I FIORI PIÙ STRANI DEL MONDO, TUTTE LE CURIOSITÀ

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  1. belias94
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    Le foto dei fiori più strani, curiosi, improbabili



    Dal fiore a forma di orco verde a quello con il becco d'anatra, passando per la pianta con labbra e rossetto e il fungo a forma di coppa del mondo: le più curiose creature di Madre Natura.




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    Profilo da papero

    Anche Daffy Duck, il celebre papero delle serie Looney Tunes, ha un gemello nel regno dei fiori: non ci credete? Passate alla prossima foto.


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    Fiore o uccello?

    L'orchidea anatra volante (Caleana major), un fiore endemico del deserto australiano, sembra proprio un pennuto in volo. Lunga al massimo 50 centimetri, è particolarmente difficile da notare a causa del colore rosso scuro, che la rende perfettamente mimetizzabile al contesto naturale in cui cresce.



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    Sfumature da fumetto

    Anche i colori riprendono quelli del personaggio della Warner Bros: becco giallo e "capo" scuro, proprio come il migliore amico di Bugs Bunny. Nella realtà, questa orchidea ha un altro amico insosituibile: un fungo, che si trova solo in Australia, con il quale le radici del fiore instaurano un rapporto simbiotico. Il fungo protegge l'orchidea dalle infezioni, e questa garantisce, in cambio, la sopravvivenza del "compare".



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    Un raro trofeo

    E ora un intruso: questo non è un fiore, ma un fungo non commestibile chiamato Clavariadelphus ligula, noto anche come "mazza d'Ercole" per la sua tipica forma a clava. Questo esemplare è stato trovato in Val d'Aveto, Liguria, da Claudio Pia, appassionato cercatore e fotografo di funghi. Vi ricorda qualcosa, ma non riuscite a capire che cosa?



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    La copia perfetta

    Ed ecco svelato il mistero: il fungo della foto precedente è la riproduzione naturale del trofeo Fifa per la Coppa del Mondo di calcio.
    E le foto di fiori e funghi bizzarri non sono finite. A seguire, una selezione di quelli più strani tratti dalle nostre "foto del giorno".




    L'orchidea che si crede Shrek

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    Mi ricordi qualcuno

    La pelle verde, le orecchie a punta, l'espressione simpatica e persino lo stesso gilet: a un primo sguardo sembra di trovarsi davanti a Shrek, l'orco protagonista dell'omonimo film d'animazione. Invece quella che vedete è una vesparia o fior di vespa (Ophrys apifera), una pianta che appartiene alla famiglia delle orchidee.


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    Due gocce d'acqua

    Ed ecco il personaggio di Shrek che l'orchidea sembra imitare alla perfezione. In effetti, la somiglianza è impressionante. Ma l'orco verde non è l'unico eroe dei bambini ad avere un sosia nel mondo naturale...

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    Inganno ben riuscito

    Il fiore - molto difficile da avvistare - è stato immortalato in Spagna, sui Pirenei, dal fotografo britannico David Chapman. Mentre noi lo riconduciamo a un personaggio di fantasia, ai maschi di ape ricorda, nella forma, l'addome delle femmine di alcuni imenotteri. Gli insetti gli si avvicinano, quindi, come attratti da un richiamo sessuale che si rivela poi fasullo. Ma intanto si sporcano del suo polline e provvedono a perpetrarne la stirpe.



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    Labbra tropicali

    La pianta dalle labbra calde (Psychotria poeppigiana) potrebbe accendere di desiderio i più eccitati e stupire i più curiosi, ma è abbastanza comune tra le foreste dell'Ecuador. Gli abitanti del luogo la chiamano "oreja del diablo", cioè orecchio del diavolo per le sue proprietà curative. Ha infatti diversi utilizzi medici. E come molte piante con fiori rossi nella zona viene impollinata dai colibrì.



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    Sempre imbronciato

    L'inverno sta per finire, i fiori i preparano a sbocciare... eppure questo bucaneve (Galanthus elwesil) non sembra affatto contento dell'arrivo della bella stagione. Mano a mano che i suoi petali crescono, la strana varietà di pianta sviluppa un "visetto" triste, con tre macchie che somigliano a un paio di occhi e una bocca rivolta all'ingiù. Nonostante l'umore nero, il fiore, che cresce in alcune coltivazioni ad hoc vicino a St Andrews, Scozia, riscuote un incredibile successo presso gli amanti della natura. Che oltre al pollice verde, per coltivarlo devono disporre anche di una buona stabilità economica: un solo bulbo "corrucciato" può arrivare a costare anche 100 sterline (117 euro circa).




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    Parassita e puzzona

    Che cosa vi sembra? Una cellula con il suo nucleo? Uno strumento di tortura? Quello che vedete è il centro di un fiore di Rafflesia (Rafflesia arnoldii), visto da molto vicino.
    Oltre a generare il fiore più grande del mondo – che può raggiungere un metro di diametro e superare gli 11 chili di peso – questa pianta è anche uno degli organismi più bizzarri del nostro pianeta.
    Non ha radici, né foglie e vive da parassita a spese di altre piante. In particolare la Tetrastigma, rampicante delle foreste pluviali di Sumatra, del Borneo, della Malesia e Indonesia.
    Per mangiare la "scroccona" introduce sottili filamenti direttamente nei tessuti della povera e inconsapevole pianta ospite e poi "succhia" fino a quando non si sente soddisfatta e sfamata.
    Oltre ad essere una profittatrice è anche una puzzona, gli abitanti del luogo la chiamano "pianta cadavere" per il suo cattivo odore.



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    Rose rosse per te. O funghi?

    Oggi le donne, per la loro festa, di fiori ne riceveranno molti, ma come questo no.
    Si tratta di una rosa realizzata con microrganismi coltivati in sagome disegnate: è la cosiddetta microbial art, ossia arte microbica, e questo ne è solo un esempio.

    Prendendo ispirazione dalle forme e dai colori delle muffe che affiorano sugli alimenti andati a male, diversi scienziati in tutto il mondo hanno dato vita a questa nuova forma di arte che utilizza funghi e batteri al posto di pennelli e colori.
    Su delle piastre Petri riempite di terreno di coltura - tipicamente gelatina di agar – e utilizzando coloranti alimentari, gli scienziati-artisti tracciano i contorni del disegno con un piccolissimo pennello. In queste sagome vengono poi coltivati in laboratorio i microrganismi selezionati, che danno vita a originali e colorati disegni degni di una galleria d'arte.

    Pur con tecniche differenti e utilizzando microrganismi diversi, tutte le creazioni della microbial art hanno qualcosa in comune: sono destinate a deperire. Ma non solo: molti dei batteri utilizzati sono potenzialmente patogeni e possono causare malattie gravi, quindi è tassativamente vietato il fai-da-te.




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    Promemoria naturale

    Alcuni lo chiamano "occhio della Madonna" per via del suo colore azzurro intenso. Ma per la maggior parte delle persone il nome del fiore più romantico che cresca nei prati è Non ti scordar di me (Myosotis sp.). Intorno al vegetale - nella foto al microscopio alcuni granelli del suo polline - ruotano numerose leggende. Tra le più diffuse quella di un cavaliere medievale che stava passeggiando sulla riva di un fiume in Germania accanto alla sua dama. Mentre si chinava per raccogliere alcuni di questi fiori cadde in acqua per il peso dell'armatura e venne risucchiato dalla corrente. Prima di sparire tra le rapide fece in tempo a lanciare il mazzolino all'amata e a gridarle "Non ti scordar di me!" Guarda anche una foto di questo fiore in sezione Dai fiori dell'amore ai fiori del male: le foto dei più comuni "killer" da balcone




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    Mazzo di fiori

    Questo bouquet sarà anche colorato, ma di certo non emana un buon odore. Quelle che vedete sono infatti alcune varietà dell'ortaggio più puzzolente che ci sia: il cavolfiore. Le sgargianti tonalità sono state ottenute in modo naturale incrociando diversi tipi di piante del genere Brassica e sono ora in vendita in un'unica confezione sugli scaffali di una famosa catena di supermercati britannici. L'operazione di marketing è volta a rendere più appetibili questi ortaggi, che comunque sono un vero toccasana per la salute: sono infatti ricchi di antiossidanti, depurativi ed efficaci nella prevenzione del cancro al colon e alla prostata.



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    Fiore puzzone

    Uno splendido esemplare di Aro titano (Amorphophallus Titanum) è fiorito nel giardino botanico di Stuttgart (Germania). Se l'evento è una meraviglia per la vista (il fiore, il più grande al mondo, misura 2.94 metri), non si può dire lo stesso per il naso. L'odore pestilenziale che emette infatti - a metà tra la carne in decomposizione, pesce marcio ed escremento - gli è valso il nome di "fiore cadavere", Bunga Bangkai, in lingua indonesiana. È dalle foreste equatoriali dell'isola di Sumatra infatti che questo fiore proviene. L'odore, particolarmente forte di notte, sarebbe particolarmente attraente per i suoi impollinatori, che si ritiene siano tra gli altri coleotteri dei cadaveri. Dopo qualche settimana di fioritura, il fiore appassisce e nessuno sa quando sboccerà di nuovo.



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    Fiori anti-Aids

    I girasoli possono produrre una sostanza che impedisce al virus dell'Aids di riprodursi, almeno nelle cellule in coltura. È questa la scoperta annunciata da un gruppo di ricercatori dell'università di Bonn che stanno lavorando su un nuovo gruppo di medicine anti-aids, chiamate DCQA.
    In natura questo tipo di sostanze si trova in piccolissime quantità nei carciofi e nella cicoria selvatica, ma sul mercato il loro costo è altissimo: mille euro per milligrammo. Il metodo sviluppato in laboratorio su cui stanno lavorando gli scienziati tedeschi invece consentirebbe di ricavarle artificialmente da cellule di girasole e altre piante, a un prezzo decisamente ridotto.
    Nella foto aerea, un campo coltivato a girasoli (giallo), soia (verde scuro), trifoglio (verde chiaro): ed ecco una vera e propria opera d'arte nel Kansas (USA).



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    Il mestiere più bello del mondo

    Questo campo di fiori rosa a Chichibu (Tokyo) risveglia la vostra indole bucolica? Allora siete forse i candidati ideali per il lavoro più bello del mondo. Non stiamo parlando del concorso per aspiranti guardiani dell’isola. Per quello, mettetevi l’anima in pace. L’ha vinto il trentaquattrenne inglese Ben Southall. Ma di un impiego come custode dei campi di lavanda di Pan Long Xia in Cina. Per le cinesi il mestiere più bello che si possa fare. Alla selezione possono partecipare solo le ragazze in età compresa tra i 18 e i 25 anni alte almeno 1,63 metri. Le guardiane, due in tutto, avranno ciascuna uno stipendio di 2.140 euro alla settimana, per passeggiare nei 200 mila metri quadrati di prato fiorito. Curando e proteggendo i fiorellini di lavanda dai turisti, che solo lo scorso anno sono stati 20 mila. Niente male per chi ha il pollice verde e non disdegna anche un po' di notorietà. Tra i compiti previsti infatti, c'è che quello di promuovere il luogo con interviste e comparse in video.



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    Fiori ultravioletti

    Come suggerisce il nome stesso, la luce ultravioletta si trova oltre il limite viola dello spettro ed è invisibile agli occhi dell'uomo. Ma non a quello di molti animali e di speciali pellicole fotografiche utilizzate per diagnosticare alcune malattie della pelle e scoprire documenti o opere d'arte false.
    Anche i petali di molti fiori, come quelli di questa Potentilla o Cinquefoglie (Potentilla), se fotografati alla luce ultravioletta possono rivelare qualcosa di nascosto ai nostri occhi: disegni e segni che servono per attrarre le api verso il nettare. Le api e altri insetti posseggono occhi sensibili all'ultravioletto e riconoscono le guide scure sui petali che guidano verso il centro del fiore. Impossibile non notarle.



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    Fiore celeste

    Replicando il pattern di un'eruzione di massa coronale seguendo una direzione circolare si sono ottenuti i petali di un fiore speciale, con al centro un'immagine del Sole agli ultravioletti.



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    Il sesso dei fiori

    Se l'apparato femminile di un fiore assomiglia alla faccia superiore della lingua umana, quello maschile ci può ricordare tutt'altro.
    Questa micrografia elettronica ritrae in particolare gli stami di un'aquilegia (Aquilegia sp.), pianta erbacea delle Ranuncolacee la cui parte vegetativa scompare in inverno, per germogliare poi di nuovo alla fine della stagione fredda. I fiori che rinascono a primavera richiamano la forma del becco o degli artigli di un'aquila da cui prendono il nome.
    Ogni stame è costituito da un filamento che supporta l'antera, una sorta di bulbo che contiene il polline, vale a dire le cellule sessuali maschili. Nella foto del giorno di domani, vi sveliamo un nuovo parallelismo...




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    Come nascono i figli dei fiori

    Il fiore simbolo, secondo la tradizione, della fedeltà e dell'amore eterno si svela al microscopio elettronico e mostra il suo apparato riproduttivo. La sezione di un Non ti scordar di me (Myosotis arvensis) rivela come la parte esterna del fiore, composta da sepali (verdi) e petali (blu) sia a protezione agli organi interni atti alla riproduzione. Gli stami (formati da un filamento che termina nell'antera) sono responsabili della produzione del polline che dovrà posarsi sul pistillo, l'organo femminile del fiore. Quest'ultimo (al centro) è composto dall'ovario, lo stilo e lo stigma. Dopo l'impollinazione e la successiva fecondazione, generalmente i fiori, eccetto gli ovari, appassiscono e cadono per lasciar posto al frutto.




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    Mangiatori di loto

    Non è la testa di un innaffiatoio, ma il baccello che contiene i semi del fiore di loto (Nelumbo nucifera), una delle piante più coltivate e… consumate di tutta l’Asia.
    Tutte le parti di questo fiore sono commestibili e apprezzate da oltre un millennio per le loro proprietà antidiarroiche, febbrifughe e vitaminiche, confermate anche da recenti studi scientifici.
    Ecco perché di questa pianta non si butta via niente. I semi seccati vengono mangiati come salatini, cucinati come popcorn e utilizzati in pasticceria.
    Dagli stami del fiore si ricava un té profumato, mentre le foglie sono utili per avvolgere gli alimenti



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    Che fusto!

    Perché i girasoli sono tanto belli? Forse il segreto è nella loro composizione interna (qui vista da vicino). Il fiore che vediamo, infatti, è in realtà un insieme di piccoli fiori talmente compatti e vicini da sembrare uno solo. In termini scientifici questo fiore costituito da una composizione di fiori si chiama "capolino" e il fenomeno "inflorescenza". Ed è tipico delle Asteraceae, la famiglia a cui appartiene il girasole.
    Ma non è l'unica stranezza di questa pianta. Il girasole (Helianthus annuus) è uno dei fiori più alti del regno vegetale. Può raggiungere anche i 3 metri di altezza. Nel 1567 a Padova, secondo la letteratura scientifica, ne è stato avvistato uno di ben 12 metri. Mentre il girasole "moderno" più alto è stato scovato qualche tempo fa in Canada: un esemplare di 8 metri.



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    Una rosa al giorno

    Continua la rubrica “Visti da vicino” che abbiamo inaugurato la scorsa settimana con la pianta “puzzona”. Questa volta in primo piano c’è un fiore decisamente più “aggraziato”. Si chiama Rosa acicularis e cresce spontaneamente in paesi freddi come il Canada e l’Alaska.
    Sembra che persino gli Indiani d’America conoscessero questa rosa selvatica, che usavano come rimedio per molti malanni. Dalle sue foglie ad esempio ricavavano un tè portentoso per curare diarrea e dolori di stomaco, mentre le radici venivano bollite per ottenere una soluzione che usavano come “colluttorio”. Con i gargarismi a base di rosa combattevano tonsilliti e mal di gola, e a chi perdeva sangue dal naso venivano fatti inalare i vapori di questo prezioso decotto.




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    Un popolo di giardinieri

    Il colpo d'occhio di questo campo di colza (Brassica napus) in Inghilterra allieterà la giornata di almeno due italiani su tre. Secondo un recente sondaggio di Coldiretti/Swg, infatti, è questa la percentuale di connazionali che ritiene di avere il pollice verde.
    Il 63% degli intervistati ha dichiarato di avere tempo da dedicare alle piante, e i principali responsabili del verde domestico sono gli uomini. Gli italiani destinano 15 minuti al giorno alla cura di fiori e animali, un minuto in più rispetto alle loro compagne. L'hobby del giardinaggio può trasformarsi in un vero toccasana per la salute: uno studio dell'Università di Uppsala in Svezia, durato 35 anni e pubblicato sul British Medical Journal nel 2009, sostiene che chi fa giardinaggio o un'attività sportiva di modesta intensità guadagna circa un anno di vita in più rispetto a chi resta inattivo.




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    Non cogliete questo fiore

    Con un serpente simile attorcigliato al suo stelo, possiamo star sicuri che nessuno proverà a cogliere questo bellissimo fiore d’Heliconia, una pianta molto diffusa in Indonesia. Anche perché un solo morso di questa vipera (Tropidolaemus wagleri) può immobilizzare un topolino in pochi secondi e provocare, se non curato tempestivamente, danni permanenti ai nostri tessuti: secerne infatti emotossina, una sostanza che distrugge lentamente i globuli rossi. Da evitare possibilmente anche il luogo di ritrovo preferito di questi rettili: il “Temple of the Azure Cloud”, in Malesia, noto – non a caso – anche come tempio dei serpenti. Al suo interno si riuniscono molte di queste vipere, forse attratte dal profumo degli incensi accesi dai monaci buddisti.




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    E se non ci fossero più le api?

    La biodiversità di fiori e api va pari passo: è quello che emerge su un recente studio pubblicato sulla rivista Science, il primo a denunciare il progressivo declino della varietà di api che si attesta sull’80 per cento.
    «Se da qualche altra parte si verificherà lo stesso declino che abbiamo appurato in Gran Bretagna, i “servizi di impollinazione” svolti dalle api, che diamo tanto per scontati, potrebbero essere a rischio. E con questi il futuro dei fiori delle nostre campagne», spiega il responsabile della ricerca, Koos Biesmeijer, della University of Leeds, Inghilterra.
    E non si tratta solo di una perdita per i più romantici amanti dei campi fioriti: si stima che il valore economico dell’impollinazione si aggiri nel mondo tra i 30 e i 70 miliardi di euro l’anno.



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    Per fare il fiore, ci vuole il seme

    Dal grande al piccolo, la sfera è una delle forme preferite in natura. Pianeti, lune e stelle sono in modo più o meno approssimativo delle sfere. Mettendo le cose sotto la lente d'ingrandimento però si scoprono forme anche più affascinanti.
    La sfera nella foto, tanto simile ad una pallina da tennis, solcata da tre linee proporzionali, è un granello di polline di un fiore della passione (Passiflora). Quando uno di questi granelli, che contiene i gameti maschili, si appoggia sullo stigma di una altro fiore, ha inizio la germinazione.



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    M'ama non m'ama: quanto conta un petalo
    Possibile che anche lo sviluppo delle piante segua schemi matematici precisi? Certo è che molte di esse mostrano regolarità celate nei posti più inaspettati. Pensiamo per esempio ai numeri speciali (i cosiddetti numeri di Fibonacci) che ricorrono in molte strutture naturali come i fiori di giglio che hanno 3 petali o margherite e girasoli che possono averne 34, 55 o 89. I numeri di Fibonacci sono gli elementi di una sequenza numerica in cui ogni numero a partire dal terzo è la somma dei due precedenti (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34). Furono scoperti da Leonardo Pisano, detto Fibonacci, agli inizi del '200, osservando il mondo in cui si riproduceva una colonia di conigli. Difficilmente in natura troverete fiori con un numero di petali diverso da un numero di Fibonacci.



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    Etciù... salute!

    La fine dell'estate e l'arrivo dell'autunno porta con sé la fioritura di questo curioso fiore, l'elenio (Helenium autumnale) in grado di raggiungere il metro di altezza. Sulla loro sommità i fiori producono una cosiddetta infiorescenza a capolino, con un disco centrale prominente e a forma di palla.
    In inglese, la pianta è chiamata anche erbaccia dello starnuto (Sneezeweed) ed è conosciuta dall'antichità per le sue proprietà medicamentose: i suoi fiori essiccati venivano infatti sniffati, con conseguente sonoro etciù. L'elenio, che secondo una leggenda greca sarebbe stato innaffiato al suo primo sbocciare dalle lacrime di Elena di Troia, fu usato dagli indiani d'America per curare febbre e raffreddori. Oggi il National Cancer Institute americano ne riconosce anche le proprietà antitumorali.



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    Sono arrivati gli x-fiori

    Fa parte di un libro intitolato "Guida pratica agli X-fiori cosmici" (A Field Guide to Cosmic Xflora) quest'illustrazione che raffigura un particolare tipo di Spacebloom (fiore spaziale). È stato chiamato "inkigo" dal suo autore, l'artista e scrittore Martin Naroznik, che l'ha realizzato con tecnologia 3D. I fiori spaziali sono piante cosmiche autonome che nascono e crescono nello spazio: con il loro diametro di diversi metri si muovono e si riproducono fornendo all'uomo del prossimo millennio derrate alimentari infinite. Per ora, però, è solo fantascienza…



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    Un fiore mostruoso

    È un fiore da non regalare… se non alla fidanzata che vi ha appena lasciato. Un metro di diametro, dieci chilli di peso e un profumo nauseabondo di marcio. Sono queste le misure del fiore più grande del mondo, la Rafflesia arnoldii. Rosso, a disegni screziati color panna, formato da 5 grossi petali carnosi, vive nelle foreste di Sumatra in Indonesia. Da sempre è un mistero per i botanici. Priva di foglie e radici vive parassitando un rampicante e resta aperto soltanto 5-7 giorni. Fortunatamente, perché emette una terribile puzza di carne marcia per attirare le mosche delle carogne (Chrysomia megacephala), che provvedono all'impollinazione. Recentemente, analizzando il dna del fiore, se ne è stabilita l'evoluzione e si è scoperto che fa parte dell'ordine delle Malpighiaceae, insieme a violette, stelle di Natale e fiori della passione.



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    Fiorellini di pietra

    Una violetta pietrificata? Uno strano gioiello celtico? Niente di tutto questo. È un otolite, un minuscolo granulo calcareo contenuto nell'orecchio interno che ha il compito di regolare l'equilibrio e l'udito. Appartiene a un pesce zebra (danio rerio), un pesciolino di pochi centimetri con un profilo genetico molto simile a quello dell'uomo. Più economico dei topi di laboratorio, il pesce zebra genera una prole numerosa in tempi brevissimi. Per questo motivo viene utilizzato come modello genetico in molte ricerche mediche. Recentemente alcuni ricercatori franco-tedeschi ne hanno studiato un gene, chiamato Starmaker (costruttore di stelle), molto simile ad alcune proteine umane che sembra coinvolto nella formazione di questi microscopici cristalli dell'orecchio. Piccole modifiche del gene possono modificare la crescita e la forma di questi piccoli, ma fondamentali, organi dell'equilibrio.



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    Strategie di colori e odori

    Con la sua livrea rossa punteggiata da sette macchioline nere, è uno degli insetti più noti. Si tratta di una Coccinella septempunctata, nella foto nell'atto di appoggiarsi su un fiore. La disposizione dei sette punti neri consente di riconoscersi tra le varie specie. Il colore rosso vivo, invece, è un potente richiamo sessuale. Per difendersi dai predatori, poi, la coccinella spruzza uno sgradevole liquido giallastro che mette tutti in fuga.





    focus.it

    Edited by belias94 - 13/5/2016, 18:48
     
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