I RAGNI PIÙ PERICOLOSI AL MONDO

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    I RAGNI PIÙ PERICOLOSI AL MONDO



    I ragni sono i nostri vicini costanti. Coloro che vivono in appartamenti sono per lo più innocui e hanno paura di incontrare una persona. Intrecciano pacificamente ragnatele negli angoli bui e aspettano lì mosche spettrali. Ma ci sono altri tipi di ragni. Sono velenosi e possono causare gravi danni alla salute dell'animale e dell'uomo. Per proteggerti dai pericoli, devi conoscere il nemico di persona, non entrare, se possibile, nel suo territorio e non entrare in contatto.


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    Latrodectus tredecimguttatus

    Latrodectus tredecimguttatus Rossi, 1790, comunemente nota come malmignatta, o vedova nera mediterranea, è un ragno appartenente alla famiglia Theridiidae e al genere Latrodectus, genere a cui appartengono ragni velenosi potenzialmente letali detti comunemente "vedove nere".

    Il corpo, che nella femmina può raggiungere i 15 mm, è contraddistinto dalla presenza di 13 macchie rosse. Questa colorazione, esibita a scopo di avvertimento contro i predatori, rappresenta un chiaro esempio di aposematismo nel mondo animale.

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    Distribuzione
    La specie è stata reperita dal Mediterraneo alla Cina.

    In Italia
    In Italia è, assieme al Loxosceles rufescens, una delle poche specie il cui morso può rivelarsi molto pericoloso per gli umani.

    Si trova in Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, Puglia e Sardegna.

    In Italia sono stati in tutto quattro i possibili episodi di morte imputabili a questo ragno, di cui due in provincia di Genova avvenuti nel 1987.

    In merito alla diffusione lungo il versante Adriatico Orientale, il tipo di habitat favorevole rende verosimile che possa essersi spinta fino al Carso triestino, per quanto l'avvistamento più vicino sia avvenuto nell'Istria settentrionale, a circa 30 km da Trieste.

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    Denominazioni regionali
    Prende anche il nome di arza o argia in Sardegna e anticamente veniva chiamato ragno volterrano, falange volterrana o bottone nell'alto Lazio e a nord di Roma.

    Habitat
    Vive in ragnatele molto resistenti e dalla forma irregolare in zone a macchia mediterranea bassa, spesso aride e pietrose, fra sassi e muretti; molto raramente lo si può trovare nelle vicinanze delle case di campagna.

    Latrodectus-tredecimguttatus



    Rapporti con l'uomo
    Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Latrodectismo.
    Il morso della femmina, pur se meno pericoloso di quello della "cugina" americana (la famigerata Vedova nera - Latrodectus mactans), non è doloroso al momento, ma successivamente provoca sudorazione, nausea, conati di vomito, febbre, cefalea, forti crampi addominali e nei casi più gravi perdita di sensi e talvolta morte; i casi mortali sono tuttavia veramente molto rari. Resta pericoloso per i bambini perché la quantità di veleno iniettata va proporzionata alla corporatura e per il corpo di un bambino tale quantità può essere letale. In pericolo sono anche gli anziani, e gli adulti debilitati. Può provocare nei soli soggetti allergici shock anafilattico, come d'altronde le punture di molti insetti ritenuti praticamente innocui (come ad es. vespidi).

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    Atrax robustus

    Atrax robustus O. P.-Cambridge, 1877, noto anche come ragno dei cunicoli, (in inglese Sydney funnelweb spider, "ragno della ragnatela a imbuto di Sydney", in quanto diffuso nella zona di Sydney), è un ragno della famiglia delle Hexathelidae (sottordine delle Mygalomorphae).

    La specie è una delle tre del genere Atrax, presente solo in Australia. Assieme ai generi Hadronyche (che conta 31 specie) e Illawarra costituisce la sottofamiglia Atracinae, comunemente definiti australian funnel-web spiders (ragni australiani dalla tela a imbuto).

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    Atrax robustus è noto per essere uno dei ragni più aggressivi e velenosi al mondo. Tra le 40 specie della famiglia Hexathelide è l'unica, assieme ad Hadronyche formidabilis, il cui morso risulti fatale per l'uomo.

    Aspetto
    Una lunghezza del corpo che può variare da 1 a 5 cm lo situa tra i ragni medio-grossi, sebbene sia più piccolo di altri esponenti delle Mygalomorphae quali le tarantole. La colorazione è scura, variante dal nero, anche con sfumature bluastre, al prugna e al marrone. Il maschio vive meno a lungo e ha un corpo di dimensioni generalmente inferiori a quello della femmina, ma zampe più lunghe. In entrambi i sessi un carapace lucido e senza peli ricopre il cefalotorace. Come nei dipluridae, i seritteri sono piuttosto lunghi. I maschi hanno un lungo sperone sporgente dal secondo paio di zampe, utilizzato nell'accoppiamento. I cheliceri con cui inietta il veleno sono particolarmente sviluppati e anche per questo motivo il morso risulta assai doloroso.

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    Comportamento
    Questa specie tesse le sue ragnatele preferibilmente in tronchi cavi di alberi. Le sue tane sono facilmente riconoscibili perché a forma a imbuto da cui deriva il nomignolo inglese funnelweb, poiché funnel significa imbuto. Sono dotate di due entrate separate, assumendo la forma di T o di Y. Mentre le femmine passano la maggior parte del tempo dentro la ragnatela badando alla prole, i maschi vagano, soprattutto nella stagione calda che coincide con il periodo dell'accoppiamento, entrando anche nelle abitazioni domestiche. Questi ragni sono attratti dall'acqua e frequentemente è possibile trovarli ai bordi delle piscine, in cui talvolta cadono. L'Atrax robustus è in grado di sopravvivere per diverse ore a questi "bagni", trattenendo bolle d'aria attorno a sé grazie alla peluria ed è capitato che abbia morso chi cercava di portarlo fuori dall'acqua. Altri luoghi dove il ragno non disdegna di "passeggiare" sono, per esempio, i giardini delle abitazioni. Ne sono stati trovati anche in alcune case, nascosti tra i vestiti, che hanno morso ripetutamente gli ignari padroni di casa. L'habitat originario di questo ragno era un'area di non più di 100 km di raggio dalla città di Sydney, nel Nuovo Galles del Sud, ma ormai lo si può incontrare anche in tutto il Queensland e in alcune foreste tasmaniane.

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    Veleno
    Il primo studio scientifico sul veleno di A.robustus fu compiuto da Kellaway nel 1934. Tra le altre cose risultò che le tossine in esso contenute non sono letali per diversi animali da laboratorio, o lo sono solo a dosi molto elevate, mentre la sensibilità risulta molto alta nei primati e nell'uomo.

    L'attività letale è ritenuta dipendere da uno solo dei molti componenti il veleno, la robustossina (δ-ACTX-Ar1), denominata anche atraxotossina, dal genere dei ragni. Si tratta di un polipeptide neurotossico a basso peso molecolare (4854 u), con alta proporzione di residui amminoacidici basici (pH > 9), che nei primati rallenta l'inattivazione del canale del sodio nei neuroni motori e del sistema nervoso autonomo. La LD50 nei topi appena nati è di 0,16 mg/kg.

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    Dal 1927 al 1981 sono riportati 13 casi documentati di morte dovuta a morso di Atrax. Dal 1981 è disponibile un antidoto e non si sono più registrati casi mortali.

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    Phoneutria nigriventer

    Phoneutria nigriventer (Keyserling, 1891) è un ragno appartenente alla famiglia Ctenidae, dal nome comune di ragno errante del Brasile, ragno delle banane e ragno vagabondo brasiliano.

    L'aggressività delle specie del genere Phoneutria e l'elevata tossicità del loro veleno pongono questi ragni ai primi posti in quanto a pericolosità per l'uomo, pur causando la morte solo nel 2-3% dei casi. Curiosamente, tra le persone morse dal ragno sono segnalati casi di priapismo.

    Nell'edizione 2007 del Guinness Book of World Records, questa specie è citata come il ragno più velenoso del mondo, dato confermato nelle edizioni del 2012 e del 2014

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    Descrizione
    Ragno di dimensioni piuttosto grandi, raggiunge i 15 cm di legspan (lunghezza del corpo incluse le zampe). Il cefalotorace è di colore bruno chiaro e di forma ovale, maggiormente arrotondato anteriormente; ha una scanalatura longitudinale di colore nero da cui si dipartono linee radiali marrone scuro. Gli occhi, sporgenti nella pars cephalica, sono otto, frontalmente disposti nella configurazione 2-4-2 in file ricurve dall'alto verso il basso.

    I cheliceri hanno tre dentelli sul margine anteriore e cinque sul margine posteriore, sono di colore rosso-bruno, se il ragno è minacciato acquistano una tonalità più accesa. I pedipalpi, di colore nerastro, hanno la sezione tibiale particolarmente robusta sia sul margine laterale anteriore sia ventralmente.

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    Le zampe, piuttosto lunghe in proporzione alla grandezza del corpo, hanno come formula: I, IV, II, III; le tibie, i metatarsi e i tarsi sono ricoperte da scopulae molto fitte.

    L'opistosoma dorsalmente è di colore marrone chiaro, attraversato da due linee in senso longitudinale di punti di colore più chiaro; ventralmente il colore varia dal marrone scuro al giallognolo; dalle filiere si dipartono linee radiali macchiettate di punti bianchi.

    L'epigino è di forma triangolare o quadrangolare con i lobi anteriori di forma convessa e il lobo posteriore ricurvo. Le spermateche sono di forma sferica e il dotto copulatorio appena sinuoso.

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    Distribuzione e habitat
    La specie vive nelle foreste e zone umide ed è piuttosto diffusa in varie zone del Brasile, ed è stata rinvenuta anche più a sud in Argentina settentrionale, Uruguay e Paraguay. Vive soprattutto nella foresta amazzonica e atlantica, e la sua propensione a nascondersi tra le piantagioni di banane ne favorisce il contatto con gli uomini e ne accresce la reputazione di ragno pericoloso. La si può incontrare fra i caschi di banane, nascondigli abituali di molti altri ragni, e anche nelle abitazioni urbane nascosta nelle scarpe, nei vestiti o nei sacchetti della spazzatura. Conviene quindi prestare la massima cautela quando si scorge un ragno di grandi dimensioni tra le banane o in un capo di abbigliamento, in particolare se assume la caratteristica posizione di attacco con le zampe anteriori alzate.

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    Tassonomia
    Dalla prima descrizione dell'aracnologo Keyserling del 1891 fino al 1936, questa specie è stata attribuita al genere Ctenus Walckenaer, 1805. Ne differisce per la presenza delle abbondanti scopulae in gran parte delle zampe e soprattutto per la particolare posizione difensiva che assume quando è minacciato: si pone in posizione eretta sulle quattro zampe posteriori e muove lateralmente il corpo agitando le quattro zampe anteriori. Per la varietà di denominazioni che gli sono state attribuite, vedi il tassobox.

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    Veleno

    Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Phoneutria nigriventer (veleno).
    La neurotossicità del suo veleno lo rende, assieme all'australiano Atrax robustus, uno dei ragni più pericolosi in assoluto. Infatti, bastano 0,006 mg di veleno iniettato per via intravenosa, oppure 0,134 mg inoculato sotto pelle, per uccidere un topo di 20 g di massa corporea.

    Il veleno della Phoneutria nigriventer contiene una varietà di tossine che hanno in comune la capacità di agire sui canali del sodio voltaggio-dipendenti, calcio e potassio. Inoltre, hanno anche attività sul trasportatore del glutammato.

    Queste tossine ritardano l'inibizione dei canali neuronali del sodio; cosa che può condurre alla depolarizzazione delle fibre muscolari e delle terminazioni nervose in prossimità delle giunzioni neuromuscolari e all'attivazione del sistema nervoso autonomo fino a provocare il rilascio di neurotrasmettitori come l'acetilcolina e la catecolamina. I peptidi presenti nel suo veleno possono indurre contrazioni della muscolatura vascolare e aumentare la permeabilità vascolare attivando il sistema del tessuto callicreina e stimolando il rilascio di ossido di azoto (NO).

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    Questo aiuta a comprendere i sintomi locali e sistemici caratteristici del suo morso, tra cui si annoverano il priapismo che può condurre a impotenza, la tachicardia, il vomito, la diarrea, la parestesia, l'edema e lo shock anafilattico. Da quando nel 1996 furono sviluppati antidoti specifici per il suo veleno non si sono più registrati casi di morte, ma il pericolo non è scongiurato e permane soprattutto per i bambini e per le persone più deboli. La somministrazione dell'antiveleno è necessaria solo nel 2-3% dei casi.

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    È stato notato che a seguito del morso di questa specie, inoltre, vi siano particolari effetti collaterali negli organi sessuali maschili: nello specifico, sono state analizzate erezioni durate fino a quattro ore. Pare che queste siano causate dalla tossina TX2-6, trovata nel veleno del ragno. Grazie a questa scoperta, gli scienziati sperano di poter aiutare gli uomini che soffrono di disfunzioni erettili. Si è notato che gli uomini che abbiano subito il morso di questo ragno, nella maggior parte dei casi, dichiarino di avere avuto una vita sessuale migliorata.

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    Statistiche condotte dall'istituto di medicina tropicale di San Paolo mostrano che la distribuzione dei morsi, inferti all'uomo durante l'anno, raggiunga il massimo nei mesi di marzo ed aprile, poiché quel periodo coincide con quello dell'accoppiamento di questa specie, e le Phoneutria nigriventer tendono quindi a essere meno nascoste e più attive. I morsi vengono inferti quasi sempre alle estremità, come mani e piedi, di solito all'interno delle case urbane ed in orari diurni, sebbene questi ragni abbiano abitudini crepuscolari. Il morso è particolarmente pericoloso per i bambini, con conseguenze letali maggiori che negli adulti. Attualmente vi è un solo produttore al mondo di siero antidoto, cosa che ne complica la reperibilità internazionale. Gli incidenti che coinvolgono il genere Phoneutria sono comuni nella regione di Campinas; i gruppi più a rischio sono i bambini sotto i 10 anni e gli adulti oltre i 70 anni di età. I casi di grave avvelenamento sono rari (0,5%).

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    Un terzo dei morsi inferti all'uomo sembra essere dry bite, cioè senza veleno inoculato; tuttavia la difficoltà di riconoscere l'esatta sottospecie, anche nell'ipotesi che dopo il morso il ragno sia stato catturato e ben conservato, rende per lo meno incerta quest'affermazione.

    Curiosità
    Una cliente di un supermercato di Chatham (Regno Unito) ha scoperto una colonia di questi ragni, importata con le banane dal Brasile, che fortunatamente non l'ha aggredita. Ai fotografi intervenuti non è stato permesso d'effettuare riprese per il pericolo potenziale che ciò avrebbe rappresentato.[22] Altro episodio di avvistamento dell'aracnide in europa nel 2016 in un supermercato in Germania. In Italia, nel febbraio 2020, presso il porto di Gioia Tauro (RC), un esemplare è stato scoperto nascosto in un casco di banane provenienti dal Brasile. Il ragno è stato catturato e il personale del porto di Gioia Tauro ha contattato la Sanità marittima che è intervenuta, ha prelevato l’esemplare e lo ha messo in quarantena. Una Phoneutria è presente nella scena del primo omicidio del film horror canadese del 2014 The Editor, tributo al genere del giallo all'italiana.

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    La band Avant-garde metal Give Us Barabba ha dedicato alla Phoneutria nigriventer il brano Spider Banana (Phoneutria Nigriventer) contenuto nell'album Sadomasokissme del 2017.

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    Lycosa

    Lycosa Latreille, 1804 è un genere di ragni appartenente alla famiglia Lycosidae. Lunghezza del corpo da due a tre centimetri; i pedipalpi sono di colore giallognolo, neri all'estremità; i cheliceri, all'inverso, sono neri con la parte superiore gialla. Gli occhi sono di colore rossastro posti sul cefalotorace di colore tendente al nero, al pari dell'opistosoma, nerastro punteggiato di grigio, più scuro lungo il bordo posteriore. I tarsi sono neri con punteggiatura rossastra.

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    Distribuzione
    Il genere è da considerarsi cosmopolita: sono state rinvenute specie in tutti i continenti, ad eccezione del poli. La specie dall'areale più vasto è la L. singoriensis reperita in varie località della regione paleartica.

    Tassonomia
    Considerato sinonimo anteriore di Allohogna Roewer 1955a, a seguito delle analisi degli esemplari tipo Lycosa singoriensis (Laxmann, 1770) e di Mimohogna Roewer, 1960b in seguito alle analisi degli esemplari tipo Lycosa pachana Pocock, 1898 effettuate rispettivamente dagli aracnologi Fuhn e Niculescu-Burlacu nel 1971 e da McKay in un suo lavoro (1979e) (sebbene la priorità della sinonimia di Allohogna sia disputata dagli aracnologi Marusik, Guseinov e Koponen in un loro studio (2003b)).

    Inoltre è sinonimo anteriore di Ishicosa Roewer, 1960d, a seguito delle analisi degli esemplari tipo Tarentula ishikariana Saito, 1934 (posta in Lycosa da alcuni autori moderni e considerata sinonimo posteriore di Arkalosula, oggi sinonimizzata con Arctosa C.L. Koch, 1847 dall'aracnologo Guy in un lavoro del 1966), effettuate dagli aracnologi Ono e Shinkai nel 1988, seguendo quanto asserito da precedenti autori giapponesi che si erano però basati su esemplari topotipici di specie tipo.

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    Infine è sinonimo anteriore di Foxicosa Roewer, 1960d, a seguito delle analisi degli esemplari tipo Tetrarctosa subcoelestis (Fox, 1935, considerato invece un sottogenere di Pirata Sundevall, 1833, da Guy nel 1966) effettuate dagli aracnologi Chen e Gao nel 1990 (attraverso esemplari sinonimi della specie tipo).

    Non è sinonimo anteriore di Hogna Simon, 1885, come affermato dagli aracnologi Dondale e Redner in un loro lavoro del 1990 (probabilmente un discorso a parte andrebbe fatto per le specie americane di Hogna).

    Non è infine sinonimo anteriore di Galapagosa Roewer, 1960, come affermato in Baert & Maelfait, 1997; né di Tetralycosa Roewer, 1960, come asserito in Framenau, Gotch & Austin del 2006; né di Hoggicosa Roewer, 1960, a detta di un lavoro di Langlands & Framenau del 2010.

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    Ragno di sabbia a sei occhi

    Il ragno della sabbia a sei occhi (Sicarius Hahni) è un aracnide di medie dimensioni che vive soprattutto nei deserti sabbiosi. Appartiene alla famiglia Sicariidae, genere Sicarius.

    Il suo corpo misura dagli 8 ai 15 millimetri, con le gambe arriva a 50 mm. A causa della sua conformazione appiattita viene anche chiamato il ragno granchio a sei occhi. Il nome deriva dal fatto che, a differenza della maggior parte dei ragni, questo dispone di tre paia di occhi invece che quattro.

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    Questo aracnide ha il corpo ricoperto di sottili peli chiamati in gergo setole. Queste servono a trattenere minuscoli granelli di sabbia che il ragno utilizza per mimetizzarsi anche quando non è sepolto. Questo ragno ha infatti l’abitudine di mimetizzarsi tra la sabbia, soprattutto per cacciare.

    È un ragno timido che quando può rifugge il confronto, morde solo quando viene costretto. Può vivere fino a 15 anni.

    Habitat del Ragno della Sabbia a Sei Occhi
    Vive principalmente nelle zone desertiche del Sud Africa. A differenza di altri tipi di ragno, il Sicarius Hahni non scava tane ma si seppellisce sotto alla sabbia.

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    Dieta
    Si nutre principalmente di insetti ed anche di scorpioni. Per cacciare si nasconde sotto alla sabbia dove aspetta pazientemente anche per lungo tempo. Quando una preda gli passa nelle vicinanze la uccide iniettandole il veleno con un morso. Dopo, con calma la divora.

    Questo genere di ragni non ha bisogno di mangiare molto frequentemente. Il ragno della sabbia a sei occhi può stare senza mangiare ne bere anche per alcuni mesi.

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    Veleno
    Tra tutti i ragni possiede il veleno più potente in assoluto. Il suo valore LD50 è di 0,004 mg/Kg. Fortunatamente è un ragno molto timido, i morsi nei confronti dell’uomo sono rarissimi. Ci sono solo due casi documentati (uno è incerto), in cui un uomo è morto e l’altro ha subito un’amputazione.

    Gli studi tossicologici sul veleno hanno rivelato una componente emolitica ed una necrotica. In pratica il morso del ragno della sabbia a sei occhi provoca gravi emorragie e necrosi dei tessuti. Il morso è stato testato sui conigli che sono deceduti entro 5-12 ore dal morso.

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    A differenza degli altri ragni velenosi, per cui esiste l’antidoto, per il Sicarius Hahni non esiste nessun antidoto. In genere, per il morso degli altri ragni, esiste l’antidoto e ci si può riprendere completamente. Chi ha la sfortuna di ricevere il suo morso invece, o muore o ne esce gravemente menomato.

    Ragno della sabbia a sei occhi

    Fortunatamente, come scritto sopra, raramente le persone entrano in contatto con questo animale. Anche quando capita, difficilmente il ragno morde un essere umano.

    Il processo per la produzione del veleno è dispendioso in termini di energia ed il ragno preferisce conservarlo per uccidere le prede. Inoltre, quando morde, non sempre inietta veleno, spesso i suoi morsi sono a secco.

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    Riproduzione
    Il ragno della sabbia a sei occhi si riproduce deponendo uova avvolte in strati di ragnatela, chiamati sacche di uova.

    Anche in questo caso l’accoppiamento è preceduto da complessi rituali prima che il maschio possa fecondare la femmina.

    Come nel caso della vedova nera, anche il maschio del Sicarius Hahni deve affrettarsi ad allontanarsi dopo l’accoppiamento. Il rischio è quello di venire divorato dalla femmina.

    Diffusione del Ragno della Sabbia a Sei Occhi
    Il ragno della sabbia a sei occhi è presente in Sud Africa ed in Sud America.

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    Oxyopidae

    Oxyopidae Thorell, 1870 è una famiglia di ragni appartenente all'infraordine Araneomorphae. Il nome deriva probabilmente dal greco ὁξύς, oxys, cioè acuto, aguzzo, a punta, e ὄψις, òpsis, cioè vista, apparenza, per la sviluppata capacità visiva, ed il suffisso -idae, che designa l'appartenenza ad una famiglia.

    Caratteristiche
    Detti anche ragni-lince, sono predatori di altri ragni che scovano e attaccano fra le foglie e gli arbusti. Hanno otto occhi sei dei quali sono sistemati a mo' di esagono regolare, il che consente di identificarli con sicurezza. Hanno anche zampe spinose.

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    Oxyopidae, distribuzione
    Comportamento
    Sono corridori molto agili e grazie alla vista acuta, ciò che consente loro di attaccare all'improvviso o d'agguato. Svariate specie, fra cui principalmente Oxiopes salticus, sono abbastanza abbondanti per essere annoverati fra gli agenti di controllo biologici in agricoltura nella lotta contro i parassiti. Questi ragni sono rappresentati da 454 specie, divise in 9 generi. Questi insetti possono saltare e sputare veleno. Il veleno di ragno non può uccidere una persona, ma può causare gonfiore abbastanza doloroso.

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    Distribuzione
    Ragni cosmopoliti, ad eccezione della fascia desertica del Sahara e del deserto arabico.

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    Loxosceles reclusa

    Loxosceles reclusa Gertsch & Mulaik, 1940 (conosciuto come ragno eremita marrone o anche recluso bruno), è un ragno appartenente alla famiglia Sicariidae dell'Ordine Araneae della Classe Arachnida. È noto per il veleno fortemente tossico che causa necrosi.

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    Descrizione

    È mediamente lungo dai 6 ai 20 mm, ma può anche crescere molto di più in misura. Il suo colore è tipicamente marrone chiaro, anche se le gradazioni possono variare dal marrone chiaro a quello più scuro fino al grigio nerastro. Il cefalotorace e l'addome non necessariamente devono essere dello stesso colore. La parte dorsale del cefalotorace presenta una tipica macchia longitudinale di colore nero che assume la forma di un violino.

    Al contrario della maggior parte dei ragni, possiede 3 paia di occhi invece di 4.

    Distribuzione
    È diffuso nella parte meridionale degli Stati Uniti e nel nord del Messico, ma ne sono stati segnalati esemplari in Inghilterra e nel bacino del Mediterraneo come specie aliene.

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    Veleno
    Il morso è fortemente velenoso e causa una sintomatologia nota come loxoscelismo. La parte colpita va in necrosi e lascia profonde cicatrici. Il morso solo raramente risulta mortale.

    Diverse persone sono morte per avvelenamento con questo veleno. L'effetto delle tossine dipende dalla quantità di veleno iniettato. Le reazioni frequenti a un morso diventano una crosta di cancrena, nausea, debolezza, febbre. Nel processo di avvelenamento, si verifica la distruzione delle cellule del sangue. La dimensione della necrosi tissutale può raggiungere i 30 centimetri. Il pericolo di questa specie sta nel fatto che non ha paura delle persone, ma si arrampica volentieri in case, macchine e oggetti personali. Un segno di morso può guarire fino a 3 anni.

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