CILE: L'ISOLA DI PASQUA O RAPA NUI E I SUOI GUARDIANI DI PIETRA

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    CILE: L'ISOLA DI PASQUA O RAPA NUI E I SUOI GUARDIANI DI PIETRA



    L'Isola di Pasqua (in lingua nativa Rapa Nui, letteralmente "grande isola/roccia"; in lingua spagnola Isla de Pascua) è un'isola dell'Oceano Pacifico meridionale appartenente al Cile.

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    Il parco nazionale di Rapa Nui è un parco nazionale che si trova sull'Isola di Pasqua, nell'Oceano Pacifico. L'isola appartiene politicamente al Cile, da cui dista circa 3.600 chilometri.

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    Il parco si estende su di una superficie di poco più di 71,3 km² ed è stato istituito principalmente per proteggere e valorizzare i Moai, le famose statue erette fra l'XI e il XVI secolo dalle popolazioni polinesiane che abitavano sull'isola.

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    Geografia

    Situata a 3 601 km a ovest delle coste del Cile e 2 075 km a est delle isole Pitcairn, è una delle isole abitate più isolate del mondo. Le sue coordinate geografiche sono 27° 07' S 109° 22' W: la latitudine è vicina a quella della città cilena di Caldera, a nord di Santiago. Il territorio dell'isola si compone di quattro vulcani: Poike, Rano Kau, Rano Raraku e Terevaka. Famosi sono i numerosi moai, le statue di pietra che ora si trovano lungo le coste. Dal punto di vista amministrativo è una provincia a sé stante della regione di Valparaíso del Cile. L'orario standard è sei ore indietro rispetto all'UTC (UTC-6).

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    L'Isola di Pasqua è situata sulla dorsale pacifica dalla quale prende origine. La costa si inabissa quindi rapidamente nei dintorni dell'isola fino a profondità che possono raggiungere i tremila metri. A causa delle sue origini vulcaniche l'isola si è formata su una base basaltica tipica per le dorsali oceaniche e non vanta quindi molte spiagge, perciò, per la maggior parte, è distinta da ripide scogliere.

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    La sua forma ricorda vagamente quella di un triangolo rettangolo, con una lunghezza massima di 24 chilometri e una larghezza massima di 13 chilometri. Le tre elevazioni principali corrispondono a tre coni di vulcani spenti, ovverosia il Rano Kau, il Maunga Puakatiki e il Maunga Terevaka. Quest'ultimo raggiunge un'altezza di 509 metri ed è dunque il punto più elevato di tutta l'isola.

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    Oltre i limiti meridionali dell'isola, si trovano infine tre isole minori (Motu Iti, Motu Kau Kau e Motu Nui), disabitate. L'arcipelago più vicino all'Isola di Pasqua è l'arcipelago delle isole Austral, con le isole di Tubuai e Rapa.

    A causa della sua posizione, l'Isola di Pasqua presenta un clima subtropicale con temperature medie che si aggirano intorno ai 21 gradi centigradi e con uno sbalzo termico quasi nullo tra una stagione e l'altra. L'isola è quindi esposta per la maggior parte dell'anno all'aliseo, soffiante in direzione nord est.

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    Geologia

    L'isola di Pasqua è un'isola vulcanica formata sostanzialmente da 3 vulcani spenti, il Terevaka, che costituisce la parte centrale dell'isola, e due vulcani più piccoli il Poike nella parte orientale dell'isola e il Rano Kau nella parte meridionale. Altri testimoni dell'attività vulcanica dell'isola sono il cratere Rano Raraku, il cono vulcanico Puna Pau e le molte grotte vulcaniche, inclusi i tunnel di lava. L'isola è inoltre prevalentemente dominata da colate di hawaiite e basalto che sono ricche di ferro e mostrano affinità con le rocce magmatiche che si trovano sulle isole Galapagos.

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    L'Isola di Pasqua insieme alle sue isole minori come Motu Nui e Motu Iti è la sommità di un grande cono vulcanico che si erge dal fondo oceanico da una profondità di più di 2.000 metri. Questa montagna è parte della cresta Sala y Gómez, una catena montuosa per lo più sottomarina con dozzine di picchi. La cresta è formata dal passaggio della placca di Nazca sopra il punto caldo dell'Isola di Pasqua. L'Isola di Pasqua, Pukao e Moai si formarono circa 750.000 anni fa e sono le più giovani di questa catena montuosa marina, mentre l'eruzione più recente risale a poco più di 100.000 anni fa.

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    Nel corso del XX secolo è stato notato uscire più volte del vapore dalle pareti del cratere Rano Kau. L'Isola di Pasqua dà il nome alla vicina placca tettonica dell'Isola di Pasqua che, a sua volta, sorge sulla placca di Nazca.

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    Flora

    L'Isola di Pasqua con le sue sole 48 specie vegetali native è una tra le isole più povere di specie vegetali in tutta l'area del Sud Pacifico. L'isola infatti è situata in una zona lontana dalla costa e in tutta la sua storia geologica non ha mai goduto di un collegamento con la terraferma, mentre la maggior parte delle correnti oceaniche che interessano l'isola provengono da occidente e non portano pertanto semi dalla terraferma. Anche il contributo da parte delle specie di uccelli migratori che popolano l'isola è stato modesto.

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    Il dio Makemake scolpito su di una roccia



    Si ritiene perciò che la maggior parte delle piante attualmente presenti sull'Isola di Pasqua sia stata importata dall'uomo. Tale teoria trova inoltre conferma sia nella leggenda locale di Hotu Matu'a (Grande Genitore), secondo la quale furono gli uomini a portare le piante, sia nei diari dei primi europei che visitarono tale isola, secondo i quali la popolazione locale disponeva al momento del loro arrivo già di proprie coltivazioni, che venivano usate per il sostentamento umano e come fonte di mangime animale.

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    Le ricerche dei botanici sui pollini presenti nei sedimenti delle paludi (palinologia) e sui frammenti di legno bruciati ritrovati nei forni e nei cumuli di rifiuti più antichi hanno dimostrato che la vegetazione attuale è il risultato di una serie di radicali modifiche apportate direttamente ed indirettamente dall'uomo nel corso dei secoli.

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    Secondo queste analisi, l'isola era coperta fino a qualche secolo fa da una fitta vegetazione composta da diverse specie di piante ad alto fusto, tra cui una palma gigante (simile alla specie Jubaea chilensis), probabilmente la più grande al mondo, raggiungendo un diametro del tronco di due metri, ed altre affini a specie presenti nella polinesia orientale tra cui l'Alphitonia, Elaeocarpus (entrambe usate per costruire canoe), il palissandro oceanico (Thespesia populnea), ed altre oggi non più presenti sull'isola.

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    Dal 1010 in poi l'isola subì una progressiva deforestazione, durante la quale, secondo alcune stime, oltre 10 milioni di palme giganti vennero abbattute, favorendo di conseguenza sia l'erosione dello strato fertile di terreno che ricopre l'isola, sia la desertificazione di ampie zone, esponendo il terreno al vento e alle intemperie. Tale evento potrebbe essere stato anche causa di una drastica riduzione della popolazione sull'isola.

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    A testimonianza delle ampie foreste che una volta ricoprivano l'isola sarebbe rimasto solo lo Scirpus californicus, una specie di canna che cresce esclusivamente all'interno del cratere di Rano-Kao usata anticamente dalla popolazione indigena per ricoprire le capanne. Per quanto riguarda invece la specie d'albero, il Sophora toromiro, che una volta ricopriva l'intera isola, questa può essere ritenuta estinta, dal momento che esistono solo pochi esemplari al mondo coltivati all'interno di giardini botanici.

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    Le specie di felci sull'isola sono quindici, di cui quattro endemiche.

    Tra le piante indigene esistenti sull'Isola di Pasqua spicca anche la Triumfetta semitriloba, un arbusto dalle piccole dimensioni che appartiene alla famiglia delle Tiliaceae. Questa è probabilmente, in accordo con alcuni studi, una delle prime piante che circa 35.000 anni fa popolò l'isola. In passato questa pianta veniva utilizzata per tessere le reti dei pescatori.

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    Venendo al paesaggio odierno nel complesso, questo è prevalentemente occupato da ampie praterie, popolate perlopiù da Poaceae, Cyperaceae e da Asteraceae, alle quali si aggiungono alcune piante di eucalipto (di origine australiana) nella zona meridionale dell'isola, frutto di alcuni tentativi, condotti negli ultimi decenni, di impiantare foreste di eucalipto.

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    Secondo i diari di bordo, all'epoca della scoperta da parte degli europei, la popolazione indigena avrebbe coltivato piante di banano all'interno di alcune caldere, dimostrando una certa abilità nella coltivazione di queste piante; infatti, il forte vento che spira quasi tutto l'anno sull'isola rende pressoché impossibile la coltivazione di piante sensibili, e ha reso necessario attuare particolari accorgimenti affinché queste piante potessero essere coltivate. Come all'epoca, anche oggi alcune piante di banano vengono coltivate all'interno delle caldere che, essendo riparate dal vento, dispongono di un microclima favorevole alla crescita di questa pianta.

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    Fauna

    Come la flora anche la fauna dell'isola ha risentito notevolmente della presenza degli esseri umani e della sua posizione isolata. Secondo le ricerche condotte negli ultimi anni, l'Isola di Pasqua prima della colonizzazione umana era abitata da almeno 25 specie di uccelli marini e da 6 specie di uccelli terrestri. Nessuna specie terrestre è sopravvissuta all'estinzione, e delle specie marine ne rimane solo una sull'isola, mentre altre 9 si sono rifugiate in piccole colonie sugli isolotti rocciosi presenti al largo dell'isola principale.

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    I mammiferi che vivono sull'isola quali cavalli, pecore, mucche e maiali sono tutti stati importati dagli uomini, come del resto è avvenuto anche per i ratti, importati in varie fasi della storia dell'isola. Si ritiene che il ratto polinesiano (Rattus exulans) sia stato importato sull'Isola di Pasqua come animale da macello dai primi coloni e che solo successivamente, con la scoperta da parte degli europei, sia stato importato il ratto marrone (Rattus norvegicus), che entrò in competizione con il ratto polinesiano causandone l'estinzione.

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    Per quanto riguarda invece la classe dei rettili, l'isola è abitata dalla lucertola Cryptoblepharus egeriae, comunemente chiamata sull'isola "moco". L'animale misura all'incirca una lunghezza di 12 centimetri e ha un colore marrone chiaro.

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    Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, la fauna marina non è tropicale o sub tropicale come avviene per molte isole del Pacifico meridionale ed è pertanto relativamente povera. Sull'isola non esiste una barriera corallina. Inoltre le acque intorno all'isola dovrebbero essere popolate da circa 107 specie di pesci, mentre al largo vivono grandi branchi di capodogli.

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    Una possibile spiegazione per l'elevato numero di capodogli che popolano queste acque potrebbe essere data dalle molte sorgenti sottomarine tuttora attive nei fondali oceanici di quella zona e che favoriscono, con la loro immissione di acqua calda, la prolificazione dei calamari dei quali i capodogli si nutrono. Sempre nelle vicinanze di alcune sorgenti sottomarine, un gruppo di biologi marini ha scoperto nel 2005 una nuova specie di crostacei, battezzata Kiwa hirsuta.

    Di particolare interesse è infine una curiosa specie di gasteropode che esiste solamente sull'Isola di Pasqua e sull'isola di Sala y Gómez: la Cypraea englerti, così nominata in onore di Sebastian Englert.

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    Turismo

    Il turismo ha raggiunto l'isola di Pasqua solamente a partire dal 1967, quando il primo volo commerciale raggiunse quest'isola remota. A tutt'oggi, però, l'Isola di Pasqua può essere raggiunta durante tutto l'anno esclusivamente dal Cile con la compagnia LAN Airlines. I voli decollano normalmente da Santiago de Chile o, occasionalmente, da Tahiti e la durata del volo è intorno alle 5 ore.

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    Le possibilità di raggiungere l'isola via mare sono molto limitate: il piccolo porto di Hanga Roa non è in grado di ospitare grandi navi da crociera che devono quindi far scendere i propri passeggeri al largo per poi portarli sull'isola, tramite motoscafi. A ciò si aggiunge il fatto che il mare in quell'area è sovente molto mosso risultando quindi impossibile raggiungere l'isola.

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    Nonostante le dimensioni ridotte dell'isola e il numero di turisti inferiore rispetto alle altre isole polinesiane, l'isola di Pasqua può vantare un vasto numero di alberghi e resort che si offrono un'ampia fascia di prezzi. Il costo della vita sull'isola risulta comunque più elevato rispetto a quello sulla terra ferma in Cile, dal momento che tutti i beni presenti sull'isola devono essere importati.

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    Edited by belias94 - 13/5/2016, 23:02
     
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    Gli affascinanti misteri dell’Isola di Pasqua



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    Sono tantissime le leggende che avvolgono l’Isola di Pasqua, un piccolo lembo di terra battuto dal vento e disseminato di strane statue chiamate Moai, al largo delle coste cilene (ben 3.800 chilometri!). In questi decenni le ipotesi sorte intorno agli abitanti del luogo e alle 300 e più figure di pietra da loro costruite hanno riempito non poche pagine di libri e guide.

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    Quando l’esploratore olandese Jacob Roggeven scoprì Rapa Nui (il giorno di Pasqua del 1722) trovò gli indigeni in condizioni di grande indigenze, quasi estinti e dediti al cannibalismo. Ma soprattutto trovò questi grandi volti umani rovinati dall’usura del tempo e delle condizioni atmosferiche, rovesciati o incompiuti.

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    Una terra che sarebbe dovuta essere verde e rigogliosa era ridotta ad una piana desolata, con solo qualche arbusto, a difendere dal vento insistente, e qualche roccia spoglia. Cosa era successo? Come erano stati costruiti i Moai? E da chi? Come era possibile che questa gente fosse in possesso di una cultura non paragonabile a quella di nessun altro popolo conosciuto?

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    Tra le ipotesi più battute c’è quella che l’isola di Pasqua sia una parte emersa del continente Mu, collegato all’Asia e alle Americhe da grandi gallerie. Quando Mu si inabisso nelle profonde acque del Pacifico solo Rapa Nui rimase in superficie, isolando in questo modo per sempre i proprio abitanti. Secondo questa teoria la loro scrittura sarebbe la stessa usata nella valle dell’Indo.

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    Secondo un articolo apparso sul Denver Post il segreto della costruzione dei Moai ere negli elefanti: alcune fonti raccontano che la flotta di Kublai Kahn che si stava recando ad invadere il Giappone naufragò con il suo carico di elefanti. Alcune imbarcazioni avrebbero potuto raggiungere l’Isola di Pasqua. Questa teoria non è verificabile in quanto non sono mai stati trovati resti di elefanti sull’isola.

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    Lo studioso svizzero Eric Von Daniken riteneva invece, nel suo “I carri degli Dei” del 1968, che la pietra con cui sono fatti i Moai non fosse reperibile sul isola. Per forza quindi doveva essere stata portata dagli extraterrestri (??). In realtà è appurato che i Moai sono costruiti con il tufo vulcanico estratto dalle cave del vulcano Rano Kao. (Ancora oggi sono visitabili Moai incompiuti presso le cave, circondati dagli utensili necessari alla loro realizzazione).

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    Negli anni cinquanta il Norvegese Thor Heyerdahl ipotizzo addirittura che la popolazione di Rapa Nui fosse originaria della zona del lago Titicaca in Perù. Nel 1994, l’esame del Dna su alcuni resti umani ritrovati sull’isola dimostrò come gli abitanti erano di ‘razza’ polinesiana.

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    Molte di queste teorie sono state poi confutate con studi seri e approfonditi ma pensare che una piccola isola dispersa nel Pacifico possa affascinare ancora così tanto ed essere una tale fucina di miti e leggende è molto interessante ed avvincente.

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    Gli Squali Dell' Isola Di Pasqua [DOCUMENTARIO COMPLETO]



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    L'esperto Enric Sala e il suo team di scienziati ed esploratori si dirigono verso l'Isola di Pasqua. Immergiamoci nelle acque che la circondano per rivelare i segreti dell'ecosistema dell'Oceano Pacifico del sud.

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    Edited by belias94 - 13/5/2016, 23:03
     
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