PAUL GAUGUIN [BIOGRAFIA E SUE OPERE]

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    PAUL GAUGUIN [BIOGRAFIA E SUE OPERE]



    Paul Gauguin (Parigi, 7 giugno 1848 – Hiva Oa, 8 maggio 1903) è stato un pittore francese.



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    Paul Gauguin, Autoritratto del 1893 (Musée d'Orsay, Parigi)



    Formatosi, dalla metà degli anni Ottanta, nell'Impressionismo, si distaccò dall'espressione naturalistica accentuando progressivamente l'astrazione della visione pittorica, realizzata in forme piatte di colore puro e semplificate con la rinuncia alla prospettiva e agli effetti di luce e di ombra, secondo uno stile che fu chiamato sintetismo o cloisonnisme, al quale rimase sempre fedele pur sviluppandolo durante tutta la sua vita e portandolo a piena maturità nelle isole dei mari del Sud, quando egli si propose il tema di rappresentare artisticamente l'accordo armonico della vita umana con quella di tutte le forme naturali, secondo una concezione allora ritenuta tipica delle popolazioni primitive.

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    Miette Gauguin che cuce



    I pittori nabis e i simbolisti si richiamarono esplicitamente a lui, mentre la libertà decorativa delle sue composizioni aprì la via all'Art Nouveau, così come il suo trattamento della superficie lo rese un precursore del fauvismo e la semplificazione delle forme fu tenuta presente da tutta la pittura del Novecento.

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    Nudo di donna che cuce



    Biografia

    Gli anni giovanili (1848 - 1873)

    Miette Gauguin che cuce, olio su tela, 116x81 cm, 1878, collezione privata.
    Paul Gauguin nasce a Parigi il 7 giugno 1848 nella casa di rue Notre-Dame-de-Lorette 56, che è stata anche una "casa di tolleranza" o "bordello". Secondogenito del giornalista liberale, originario di Orléans, Clovis Gauguin (1814-1849) e di Aline Marie Chazal (1831-1867), figlia dell'incisore francese André Chazal e della scrittrice francese Flora Tristán, socialista, femminista ante-litteram e sostenitrice dell'amore libero.

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    Alberi e figure sulla spiaggia



    L'avvento al potere di Napoleone III convince Clovis Gauguin ad abbandonare la Francia e a trasferirsi con la famiglia in Perù: egli muore il 30 ottobre 1849 durante il viaggio in piroscafo: la vedova e i figli Paul e Marie Marceline sono ospiti a Lima della famiglia materna. Alla morte, avvenuta ad Orléans nel 1855, del nonno paterno Guillaume, che lascia eredi Aline Chazal e i suoi figli, la famiglia ritorna in Francia, ospiti dello zio Isidore Gauguin.

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    La visione dopo il sermone



    A Orléans, Paul studia nel Petit-Séminaire dal 1859 e nel 1865 partecipa al concorso per entrare nella scuola navale, ma non supera l'esame. Il 7 dicembre s'imbarca allora come allievo pilota in un mercantile che viaggia da Le Havre a Rio de Janeiro: a questo, seguono altri viaggi finché, dopo la morte della madre, avvenuta nel 1867, il 26 febbraio 1868 si arruola nella marina militare, prestando servizio a bordo della corvetta Jéröme Napoleon e partecipando alla successiva guerra franco-prussiana.

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    Il Cristo giallo



    Smobilitato, nel 1871 si stabilisce a Parigi dove, attraverso la raccomandazione del tutore Gustave Arosa, che è anche un collezionista d'arte, s'impiega nell'agenzia di cambio Bertin: qui conosce il pittore Émile Schuffenecker. È in questo periodo che, autodidatta, inizia a dipingere, ospite del tutore nella sua proprietà di Saint-Cloud, insieme con la figlia di questi, Marguerite Arosa.

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    Miserie umane



    Nel 1873 conosce a Parigi e sposa, sia civilmente che con rito luterano, il 22 novembre, Mette Sophie Gad, una cittadina danese, allora governante e dama di compagnia della moglie del futuro (1875-1894) Presidente del Consiglio danese Jacob Estrup, dalla quale avrà cinque figli: Émile (1874), Aline (1877-1897), Clovis (1879-1900), Jean-René (1881) e Paul, chiamato anche Pola (1883-1961). Anche Jean-René e Pola seguiranno, dopo la morte del padre, la carriera artistica.

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    Fruit on a Table with a Small Dog



    La scelta impressionista (1874 - 1887)

    Paul Gauguin, appassionato d'arte, nel 1874 si iscrive all'«Accademia Colarossi» e frequenta anche il pittore Camille Pissarro, i cui consigli gli sono preziosi, così come quelli dello scultore, suo vicino di casa, Bouillot: acquista tele di pittori impressionisti e partecipa, nel 1879, alla quarta mostra impressionista con una scultura.

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    La belle Angèle



    Per quanto capisca che la pittura impressionista non si adatti al proprio temperamento, replica le sue partecipazioni alle successive rassegne: alla quinta mostra degli impressionisti, nel 1880, presenta un'altra scultura e sette dipinti, nel 1881 presenta due sculture e otto tele, fra le quali il Nudo di donna che cuce, ove la luce è ancora impressionista ma sono ben marcati gli accenti realistici, e la varietà dei colori utilizzati lo denuncia come poco portato ai trapassi di tono. Il dipinto viene tuttavia notato dallo scrittore Joris-Karl Huysmans che ne scrive con ammirazione nella rivista «Art moderne»:

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    Ondina



    « L'anno scorso, P. Gauguin espose per la prima volta; era una serie di paesaggi, una diluizione di opere ancora incerte di Pissarro; quest'anno, P. Gauguin si presenta con una tela tutta sua, che rivela un incontestabile temperamento di pittore moderno. Porta il titolo: Studio di nudo: non ho timore di affermare che tra i pittori contemporanei che hanno lavorato sul nudo, nessuno ha ancora dato una nota così veemente Che verità, in ogni parte del corpo, in quel ventre un po' grosso che cade sulle gambe »
    Alla settima mostra, nel 1882, presenta una scultura e dodici tele, fra le quali il Vaso con fiori alla finestra, oggi al Louvre.

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    La perdita della verginità



    La crisi economica che investe l'Europa ha un riflesso anche nella vita di Gauguin che, nel gennaio del 1883, dopo un drammatico crollo della Borsa di Parigi, viene licenziato, come l'amico pittore Schuffenecker, dall'agenzia Bertin: per far fronte alla difficile situazione familiare, in un primo tempo si trasferisce a Rouen, poi rimanda a Copenaghen la moglie e i figli che raggiunge l'anno dopo, nel 1884, avendo lì ottenuto un lavoro di rappresentante. Ma gli affari non vanno bene e allora, nel 1885, ritorna a Parigi con il figlio Clovis.

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    Natura morta con mele, pere e ceramica



    Le difficoltà di guadagnarsi da vivere lo spingono in primo tempo a stabilirsi per tre mesi in Inghilterra, poi ad accettare a Parigi un lavoro di attacchino di manifesti: a causa dell'impossibilità di pagarsi la pensione, cambia spesso alloggio ed è anche ospite nella casa di Schuffenecker. Con tutto ciò, non trascura la pittura e nel maggio del 1886 partecipa all'ottava e ultima mostra degli impressionisti, esponendo diciotto dipinti: uno di questi è le Mucche in un pantano, ora nella Galleria d'Arte Moderna di Milano.

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    Vahine no te tiare



    In giugno soggiorna a Pont-Aven, in Bretagna, dove conosce il pittore Charles Laval; tornato a novembre a Parigi, conosce Théo van Gogh, che gestisce una piccola galleria d'arte, e Vincent van Gogh. Nuovamente deciso a cercare fortuna fuori della Francia, il 10 aprile 1887, dopo aver rimandato il figlio Clovis a Copenaghen dalla madre, parte per l'America insieme con il pittore Charles Laval. A Panama sono in corso i lavori per la costruzione del canale e Gauguin per più di un mese si guadagna da vivere come sterratore; in estate, con Laval, parte per la Martinica, dove dipinge una ventina di tele, finché a novembre, senza soldi, s'ingaggia come marinaio in una nave che lo riporta in Francia, nuovamente ospite, a Parigi, di Schuffenecker.

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    Manao tupapau



    Il breve soggiorno in Martinica segna un ulteriore distacco della pittura di Gauguin dai principi dell'Impressionismo, come mostrano le tele lì dipinte, esposte nella galleria parigina di Théo van Gogh. Come scrisse successivamente un critico d'arte, egli semplificò i colori, istituendo forti contrasti, che l'amico e primo mentore, l'impressionista Pissarro, giustificò con il fatto che nei paesi tropicali come la Martinica la forma viene assorbita dalla luce, cosicché le sfumature di tono sono impercettibili e allora occorre ripiegare sui contrasti di colore, ma si tratta in realtà, per Gauguin, di una consapevole presa di distanze dalla pittura impressionista. Vincent van Gogh, giudicando quei quadri, vi trovò «un'immensa poesia qualcosa di gentile, di sconsolato, di meraviglioso» e rilevò il «turbamento» di Gauguin di fronte al mancato apprezzamento delle sue opere.

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    Aita Tamari vahina Judith te Parari


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    La donna dei manghi


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    Te tamari no atua


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    Racconti barbari


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    Il cavallo bianco


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    Giovane tahitiana col ventaglio



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    Donne e cavallo bianco



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    La tomba di Gaugin nel cimitero di Atuona a Hiva Oa






    http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Gauguin

    Edited by belias94 - 8/5/2016, 18:03
     
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    DESCRIZIONE DI ALCUNE SUE OPERE



    Ia Orana Maria



    a Orana Maria (Ave Maria) è un dipinto a olio su tela (114x89 cm) realizzato nel 1891 dal pittore francese Paul Gauguin. È conservato nel Metropolitan Museum of Art di New York.

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    Ia Orana Maria



    Descrizione dell'opera

    Il dipinto raffigura tre donne tahitiane immerse nella natura lussureggiante della Polinesia: la donna in primo piano, quella con il pareo rosso, rappresenta Maria che porta sulla spalla suo figlio Gesù (la loro sacralità è indicata dalle due aureole). In secondo piano, troviamo due donne in atteggiamento di venerazione, mentre un angelo dalle ali gialle e viola, confuso fra la vegetazione, indica alle due donne la presenza di Maria. Infine, in primissimo piano riscontriamo una natura morta esotica con banane. In questo dipinto Gauguin fa emergere un tratto tipico della sua pittura: il sincretismo, ossia l’unione di due culture molto diverse fra loro, in questo caso la religione cristiana con la visione del mondo dell’esotico, al fine di rappresentare gli aspetti primitivi e naturali della spiritualità.[senza fonte] Importante sottolineare anche la critica che Gauguin fa al mondo occidentale, ovvero di aver rovinato e contaminato un mondo così puro, quello che l’artista definisce “un paradiso terrestre”.



    Lo spirito dei morti veglia



    Lo spirito dei morti veglia (Manao Tupapau) è un dipinto a olio su tela (73x92 cm) realizzato nel 1892 dal pittore francese Paul Gauguin. È conservato nell'Albright-Knox Art Gallery di Buffalo.

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    Descrizione dell'opera

    La donna raffigurata è Teha'amana, la giovane amante del pittore. Gauguin avrebbe preso ispirazione per il quadro quando, tornando da Papeete in una sera di tempesta, trovò Teha'amana al buio nella capanna, sdraiata supina sul letto e terrorizzata dall'oscurità. Alla memoria visiva, il pittore aggiunge a sinistra nel quadro, incappucciato e con l'aria minacciosa, un Tupapau, una sorta di demone o spettro polinesiano dei morti. Non a caso, poi, il titolo è assai ambiguo: può significare sia "Lei pensa allo spettro", o "Lo spettro pensa a (oppure veglia su di) lei".





    Aha oe feii?



    Aha oe feii? (Come, sei gelosa?) è un dipinto di Paul Gauguin del 1892, oggi conservato nel Museo Puškin delle belle arti di Mosca. Realizzato da Gauguin nel periodo polinesiano, l'artista rappresentata la realtà che lo circonda rielaborandola da un fatto a cui realmente aveva assistito.

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    No te aha oe riri?



    Descrizione e stile

    Sulla sabbia rosa, nei pressi dell'acqua i cui riverberi e scintilli sono interpretati come chiazze di colore grigio, ocra, arancio e nero, due fanciulle si riposano.

    Le due fanciulle, una distesa in pieno sole e l'altra seduta sulla sabbia, quasi completamente in ombra, sviluppano un contrasto compositivo immediato. Questo è visibile nelle loro teste, che sono sui due estremi di una stessa direzione, e nei loro corpi, che sono fusi in un'unica matassa compatta per metà scura e per metà chiara.

    Al perizoma rosso della ragazza sdraiata corrisponde poi, dal lato opposto, la veste rossa con i fiori poggiata a terra di fianco alla fanciulla seduta con in testa una ghirlanda, che è un chiaro richiamo alle dee greche.

    I volti e i corpi bruni sprigionano poi una forte carica erotica mentre la natura circostante è trattata sinteticamente e attraverso una percezione antinaturalistica della realtà. La bellezza delle due donne non è vera ma è vocativa (di uno stato d'animo). Gauguin infatti, interviene sul colore per dargli una valenza soggettiva.






    Arearea



    Arearea o giocosità è un dipinto di Paul Gauguin. È stato realizzato nel 1892 con la tecnica a olio su tela, ed ora è conservato a Parigi nel Museo d'Orsay. Questa opera fa parte di una serie di tre dipinti realizzati durante il viaggio a Tahiti.

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    Descrizione dell'opera

    Il termine Arearea significa giocosità, in effetti il quadro comunica una condizione di serena naturalezza. Sullo sfondo ci sono tre donne che pregano dinanzi ad un totem che raffigura una divinità tahitiana. Tale divinità è sproporzionatamente grande, quasi a dimostrare un mondo in cui gli uomini sono sotto la protezione degli dei. Più avanti troviamo due donne e un cane: la prima suona un flauto mentre l'altra sembra guardare l'osservatore.








    Giorno di dio



    Giorno di dio (Mahana no atua) è un dipinto a olio su tela (68,3x91,5 cm) realizzato nel 1894 dal pittore francese Paul Gauguin. È conservato nell'Art Institute di Chicago.

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    Il quadro è stato dipinto in Francia nell’intervallo tra due soggiorni a Tahiti. Rappresenta un sacrificio alla dea Kali visibile nel centro del dipinto. Le chiazze in primo piano sono i riflessi che la variopinta vegetazione polinesiana produce sulla superficie del mare. Si capisce che si tratta di acqua e non di vegetazione poiché le donne vi immergono i piedi.






    Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?



    Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? è un dipinto del 1897 di Paul Gauguin a olio su tela (141 x 376 cm). Tale dipinto è stato portato solamente due volte in Europa, una prima volta a Parigi mentre la seconda volta a Genova nel 2011-2012 per essere esposto alla mostra "Van Gogh e il viaggio di Gauguin" (novembre 2011- aprile/maggio 2012).

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    Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?



    Storia

    L'opera, che pone i massimi quesiti esistenziali dell'uomo, fu dipinta dall'artista a Tahiti in un momento assai delicato della sua vita: prima di un tentativo non riuscito di un suicidio (l'artista era malato, aveva seri problemi al cuore ed era sifilitico, in lotta con le autorità locali ed isolato sia fisicamente che artisticamente).

    Ad aggravare le cose, giunse a Gauguin la notizia della morte della figlia prediletta Aline, avvenuta pochi mesi prima. Il dolore per la perdita spinse l'artista a creare un'opera di grandi dimensioni (la più grande del suo opus) che fosse una riflessione sull'esistenza, un testamento spirituale e quindi una summa di tutte le sue ricerche cromatiche e formali degli ultimi otto anni.

    Gauguin descrisse per la prima volta il quadro come un acquerello in una lettera spedita all'amico Daniel de Monfreid; dopo alcuni schizzi preparatori, il pittore vi lavorò notte e giorno per circa un mese, imponendosi un ritmo di lavoro frenetico che finì col prostrarlo; fu così che, ritenendosi incapace di finire il dipinto, Gauguin tentò di suicidarsi ingerendo dell'arsenico, ma la dose troppo forte e presa di getto, determinò un forte vomito che annullò l'effetto del veleno.

    Il dipinto fu poi arrotolato e spedito a Parigi al mercante d'arte Ambroise Vollard, che così stipulò un contratto redditizio col pittore, assicurandosi l'esclusiva della sua opera.

    Descrizione e stile

    Concepita come il fregio di un tempio (numerosissimi sono i richiami alle figure del Partenone, ai templi di Giava e alla cultura maori), dà l'idea di un affresco, poiché presenta i bordi rovinati. Nei bordi inserisce il titolo dell'opera (a sinistra) la firma e la data (a destra), altro elemento tipico dell'arte bizantina.

    L'opera va letta da destra a sinistra (appunto all'orientale) come un ciclo vitale disposto ad arco: non a caso, all'estrema destra è raffigurato un neonato, che già dal momento della nascita è lasciato nell'indifferenza di chi lo circonda. Al centro un giovane (l'unico personaggio maschile) sta cogliendo un frutto e può essere interpretato in due modi:

    Come richiamo al peccato originale

    Come simbolo della gioventù che coglie la parte migliore dell'esistenza.
    Alle spalle del ragazzo, una figura con il gomito in alto contribuisce a definire la struttura triangolare della prima metà, al cui vertice sono messe in risalto le due figure rosse sullo sfondo, emblematiche e con l'aria di chi ordisce trame nell'ombra: esse sono simbolo dei tormenti e delle domande che giacciono nel profondo di ogni animo, che peraltro danno il titolo al quadro.

    La stessa struttura si ritrova nella seconda metà del dipinto, speculare rispetto all'uomo centrale. Al vertice troviamo stavolta la divinità, anch'essa col suo significato simbolico: l'inutilità e la falsità della bugia religiosa, magra consolazione e senso provvisorio di una vita in realtà vana. All'estrema sinistra troviamo una vecchia raggomitolata su di sé (identica ad una mummia peruviana vista dal pittore in gioventù) in attesa della morte, trasfigurata in un urlo quasi munchiano dinnanzi alla vacuità di senso dell'esistenza (piuttosto che per la paura della morte, dall'artista abbracciata almeno nelle intenzioni dopo la conclusione dell'opera). Infine, uno strano uccello bianco con una lucertola tra le zampe, simbolo della vanità delle parole, chiude la lettura del dipinto.

    Lo sfondo rappresenta la vegetazione in maniera sintetica: i rami si trasformano in arabeschi (decorazione doppia); i colori sono antinaturalistici: infatti gli alberi sono blu.
    Le due figure di giovani accovacciate su entrambi i lati e l'idolo blu della dea Hina sul fondo compaiono in molte opere dello stesso periodo.

    Edited by belias94 - 8/5/2016, 18:04
     
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    Edited by belias94 - 15/2/2015, 13:53
     
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