Il processo creativo dietro Ken il Guerriero

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  1. Mont_Blanc
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    Ripescaggio: Quando wiggle sembra schiacciato nella bara, si ridesta e la sua manona afferra uno dei soldati. La mano è in ombra e le dita sembrano qualcos'altro.
    Per la precisione sembrano il naga (semidio serpente, spesso dei cobra) a 5 teste della mitologia vedica/induista. Uno di questi esseri è Shesha, che funge anche da letto di Visnù.
    Alcune leggende indù, i naga li vedono come servi di Varuṇa, dio vedico delle tempeste

    Sulla fronte di Raoul, nel suo elmo, c'è il simbolo di un cobra dorato e alato. Varuna era il dio dei naga. Questi esseri avevano particolari poteri, ma li vedremo a tempo debito.

    Varuna: approfondimento da wiki: Varuna (वरुण, sanscrito vedico Váruṇa) è una delle più antiche e la più importante delle divinità vediche. Corrisponde all'avestico Ahura Mazdā. Nei Veda, è il garante dell'Ordine cosmico ( Ṛta (giustizia)) e della Satya (verità), Asura del cielo, della pioggia e dei fenomeni celesti, ma anche della Legge e del mondo sotterraneo. È quindi il più importante Asura nel Ṛgveda, e sovrano degli Aditya. Successivamente fu considerato re dei naga.
    Varuṇa sembra essere una replica del più antico deva-asura del cielo, Dyaus (che sconfisse in battaglia).
    Nella tradizione indù, il teonimo Váruṇa (Devanagari: वरुण) è descritto come una derivazione dalla radice verbale vṛ ("circondare, coprire" o "trattenere, legare") per mezzo di un suffisso -uṇa-, per un'interpretazione del nome come "colui che copre o lega", in riferimento all'oceano o fiume cosmologico che circonda il mondo, ma anche in riferimento al "vincolo" della legge universale o Ṛta.
    Secondo alcuni studiosi, Varuna era stata la divinità indo-ariana più antica nel II millennio a.C., che lasciò il posto a Rudra nel pantheon indù, e Rudra-Shiva divenne sia "senza tempo che il dio del tempo".
    La coppia Varuna-Mitra è una divinità ambigua proprio come la coppia Rudra-Shiva. Entrambi hanno aspetti adirati e gentili nella mitologia indiana. Sia Varuna che Rudra sono sinonimi di "visione onnicomprensiva, conoscenza", entrambi erano la divinità custode del nord nei testi vedici (Varuna in seguito viene associato all'ovest), ad entrambi possono essere offerti "sacrifici o offerte malvagie" (qui la traduzione non è molto chiara, comunque indica qualcosa di negativo), ognuno dei quali suggerisce che Varuna potrebbe essere stato concettualmente sovrapposto e sostituito da Rudra. Inoltre, l'inno rigvedico 5.70 chiama la coppia Mitra-Varuna come Rudra.

    Nelle sue prime espressioni è il deva-asura del cielo notturno dove le stelle e la luna rappresentano i suoi occhi. Egli giudica il comportamento umano, punendo i malvagi. Varuṇa è l'unica divinità dei Veda che osserva un comportamento severo ed etico. I suoi occhi sono denominati spaśa che significa "guardare" ma anche "spiare" (il termine spiare deriva proprio da 'spasa'!). Nei medesimi testi egli è spesso indicato come samrāj (sovrano) epiteto usato solo raramente per Indra. Nella solenne cerimonia del varuṇapraghāsa, i partecipanti erano tenuti a confessare i loro peccati al sacerdote officiante.
    Come capo degli Aditya, Varuna ha aspetti di una divinità solare; come il più importante Asura, però, è più legato a problemi morali e sociali che alla deificazione della natura. Insieme a Mitra — originariamente personificazione del giuramento — è maestro di rta, supremo custode dell'ordine e dio della legge; Varuna e Mitra sono spesso fusi in Mitra-Varuna (uno dvandva). Varuna è anche legato a Indra nel Rigveda, e fuso in Indra-Varuna. Tuttavia in altri scritti la storia prende una piega "un poco" diversa: le due divinità erano persone diverse. E per i ruoli dominanti che avevano, era nell'aria che si sarebbero affrontate. E ad un certo punto lo scontro ci fu, e vinse Indra. Come un tempo Varuna sconfisse Dyaus Ptr, ora fu il suo turno di essere spodestato. Tuttavia le capacità relative di ciascuno sono quello che sono. Viene anche detto che Indra e un altro dio, facevano con estrema fatica cose che Varuna riusciva a fare senza problemi. L'origine della decadenza del culto del dio dipese dalla sua indole spesso violenta, tanto da essere definita demoniaca. Col tempo Indra ne assunse gran parte dei poteri.

    Chi è Indra? Indra (devanagari: इन्द्र) è il signore della folgore e dio del temporale, delle piogge e della magia.[1] Nei Veda è il re dello Svarga ("Cielo"), dove è il capo delle divinità (deva).
    Il nome Indra vuol dire "Signore": è la divinità vedica che detiene il potere temporale ed è una divinità guerriera. Indra è amante delle donne, è nobilmente iracondo ed è solito ubriacarsi prima delle battaglie. Dopo le sue bevute spesso diventa violento e distrugge qualsiasi cosa; nonostante ciò è considerato una divinità saggia e detentrice di connotati positivi: valore, forza e coraggio.

    Sia Mitra che Varuna sono classificati come Asura nel Rigveda (ad esempio RV 5.63.3), sebbene siano anche indicati come Deva (ad esempio RV 7.60.12).[20] Varuna, essendo il re degli Asura, fu adottato o trasformato in un Deva dopo la strutturazione del cosmo primordiale, imposta da Indra dopo aver sconfitto Vrtra.
    Vrtra: Al principio dei tempi Vṛtra, il serpente costrittore, avvolgeva ogni cosa dentro sé e perciò conteneva il mondo dentro il suo stomaco. Egli era totalmente immerso nella contemplazione di sé stesso da non permettere che la manifestazione fluisse, perciò Indra per realizzare il mondo fu costretto a sacrificare il fratello.
    Vṛtra è anche considerato una fortezza inespugnabile e perciò Indra è chiamato il distruttore di fortezze. La fortezza, essendo simbolo dell'inespugnabilità per eccellenza, in termini vedici assume spesso la figura di una notte senza stelle, dell'oscurità (grande nemica di Indra), perciò Indra squarciando la notte-fortezza-oscurità, genera Uṣas (l'aurora). Dalla distruzione di Vṛtra Indra ricava così l'acqua (Soma) e il fuoco (Agni).

    Come dio del cielo, Varuna corrisponde a, o regna su, la metà oscura del cielo — o oceano celeste (Rasā), da cui il legame con acqua e pioggia — o il lato oscuro del Sole, che viaggia da Ovest a Est durante la notte. Lo Atharvaveda descrive Varuna come onnisciente, e punitore dei bugiardi: le stelle sono i suoi mille occhi, che osservano l'uomo.
    Nel Rigveda, Indra, capo dei deva, è sei volte più presente di Varuna, che pure è nominato 341 volte; questo può indurre in errore sulla reale imporanza di Varuna nell'antica società vedica, ma è dovuto alla concentrazione del Rigveda sui rituali a base di fuoco e soma, entrambi strettamente associati a Indra; Varuna con la sua onniscienza e onnipotenza nelle questioni umane ha invece tutti i tratti di una divinità dominante.
    Epoche successive
    Varuna divenne poi dio dell'oceano e dei fiumi, oltre che custode delle anime degli annegati; in quanto tale, Varuna è anche un dio degli Inferi, re dei naga, e può garantire l'immortalità. È anche uno dei Lokapāla (लोकपाल), come Guardiano dell'Ovest.
    L'arte più tarda rappresenta Varuna come divinità lunare, come un uomo pallido con un'armatura d'oro e un cappio o un laccio di pelle di serpente, a cavallo del mostro marino Makara.

    Compare anche una strana corrispondenza: Nello Yajurveda si dice: "Infatti Varuna è Vishnu e Vishnu è Varuna e quindi l'offerta di buon auspicio deve essere fatta a queste divinità". Il motivo: i papponi incoerenti non li hanno inventati i tempi moderni. Anche allora si faceva casino.

    Nel Vajasaneyi Samhita 21.40 (Yajurveda), Varuna è chiamata la divinità protettrice dei medici, colui che ha "cento, mille rimedi". La sua capacità e associazione con "la conoscenza comprensiva di ogni cosa", si trova anche nell'Atharvaveda.


    Ripescaggio: nel suo combattimento con Toki e Ken, Raoul si vanta che i suoi colpi nascondono mille segreti e che ha il potere di decidere il destino delle persone. Sono discorsi che mi sembrano adattati dalla conoscenza medica di Varuna dei mille rimedi e dal suo potere di dare o meno l'immortalità.
    Praticamente quasi tutto di quello che ho trascritto su Varuna, si specchia prima o dopo in Raoul. Con i dovuti adattamenti. Vale anche per una parte della descrizione di Indra e per Vrtra.

    Ancora col vedismo.
    Nel pantheon vedico Dyauṣ Pitā (द्यौष् पिता) o Dyauṣpitṛ (द्यौष्पितृ) o Dyaus Pitar è il Padre Cielo, divino consorte della Prithvi e padre di Agni, Indra (RV 4.17.4) e Uṣas, la figlia che rappresenta l'aurora. Il suo simbolo è il toro.
    Dyauṣ Pitṛ è stato descritto durante il giorno come un toro rosso che muggisce il tuono (in giustapposizione alla Prithvi Mata, rappresentata come una mucca), o quando scende la notte sotto foma di un cavallo nero adornato di perle, simboleggianti le stelle. Il Dyauṣ scuro tiene anche una pietra del tuono. Nell'arte, Dyauṣ appare in entrambe le suddette due diverse forme.
    Ripescaggio: e in effetti Re nero ha una "collana" fatta di mezzi cerchi d'oro alla base del collo.
     
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