I grandi squali: curiosità, foto e video

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    Mitsukurina owstoni: Lo squalo goblin



    Lo squalo goblin (Mitsukurina owstoni Jordan, 1898), unico membro vivente della famiglia dei Mitsukurinidi (Mitsukurinidae), è una specie di squalo abissale. La principale caratteristica distintiva di questo animale è la stranissima forma della testa. Lo squalo goblin, infatti, possiede un lungo rostro simile ad un becco, a forma di cazzuola, molto più lungo del muso delle altre specie di squalo. Tra le altre caratteristiche di questa specie ricordiamo il colore del corpo, quasi completamente rosa, e le lunghe mascelle protrusibili. Quando queste sono retratte all'interno della bocca, lo squalo goblin ricorda uno squalo toro, Carcharias taurus, di colore rosa con un naso insolitamente lungo.

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    Mitsukurina owstoni vive negli abissi oceanici, oltre i 200 metri di profondità, in acque dove non giunge mai la luce del Sole. Si incontra in tutto il mondo, dall'Australia, nell'Oceano Pacifico, al Golfo del Messico, nell'Oceano Atlantico. La maggior parte degli esemplari conosciuti, tuttavia, proviene dalle acque al largo del Giappone, zona dove la specie venne scoperta la prima volta.

    Lo squalo goblin si nutre di una grande varietà di organismi che popolano gli abissi. Tra le sue prede conosciute vi sono calamari abissali, granchi e pesci abissali. Conosciamo molto poco la sua biologia e il suo comportamento riproduttivo, dal momento che si tratta di una specie che si incontra raramente. Sebbene in apparenza potrebbe sembrare una specie rara, non sembra essere minacciata da alcuna sorta di pericolo e per questo motivo non figura tra le specie considerate a rischio dalla IUCN.

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    Tassonomia

    Lo squalo goblin venne descritto per la prima volta nel 1897, col nome Mitsukurina owstoni, a partire da un esemplare proveniente dalla Baia di Sagami, nei pressi di Yokohama (Giappone).
    Un altro esemplare catturato poco dopo venne descritto nel 1909, col nome Scapanorhynchus jordoni, da Louis Hussakof. Per un certo periodo di tempo la specie venne considerata appartenente al genere Scapanorhynchus e gli scienziati la chiamavano Scapanorhynchus owstoni, nome scientifico attualmente in disuso.
    Tra i resti fossili sono presenti altre due dozzine circa di specie imparentate con lo squalo goblin, suddivise in due generi (ora estinti), Scapanorhynchus e Anomotodon.
    La specie deve il nome generico, Mitsukurina, a Kakichi Mitsukuri, lo zoologo giapponese dell'Università di Tokyo che consegnò il primo esemplare noto alla scienza a David Jordan affinché questi lo identificasse tassonomicamente e lo descrivesse.

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    Il nome specifico, invece, gli venne attribuito da Jordan in onore dell'avido collezionista di campioni naturalistici Alan Owston, il quale aveva acquistato il primo esemplare da un pescatore giapponese.
    Il nome comune dello squalo è la traduzione del nome giapponese tenguzame, il termine originale con cui i pescatori giapponesi chiamavano la specie prima che venisse descritta scientificamente. I tengu sono creature del folklore giapponese simili ai folletti, con un naso molto lungo che ricorda il muso dello squalo goblin.

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    Distribuzione

    Mitsukurina owstoni è uno squalo abissale batidemerso che vive solitamente nei pressi del fondale, a profondità di circa 250 metri. Un esemplare, però, venne catturato a 1300 metri di profondità. Sono noti alla scienza solo 45 esemplari di Mitsukurina owstoni.

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    La maggior parte degli esemplari di squalo goblin catturati proviene dal Giappone (dove la specie venne scoperta per la prima volta), per la precisione da un'area compresa tra la Baia di Tosa e la Penisola di Boso. L'areale pacifico della specie è piuttosto esteso. Esemplari di M. owstoni sono stati trovati nelle acque al largo del Sudafrica e in vari siti sparsi un po' in tutto l'Oceano Pacifico occidentale. Altri squali goblin sono stati catturati al largo delle coste di Australia e Nuova Zelanda.

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    Nell'Oceano Atlantico la presenza della specie è stata confermata al largo della Guiana Francese a ovest e nel Golfo di Biscaglia e al largo di Madeira e del Portogallo a est. Dall'altro lato dell'Atlantico altri esemplari sono stati catturati anche nel Golfo del Messico.

    Descrizione


    Lo squalo goblin può raggiungere i 3,3 metri di lunghezza e i 159 chili di peso. Presenta il corpo semi-fusiforme tipico di tutti gli squali. Contrariamente all'immagine comune che l'uomo ha di questi animali, M. owstoni ha pinne basse e arrotondate, non appuntite, e quelle anali e pelviche sono molto più grandi di quelle dorsali. La coda, eterocerca, è molto simile a quella degli squali volpe, con il lobo superiore molto più lungo di quello di altre specie di squalo. Inoltre, la coda dello squalo goblin è priva di lobo ventrale.

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    La colorazione rosa, unica tra gli squali, è dovuta ai vasi sanguigni situati al di sotto della pelle semi-trasparente (molto delicata e tendente ad ammaccarsi con facilità). Le pinne hanno un colorito bluastro. Lo squalo goblin è privo di membrana nittitante, così come di tacca precaudale e di carene ai lati del peduncolo caudale. I denti anteriori sono lunghi e con i margini lisci, mentre quelli posteriori sono adatti per frantumare.
    Fino al 25% del peso corporeo dello squalo goblin è costituito dal fegato. Tale caratteristica si riscontra anche in altri squali, come lo squalo elefante e lo squalo dal collare, e contribuisce al galleggiamento di questo animale, che, come tutti gli squali, è privo di vescica natatoria.

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    continua qui

    foto sul web



    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:41
     
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    Lo squalo attacca, ma la foca fugge via: la fotosequenza



    Cerca di morderla, sbattendola di qua e di là sperando di poter affondare il colpo finale. Lei si divincola aggrappandosi addirittura sul muso del suo aggressore. Sono istanti che sembrano non finire mai. E' la lotta per la sopravvivenza. Ma per una voltà la crudeltà cede alla fortuna regalando uno spettacolo inatteso. Proprio come documentano le immagini scattate dal fotografo David Jenkins nelle acque di Città del Capo, in Sudafrica. E' l'incredibile impresa di una foca che ha rischiato di essere inghiottita da uno squalo bianco, riuscendo poi a fuggire

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    repubblica.it

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:42
     
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    Squali del fotografo Chris Follous



    Follous Chris e sua moglie, entrambi fotografi e naturalisti della fauna selvatica. La loro più grande passione sono gli squali.


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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:46
     
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    Lamna ditropis, lo squalo salmone



    Lo squalo salmone, Lamna ditropis, è uno squalo della famiglia Lamnidae distribuito nelle acque fredde dell'Oceano Pacifico settentrionale, dall'Alaska al Mare di Bering fino al Giappone. L'habitat è rappresentato dalle acque della zona pelagica, dalla superficie ai 200 metri di profondità.

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    Descrizione

    Gli adulti possono raggiungere i 3 metri di lunghezza ed i 250kg di peso, nonostante siano stati pescati esemplari più grandi. Le dimensioni delle femmine sono generalmente maggiori rispetto a quelle dei maschi. La colorazione dorsale varia dal nero al grigio-bluastro, mentre il ventre è bianco.

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    Attivo, veloce e aggressivo, lo squalo salmone è un predatore perfettamente adattato al proprio habitat grazie alla cosiddetta rete mirabilis, una griglia di vene e vasi sanguigni che gli consente di alzare fino a 10 °C la temperatura corporea.

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    Si nutre principalmente di pesci come tonni, aringhe e salmoni (da qui il nome anglosassone "salmon shark"). È una specie ovovivipara e le femmine (che raggiungono la maturità sessuale intorno agli 8 anni di vita) danno alla luce dai 2 ai 6 piccoli dopo una gestazione di 9 mesi.

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    Sebbene questo squalo non faccia parte del commercio legato a carne e pinne, viene spesso catturato accidentalmente dai pescatori di salmoni e dai praticanti della pesca sportiva.

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    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:49
     
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    Squali bianchi cacciano foche



    Le foto sono state scattate al largo della costa del Sud Africa, squali bianchi cacciano le foche, interessanti da vedere.



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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:51
     
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    Sudafrica, l'attacco dello squalo bianco a un gruppo di foche



    Questo gruppo di foche è stato attaccato da uno squalo bianco nelle acque di Città del Capo in Sudafrica. A niente è valso il loro tentativo di fuga di fronte al balzo fulmineo del feroce predatore dei mari, che in pochi secondi si è aggiudicato un abbondante pasto.

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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 17:47
     
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    Manhattan: Un grande squalo bianco ha attaccato un nuotatore



    Sulla spiaggia di Manhattan si è svolta una nuotata di beneficenza, a cui hanno partecipato 15 persone. Ad un certo punto, diversi nuotatori si diresse verso la spiaggia, forse avevano notato la presenza di uno squalo. Infatti i giudici che accompagnano i bagnanti hanno notato il grande squalo bianco solo quando nuotava vicino a Steven Robles. Lo squalo attaccò l'uomo, e lui con tutta la sua forza colpì lo squalo sul naso e velocemente nuotò verso la riva. Come dicono gli esperti, è stato questo gesto che lo ha aiutato a sopravvivere. Ilgrande squalo bianco per qualche tempo ha perso l'orientamento, e Stephen, anche se sanguinava molto, è riuscito ad arrivare dai soccorritori e portato in un ospedale locale. L'uomo riportò molte ferite, delle costole rotte e il braccio destro rotto.

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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 17:50
     
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    Una selezione di incredibili foto di squali provenienti da diversi fotografi audaci.



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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 17:52
     
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    FLORIDA: DAR DA MANGIARE AGLI SQUALI LIMONE



    Il fotografo naturalista John Chapa ha scattato queste immagini impressionanti dove nuota a pochi centimetri di distanza dagli squali a Jupiter, Florida. Per un costo di $ 100 John si tuffa con i turisti per fare le fotografie mentre danno da mangiare agli squali.

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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 17:53
     
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    Squalo vs squalo: l'attacco "cannibale" nel mare australiano



    Squalo vs squalo. Uno spettacolo inusuale che si è materializzato nelle acque di Neptune Island, Australia del sud. Il 33enne Adam Malski è da due giorni impegnato in immersioni per studiare il comportamento degli squali. In quello specchio di mare c'è Gilbert, un esemplare così chiamato dai pescatori. Adam sta sistemando un'esca sul lato della barca quando ne arriva uno di due metri e mezzo. A quel punto, la situazione precipita. Gilbert spunta all'improvviso e aggredisce il più piccolo. "Il momento è stato surreale - racconta Malski, che ha avuto la prontezza di fotografare l'avvenimento - e mi ha fatto capire quanto poco si conosce dei grandi squali bianchi". Gilbert ha trascinato in profondità la sua preda. "E' stata davvero una sorpresa - ha concluso Malski - perché dei 18 esemplari che ho avvistato durante la mia esperienza, tutti si sono dimostrati curiosi ma nessuno così aggressivo "

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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 17:54
     
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    Predatori in primo piano: incontro ravvicinato con lo squalo bianco



    Non tutti i souvenir sono uguali. Amanda Brower, un'insegnante del New Jersey appassionata di ecoturismo, ha portato con sè dal Sud Africa un primo piano di uno squalo bianco. Durante un viaggio organizzato da un'associazione animalista, si era immersa in una gabbia subacquea nei pressi di Seal Island, in compagnia della sua GoPro. Una fortunata coincidenza le ha permesso di incontrare da vicino una femmina di squalo, che si è avventata sulla gabbia a fauci spalancate, permettendole di scattare queste foto.

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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 17:57
     
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    Australia, il sangue freddo del surfista: sull'onda con lo squalo bianco



    Incontro ravvicinato sulla cresta dell'onda per il surfista australiano Andy Johnston a West Beach nell'Australia Occidentale. Andy è stato raggiunto dal feroce predatore ed è riuscito a reagire con grande lucidità e determinazione. Lentamente ha ripreso la sua tavola e ha surfato fino a raggiungere la spiaggia per mettersi fortunatamente in salvo. "Lo squalo sembrava solo curioso - ha raccontato Andy - e io non ho voluto dargli motivo per cominciare la caccia. Così ho provato a comportarmi normalmente, tenendolo sempre sotto controllo. Mi sono accorto di quanto fosse vicino solo quando ho visto le foto"

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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 18:02
     
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    Squalo caccia una foca



    Il fotografo Sergio Ricardo è riuscito a fotografare uno squalo che cacciava una piccola foca vicino alla costa del Sud Africa nei pressi di Città del Capo.

    La foca era a pochi centimetri dai denti affilati come rasoi di un grande squalo bianco, ma è riuscita a fuggire illesa.

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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 18:06
     
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    Lo squalo dal collare - Chlamydoselachus anguineus



    Lo squalo dal collare (Chlamydoselachus anguineus Garman, 1884) è una specie di squalo della famiglia dei Clamidoselachidi con una distribuzione vasta ma frammentata, negli oceani Atlantico e Pacifico. Questa specie vive sulla zona esterna della piattaforma continentale e della scarpata continentale superiore, generalmente nei pressi del fondo.

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    Vive fino a 1570 metri di profondità, sebbene nella baia di Suruga, in Giappone, sia più comune a profondità di 50-200 metri. Presenta numerosi caratteri primitivi, che gli valsero il nome di «fossile vivente». Il suo corpo, che può raggiungere i 2 metri di lunghezza ed è di colore marrone scuro, ricorda quello di un'anguilla con le pinne dorsali, pelviche e anali in posizione molto arretrata.

    Avvistato raramente, lo squalo dal collare cattura le prede piegando il corpo e lanciandosi in avanti come un serpente. Le mascelle estremamente flessibili gli permettono di ingoiare prede di grosse dimensioni, mentre le file di piccoli denti aguzzi impediscono loro di fuggire. Si nutre principalmente di cefalopodi, ma consuma anche pesci ossei e altri piccoli squali.

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    Questa specie è vivipara aplacentata: gli embrioni nascono da uova che si schiudono all'interno dell'utero della madre, e terminano lo sviluppo consumando principalmente le riserve del loro tuorlo. Lo squalo dal collare ha il periodo di gestazione più lungo di qualsiasi vertebrato: può durare tre anni e mezzo. Nascono da 2 a 15 piccoli per volta, e non vi è una stagione riproduttiva ben distinta.

    Lo squalo dal collare viene talvolta catturato come preda accessoria dai pescherecci commerciali, ma è di scarso valore economico. L'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) lo considera come quasi minacciato a causa del suo tasso di riproduzione molto basso e delle catture accessorie, che possono impoverire il numero di esemplari. Questo squalo, o un suo ipotetico parente gigante, può essere all'origine degli avvistamenti dei serpenti di mare.

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    Descrizione

    Con la sua forma allungata, simile a un'anguilla, lo squalo dal collare è stato per lungo tempo paragonato al serpente di mare dei miti. La testa è larga e appiattita con un muso corto e arrotondato. Diversamente che in altri squali, le narici sono situate sulla sommità della testa, che ricorda quella di un serpente. Le narici sono delle fessure verticali, e le aperture inalanti ed esalanti sono separate da un lembo di pelle. Gli occhi sono degli ovali orizzontali, di medie dimensioni e privi di membrana nittitante (terza palpebra).

    Le mascelle molto lunghe sono posizionate all'estremità del muso, al contrario di quelle della maggior parte degli squali. Gli angoli della bocca sono privi di solchi o pieghe. Le file di denti sono piuttosto ben distanziate, e sono in numero di 19-28 sulla mascella superiore e di 21-29 su quella inferiore. I circa 300 denti sono piccoli, tricuspidati (a forma di tridente) e molto affilati; sono identici su ambo le mascelle. Ha sei paia di fessure branchiali con un aspetto frangiato dovuto alle estremità dei filamenti branchiali. Il primo paio di fessure branchiali passa attraverso la gola, formando un «collare»].

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    La lunghezza massima conosciuta è di 1,7 m per i maschi e di 2,0 m per le femmine. Questo dimorfismo sessuale si spiega con il fatto che la femmina deve ospitare degli embrioni in sviluppo in un corpo straordinariamente filiforme per uno squalo. Le pinne pettorali sono corte e arrotondate. L'unica pinna dorsale è piccola e in posizione molto arretrata, a livello della pinna anale, e ha un bordo arrotondato.

    Le pinne pelviche e anali sono grandi, larghe e arrotondate, e anch'esse posizionate molto indietro. La pinna caudale è molto lunga e approssimativamente triangolare, senza lobo inferiore o incavo ventrale sul lobo superiore. Ha due spesse pliche di pelle lungo il ventre, separate da una scanalatura, la cui funzione è sconosciuta. Il ventre è relativamente più grande nelle femmine che nei maschi, con le pinne pelviche poste più vicino alla pinna anale. I denticoli dermici sono di piccola taglia e a forma di punta di cesello. Divengono più grandi e resistenti sul margine dorsale della pinna caudale. Questa specie ha una colorazione uniforme bruno scuro o grigio], talvolta più pallida sulla parte inferiore.

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    Lo squalo dal collare differisce dal cugino dell'Africa australe, C. africana, per il numero maggiore di vertebre (160-171 per C. anguineus contro 147 per C. africana) e di spirali nell'intestino (rispettivamente 35-49 e 26-28), così come per diverse misure proporzionali, come testa più lunga e fessure branchiali più corte.

    Biologia ed ecologia

    Altamente specializzato per la vita negli abissi, lo squalo dal collare ha uno scheletro ipocalcificato e un enorme fegato con una bassa densità di lipidi, che gli permettono di rimanere nella colonna d'acqua con il minimo sforzo. Si tratta di uno dei pochi squali con una linea laterale «aperta», nella quale le cellule ciliate meccano-recettrici sono posizionate in delle scanalature direttamente esposte all'acqua di mare circostante.

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    Questa caratteristica è considerata basale tra gli squali e può migliorare la sua sensibilità a ogni minimo movimento delle prede. Molti squali dal collare vengono trovati privi dell'estremità della pinna caudale, senza dubbio a causa degli attacchi predatori da parte di altre specie di squali. Tra i parassiti conosciuti dello squalo dal collare figurano una tenia del genere Monorygma, il trematode Otodistomum veliporum e il nematode Mooleptus rabuka.

    Alimentazione

    Le lunghe mascelle dello squalo dal collare sono molto estensibili e consentono un'ampia apertura della bocca, al fine di ingoiare intere prede che misurano oltre la metà delle sue dimensioni. Tuttavia, la lunghezza e l'articolazione delle mascelle non gli permettono di mordere con la caratteristica forza degli squali più conosciuti. Il contenuto degli stomaci della maggior parte degli individui catturati era difficilmente riconoscibile, il che suggerisce un processo di digestione rapido e/o di lunghi intervalli tra i pasti.

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    Le sue prede preferite sono alcuni cefalopodi, pesci ossei e piccoli squali. Un individuo di 1,6 m di lunghezza, pescato al largo di Chōshi, aveva ingoiato un gattuccio giapponese di 590 g. I calamari costituiscono circa il 60% della dieta degli squali dal collare che vivono nella baia di Suruga. Tra essi figurano dei calamari lenti che vivono in profondità, come i Chiroteuthis e gli Histioteuthis, ma anche calamari veloci che vivono nei pressi della superficie, come gli Onychoteuthis, gli Sthenoteuthis e i Todarodes.

    Il suo nuoto non è molto abile e veloce, e gli scienziati mettono in dubbio la sua presunta capacità di catturare dei calamari veloci. Suppongono che catturi piuttosto calamari feriti o esausti e quelli che muoiono dopo la fregola. In alternativa, può sorprendere la preda piegando il corpo e appiattendo all'indietro le pinne, scagliandolesi addosso all'improvviso alla maniera di un serpente. Può anche chiudere le fessure branchiali e creare una pressione negativa per aspirare la preda nella bocca.

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    I numerosi piccoli denti aguzzi e ricurvi dello squalo dal collare sono perfettamente adattati per catturare i calamari e possono facilmente ghermire il corpo o i tentacoli di un calamaro, soprattutto perché sono rivolti verso l'esterno quando le mascelle sono protese. Le osservazioni di squali dal collare in vita mostrano che nuotano sempre con la bocca aperta; gli scienziati ipotizzano che il riflesso della luce sui denti, contrastante con lo scuro della bocca, permetta di attirare i calamari e spingerli a finire direttamente in bocca al loro assalitore.

    Riproduzione

    Lo squalo dal collare è ovoviviparo; gli embrioni in sviluppo si nutrono principalmente del loro vitello, anche se la differenza di peso tra l'uovo e il nuovo nato indica che la madre fornisce anche del nutrimento supplementare tramite modalità sconosciute. Le femmine adulte hanno due ovaie funzionali e un utero funzionale, sul lato destro. Non vi è una stagione riproduttiva definita per i due sessi, il che non sorprende, dato che questo squalo vive in profondità dove l'influenza stagionale è poca o nessuna.

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    Un raduno di accoppiamento di 15 maschi e 19 femmine è stato registrato su un monte sottomarino della dorsale medio-atlantica. Il numero degli avannotti che vengono alla luce va da 2 a 15, con una media di 6 ovulazioni nell'utero circa una volta ogni due settimane. La vitellogenesi (formazione del vitello) e la crescita di nuovi ovuli nell'ovaia si arresta durante la gestazione, apparentemente a causa dello spazio insufficiente all'interno della cavità uterina.

    Gli ovuli ovulati recentemente e gli embrioni in stadio precoce sono racchiusi in una sottile capsula ellissoidale di colore oro-bruno. Quando l'embrione raggiunge i 3 cm di lunghezza, cominciano ad apparire le branchie esterne, e sono presenti tutte le pinne. La capsula viene rilasciata quando l'embrione misura 6-8 cm di lunghezza e viene espulsa dal corpo della femmina. A questo momento, le branchie esterne dell'embrione sono completamente sviluppate.

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    Il sacco vitellino rimane fino a quando l'embrione non raggiunge i 40 cm di lunghezza, dopo di che comincia a ridursi o a scomparire del tutto quando il giovane misura circa 50 cm. Il tasso di crescita embrionale medio è di 1,4 cm al mese, e di conseguenza il periodo di gestazione può durare tre anni e mezzo (42 mesi), molto più a lungo che in qualsiasi altro vertebrato. Ciò è dovuto alle condizioni estreme dell'ambiente naturale: il freddo intenso rallenta i processi metabolici, compresa la riproduzione. Il nuovo nato misura 40-60 cm di lunghezza; i maschi raggiungono la maturità sessuale quando misurano 1,0-1,2 m di lunghezza, e le femmine 1,3-1,5 m di lunghezza.

    Distribuzione e habitat

    Lo squalo dal collare ha un areale molto vasto, ma discontinuo. Si trova sporadicamente negli oceani Atlantico e Pacifico. Nell'Atlantico orientale, vive al largo del nord della Norvegia, a nord della Scozia e a ovest dell'Irlanda, e dalla Francia al Marocco, comprese le acque al largo di Madera e della Mauritania. Nell'Atlantico centrale, è stato pescato in diversi luoghi lungo la dorsale medio-atlantica, dal nord delle Azzorre alla catena del Rio Grande, al largo del sud del Brasile, nonché sulla catena di Vavilov, al largo dell'Africa occidentale.

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    Nell'Atlantico orientale, è stato osservato al largo della Nuova Inghilterra, della Georgia e del Suriname. Nel Pacifico occidentale, la sua presenza è stata riscontrata a sud-est di Honshu in Giappone, a Taiwan, al largo del Nuovo Galles del Sud e della Tasmania in Australia e attorno alla Nuova Zelanda. Nel Pacifico centrale e orientale, è stato osservato al largo delle Hawaii, della California e del nord del Cile. Gli squali dal collare a largo dell'Africa australe sono stati identificati come una specie differente, C. africana, nel 2009.

    Lo squalo dal collare abita la zona esterna della piattaforma continentale e la metà superiore della scarpata continentale, e sembra prediligere gli innalzamenti e altre zone biologicamente produttive. Anche se è stato catturato a una profondità di 1570 m, vive generalmente al di sopra dei 1000 m. Nella baia di Suruga, viene avvistato più frequentemente a una profondità di 50-200 m, tranne che da agosto a novembre, quando la temperatura a 100 m supera i 15 °C e gli squali scendono verso acque più profonde.

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    In rare occasioni, questa specie è stata avvistata in superficie. Lo squalo dal collare si trova generalmente vicino al fondale. Tuttavia, il suo regime alimentare suggerisce che effettua delle incursioni significative verso la superficie. Questa specie può compiere delle migrazioni verticali, risalendo in superficie la notte per alimentarsi. È stata riscontrata una segregazione spaziale a seconda della taglia e delle condizioni riproduttive.

    Etimologia e denominazione

    I diversi nomi comuni con cui la specie è conosciuta sono dovuti alle sue caratteristiche fisiche. Il suo nome scientifico Chlamydoselachus anguineus deriva dal greco chlamydia, che significa «jabot» e selachus, che significa «squalo», e dal latino anguineus, che significa «serpente». Gli appellativi «squalo dal collare», «squalo trinato» e «squalo frangiato» derivano dal nome scientifico e si riferiscono all'aspetto frangiato delle sue aperture branchiali, costituite da sei paia, le cui due del primo paio si congiungono sotto la gola a formare una sorta di collare. L'altro appellativo di «squalo lucertola» deriva dal suo aspetto generale analogo a quello di una lucertola, in particolare la forma della testa e il corpo allungato.

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    Tassonomia e filogenesi

    Lo squalo dal collare è stato descritto scientificamente per la prima volta dall'ittiologo tedesco Ludwig Döderlein, che visitò il Giappone tra il 1879 e il 1881 e riportò con sé due esemplari a Vienna. Tuttavia, il manoscritto nel quale aveva descritto la specie andò perduto, e la prima descrizione dello squalo è divenuta quella redatta dallo zoologo americano Samuel Garman, effettuata a partire da una femmina di 1,5 m di lunghezza pescata nella baia di Sagami in Giappone. Garman posizionò la nuova specie in un genere e una famiglia monotipici.

    Diversi autori hanno ipotizzato che fosse un rappresentante vivente degli antenati degli elasmobranchi (squali, razze e loro antenati), a causa dei suoi numerosi caratteri primitivi, in particolare i numerosi piccoli denti tricuspidati, l'articolazione della mascella superiore direttamente attaccata alla scatola cranica dietro gli occhi e la colonna vertebrale con vertebre indistinte.

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    Garman propose di avvicinarlo ai cladodonti, un raggruppamento tassonomico ormai obsoleto contenente specie che prosperarono durante l'era paleozoica, come i cladoselachiformi del periodo Devoniano (416-359 milioni di anni fa). I suoi contemporanei Theodore Gill ed Edward Drinker Cope suggerirono che posse piuttosto imparentato con gli ibodontiformi, che furono gli squali dominanti durante l'era mesozoica. Cope cercò di collegare questa specie al genere fossile Xenacanthus.

    Studi più recenti hanno dimostrato che le similitudini tra lo squalo dal collare e i gruppi estinti sono state esagerate o mal interpretate. Essi concludono che questo squalo presenta un certo numero di tratti scheletrici e muscolari che lo pongono piuttosto tra i neoselaci (razze e squali moderni) e più precisamente assieme agli esanchidi nell'ordine degli Esanchiformi (il sistematico Shirai Shigeru ha proposto che venga collocato in un proprio ordine, i Clamidoselachiformi).

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    Comunque, lo squalo dal collare appartiene a una delle più antiche linee evolutive di squali ancora esistente, che risale almeno al Cretaceo superiore (95 milioni di anni fa) o eventualmente alla fine del Giurassico (150 milioni di anni fa). A causa della sua ascendenza antica e «primitiva», viene considerato come un «fossile vivente».

    Lo squalo dal collare e l'uomo

    Lo squalo dal collare non è raro, ma è difficile da osservare dato il suo habitat bentonico. Quindi, pochi squali dal collare viventi sono stati osservati, e la specie non costituisce perciò un pericolo per l'uomo. Danneggia tuttavia i cavi sottomarini dell'Atlantico con i suoi morsi. Il 27 agosto 2004, la prima osservazione di questa specie nel suo habitat naturale è stata effettuata dal ROV Johnson Sea Link II, sulla piattaforma di Blake al largo del sud-est degli Stati Uniti.

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    Il 21 gennaio 2007, il personale del parco marino di Awashima a Shizuoka, a sud di Tokyo, venne allertato da alcuni pescatori e fu così in grado di filmare un esemplare vivente identificato come una femmina di 1,6 m che nuotava presso la superficie. Probabilmente malato, l'animale doveva essere sofferente e disorientato. Trasportato a Shizuoka, morì dopo poche ore.

    Garman, così come molti autori, suggerì che lo squalo dal collare fosse senza dubbio all'origine degli avvistamenti dei serpenti di mare. Tuttavia, data la taglia modesta dello squalo, alcuni criptozoologi supposero che dovrebbe esistere una specie gigante, tanto più che siamo a conoscenza di fossili di Chlamydoselachus giganti.

    Un piccolo numero di squali dal collare viene catturato accidentalmente da diversi pescherecci commerciali in acque profonde di tutto il mondo, utilizzando reti a strascico, reti da posta, palangari, ecc. In particolare, viene regolarmente pescato nella baia di Suruga nelle reti da fondale destinate alle orate e agli scombropidi, e nelle reti a strascico pelagiche destinate ai gamberetti Sergia lucens. I pescatori giapponesi lo considerano un fastidio, in quanto danneggia le reti.

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    Questo squalo viene talvolta venduto per la sua carne o trasformato in farina di pesce, ma non è interessante da un punto di vista economico. A causa del suo tasso di riproduzione molto basso e della continua espansione della pesca commerciale nel suo habitat, l'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) lo considera come specie quasi minacciata.


    wikipedia.org/

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 18:10
     
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    Australia, catturato squalo prestorico: risale a 80 milioni di anni fa



    E' stato catturato da un peschereccio australiano nel Lakes Entrance, in Australia. Si tratta di uno squalo la cui specie - denominata 'squalo dal collare' - risale a 80 milioni di anni fa. Lungo quasi due metri, di colore marrone scuro e dalla forma simile a una anguilla, ha 300 denti, piccoli e aguzzi, ed è stato pescato a una profondità di circa 700 metri sotto il livello del mare

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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 18:15
     
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