I grandi squali: curiosità, foto e video

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    Pinne di pescecane, la strage degli squali



    Le immagini scattate dal Pew Environment Group a Taiwan mostrano il saccheggio dei mari per raccogliere pinne di squalo. Tolte le pinne, molto spesso l'animale viene rigettato in mare ancora vivo.

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    Il bottino

    Operai in uno stabilimento di Taiwan puliscono e lavorano un carico di pinne di pescecane. Queste sconvolgenti immagini scattate dall'associazione ambientalista americana Pew Environment Group mostrano come vengono preparate per la vendita le pinne e altre parti di squalo, anche di specie a rischio di estinzione.

    Secondo Pew, ogni anno 73 milioni di squali vengono pescati per le loro pinne. Di solito, i pescatori tagliano le pinne all'animale e lo rigettano in mare ancora vivo.

    "Sfortunatamente al momento non esiste alcun limite al numeri di animali che possono essere uccisi in mare aperto, quandi quest'attività continua indisturbata", dice Matt Rand della Pew. "Ma questo saccheggio degli squali è chiaramente insostenibile".

    Di recente l'agenzia per la pesca di Taiwan ha annunciato una nuova normativa che entrerà in vigore il prossimo anno, ma la normativa prevede solo che lo squalo debba arrivare a riva con le pinne ancora attaccate.

    "L'annuncio dice che finalmente Taiwan ha capito che esiste un problema, ma non risolve il vero nodo ovvero la pesca eccessiva, che sta sterminando gli squali", commenta Rand.

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    Il pescato di un giorno

    Un pescatore taiwanese con il pescato di un giorno, tra cui anche qualche squalo. Nell'isola la pesca allo squalo avviene sia da parte di grosse flotte che da piccoli pescherecci.

    A Taiwan, l'85 percento degli squali viene catturato in mare aperto, dice Glenn Sant di TRAFFIC, un'organizzazione di monitoraggio internazionale sul ommercio di animali selvatici.

    Secondo la International Union for Conservation of Nature, oltre la metà di squali che vivono negli oceani sono minacciati o quasi minacciati di estinzione.

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    Squali martello

    Senza più pinne, alcuni squali martello smerlato pronti per essere consumati. Si stima che ogni anno vi siano tra i 1,3 e i 2.7 milioni di squali martello che vengono catturati per le loro pinne.

    Questa specie di squalo martello è particolarmente esposto alla pesca eccessiva in quanto cresce molto lentamente - impiega anche 17 anni per raggiungere la maturità.

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    L'industria delle pinne

    Ancora un'immagine scattata in uno stabilimento per la lavorazione industriale del pesce a Taiwan.

    "Taiwan è uno dei cinque paesi che cacciano più squali nel mondo", dice Sant di TRAFFIC. I primi dieci sono Indonesia, India, Spagna, Taiwan, Argentina, Messico, Pakistan, USA, Giappone e Malaysia.

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    Strage in pieno sole

    Cumuli di pinne di squalo stesi ad asciugare in uno stabilimento industriale di Taiwan.

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    Una goccia nel mare

    Quest'immagine mostra oltre 3.500 pinne poste ad asciugare al sole di Taiwan.

    "Si tratta solo di una piccola frazione di quell'impresa su vasta scala che è la caccia allo squalo", dice Rand della Pew.

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    "Tronchi di squalo"

    Una pila di carcasse di squalo ammassate in un deposito a Taiwan. Nell'industria della pesca, gli squali senza più pinne vengono chiamati "tronchi".

    Anche la carne di squalo è un prodotto sempre più impiegato nell'industria alimentare, soprattutto come pasta di pesce.

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    Assortimento di pinne

    Pinne di squalo in attesa di essere pulite e lavorate. A causa della pesca non regolata una percentuale sempre più alta di squali oggi è a rischio di estinzione, fa sapere la International Union for Conservation of Nature.

    "La nostra preoccupazione principale è che è difficile dimostrare che la cattura degli squali è avvenuta in un ambito ben regolato o sostenibile", dice Sant di TRAFFIC. "Il che solleva la questione se l'intero commercio di parti di squalo possa continuare o meno finché il problema non sarà risolto".


    nationalgeographic.it

    Edited by belias94 - 5/5/2016, 20:20
     
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    Lo squalo smeriglio



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    Prima dell’invenzione della carta vetrata, alcuni artigiani come per esempio gli ebanisti, per levigare i mobili pregiati e conferire alle superfici di essenze legnose nobili l’aspetto della seta prima della lucidatura finale, utilizzavano lo zigrino, ossia la pelle essiccata di Lamna nasus il cui nome comune è, non a caso, Smeriglio (da cui smerigliare, levigare ecc.).

    Lo squalo smeriglio è un parente dello squalo bianco, con cui spesso viene confuso, che può raggiungere almeno i tre metri di lunghezza, forse anche i 3,50. E’ un nuotatore tremendamente efficace, che preferisce acque abbastanza fredde, in genere sotto i 18° C.

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    E’ distribuito un po’ ovunque, non solo nei mari più disparati, ma anche lungo la colonna d’acqua, lo si può incontrare in superficie e poi giù fino a profondità oltre i 350 metri. Predatore molto attivo, ha denti piccoli e appuntiti, di cui si serve per catturare un’ampia varietà di prede, in particolare pesci (sgombri, sardine, merluzzi tra gli altri), calamari ma anche altri squali come gattucci e cagnesche.

    In Adriatico è presente, anche se difficilmente possiamo considerarlo comune. In effetti le catture di smeriglio sono abbastanza rare, anche se spesso salutate con entusiasmo visto l’ottimo sapore delle sue carni e di conseguenza l’alto valore commerciale.

    Sulle coste italiane dell’Adriatico si contano poco più di una dozzina fra catture e avvistamenti negli ultimi anni (dal 2000 in poi). Si tratta di esemplari di dimensioni in media attorno ai 160 cm, con un esemplare molto piccolo di sesso femminile catturato a San Benedetto del Tronto nel luglio del 2001 che misurava solo 91 cm.

    Uno più grande invece, stimato attorno ai 2,5 m è stato catturato e filmato nel dicembre del 2001 a Pescara. Da rimarcare i tre esemplari catturati a Cesenatico nel luglio del 2001 e identificati al… mercato ittico di Milano,e la cattura nell’estate del 2000 di un maschio di 152 cm, tuttora conservato in formalina presso il Laboratorio di biologia marina di Fano.

    Non mancano dati e catture anche sulla sponda orientale dell’Adriatico ovviamente. Secondo Alen Soldo dell’Università di Spalato, non sono comunque più di 15 le segnalazioni certe di smeriglio sulle coste slave, nel XX secolo (anche se l’autore fa notare come sia facile confondere questo squalo con altre specie, in particolare il mako e lo squalo bianco).

    Da notare fra queste segnalazioni, quella di un esemplare catturato alle Kornati nel giugno del 1933, la cui lunghezza totale riportata è di ben 375 cm: significa uno dei “record” mondiali per questa specie.

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    La popolazione di smerigli del Mediterraneo, nella Lista Rossa delle specie in pericolo, è stata catalogata, nel 2005, come Critically Endangered, cioè seriamente in pericolo. Dal momento che gli smerigli dell’Atlantico vengono invece considerati semplicemente Vulnerable (cioè a rischio), ancora una volta il nostro mare mostra segnali preoccupanti, gridi d’allarme da raccogliere quanto prima.


    scienze-naturali.it

    Edited by belias94 - 5/5/2016, 20:22
     
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    Porto Venere, pescano uno squalo elefante da 300 chili



    Orgogliosi si sono fatti ritrarre accanto al trofeo appeso per la pinna caudale: uno squalo elefante da 300 chili pescato nel golfo di Porto Venere, al confine tra la Liguria e la Toscana. Un "gigante buono", mangia solo plancton anche se è la seconda specie di pesce più grande al mondo dopo il "cugino" squalo balena. L'esemplare finito nella rete calata da Maurizio Marasà, pescatore d'altura da 28 anni, e da sua moglie Daniela, è lungo circa 4 metri (foto di Bea Newton)

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    Edited by belias94 - 5/5/2016, 20:23
     
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    Squali all'attacco


    Per oltre 400 milioni di anni gli squali hanno dominato gli oceani del pianeta. Tre specie, lo squalo bianco, lo squalo tigre, lo squalo toro sono responsabili di più della metà degli attacchi all'uomo. Ma effettivamente questi animali meritano la loro cattiva reputazione? In questa puntata scoprirete tutto su queste 3 specie in particolare, come vivono cosa mangiano, come agiscono in determinate situazioni. Parleremo con esperti così come con sopravvissuti e testimoni dei loro attacchi in tutto il mondo e osserveremo riprese tra le più incredibili e ravvicinate che ci mostreranno nei dettagli questi incredibili predatori.


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    Edited by belias94 - 5/5/2016, 20:23
     
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    Squalo mangia squalo in un solo boccone



    In Australia uno squalo tappeto ingoia uno squalo bambù intero.



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    Masticando un bambù

    Uno squalo immortalato mentre mangia un altro squalo nella Grande Barriera Corallina australiana. La foto mostra uno squalo tappeto che ha cominciato a ingoiare uno squalo bambù.

    Daniela Ceccarelli e David Williamson dell'Australian Research Council's Centre of Excellence for Coral Reef Studies hanno assistito allo spettacolo mentre conducevano un censimento sui pesci nella barriera corallina dell'isola di Keppel.

    "La prima cosa che ha catturato il mio sguardo è stato il bianco traslucido dello squalo bambù", dice Ceccarelli. Pensando che la parte anteriore dello squalo bambù fosse nascosta sotto i coralli, Ceccarelli si è avvicinata nuotando e lo squalo tappeto, perfettamente mimetizzato, le è apparso all'improvviso.

    "Ed è stato subito chiaro che la testa dello squalo bambù era nascosta nella sua bocca," dice Ceccarelli. "Lo squalo bambù si muoveva sempre più lentamente e alla fine è morto".

    Precedenti analisi del contenuto dello stomaco degli squali ha mostrato che gli squali tappeto mangiano regolarmente altri squali.

    "Dubito che questa sia la prima volta che viene osservata una scena del genere", dice Ceccarelli, ma queste, probabilmente, sono le prime foto di uno squalo tappeto che mangia un altro squalo.

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    Incontro fatale


    Lo squalo tappeto riposa, con lo squalo bambù ormai morto in bocca, lungo la Grande Barriera Corallina australiana.

    Entrambe le specie raggiungono dimensioni comprese tra i 100 e i 125 cm. Inoltre, i due squali condividono gran parte dei loro areali nell'oceano Pacifico occidentale, presidiando il fondo marino lungo la barriera.

    "Nelle aree dove sono diffusi gli squali tappeto i loro percorsi si incrociano", dice Ceccarelli. "Gli squali bambù si nutrono sul fondo, frugando con le loro teste negli anfratti per nutrirsi principalmente di invertebrati nascosti nei fondali."

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    A tappeto

    Gli squali dai corpi piatti e sfrangiati come questo Orectolobus ornatus fotografato nelle acque dell'Indonesia, vengano chiamati comunemente squali tappeto.

    "Se ne stanno immobili, mimetizzati sul fondale attendendo le prede potenziali per attaccarle a una velocità impressionante," dice Ceccarelli. Come gli altri i predatori da agguato, gli squali tappeto sono "poco pignoli rispetto al tipo di preda che gli capita a tiro", aggiunge. Questo aiuta a capire perché lo squalo tappeto australiano sia in grado di ingoiare uno squalo grande quasi quanto lui.

    Anche le mascelle di questi squali, come in molte altre specie, si possono dislocare, permettendo loro di ingoiare prede di grandi dimensioni, e i loro denti inclinati verso la gola permettono di avere una presa serrata sul loro pasto scivoloso. "Con abbastanza tempo a disposizione, possono smembrare e consumare prede anche più grandi di loro", conclude Ceccarelli.

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    Lunga digestione


    Uno squalo tappeto perlustra i fondali, aiutato da striature reticolari e intricate appendici epidermiche che spezzano la sagoma del suo corpo piatto. Anche se è relativamente facile per uno squalo tappeto divorare grandi prede, gli scienziati non sono certi di come questi animali riescano a inghiottire e digerire prede grandi come altri squali.

    "Gli studi per stabilire come gli squali tappeto digeriscano le loro prede sono pochi", dice Ceccarelli. "Molti squali inghiottono le loro prede intere e con un boccone simile, uno squalo intero, ci vorranno parecchi giorni per la digestione."

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    La Grande Barriera Corallina



    nationalgeographic.it/

    Edited by belias94 - 5/5/2016, 20:25
     
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    Squali famelici



    Un banco di squali è stato avvistato nelle acque al largo di Perth: circa cinquanta esemplari hanno attaccato un banco di tonni. Un fenomeno raro, hanno spiegato gli esperti, perchè particolarmente vicino alla riva. La spiaggia locale è stata chiusa per diverse ore ai bagnanti

     
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    Il Grande Squalo Bianco


     
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    Florida, catturato esemplare di raro squalo goblin: è noto come il fossile vivente



    Sorpresa per alcuni pescatori di gamberi del Golfo del Messico che hanno accidentalmente catturato un esemplare di squalo goblin, un raro esemplare di squalo avvistato per la prima volta in questa area della costa di Key West, Florida, oltre dieci anni fa. Lo squalo è conosciuto dagli studiosi come il "fossile vivente", grazie soprattutto all'aspetto preistorico della sua dentatura

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    Foto NOAA / National Oceanic and Atmospheric Administration

    Edited by belias94 - 5/5/2016, 20:28
     
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    Lo squalo volpe



    Lo squalo volpe (Alopias vulpinus Bonnaterre, 1788) è uno squalo lamniforme della famiglia degli Alopidi.

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    Coi suoi 6 m di lunghezza, rappresenta la specie più grande fra le tre ascritte al genere Alopias: la metà della lunghezza totale, tuttavia, spetta alla parte superiore della caratteristica coda, che l'animale utilizza come scudiscio per stordire e sopraffare le prede. Molto diffuso nei mari tropicali, lo squalo volpe nuota spesso in superficie in aree costiere, ma è presente anche alla profondità di 350 m. Lo si osserva meglio dall'imbarcazione o con un semplice aeratore in mare aperto. Normalmente non attacca l'uomo, ma se ferito e preso all'amo può dare poderosi colpi di coda.

    Tassonomia

    Già Aristotele, nel suo Historia Animalia, parlava dello squalo volpe: il pensatore e scienziato greco descriveva questi squali come animali molto astuti, particolarmente abili nello sfuggire ai pescatori (ad esempio rompendo le lenze a morsi) e dall'abitudine di ingoiare i propri piccoli per proteggerli (credenza probabilmente basata sul ritrovamento di embrioni prossimi alla nascita all'interno del corpo di qualche femmina). Comportamenti del genere portarono Aristotele a ritenere questo squalo estremamente furbo e a chiamarlo perciò ἀλώπιξ (alopex, "volpe" in greco antico), da cui derivano sia il nome comune che quello scientifico di questo animale.

    La specie venne descritta scientificamente per la prima volta dal naturalista francese Pierre Joseph Bonnaterre, il quale nel 1788 la classificava nel suo Tableau encyclopédique et méthodique des trois règnes de la nature col nome di Squalus vulpinus. Il nome scientifico della specie deriva dal latino vulpes, col significato di "volpe". In seguito, la specie venne riclassificata e ascritta al genere Alopias da Rafinesque, col nome di Alopias macrourus ("dalla grande coda"): tuttavia, secondo le regole dell'ICZN, il nome valido rimase quello più assegnato per primo in termini cronologici, ed essendo stato appurato che lo squalo volpe non era strettamente imparentato con le altre specie del genere Squalus il nome scientifico assegnato alla specie divenne Alopias vulpinus.

    Nell'ambito del genere Alopias, lo squalo volpe comune rappresenta un clade basale prossimo a quello comprendente le altre due specie (Alopias superciliosus e A. pelagicus) e comprendente anche un'ipotetica quarta specie identificata in base all'analisi degli allozimi di un campione di tessuto muscolare ritenuto inizialmente di A. pelagicus.

    Descrizione

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    Dimensioni

    Si tratta della specie più grande della famiglia degli Alopiidae. Generalmente misura attorno ai 3-4 metri di lunghezza per un peso di 230-250 kg, ma puo' crescere ben al di là di tali misure: il record di lunghezza dello squalo volpe è di 7,60 m, mentre il record di peso è di 510 kg ed appartiene a una grossa femmina.
    Le femmine, a parità d'età, sono più grandi e robuste dei maschi.

    Aspetto

    Il corpo è tozzo e siluriforme, con testa tozza e larga dal profilo dorsale convesso e munita di muso conico. Gli occhi sono di medie dimensioni, mentre la bocca è relativamente piccola e munita di una piccola scanalatura a ciascun lato (presente anche in Alopias pelagicus, ma assente in A. superciliosus): in essa trovano posto 20 file di denti nella mascella e 21 nela mandibola, i quali sono piccoli e presentano forma allungata con fine seghettatura sul margine e mancanza di cuspidi laterali (osservabili invece in Alopias pelagicus). Le scaglie sono di tipo placoide, leggermente sovrapposte fra loro e molto piccole (0,21 mm di diametro). Gli archi branchiali sono 5, piuttosto piccoli e posti lateralmente sul corpo, quasi in posizione inferiore: gli ultimi due sono posizionati oltre l'attacco delle pinne pettorali

    Queste ultime sono insolitamente lunghe e di aspetto falciforme, mentre le pinne pelviche sono quadrangolari e di piccole dimensioni. Di piccole dimensioni è anche la seconda pinna dorsale, mentre la prima è di medie dimensioni e si innesta con il margine anteriore in corrispondenza di quello posteriore delle pettorali. Ciò che colpisce di più in questo animale è tuttavia la pinna caudale, eterocerca nella sua parte superiore, che arriva ad essere lunga quanto il corpo e che a sua volta presentata un'espansione triangolare nella sua parte finale.

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    Come altri squali pelagici della famiglia Lamnidae, lo squalo volpe possiede una striscia di tessuto muscolare striato a respirazione aerobica su ciascun fianco: tale tessuto è in grado di emettere calore tramite contrazione continua e prolungata nel tempo: oltre a questa caratteristica (condivisa fra l'altro anche con le due specie congeneri), questa specie presenta anche dei muscoli striati posti in profondità nel torso e collegati a una rete mirabile di capillari che consente uno scambio quasi immediato del calore prodotto. In tal modo, l'animale è in grado di mostrare un certo grado di omeotermia, con la temperatura corporea che generalmente supera quella esterna in media di circa 2 °C (anche setale valore varia anche in maniera significativa da individuo a individuo).

    A differenza delle altre due specie congeneri (ed in particolare di Alopias superciliosus, in cui tale struttura è particolarmente sviluppata), lo squalo volpe risulta privo di una seconda rete mirabile posta fra gli occhi e il cervello, con funzione protettiva nei confronti dei primi, in quanto avente funzione di ammortizzare gli sbalzi di temperatura dovuti al movimento verticale dell'animale nella colonna d'acqua.

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    Lo squalo volpe è di colore bruno-grigiastro con riflessi metallici sui fianchi, che tende a scurirsi sino a diventare quasi nero man mano che si procede verso il dorso: a livello delle pinne pettorali e del peduncolo caudale sono presenti macchie di colore più scuro, mentre la pinna dorsale è di un caratteristico colore verde scuro (nelle altre specie di squalo volpe è solitamente di colore violaceo). Il ventre è biancastro, così come la base delle pinne pettorali (che in Alopias pelagicus è invece dello stesso colore del dorso) e la zona sotto gli occhi.Dopo la morte, tuttavia, il corpo perde i suoi riflessi metallici e il colore vira velocemente verso il grigio.


    Biologia


    Si tratta di grandi nuotatori solitari, che percorrono instancabilmente gli oceani alla ricerca di cibo: sebbene sia possibile osservarli in coppie o in gruppetti, tali assembramenti sono il più delle volte dovuti alla presenza di un'abbondante fonte di cibo nelle vicinanze. A volte questi squali possono essere osservati mentre si esibiscono in salti e acrobazie fuori dall'acqua, similmente a quanto osservabile in molti cetacei: si pensa che questo insolito comportamento abbia la stessa funzione del breaching di questi ultimi, oppure abbia un qualche ruolo nella lotta contro i parassiti.

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    Fra i parassiti di questa specie finora descritti figurano varie specie di copepodi (nove specie del genere Nemesis, che colpiscono le branchie, Gangliopus pyriformis, Bariaka alopiae e Kroeyerina benzorum), il protozoo Giardia intestinalis, i cestodi Paraorygmatobothrium exiguum e Sphyriocephalus tergetinus, e (anche se eccezionalmente) Campula oblonga.

    Sebbene si tratti di un predatore posto all'apice della catena alimentare, lo squalo volpe (ed in particolare gli esemplari giovani) può cadere preda di altri squali di maggiori dimensioni: alcune popolazioni di orca, inoltre, sono state osservate cacciare attivamente esemplari di questa specie al largo della Nuova Zelanda.

    Una leggenda comune fra i pescatori vede lo squalo volpe come inseparabile amico-nemico del pesce spada: i due animali sarebbero soliti affrontarsi a colpi di coda e spada, e spesso collaborerebbero nella caccia alle balene.

    Qui i resoconti diventano discordanti: mentre in una versione lo squalo volpe disturarrebbe la preda nuotando in cerchio attorno ad essa e fendendo l'acqua con la coda, permettendo al pesce spada di infilzare indisturbato un punto vulnerabile della balena, nell'altra il pesce spada si piazzerebbe verticalmente al di sotto della balena, mentre lo squalo volpe, saltando sul dorso di quest'ultima e martellando con la coda, la spingerebbe a infilzarsi sulla spada. Altri racconti descrivono lo squalo volpe come cacciatore solitario di cetacei, che aggredirebbe tagliando loro grossi pezzi di carne con la coda.

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    Tuttavia, nè lo squalo volpe, nè tantomeno il pesce spada possiedono una dentizione adatta a sopraffare balene e a nutrirsi della loro carne: probabilmente, tali racconti hanno avuto origine da avvistamenti di orche (la cui alta pinna dorsale potrebbe essere stata confusa con la pinna caudale di uno squalo volpe, e che effettivamente annoverano fra le proprie prede anche le balene) nei pressi di qualche balena uccisa e dal ritrovamento di rostri di pesce spada conficcati nel corpo di qualche balenottera, probabilmente dovuti a qualche incidente causato dalle scarse doti di frenata di questo pesce.

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    Alimentazione

    La quasi totalità (fino al 97%) della dieta dello squalo volpe è costituita da piccoli pesci ossei pelagici gregari, come aringhe, sgombri, aguglie, pesci serra e pesci lanterna. Di tanto in tanto essi si cibano anche di prede di maggiori dimensioni (come i sauri), così come di calamari e di altri invertebrati pelagici.

    Gli squali volpe tendono ad essere abbastanza selettivi ed abitudinari per quanto riguarda le prede, concentrandosi su poche specie, ma divenendo più opportunisti nei periodi caldi, dovuti all'influenza di El Niño: ad esempio, le popolazioni californiane di squalo volpe si nutrono principalmente della sardina Engraulis mordax, ma durante i periodi più caldi cacciano anche altre prede solitamente occasionali, come Sardinops sagax, Merluccius productus, Scomber japonicus e anche invertebrati come Loligo opalescens e Pleuroncodes planipes.

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    Per cacciare le proprie prede, lo squalo volpe si serve della lunga coda per fendere l'acqua, compattando così i banchi e potendosi nutrire agevolmente attraversandoli senza farli disperdere: spesso quest'azione viene svolta in coppie o in piccoli gruppi, che tuttavia non sono precostituiti ma si incontrano casualmente sul luogo del banchetto.

    Nell'immaginario collettivo lo squalo volpe utilizza la lunghissima coda per menare fendenti e scudisciate sulle prede. A supporto di tale credenza vi sarebbero alcuni avvistamenti di squali intenti a compiere questo gesto: nell'inverno 1865 l'ittiologo irlandese Harry Blake-Knox avrebbe osservato uno squalo volpe dilaniare a colpi di coda e poi mangiare una strolaga maggiore (testimonianza questa giudicata poco verosimile, poiché si ritiene che la coda dello squalo volpe non sia possieda muscolatura sufficiente ad esercitare una forza tale da provocare lesioni sul corpo delle prede), mentre il 14 aprile 1923 un altro esemplare lungo attorno ai due metri colpì con la coda degli Atherinopsis californiensis sotto gli occhi dell'oceanografo W. E. Allen. Inoltre, il fatto che non sia raro trovare questi squali impigliati agli ami dei palamiti per la coda lascia supporre che ciò avvenga quando l'animale tenta di colpire con la coda le prede prese all'amo.

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    Distribuzione ed habitat

    Si tratta di una specie diffusa in tutti i mari temperati e subtropicali del mondo: nell'Atlantico lo si trova ad ovest dal Newfoundland alle Antille e in Brasile e Argentina, mentre ad est è diffuso dallo Skagerrak al Ghana. Nell'Oceano Indiano lo si trova dal Sudafrica all'Indonesia e nell'Oceano Pacifico lo squalo volpe è osservabile dal Giappone alla Nuova Zelanda a ovest e dalla Columbia Britannica al Cile ad est: è inoltre diffuso anche fra le varie isole del Pacifico, specialmente alle Hawaii. Lo squalo volpe è invece assente dal Mar Baltico, dal Mar Rosso e dal Golfo Persico, così come dalle acque circumpolari: lo si trova invece abbastanza di frequente nel Mediterraneo (specialmente nel Golfo del Leone), dove sembrerebbe essere stata addirittura identificata un'area di nursery lungo la costa spagnola[28], oltre che in almeno una parte del Mar Nero.

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    La sua così ampia diffusione è dovuta al fatto che gli squali volpe sono animali estremamente mobili che sono soliti compiere lunghe migrazioni, nella maggior parte dei casi dovute allo spostamento delle prede (che seguono le correnti oceaniche) e solitamente dirette verso l'Equatore durante l'inverno e verso i poli durante l'estate[30]. I maschi sembrano essere più propensi a percorrere lunghe distanze rispetto alle femmine, mentre i giovani non compiono spostamenti di una certa entità almeno fino al raggiungimento della maturità. La popolazione residente nella porzione occidentale dell'Oceano Indiano tende altresì alla stanzialità, mostrando separazione dei sessi in base alla differente profondità occupata, segregazione che appare tanto più evidente durante i mesi in cui le femmine partoriscono.

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    Rapporti con l'uomo

    A dispetto delle dimensioni abbastanza ragguardevoli, gli squali volpe non costituiscono un pericolo per l'uomo in quanto esso non è visto come potenziale fonte di cibo: si tratta di animali che ad ogni modo vanno avvicinati con cautela in quanto capaci di infliggere profonde ferite coi denti e di spezzare le ossa con la potente coda. Tale potenziale pericolosità viene però annullata dal fatto che questi squali si rivelino abbastanza timidi e risultino difficili da osservare per i subacquei.

    Sino ad oggi sono stati registrati un solo attacco all'uomo e quattro a barche (probabilmente dovuti ad individui pescati accidentalmente e particolarmente battaglieri), oltre a una presunta aggressione a un apneista neozelandese. Circola infine un racconto riguardante un pescatore statunitense decapitato da un colpo di coda di uno squalo volpe di 5 m

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    wikipedia.org/

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    Edited by belias94 - 5/5/2016, 20:38
     
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    Selachimorpha: i predatori più temuti, lo squalo o pescecane.



    Selachimorpha è un superordine di pesci cartilaginei predatori, dalle forti mascelle e di dimensioni medio-grandi, i cui membri sono comunemente noti con il nome di squalo o pescecane.

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    L'etimologia del termine è greca: Seláchion (σελαχοειδή) "Selacio", in zoologia si applica a quei pesci cartilaginei con corpo fusiforme o depresso, coda eterocerca e bocca quasi semicircolare e Morphè (μορφή) "Forma".

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    Questo raggruppamento comprende più di 500 specie, per le quali la respirazione avviene attraverso l'utilizzo di un numero variabile tra cinque e sette di fessure branchiali. Caratteristica peculiare del corpo degli squali è che esso è ricoperto da dentelli dermici che proteggono la pelle dai danneggiamenti dovuti ai parassiti e migliorano l'idrodinamica. Questi pesci sono inoltre dotati di varie serie di denti di riserva, che intervengono in sostituzione di quelli persi o danneggiati.

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    Le dimensioni degli squali spaziano da quelle del minuscolo squalo lanterna nano (Etmopterus perryi), una specie che vive in profondità e che misura soltanto 17 cm in lunghezza nel maschio, e 20 nella femmina, a quelle dello squalo balena (Rhincodon typus), il pesce più grande in assoluto.

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    Tutti gli squali sono carnivori e la maggior parte di loro si nutre di pesci ed altri animali marini, a differenza degli esemplari più grandi, come il succitato squalo balena, che si nutrono principalmente di plancton. In genere si immagina che gli squali vivano soltanto in acque salate, ma lo squalo dello Zambesi (Carcharhinus leucas) è solo il più conosciuto di una serie piuttosto numerosa di specie di squali d'acqua dolce che nuotano sia in acqua salata che in acqua dolce, così come in quella dei delta fluviali.

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    In conseguenza di attacchi anche non provocati ai danni di esseri umani, operati da alcune specie in particolare, gli squali hanno guadagnato la fama, solo in parte giustificata, di essere pericolosi.

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    Anche per questo motivo, oltre che per il fatto che la loro carne è considerata pregiata in molti stati asiatici, diverse specie di squalo sono sottoposte a pesca intensiva che li pone in pericolo di estinzione.

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    continua qui

    foto sul web

    Edited by belias94 - 5/5/2016, 20:44
     
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    Messico, lo squalo bianco gigante



    Sei metri di lunghezza e nove quintali di peso. Sono i numeri del "mostro", lo squalo bianco che due pescatori messicani della città di Guaymas si sono ritrovati come bottino di pesca. Enorme la sorpresa: "Si tratta del pesce più grande che abbiamo mai visto" hanno raccontato. Per trascina la preda a riva ci sono volute cinquanta persone.

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    repubblica.it

    Edited by belias94 - 5/5/2016, 20:46
     
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    Australia, scoperto il primo squalo ibrido



    Per la prima volta avvistato un esemplare nato dall'unione di due razze. Si adatta a tutte le condizioni climatiche.

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    È una prima mondiale: davanti alle coste australiane un gruppo di scienziati dell’Università del Queensland hanno scoperto quelli che sono in assoluto i primi squali ibridi al mondo. Per i ricercatori un segno che i predatori si stanno chiaramente adattando ai cambiamenti climatici in atto.

    «EVOLUZIONE IN AZIONE» - Secondo quanto riferiscono all’agenzia Afp gli studiosi - che hanno anche scattato alcune foto del particolare esemplare - «l’accoppiamento tra lo squalo pinna nera (Carcharhinus tilstoni) endemico dell'Australia con lo squalo pinna nera minore (Carcharhinus limbatus), che vive in tutto il mondo, ha prodotto una prole mai osservata prima d'ora e con implicazioni per tutto il mondo degli squali». Si tratta di «evoluzione in azione», ha sottolineato Jess Morgan dell’Università del Queensland.

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    I primi risultati dello studio indicano che lo squalo ibrido è relativamente robusto e in grado di riprodursi, ha aggiunto Colin Simpfendorfer dell’Università James Cook. Lo squalo pinna nera australiano è più piccolo dello squalo orlato e può sopravvivere solo in acque tropicali. La sua prole ibrida è però stata osservata a 2.000 chilometri a sud, in acque molto più fredde - un modo questo di estendere il proprio habitat naturale. Spiega Simpfendorfer: «Se gli squali ibridi si dimostrassero più forti dei loro genitori, potrebbero prevalere gradualmente». In alcune parti al largo delle coste australiane già adesso rappresentano circa un quinto dell’intera popolazione di squali pinna nera.

    Elmar Burchia


    corriere.it/

    Edited by belias94 - 5/5/2016, 20:48
     
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    Misterioso squalo-mostro catturato in Giappone



    Un raro esemplare di "megamouth shark", o squalo dalla grande bocca, è stato catturato nelle acque giapponesi vicino a Shizuoka.



    Si tratta di una specie che vive negli abissi. Oltre 1.500 persone hanno assistito all'autopsia del pesce. Lo squalo dalla grande bocca non è comune e fino a circa 30 anni fa non se ne conosceva nemmeno l'esistenza. E' così chiamato per la sua enorme testa, sproporzionata rispetto al corpo. Il megamouth shark può raggiungere oltre cinque metri di lunghezza. L'esemplare catturato in Giappone a una profondità di circa 700 metri era lungo quattro per circa 680 kg. Questa specie di squalo è del tutto innocua per l'uomo e si nutre di meduse e plancton. I resti dell'animale saranno esposti al Museo della scienza di Shizuoka.

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    ilgazzettino.it

    Edited by belias94 - 5/5/2016, 20:54
     
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    La riunione degli squali nel Triangolo delle Bermude





    Nessuno sa esattamente perché, ma questi predatori dei mari percorrono centinaia di chilometri per riprodursi in questa zona delle Bahamas. Guarda come nasce un piccolo di squalo limone.

     
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    Immersione con gli squali tigre Vincent Canabal ragazzo coraggioso nuota con gli squali.


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    Edited by belias94 - 5/5/2016, 20:54
     
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