 1 febbraio 1990 - Capo Verde, Guinea-Bissau, Mali, Burkina Faso, Ciad
    46. 21 aprile - 22 aprile 1990 - Cecoslovacchia
    47. 6 maggio - 14 maggio 1990 - Messico, Curacao
    48. 25 maggio - 27 maggio 1990 - Malta
    49. 1 settembre - 10 settembre 1990 - Luqa (Malta), Tanzania, Burundi, Ruanda, Yamoussoukro (Costa d'Avorio)
    50. 5 maggio - 13 maggio 1991 - Portogallo
    51. 1 giugno - 9 giugno 1991 - Polonia
    52. 13 agosto - 20 agosto 1991 - Czestochowa (Polonia, Giornata Mondiale della Gioventù 1991), Ungheria
    53. 12 ottobre - 21 ottobre 1991 - Brasile
    54. 19 febbraio - 26 febbraio 1992 - Senegal, Gambia, Guinea
    55. 4 giugno - 10 giugno 1992 - Angola, São Tomé e Príncipe
    56. 9 ottobre - 14 ottobre 1992 - Repubblica Dominicana
    57. 3 febbraio - 10 febbraio 1993 - Benin, Uganda, Khartoum (Sudan)
    58. 25 aprile 1993 - Albania
    59. 12 giugno - 17 giugno 1993 - Spagna
    60. 9 agosto - 16 agosto 1993 - Giamaica, Merida (Messico), Denver (USA, Giornata Mondiale della Gioventù 1993)
    61. 4 settembre - 10 settembre 1993 - Lituania, Lettonia, Estonia
    62. 10 settembre - 11 settembre 1994 - Zagabria (Croazia)
    63. 11 gennaio - 21 gennaio 1995 - Manila (Filippine, Giornata Mondiale della Gioventù 1995), Port Moresby (Papua Nuova Guinea), Sydney (Australia), Colombo (Sri Lanka)
    64. 20 maggio - 22 maggio 1995 - Repubblica Ceca, Polonia
    65. 3 giugno - 4 giugno 1995 - Belgio
    66. 30 giugno - 3 luglio 1995 - Slovacchia
    67. 14 settembre - 20 settembre 1995 - Yaoundé (Camerun), Johannesburg (Sudafrica), Nairobi (Kenya)
    68. 4 ottobre - 9 ottobre 1995 - Newark, East Rutherford, New York, Yonkers, Baltimora (tutte negli USA)
    69. 5 febbraio - 12 febbraio 1996 - Guatemala, Nicaragua, El Salvador, Venezuela
    70. 14 aprile 1996 - Tunisia
    71. 17 maggio - 19 maggio 1996 - Slovenia
    72. 21 giugno - 23 giugno 1996 - Germania
    73. 6 settembre - 7 settembre 1996 - Ungheria
    74. 19 settembre - 22 settembre 1996 - Francia
    75. 12 aprile - 13 aprile 1997 - Sarajevo (Bosnia-Erzegovina)
    76. 25 aprile - 27 aprile 1997 - Repubblica Ceca
    77. 10 maggio - 11 maggio 1997 - Beirut (Libano)
    78. 31 maggio - 10 giugno 1997 - Polonia
    79. 21 agosto - 24 agosto 1997 - Parigi (Francia, Giornata Mondiale della Gioventù 1997)
    80. 2 ottobre - 6 ottobre 1997 - Rio de Janeiro (Brasile)
    81. 21 gennaio - 26 gennaio 1998 - Cuba
    82. 21 marzo - 23 marzo 1998 - Nigeria
    83. 19 giugno - 21 giugno 1998 - Austria
    84. 2 ottobre - 4 ottobre 1998 - Croazia
    85. 22 gennaio - 28 gennaio 1999 - St. Louis (USA), Messico
    86. 7 maggio - 9 maggio 1999 - Romania
    87. 5 giugno - 17 giugno 1999 - Polonia
    88. 19 settembre 1999 - Slovenia
    89. 5 ottobre - 9 ottobre 1999 - Nuova Delhi (India), Georgia
    90. 24 febbraio - 26 febbraio 2000 - Monte Sinai (Egitto)
    91. 20 marzo - 26 marzo 2000 - Giordania, Israele
    92. 12 maggio - 13 maggio 2000 - Fatima (Portogallo)
    93. 5 maggio - 9 maggio 2001 - Malta, Grecia, Siria
    94. 23 giugno - 27 giugno 2001 - Ucraina, incluso Babi Yar, dove furono massacrati numerosi ebrei durante l'Olocausto
    95. 22 settembre - 27 settembre 2001 - Kazakistan, Armenia
    96. 22 maggio - 26 maggio 2002 - Azerbaijan, Bulgaria
    97. 23 luglio - 2 agosto 2002 - Canada (Giornata Mondiale della Gioventù 2002), Guatemala (inclusa Antigua Guatemala), Messico
    98. 18 agosto - 19 agosto 2002 - Polonia
    99. 3 maggio - 4 maggio 2003 - Spagna
    100. 5 giugno - 9 giugno 2003 - Croazia
    101. 22 giugno 2003 - Bosnia-Erzegovina
    102. 11 settembre - 14 settembre 2003 - Slovacchia
    103. 5 giugno 2004 - Svizzera
    104. 14 agosto - 15 agosto 2004 - Lourdes (Francia)


    Domande di perdono

    « Come successore di Pietro, chiedo che in questo anno di misericordia la Chiesa, forte della santità che riceve dal suo Signore, si inginocchi davanti a Dio e implori il perdono per i peccati passati e presenti dei suoi figli [...] senza nulla chiedere in cambio. »
    (Papa Giovanni Paolo II, Incarnationis mysterium, 29 novembre 1998.)

    Ha pubblicamente espresso più volte richieste di perdono per quelli che ha considerato come i peccati commessi da cattolici durante i secoli. Di seguito sono elencate alcune delle occasioni:

    * Il 31 ottobre 1992 per la persecuzione dello scienziato italiano Galileo Galilei ed il processo che seguì nel 1633.
    * Il 9 agosto 1993 per il coinvolgimento di cattolici nella tratta degli schiavi africani.
    * Nel maggio 1995, nella Repubblica Ceca, per il ruolo avuto dalla Chiesa nei roghi e nelle guerre religiose che seguirono la riforma protestante.
    * Il 10 luglio 1995 inviò una lettera destinata «ad ogni donna» in cui, pur non chiedendo esplicitamente perdono per le ingiustizie compiute verso le donne nel nome di Cristo, di fatto sottolineava gli "enormi condizionamenti che, in tutti i tempi e in ogni latitudine, hanno reso difficile il cammino della donna, misconosciuta nella sua dignità, travisata nelle sue prerogative, non di rado emarginata e persino ridotta in servitù" Lettera di Giovanni Paolo II alle donne.
    * Il 21 maggio 1995 a Olomouc nella Repubblica Ceca, a nome della Chiesa di Roma chiede perdono dei torti inflitti ai non cattolici e nel contempo assicura il perdono della Chiesa cattolica per le sofferenze che i suoi figli hanno patito. Al suo ritorno nella Repubblica Ceca, richiama esplicitamente tale discorso il 27 aprile 1997.
    * Il 29 novembre 1998 con la bolla di indizione dell'Anno Santo del Giubileo del 2000 Incarnationis mysterium.
    * Il 18 dicembre 1999 per l'esecuzione di Jan Hus nel 1415.
    * Durante una solenne celebrazione in Vaticano il 12 marzo 2000, chiese perdono per i peccati commessi in ogni epoca dai cattolici che violarono «i diritti di gruppi etnici e intere popolazioni, e dimostrarono disprezzo per le loro culture e tradizioni religiose.»
    * Il 4 marzo 2001 si scusò con il Patriarca di Costantinopoli per i peccati commessi dai crociati in occasione della Quarta crociata, che nel 1204 si mosse contro Costantinopoli invece che verso la Terrasanta.
    * Il 21 novembre 2001 chiese scusa, via internet, per gli abusi commessi dai missionari nel passato contro le popolazioni indigene del Pacifico meridionale.


    Domanda di perdono sulle crociate

    Molti storici e critici hanno interpretato in vario modo le parole di Giovanni Paolo II sulle crociate. Alcuni sono propensi nel credere che il Papa intendesse fare una pubblica accusa a queste campagne militari mentre altri, come Thomas F. Madden, ritengono che il pontefice abbia solo criticato alcune malefatte di crociati durante queste, senza rivolgersi alle crociate stesse o ai loro risultati e creando così un parallelismo con le parole espresse da papa Innocenzo III.


    L'apostolato internazionale e l'universalità del messaggio

    Il papato di Wojtyła si è caratterizzato per il grande impegno profuso per diffondere il Cattolicesimo nel mondo. Ha viaggiato in ogni angolo della terra, ed ha viaggiato in modo più "politico" rispetto ai predecessori. Ma soprattutto è possibile notare il cambiamento di rotta rispetto ai precedenti papati nel dato dei 500 santi e 1350 beati proclamati, a fronte di 296 santi e 1319 beati da parte di 33 papi precedenti. In particolare, notevole la differenza è con alcuni degli ultimi papi come Pio X (1903-14, 4 santi), Benedetto XV (1914-22, 3 santi), Giovanni XXIII (1958-63, 10 santi). Inoltre, è da tenere in conto la variegatissima composizione di provenienze dai nuovi santi, a differenza della estrema omogeneità dei precedenti.

    Anche uno dei temi chiave del pontificato di Giovanni Paolo II, la pubblicizzazione e la rilevanza data ai Segreti di Fatima, è leggibile come un tentativo di riportare la fede in una sfera maggiormente mistica.

    Scelte di questo tipo sono legate all'obiettivo di "parlare al cuore" dei fedeli, a differenza di orientamenti che mirano a "secolarizzare" in parte la Chiesa, mostrando cautela verso miracoli ed eccessive concessioni a sentimenti religiosi popolari.

    Anche l'ottimo rapporto con i media, e l'immagine "giovane" che Wojtyła ha creato di se, è considerabile utile al fine di avvicinare alla Chiesa cattolica persone, ed in particolare giovani, di tutto il mondo.

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    Giovanni Paolo II con Marco Pannella e Emma Bonino



    Posizioni sociali e politiche


    Wojtyła è stato considerato un conservatore sulla dottrina della Chiesa cattolica in relazione alla riproduzione e all'ordinazione sacerdotale femminile.

    I suoi scritti sulla sessualità umana, raccolti ne La Teologia del Corpo, sono un'estesa meditazione sulla natura dei sessi e le risultanti implicazioni su sesso e amore e diversi critici li considerano un significativo sviluppo dell'insegnamento sessuale della Chiesa, che ha origine con il Cantico dei Cantici e con l'insegnamento sui Sacramenti.

    Riguardo all'aborto, scrisse: «C'è ancora, tuttavia, una strage legalizzata di esseri umani che sono stati concepiti ma non sono nati. E questa volta stiamo parlando di una strage che è stata permessa nientemeno che da parlamenti democraticamente eletti, dove normalmente si ascoltano appelli per il progresso civile della società e di tutta l'umanità.»

    Sono note le sue critiche nei confronti della Teologia della Liberazione, la quale avrebbe calcato troppo la mano sulla liberazione politica a discapito della liberazione spirituale. La sua azione a contrasto di questa dottrina, in Sud America, fu massimamente energica: richiamò ripetutamente il clero locale per la sua partecipazione diretta a governi comunisti, promosse a cardinali molti sacerdoti di opposta posizione politica (anche quando erano accusati di essere conniventi con regimi dittatoriali di destra), non risparmiò durissime critiche e forti ammonimenti in tutti i suoi viaggi nel continente.

    Il 9 maggio 1993, un anno dopo le stragi che uccisero i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nella Valle dei templi, prese una posizione durissima contro la mafia. Si rivolse, quasi urlando, ai responsabili intimando loro di convertirsi e non solo di pentirsi (mettendoli così di fatto fuori dalla Chiesa) con parole forti: «Una volta verrà il giudizio di Dio!». Questa posizione provocò la reazione dei boss di Cosa nostra (risentiti - a detta del pentito Francesco Marino Mannoia - «soprattutto perché portavano i loro soldi in Vaticano»), i quali ordinarono i due attentati alla basilica di San Giovanni in Laterano e alla chiesa di San Giorgio al Velabro nella notte fra il 27 e il 28 luglio 1993.

    Nell'enciclica Evangelium Vitae del 1995 riaffermò l'alto valore che ha per la Chiesa la vita umana. In essa ha inoltre esteso la condanna dell'aborto, dell'eutanasia e di ogni uso della pena capitale, chiamandole tutte insieme parte della «cultura della morte» di cui sarebbe pervaso il mondo moderno.

    Le sue posizioni sulla guerra, la pena capitale, la cancellazione del debito dei paesi poveri, e i temi sulla povertà sono stati considerati politicamente liberali, dimostrando che etichette politiche come «conservatore» e «liberale» non possono essere facilmente assegnate ai leader religiosi.

    John_Paul_II_George_W._Bush_Medal_of_Freedom_2004

    Bush consegna a papa Giovanni Paolo II la Medal of Freedom nel 2004



    Papa Wojtyła, che aveva iniziato il suo pontificato quando la Polonia si trovava ancora nella sfera d'influenza sovietica, come pure il resto dell'Europa dell'est, è stato un aspro critico del socialismo reale ed ha offerto supporto, anche finanziario[49], a movimenti anticomunisti come il sindacato polacco Solidarność di Lech Wałęsa, nonché organizzazioni in Centro e Sudamerica[49] quali i Contras nicaraguensi.[50] Il leader sovietico Michail Gorbačëv disse una volta che il crollo della Cortina di ferro sarebbe stato impossibile senza Giovanni Paolo II. Questo punto di vista è condiviso da molti negli stati ex-sovietici, che lo vedono, insieme al presidente statunitense Ronald Reagan, come uno degli artefici della dissoluzione dell'Unione Sovietica. In anni successivi, il Papa si mostrò assai critico anche verso gli eccessi del capitalismo.

    Nel 2000 firmò pubblicamente la campagna del Giubileo 2000 sulla cancellazione del debito africano, assieme alle star irlandesi del rock Bob Geldof e Bono.

    Il 14 novembre 2002, Giovanni Paolo II, in occasione della prima visita di un Pontefice al Parlamento italiano riunito in seduta comune nell'aula di Montecitorio, non mancò di prendere una chiara posizione in merito all'eventualità di un indulto per alleggerire la congestionata situazione delle carceri italiane. «Un segno di clemenza verso di loro [i detenuti] mediante una riduzione della pena costituirebbe una chiara manifestazione di sensibilità, che non mancherebbe di stimolarne l'impegno di personale recupero in vista di un positivo reinserimento nella società». A seguito di queste dichiarazioni, il Parlamento approvò nell'estate 2003 il così detto "indultino" che prevedeva alcuni limitati benefici di sconto di pena. L'appello venne poi ripreso da una maggioranza trasversale di forze politiche, avrebbe portato al provvedimento d'indulto del 2006 dedicato dal ministro della giustizia Clemente Mastella proprio al Pontefice. "L'impegno di personale ricupero in vista di un positivo reinserimento nella società" si sarebbe però risolto in un aumento della criminalità.

    Nel 2003, Giovanni Paolo II divenne un critico di primo piano sull'Invasione americana dell'Iraq. Mandò il suo ministro per la pace, il cardinale Pio Laghi, a parlare con il presidente degli Stati Uniti George W. Bush per esprimergli l'opposizione del Vaticano alla guerra. Giovanni Paolo II affermò che spettasse alle Nazioni Unite risolvere il conflitto internazionale attraverso la diplomazia e che un'aggressione unilaterale è un crimine contro la pace ed una violazione del Diritto internazionale.

    Durante i negoziati per la redazione della nuova Costituzione europea, nel 2003 e 2004, i rappresentanti del Vaticano fallirono nell'assicurare una qualsiasi menzione alle «radici cristiane dell'Europa», uno degli obiettivi cui il Papa teneva. A più riprese durante il pontificato il Papa ha infatti sottolineato che l'Europa ha ricevuto per prima il "dono" della cristianità.

    Papa Wojtyła criticò anche il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Nel suo ultimo libro, Memoria e identità, nel capitolo riguardante il ruolo dei legislatori, il Papa parla di «pressioni» sul Parlamento Europeo per permettere il matrimonio omosessuale. Il papa scrisse a proposito della corrente ideologico-culturale che propugna la formalizzazione delle unioni omosessuali: «È legittimo e necessario chiederci se non sia parte di una nuova ideologia del male, forse più insidiosa e nascosta, che tenta di scagliare i diritti dell'uomo contro la famiglia e contro l'uomo».

    Il 13 gennaio 2005, ricevendo l'allora presidente della regione Lazio Francesco Storace, espresse «vivo compiacimento per l'approvazione dello Statuto della regione Lazio. Esso infatti, oltre a sottolineare il ruolo di Roma come centro del Cattolicesimo, riconosce esplicitamente il primato della persona e il valore fondamentale della vita. Riconosce, inoltre, i diritti della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio e si propone di sostenerla nell'adempimento della sua funzione sociale, facendo esplicita menzione dell'Osservatorio regionale permanente sulle famiglie. Lo Statuto prevede anche che la regione garantisca il diritto allo studio e la libertà di scelta educativa»

    Ancor dopo la sua morte, l'attuale presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano ha parlato in tal modo del pontificato di Giovanni Paolo II:
    « L'altissimo magistero spirituale di papa Wojtyła ha illuminato e continua ad illuminare l'intera umanità. »

    (Giorgio Napolitano, dal quotidiano La Nazione del 5 ottobre 2006, pagina 14)


    Critiche

    Accusa di sostegno alle dittature di destra

    Tra le critiche rivolte a Giovanni Paolo II, vi è l'accusa di aver sostenuto, col fine di opporsi al comunismo, sistemi politici o vere e proprie dittature di destra. In particolare sono stati criticati i suoi rapporti col dittatore cileno Augusto Pinochet, anche se va comunque ricordato come, nella sua visita pastorale in Cile nel 1987, il papa abbia esplicitamente invitato i cattolici cileni a "muoversi verso la democrazia"; egli ha pubblicamente abbracciato il dittatore (così come, del resto, alcuni oppositori del regime). In varie occasioni ha comunque dimostrato solidarietà con il dittatore: in particolare un telegramma di auguri del 1993 e una successiva lettera di solidarietà quando venne arrestato in Gran Bretagna per essere estradato in Spagna, effettuando pressioni sulle autorità inglesi per bloccarne il processo di estradizione. Tuttavia alcune fonti vaticane sostengono che in occasione del viaggio in Cile il papa avrebbe anche sollecitato il tiranno al ripristino della democrazia.

    Altro motivo di critiche fu quando l'arcivescovo Óscar Romero, religioso salvadoreño molto impegnato a favore dei poveri del suo paese - verrà assassinato proprio a causa della sua opposizione al governo golpista e repressivo - andò in visita in Vaticano e venne ricevuto da papa Giovanni Paolo II; questi infatti lo esortò a "sforzarsi di avere una relazione migliore con il governo del suo Paese", e a "non avvicinarsi troppo a forze dell'opposizione", ritenute violente. Sempre riguardo alla politica in America latina, la proclamazione del cardinale Pio Laghi è stata aspramente criticata dalle associazioni di sostegno alle vittime della dittatura (come le Madri di Plaza de Mayo, le madri dei desaparecidos), secondo le quali avrebbe appoggiato la cosiddetta "guerra sporca" in Argentina.

    Anche il fatto che il processo di beatificazione di alcuni vescovi e sacerdoti vittime delle dittature di destra latinoamericane, in particolare del Cile, proceda a rilento o non sia stata avviata, è stata da alcuni criticata come una mancata presa di distanze da questi regimi. Per contro, è molto controverso il significato della beatificazione del cardinale Alojzije Stepinac, vescovo di Zagabria imprigionato e lasciato morire in prigionia dopo la fine della seconda guerra mondiale dal regime comunista di Tito con l'accusa di di aver collaborato con gli occupanti nazifascisti e di aver appoggiato le conversioni imposte con la forza ai Serbi ortodossi ad opera degli Ustasha nel complesso di Jasenovac, un lager in cui avvennero numerose stragi e il cui comandante era il frate Miroslav Filipović-Majstorović.


    Sostegno all'Opus Dei

    Anche il supporto alla prelatura dell'Opus Dei e la canonizzazione del suo fondatore, Josemaría Escrivá de Balaguer, sono stati visti come legittimazione di ciò che taluni considerano un culto sui generis di fatto autonomamente operante in seno alla Chiesa, spesso indicata come "setta" ultraconservatrice e accusata anch'essa di aver sostenuto le dittature di destra latinoamericane. Il Papa, si ribatte, avrebbe invece operato in questo caso per la sostanziale unità della Chiesa, a difesa dei suoi principi fondanti.


    Ruolo della donna

    Altre critiche vennero dalle posizioni in materia di sessualità. Non solo esponenti del femminismo, ma anche cattolici progressisti, trovarono inaccettabile il ruolo della donna proposto da questo pontificato, così come la definitiva conferma dell'impossibilità di ordinare le donne. Va detto che dall'altra parte si richiama una Lettera apostolica dal Papa sulla dignità e vocazione della donna, nella quale esprime un ringraziamento per l'opera che svolgono.


    Omosessualità

    I militanti omosessuali hanno trovato inevitabilmente indisponente la reiterata sottolineatura dell'inaccettabilità (perché «contro natura») del rapporto affettivo omosessuale, e il conseguente rifiuto della formalizzazione del matrimonio omosessuale (definito come «minaccia della società»). Inoltre, venne giudicata offensiva la sfumatura dottrinale che non considera un peccato in sé la condizione di omosessuale mentre condanna l'espressione in atti di tale condizione, consigliando l'astinenza sessuale ed il celibato.


    Sessualità e lotta all'AIDS

    Più vasta opposizione trovò invece la posizione di questo pontificato nei confronti della contraccezione, e con essa la condanna dell'uso del preservativo. Dal Vaticano si riaffermava con vigore la posizione dottrinale tradizionale, per la quale l'atto coniugale deve rispettare sempre il suo duplice significato unitivo e procreativo, e deve essere praticato solo nell'ambito del matrimonio eterosessuale.

    Di fronte a questa posizione la polemica si accese in ragione della gravissima pandemia di AIDS. La maggior parte dei governi (compreso quello della Polonia) produsse campagne di informazione per sollecitare i cittadini all'uso del profilattico come strumento di difesa dal contagio; al contrario la Chiesa criticò questo tipo di interventi, ritenendo che promuovano un atteggiamento di tolleranza nei confronti dei rapporti extra-matrimoniali, come pure omosessuali, nella ricerca di un piacere individualistico ed irresponsabile in contrapposizione ai valori cristiani che comprendono la prospettiva del matrimonio e di una futura famiglia.

    Nonostante le critiche ed i pericoli di aumento di contagio sottolineati dal mondo medico, impliciti in questa politica che risulta nei fatti di difficile applicazione, la Chiesa intraprese una solitaria quanto vigorosa campagna contro la promiscuità sessuale e la leggerezza dei costumi, proponendo l'astinenza, prima del matrimonio, e la fedeltà al coniuge come la soluzione al contagio dal virus.


    Casi di pedofilia nel Clero

    In argomento di governo del clero, il Papa fu oggetto di critiche, soprattutto nell'America del Nord, a causa dei ripetuti casi di pedofilia che vedevano coinvolti vescovi e sacerdoti, e per i quali fu accusato di non aver fornito una valida risposta né «riportando all'ordine» i suoi rappresentanti, né tantomeno commentando i fatti accaduti, come forse taluno si sarebbe atteso; a tal proposito va ricordato che Wojtyla con un motu proprio del 30 marzo 2002 istituì il delitto di pedofilia nella Chiesa che prevede la scomunica per i prelati che si macchiano di tale delitto; nello stesso periodo condannò i casi avvenuti negli Stati Uniti.


    Critiche da ambienti tradizionalisti

    Se molte critiche venivano da ambienti culturali «progressisti», altre, non meno profonde, venivano invece da certi ambienti tradizionalisti che hanno sempre rifiutato le innovazioni del Concilio Vaticano II e premevano per un ritorno alla tradizione tridentina.


    Interventismo politico, ateismo e laicità

    Alcuni esponenti dei Radicali Italiani hanno contestato il rivendicare privilegi ritenuti secolari, attraverso un interventismo politico di cui l'Italia è stata il principale destinatario. Spesso questo interventismo è stato visto come una forma d'ingerenza nella vita dello Stato che è riuscita a trovare nelle istituzioni repubblicane un interlocutore disposto ad assecondare il clero.

    Alcuni atei accusarono inoltre Giovanni Paolo II di aver considerato l'ateismo un banale sinonimo di comunismo[senza fonte] e di aver equiparato l'apostasia al degrado morale, sostenendo questa critica a partire dall'affermazione contenuta nell'enciclica Centesimus Annus: «La negazione di Dio priva la persona del suo fondamento» o dal discorso dell'omelia di Confessione dei peccati quando inserì l'ateismo tra «i mali di oggi».

    Infine è stata anche contestata la centralizzazione delle decisioni in materia di politica estera e nomine, e la sua condanna della Teologia della Liberazione.


    Onorificenze

    * Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Aquila Bianca
    * Presidential Medal of Freedom
    * Collare d'oro dell'Ordine olimpico
    * Cittadino Onorario di Roma
    * Cittadino Onorario di Cassino


    Curiosità

    * Nel 2004 ricevette un Premio Carlomagno straordinario da parte della città di Aquisgrana, in Germania.
    * Anche se è difficile provare che abbia canonizzato più santi di tutti i suoi predecessori, poiché i documenti relativi a molte delle prime canonizzazioni sono incompleti, mancanti o poco accurati: è noto che l'abolizione, da parte sua, dell'ufficio di Promotor Fidei (Promotore delle Fede, noto anche come avvocato del Diavolo) ha reso più scorrevole il processo di canonizzazione. È comunque significativa l'assoluta discontinuità con tutti i suoi predecessori più prossimi: si calcola che fino all'ottobre 2004, abbia beatificato ben 1.340 cristiani.
    * Lo chiamarono l'atleta di Dio, e atleta Giovanni Paolo II lo fu davvero: appassionato scalatore , nuotatore e molto abile nel canottaggio, oltre che abile sciatore, ha sempre amato praticare gli sport finché la salute glielo ha permesso. In nome della sua passione per il calcio in età giovanile, quando giocava nel ruolo di portiere, fu insignito della nomina di membro onorario del Futbol Club Barcelona nel 1982[58] e dell'FC Schalke 04.
    * Sono state annotate più di un centinaio di uscite segrete dal Vaticano per trascorrere momenti di vacanza; frequenti soprattutto le visite sui vicini monti dell'Abruzzo dove, il suo segretario dichiara, «era come se riprendesse le forze».
    * L'unica auto mai appartenuta a Giovanni Paolo II, una Ford Escort celestina del 1975, auto con la quale aveva percorso più di 100.000 km prima dell'elezione al soglio di Pietro, è stata più volte venduta in aste internazionali ed è tuttora valutata dai 3 ai 5 milioni di dollari. L'auto era stata inizialmente fatta mettere all'asta da Wojtyła stesso per accumulare fondi per le missioni apostoliche e così venne affidata all'agenzia Kurse. L'ultimo proprietario, un avvocato collezionista di auto di Houston se la è aggiudicata per 680.000$.
    * Papa Giovanni Paolo II per i suoi molteplici viaggi è stato insignito del riconoscimento di Globetrotter onorario dopo l'udienza del novembre 2000 quando ricevette gli Harlem Globetrotters.
    * Giovanni Paolo II è stato inserito tra le 10 persone del XX secolo più ammirate del mondo secondo la classifica Citizen stilata dalla società Gallup.
    * Una popolare credenza attribuisce a Giovanni Paolo II la creazione in gioventù di un intricato problema scacchistico che pubblicò nel 1946 ma probabilmente la storia fu un'invenzione di Tomasz Lissowski.
    * A Introd (Valle d'Aosta) è sorto il "Museo Giovanni Paolo II" per ricordo a tutte le sue vacanze estive trascorse nella località.






    http://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Giovanni_Paolo_II

    Edited by belias94 - 17/5/2020, 15:59
     
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  2. Cesco
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    Karol Wojtyla - Papa Giovanni Paolo II - Foto


    Alcune foto del Papa polacco entrato nella storia e nel cuore di tutti, considerato anche come 'il Papa dei giovani'; nasce a Wadowice (Polonia) il 18 maggio 1920. Già arcivescovo di Cracovia, nominato cardinale il 26 giugno 1967 da Paolo VI, viene eletto Papa il 16 ottobre 1978 col nome di Giovanni Paolo II diventando il 264° vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica (il 263° successore di Pietro) e sovrano dello Stato della Città del Vaticano, oltre ad essere il primo Papa polacco nella storia della Chiesa. Il suo lungo pontificato (dal 16 ottobre 1978 al 2 aprile 2005, giorno della sua morte) viene ricordato come uno dei più lunghi della storia della chiesa. E' stato il Papa che ha viaggiato di più nella storia e ad aver avvicinato i giovani alla chiesa grazie all'istituzione delle 'Giornate della Gioventù'.

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    http://magazine.excite.it/foto/karol-wojty...olo-ii-089.html
     
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  3. Cesco
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    Giovanni Paolo II: Varcare la soglia della Speranza e la verità su noi stessi



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    Il primo Maggio avverrà la beatificazione di Giovanni Paolo II. Il suo ricordo è ancora vivo e forte per i fedeli , ma anche per molti non credenti e questo grazie alla grande umanità mostrata durante il pontificato.

    Wojtyla, eletto capo della Chiesa nel 1978, è stato anche un amatissimo scrittore. Adorava le persone, l'umanità nel suo senso più ampio e per questo ha cercato di essere sempre il più vicino possibile ai fedeli in modo concreto e semplice.

    Fra i suoi libri, bestsellers in tutto il mondo, ricordiamo Dono e mistero(1996), Trittico romano (2003), Alzatevi, andiamo (2004). Di prossima riedizione Varcare la soglia della Speranza, incentrato sull'importanza del "non avere paura".

    Il testo nasce dal progetto di realizzare un'intervista televisiva a Giovanni Paolo II, in occasione dei suoi quindici anni di pontificato.

    L'idea, affidata a Vittorio Messori non ha avuto realizzazione per impegni imprevisti del Papa durante quelle che dovevano essere le settimane di riprese. Giovanni Paolo II era però talmente interessato alle domande postegli dal giornalista, da decidere di rispondere per iscritto. Il risultato è appunto Varcare la soglia della Speranza.

    Non bisogna fermarsi davanti alla soglia della Speranza, ma oltrepassarla, lasciandosi condurre dalla fede in Dio, questo il messaggio che il Papa ha voluto mettere in evidenza. L'esperienza della Fede si pone quindi come un atto di fiducia, l'unico che può dare un senso concreto alla parola di Dio. L'uomo ha bisogno di Dio e Dio dell'uomo per "creare" il Mondo.

    Esemplare, in questo senso, la figura di Maria (centrale nel percorso di fede di Wojtyla) al momento dell'Annunciazione. Di fronte all'incredibile, all'incertezza, bisogna affidarsi, credere. "Non dobbiamo temere la verità su noi stessi".

    Un libro per riflettere, non un libro sulla religione ma sull'importanza del divino nella vita di ognuno di noi.



    Scritto da Lucilla Raccosta






    www.mauxa.com/approfondimenti/2011-...noi-stessi.html

    Edited by belias94 - 17/5/2020, 13:18
     
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  4. Cesco
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    Le frasi più belle di Giovanni Paolo II



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    Papa Giovanni Paolo II ci ha lasciato in eredità parole e frasi che rimarranno nei nostri cuori per sempre. Tra gli ultimi pontefici, questo papa che arrivava dalla Polonia è stato forse il più amato. Ne è una dimostrazione la folla di fedeli che a Roma ha partecipato alla beatificazione di Papa Woytjla, che si è svolta pochi giorni fa con una celebrazione davvero molto toccante presieduta da papa Benedetto XVI, suo successore. Moltissime le frasi, gli inviti, le parole che lui ha voluto lasciarci e che ci accompagneranno per sempre. Frasi perfette sia per chi è credente, sia per chi non lo è.

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    Nel suo lungo pontificato, Papa Giovanni Paolo II è stato molto amato, soprattutto dai giovani, che accorrevano con gioia alle Giornate della Gioventù da lui ideate. In quelle ed altre occasioni ha tenuto dei discorsi che sono diventati dei classici, che ci vengono riproposti di continuo, per l’intensità delle idee e dei messaggi proposti in ognuno di essi.

    Noi vogliamo proporvi le frasi più belle di Papa Giovanni Paolo II. Se se voi ne avete qualcuna che preferite, non esitate ad inviarcela con un commento!


    Primo saluto e prima benedizione ai fedeli

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    Celebre una delle prime frasi pronunciate dal papa al momento della sua elezione, per scusarsi per il fatto che non sapeva bene l’italiano: “Non so se posso bene spiegarmi nella vostra… nostra lingua italiana. Se mi sbaglio, mi corrigerete“.


    Giornata Mondiale della Pace, 01 gennaio 2002

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    In occasione invece della Giornata Mondiale della Pace, che si è tenuta il primo gennaio del 2002, papa Woytjla ci ha regalato questa bellissima frase, da non dimenticare mai: “Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono“.


    Inizio del suo pontificato, omelia

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    “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! “, una frase entrata nella storia.


    Incontro con Elio Toaff

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    Rivolgendosi agli ebrei, in occasione del suo incontro in sinagoga con Elio Toaff del 13 aprile 1986, ecco una frase divertente pronunciata dal papa polacco: “Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori”.


    Ultime parole di Giovanni Paolo II

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    Nel giorno della sua morte, pare che il Santo Padre, ormai in fin di vita e con le ultime forze, vedendo la folla di persone radunata in Piazza San Pietro per pregare per la sua anima, abbia pronunciato la seguente frase: “Vi ho cercato. Adesso voi siete venuti da me. E vi ringrazio“.


    Incontro con i giovani a Cagliari

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    “Prendete in mano la vostra vita e fatene un autentico e personale capolavoro“, queste le parole pronunciate in occasione dell’incontro con i giovani della Sardegna, avvenuto Cagliari, domenica 20 ottobre 1985.


    Parole sull’uomo

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    “Il genio educativo di San Giovanni Bosco si è manifestato in sommo grado nell’amore verso i giovani. Per poter educare, bisogna amare [...]“, questo è contenuto in Parole sull’uomo, in merito all’operato di San Giovanni Bosco.


    La potenza dei media

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    Ecco cosa diceva in questo testo che tutti gli addetti ai media dovrebbero tenere conto nello svolgere ogni giorno il loro lavoro: “Innegabile è il valore dei mass media. Ben usati, essi possono rendere un servizio inestimabile alla cultura, alla libertà ed alla solidarietà“.


    papa-francesco-salvini-1200x1200




    Pubblicato da Patrizia Chimera



    www.haisentito.it/articolo/le-frasi...paolo-ii/41569/

    Edited by belias94 - 17/5/2020, 13:30
     
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    Parte la causa di beatificazione dei genitori di san Giovanni Paolo II



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    «L’apertura del processo di beatificazione dei genitori di san Giovanni Paolo II rivela nella sua famiglia una catena di santità». È quanto ha affermato, l’altro ieri, monsignor Slawomir Oder, postulatore prima della causa di beatificazione e canonizzazione del Papa polacco e adesso di quella dei suoi genitori, Emilia Kaczorowska e Karol Wojtyla, durante una videoconferenza con i giornalisti, organizzata dall’associazione Iscom a Roma.

    PadresJuanPabloII_220818



    Solo alcuni giorni fa infatti, il 7 maggio scorso, in Polonia a Wadowice, si è aperta ufficialmente la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione dei genitori di Giovanni Paolo II. Un evento questo che s’intreccia proprio con le celebrazioni per i cento anni dalla nascita di papa Wojtyla. Primo giudice della causa è l’arcivescovo di Cracovia Marek Jedraszewski, e sarà rappresentato come delegato da padre Andzej Scaber, impiegato per la canonizzazione dell’arcidiocesi di Cracovia. Il promotore di giustizia sarà padre Tomasz Skopa, cancelliere della Curia metropolitana di Cracovia, e sono stati scelti come notai padre Grzegorz Kotala e padre Pawel Ochocki. «Tecnicamente – ha spiegato don Scaber – saranno due processi separati, uniti però dall’obiettivo di dimostrare che entrambi, praticarono le virtù cristiane in modo eroico. Nonostante siano rimaste ormai solo poche persone che hanno conosciuto i genitori di Giovanni Paolo II, la documentazione raccolta è copiosa».

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    Era il più giovane di tre figli - mostrato qui nel suo abito battesimale - nato da Karol Wojtyła ed Emilia Kaczorowska.



    Ma chi erano i genitori di Giovanni Paolo II?

    Emilia Kaczorowska (1884–1929) proveniva da una modesta famiglia di artigiani. Karol Wojtyla (1879–1941) era un soldato professionista. Si sposarono nel 1906 e ebbero tre figli. Il figlio maggiore di Edmund divenne medico e morì all’età di 26 anni, dopo aver contratto la scarlattina in un ospedale di Bielsko, dove questi operava per affrontare l’epidemia. La seconda figlia, Olga, morì poco dopo la nascita. La madre del futuro Pontefice morì quando Karol aveva solo 9 anni. Il padre si spense durante l’occupazione tedesca di Cracovia nel 1941.

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    Monsignor Oder, tracciando l’altro ieri a Roma, il profilo dei due futuri candidati alla santità si è soffermato su alcuni tratti singolari: «Sacrificio, onestà, umiltà, fiducia nella provvidenza, spiritualità popolare». E ha osservato: «La causa si inscrive dal punto di vista tecnico tra i processi di natura storica. Essa è stata aperta dopo 40 anni dalla morte dei coniugi Wojtyla e non esistono più i testimoni diretti. Anche se sono ancora in vita due anziani amici di Giovanni Paolo II che hanno conosciuto almeno il padre. Le altre testimonianze saranno quelle di persone che hanno sentito parlare della loro fama di santità, oltre a diversi scritti, omelie e testimonianze che il Pontefice condivise con alcuni amici».

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    Oggi compleanno ( 100) anni) di Papa Giovanni Paolo II

     
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