I DIECI PIÙ GRANDI IMPERI DELLA STORIA DEL MONDO

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    Un impero (dal latino imperium, "potere militare", "potere coercitivo") è convenzionalmente un'entità statale costituita da un esteso insieme di territori e popoli, a volte anche molto diversi e lontani, sottoposti ad un'unica autorità, normalmente ma non necessariamente impersonificata nella figura dell'imperatore.

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    Pur essendo indicate come impero strutture statali anche estremamente diverse tra loro, per le sue caratteristiche, un impero presenta quasi sempre spiccate caratteristiche di multiculturalità e multietnicità, accompagnate però da una marcata distinzione tra i territori metropolitani e i territori periferici, normalmente indicati come province (retti da governatori, viceré o vassalli nominati dall'autorità centrale), e tra l'etnia dominante e i popoli assoggettati.

    L'impero è inoltre in genere caratterizzato da un'ideologia imperiale, cioè dell'ideologia fondante dell'architettura del sistema imperiale, spesso connotata di caratteri di egemonismo ed universalità, sulla base della quale si modellano i meccanismi di controllo politico, sociale, religioso ed economico del gruppo dominante sui gruppi dominati.

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    L'Impero Britannico

    L'Impero Britannico fu il più vasto Impero nella storia dell'umanità; nel 1921 dominava su una popolazione di oltre 500 milioni di persone (circa un quarto della popolazione mondiale) e misurava 37.162.548 di km² (esclusi gli 8.055.900 di km² di rivendicazioni antartiche) con una densità media di circa 14 ab./km², anche se più della metà di essi, ovvero circa 300 milioni, erano insediati in India, circa il 27% delle terre abitabili, se si considerano anche i domini antartici esso misurava 45.218.448 milioni di Km², il 30% della superficie complessiva della Terra. Si estendeva su tutti e cinque i Continenti, dal Canada alla Guyana, dall'Egitto al Sudafrica, dall'India all'Australia; controllava territori ricchissimi di materie prime, e ciò permise al Regno Unito di diventare la più grande potenza economico-militare del pianeta per quasi cento anni.

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    L'Impero Britannico si formò in 300 anni, attraverso una serie di fasi di espansione tramite il commercio, la colonizzazione o la conquista, alternate con fasi di diplomazia pacifica e commercio o da contrazione dell'Impero. I suoi territori si trovavano in ogni continente e in ogni Oceano, e fu spesso accostato all'Impero Spagnolo, sul quale "non tramontava mai il sole".

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    Le aree del mondo che un tempo facevano parte dell'impero britannico. Attuali territori britannici d'oltremare sono sottolineati in rosso.



    Benché la sua superficie massima fu raggiunta nel 1918 e mantenuta tale fino al 1932 (anno in cui fu concessa l'indipendenza dell'Iraq), il suo culmine come potenza economico-politica fu tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX. Esso andò gradualmente ad essere smantellato dopo la seconda metà degli anni cinquanta; il primo duro colpo per la potenza imperiale britannica, però, fu nel 1947, con la concessione dell'indipendenza dell'India; nonostante ciò, nel 1955 l'Impero Britannico era ancora vastissimo e misurava 29.804.182 milioni di km².

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    L'Impero mongolo

    L'Impero mongolo (In mongolo: Mongol-yn Ezent Güren; Cirillico: Их Монгол Улс) (1206–1368) è stato uno degli imperi più vasti della storia, coprendo, all'apice della sua estensione, più di 24 milioni di km², con una popolazione stimata intorno ai 100 milioni di persone.

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    L'impero mongolo fu fondato da Gengis Khan nel 1206 dopo aver unificato le tribù turco-mongole e aver compiuto numerose conquiste nell'Eurasia continentale. All'apice della sua potenza, comprendeva la maggior parte dei territori dall'Asia orientale all'Europa centrale. Nel periodo della sua esistenza, la Pax mongolica facilitò gli scambi culturali e i commerci tra Occidente, Medio Oriente ed Estremo Oriente tra il XIII ed il XIV secolo. I secoli di dominio mongolo influenzarono profondamente la demografia e la geopolitica dell'Eurasia, e diedero il via alla storia moderna di stati come Russia, Turchia, Cina, Iran e anche India.

    L'Impero mongolo era dominato dal Gran Khan. Dopo la morte di Gengis Khan, l'impero si divise in quattro parti (Dinastia Yuan, Il Khanato di Persia o Ilkhanato, Khanato Chagatai e Khanato dell'Orda d'Oro), ognuno dei quali aveva il proprio Khan.
    Recenti ricerche hanno messo in evidenza come l'estensione dell'impero mongolo abbia ricadute visibili ancora oggi nel patrimonio genetico della popolazione eurasiatica. Si è calcolato che circa l'8% delle persone che vivono nei territori un tempo sottomessi ai Mongoli hanno cromosomi Y identici: l'ipotesi più accreditata è che questo sia proprio uno dei risultati delle invasioni mongole.

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    L' impero russo

    L'Impero russo (in russo, ortografia del tempo: Pоссiйская Имперiя; traslitterazione ISO 9:1968: Российская империя, Rossijskaja imperija) fu l'organismo statale che governò la Russia zarista dal 1721 fino alla deposizione di Nicola II a seguito della rivoluzione nel 1917. Venne preceduto dallo Zarato russo e seguito dall'Unione Sovietica. Tutti gli zar dell'Impero appartennero alla famiglia dei Romanov. La Russia del periodo in questione viene spesso indicata con il nome di Russia imperiale.

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    L'impero russo nel 1866



    L'Impero russo, dal punto di vista territoriale, fu tra i più grandi della storia: nel 1866 si estendeva su tre continenti, Europa, Asia e Nord America, confinando con il mar Baltico e con l'oceano Pacifico, tanto con la Prussia, quanto con il Canada.

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    L' impero spagnolo

    L'Impero spagnolo fu uno dei primi imperi coloniali europei. Durante il XVI secolo, la Spagna e il Portogallo erano all'avanguardia nell'esplorazione e nell'apertura di nuove rotte commerciali sugli Oceani. Le reti del commercio si estendevano sull'Atlantico, tra la penisola iberica e le Americhe, e sul Pacifico, tra l'Asia orientale e il Messico, passando per le Filippine.

    I conquistadores fecero crollare le civiltà azteca e inca conquistando vaste distese di terra nell'America del Nord e del Sud. Per un certo periodo l'Impero Spagnolo dominò gli oceani con la sua esperta marina e dettò legge sui campi di battaglia europei con la sua impavida e ben addestrata fanteria (tercio). La Spagna visse a cavallo fra il XVI e il XVII secolo il suo Siglo de Oro.

    Oro e argento provenienti dalle colonie finanziarono le ambizioni militari degli Asburgo di Spagna in una lunga serie di guerre africane ed europee. Tra l'annessione dell'Impero portoghese nel 1580 (durata fino al 1640) e la perdita delle sue colonie americane nel XIX secolo, la Spagna mantenne uno dei più vasti imperi della storia, anche se subì alterne fortune economiche e militari a partire dagli anni quaranta del XVII secolo.

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    Le aree del mondo che un tempo erano territori dell'impero spagnolo.



    Le continue contese con le potenze rivali provocarono conflitti territoriali, commerciali e religiosi che contribuirono al lento declino della potenza spagnola a partire dalla metà del XVII secolo. Nel Mediterraneo la Spagna guerreggiò costantemente con l'Impero ottomano; sul continente europeo, la Francia divenne forte quanto la Spagna. Nell'Atlantico, la Spagna rivaleggiò inizialmente con il Portogallo, e successivamente con inglesi e olandesi.

    La pirateria finanziata da inglesi, francesi e olandesi, l'eccessiva estensione dei suoi territori, la crescente corruzione del governo, la stagnazione dell'economia causata dalle spese militari e dall'afflusso di metalli preziosi, tutto ciò in definitiva contribuì a questo declino. L'impero europeo spagnolo venne infine disfatto dalla Pace di Utrecht (1713), che tolse alla Spagna i suoi territori restanti in Italia e nei Paesi Bassi. Le fortune spagnole migliorarono in seguito e la Spagna continuò ad essere, fino ad epoca napoleonica, una potenza non di secondo piano nella politica continentale europea.

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    La dinastia Qing

    La dinastia Qing o Ch'ing (Manciù: daicing gurun; cinese: 清朝; pinyin: qīng cháo; Wade-Giles: ch'ing ch'ao), a volte nota anche come dinastia Manciù, fu fondata dal clan Manciù degli Aisin Gioro, nell'attuale Manciuria, espansasi poi nella Cina vera e propria e nei territori circostanti dell'Asia interna, costituendo così l' Impero del grande Qing (Cinese: 大清帝国, pinyin: dàqīngdìguó). Dichiarata in seguito come Recente dinastia Jin nel 1616, cambiò il suo nome nel 1636 in "Qing" e conquistò l'intera Cina nel 1644 governandola fino al 1912. La denominazione "Jin" non è da confondersi con la dinastia "Jin" del periodo tra il 936 e il 946.

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    Territorio di Qing in Cina nel 1820



    Formazione dello Stato Manciù

    La dinastia Qing non fu fondata dall'etnia degli Han che formano la stragrande maggioranza della popolazione.
    Il popolo semi-nomade dei Manciù si distinse per la prima volta nell'attuale Cina nord-orientale. Traendo vantaggio dall'instabilità politica e dalle ribellioni popolari che sconvolgevano la dinastia Ming, le forze militari dei Manciù si riversarono nel 1644 nella capitale dei Ming, Pechino, e vi rimasero fino alla detronizzazione della dinastia Qing nel corso della Rivoluzione Xinhai del 1911, quando l'ultimo imperatore abdicò all'inizio del 1912.

    Lo stato Manciù fu formato da Nurhaci all'inizio del XVII secolo. Originariamente vassallo dei Ming, si dichiarò imperatore della recente dinastia Jin nel 1609. Nello stesso anno estese le risorse economiche ed umane - come anche la tecnologia - schiavizzando gli abitanti cinesi della Manciuria. Nel 1625 Nurhaci costituì la sua capitale a Shenyang (in Manciù: Mukden), ma l'anno successivo subì la sua prima grande sconfitta militare di fronte al generale Ming Yuan Chonghuan. Nurhaci morì lo stesso anno. Uno dei traguardi più importanti fu la creazione di otto unità di bandiera responsabili dell'amministrazione civile e militare di tutte le loro truppe e delle loro famiglie.

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    La dinastia Yuan

    La dinastia Yuan (cinese: 元朝 yuáncháo; mongola: Их Юань улс; proveniente dalla Mongolia) regnò sulla Cina dal 1279 al 1368, dopo essere stata costituita nel 1271 da Kublai Khan.

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    Dinastia Yuan, circa 1294



    Genghis Khan diede inizio all'invasione mongola della Cina con varie incursioni nei territori controllati dalla dinastia Jīn, che deteneva il potere nella parte settentrionale della nazione, invasione culminante con la conquista della capitale Pechino. Nell'anno 1234 Ögödei, terzo figlio di Genghis Khan e suo successore, distrusse definitivamente la dinastia Jīn, che aveva più volte combattuto contro i Mongoli.

    Nell'anno 1258 Möngke, figlio di Tolui, invase il Sichuan dando inizio alla conquista del territorio dei Song Meridionali, ma la sua morte avvenuta nel 1259, e la successiva lotta intestina per la successione, interruppe i suoi piani di conquista, ripresi dal Khubilai Khan fino all'occupazione di Canton nel 1276 e alla definitiva distruzione (nel 1279) della dinastia Song con la morte dell'ultimo imperatore.

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    Il califfato omayyade

    Omayyadi è il nome di due distinte dinastie califfali arabe che fanno derivare il loro nome dal clan di appartenenza, i Banū Umayya (arabo: بنو أمية‎), a sua volta parte della tribù dei Banū Quraysh (o Coreisciti) di Mecca.

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    Califfato omayyade al suo massimo grado.



    All'epoca del profeta Maometto il clan era uno dei più ricchi di La Mecca e, come tale, governava di fatto la città insieme ad altri potenti famiglie in quella che è stata definita una "repubblica oligarchica mercantile".
    Il personaggio di maggior rilievo, contemporaneo a Maometto, era Abū Sufyān, figlio di Ḥarb, che contrastò a lungo l'attività del Profeta dell'Islam e si piegò al nuovo modello religioso e politico solo quando gli fu inevitabile. La sera prima della resa della città, a Maometto nell'anno 630, accompagnato dai figli Yazīd e da Muʿāwiya, probabilmente su pressione dello zio del Profeta al-ʿAbbās ibn ʿAbd al-Muṭṭalib (eponimo degli Abbasidi), si recò nel campo armato di Maometto e fece dichiarazione di fede islamica, sancendo di fatto la fine delle ostilità fra musulmani e pagani di Mecca e la vittoria dei primi.

    I vantaggi per la sua famiglia furono subito evidenti. Abū Sufyān poté mantenere intatto il suo patrimonio e i suoi figli furono completamente coinvolti nella conduzione politica della Umma. Il primogenito ebbe incarichi militari di spicco (che lo porteranno poi a comandare uno dei corpi di spedizione in Siria e al suo governatorato all'epoca di ʿUmar ibn al-Khaṭṭāb), il secondo fu segretario del Profeta trascrivendo alcune Rivelazioni coraniche per poi accompagnare il fratello come suo alfiere in Siria e raccogliendone l'eredità governatoriale quando morì di peste ad Emmaus (ʿUmwās) nel 639.

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    L' impero coloniale francese

    Per Impero coloniale francese si intende il grande impero coloniale costruito tra il XVII e il XX secolo dalla Francia, con colonie in Asia, Africa e America settentrionale, oltre che in Oceania. In termini di territorio si estendeva, al suo apice, tra gli anni venti e trenta del Novecento, su 12.347.000 km². Includendo anche la Francia metropolitana, i territori sotto sovranità francese raggiunsero in quel tempo i 13.018.575 km², circa 1/10 delle terre emerse.

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    Mappa del primo (azzurro) e la seconda (blu scuro - puro e tratteggiata) imperi coloniali francesi.



    La Francia iniziò a fondare colonie in Nordamerica, nei Caraibi ed in India, dopo i successi spagnoli e portoghesi nell'età delle Scoperte. Nel Sei-Settecento era in forte rivalità con l'Impero britannico per la supremazia coloniale, ma ne uscì sconfitta dopo la guerra dei sette anni, cosicché le ambizioni francesi vennero ridimensionate a vantaggio della rivale d'oltremanica. Gli storici definiscono primo impero francese quello sviluppatosi nell'età moderna. Dopo l'età napoleonica la Francia riuscì a formare un secondo impero coloniale, con base soprattutto in Africa, ma anche in Indocina e in Asia.

    Queste nuove conquiste si aggiunsero ai precedenti possedimenti dei Caraibi ed in India. Queste colonie furono possedimenti francesi fino alla seconda metà del Novecento.
    Dopo la seconda guerra mondiale i movimenti anticolonialisti iniziarono a contestare l'autorità francese. La Francia non riuscì ad evitare la disgregazione del suo impero negli anni cinquanta e sessanta. In quel periodo la maggior parte delle colonie francesi si rese indipendenti; in alcuni casi, come in Indocina ed in Algeria, si dovette combattere delle sanguinose guerre affinché fosse portato avanti il processo di decolonizzazione.
    Attualmente, come ultimi domini residui del vecchio impero coloniale, la Francia possiede ancora numerose isole nei Caraibi, nell'Oceano Indiano e nell'Oceano pacifico, oltre che la Guiana francese.

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    Il califfato abbaside

    La dinastia califfale degli Abbasidi governò il mondo islamico dalla sua sede di Baghdad (e, per alcuni decenni, da quella di Samarra) fra il 750 e il 1258.

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    Califfato abbaside (verde) alla sua massima estensione, c. 850.



    Gli Abbasidi (arabo: ﻋﺒﺎﺳﻴﻮﻦ, ʿAbbāsiyyūn) prendono il loro nome da al-ʿAbbās b. ʿAbd al-Muṭṭalib - zio paterno del profeta Maometto e trisavolo del fondatore della dinastia - che si vuole si fosse convertito alla religione predicata dal nipote in una data imprecisata che i detrattori della dinastia ponevano nella sera immediatamente precedente alla conquista (fatḥ) di Mecca da parte dei musulmani (630).

    Dal momento che i primi califfi - vicari del profeta nella sua veste di capo politico della Umma islamica - erano stati i 4 califfi cosiddetti "ortodossi" (rāshidūn) nel periodo di tempo che va dal 632 al 661, e che tra il 661 e il 750 aveva governato la Comunità islamica la dinastia araba degli Omayyadi, agendo dalla sua capitale di Damasco, gli Abbasidi furono pertanto la terza dinastia (parimenti araba) a reggere il mondo islamico.

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    L' impero portoghese

    L'impero portoghese fu il primo e il più longevo degli imperi coloniali d'oltremare. Confinando con la sola Castiglia, il Portogallo non aveva altra scelta che espandersi attraverso i mari. Fu così che nacque il primo impero coloniale del XVI secolo.

    Lo sviluppo nel Cinquecento

    Le truppe portoghesi presero Ceuta nel 1415 da parte di una poderosa squadra navale, agli ordini del re Giovanni I del Portogallo. Sempre sotto lo stesso re i portoghesi iniziarono a sfruttare le coste africane. In un primo periodo sia Giovanni I, che il suo figlio cadetto Enrico il Navigatore si occuparono della costruzione di basi a Madeira e nelle Azzorre.

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    L'impero portoghese e interessi all'estero. Rosso - possedimenti reali; Olive - esplorazione, Orange - le zone di influenza e del commercio, rosa - rivendicazioni di sovranità; Verde - messaggi commerciali; Blu - esplorazioni marine principali, percorsi e le zone di influenza.



    Solo successivamente iniziarono a spingersi più a sud, oltre il Capo Bojador, grazie a Gil Eanes nel 1434. Dieci anni dopo le navi portoghesi sbarcarono sulle coste del Senegal, della Guinea, poi di Capo Verde, ed alcune persino su quelle della Sierra Leone. Tutte queste spedizioni organizzate dal sovrano Enrico il Navigatore, in cui le navi portoghesi esplorarono la costa occidentale dell'Africa, avevano l'obiettivo di mappare il territorio e di trovare merci (soprattutto oro e schiavi). Nel 1487, Bartolomeo Diaz doppiò il Capo di Buona Speranza e nel 1498 Vasco da Gama raggiunse l'India, stabilendovi i primi avamposti portoghesi. I portoghesi decisero perciò di creare diverse basi fortificate lungo la rotta orientale per l'India, dando inizio ad una espansione piuttosto aggressiva. Lungo le coste dell'Africa orientale, diversi piccoli stati musulmani (Mozambico, Kilwa, Brava e Mombasa) furono distrutti o divennero alleati del Portogallo.

    Pêro da Covilhã raggiunse l'Abissinia nel 1490. Nell'Oceano Indiano, una delle navi di Pedro Álvares Cabral scoprì il Madagascar, che fu poi parzialmente esplorato da Tristão da Cunha (1507); Mauritius fu scoperta nel 1507, Socotra venne occupata nel 1506 e, nello stesso anno D. Lourenço d'Almeida visitò Ceylon.

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    Edited by belias94 - 9/5/2016, 17:46
     
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