IL PRESEPE

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    IL PRESEPE



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    La parola "presepe" significa letteralmente "mangiatoia" e per antonomasia indica la mangiatoia, la greppia, nella quale, come è raccontato nel Vangelo di Luca, fu collocato il Bambino Gesù alla sua nascita, non avendo la santa coppia trovato alloggio nella locanda.

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    La tradizione vuole che sia stato S. Francesco l'inventore del primo presepe a Greccio nel 1223. In quella data S. Francesco realizza con l'aiuto della popolazione locale e di Giovanni Velata, signore di quei luoghi, un presepe vivente con l'intento di ricreare la mistica atmosfera del Natale di Betlemme.
    In realtà , non è possibile stabilire una precisa data di "nascita", in quanto il presepe si è andato formando attraverso vari usi, tradizioni, costumi, addobbi, pitture nelle chiese e nelle sacre rappresentazioni.

    nativita



    Il primo presepe con personaggi a tutto tondo è del 1283 e fu scolpito su committenza di Papa Onofrio IV. è un opera poderosa della quale rimangono, certamente scolpite da Arnolfo, soltanto cinque statue.

    Fu l'Ordine Francescano il primo a favorire la diffusione del presepe. A Napoli dove i Francescani fondarono conventi protetti dagli Angioini, si registra il grande presepe donato nel 1340 alle Clarisse per la loro Chiesa.

    Oggi prevale la tendenza ad ispirarsi al '700 per scenografia, pastori, animali, accessori.
    Nel corso del nostro secolo il presepe ha attraversato momenti di sopito interesse. Da una trentina di anni il presepe sta vivendo un periodo particolarmente felice sia per l'attività di abili, fantasiosi artisti, artigiani, hobbysti, sia per l'interesse di collezionisti, di appassionati, di simpatizzanti, di folle di amanti del presepe che ogni anno in dicembre rinnovano l'antico rito di andar per presepi.

    presepe

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    Edited by belias94 - 14/5/2016, 17:09
     
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  2. anny#
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    imageIL PRESEPIO CAMPANO

    image PRESEPIO DI TRIGOSO




    image GIOTTO




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    SUBACQUEI
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    IN MONTAGNA

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  3. anny#
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    IL PRESEPE VIVENTE ...........PETRIGNANO DI ASSISI


    imageOggi è nato per Voi il Cristo Salvatore
    è l'annuncio che l'angelo diede ai pastori duemila anni fa.
    Lo stesso messaggio di gioia viene ripetuto da allora ogni anno anche attraverso tradizioni i cui colori sfumano da un Paese all'altro, ma che si identificano nel loro significato più profondo.
    Tra le tante, quella del presepe vivente è, già di per sé, una delle più suggestive e lo diventa soprattutto quando riesce a combinare religiosità, sentimento, atmosfera e solidarietà. Quando insomma non è solo semplice ricorrenza, ma anche occasione di riscoperta dei migliori valori umani.
    In questo spirito si rinnova a Natale il Presepe Vivente di Petrignano d'Assisi. La manifestazione aggiunge tradizione alla tradizione, essendo Petrignano il primo paese ad aver proposto, diciannove anni fa, una tale iniziativa nella zona.
    I recenti fenomeni sismici hanno danneggiato il medievale castello di Petrignano le cui mura hanno sempre offerto, dal 1978, lo sfondo ideale per la ricostruzione del Presepe.
    Se il terremoto ha destabilizzato l'antica struttura, non ha tuttavia abbattuto lo spirito e l'inventiva dei petrignanesi che, non volendo rinunciare all'appuntamento natalizio, ripropongono l'evento della Natività lungo una delle vie più vecchie del paese.
    Il selciato di via Croce si copre quest'anno di paglia e le luci elettriche cedono il posto ai magici bagliori delle fiaccole.


    Circa duecento figuranti, animando una quarantina di scene, avvolti in vesti d'altri tempi raccontano una storia miracolosa, fra gli scorci di vita quotidiana della città di Betlemme, riproposta con attendibilità storica e in tutto il mistero dell'evangelica nascita che si inserì nella storia dell'Impero Romano, sconvolgendone lo spirito pagano e la fede nella sola forza umana. Il tribuno Quirino e i soldati, sotto i cui occhi inconsapevoli Dio si fece uomo, sono i rappresentanti di Roma
    la cui potenza sovrasta di fatto anche quella del re Erode, re di fasti, cibi e concubine.
    I fondi chiusi delle case di tutti i giorni aprono le porte su antichi mestieri e mostrano scene di arti e banchi dei mercanti, ricordando l'aspetto più umile di chi è privo di potere. Intanto il mercante di schiavi, arricchito dal commercio di uomini e donne, suggerisce uno stato di dignità ancora più basso di quello del mendicante. Mentre nella taverna si beve e si grida e in piazza si danza e si canta, nel silenzio della notte, come in un'altra realtà, nasce il Re dei Re.
    La capanna si oppone ai simboli del potere; fuori dalla città, lontana dai fragori e dai lussi, la Sacra Famiglia è più vicina agli umili pastori, ai poveri mendicanti, al popolo sottomesso, che non ai grandi uomini, pur superandoli in dignità regale. Camminando alla flebile luce delle fiaccole, senti l'emozione del passato che ritorna e intuisci il lavoro di attenta ricostruzione storica e spirituale che ha impegnato il paese per mesi.
    Non meno emozionante risulta l'arrivo in notturna dei Re Magi che da diverse strade giungono sulla piazza del paese e insieme al 'popolo di Betlemme' procedono solenni per rendere omaggio al Bambino Gesù.
    Ancora una volta, spenti i bagliori delle decorazioni artificiali, la tenue luce delle fiaccole conferisce a strade ed edifici quella magica semplicità per cui è impossibile non sentirsi tutti più buoni.

    La tradizionale manifestazione paesana ha il pregio di riunire tante persone facendole lavorare insieme, presentandosi anche in questo come espressione di solidarietà, al di là della poesia, dell'emozione religiosa e del romanticismo. E proprio per restare nel nome della solidarietà e dell'amore cristiano, il ricavato del Presepe Vivente di Petrignano andrà in beneficienza alle vittime del terremoto.
    Il Natale vero è soprattutto quello di chi ha bisogno e ha diritto al nostro aiuto,
    per ricordare che non c'è solo la tradizione e per dare un senso concreto ai buoni sentimenti, alle suggestioni, alle belle parole e iniziative che la festa porta con sé.



    Con i ricavi della scorsa edizione è stato possibile aderire al progetto parrocchiale adozioni di famiglie Croate e donare alla scuola Elementare di Petrignano di Assisi, ristrutturata dopo il terremoto, tavoli di lavoro ad uso didattico.
    Nel nome della solidarietà e dell'amore cristiano, anche quest'anno, il ricavato del Presepe Vivente di Petrignano andrà devoluto in beneficienza.




    Tuscia, la Terra dei Presepi Viventi e del Natale



    La Tuscia, com’è noto, è una terra ricca di storia e tradizioni: dagli Etruschi ai Romani, dagli Imperatori ai Papi, dal Medioevo al Rinascimento, ogni epoca ha lasciato in questa terra tracce profonde. Particolarmente significative sono quelle legate alla cristianità, che qui ha segnato fortemente le vicende storiche, e di cui rimangono viva testimonianza le molte chiese disseminate nel territorio, alcune peraltro di straordinaria bellezza. Del resto, ancor oggi, nelle popolazioni locali è assai diffuso il sentimento religioso, che soprattutto nel periodo natalizio (ma anche in quello pasquale) dà vita a numerose manifestazioni, tra cui spiccano, senza
    ombra di dubbio, i “presepi viventi”.












    Si potrebbe anzi affermare che nella Tuscia l’allestimento di presepi utilizzando figuranti in carne ed ossa sia diventato nel tempo una vera e propria peculiarità, vuoi per la cura con la quale essi vengono preparati, vuoi per le caratteristiche dei paesi ove si svolgono, che ben si prestano a tale opera. La Tuscia presenta infatti centri storici quasi sempre d’antico aspetto, per lo più piccoli e talvolta molto ben conservati, e che perciò, essendo spesso essi stessi dei veri e propri “paesi-presepio”, punteggiati di grotte e cantine scavate nella roccia vulcanica, offrono lo scenario ideale a questa suggestiva rappresentazione. Ma dove nacque il primo presepe vivente? E’ una
    tradizione che vanta ormai origini lontane: deriva da San Francesco d’Assisi, il quale lo ideò a Greccio (RI) durante il suo eremitaggio nella Valle Santa Reatina, la notte di Natale del 1223. Oggi con passione e devozione, ma anche con un po’ di teatralità (la quale non guasta nell’antica patria degli etruschi…), in tutta la Provincia di Viterbo ne vengono allestiti di diversi ed alcuni di essi sono divenuti veramente un appuntamento da non perdere.



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    Nella splendida Civita di Bagnoregio, ad esempio, si svolge uno dei presepi viventi più celebri e pittoreschi del Viterbese e dell’intero Lazio. Un presepe la cui fortuna è sicuramente legata alla presenza di uno scenario d’incomparabile bellezza, con il borgo medievale “aggrappato” ad una fragile isola tufacea immersa nel surreale e fantastico paesaggio della Valle dei Calanchi, uno degli angoli più incantevoli d’Italia, e collegata al “resto del mondo” da un alto e stretto ponte attraversabile solo dai pedoni. Nelle anguste vie di quella che una volta veniva chiamata la “città che muore” (e che ora si può dire sia “risorta”)
    viene così ambientata l’emozionane nascita di Gesù, con l’ausilio di numerosi figuranti e di notevoli ricostruzioni scenografiche: l’eccezionalità di tale evento è confermata da anni dalla numerosa partecipazione del popolo e dei turisti. Per chi ancora non c’è mai stato, visitare la Civita in questo periodo può essere dunque un momento privilegiato, e magari un’occasione anche per gustare il pregiato vino locale, ossia l’Orvieto Doc.



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    Non lontano da Bagnoregio, su una delle ultime alture dei Monti Cimini digradanti verso la Valle del Tevere, troviamo poi Bassano in Teverina: si tratta di un caratteristico borgo medievale, che dopo la sua parziale distruzione nella Seconda Guerra Mondiale è stato completamente ristrutturato cercando di riprodurre il più possibile il suo aspetto primitivo, ed è così divenuto un elegante centro residenziale “in stile”. Qui viene realizzato un presepe vivente di proporzioni notevoli: più di cento figuranti in costume d’epoca interpretano artigiani, falegnami, fabbri e fornai, che simulano il loro mestiere all’interno di botteghe appositamente
    riaperte. La natività è rappresentata in una vera e propria grotta con tanto di bue ed asinello, mentre uno degli spettacoli della manifestazione che rapisce maggiormente il pubblico e che lo rende assolutamente originale, è la riproduzione, all’interno delle carceri e della sala delle torture, della cattura di alcuni condannati da parte di altrettanti carnefici. Una manifestazione, dunque, curata nei minimi dettagli e assolutamente da vedere. Sempre nella zona, il felice paesino di Corchiano, dal canto suo, addirittura ormai si “identifica” nel proprio Presepe vivente, che, a detta dei visitatori, è davvero commovente. Qui, in un ambiente solitario e silenzioso, tra grotticelle aperte nel tufo, minuscole botteghe e casette abbandonate, le comparse e gli allestimenti
    rendono l’evento, che via via è andato perfezionandosi diventando noto in tutt’Italia, davvero magico e coinvolgente. Un’attesa che dura un anno e che è ripagata da un ottimo successo, tant’è che Corchiano è ormai nota dai Viterbesi come il “paese-presepio” per eccellenza. Una delle rappresentazioni della Natività più originali e coinvolgenti della Tuscia è però quella che si svolge nell’arcano scenario della Necropoli etrusco-romana di Sutri. Non ci sono parole per descrivere questo singolare spettacolo, costituito da un vero e proprio percorso tra le ricostruzioni di abitazioni e botteghe, ambientate nelle innumerevoli grotte dell’area archeologica, con figuranti in abiti realistici, semplici e spartani: tutto ciò rende la visita a questo sito etrusco, già
    affascinante di giorno (e tutelato dal Parco urbano dell’antichissima città di Sutri), davvero insolita e indimenticabile, da unire senz’altro ad una passeggiata per i vicoli del borgo, tappa d’obbligo nel Medioevo per i pellegrini che transitavano sulla Via Francigena.



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    Procedendo ancora sulla Cassia in direzione di Viterbo, giungiamo infine a Vetralla, centro agricolo noto per le importanti necropoli rupestri sparse nel suo territorio: qui, tra le viuzze e nelle piazzette del quartiere medievale di San Giuseppe, numerosi attori interpretano personaggi del XIX secolo con costumi del tempo, dando luogo ad un presepe vivente unico nel suo genere, ove il visitatore può per una notte rivivere la quotidianità dell’Ottocento vetrallese. Ricostruzioni di botteghe di artigiani, fornai, fabbri e carbonari e svariati mercatini vivacizzano l’evento, mentre per contrasto lo scenario della Natività, con un bimbo del posto nel
    ruolo di Gesù, e accompagnato da nenie religiose, si distacca dal fragore in un’atmosfera quasi mistica. Concludendo, tra i numerosi altri presepi viventi che rendono indimenticabile un Natale trascorso nella Tuscia, sono da ricordare anche quelli allestiti a Bolsena, Capranica, Caprarola, Carbognano, Nepi, Ronciglione, Tuscania e nella stessa Viterbo (all’interno del giardino dell’Istituto di Villa Rosa), nonché nelle meno note Vallerano, Vejano, Piansano, Grotte di Castro, Chia (Soriano nel Cimino) e Roccalvecce; un cenno a parte meritano “le Tentavecchie” di Gradoli, una curiosa manifestazione popolare nata per spaventare e cacciare le streghe, e le varie
    feste legate alla figura della Befana, organizzate a Latera, Valentano, Gallese e Viterbo. A rifletterci su, l’incredibile abbondanza e varietà di queste manifestazioni, nel territorio del Viterbese, finisce col suggerire automaticamente al visitatore un vero e proprio “tour dei presepi e delle feste natalizie della Tuscia”. Un itinerario insolito, tramite cui unire le attrattive culturali e folkloristiche a quelle artistiche e naturali, senza perdersi, ovviamente, i genuini e deliziosi prodotti tipici della zona (vino, nocciole, olio, carni e formaggi) che divengono i protagonisti di appetitose ricette e di squisiti dolci dedicati alla festività più amata dai bambini




     
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  4. Anthouse*
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    Mi spiace così tanto che il mio presepe venga fuori sgranato...
    perde tantissimo col video della digitale...dal vivo è tutt'altra cosa...

    comunque ve lo posto lo stesso







    alcune foto

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    Edited by Anthouse* - 31/12/2007, 18:09
     
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3 replies since 8/11/2007, 16:34   4756 views
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