Ilva a rischio sequestro, alta tensione

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    Ilva a rischio sequestro, alta tensione


    GUIDO RUOTOLO


    Lo stabilimento Ilva a Taranto
    ilva01g
    Taranto, si aspetta di ora in ora l'esecuzione dei provvedimenti
    di custodia cautelare e interdittivi

    Tensione altissima, all'Ilva di Taranto. Si aspetta di ora in ora l'esecuzione dei provvedimenti di custodia cautelare e interdittivi presi dal gip Patrizia Todisco.

    Siamo infatti nella fase dell'esecuzione dei provvedimenti, fase che dovrebbe concludersi nelle prossime ore. Tanto che la conferenza stampa del procuratore Sebastio si dovrebbe tenere domani.

    Sequestro cautelare di impianti ma anche misure personali. Secondo indiscrezioni, il gip Todisco si è pronunciata con molta durezza sull'inquinamento della più grande acciaieria d'Europa che provoca morte.

    http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/a...lo/lstp/463698/
     
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  2. kekka007
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    Clini sull'Ilva: «Nessun scontro con i giudici»



    JPG


    Agosto che brucia il lavoro. Mappa delle fabbriche in crisi di R.G. Tutti gli articoli della sezione Di Salvatore Maria Righi 14 agosto 2012 A - A Una città che parla, prende posizione, fa domande, si spacca e a volte si lacera anche, perché l’acciaio è carne della carne. Una comunità, operai, famiglie, studenti, preoccupati per il suo futuro ma ancora di più per un presente più scuro dei nuvoloni che continuano a fendere il cielo sopra alle ciminiere.


    All’inizio della settimana più lunga forse dai tempi della Magna Grecia dei padri fondatori, Taranto è una pentola a pressione che non spacca il coperchio perché le istituzioni, a Roma come a Bari, stanno facendo una certosina opera di ago e filo. Ma molto prima dell’incontro in Regione di ieri pomeriggio, quando Vendola ha chiesto al presidente Ferrante e a tutti di «esercitare un grande senso di responsabilità», nonché di aspettarsi «impegno concreto perché siano rimosse le cause del sequestro», il governatore ha chiesto un «cronoprogramma» all’azienda, la giornata è iniziata coi nervi tesi e le parole dure.

    La tensione del caso Ilva, oltre a far marciare di nuovo gli operai fuori dai cancelli della fabbrica, fa scorrere a volte parole in libertà. Tra le tute blu e beige degli addetti, nei reparti che non hanno mai fermato il proprio ritmo neppure nei giorni delle carte bollate e delle manifestazioni, si era sparsa la voce che il Gip Todisco, volente o nolente uno spartiacque tra società civile e istituzioni, fosse stata addirittura «rimossa dall’incarico» e, magari, spedita a occuparsi di chissà che. Notizie che si rincorrono alla rinfusa nel tam-tam popolare, mentre i sindacati hanno organizzato una protesta di due ore con assemblee in fabbrica.

    CREPE NEL FRONTE
    L’iniziativa è stata confermata anche oggi, ma il fronte sindacale si è spaccato. Lo sciopero con assemblea di ieri e oggi è stato proclamato dalle segreterie territoriali di FimCisl e Uilm-Uil, nei reparti Ofe, Pla1 e Mua (oggi sulla statale Appia, dalle 10 alle 12, i reparti Ril riparazione, locomezzi, Grf gruppo recupero ferroso, Pzl piazzali ed Ene energia). Come recita il comunicato, la Fiom ha scelto di non aderire all’iniziativa. Le sigle che hanno proclamato l’agitazione fanno sapere che giudicano «positivamente la notizia che il governo - per bocca del sottosegretario Catricalà - ha deciso di ricorrere alla Consulta contro il nuovo provvedimento del Gip di Taranto». Categorico il segretario generale Fim-Cisl, Giuseppe Farina: «La reazione dei lavoratori dell’Ilva al provvedimento del Gip è giusta e sacrosanta. La gravità e l’esplosività sociale e industriale della situazione richiede ora un intervento autorevole».
    Una città che parla, prende posizione, fa domande, si spacca e a volte si lacera anche, perché l’acciaio è carne della carne. Una comunità, operai, famiglie, studenti, preoccupati per il suo futuro ma ancora di più per un presente più scuro dei nuvoloni che continuano a fendere il cielo sopra alle ciminiere. In giornata, come detto, a Bari si è tenuto un incontro istituzionale nel quale Vendola ha tracciato quelli che sono probabilmente i paletti in cui l’Ilva, e per sua mano il presidente Bruno Ferrante, dovrà muoversi. Perlomeno secondo l’auspicio del governatore che nell’occasione, nella quale erano presenti anche rappresentanze sindacali e Confindustria Puglia, ha cercato di smorzare i toni, sottolineando il pericolo del «clima da stadio» che si sta creando: «In questo momento, una situazione complessa e difficile merita il massimo spirito di mediazione; le opposte fazioni, la riduzione di una questione così complicata a una specie di referendum e la convocazione di tifoserie scatenate le une contro le altre non giova né alla causa del futuro dell'Ilva, né del diritto alla salute e all'ambiente per la città di Taranto».

    PIAZZA E PAROLE
    Nel cuore della città intanto, Piazza della Vittoria si è riempita per ascoltare le parole del «Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti» che ha parlato anche per bocca del suo portavoce, Cataldo Ranieri, operaio 42enne addetto agli impianti marittimi, «sotto sequestro con facoltà d’uso da tre anni» che ha aperto il suo intervento con un applauso al Gip Todisco. Lavora all'Ilva da 15 anni, ha due figli maschi di 9 e 13 anni. È felice di «aver rotto finalmente le catene» e ai colleghi della fabbrica dice «non si può barattare un posto di lavoro con la salute dei nostri figli». E ancora, primo a parlare tra altri saliti sul palco in rappresentanza di altri comitati e organismi tra cui Peacelink che da sempre si batte per ambiente e salute, «la gente sa che la classe politica che finora ci ha rappresentato qui a Taranto ci ha tradito e non è mai intervenuta per fermare l'Ilva che avvelena la città. I ministri? Vengono per tutelare gli interessi dell'Ilva: noi, tre ministri, li avremmo voluti qui a Taranto per i bambini del rione Tamburi intubati in ospedale perché ammalati di tumore». Poi è toccato al sindaco, che in altra sede ha chiesto di fare presto per una città che non ha più tempo per aspettare, tra l’incudine e il martello. «Taranto ha bisogno di certezze. Abbiamo il diritto di sapere cosa fare per ridurre l'inquinamento e sapere come affrontare i problemi della città. Soltanto dando risposte precise, la città potrà affrontare un periodo lungo e difficile».

    http://www.unita.it/italia/ilva-lavoro-e-s...n-aula-1.437859
     
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1 replies since 26/7/2012, 11:37   16 views
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