I grandi squali: curiosità, foto e video

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    Un grosso squalo bianco a caccia



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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:02
     
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    La bionda e il grande squalo bianco: un amore subacqueo



    Un San Valentino speciale quello della sommozzatrice Ocean Ramsey che ha scelto di celebrare il suo amore per la natura nuotando fianco a fianco con un grande squalo bianco. Le immagini sono state catturate con una macchina da presa



    Edited by belias94 - 10/10/2019, 11:32
     
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    Chlamydoselachus anguineus: Lo squalo frangiato



    Lo squalo frangiato (Chlamydoselachus anguineus Garman, 1884) è una specie di squalo appartenente alla famiglia Chlamydoselachidae. È stata per lungo tempo l'unica specie conosciuta e descritta del genere Chlamydoselachus fino al 2009, quando è stata descritta una nuova specie, Chlamydoselachus africana.

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    Descrizione

    Chlamydoselachus anguineus è uno squalo dalla forma allungata, lungo fino a 2 metri. La testa è simile a quella di un'anguilla, ma possiede forti mascelle e denti tricuspidati, molto affilati. Le branchie sono formate da 6 lamelle consecutive, molto ampie, con margine frangiato. I denti sono piatti con 3 punte. Le pinne pettorali sono simili a pagaie, le pinne anali e quella dorsale sono arretrate. La coda è composta da una sola membrana a forma di lancia. Il colore è bruno nerastro.

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    Biologia

    Riproduzione

    È un pesce ovoviviparo, ha cioè fecondazione interna e la femmina partorisce piccoli vivi una volta che le uova si sono schiuse internamente. Gli esemplari maschili possiedono due peni, tipici degli squali, chiamati emipeni.

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    Alimentazione

    La dieta del Chlamydoselachus anguineus comprende calamari e pesci (anche altri squali).

    Distribuzione e habitat

    Questa specie è presente in tutti gli oceani, e precisamente:

    Oceano Indiano: al largo delle coste sudafricane.
    Oceano Pacifico: coste giapponesi e neozelandesi e fascia compresa tra acque californiane e cilene.

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    Oceano Atlantico: acque comprese tra la Norvegia e Namibia, con grande diffusione nell'arcipelago britannico.
    Questo squalo primitivo vive a ridosso delle scarpate continentali, tra 120 e 1300 metri di profondità.

    Un antenato fossile in Toscana

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    L'antenato dell'attuale Chlamydoselachus anguineus nuotava già nelle acque del Mar Mediterraneo durante il Pliocene. In quel periodo le acque del Mediterraneo erano decisamente più calde di oggi e qui trovava il suo habitat ideale il Chlamydoselachus lawleyi. Centinaia di denti sono stati recuperati dai ricercatori del Museo Geopaleontologico GAMPS nei sedimenti di Castelnuovo Berardenga (Siena).

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    wikipedia.org/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:06
     
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    Bahamas, fotosequenza del parto dello squalo




    Le spettacolari immagini di questa fotosequenza raccontano il parto di uno squalo nei fondali della laguna dell'isola di Bimini. Il fotografo al seguito degli scienziati naturalistici che hanno partecipato al'evento, oltre a documentarne le tappe, si è improvvisato'levatrice' grazie alle sue piccole mani che sono riuscite a tirare fuori l'ultimo dei piccoli ben riparato nelle profondità del grembo di mamma squalo. L'intervento umano fa parte di un progetto scientifico condotto dall'Università di Miami che sta studiando i livelli ormonali degli squali a cui sarebbe collegata l'aggressività soprattutto nell'area delle isole Bahamas. Livelli ormonali che aumentano esponenzialmente durante la stagione riproduttiva. Lo squalo femmina di questo reportage misurava circa 2 metri e ha dato alla luce 12 squaletti rimanendo calma e rilassata nelle mani del team di scienziati. Alla fine del parto e dopo i prelievi necessari per lo studio, la mamma squalo è tornata in libertà.

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    repubblica.it/

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:09
     
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    GLI SQUALI, SPAZZINI DEL MARE



    Gli squali hanno la reputazione di mangiare qualsiasi cosa, dai pesci ai crostacei alle tartarughe marine, i delfini e gli altri squali. Alcuni hanno anche divorato vecchi barattoli, targhe e altri oggetti non commestibili nella loro ricerca per il cibo. Tuttavia MK del mb' Magazine ha fatto un corso di immersioni subacquee con i predatori dei mari.

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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:11
     
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    Trovato uno squalo leuca a due teste



    La bizzarra scoperta è stata effettuata da un pescatore al largo delle Florida Keys

    Un pescatore che si trovava al largo delle Florida Keys di recente ha catturato uno squalo leuca, e quando lo ha aperto ha scoperto che conteneva due feti vivi, di cui uno a due teste. Il pescatore lo ha consegnato gli scienziati, che hanno descritto la scoperta in un articolo pubblicato sul Journal of Fish Biology.

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    I ricercatori, guidati da C. Michael Wagner della Michigan State University, affermano che è la prima volta che si riscontra un fenomeno del genere in questa specie, e che vi sono al massimo una manciata di casi come questi in tutto il mondo.

    “Di per sé, dal punto di vista scientifico, questo singolo ritrovamento non ci dice nulla sulla salute della popolazione della specie o degli oceani; si tratta di un fenomeno raro, osservato per la prima volta", precisa Wagner. "Eppure, il suo ritrovamento solleva una serie di interrogativi proprio su quelle questioni".

    Perché due teste?

    Lo squalo leuca a due teste soffre una condizione patologica detta "biforcazione assiale", una mutazione riscontrata anche in altre specie, tra cui l'uomo. Secondo Wagner, questi individui quasi mai sopravvivono in natura, poiché la loro condizione non gli permette di essere in grado di cercare cibo o di evitare i predatori. In questo caso inoltre, lo squalo a due testa aveva un corpo di dimensioni molto ridotte, sacrificato dallo sviluppo abnorme delle due teste.

    Lo squalo è morto poco dopo essere stato estratto dalla madre; ma Wagner conferma che anche se fosse nato naturalmente, con ogni probabilità sarebbe morto poco dopo. Lo studio di queste anomalie è comunque utile agli studiosi per comprendere i processi di sviluppo.


    nationalgeographic.it/

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:14
     
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    Il "social network" degli squali limone



    Le ricerche rivelano che non solo questa specie di pesci tende a crearsi una rete di amicizie, ma che questa serve a acquisire informazioni utili.

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    Non avranno Facebook o Twitter, ma secondo recenti ricerche gli squali limone sono in grado di creare e mantenere una sorta di "social network", e apprendere dalla relazione con i propri simili.

    Questi viaggiatori oceanici, che devono il loro nome alle loro sfumature gialline, si tengono attivamente in contatto fra loro e si trasmettono informazioni: è quanto affermano i ricercatori della Bimini Biological Field Station, situata nelle Isole Bimini, vicino alle Bahamas.

    "Di fatto, hanno degli amici", afferma Tristan Guttridge, ecologo comportamentale alla stazione di ricerca. "Vi sono invividui che preferiscono seguire e con cui avere rapporti".

    Il comportamento sociale non è una novità nel regno animale, e fornisce tutta una serie di vantaggi dal punto di vista evolutivo. Ad esempio, grazie al fatto di poter avere più occhi a disposizione quando si va a caccia o si cercano di evitare predatori permette spesso agli animali sociali un tasso di sopravvivenza maggiore rispetto alle anime solitarie.

    Quindi, è assolutamente comprensibile che gli squali limone si riuniscano in banchi per approfittare dei vantaggi che la questo tipo di organizzazione offre in natura. La sorpresa è stata che quando Guttridge ha prelevato degli squali limone dal loro ambiente naturale per metterli in una situazione di cattività, privandoli quindi della necessità di cacciare o di stare alla larga dai pericoli, gli squali hanno continuato a cercare di socializzare tra loro.

    "In quanto esseri umani, tendiamo ad associare il concetto di socialità con mammiferi marini come le balene", spiega Guttridge. "Non siamo portati a pensare che anche gli squali siano così; li immaginiamo territoriali e aggressivi l'uno con l'altro. Eppure, non sono mai state osservate aggressioni in un gruppo di squali limone".

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    Per la sua prima ricerca su questo tema, Guttridge aveva catturato 42 giovani esemplari di squalo limone dalle acque delle Bahamas, mettendoli in una serie di vasche quadrate.

    Queste vasche di 10 metri per 10 erano divise in due compartimenti più esterni e in un'area centrale. I ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti, disponendo numeri diversi di squali nelle parti più esterne e uno in quella centrale. Gli squali limone avevano la possibilità di interagire con gli altri o di restare soli.

    Questo primo esperimento, descritto qualche anno fa sulla rivista Animal Behaviour, aveva dimostrato che gli squali possono davvero stringere legami di amicizia.

    I ricercatori infatti hanno scoperto che gli squali trascorrevano molto più tempo nelle zone dove potevano essere in compagnia di altri squali anche se non ne ricavavano alcun vantaggio per la loro sopravvivenza: quindi, volevano davvero passare tempo assieme, dice Guttridge.

    "Mettevamo un squalo al centro della vasca, e questo poteva nuotare dove voleva, e comunque sceglieva sempre di stare con altri individui", racconta lo studioso. "Non c'era né rischio di predazione, né più cibo da prendere. Solo attrazione sociale".

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    Se li si confronta però con altre specie di squalo, i limone sono piuttosto selettivi riguardo le loro amicizie. Sono più propensi ad associarsi con squali delle loro stesse dimensioni, dice Jean-Sebastien Finger, un biologo della stazione Bimini. Questa tendenza a scegliere individui simili per grandezza è piuttosto comune in natura, basti pensare agli stormi di uccelli.

    Probabilmente si tratta di una tecnica di sopravvivenza, aggiunge Sebastien-Finger, visto che gli squali delle stesse dimensioni mangiano lo stesso tipo di cibo e devono evitare gli stessi predatori.

    C'è anche il rischio di cannibalismo. Per questi pesci cartilaginei, stringere amicizia fuori dal loro normale gruppo sociale può essere pericoloso, in quanto gli squali limone più grandi mangerebbero i loro cugini più piccoli.

    "Le regole alla base dei comportamenti di gruppo, su chi avvicinare e chi evitare, sono piuttosto complesse", spiega I'ecologo Guttridge.

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    Essere così selettivi nella scelta delle amicizie è importante anche nella trasmissione delle informazione da un individuo agli altri, come rivela la ricerca più recente, pubblicata lo scorso anno sulla rivista Animal Cognition.

    "Imparano l'uno dall'altro e si trasmettono informazioni", afferma Guttridge. Per arrivare a questa conclusione, il ricercatore ha addestrato un gruppo di squali limone a colpire un obiettivo, premiandoli poi con del cibo. Questi squali venivano poi affiancati da altri individui che non erano stati sottoposti all'addestramento.

    Quando in seguito è stato richiesto a questi squali non allenati di ripetere il comportamento da soli, lo eseguivano molto più efficacemente di quelli che non erano mai stati affiancati a uno squalo addestrato. Ciò indica che gli squali usano i rapporti sociali anche come occasione per imparare a procurarsi il cibo, identificare predatori o a trovare un compagno.

    "È come per noi andare a scuola", dice Guttridge. "Si impara a interagire con gli altri individui. Forse questi squali mentre imparano a socializzare apprendono qualcosa che tornerò loro utile quando, una volta adulti, si dovranno accoppiare".

    Il corteggiamento per uno squalo di certo non include una dichiarazione d'amore su Facebook, ma questa specie arriva all'età adulta molto lentamente - quindi, ha molto tempo per imparare, dice Guttridge.

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    Il comportamento sociale comporta anche dei rischi. Gli squali limone che si muovono in gruppo vanno incontro a un rischio maggiore di contrarre malattie e parassiti. Se un "amico" è sempre malato, i benefici dello stare assieme vsi riducono decisamente.

    "Se si hanno molti amici, le probabilità di essere uccisi diminuiscono", dice Finger, ma aumentano quelle di contrarre malattie.

    Si tratta di un tema ancora in gran parte da esplorare per i ricercatori di Bimini, che continuano i loro studi.

    Prossimamente, il team intende studiare la personalità degli squali limone. Le prime osservazioni suggeeriscono ad esempio che alcuni individui siano più timidi di altri, dice Finger. In "squalese" ciò significa essere meno sociali di altri individui. In termini umani, potrebbe dire che hanno meno amici su Facebook. Per entrambi, ciò potrebbe essere indice di qualche difficoltà relazionale.



    nationalgeographic.it/

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:15
     
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    Gli squali del Mediterraneo e del Mar Nero a rischio d’estinzione



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    Lo studio ha scoperto che le specie di pesci cartilaginei, come gli squali e le razze, «sono di gran lunga il gruppo di pesci marini più a rischio d'estinzione nel Mediterraneo e nel Mar Nero, dove si è a conoscenza di 85 specie. Delle 71 specie stimate nel Mar Mediterraneo nel 2007, 30 di esse (vale a dire il 42%) sono oggi state definite sotto minaccia»

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    ROMA - Nel Mediterraneo e nel Mar Nero gli stock di squali nel corso degli ultimi duecento anni sono diminuiti drammaticamente, e adesso sono a rischio d'estinzione, con serie implicazioni per l'intero ecosistema marino e la catena alimentare della regione, denuncia un nuovo studio della FAO.

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    «Nel Mar Mediterraneo, nel corso degli ultimi duecento anni, gli squali sono diminuiti di oltre il 97%, sia in numero che nelle catture». Si legge nel rapporto. «Adesso sono a rischio d'estinzione se la pressione esercitata dalla pesca continua».

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    Anche nel Mar Nero, nonostante le informazioni siano scarse, le catture delle principali specie di squalo si sono circa dimezzate a partire dall'inizio degli anni '90.

    «Questa perdita di predatori potrebbe avere serie implicazioni per l'intero ecosistema marino, con gravi conseguenze per le reti alimentari della regione».

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    Lo studio Elasmobranchs of the Mediterranean and Black Sea: Status Ecology and Biology QUI, è stato condotto dalla Commissione Generale della Pesca per il Mediterraneo, uno dei diversi organismi regionali della FAO che lavora nel settore pesca.

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    Pericolo d'estinzione

    Lo studio ha scoperto che le specie di pesci cartilaginei, come gli squali e le razze, sono di gran lunga il gruppo di pesci marini più a rischio d'estinzione nel Mediterraneo e nel Mar Nero, dove si è a conoscenza di 85 specie. Delle 71 specie stimate nel Mar Mediterraneo nel 2007, 30 di esse (vale a dire il 42%) sono oggi state definite sotto minaccia, tra queste il 13 % «in condizioni critiche di estinzione» , l'11% a rischio ed il 13% vulnerabili. Un altro 18% è stato categorizzato come quasi minacciato.

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    I pesci cartilaginei vengono così chiamati perché hanno lo scheletro fatto di cartilagine piuttosto che di lische. All'interno di questo gruppo gli squali e le razze sono denominati scientificamente Elasmobranchii. Le loro caratteristiche biologiche tra cui il basso tasso di fecondità, una maturità tardiva e la crescita lenta li rendono più vulnerabili rispetto ai pesci con le lische, poiché i loro tassi di rigenerazione sono più lenti. E' per questi motivi che questioni come la pesca eccessiva, un largo impiego di pratiche di pesca non selettive ed il degrado dell'habitat colpiscono queste specie più di altre.

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    In linea generale gli squali e le razze non vengono pescati deliberatamente nel Mediterraneo e nel Mar Nero, ma catturati casualmente. Gli sbarchi annuali di pesca segnalati nel Mediterraneo e nel Mar Nero ammontano al momento a circa 7.000 tonnellate, rispetto alle 25.000 tonnellate del 1985 - una chiara indicazione della gravità del declino.

    E' comunque vero che adesso la pesca degli squali si sta intensificando a motivo di una domanda crescente di pinne, carne e cartilagine di squalo.

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    Fattori di «disturbo» all'habitat

    A tutto ciò si sommano il danno e le interferenze negative ai loro habitat arrecati dal traffico delle navi, dalle costruzioni sottomarine, dalle miniere, dai prodotti chimici, dal suono e dalla contaminazione elettromagnetica.

    Tra le misure più recenti adottate dalla Commissione Pesca della FAO per proteggere gli squali e le razze vi è stata la proibizione dello «spinnamento», - vale da dire asportare le pinne in mare e gettare le carcasse - e la riduzione ed il confinamento della pesca a strascico a 3 miglia nautiche dalla costa per rafforzare la protezione degli squali costieri.

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    La Commissione ha anche raccomandato ai paesi del Mediterraneo e del Mar Nero di investire in programmi di ricerca scientifica tesi a identificare possibili aree vivaio e a prendere in considerazione la possibilità di aree chiuse e periodi di ferma per proteggere il novellame di squali e razze dalle attività di pesca.

    Tra le altre iniziative la Commissione ha organizzato diversi incontri e corsi per meglio comprendere queste specie ed i loro habitat e per creare un ambito di riferimento di conoscenza regionale che possa guidare i paesi membri della Commissione nello sviluppo di piani per proteggere queste importanti specie.

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    diariodelweb.it/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:17
     
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    Un grande squalo bianco caccia un sigillo al largo della costa di Cape Town, Sud Africa



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    Sudafrica: il 'pasto volante' dello squalo bianco



    L'incredibile salto dello squalo bianco per afferrare la sua preda nell'acqua è uno spettacolo mozzafiato a largo delle coste sudafricane, a False Bay. Il predatore, del peso di una tonnellata, è in grado di eseguire balzi altissimi. La sequenza della 'caccia mortale' è stata realizzata dal footgrafo tedesco Peter Verhoog, 58 anni. 'La loro forza è immensa e ti fa sentire piccolo' - ha spiegato Verhoog - 'Gli squali bianchi sono quelli più potenti e hanno un ruolo fondamentale per la salute dei nostri oceani. La loro alimentazione regola il numero delle foche e dei pesci'


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    repubblica.it/

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:19
     
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    "Lacrime di una sirena", danza tra gli squali tigre: protesta contro il massacro.



    Almeno mille squali nei prossimi tre anni saranno uccisi se continuerà il programma di caccia del governo australiano occidentale. Contro la politica del massacro si sono mosse numerose associazioni ambientaliste, ma oggi il messaggio è arrivato al mondo grazie ad una coraggiosa modella. Come parte del suo ultimo progetto, "Lacrime di una sirena", il documentarista Shawn Heinrichs ha realizzato un video per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle stragi di squali, balene e altre creature marine, filmando con successo la prima danza sott'acqua tra i grandi squali tigre e una donna. Senza alcun equipaggiamento protettivo, nemmeno l'attrazzatura subacquea, l'ambientalista Marina Hannah Fraser si è tuffata nelle profondità dell'oceano Atlantico per nuotare con un branco di squali tigre, una delle specie più pericolose al mondo.

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    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:22
     
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    Gli squali volanti del Sudafrica



    Lo squalo bianco, predatore tanto affascinante quanto temuto. Negli scatti del fotografo naturalista Remo Sabatini, gli spettacolari salti degli "squali volanti" del Sudafrica mentre attaccano la preda.

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    repubblica.it/

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:23
     
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    Il Maggiolino sub che spia gli squali



    Volkswagen ha costruito, con la consulenza del biologo marino Luke Tipple, un Maggiolino Cabrio per osservare gli squali. Il mezzo è in grado di muoversi sui fondali lisci dell'oceano, grazie all'elica posteriore mossa da aria compressa. La Beetle Shark Cage Cabrio è la seconda vettura sub costruita dalla Volkswagen: nel 2012 era stata lanciata un'altra versione interamente progettata con tubi metallici, una specie di "gabbia" pensata per ospitare due subacquei durante le immersioni. Il nuovo Maggiolino, oltre a facilitare gli spostamenti, possiede degli specchietti retrovisori che segnalano con una scritta gli oggetti che sono troppo vicini alla vettura.

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    repubblica.it/

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:25
     
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    I 10 squali dai nomi più improbabili



    Zerbini, cani da caccia, gatti sovrappeso e agrumi di Sicilia: nei soprannomi di certi pescecani si nascondono associazioni buffe e inaspettate. Ecco gli squali dai nomignoli più insoliti.

    Ghigno agli agrumi

    Temuti e rispettati, spesso avvolti da una fama sinistra, anche i più temibili predatori marini presentano un lato quasi comico: i loro nomi sono spesso insoliti e strampalati. Dagli squali "tappetino" a quelli dai nomignoli canini, ecco i pescecani dai soprannomi più esilaranti (ma se li incontrate durante un'immersione, c'è poco da ridere).

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    Un muso minaccioso da cartone animato e un nome al sapore d'estate: lo squalo limone dai denti aguzzi (Negaprion acutidens), lungo fino a 3,8 metri, si aggira lento e cauto per i fondali indo-pacifici. Se disturbato, attacca anche l'uomo con poderosi morsi (la dentatura ben in mostra non lascia molti dubbi).

    Il nome "squalo limone" che identifica la sua specie, deriva dalla colorazione giallastra della sua pelle, che ben si mimetizza con i fondali sabbiosi su cui si acquatta.





    Musica, maestra'
    Lo squalo chitarra, o razza chitarra bocca arquata (Rhina ancylostoma) è, a onor del vero, una razza a tutti gli effetti. Ma le pinne caudali e dorsali la fanno assomigliare a uno squalo, ed è spesso assimilata ai predatori del mare.

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    In realtà l'animale, che si nutre di piccoli pesci e molluschi sui fondali sabbiosi, non è pericoloso per l'uomo, anzi, ne è minacciato: le sue pinne sono vendute in alcune località asiatiche e il suo habitat - le aree più calde di Oceano Pacifico e Indiano - è deturpato da pesca selvaggia, inquinamento e cambiamenti climatici.




    Uno zerbino vorace
    Lo squalo tappeto tassellato (Eucrossorhinus dasypogon), simile a una piatta distesa di alghe, abita i fondali dell'Oceano Pacifico e raggiunge gli 1,8 metri di lunghezza.

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    Perfettamente camuffato con l'habitat circostante, di giorno agita la coda come esca, mimando il movimento di un piccolo pesce, per attirare le prede nei paraggi e inglobarle quando meno se l'aspettano. Di notte, invece, diviene un cacciatore attivo.




    Bovino, delfino o... cane?
    Lungo fino a 3,6 metri, lo smeriglio (Lamna nasus) distribuito nelle acque fredde e temperate del Nord Atlantico e del Nord Pacifico, è anche conosciuto, date le dimensioni, come "squalo vitello".

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    Ma è il suo nome comune inglese a destare maggiore curiosità: è detto infatti "Porbeagle shark", un incrocio tra "porpoise" (delfino) e beagle (una razza canina) anche se non ha affatto l'aspetto amichevole di nessuno di questi due animali.




    Un "micio" acquatico e fuori forma
    E il premio per il nome più strano va al... Gattuccio flaccido (Apristurus exsanguis), una specie di squalo gatto che si trova solamente intorno alla Nuova Zelanda.

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    Il motivo del buffo nome non è del tutto noto e questo pesce è rarissimo da incontrare: quello che vedete, infatti, è un suo "parente", un altro gattuccio della famiglia delle Scyliorhinidae.





    Fido dal mantello a stelle
    Il suo nome comune italiano, palombo stellato (Mustelus asterias) potrà non sembrarvi particolarmente curioso, ma il nome inglese di questo squalo di medie dimensioni (50-100 centimetri), diffuso nel Mediterraneo, è "Starry Smooth-Hound" qualcosa di simile a "bracco liscio stellato".

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    A quanto pare, gli squali vengono spesso paragonati ai migliori amici dell'uomo.




    Morsi con lo stampino
    Il suo nome non denota particolari abilità culinarie, ma la pericolosa abitudine di addentare pezzi perfettamente cilindrici delle carni di altri pesci o mammiferi marini:

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    lo squalo stampo da biscotti (Isistius brasiliensis) detto anche squalo sigaro o tagliatore, imprime sul corpo delle sue vittime cicatrici alla "Giotto", utilizzando le labbra a ventosa e denti inferiori a forma di seghetto.




    Lo squalo col berretto
    Lo squalo dentellato dalla testa a berretto (Sphyrna corona) una piccola specie di squalo martello diffusa nel Pacifico orientale,

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    ha la parte superiore del muso a forma di vanga, arrotondata, liscia e semicircolare. Nessun altro squalo martello può vantare un nome, e un "copricapo", così curioso.






    Attento a dove metti il becco
    Il muso lungo e affusolato ha fatto guadagnare a questo squalo il soprannome di pescecane becco d'uccello (Deania calcea).

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    Innocuo per l'uomo, nuota nelle acque intorno a Giappone, Australia meridionale, Nuova Zelanda e Africa occidentale.




    Ingenuo e in pericolo
    Non si sa se per l'indole non proprio brillante, l'ultimo protagonista della nostra carrellata è stato soprannominato Centroforo ottuso (Centrophorus harrissoni). "Centroforo" viene dal greco e significa "portatore di spine": in effetti i pesci di questo genere presentano spine su entrambe le pinne dorsali.

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    Ormai diffuso solamente davanti alla costa orientale dell'Australia e in alcune aree della Nuova Zelanda, questo pesce corre un serio rischio d'estinzione: è infatti ricercato per le sue carni e per l'olio ricavato dal suo fegato, e dagli anni '70 ad oggi la sua popolazione si è ridotta del 99%.


    focus.it

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:28
     
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    Perché lo squalo non è un fossile vivente



    Lo squalo non è affatto un pesce arcaico dal punto di vista anatomico come si pensava finora. Lo ha dimostrato l'analisi di un suo antenato fossile denominato Ozarcus mapesae, in cui l'anatomia della struttura ossea che sostiene le branchie è risultata molto specializzata e frutto di un lungo processo evolutivo.

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    Guai a chiamarlo fossile vivente: lo squalo che vive oggi negli oceani è frutto di un lungo processo evolutivo, nonostante alcune caratteristiche anatomiche piuttosto arcaiche possano far pensare il contrario. Lo ha dimostrato una ricerca pubblicata su “Nature” da Alan Pradel dell'American Museum of Natural History di New York, e colleghi, che hanno analizzato la struttura scheletrica a sostegno delle branchie e della mandibola di un antico antenato fossile dello squalo, vissuto 325 milioni di anni fa. I risultati ottenuti dagli scienziati hanno mostrato che questa struttura somiglia più a quella di pesci ossei che a quella degli squali moderni.

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    La maggior parte dei pesci attuali appartiene alla classe degli osteitti, cioè dei pesci dotati di uno scheletro osseo, che si sviluppa a partire da uno scheletro cartilagineo embrionale. Gli squali, invece, sono classificati come condroitti, perché hanno uno scheletro di cartilagine anche nell'età adulta. Questa caratteristica, insieme ad altre, è ritenuta un tratto arcaico dal punto di vista evoluzionistico, al punto da far ritenere che gli squali si siano evoluti direttamente da una classe di vertebrati simile ai pesci ormai estinta e comparsa sulla Terra circa 450 milioni di anni fa.

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    Un'occasione per verificare quanto sia diretta questa discendenza si è presentata con la disponibilità di un particolare fossile, appartenente alla specie Ozarcus mapesae: si tratta di un lontano antenato dello squalo, scoperto in Arkansas, in un'area anticamente occupata da un ecosistema marino assai diversificato. L'eccezionale stato di conservazione del reperto ha permesso a Pradel e colleghi di analizzare le strutture ossee che sostengono le branchie e la mandibola, denominate archi.

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    Queste particolari strutture raccontano molto dell'evoluzione dei vertebrati. Quelli più primitivi, denominati agnati, sono infatti privi di mascelle e quindi dotati di bocca fissa (ne fanno parte, per esempio, le lamprede). Pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi fanno invece parte degli gnatostomi, cioè dei vertebrati dotati di mascella mobile. I primi gnatostomi, comparsi sulla Terra circa 450 milioni di anni fa, furono proprio i placodermi.

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    fossile di Ozarcus mapesae, risalente a 325 milioni di anni fa, su cui è stata condotta l'analisi



    "Questo fossile offre per la prima volta l'opportunità di osservare in un antenato dello squalo tutti gli archi branchiali e le strutture a essi associate”, aggiunge John Maisey, sempre dell'American Museum of Natural History di New York. “Lo spessore del campione permette di effettuare una scansione e sezionare lo scheletro cartilagineo in digitale".

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    Struttura tridimensionale dell'anatomia dell'arco mandibolare di Ozarcus mapesae ricostruita al computer dai ricercatori



    Grazie alla collaborazione con l'European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble, la più potente sorgente di raggi X costruita in Europa, Pradel e colleghi hanno analizzato il campione fossile con scansioni ad alta risoluzione, ottenendo così immagini dettagliate della forma e dell'organizzazione anatomica di ogni singolo arco.

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    Ozarcus mapesae. Foto dell'olotipo AMNH FF 20544 (alto sinistra), e ricostruzione 3D dopo scansione digitale del fossile (alto destra), del neurocranio con archi (basso sinistra) e dei soli archi branchiali (basso destra)



    In questo modo hanno scoperto che queste strutture sono molto più simili a quelle dei pesci ossei moderni che a quelle dello squalo. La ovvia deduzione dei ricercatori è stata che la struttura anatomica degli archi dello squalo è molto specializzata ed evoluta, tutt'altro che primitiva.

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    lescienze.it/

    foto sul web

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:36
     
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    La "marcia" dello squalo bambù, nuova specie scoperta in Indonesia



    Gli scienziati l'hanno individuata al largo di Ternate nell'isola di Halmahera, nell'arcipelago Muluku. Si aggiunge agli oltre 400 squali descritti al mondo ed è stata battezzata Hemiscyllium halmahera. Una delle sue caratteristiche, oltre al mantello maculato e le dimensioni attorno al metro di lunghezza, è proprio il procedere sulla sommità della barriera corallina facendo leva sulle pinne pettorali e pelviche. Ed è innocuo per l'uomo
    di PAOLA RICHARD

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    NIENTE fauci spalancate, denti minacciosi e sguardo di ghiaccio: la nuova specie di squalo scoperta in Indonesia ha l'aspetto di un grazioso pesce, persino troppo timido per nuotare. La sua andatura ondeggiante ricorda infatti una passeggiata sul fondo, soprattutto se paragonata alle inesorabili scene di caccia sommersa a cui film e documentari ci hanno abituato. Il pesce marciante appartiene alla famiglia degli squali bambù, che popola le acque di Australia, Papua e Nuova Guinea. Una delle sue caratteristiche, oltre al mantello maculato, al fatto di essere innocuo per l'uomo e le dimensioni che si aggirano attorno al metro di lunghezza, è proprio il procedere sulla sommità della barriera corallina facendo leva sulle pinne pettorali e pelviche.

    La nuova specie di squalo, che si aggiunge alle oltre 400 descritte al mondo, è stata battezzata Hemiscyllium halmahera dal team di scienziati guidati da Gerald Allen, che l'ha scoperta al largo di Ternate nell'isola di Halmahera, nell'arcipelago Muluku in Indonesia. I due esemplari descritti in Aqua, il giornale internazionale di ittiologia non superano i 70 centimetri di lunghezza e i biologi spiegano che: "la specie si distingue dal suo simile Hemiscyllium galei, ritrovato nella baia di Cenderwish, nella Papua occidentale, per avere 7-8 lunghe chiazze scure nella parte inferiore del mantello, tra l'addome e la pinna caudale, una screziatura marrone scuro dietro la testa e circa 25 macchie sulla sommità del capo".

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    Lo spirito di osservazione sembra essere dunque una qualità indispensabile per gli scienziati che esplorano gli abissi alla ricerca di nuove specie, ma le curiose caratteristiche della famiglia di squali bambù non sono passate inosservate anche in precedenza. All'inizio del 2013, infatti, un gruppo di ricercatori australiani ha pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE uno studio che rivela come persino gli embrioni di questi pesci dallo scheletro cartilagineo siano in grado di percepire il campo elettrico di un possibile predatore, attraverso il morbido guscio d'uovo che li separa dal resto del mondo marino. Quando il pericolo è vicino i piccoli di squalo bambù della specie Chiloscyllium punctatum s'immobilizzano e smettono addirittura di respirare per passare inosservati. "Gli squali non ancora nati sono in grado di riconoscere i segnali di pericolo e reagiscono con una innata capacità di prevenire il rischio", ha spiegato Ryan Kempster, membro del team dell'Università dell'Australia occidentale Crawley, vicino Perth.

    Già si conoscevano le capacità degli organi per l'elettroricezione degli squali adulti: le famose ampolle di Lorenzini. Strutture poste sul muso che contengono una sostanza gelatinosa in grado di amplificare la percezione dei campi elettrici prodotti da altri animali. I ricercatori australiani sono riusciti a riprodurre in acquario il fenomeno, applicando dei leggeri campi elettrici in presenza degli embrioni. Hanno così potuto osservare per la prima volta in laboratorio come questi piccoli pesci bloccassero la respirazione e ogni altro movimento per nascondersi e non attirare l'attenzione.

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    L'informazione ancora più sorprendente è che i nascituri mantengono memoria dei precedenti stimoli e la loro risposta diventa via via meno evidente, qualora il segnale elettrico non sia associato a un pericolo reale. La scoperta è rilevante soprattutto per la futura produzione di dispositivi antisqualo: eventuali dissuasori elettrici dovranno infatti essere progettati in modo da cambiare continuamente il tipo di emissione, così da non abituare gli animali.



    repubblica.it/

    La "marcia" sommersa dello squalo bambù



    Una nuova specie di squalo bambù è stata scoperta in Indonesia, al largo di Ternate nell’isola di Halmahera, nell’arcipelago Muluku. Si aggiunge agli oltre 400 squali descritti al mondo ed è stata battezzata Hemiscyllium halmaheradal team di scienziati guidati da Gerald Allen. Una delle sue caratteristiche, oltre al mantello maculato e le dimensioni che si aggirano attorno al metro di lunghezza, è proprio il procedere sulla sommità della barriera corallina facendo leva sulle pinne pettorali e pelviche



    Modificato da belias94 - 26/6/2014, 13:35

    Edited by belias94 - 7/5/2016, 14:38
     
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103 replies since 9/11/2013, 21:45   13776 views
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