Marilyn Monroe

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    Marilyn Monroe(1 giugno 1926 - 5 agosto 1962)

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    Marilyn Monroe nasce il giorno 1 giugno 1926 alle 9,30 presso il General Hospital di Los Angeles come Norma Jeane Baker Mortenson. La madre è una donna affetta da gravi disturbi mentali, che la costringono a frequenti ricoveri in un ospedale psichiatrico.

    La piccola Norma, non ancora Marilyn, trascorre un'infanzia assai travagliata. Ovviamente le condizioni della madre non consentiva a quest'ultima di prendersi cura della bambina, costretta invece a subire continui affidamenti a famiglie sconosciute, se non a essere "depositata" presso vari orfanotrofi. In questa situazione di sostanziale isolamento affettivo, Marilyn cerca un punto di appoggio sicuro, una certezza e una guida, desiderio che la porta a sposarsi a soli sedici anni con il ventunenne James Dougherty. Il legame evidentemente è prematuro e infatti da lì a poco i due si separano e il matrimonio fallisce.

    Prima di questo infausto avvenimento devono però succedere ancora parecchie cose. Una di queste riguarda il suo timido ingresso nel mondo della carta stampata. Tutto accade per caso e in un luogo che non ci si aspetterebbe mai. Infatti, Marilyn a quel tempo aveva trovato un lavoro presso un'industria aeronautica produttrice di paracaduti quando il fotografo David Conover, impegnato a documentare il lavoro femminile nel periodo bellico, la nota e la convince a intraprendere la carriera di modella e ad iscriversi ad una scuola specializzata. Deve decidere in fretta e in completa solitudine dato che il marito in quel momento svolgeva servizio presso la Marina militare e si trovava assai lontano da casa. Come ormai ben sappiamo, Marilyn accetta il lavoro che le cambierà il destino.

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    Da quel momento in poi, sotto la guida di un altro fotografo, Andrè de Denes, conquista le copertine delle riviste, finché viene notata dalla Fox e le si aprono le porte di Hollywood. A vent'anni, nel 1946, divorzia, si schiarisce i capelli e si cambia il nome in Marilyn Monroe (Monroe è il cognome da nubile della madre): è la metamorfosi radicale che la porterà a divenire forse il sex-symbol del 20° secolo.

    La sua carriera di attrice inizia con parti da comparsa ("Ladies of the chorus" del 1949, "LoveHappy" sempre del 1949 con i Marx Brothers, etc.), poi conquista piccole, ma significative, parti che la lanciano nel firmamento del cinema: nel 1950 in "Giungla d'asfalto" e in "Eva contro Eva", nel 1952 con Cary Grant e Ginger Rogers in "Monkeys Business" e altri ancora.

    Nel 1952 ottiene il suo primo ruolo da protagonista, nei panni di una babysitter psicolabile in "La tua bocca brucia" e nel '53 con "Niagara", al fianco di Joseph Cotten, ottiene il successo mondiale.
    Nel 1953 gira ancora "Come sposare un milionario" e "Gli uomini preferiscono le bionde", con i quali si conferma una delle star più amate dal pubblico. Seguono clamorosi successi come "La magnifica preda" del 1954 e "Quando la moglie è in vacanza" in cui Billy Wilder le affida la parte della svampita inquilina del piano di sopra.

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    Nel 1954 Marilyn sposa il famoso giocatore di baseball, Joe Di Maggio, da cui divorzia nel giro di un anno. Il fallimento anche di questa relazione le lascia dentro una ferita profonda e incancellabile, la prima di una serie che saranno destinate ad allargare sempre di più la sua sensazione di sconforto e di sostanziale solitudine. Dopo la separazione col campione Di Maggio, si trasferisce a New York per studiare all'Actor's Studio, un impegno che sembra rigenerarla e farle momentaneamente dimenticare i suoi travagli interiori.

    Conosce l'affermato commediografo, Arthur Miller, un intellettuale affascinante che poteva vantare la rappresentazione delle sue commedie in tutto il mondo (far cui la celeberrima "Un tram chiamato desiderio", testo originale di Tennessee Williams). E' il colpo di fulmine. Marilyn ha l'illusione di aver finalmente trovato l'uomo della sua vita e i due si sposano nel 1956. L'anno dopo fonda, con l'amico fotografo Milton Green, la sua casa di produzione cinematografica, la Marilyn Monroe Productions, con cui gira "Il Principe e la ballerina" al fianco di Laurence Olivier. E' il primo e unico film della sua casa di produzione, dato che al botteghino la pellicola è un autentico fiasco. Come attrice, invece, si risolleva giusto due anni dopo con l'esilarante commedia, sempre del genio Billy Wilder, "A qualcuno piace caldo". Anche in questo caso, il personaggio da lei interpretato si stampa indelebilmente nella mente degli spettatori.

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    La relazione con Miller, ad ogni modo, traballa. Le tentazioni, poi, sono dietro l'angolo. In questo caso, la nuova fiamma della passione si chiama Yves Montand con cui nel 1960 gira "Facciamo l'amore". Il loro flirt è breve, intenso e soprattutto materia infuocata di gossip e pettegolezzi. Nel 1962 Marilyn riceve il Golden Globe come migliore attrice: è la conferma mondiale delle sue capacità, un misto di carisma e di appeal. In questo periodo, fra l'altro, izia la relazione segreta con il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy e con il fratello Robert.

    Ma l'instabilità emotiva della diva si aggrava, forse proprio a causa delle altrettanto instabili storie d'amore in cui si getta. Qualcuno ha avanzato anche l'ipotesi che Marilyn soffrisse per l'incapacità di avere figli o per la mancanza di un amore vero. Stufa di essere considerata una dea, desiderava essere trattata semplicemente come una donna bisognosa di affetto. La conseguenza di questo tormentato stato psichico è che si rifugia nell'alcool e nei barbiturici. In breve, la situazione si aggrava: entra ed esce dalle cliniche.

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    Nel 1962 esce il suo ultimo film: "Gli spostati" scritto per lei dal marito Miller e nello stesso anno divorziano. A causa dei continui ritardi, delle continue crisi isteriche, delle sbornie e dell'inaffidabilità viene licenziata dal set del film "Something got to give" e, un mese più tardi, nella notte fra il 4 e il 5 agosto 1962, viene trovata morta, apparentemente suicida, nella sua casa.

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    La morte e gli sviluppi successivi

    « Marilyn, la bimba che è in te coglie l'allegria e la promessa, la donna che è in te vede la tragedia e la mortalità »
    (Arthur Miller)

    Marilyn Monroe è stata trovata morta nella camera da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles, all'età di trentasei anni a causa di un'overdose di barbiturici. L'allora presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy aveva di recente interrotto l'amicizia con l'attrice. Tuttavia questo non sembra essere un motivo sufficiente, dato che altre ammiratrici attribuite a Kennedy (tra queste, Judith Campbell Exner, che segretamente faceva anche da tramite tra il presidente ed il gangster Sam Giancana) gli sono sopravvissute.

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    Il cadavere di Marilyn fu scoperto da Ralph S. Greenson,lo psicoanalista dell'attrice. Greenson era stato urgentemente chiamato dalla governante dell'attrice, Eunice Murray, che si era preoccupata perché non riusciva a entrare nella camera di Marilyn: si vedeva la luce accesa, ma non si sentiva alcun rumore, la porta era chiusa da dentro. C'è chi ritiene che, la notte della sua morte trascorsero cinque ore dal momento del decesso a quando furono avvisate le autorità. Durante quelle ore Marilyn sarebbe stata portata all'ospedale St. John di Santa Monica, ma l'ospedale rifiutò di accettare il caso, per l'eccessiva notorietà della vittima. Questa incerta ricostruzione, unita all'arrivo della polizia solo in piena notte, ha lasciato aperto negli anni uno strascico di speculazioni secondo cui la Murray potesse aver saputo più di quanto abbia poi raccontato.

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    È da notare che qualche giorno dopo la morte della Monroe, la Murray tentò di incassare un assegno da ventimila dollari datole dalla stessa Marilyn. La City National Bank di Beverly Hills rifiutò di pagare la Murray, dato che la notizia della morte della Monroe era da giorni di pubblico dominio. Inoltre la Murray, una vedova dai mezzi piuttosto modesti, partì due mesi dopo per una crociera in Europa a bordo della RMS Queen Mary. La Murray mantenne negli anni l'amicizia con l'agente di Marilyn, Pat Newcomb. Successivamente, la Murray (con la scrittrice Rose Shade) diede la sua versione del decesso di Marilyn nel libro Marilyn, The Last Months, pubblicato nel 1970.

    Un'indagine formale nel 1982 del procuratore generale della contea di Los Angeles si concluse senza nessuna credibile evidenza di un complotto, ma le storie persistono. Il Dr. Thomas Noguchi, che seguì l'autopsia (oltre alla sua, anche quelle di altri personaggi celebri, tra cui Robert Kennedy, Natalie Wood e William Holden) scrisse nel suo libro Coroner che la morte di Marilyn era con alta probabilità un suicidio.

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    Di Maggio si occupò dei funerali. Secondo quanto riferì la sorellastra di Marilyn, Berniece Baker Miracle, che prese un aereo per la West Coast non appena ricevette la notizia, Di Maggio volle prendersi cura di tutte le pratiche e lei acconsentì. Per vent'anni, Di Maggio fece recapitare sulla tomba di Marilyn una dozzina di rose rosse tre volte alla settimana. A differenza degli altri uomini che la conobbero intimamente (o dissero di averla conosciuta), non parlò mai pubblicamente di lei e non scrisse mai un libro sulla loro relazione.

    Marilyn è sepolta in un loculo al Westwood Village Memorial Park Cemetery.


    Nel testamento che Marilyn aveva redatto a scopo preventivo si lesse poi che l'attrice aveva lasciato il suo patrimonio (un paio di milioni di dollari) alla scuola di recitazione di Lee Strasberg, alla sua psicoanalista e alle cure per la madre malata. Venne sepolta al Westwood Memorial Park di Los Angeles. Tanto per comprendere quanto il suo mito sia ancora vivo e vegeto basti dire che nel 1999 Christie's battè all'asta per un milione di dollari il famoso vestito color carne con il quale Marilyn cantò la canzone di buon compleanno a John Fitzgerald Kennedy.

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    Psicoanalisi

    Marilyn ebbe una lunga esperienza con la terapia psicoanalitica. Fu in analisi dagli psicoanalisti Margaret Herz Hohenberg, Anna Freud, Marianne Rie Kris, Ralph S. Greenson e Milton Wexler. In particolare è molto controversa la relazione tra Marilyn e Greenson (vedi il libro di Mecacci, 2000).

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    Gli uomini preferiscono le bionde


    Filmografia

    The Shocking Miss Pilgrim, non accreditata, regia di George Seaton e, non accreditato, Edmund Goulding (1947)
    Dangerous Years, regia Arthur Pierson (1947)
    Scudda Hoo! Scudda Hay!, regia di F. Hugh Herbert (1948)
    Orchidea bionda (Ladies of the Chorus), regia di Phil Karlson (1948)
    Una notte sui tetti (Love Happy), regia di David Miller e, non accreditato, Leo McCarey (1949)
    La figlia dello sceriffo (A Ticket to Tomahawk), non accreditata, regia di Richard Sale (1950)
    Giungla d'asfalto (The Asphalt Jungle), regia di John Huston (1950)
    Eva contro Eva (All About Eve), regia di Joseph L. Mankiewicz (1950)
    Lo spaccone vagabondo (The Fireball), regia di Tay Garnett (1950)
    Il messicano (Right Cross), non accreditata, regia di John Sturges (1950)
    Home Town Story, regia di Arthur Pierson (1951)
    L'affascinante bugiardo (As Young as You Feel), regia di Harmon Jones (1951)
    Le memorie di un dongiovanni (Love Nest), regia di Joseph M. Newman (1951)
    Mia moglie si sposa (Let's Make It Legal), regia di Richard Sale (1951)
    La confessione della signora Doyle (Clash by Night, regia di Fritz Lang (1952)
    Matrimoni a sorpresa (We're Not Married!), regia di Edmund Goulding (1952)
    La tua bocca brucia (Don't Bother to Knock), regia di Roy Ward Baker (1952)
    Il magnifico scherzo (Monkey Business), regia di Howard Hawks (1952)
    Il poliziotto e il salmo (The Cop and the Anthem), episodio di La giostra umana (O. Henry's Full House), regia di Henry Koster (1952)
    Niagara (Niagara), regia di Henry Hathaway (1953)

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    Gli uomini preferiscono le bionde (Gentlemen Prefer Blondes), regia di Howard Hawks (1953)
    Come sposare un milionario (How to Marry a Millionaire), regia di Jean Negulesco (1953)
    La magnifica preda (River of No Return), regia di Otto Preminger e, non accreditato, Jean Negulesco (1954)
    Follie dell'anno (There's No Business Like Show Business), regia di Walter Lang (1954)
    Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch), regia di Billy Wilder (1955)
    Fermata d'autobus (Bus Stop), regia di Joshua Logan (1956)
    Il principe e la ballerina (The Prince and the Showgirl), regia di Laurence Olivier (1957)
    A qualcuno piace caldo (Some Like It Hot), regia di Billy Wilder (1959)
    Facciamo l'amore (Let's Make Love), regia di George Cukor (1960)
    Gli spostati (The Misfits), regia di John Huston (1960)
    Something's Got To Give - incompleto, regia di George Cukor (1962)
    Doppiatrici italiane [modifica]
    Rosetta Calavetta in: Orchidea bionda, Niagara, Come sposare un milionario, La magnifica preda, Quando la moglie è in vacanza, Fermata d'autobus, Il principe e la ballerina, A qualcuno piace caldo, Facciamo l'amore, Gli spostati
    Miranda Bonansea in: La figlia dello sceriffo, Giungla d'asfalto, Le memorie di un dongiovanni, Mia moglie si sposa, Matrimoni a sorpresa, La tua bocca brucia, Il magnifico scherzo, Gli uomini preferiscono le bionde, Follie dell'anno
    Zoe Incrocci in: Eva contro Eva

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    Curiosità

    Marilyn è nata bruna, si fece bionda ossigenata dietro consiglio di un fotografo secondo il quale in tal modo avrebbe avuto più fama.
    Era alta 1,66 cm pesava 53 kg indossava la taglia 46 americana, corrispondente all'attuale taglia 42.
    Si è affermato che Marilyn avesse avuto anche alcune relazioni lesbiche, una tra le quali con Elizabeth Short, la famosa vittima di un omicidio di Los Angeles. Ma in merito a queste affermazioni non esistono tuttavia certezze.
    La canzone Candle in the Wind (1973), scritta da Bernie Taupin ed Elton John, era dedicata a lei. Elton John l'ha successivamente riscritta per il funerale di Lady Diana Spencer.

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    Tra gli improbabili fans di Marilyn si annoverano Albert Einstein, Pier Paolo Pasolini e Ayn Rand.
    Marilyn fu proposta al principe Ranieri III di Monaco come possibile moglie. Lui poi sposò Grace Kelly, la cui fama si fuse con quella del principato stesso.[3]
    Le immagini di Marilyn sono proprietà del suo fondo e non ne è permessa la copia integrale.
    L'assegno da ventimila dollari che Eunice Murray tentò di incassare dopo la morte della Monroe è in mostra allo Hollywood Entertainment Museum a Hollywood.
    Hugh Hefner ha acquistato una tomba accanto a quella di Marilyn per 85.000 dollari; l'altra tomba adiacente è stata venduta per 125.000 dollari. Non vi sono altre tombe disponibili accanto alla sua.
    Da alcune fotografie di Joseph Jasgur pubblicate nel 1946 nacque il mito che Marilyn avesse sei dita per ogni piede. Due delle fotografie, pubblicate in The Birth of Marilyn: The Lost Photographs of Norma Jeane, possono farlo pensare, ma è solo effetto della luce, come dimostrato da altre fotografie. Dato che non vi sono altre prove in merito, la storia è comunemente considerata una leggenda metropolitana.
    Marilyn vinse nel 1946 il concorso di bellezza per Miss Carciofo.
    Marilyn dovette indossare due paia di slip bianchi per girare la scena della grata della metropolitana in Quando la moglie è in vacanza. Una decisione presa dal gelosissimo marito Joe di Maggio per impedire alla folla di vedere troppo.

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    Il regista Billy Wilder (che con Marilyn ha diretto Quando la moglie è in vacanza e A qualcuno piace caldo) disse che Marilyn aveva un seno di granito ed un cervello di groviera. In altre occasioni ha detto che Marilyn era un genio, si può quindi dire che la loro relazione fosse piuttosto incostante.
    Marilyn, durante la prima infanzia, visse nell'illusione di essere figlia di Clark Gable, a causa della somiglianza di uno degli uomini che la madre le indicò come suo padre con il celebre interprete di Via col vento. L'attrice dichiarò in varie interviste di essere entusiasta dell'opportunità di poter lavorare con il divo nel film Gli spostati, che fu la sua ultima interpretazione, ma anche l'ultima di Gable: un infarto lo stroncò, infatti, un mese dopo la fine delle riprese.
    Il pubblico ha raramente guardato oltre l'immagine di scena di Marilyn, ma di lei si diceva che fosse piuttosto intelligente, ancorché nascosta dietro il cliché della bella bionda svampita. Lei rimpianse sempre di non aver potuto continuare gli studi, scrisse poesie e fu molto appassionata di letteratura.
    Il fotografo George Barris ha scattato le ultime fotografie di Marilyn in vita, ma ha rifiutato per molti anni di permetterne la pubblicazione.
    Pare che Marilyn Monroe, per mettere in risalto la propria andatura ancheggiante, calzasse scarpe con i tacchi di diversa altezza, tagliando un centimetro da un tacco di una delle due scarpe.

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    Era solita dormire svestita, dimostrazione ne è l'espressione "Io dormo solo con due gocce di Chanel" da Marilyn pronunciata nella pubblicità tramite la quale sponsorizzava appunto il profumo Chanel n° 5.
    Quando il medico legale diede il nulla osta per il funerale dell'attrice, dopo l'autopsia, i suoi più stretti collaboratori prepararono la salma per la camera ardente. Whitey Snyder, fedele truccatore di Marilyn da alcuni anni, si occupò di rendere per l'ultima volta il suo volto sfavillante di luce e di colori. Le fu poi fissata sulla testa la parrucca bionda e liscia con frangetta che aveva portato nel film Gli Spostati. Una sua collaboratrice ottenne che Marilyn indossasse per l'estremo viaggio un abito verde dello stilista fiorentino Emilio Pucci che l'attrice aveva acquistato recentemente. Poiché, dopo l'intervento del patologo, non c'era più traccia dei seni, il reggiseno fu riempito con della stoffa.
    A Natale del 2009 Suzie Kennedy, sosia perfetta dell'attrice americana, ha impersonificato la figura di Marylin nel film di "Io & Marilyn", dove la Monroe viene chiamata durante una seduta spiritica.
    L'ultimo film della Marylin rimasto incompiuto fu ripreso da Doris Day con il titolo Move Over Darling ovvero Fammi posto tesoro (1963).
    La stessa Marylin appare nel videogioco The Sims con la sesta expansion pack nel quartiere "studios". Arriverà solo se si è in possesso dell'espansione superstar, e si presenterà solo nelle feste più scatenate a bordo di una limousine rosa.

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    Era agorafobica.

    Aforismi di Marilyn Monroe

    «Mi è capitato spesso di finire su un calendario. Ma mai per una data precisa.»
    «Un bacio sulla mano può farti sentire meglio, ma una tiara di diamanti è per sempre.»
    «La notte mi vesto di Chanel numero 5.»

    biografieonline.it
    it.wikipedia.org

    Edited by belias94 - 15/5/2016, 10:36
     
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    Marilyn Monroe, nome d'arte di Norma Jeane Baker (Los Angeles, 1 giugno 1926 – Los Angeles, 5 agosto 1962), è stata un'attrice statunitense. Il suo mito supera di gran lunga il pur apprezzato talento artistico di un'attrice sicuramente fuori del comune, un "sogno proibito" per milioni di appassionati di cinema. Il fascino che emanava dal grande schermo e dalle copertine in carta patinata ha contribuito a farne un sex symbol fuori da ogni tempo; la fragilità che ha contraddistinto la sua esistenza (per molti versi tumultuosa e culminata in una morte tanto prematura quanto misteriosa) l'ha resa una vera e propria icona della cultura pop.

    È stata anche una cantante dalle doti non particolarmente eccelse ma con un timbro vocale in grado di affascinare l'ascoltatore. Fra i suoi successi, quasi tutti inseriti nel contesto dei film da lei interpretati, vi è anche la celeberrima My Heart Belongs To Daddy di Cole Porter. Altri grandi successi canori di Marilyn furono Bye Bye Baby, cantata nel film Gli uomini preferiscono le bionde, e I Wanna Be Loved By You, cantata nel film A qualcuno piace caldo. La Marilyn cantante sarà tuttavia ricordata più che altro per l'intervento canoro - immortalato in un enigmatico quanto affascinante filmato video in bianco e nero con l'artista illuminata da un semplice occhio di bue - al party di compleanno del presidente Kennedy, quando intonò - con fare malizioso ed ammiccante - Happy Birthday, Mister President.

    Biografia

    I primi anni


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    Nacque con il nome di Norma Jeane Mortenson, e fu battezzata Norma Jeane Baker nel reparto dell'ospedale della contea di Los Angeles California, riservato agli indigenti. La madre era Gladys Pearl Monroe. I biografi concordano che l'uomo indicato come il padre nel certificato di nascita, Martin Edward Mortenson, il secondo marito di Gladys, non fosse in realtà il suo vero padre. La sua paternità non è mai stata definita in modo chiaro. Sembra più probabile che il padre fosse Charles Stanley Gifford, un impiegato delle vendite dello studio cinematografico dove la madre lavorava al montaggio. Il divorziato Gifford non volle legami e lasciò Gladys non appena lei lo informò della sua gravidanza.

    Gladys era la figlia di Otis Elmer Monroe (1865-1909) e Della Hogan (1876-1927). Dapprima sposò John Newton Baker, che rapì i loro due figli, Robert Jasper "Jackie" Baker (16 gennaio 1918-16 agosto, 1933) e Berniece Inez Gladys Baker (nata il 30 luglio 1919), quando la coppia si separò. In seguito sposò Mortenson, ma i due si separarono prima che Gladys rimanesse incinta di Norma Jeane.

    Non riuscendo a persuadere la madre Della ad occuparsi della bambina, Gladys si risolse ad affidare Norma Jeane a Wayne e Ida Bolender, a Hawthorne, una località a sud-ovest di Los Angeles. Norma Jeane visse con loro fino all'età di sette anni. I Bolender erano una coppia religiosa ed integravano le loro magre entrate prendendo bambini in affido. Nella sua autobiografia, My Story, scritta con Ben Hecht, Marilyn disse che era convinta che loro fossero i suoi genitori finché Ida, piuttosto brutalmente, non la corresse. Dopo la sua morte Ida disse che rimasero sempre in contatto e che aveva avuto la seria intenzione di adottarla, cosa che non poté fare per il mancato consenso di Gladys.

    Gladys veniva in visita ogni sabato, ma non abbracciò né baciò mai Norma Jeane, nemmeno mai le sorrise. Un giorno Gladys le disse di aver comprato una casa per loro due. Qualche mese dopo il trasloco Gladys soffrì di un esaurimento nervoso. Marilyn ricordò la madre "urlare e ridere" mentre veniva portata di forza all'ospedale psichiatrico statale di Norwalk. Tra il mobilio della casa dove Norma Jeane e sua madre vissero insieme, se pur per breve tempo, c'era un pianoforte bianco. Una volta divenuta famosa, Marilyn assunse un investigatore privato per ritrovare quel pianoforte, e da allora non se ne separò mai più. "I momenti più felici della mia infanzia furono intorno a quel pianoforte," disse. Nel 2000, molti beni di Marilyn furono messi all'asta da Christie's e quel pianoforte bianco fu comprato dalla cantante Mariah Carey.

    Norma Jeane fu presa in custodia dalle autorità statali. La migliore amica di Gladys, Grace McKee, poi Goddard, divenne la sua tutrice. Dopo il matrimonio di Grace con il signor Goddard, il 4 aprile 1935[1], Norma Jeane fu mandata prima all'orfanotrofio di Los Angeles, dove rimase fino al 1938, e poi affidata a ben dodici diverse famiglie, dove subì violenze e trascuratezza. Quindi, nel settembre del 1941, Grace McKee Goddard la riprese con sé. Norma Jeane conobbe il figlio di un vicino, James Dougherty, che divenne poi il suo primo marito a 16 anni. Il matrimonio avvenne il 19 giugno 1942, per poi cessare con il divorzio il 13 settembre 1946. I Goddard stavano per trasferirsi sulla costa orientale degli Stati Uniti e ritennero che il matrimonio fosse una buona cosa per l'ormai teenager Norma Jeane. Era una ragazza con poca stima di sé, ma anche con un lato aggressivo ed opportunistico. Era molto più intelligente ed infelice di quanto possa far pensare l'immagine che il cinema diede poi di lei.

    L'inizio della carriera

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    Nel 1945 Norma Jeane lavorò come operaia, faceva l'impacchettatrice di paracaduti. Nel suo stesso reparto lavorava Robert Mitchum, con cui si ritroverà otto anni dopo nella "Magnifica Preda". Un giorno un fotografo, David Conover, andò allo stabilimento militare per fotografare "ragazze che tenessero su il morale delle truppe al fronte". Poi le foto arrivarono sul tavolo di Emmelyn Snively, direttrice della più importante agenzia pubblicitaria di Hollywood. Norma Jeane firmò il contratto il 23 luglio 1946. Una di queste foto, secondo la leggenda, creò un certo turbamento nel grande produttore cinematografico Howard Hughes. L'agente di Norma Jeane sfruttò la voce e le fece ottenere il suo primo contratto cinematografico con la 20th Century Fox della durata di sei mesi per un compenso pari a 75 dollari. Era il 26 agosto 1946. In My Story racconta come venne scelto il suo nome d'arte. Quando Norma Jeane disse a Grace che un impiegato della Fox aveva suggerito "Marilyn", Grace rispose che stava bene con il nome da nubile di sua madre, Monroe, poi le disse che conservava documenti in grado di provare che Gladys fosse una diretta discendente del presidente James Monroe. Quei documenti non sono mai venuti alla luce. Il nonno materno di Marilyn, Otis Monroe, era figlio di Jacob Monroe (1831-1872), pertanto una tale ascendenza è piuttosto improbabile. Gli anni seguenti furono difficili. La madre Gladys, durante il suo ricovero all'ospedale psichiatrico, sposò il suo ultimo marito, John Stewart Eley, che morì nel 1952. I biografi raccontano che Marilyn frequentava il "giro delle feste" quando il 31 dicembre 1948 incontrò Johnny Hyde, un associato dell'agenzia William Morris, ad una festa data dal produttore Sam Spiegel. Anche Hyde, come Grace Goddard, credeva che Marilyn fosse destinata a diventare una grande stella ma, a differenza di Grace, aveva i mezzi per aiutarla in questo senso. Hyde aveva già scoperto Lana Turner ed annoverava Rita Hayworth tra le sue clienti. Benché sposato e vecchio a sufficienza per essere suo padre, Hyde si innamorò follemente di lei. Con la sua insistenza, la fece inserire nei cast di Giungla d'asfalto e Eva contro Eva.

    La fama

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    Posò nuda per un fotografo, Tom Kelley, il 27 maggio 1949 e venne pagata 50 dollari. Nel calendario sexy Miss Golden Dreams la fotografia venne riprodotta senza citare il suo nome. Nel 1952 un ricattatore minacciò di rendere il fatto di pubblico dominio, ma lei gli rovinò i piani annunciandolo lei stessa. Quando i reporter le chiesero perché l'avesse fatto, lei fece spallucce e disse "avevo fame". Hugh Hefner comprò il diritto di usare quella fotografia per il primo numero della sua nuova rivista, Playboy.

    Hyde invecchiando le chiese ripetutamente di sposarlo, assicurandole che sarebbe stata una vedova ricca. Ma lei rifiutò. Gli voleva bene, spiegò in My Story, ma non lo amava. Secondo la biografia di Donald Spoto, Marilyn rinnovò il contratto con il produttore Joseph Schenk, ignorando Hyde per settimane. Ma quando Hyde ebbe un attacco di cuore fatale a Palm Springs il 18 dicembre 1950, Marilyn si incolpò della sua morte. Fu cacciata dalla sua casa dalla moglie e il giorno successivo al suo funerale tentò il suicidio. Subito prima di morire Hyde le aveva garantito il futuro professionale procurandole un contratto settennale alla Fox col compenso di 750 dollari alla settimana. A partire dal gennaio 1951 girò una serie di film in parti secondarie sempre più consistenti, il migliore dei quali lo realizzò quando fu data in prestito alla RKO, lo studio in cui la madre lavorava come montatrice negli anni venti.
    Nell'aprile del 1952 apparve per la prima di numerose volte sulla copertina del prestigioso e popolarissimo settimanale Life. Entro il 1953 diventò la più grande star del mondo, ma era stanca dei ruoli di oca bionda che Darryl F. Zanuck le affidava. Ruppe il suo contratto e si trasferì a New York per studiare all'Actor's Studio; creò una sua società di produzione con il fotografo Milton H. Greene. Questi cambiamenti le valsero il dileggio dell'industria del cinema. Tuttavia, quando Jayne Mansfield e Sheree North non raccolsero i successi di pubblico attesi, Zanuck si arrese. Il nuovo contratto che Marilyn stipulò le lasciava maggior margine creativo, il diritto di approvazione del regista e la possibilità di fare un film all'anno con case di produzione diverse dalla Fox. Il primo lavoro di questo nuovo periodo fu Fermata d'autobus (Bus stop). In quegli anni recitò, tra gli altri, con Cary Grant, Clark Gable, Laurence Olivier, Joseph Cotten, Richard Widmark, Jane Russell, Lauren Bacall, Ethel Merman, Charles Laughton, Tony Curtis, Jack Lemmon e Yves Montand, col quale ebbe una breve relazione durante le riprese di Facciamo l'amore (Let's make love).

    I matrimoni

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    « Si materializzò sulla porta come l'ultimo dei pensieri, quello che non ti capita mai in testa, quello che quando arriva fa "bang", e per qualche minuto hai la mente vuota e non sai pensare ad altro »

    (Arthur Miller, intervista rilasciata al New York Times nel 1963, riferita al primo incontro con Marilyn Monroe)

    Sposò James Dougherty il 19 giugno 1942. Grace, traslocando col marito, volle che Norma Jeane si sposasse in modo da non dover tornare in orfanotrofio. Nei libri The Secret Happiness of Marilyn Monroe e To Norma Jeane With Love, Jimmie Dougherty afferma che erano innamorati e che avrebbero vissuto felici se i sogni di successo non l'avessero allontanata da lui. Al contrario, la Monroe ha sempre affermato che fosse un matrimonio di convenienza organizzato da Grace, che pagava Dougherty perché le desse appuntamento. Divorziarono nel 1946.

    Nel 1951 Joe Di Maggio vide una fotografia di Marilyn con due giocatori dei Chicago White Sox, ma aspettò fino al suo ritiro per chiedere di organizzare un appuntamento con lei. Lei non volle incontrarlo, temendo che si rivelasse un tipo abbastanza convenzionale. Il 14 gennaio 1954, la loro fuga al municipio di San Francisco fu il culmine di due anni di corteggiamenti che, tramite i rotocalchi, avevano tenuto in sospeso l'intera nazione.

    La loro unione fu difficile, a causa delle loro personalità in conflitto. La gelosia di Di Maggio, figlio di immigrati siciliani, mal si conciliava con la vita mondana della Monroe. Richard Ben Cramer, il biografo di Di Maggio, afferma inoltre che lui era violento. Si racconta che scoppiò una lite dopo la celeberrima scena della gonna alzata dall'aria della metropolitana in Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch), filmata in Lexington Avenue a New York davanti a centinaia di fans. Il regista Billy Wilder ricordò l'espressione di rabbia sul volto di Di Maggio mentre assisteva alla scena.

    Quando Marilyn annunciò il suo divorzio, adducendo la causa della crudeltà mentale, i giornali riportarono una sua dichiarazione alla 20th Century Fox in cui diceva che "le nostre carriere sembrano ostacolarsi l'un l'altra".




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    Successivamente sposò il celebre commediografo ebreo-americano Arthur Miller con cerimonia civile il 29 giugno 1956 e con cerimonia ebraica due giorni dopo. Tornati dall'Inghilterra, dopo aver completato Il principe e la ballerina (The Prince and the Showgirl), scoprirono che lei era incinta. Sfortunatamente lei soffriva di endometriosi, la gravidanza era a rischio e lei la interruppe per non rischiare la propria vita. Una seconda gravidanza si concluse con un aborto spontaneo.
    Nel 1958 la Monroe manteneva entrambi, oltre a pagare gli alimenti all'ex moglie di Miller. Lui si comprò una Jaguar mentre erano in Inghilterra, la spedì negli Stati Uniti ed addebitò il tutto alla casa di produzione della moglie. La sua sceneggiatura Gli spostati (The misfits) voleva essere un regalo di San Valentino per lei, ma, quando le riprese ebbero inizio, il matrimonio era già naufragato. Il comportamento di Marilyn, sul set e nella vita domestica - a causa del largo consumo di droghe e alcol da parte dell'attrice - era piuttosto instabile: lei era particolarmente insofferente verso il marito, e fra i due si stabilì progressivamente una diversità di vedute inconciliabile. Marilyn ottenne il divorzio da Miller a Ciudad Juarez in Messico il 24 gennaio 1961.

    Nel documentario del 2003 Marilyn's Men, ritirato dalla polizia di Los Angeles, Dougherty afferma di essere stato il creatore di Marilyn Monroe. Nessun biografo ha tuttavia trovato prove né di questa affermazione, né del presunto obbligo a divorziare da lui che la Fox avrebbe imposto a Marilyn, nonostante il quale sarebbero rimasti amici fino alla sua morte. Il fatto che nel 1953 la Monroe reagì furiosamente alle dichiarazioni di Dougherty alla rivista Photoplay in cui lui dichiarò che lei l'amava sembrano smentire completamente queste affermazioni. Dougherty, che vestì in seguito la divisa da poliziotto, ha vissuto nel Maine con la sua terza moglie fino alla sua morte nel 2003, sopravvivendo, quindi, di oltre quattro decenni alla Monroe.

    Di Maggio ritornò nella vita di Marilyn mentre il suo matrimonio con Miller stava finendo. Il 7 febbraio 1961 Marilyn, ormai dipendente da psicofarmaci ed alcol e sempre più preda di turbe psichiche, che la facevano passare rapidamente dall'euforia alla più nera disperazione, scelse un volontario ricovero in una clinica psichiatrica, in un reparto per casi di una certa gravità. Quando la permanenza nella casa di cura divenne per l'infelice attrice una vera e propria detenzione, l'ex campione di baseball riuscì a farla uscire e a trasferirla in un'altra clinica. Dopo che fu dimessa, raggiunse Di Maggio in Florida, dove lui era impegnato come allenatore della sua vecchia squadra, i New York Yankees. Il loro dichiararsi "solo amici" non impedì che sulla stampa scandalistica circolasse la voce di un secondo matrimonio. Persino Bob Hope dedicò loro la sua canzone "The Second Time Around", nominata come miglior canzone per un Oscar nel 1960. Secondo il biografo di Di Maggio, Maury Allen, lui lasciò un lavoro da 100.000 dollari l'anno nelle forniture militari per tornare in California e chiedere a Marilyn di risposarlo.

    Il 17 febbraio 1962 Miller sposò Inge Morath, fotografa della nota agenzia Magnum, che aveva, fra l'altro, documentato con straordinarie immagini in Nevada le riprese de Gli spostati. Nel gennaio 1964 debuttò in teatro il suo lavoro After the Fall, in cui compariva una bella ma tremenda bisbetica dal viso di bambina chiamata Maggie. Il personaggio, fragile psicologicamente, fece arrabbiare tutti gli amici della Monroe, che vi videro una bieca speculazione della triste condizione dell'attrice nei suoi ultimi anni di vita. Il suo più recente lavoro in scena a Broadway, Finishing the Picture, è basato sulla realizzazione de Gli spostati. Miller è morto il 10 febbraio 2005 nella sua fattoria di Roxbury in Connecticut, la stessa che aveva acquistato con la Monroe ai tempi del suo matrimonio, e che l'attrice scelse di lasciargli quando divorziarono.




    La morte e gli sviluppi successivi


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    « Marilyn, la bimba che è in te coglie l'allegria e la promessa, la donna che è in te vede la tragedia e la mortalità »

    (Arthur Miller)

    Marilyn Monroe è stata trovata morta nella camera da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles, all'età di trentasei anni a causa di un'overdose di barbiturici. L'allora presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy aveva di recente interrotto l'amicizia con l'attrice. Tuttavia questo non sembra essere un motivo sufficiente, dato che altre ammiratrici attribuite a Kennedy (tra queste, Judith Campbell Exner, che segretamente faceva anche da tramite tra il presidente ed il gangster Sam Giancana) gli sono sopravvissute.

    Il cadavere di Marilyn fu scoperto da Ralph S. Greenson,lo psicoanalista dell'attrice. Greenson era stato urgentemente chiamato dalla governante dell'attrice, Eunice Murray, che si era preoccupata perché non riusciva a entrare nella camera di Marilyn: si vedeva la luce accesa, ma non si sentiva alcun rumore, la porta era chiusa da dentro. C'è chi ritiene che, la notte della sua morte trascorsero cinque ore dal momento del decesso a quando furono avvisate le autorità. Durante quelle ore Marilyn sarebbe stata portata all'ospedale St. John di Santa Monica, ma l'ospedale rifiutò di accettare il caso, per l'eccessiva notorietà della vittima. Questa incerta ricostruzione, unita all'arrivo della polizia solo in piena notte, ha lasciato aperto negli anni uno strascico di speculazioni secondo cui la Murray potesse aver saputo più di quanto abbia poi raccontato.

    È da notare che qualche giorno dopo la morte della Monroe, la Murray tentò di incassare un assegno da ventimila dollari datole dalla stessa Marilyn. La City National Bank di Beverly Hills rifiutò di pagare la Murray, dato che la notizia della morte della Monroe era da giorni di pubblico dominio. Inoltre la Murray, una vedova dai mezzi piuttosto modesti, partì due mesi dopo per una crociera in Europa a bordo della RMS Queen Mary. La Murray mantenne negli anni l'amicizia con l'agente di Marilyn, Pat Newcomb. Successivamente, la Murray (con la scrittrice Rose Shade) diede la sua versione del decesso di Marilyn nel libro Marilyn, The Last Months, pubblicato nel 1970.



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    Un'indagine formale nel 1982 del procuratore generale della contea di Los Angeles si concluse senza nessuna credibile evidenza di un complotto, ma le storie persistono. Il Dr. Thomas Noguchi, che seguì l'autopsia (oltre alla sua, anche quelle di altri personaggi celebri, tra cui Robert Kennedy, Natalie Wood e William Holden) scrisse nel suo libro Coroner che la morte di Marilyn era con alta probabilità un suicidio.

    Di Maggio si occupò dei funerali. Secondo quanto riferì la sorellastra di Marilyn, Berniece Baker Miracle, che prese un aereo per la West Coast non appena ricevette la notizia, Di Maggio volle prendersi cura di tutte le pratiche e lei acconsentì. Per vent'anni, Di Maggio fece recapitare sulla tomba di Marilyn una dozzina di rose rosse tre volte alla settimana. A differenza degli altri uomini che la conobbero intimamente (o dissero di averla conosciuta), non parlò mai pubblicamente di lei e non scrisse mai un libro sulla loro relazione.

    Marilyn è sepolta in un loculo al Westwood Village Memorial Park Cemetery. Aveva fatto seppellire lì anche Grace Goddard perché vi era sepolta anche la zia di Grace - che si prese cura di Norma Jeane per un breve periodo. Quando la sua carriera stava decollando, Marilyn chiese al suo truccatore personale, Whitey Snyder, di prometterle che alla sua morte si sarebbe occupato del trucco. Snyder rispose scherzando che l'avrebbe fatto se il suo corpo gli fosse portato ancora caldo. Alcuni giorni dopo, ricevette dei soldi e una nota: "Caro Whitey, mentre sono ancora calda, Marilyn". Mantenne la sua promessa con l'aiuto di una bottiglia di whisky.

    In uno dei periodi in cui Gladys non era in un ospedale psichiatrico, sposò quello che sarebbe stato il suo ultimo marito, John Stewart Eley, che morì nel 1952. Nel frattempo le era stata diagnosticata una forma di schizofrenia. Uscì definitivamente dalla casa di cura nei primi anni settanta e si trasferì in Florida, dove sua figlia, Berniece, la venne a prendere all'aeroporto. Morì di insufficienza cardiaca congestizia l'11 marzo del 1984, presso una casa di riposo. Ossessionata dalle credenze dei Cristiani Scientisti, si rifiutava di parlare di Norma Jeane o Marilyn Monroe, forse per incapacità di ricordare il passato. A quanto pare, una donna che era stata così affascinata dalle stelle del cinema da dare a sua figlia il nome di un'attrice, Norma Talmadge, non seppe mai di aver avuto come figlia una delle donne più famose della storia.

    A distanza di anni vi sono ancora parecchi lati oscuri circa la ricostruzione della morte dell'attrice. L'insolito essersi chiusa a chiave nella camera, la scomparsa delle fotografie dell'inchiesta e dei tabulati telefonici, il ritardo dei soccorsi. Anche il mistero che avvolge la sua prematura morte ha contribuito alla costruzione del suo mito.


    Psicoanalisi

    Marilyn ebbe una lunga esperienza con la terapia psicoanalitica. Fu in analisi dagli psicoanalisti Margaret Herz Hohenberg, Anna Freud, Marianne Rie Kris, Ralph S. Greenson e Milton Wexler. In particolare è molto controversa la relazione tra Marilyn e Greenson (vedi il libro di Mecacci, 2000).


    Filmografia

    * The Shocking Miss Pilgrim, non accreditata, regia di George Seaton e, non accreditato, Edmund Goulding (1947)
    * Dangerous Years, regia Arthur Pierson (1947)
    * Scudda Hoo! Scudda Hay!, regia di F. Hugh Herbert (1948)
    * Orchidea bionda (Ladies of the Chorus), regia di Phil Karlson (1948)
    * Una notte sui tetti (Love Happy), regia di David Miller e, non accreditato, Leo McCarey (1949)
    * La figlia dello sceriffo (A Ticket to Tomahawk), non accreditata, regia di Richard Sale (1950)
    * Giungla d'asfalto (The Asphalt Jungle), regia di John Huston (1950)
    * Eva contro Eva (All About Eve), regia di Joseph L. Mankiewicz (1950)
    * Lo spaccone vagabondo (The Fireball), regia di Tay Garnett (1950)
    * Il messicano (Right Cross), non accreditata, regia di John Sturges (1950)
    * Home Town Story, regia di Arthur Pierson (1951)
    * L'affascinante bugiardo (As Young as You Feel), regia di Harmon Jones (1951)
    * Le memorie di un dongiovanni (Love Nest), regia di Joseph M. Newman (1951)
    * Mia moglie si sposa (Let's Make It Legal), regia di Richard Sale (1951)
    * La confessione della signora Doyle (Clash by Night, regia di Fritz Lang (1952)
    * Matrimoni a sorpresa (We're Not Married!), regia di Edmund Goulding (1952)
    * La tua bocca brucia (Don't Bother to Knock), regia di Roy Ward Baker (1952)
    * Il magnifico scherzo (Monkey Business), regia di Howard Hawks (1952)
    * Il poliziotto e il salmo (The Cop and the Anthem), episodio di La giostra umana (O. Henry's Full House), regia di Henry Koster (1952)
    * Niagara (Niagara), regia di Henry Hathaway (1953)
    * Gli uomini preferiscono le bionde (Gentlemen Prefer Blondes), regia di Howard Hawks (1953)
    * Come sposare un milionario (How to Marry a Millionaire), regia di Jean Negulesco (1953)
    * La magnifica preda (River of No Return), regia di Otto Preminger e, non accreditato, Jean Negulesco (1954)
    * Follie dell'anno (There's No Business Like Show Business), regia di Walter Lang (1954)
    * Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch), regia di Billy Wilder (1955)
    * Fermata d'autobus (Bus Stop), regia di Joshua Logan (1956)
    * Il principe e la ballerina (The Prince and the Showgirl), regia di Laurence Olivier (1957)
    * A qualcuno piace caldo (Some Like It Hot), regia di Billy Wilder (1959)
    * Facciamo l'amore (Let's Make Love), regia di George Cukor (1960)
    * Gli spostati (The Misfits), regia di John Huston (1960)
    * Something's Got To Give - incompleto, regia di George Cukor (1962)

    Doppiatrici italiane

    * Rosetta Calavetta in: Orchidea bionda, Niagara, Come sposare un milionario, La magnifica preda, Quando la moglie è in vacanza, Fermata d'autobus, Il principe e la ballerina, A qualcuno piace caldo, Facciamo l'amore, Gli spostati

    * Miranda Bonansea in: La figlia dello sceriffo, Giungla d'asfalto, Le memorie di un dongiovanni, Mia moglie si sposa, Matrimoni a sorpresa, La tua bocca brucia, Il magnifico scherzo, Gli uomini preferiscono le bionde, Follie dell'anno

    * Zoe Incrocci in: Eva contro Eva

    http://it.wikipedia.org/wiki/Marilyn_Monroe


    Edited by Streguccia - 19/6/2011, 00:59
     
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    In vendita la villa dove
    Marilyn Monroe si tolse la vita


    New York, 14 luglio 2010 – Una casa può diventare un cimelio? A quanto pare sì, almeno a giudicare dai quasi 4 milioni di dollari che saranno necessari se si vorrà acquistare la villa dove Marilyn Monroe fu trovata morta nell'agosto del 1962.

    E pensare che l'attrice, ai tempi, la comprò per 75mila dollari e, dopo solo sei mesi, proprio al suo interno si tolse la vita con una overdose di sonniferi.

    La villa si trova a Brentwood, in California, ed è stata messa in vendita a 3,6 milioni di dollari. In pieno stile ispanico, la villa è stata costruita nel 1929 e comprende quattro camere da letto, tre bagni e piscina più ampio parco in cui si trova un agrumeto di 2.000 metri quadrati.

    Sulle sfortune dei Vip di soldi se ne fanno a palate, su Marilyn ancora di più. Lo scorso anno una vedova aveva pensato si 'traslocare' la tomba del marito per metterne all'asta su eBay il prezioso loculo, situato nel cimitero di Westwood Village, nei pressi di Beverly Hills. Un uomo d’affari giapponese era pronto a sborsare 4,6 milioni di dollari pur di averlo, ma, al momento del pagamento, si era rivelato insolvente. La particolarità del loculo? Si trovava esattamente sopra la tomba della diva dai capelli di platino.

    http://it.notizie.yahoo.com/1/20100714/ten...on-df58a43.html
     
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    Marilyn Monroe: in vendita la sua villa di Los Angeles


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    Il mito della splendida Marilyn Monroe è ancora vivo e sentito da tanti, al punto che la sua casa in California, attualmente in vendita, quotata a 3.595.000 $ è considerata un vero e proprio cimelio. Questa deliziosa villa dallo stile spagnolo, collocata nel quartiere di Brentwood, zona sud ovest di Los Angeles, è solo una delle proprietà della diva americana, ma sicuramente la più importante, perché è stata lo scenario della sua misteriosa scomparsa. Intanto gustiamoci le immagini di una vera dimora da diva.

    Marilyn Monroe è morta il 5 agosto del 1962 proprio in questa elegante casa, che comprò per 75mila dollari, ma vi abitò solo per sei mesi prima di suicidarsi secondo la versione ufficiale con un cocktail di barbiturici.

    La lussuosa villa è quotata ora a 3.595.000$ per via del suo valore immobiliare, ma soprattutto per il fatto di rappresentare un vero cimelio.

    La casa è stata costruita nel 1929 si colloca su un terreno di oltre 2 mila metri quadrati ed è composta da quattro stanze, tra cui la grande stanza matrimoniale bianca dove fu ritrovato il corpo dell’attrice, tre bagni e un ampio parco con piscina, giardino e agrumeto. 


    L’abitazione, si trova su una strada privata, dal panorama mozzafiato, protetta da pesanti porte e da un muro di cinta a prova di paparazzi.


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    http://www.pourfemme.it/articolo/marilyn-m...-angeles/12441/
     
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    Marilyn Monroe, la più grande bionda di tutti i tempi


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    Marilyn Monroe rimane un mito ineguagliabile: l'attrice è appena stata nominata la più grande bionda di tutti i tempi, stracciando una schiera di bellezze dei nostri tempi come Cameron Diaz, Madonna e Scarlett Johansson.

    Il sondaggio commissionato dalla Clairol Nice 'n Easy ha visto conquistare la medaglia d'argento a un'altra diva del passsato, Grace Kelly. Terza la sexy Brigitte Bardot. Appena fuori dal podio d'onore Cameron Diaz, quarta. Deludenti il settimo posto di Scarlett Johansson e il nono di Olivia Newton-John. Fuori dalla top ten Madonna, undicesima, Goldie Hawn, tredicesima, e Gwen Stefani, quattordicesima. Solo diciannovesima la sensuale Charlize Theron, seguita dalla prezzemolina Paris Hilton, ventesima.

    "Marilyn è sempre stata un'icona con i suoi capelli biondo platino - ha dichiarato un portavoce della società - Ma è incredibile pensare che ancora oggi, a quasi mezzo secolo dalla sua morte, possa battere altre bionde dei tempi moderni. I suoi capelli sono e rimangono sinonimo di glamour".
    La Monroe è scomparsa nel 1962, rimane, però, un riferimento per le donne impossibile da cancellare. Eterna.



    http://www.gossipnews.it/news/marilyn_monr...l?ID=1282728103
     
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    La Fiaba Tragica di Marilyn



    Nelle Librerie, per la prima volta tradotta in
    italiano ed edito da donzelli .l'autobiografia della Monroe


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    di Rita Piccolini
    Nelle librerie, per la prima volta tradotta in italiano, l’autobiografia di Marilyn Monroe ”My Story”. Fu nel 1954, quando la stella della giovane Norma Jean Baker cominciava a rifulgere con sempre maggiore brillantezza nel firmamento di Hollywood , che il suo agente, Charles Feldman , contattò lo sceneggiatore Ben Hectht (autore tra l’altro di Prima Pagina, Scarface, Notorius), per incaricarlo di scrivere la prima autobiografia dell’attrice.

    Per alcuni mesi Marilyn e il suo “ghostwriter “ si incontrarono e dalla loro collaborazione nacque una confessione autentica, senza filtri, triste fin dall’esordio e il contrario di quella che voleva essere, soltanto un’operazione commerciale per una diva in ascesa.

    “La mia storia”, edito da Donzelli, con la prefazione di Joshua Greene, è arricchito da 47 meravigliose foto esclusive tratte dall’archivio del grande fotografo Milton H. Greene, che fu anche amico e confidente della star, e il cui obiettivo riuscì a cogliere intensi momenti di autenticità anche sui set cinematografici, oltre che nel privato.

    Una fiaba tragica: è un ossimoro. Normalmente nelle fiabe c’è il lieto fine. In questa no. L’azione drammatica si dipana fin dall’inizio, nell’infanzia negata di una bambina che passava dall’orfanotrofio all’affidamento a famiglie (ben nove diverse), che accettavano di prendersi cura di lei solo per pochi




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    dollari con cui arrotondare il misero bilancio familiare. E poi la mamma che l’abbandonava per povertà per poi morire in un ospedale psichiatrico; la solitudine; la tristezza rassegnata e composta di chi non si ribella per non peggiorare la propria già terribile situazione, fino all’adolescenza abusata e alla presa di coscienza contraddittoria della propria prorompente bellezza. Ma una bellezza che non regala mai gioia, tranne che in rari momenti di spensieratezza, e che da subito viene percepita come il mezzo per sopravvivere e poi vivere bene, anzi per affermarsi nel mondo di Hollywood, dove l’apparenza conta più di qualsiasi altra cosa. Una bellezza senza compiacimento, di cui Marilyn adolescente prese semplicemente atto: tutti la guardavano, tutti la notavano, prima a scuola, poi tra le migliaia di belle ragazze che affollavano gli studios. Fu lì che nacque il sogno di recitare, affinché tutti si accorgessero di lei e cominciassero finalmente ad amarla. E infatti gli occhi di Marilyn appaiono sempre sognanti e malinconici, anche quando sorride, nonostante le ciglia finte e la bocca rosso fuoco a forma di cuore. Molti attribuirono questa aria trasognata e un po’ assente alla sua miopia. Un’immagine con cui lei stessa giocò. Ma ora, con il senno del poi, si sa come interpretarla. Dietro a quello sguardo si celava una donna triste, quasi consapevole fin dall’inizio di quella che sarebbe stata la sua fine. Marilyn sognava ad occhi aperti fin da quando era bambina, fino a quando si rese conto, giovanissima, di essere una sirena. “Perché fossi una sirena non ne avevo la più pallida idea- leggiamo nel libro- non pensavo mai al sesso. Non volevo essere baciata…La verità era che con tutto il rossetto, il mascara e le mie curve precoci ero sexy quanto un fossile. Tuttavia sembrava che facessi effetto sulla gente”. A leggere queste parole viene in mente un’altra rara fiaba triste, quella della Sirenetta di Andersen, che si trasforma in spuma del mare per l’amore non corrisposto del principe. Marilyn scelse di dissolversi nel vento alimentando il suo mito anche con il misterioso suicidio nel 1962, a soli 36 anni. “La mia storia” si interrompe prima, non racconta i matrimoni falliti, gli amori negati, l’incontro con altri due tragici miti del secolo scorso, John e Bob Kennedy. Il racconto si ferma al matrimonio con Joe Di Maggio e al tour in Corea in visita alle truppe americane. C’è tuttavia una frase sconvolgente a pag 93, quasi una premonizione. Vittima dell’ennesimo ricatto sessuale Marilyn si rifugia piangendo nella sua automobile e afferma: ”Sì, avevo qualcosa di speciale e sapevo cos’era. Ero il tipo di ragazza che trovano morta in una camera da letto con un flacone vuoto di sonniferi in mano".

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    Quello che colpisce nella narrazione dei primi anni della sua vita è sempre la sensibilità fragile, resa ancora più tragica dalla sua abbagliante bellezza. ”La gente aveva l’abitudine di guardarmi come se fossi una sorta di specchio invece che una persona- scrive -non vedeva me, vedeva i propri pensieri osceni. Poi si ripuliva definendo me l’oscena”. Una fragilità che la fece soffrire e che fece soffrire. Vengono in mente le belle pagine autobiografiche scritte da un’altra grande del cinema, Simone Signoret, che racconta nella “Nostalgia non è più quella di un tempo”, come vide il suo adorato compagno Yves Montand, innamorarsi perdutamente di lei mentre giravano un film . Simone non esprime risentimento nei confronti della fragile Marilyn, racconta solo di una volta in cui erano insieme dal parrucchiere: a lei toccava tingersi i capelli di un biondo cenere un po’ spento, alla Monroe, seduta accanto, era destinato l’appariscente e glamour biondo platino “ perché erano questi i diversi ruoli che la vita ci assegnava in quel momento”. La testa bionda di Marilyn è ancora un’icona del nostro tempo.

    E’ attesa nelle prossime settimane, per Feltrinelli, una raccolta di testi inediti di Marilyn: poesie, pagine di diario, lettere e appunti. Alcuni testi sono scritti a mano e saranno riprodotti nel volume.

    www.televideo.rai.it/televideo/pub/articolo.jsp?id=6718
     
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    Jfk, Marilyn e Sinatra: il triangolo
    e quella casa devastata a colpi d'ascia


    Perse le staffe quando seppe che l’amico preferiva passare la notte con lei nella casa di Bing Crosby piuttosto che nella sua residenza di Palm Springs

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    MILANO - Passi il tradimento di Marilyn, con cui in passato aveva avuto una relazione, ma quello del Presidente, proprio no. E così Frank Sinatra perse le staffe e si mise a spaccare tutto con un’ascia quando seppe che l’amico John Kennedy preferiva passare la notte con l’attrice nella casa di Bing Crosby piuttosto che nella sua residenza di Palm Springs, appositamente sistemata dal cantante per l’illustre ospite. A raccontare l’episodio - che sarebbe avvenuto il 24 marzo 1962, ovvero due mesi prima che Marilyn cantasse il famoso “Buon compleanno Presidente” alla festa di JFK e quattro mesi e mezzo prima del presunto suicidio dell’attrice - è Keith Badman in “The Final Years of Marilyn Monroe”, l’ultima biografia dedicata alla Monroe. «Frank Sinatra si aspettava che JFK e gli uomini dei servizi di sicurezza stessero nella sua casa di Palm Springs, come era stato deciso da tempo – ha raccontato Badman al “Daily Express”.

    GUEST HOUSE SUPPLEMENTARE - Tanto è vero che il cantante, in previsione di quella visita, aveva acquistato del terreno extra dove aveva realizzato una guest-house supplementare, con un modernissimo sistema di comunicazioni telefoniche e una pista di cemento per l’atterraggio dell’elicottero presidenziale. Ma quando Sinatra ha scoperto che Kennedy avrebbe passato la notte nella vicina casa di Bing Crosby con Marilyn anziché da lui, si è fatto prendere da una furia cieca e, in un eccesso d’ira, ha preso un’ascia e ha iniziato a distruggere tutti gli oggetti che aveva in casa, molti dei quali presi apposta per la visita di JFK. Pare che la rabbia di Sinatra fosse rivolta principalmente contro il “rat pack” Peter Lawford (il “rat pack” era il nome con cui, negli anni Cinquanta, si indicava il gruppo formato da Sinatra, Sammy Davis jr., Dean Martin, Joey Bishop e, appunto, Lawford che era anche il cognato di Kennedy) perché questi gli aveva garantito che il Presidente si sarebbe recato da lui quella notte. «Ad un certo punto – ha proseguito Badman – Sinatra prese un martello e salì fino al tetto della sua proprietà, dove se la prese con la pista per l’elicottero che aveva fatto costruire, distruggendola». Stando ancora allo scrittore e contrariamente a quanto sostenuto in precedenza, pare che l’incontro di quella notte fra JFK e Marylin Monroe sia stato anche il solo a sfondo sessuale e che fra il presidente e la bionda attrice non ci fosse alcuna relazione di lunga data in corso.

    Simona Marchetti

    http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre...44f02aabc.shtml
     
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    Le foto inedite:
    Marilyn Monroe con le stampelle





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    Immagini inedite della diva scattate nel 1953 sono state pubblicate in un nuovo libro di fotografie, uscito negli Stati Uniti.









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    La collezione si intitola semplicemente "Marilyn: August 1953" e raccoglie le foto scattate all'attrice nell'agosto di quell'anno nell'Alberta, in Canada, durante la lavorazione del film "Fiume senza Ritorno", con Robert Mitchum.





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    Gli scatti furono realizzati dal fotografo della rivista Look John Vachon. Ma il magazine ne utilizzò solo tre.







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    Le altre imamgini sono rimaste nel cassetto per oltre mezzo secolo.




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    Vachon fu facilitato nel suo servizio dal fatto che l'attrice, a causa di un infortunio ad una caviglia, fu costretta ad interrompere la lavorazione del film per alcuni giorni.





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    Le immagini, tutte in bianco e nero, sono state restaurate con tecniche digitali.





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    Il libro fotografico ha suscitato subito polemiche.





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    I parenti di Joe Di Maggio, ritratto con la star in diversi scatti, hanno minacciato di intraprendere azioni legali per impedire la pubblicazione delle foto. Le immagini della celebre coppia, però, hanno già fatto il giro del Web.



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    www.lastampa.it/multimedia/multimed...OTOGALLERY#mpos


    Edited by belias94 - 15/5/2016, 10:58
     
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  9. Pinaz
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    Marilyn Monroe rivivrà in un film



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    A 50 anni dalla morte Marilyn Monroe potrebbe tornare a "rivivere" sul grande schermo. Vedere l'attrice recitare in un nuovo film sarà possibile grazie a Jamie Salter, esperto di branding che, dopo aver acquisito i diritti sull'uso del nome e dell'immagine di Marilyn, ha in programma di usare la tecnologia ora disponibile per farla riapparire al cinema. Salter, che già gestice l’immagine di Bob Marley attraverso la sua società Authentic Brands, la settimana scorsa ha siglato un accordo pluri-milionario per i diritti ed è convinto di poter rendere Marilyn più grande che mai. Nei progetti di Salter, riporta l'Independent, non c'è solo un film ma anche un reality tv in cerca di una nuova Marilyn Monroe. "Perché Lindsay Lohan o Lady Gaga aspirano a essere Marilyn? - si chiede Salter - la ragione è che lei è un'icona, con grande stile e una semplicissima eleganza spontanea. In lei c'è il glamour, il sex appeal, e ci dimostra che essere magrissime non conta. Marilyn è voluttuosa, una donna vera. L'ultima generazione si innamorerà di lei, proprio come avevamo fatto noi" conclude Salter, che non ha rivelato quanto gli sia costato aggiudicarsi il marchio ma che conosce bene i guadagni che possono scaturire da simili operazioni
    di Rita Celi

    Pubblicato da Trovacinema


    http://trovacinema.repubblica.it/multimedi...lm/27838359/1/1
     
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  10. Cesco
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    MARILYN, DA UN GARAGE SPUNTANO LE FOTO MAI VISTE


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    LOS ANGELES - Un mercatino delle pulci in un garage di provincia e una busta contenente due rullini da sviluppare, pagati appena 2 dollari. Parsippany, New Jersey, 1980: qui Anton Fury, all’epoca fotografo in erba, ha scoperto alcuni scatti inediti di una giovanissima Marilyn Monroe, datati 1950.

    Dopo averle custodite per oltre 30 anni, ora il fotografo ha deciso di far pubblicare le immagini. «Non sappiamo dove - dice Fury - né perché, né sappiamo chi le ha scattate. Sappiamo solo che quella donna è Marilyn». (R.Cas.)

    ALTRE FOTO QUI


    www.leggo.it/articolo.php?id=124548
     
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  11. Cesco
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    Marylin Monroe da record, 4,6 milioni di dollari per il suo celebre vestito bianco


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    Los Angeles, 19 giu. - (Adnkronos) - E' stato venduto all'asta per 4,6 mln di dollari il famoso vestito bianco plissè indossato da Marilyn Monroe nel film ''Quando la moglie è in vacanza'' di Bill Wilder. Lo riferisce la Bbc. L'abito è entrato nella storia del cinema per il celebre fotogramma in cui un colpo d'aria che sale all'improvviso dalle grate della metropolitana lo solleva lasciando la bionda icona di Hollywood a gambe scoperte.

    All'incanto a Berverly Hills anche i vestiti indossati dalla star in ''Gli uomini preferiscono le bionde'', ''La magnifica preda'' e ''Follie dell'anno''. Vendute anche altre memorabilia di celebri set provenienti dalla collezione dell'attrice Debbie Reynolds, tra cui la parrucca che Elizabeth Taylor in ''Cleopatra'', la bombetta di Charlie Chaplin, la chitarra suonata da Julie Andrews in ''The Sound of Music''.

    La Reynolds, 79 anni, riferisce la Cnn, ha pianto per la commozione quando è stato aggiudicato l'abito bianco di Marilyn. La casa d'aste Profiles in History si aspettava di venderlo a non oltre 2 milioni di dollari. L'acquirente è rimasto anonimo.


    http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettaco...2150163923.html
     
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  12. Cesco
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    Svelata la statua di Marilyn Monroe a Chicago


    narylin

    STATI UNITI - Possiamo dire sicuramente che nessuno non ha scattato una foto passando lungo la Michigan Avenue a Chicago. Un'altissima statua di 9 metri di Marilyn Monroe ha rubato la scena ieri, simile alla una prima di un film, con decine di persone a cliccare le immagini più in fretta che potevano.

    La statua rappresenta la Monroe nella famosa posa del film 'Quando la moglie è in vacanza', con la gonna svolazzante per la brezza di una grata della metropolitana.

    Le leggende raccontano che quando dovette girare la scena per davvero a New York, Billy Wilder fu costretto a bloccare le riprese per i tanti curiosi, come in questi giorni, venuti a guardare e commentare.

    La scultura dello scultore Seward Johnsonm dal titolo 'Forever Marilyn' rimarrà al suo posto fino alla prossima primavera.


    fonte: net1news.org
     
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    Marilyn girò un film porno
    All'asta per 500mila dollari
    Sei minuti in tutto, girati in bianco e nero nel '46 quando
    l'attrice aveva 20 anni. Offerte da tutto il mondo




    marilyn-monroe-pin-up

    MILANO - Sei minuti in tutto, ma sufficienti a scatenare pruriti e passioni dei fan di Marilyn Monroe. Un filmino pornografico di cui la star di Hollywood è stata la protagonista. Un cinefilo spagnolo, Mikel Barsa, lo metterà all'asta il prossimo sette agosto a Buoenos Aires. Prezzo di partenza 500 mila dollari, circa 350mila euro. «Conoscendo come sono fatti i fanatici di Marilyn, il filmato potrebbe arrivare al milione di dollari (700mila euro)» ha dichiarato il suo proprietario. Un altro film hard della diva americana, in 16 mm e lungo 15 minuti, era stato venduto nel 2008 per un milione e mezzo di dollari.















    marilyn+monroe+some+like+it+hot+beaded+dress+colour

    GIRATO NEL '46 - Il cortometraggio che andrà all'incanto è in bianco e nero, dura circa sei minuti, e venne girato nel 1946. L'attrice americana, allora 20enne, nota ancora con il suo nome, Norma Jean Baker, vi compare al fianco di uno sconosciuto. La pellicola apparteneva a un collezionista spagnolo, i cui eredi hanno deciso di affidarne la vendita a Mikel Barsa, che ha già venduto l'unica altra copia conosciuta al mondo di questo cortometraggio. La vicenda era nota dal 1997 e aveva innescato una polemica sull'identità della ragazza.

    I DUBBI - Un esperto della Monroe, ancora oggi mette in dubbio che si tratti davvero di lei. Sostiene infatti che la protagonista del film hard sia troppo robusta e meno femminile della star: «Non è lei, il mento è diverso, le labbra e i denti anche. Marilyn era piccolina» taglia corto l'uomo. Ma Barsa possiede una lettera dell'Istituto cinematografico americano in cui si dice che, se non è Marilyn, «allora è la sua sorella gemella». Polemiche a parte la notizia ha fatto rapidamente il giro degli appassionati e secondo Barsa stanno arrivando offerte da tutto il mondo, le prime da Norvegia e Giappone.

    FONTE : http://www.corriere.it/spettacoli/11_lugli...7d845620b.shtml
     
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    Foto inedite di Marilyn Monroe
    dal valore inestimabile


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    (Play4movie) - Il sex appeal di Marilyn Monroe è senza tempo! Foto non rivelate al pubblico finora sono uscite e hanno immediatamente destato curiosità.

    Le foto risalgono al 1953, quando la leggendaria icona del cinema era all’apice della sua carriera. Sono state riportate alla vita dall’artista del make-up Allan Snyder, che ha immortalato l’attrice prima della sua partecipazione al suo primo film di successo, Niagara.

    Allan voleva rompere il ghiaccio ed aiutarla a rilassarsi per il ruolo attraverso delle sue foto prima delle riprese. Le foto saranno in vendita questo sabato in una speciale asta a Beverly Hills per la gioia dei fans di Marilyn, il loro valore è inestimabile.

    Queste foto e altri oggetti rari e preziosi di Marilyn Monroe facevano parte del patrimonio di Allan, che morì nel 1994 e fu la truccatrice per 16 anni di Marilyn Monroe.

    62__20120328_gallery_luxury_2-12-Marilyn-Monroe_auction_Beverly-Hills_12

    62__20120328_gallery_luxury_2-9-Marilyn-Monroe_auction_Beverly-Hills_09




    FONTE : http://lifestyle.tiscali.it/moda/feeds/12/...ury_2.html?moda
     
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  15. Fr@ncesco
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    Marilyn è morta 50 anni fa ma resta un mito

    Tutto il mondo celebra con film, libri e iniziative culturali il mito della Monroe

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    Sensuale, un po' bambina ma con il fascino della femme fatale, fragile, anzi fragilissima. Questa era Marilyn Monroe una delle dive del cinema mondiale, rimasta ancora oggi nell'immaginario collettivo e simbolo della seduzione. Sono passati 50 anni dalla morte di Norma Jane Baker (il vero nome di Marilyn), trovata in casa senza vita in circostanze misteriose il 5 agosto 1962. Ed è esplosione di libri, fotografie e film per celebrare il mito.

    La carriera di Marilyn è costellata di successi di pubblico (ma anche flop) e di nomi di grandi autori: Cukor, Wilder, Hawkes, Preminger e Huston. Celebre "Gli uomini preferiscono le bionde" del 1953 e diretto da Howard Hawkes. Marilyn all'apice della fama duetta con Jane Russell e viene consacrata per sempre nell'immaginario della bionda oca fatale. "Bye bye baby" sussurrerà per sempre. Poi gira "Niagara", il lancio definitivo della diva. Questo è il film rimasto nella storia per la Monroe bomba sexy e femme fatale. Le curve fasciate nell'abito di seta fucsia sono la quintessenza dell'icona. Sempre nello stesso anno "Come sposare un milionario". Marilyn, Lauren Bacall e Betty Grable si vendono tutto pur di andare a vivere in un appartamento e accalappiare scapoli d'oro. La Monroe miope è uno spasso.

    "Quando la moglie va in vacanza" risale al 1955 ed è il più noto dei suoi film, l'abito svolazzante più impresso nella memoria e anche il più caro perché è stato venduto all'asta un anno fa per 5 milioni di dollari. Ma non è solo quello, il film di Billy Wilder è un viaggio sul gioco dei generi, maschile e femminile, nello spirito degli anni 50.

    "A qualcuno piace caldo" esce nel 1959". Commedia spassosa con Tony Curtis e Jack Lemmon travestiti da donna e una Monroe che, secondo la leggenda hollywoodiana, era più capricciosa che mai.

    Al 1961 risale "Gli spostati", il suo ultimo film, scritto dal marito Arthur Miller e diretto da John Huston, una specie di western sui cowboy ai tempi del capitalismo. Durante le riprese Marilyn venne ricoverata per due settimane, il regista sul set era sempre ubriaco, mentre Clark Gable morì pochi giorni dopo. Con quel film la Monroe vinse anche un Golden Globe ma non alleviò certo la sua depressione.

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    C_2_fotogallery_1009281__ImageGallery__imageGalleryItem_9_image







    http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/...a-un-mito.shtml
     
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29 replies since 10/6/2010, 16:53   26059 views
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