Freddie Mercury

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  1. kekkosko
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    Vent'anni senza Freddie Mercury. I Queenmania: "Non morirà mai"

    "Quando sarò morto a chi importerà?", si chiedeva. E si rispondeva con una punta di amaro sarcasmo: "A me no di sicuro". Aveva detto: "Voglio essere il Rudolf Nureiev del rock'n'roll". Invece quell'uomo è semplicemente diventato Freddie Mercury. Negli ultimi 40 anni si sono sprecati gli aggettivi per definire la musica dei Queen e del loro leader.

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    Freddie Mercury, al secolo Farrok Bulshara, è morto il 24 novembre 1991. Era malato da tempo di Aids, ma aveva deciso di non curarsi più. Voleva di nuovo il controllo sulla sua vita. Come controllava le centinaia di migliaia di persone presenti a Wembley durante uno dei suoi ultimi concerti, nel 1986.

    Oggi, a venti anni di distanza, il suo ricordo è ancora vivo. Come mai? Sarà, che come diceva lui, i Queen sono "la più assurda band che sia mai apparsa sulla faccia della Terra". Sarà che il gruppo formato da Freddie insieme a Brian May, Roger Taylor e John Deacon è diventato una leggenda.

    Tante, tantissime le canzoni scritte dai Queen che sono diventati degli inni. Impossibile non conoscere "We Are the Champions" o "We Will Rock You", "Radio Ga Ga" o "The Show Must Go On". Ma quando si va un po' più a fondo nella loro discografia si scopre una miniera. Di innovazione, sperimentazione, fantasia.

    A tenerlo in vita oggi ci pensano (anche) le band tributo. Ce ne sono tante, ma ce n'è una che spicca sulle altre. Loro si chiamano Queenmania, sono italiani e il loro leader è Sonny Ensabella.

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    L'INTERVISTA A SONNY ENSABELLA (QUEENMANIA)
    Il 24 novembre 2011 saranno 20 anni che Freddie Mercury è morto. Cosa rappresenta per te questo anniversario?
    "Significa tantissimo. Per me come per tutti i fan dei Queen. Ricordo ancora il momento in cui ho saputo che Freddie era morto. Ero solo un ragazzino, avevo 13 anni, e ho sentito la notizia al telegiornale. E' stata una cosa che mi ha segnato e mi ha spinto a fare quello che poi ho fatto".

    Chi era Freddie Mercury?
    "Era un cantante magnifico, un genio, un artista immenso, Ma era anche un anticonformista vero. Andava contro tutti e tutto. Sempre e comunque. Voleva fare solo quello che sentiva. E su un giovane queste cose hanno una grande presa. Dalla sua figura io ho tratto tanti insegnamenti musicali ma anche lezioni di vita".

    Quando nasce la tua passione per i Queen?
    "Già da piccolo conoscevo le loro canzoni. Però non sapevo fossero loro. A un certo punto, nel 1989, guardo la televisione e vedo il video di "Innuendo". In quelle immagini si vedeva che Freddie era già molto malato e sembrava davvero vecchio. E mi sono detto: 'Cavolo, ma chi è sto vecchio così cazzuto?'. Poi ho scoperto che loro erano i Queen. E da lì è stata una catena. Ho scoperto che anche "We Are The Champions" e "Bohemian Rhapdosy" erano loro. E poi ciao, passione per sempre".

    Quando invece hai deciso di fare il passo successivo, cioè diventare da fan a emule di Freddie?
    "All'inizio mi travestivo da Freddie Mercury quand'era Carnevale. Poi ho iniziato a lavorare come animatore turistico. Lo imitavo durante gli spettacoli nei villaggi e vedevo che la gente apprezzava molto. In breve è diventato il mio cavallo di battaglia. Ho cominciato anche a cantare le sue canzoni. Poi un giorno mi chiama un manager da Milano e mi dice che vogliono formare una tribute band dei Queen fatta da professionisti. Lui mi aveva visto proprio al villaggio. Appena messa giù la cornetta ero su un treno per Milano".

    Quanto è difficile impersonare Freddie Mercury?
    "Tantissimo. Era un front man inarrivabile. Impossibile raggiungerlo, sia per il canto sia per la gestualità che aveva sul palco. Io non cerco di scimmiottarlo, provo a metterci del mio. Piuttosto preferisco restare fermo e cantare bene piuttosto che continuare a dimenarmi e non azzeccare gli acuti. Non mi piacciono i movimenti meccanici, rischi di diventare una macchietta".

    Quali sono le tue canzoni preferite dei Queen?
    "E' difficile, sono così tante. Forse "Innuendo", ma anche tutto l'album "A Night At The Opera". E' un disco così sperimentale, ci si stupisce ancora adesso per quanto fosse innovativo".

    Insieme ai Queenmania hai duettato con molti artisti. C'è qualcuno con cui ti piacerebbe di più lavorare?
    "Forse con Cesare Cremonini, che è un grande appassionato dei Queen. Però sono contento della collaborazione con Enrico Ruggeri, che introduce tutti i nostri concerti, e con Cristina dei Lacuna Coil. Il metal è molto spesso un ambiente con la puzza sotto il naso e aver sdoganato una tribute band in quell'ambiente è un bel risultato".

    Quanta passione c'è ancora per i Queen in Italia e all'estero?
    "Tanta. Anche i giovani li amano. Questo perché la loro non è una musica datata. Sono attuali e universali. E ogni loro canzone è diversa dall'altra. Io ho solo un rimpianto nella vita: non aver visto i Queen dal vivo. Per sopperire ho dovuto consumare le vhs del loro live a Wembley".

    FONTE: affaritaliani.it
     
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11 replies since 24/11/2009, 16:03   1332 views
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