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11 NOVEMBRE SAN MARTINO ... Leggenda, curiosità, tradizioni
La festa di San Martino è una ricorrenza celebrata in tutta Italia durante l'Estate di San Martino, l'11 novembre, caratterizzata da diverse usanze regionali. Questa ricorrenza è legata alla figura di San Martino di Tours e alla tradizione che racconta di come Martino, soldato dell'impero romano, durante una ronda notturna nell'inverno del 335 divise il suo mantello con un mercante seminudo e, subito dopo, il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite, come se all'improvviso fosse tornata l'estate.. Dopo quella notte e la visione di Gesù in sogno vestito con la metà del suo mantello militare, Martino si convertì al cristianesimo.
Tradizionalmente durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino nuovo, che solitamente viene abbinato alle prime castagne.TRADIZIONI DELLE NOSTRE REGIONI
In Abruzzo è detta anche la "Festa dei cornuti". Il 10 novembre a San Valentino in Abruzzo Citeriore viene organizzata la "Processione dei Cornuti" che affonda le sue radici nei riti pagani. La tradizione prevede che gli uomini del paese, al tramonto, sfilino per le strade tra le grida dei compaesani. Al termine della processione viene servito il tradizionale spezzatino di San Martino. Il giorno dopo continua la tradizionale fiera con le castagne e il vino novello
In Veneto i bambini, armati di pentole, coperchi e mestoli, girano per la città entrando nei negozi e chiedendo caramelle e dolcetti, cantando filastrocca in dialetto:
Per questa ricorrenza, nella provincia di Venezia, viene preparato il tradizionale dolce di san Martino: con la pasta frolla viene modellata la forma del santo a cavallo con spada e mantello, guarnito con glassa di zucchero colorata, praline, caramelle e cioccolatini[2]. Più anticamente veniva preparato un dolce di cotognata, detto "San Martino di cotognata" , preparato con la marmellata di mele cotogne molto asciutta e stampata, come fosse una moneta coniata, in medaglioni di 10-20 cm che presentavano un disegno del santo. Tali medaglioni erano adornata con un fiocco di nastro rosso. Le due tradizioni, quella del dolce di pastafrolla e quella del dolce di cotognata convivono oggigiorno, e nelle pasticcerie della provincia di Venezia è abituale trovarli entrambi durante le due settimane che precedono la festa, sebbene il termine dolce di san martino identifichi principalmente quello fatto di pastafrolla.
A Predazzo in Valle di Fiemme, Trentino Alto Adige, l’undici novembre si danza intorno al fuoco, rapiti dai suoni ancestrali di corni e campanacci. La festa comincia alle 20.00, dopo il suono dell’Ave Maria. E mentre i cinque falò illuminano i fianchi delle montagne che circondano il paese, i giovani vi danzano intorno suonando i corni di vacca o di capra, i campanacci delle mucche e le cracole, che riproducono il gracidio delle rane, agitando vecchie scope infuocate. E’ punto di orgoglio dei cinque rioni, Ischia, Sommavilla, Pié di Predazzo, Molin e Birreria, riuscire a far salire le fiammate più in alto di tutti.
Un’altra curiosa tradizione è quella che si svolge a Palazzo Adriano a Palermo. Qui si ripete una antica usanza che vede i parenti di una coppia farsi carico delle spese degli sposi novelli per la casa e il cibo utile per tutto l’anno. Si prevede anche che durante le ore della mattina, alcuni bambini sfilino per le strade del paese, portando ceste piene degli squisiti “pani di San Martino”.
In Sardegna, San Martino (Santu Martinu o Santu Martì) è ricordato e celebrato in numerosi centri,ad esempio a Sanluri, dove si festeggia con su fogadoni, grande fuoco che viene acceso in suo onore, e con la preparazione de sa fa buddia (le fave lesse).
La festa di San Martino è una festa della luce. L’inverno, col suo carico di freddo e di giornate buie, trova il suo antagonista in una figura forte e lucente. Le lanterne e il calore della famiglia si oppongono così al rigido periodo invernale e alle giornate di pioggia, ai tuoni e ai fulmini. Non è un caso quindi che in Sardegna San Martino, così come Santa Barbara, sia invocato come protettore dai fulmini
Durante l'estate di San Martino venivano rinnovati i contratti agricoli annuali; da qui deriva il detto "fare San Martino", cioè traslocare.
In pratica, con questa tradizione si celebra la fine dei lavori nei campi e l’inizio della raccolta. Infatti, solitamente, la festa è accompagnata da falò e da giochi legati al folklore contadino. Il simbolo correlato al santo è l’oca perché, secondo un’altra antica leggenda, Martino per evitare di essere ordinato vescovo, si nascose sotto un mucchio di penne d’oca.
Dall'web. -
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che figata, mi ricordo ancora di quando il maestro in prima elementare ci raccontò la storia di San Martino!
e poi per coincidenza la prima gita scolastica che feci fu proprio a visitare un paesino nei pressi di Palermo che si chiama appunto San Martino, in terza.... -
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San Martino
maestramary.altervista
Veniva un cavaliere per la via
e il vento e il gelo gli eran compagnia.
Il cavaliere, nel mantello avvolto,
andava silenzioso, in sé raccolto.
Sul ciglio della strada era un mendico
infreddolito come non vi dico.
Fermò il guerriero il suo caval morello
e, con la spada, dimezzò il mantello.
Tieni, fratello – il cavaliere disse,
e il povero quel dono benedisse.
Il ciel divenne azzurro d’improvviso,
e il sole l’inondò del suo sorriso.
Così al venir della stagione amara,
per San Martino il cielo si rischiara;
ride la terra nell’estate breve,
quand’è già per venir la bianca neve.
Comassi Monchieri
San Martino
Fece un gesto davvero carino
tagliò un mantello con la sua spada
e lo diede ad un poverello sulla strada:
Il povero lo ringraziò
e Dio dall’alto lo premiò,
tolse dal cielo quel grigio colore,
caldo e sole, mandò con amore.
Così ogni anno c’è San Martino,
che porta l’ estate che dura un pochino!
Federico Goffi
San Martino
Per la campagna triste e lontana
gelida soffia la tramontana.
Martino scende dal suo destriero
c’è un poverello lungo il sentiero…
Non ha vestito, casa non ha,
a riposarsi come farà?
Il cavaliere toglie il mantello,
metà lo dona al poverello.
Oh, meraviglia: si rompe il cielo…
E si diffonde dolce un tepore,
qua e là tra l’erba rispunta il fiore.
Dal cielo scende, premio divino,
sempre l’estate di San Martino.
L. Cerutti
La leggenda di San Martino
Quanto freddo. Nel mantello
ravvolto San Martino.
Ecco, incontra un poverello:
quanto freddo ha, poverino!
San Martino il suo mantello
con la spada fa a metà.
E prosegue Santo uomo
che freddo fa
Ecco ancora un pover’uomo
che domanda carità
L’altro pezzo di mantello
San Martino ora gli dà.
Poi nel freddo, con coraggio,
San Martino va contento.
Ma di sole un dolce raggio
Lo riscalda in un momento.
E’ l’estate, San Martino;
è l’estate! Dio che vede
tutto, in premio te la dà!
Favolella. -
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11 Novembre: La festa di San Martino
Foto: www.flickr.com/photos/mararie/6362319665
Come in uso in altre parti d`Italia anche in laguna per S.Martino si faceva festa con i prodotti di stagione come vino e marroni.
Ma la festa di S.Martino a Venezia è ancor oggi ricordata soprattutto per i ragazzini che l`11 novembre girano con pentoloni e campanacci per i negozi chiedendo qualcosa in dono e cantando il ritornello di S.Martino campanaro ed altre filastrocche.
La filastrocca di SAN MARTINO
San Martin xe `ndà in sofita/ a trovar la so novissa./ So novissa no ghe gera,/ el xe `ndà col cuo par tera/ viva viva san Martin/ Viva el nostro re del vin!/
San Martin m`ha mandà qua/ che ghe fassa la carità./ Anca lu col ghe n`aveva,/ carità el ghe ne fasseva/ Viva viva san Martin/ Viva el nostro re del vin!/
Fè atension che semo tanti/ E gavemo fame tuti quanti/ Stè tenti a no darne poco/ Perché se no stemo qua un toco!/
Se si è ricevuto qualcosa si prosegue con:
E con questo ringraziemo/ Del bon anemo e del bon cuor/ `N altro ano tornaremo/ Se ghe piase al bon Signor/ E col nostro sachetin/ Viva, viva S.Martin./
Se non si è ricevuto niente invece si canta:
Tanti ciodi gh`è in sta porta/ Tanti diavoli che ve porta/ Tanti ciodi gh`è in sto muro/ Tanti bruschi ve vegna sul culo./
E CHE VE MORA EL PORSEO!
Per comprendere quest`antica festa che si celebra l`11 novembre bisogna ricordare la vita del santo e la famosa leggenda che si lega al suo nome.
La Leggenda di San Martino:
Martino di Tours è il santo più popolare che la Francia abbia avuto nell`antichità e nel Medio Evo; fu il primo padre del monachesimo e grande apostolo delle Gallie. Nacque nel 316 d.c. a Sabaria in Pannonia. Figlio di un tribuno militare pagano, a quindici anni si arruolò nella guardia imperiale a cavallo.
"Un giorno d`autunno (l’11 novembre probabilmente), mentre usciva a cavallo da una delle porte della città francese di Amiens, dove viveva, vide un povero, mezzo nudo e tremante per il freddo. Martino si impietosì e sguainò la spada, tagliò il suo bel mantello di lana e ne diede la metà al povero. Immediatamente il sole si mise a scaldare come in estate. Per questo, si chiama l`estate di San Martino quel periodo agli inizi di novembre in cui spesso accade che la temperatura si faccia più mite.
Giunta la notte Martino sogna Gesù che con il mantello in mano lo ringrazia per quel gesto di compassione."
Il dolce tipico di Venezia e dintorni, della festa di SAN MARTINO è quello in foto, ed è un dolce di pasta frolla, anche ricoperto di cioccolato fondente, con decorazioni in zucchero, confetti di cioccolato e cioccolatini.
fonte.