SHARON STONE, BIOGRAFIA E FOTO

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  1. Rocco007
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    Sharon Stone: torno a incrociare le gambe a cinquant'anni



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    La diva: recitare è giocare. Se serve al film, perchè no?

    FULVIA CAPRARA INVIATA A PARIGI

    Ha superato il mezzo secolo, ha evitato con cura le lusinghe degli interventi chirurgici, lavora di rado, e, negli ultimi anni, i suoi fan più affezionati si sono dovuti accontentare di ammirarla sui manifesti pubblicitari dei prodotti di cui ha accettato di essere testimonial. Sono tante le nuove bionde della scena hollywoodiana, infinitamente più giovani e quindi mille volte più richieste. Eppure, quando appare, sbucando da un ascensore dell’hotel Ritz, cappotto nero bordato di astrakan, mani in tasca, cappello in tinta, la folla affannata di giornalisti, i fotografi ammassati nei corridoi ovattati e anche i clienti dell’hotel con l’aperitivo in mano, restano immobili, come folgorati. La diva è ancora lei, Sharon Stone, 53 anni, tre figli adottati, tanti uomini, tante passioni, tante energie spese nelle cause in cui crede, in testa la lotta all’Aids. Nel primo giorno della tredicesima edizione del «Rendez-vouz» con il cinema francese, il piatto forte è lei, volata a Parigi per presentare il kolossal d’azione The Burma conspiracy Largo Winch II, di Jerome Salle con Tomer Sisley.

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    Recitare in un film tratto da un fumetto, Largo Winch de Van Hamme e Franq, nei panni di un procuratore dell’Alta Corte di Giustizia internazionale, l’ha appassionata: «Ho amato moltissimo la sceneggiatura, racconta un’avventura formidabile, in giro per il mondo, in zone molto poco battute dal cinema che, sul grande schermo, hanno potuto rivelare tutto il loro fascino». E poi la figura di Diane Francken, il giudice che interroga Largo Winch, l’ha parecchio divertita: «È una donna profondamente impegnata nella risoluzione dei problemi legati al suo lavoro, ma anche una donna enormemente interessata agli uomini, al punto da esserne, qualche volta, un po’ troppo distratta». L’uscita nelle sale francesi è prevista per il 16 febbraio, ma si sa già che la scena culto gioca con una citazione da Basic Instinct, Stone che accavalla le gambe in abito bianco: «Ogni volta che lo faccio, diventano tutti pazzi. Non ci posso far niente. Voglio solo dire una cosa: verrà un giorno in cui riuscirete a venirne fuori? In ogni caso va bene così, all’epoca non avrei mai pensato che la sequenza sarebbe entrata nella storia del cinema, adesso, se serve a far funzionare meglio un nuovo film, ok, nessun problema».

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    L’idea, comunque non è stata sua: «Largo Winch - ha spiegato Salle - è dedicata al grande pubblico, quindi è normale divertirsi con certi riferimenti cinematografici. Sul set non abbiamo mai parlato apertamente della volontà di rifare quella scena, ma Sharon è sufficientemente intelligente da capire che il nostro intento era solo quello di giocare». Eccome: «Ogni attore si serve del proprio corpo e del proprio spirito - dice la diva -. Dopo tanti anni passati sul set e sullo schermo, so bene che cosa di me può provocare un certo effetto. Quindi, certo, recitare è un po’ come giocare, ma sono cosciente di dover essere attenta ad alcune cose di me che sono profondamente radicate nell’immaginario del pubblico».

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    Chi chiede a Sharon Stone perché le sue apparizioni sono diventate più rare e se questo è dovuto al fatto che Hollywood tende a mettere da parte le dive non più giovani, non avrà dall’attrice la solita risposta-lamentela. Non le si addice, e infatti spiega: «Ho dei bambini piccoli da tirare su e non mi capita spesso di leggere copioni che mi facciano provare una gran voglia di tornare a recitare, inoltre sono molto presa dalla mia battaglia contro l’Aids». A favore dell’esperienza di Largo Winch ha giocato il rapporto con Jerome Salle e con il cast, dal protagonista Tomer Sisley al grande Laurent Terzieff: «Un vero gentleman, abituato a lavorare duramente, con enorme impegno».

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    Sui registi che l’hanno diretta, tanti, e profondamente diversi tra loro, Stone dice: «Ognuno ha la sua visione e la esprime nella maniera che gli è più congeniale, dipende dal paese d’origine, dall’infanzia, dalle esperienze di vita, tutto ha un’influenza. Poi ci sono le barriere delle lingue differenti, che possono provocare sia divertimento che frustrazione, in ogni caso ci spingono ad avvicinarci e a diventare più creativi, io, per esempio, adoro lavorare sui set dove sento parlare tante lingue, sono convinta che la somma di cose diverse possa essere il punto di partenza dei successi più grandi». Se l’unico modo per allontanare il viale del tramonto è l’intelligenza, Stone non ha nulla da temere, nemmeno quando il suo viso smetterà di essere luminoso come oggi.

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    http://www3.lastampa.it/spettacoli/sezioni...lo/lstp/384524/


    Edited by belias94 - 3/5/2016, 22:16
     
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11 replies since 27/11/2009, 17:22   6907 views
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