LA DRIMIA MARITIMA O SCILLA MARITTIMA

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    LA DRIMIA MARITIMA O SCILLA MARITTIMA



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    La scilla marittima (Drimia maritima (L.) Stearn, 1978), nota anche come cipolla marina, è una pianta delle Liliaceae (o delle Asparagaceae secondo la classificazione APG[1]) caratteristica del bacino del Mediterraneo, che vive allo stato selvatico in prossimità delle coste.

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    In agosto, nella macchia mediterranea costiera, si possono notare dei pennacchi bianchi, alti un paio di metri, che ondeggiano nel vento: è l'infiorescenza di questo bulbo, che spesso nella cultura popolare segna la fine dell'estate e le prime piogge autunnali.

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    Descrizione

    Pianta erbacea perenne dotata di un grosso bulbo tunicato, dal diametro compreso fra 10 e 20 cm, il cui peso può arrivare a diversi chili. A fine estate emette uno scapo fiorifero, eretto, alto anche due metri, di colore violaceo che termina in un lungo grappolo di fiori bianchi, peduncolati e formati da sei tepali ovali. L'apertura dei fiori avviene per fasce, dal basso verso l'alto.

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    Le foglie, molli e carnose, escono dopo la fioritura in rosetta basale, e durano fino all'estate seguente.

    Il frutto è una capsula membranosa ellittica triloculare contenente molti semi.

    Ne esistono due varietà: la scilla femmina, o bianca (var. alba), di dimensioni minori, e la scilla rossa (var. rubra) il cui bulbo può arrivare a 3–4 kg e le dimensioni di un melone. La distinzione si riferisce al colore delle squame bulbari.

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    Distribuzione e habitat

    Allo stato spontaneo non si allontana che poco dal mare, dove si interra nella sabbia o fra le rocce. Pianta tipicamente mediterranea, è diffusa in Asia Minore, Grecia, Malta, Spagna, Marocco e in Italia. Viene proposto commercialmente da alcuni bulbicoltori, ed è abbastanza facile da coltivare in vaso. Il bulbo viene anche venduto a ignari turisti, spacciandolo per Amaryllis.

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    Usi

    Come altre Scille e Urginee, è una pianta che si fa apprezzare per la bellezza dei fiori e del portamento. A differenza di molte specie simili, è in grado di affrontare l'inverno fuori dalla serra, come dimostra la sua presenza fra la flora spontanea delle nostre coste.

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    Storicamente comunque, l'interesse per questa pianta, più che per le sue caratteristiche ornamentali, si è concentrato sulle virtù medicinali.

    Usi medicinali

    La parte interessante è il bulbo, che viene raccolto in agosto, prima della fioritura, tagliato a fette ed essiccato. Il bulbo è velenoso, specie fresco.

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    Principi attivi (contenuti nel bulbo):

    glucosidi come scillarene-A e scillarene-B, glucoscillarene, scilliglaucoside
    safoscillina
    scillipicirina
    scillitossina
    scillina
    poliosi
    mucillagine
    ossalato di calcio.

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    Conosciuta fin dai tempi di Ippocrate e Galeno, viene ricordata per la sua azione diuretica da Teofrasto e Plinio. Nel XVIII secolo si scoprirono le sue proprietà cardiotoniche, simili a quelle della digitale. Utilizzato anche nella cura dell'asma.

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    Il bulbo è talvolta utilizzato come veleno per topi, i quali attirati dall'odore aromatico, affondano i denti e rapidamente giungono alla morte. In particolare, la varietà rossa contiene lo scilliroside, un potente topicida.

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    particolare... l'infiorescenza ricorda quella dell'asfodelo!
     
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1 replies since 4/9/2016, 15:52   624 views
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