I PESCI PIÙ GRANDI DEL PIANETA

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    I PESCI PIÙ GRANDI DEL PIANETA




    Nei mari e negli oceani, così come nei fiumi e nei bacini idrici d'acqua dolce, vivono migliaia di specie di pesci. Alcuni di loro raggiungono proporzioni gigantesche e possono essere pericolosi per l'uomo, e alcuni degli stessi abitanti dei bacini idrici sono oggetti di pesca. Considera i più grandi rappresentanti delle profondità del mare e presenta un elenco che include i pesci più grandi del mondo, sia marini che d'acqua dolce, e soprattutto, scopriamo qual è il pesce più grande del mondo.


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    Dissostichus eleginoides

    Il moro oceanico (Dissostichus eleginoides), conosciuto anche come nototenide della Patagonia o austromerluzzo della Patagonia, commercializzato come branzino cileno o spigola cilena, dentice della Patagonia, è un pesce appartenente alla famiglia dei Nototeniidi. Trovato nelle acque del subantartico a nord del 55° S, il nototenide della Patagonia raggiunge una lunghezza di quasi 2 metri; una specie simile, il D. mawsoni, si trova solo a sud della convergenza antartica. In precedenza lo si conosceva soprattutto per gli esemplari trovati nello stomaco dei capodogli. Recentemente è diventato una delle specie più ricercate dell'Antartide. Il nototenide della Patagonia è il bersaglio di una pesca internazionale intensa e incontrollata. Navi provenienti dalla Norvegia, dall'Argentina, dal Sudafrica e da altre nazioni, nel 1997, hanno pescato circa 100.000 tonnellate di nototenide della Patagonia, dieci volte tanto la quantità permessa dalla Convenzione per la Conservazione della Vita Marina dell'Antartide (CCAMLR). La pesca illegale, incominciata soltanto nel 1993, è stata così intensa che l'intera popolazione di nototenidi della Patagonia è ora in pericolo di estinzione commerciale e biologica. Vengono pescati soprattutto con il palangaro (e in parte con la pesca a strascico), che nella stagione del 1996-1997 ha ucciso anche più di 140.000 albatros e procellarie.

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    Epinephelus lanceolatus o cernia gigante

    La cernia indopacifica (Epinephelus lanceolatus (Bloch, 1790)), conosciuta anche come cernia gigante, è un pesce di grandi dimensioni appartenente alla famiglia dei Serranidi. In questo gruppo, il genere Epinephelus comprende 97 specie tra le quali la cernia gigante raggiunge i 500 kg di peso e i 2 metri di lunghezza, anche se alcuni sommozzatori professionisti hanno riferito di aver avvistato esemplari di - stimati - 800 kg e 3 metri di lunghezza nelle profondità australiane. Gli avannotti presentano segni irregolari neri e gialli, mentre gli adulti sono di colore verde grigiastro. Ciò che richiama l'attenzione in questi giganti, oltre alla loro costituzione robusta e all'immediata impressione di forza che trasmettono, sono gli occhi. Estremamente espressivi contrariamente alla maggior parte dei pesci, provocano nell'osservatore umano una strana sensazione di non sapere chi stia osservando chi.

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    Il pesce spatola cinese, Psephurus gladius

    Il pesce spatola cinese, Psephurus gladius , detto anche pesce spada cinese, è stato uno tra i più grandi pesci d'acqua dolce del mondo. Un tempo questa specie era nota con i nomi scientifici di Polyodon gladius e Polyodon angustifolium. Insieme al pesce spatola americano era una delle due specie attuali di pesce spatola. Veniva chiamato anche "pesce elefante", poiché il suo muso ricorda la proboscide di un elefante. Nell'antica Cina era detto anche pesce-wěi. Più poeticamente, talvolta veniva indicato come "Panda Gigante dei Fiumi", non perché ricordava un panda nell'aspetto, ma per la sua rarità e per lo status di animale protetto.

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    Il pesce spatola cinese godeva della più completa protezione nel Paese in cui viveva. Il suo ventre era bianco, mentre il dorso e la testa erano grigi. Viveva più che altro nelle acque del corso medio e inferiore dello Yangtze (Chang Jiang), ma talvolta si incontrava anche in grandi laghi. Si nutriva soprattutto di altri pesci, ma anche di granchi e gamberetti. Raggiungeva la maturità sessuale dopo sette o otto anni, quando sarà lungo 2 metri e peserà 25 chili.


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    Lo storione comune - Acipenser sturio

    Lo storione comune (Acipe La bocca nettamente infera, protrattile e tubiforme. Davanti 4 barbigli cilindriformi che rivolti all'indietro non raggiungono il labbro superiore. Il muso è molto allungato tanto che la sua lunghezza è pari a quasi la metà del corpo. Sul corpo sono presenti 9-14 scudi dorsali, 24-36 scudi laterali e 8-14 scudi ventrali. La coda è eterocerca, con il lobo superiore molto allungato.
    La pinna dorsale ha 31-43 raggi, quella anale 22-27. La pinna dorsale, la pinna anale e le pinne ventrali sono posizionate nella parte posteriore del corpo. Il primo raggio delle pinne pettorali è ossificato.
    La livrea prevede dorso grigio-grigio-bruno o verdastro, più chiaro lungo i fianchi, mentre il ventre è giallo-biancastro. In Italia gli esemplari non superano i 150 cm; come specie, può arrivare a 100 anni di età, 600 cm di lunghezza ed un peso di 400 kg.nser sturio Linnaeus, 1758) è uno dei più grandi pesci d'acqua dolce e salmastra diffusi in Europa. È famoso per offrire carni pregiate e caviale.



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    Ameiurus melas, conosciuto come pesce gatto

    Ameiurus melas, conosciuto come pesce gatto o pesce gatto nero o comunemente noto come barbone (o barbona) è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Ictaluridae. Talvolta è chiamato pesce gatto nostrano per distinguerlo dal simile Ictalurus punctatus. Questa specie ha il suo areale nelle zone occidentali degli Stati Uniti d'America dai Grandi Laghi al Messico settentrionale da cui è stato introdotto in Italia ed in gran parte dell'Europa nei primi del '900. Ha come habitat i fiumi a lento corso, i laghi e gli stagni. È un pesce di straordinaria resistenza, in grado di sopravvivere in ambienti fortemente inquinati, poco ossigenati e persino per qualche ora fuori dall'acqua.

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    Sulla pinna dorsale possiede un grosso aculeo velenoso in grado di provocare ferite molto dolorose; un altro aculeo è presente sul primo raggio delle pinne pettorali che all'occorrenza possono servire anche a muoversi fuori dall'acqua. Presenta inoltre una seconda pinna dorsale adiposa e pinna caudale omocerca (con i due lobi uguali). Possiede otto barbigli piuttosto sviluppati sui quali sono presenti migliaia di organi di senso e papille gustative. Raggiunge i 60 cm ed eccezionalmente il peso di 3 kg.



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    Il marlin blu - Makaira nigricans

    Il marlin blu (Makaira nigricans Lacepède, 1802) conosciuto anche come marlin azzurro, è un grande pesce di mare appartenente alla famiglia Istiophoridae. Appare simile agli altri marlin come il marlin bianco o l'aguglia imperiale ma ha corpo più massiccio, con una vistosa "gobba" dietro gli occhi. Il rostro è breve ma meno che nell'aguglia imperiale. Le pinne dorsali sono due: la prima è lunga e molto bassa per quasi tutta la lunghezza ma nella parte più anteriore si alza improvvisamente in un lobo appuntito (nei Tetrapturus è più grande ed è arrotondato), la seconda è piccola ed opposta alla seconda pinna anale. La pinna anale più anteriore è più grande della seconda. La pinna caudale è grande, potente e lunata; ha due carene sul peduncolo caudale. Le pinne pettorali sono lunghe; le pinne ventrali sono anch'esse allungate ma filiformi.
    Il colore è blu o grigio bluastro sul dorso e bianco su ventre e fianchi.
    Raggiunge dimensioni enormi, fino a 5 metri di lunghezza e 900 kg di peso.


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    Il regaleco, pesce remo o re di aringhe

    Il regaleco, pesce remo o re di aringhe (Regalecus glesne) è un pesce abissale di grandi dimensioni dell'ordine dei Lampridiformi. Il regaleco ha un corpo allungato e nastriforme, piuttosto fragile, di colore argento e striato da barre oblique scure, con la pelle cosparsa di piccoli tubercoli. La testa corta, è azzurrognola. Gli individui giovani hanno una serie di denti finissimi per mascella che scompare negli adulti. Si caratterizza per una pinna dorsale che percorre tutto il suo corpo, di colore rosso vivo, per la presenza di una cresta di "raggi" posti sopra la testa e per due lunghe pinne pelviche simili a remi (da cui il nome inglese di oarfish "pesce remo").

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    La peculiarità principale del regaleco è senza dubbio la lunghezza: può raggiungere la lunghezza di 11 metri sebbene normalmente non superi i 3 e, di conseguenza, il peso può raggiungere diversi quintali. Per questo motivo, è da molti considerato il pesce osseo più lungo al mondo. Le dimensioni lo rendono quasi immune dai predatori e sono probabilmente all'origine delle leggende che si raccontano sui mostri marini. Nel febbraio 2010, nel Golfo del Messico, a circa 1500 metri di profondità, è stato avvistato da un batiscafo un esemplare la cui lunghezza è stata approssimativamente stimata in oltre 17 metri.


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    Grande squalo bianco

    Il Carcharodon carcharias (Linnaeus, 1758), chiamato anche grande squalo bianco, carcarodonte o talvolta semplicemente squalo bianco è un pesce condroitto della famiglia dei Lamnidi. Unico rappresentante vivente del genere Carcharodon, questo squalo è il più grande pesce predatore esistente sul pianeta, nonché il terzo pesce più grande in assoluto, dopo lo squalo balena e lo squalo elefante.

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    Questa specie presenta dimorfismo sessuale e le femmine sono generalmente più grandi dei maschi. I maschi di grande squalo bianco possono misurare dai 3 ai 4 metri mentre le femmine variano dai 4 ai 5 metri, il peso di un esemplare adulto è compreso tra i 680 e i 1100 kg, tuttavia negli esemplari femmina può aumentare temporaneamente ben oltre la tonnellata durante il periodo di gestazione.

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    Nel 1987 a Ledge Point, in Australia, fu avvistato un esemplare della lunghezza di 6 metri, solo questo caso e pochi altri avvistamenti sono ritenuti attendibili, tuttavia, nel 2019, è stato avvistato alle Hawaii un grande squalo bianco femmina conosciuto col nome di Deep Blue, sebbene l'animale non sia mai stato misurato tutte le fonti concordano sul fatto che lo squalo sia lungo poco meno di 7 metri.

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    Squalo balena

    Lo squalo balena (Rhincodon typus Smith, 1828), unica specie del genere Rhincodon e della famiglia Rhincodontidae, è il più grande squalo esistente. Classificato nel 1828, quando un esemplare di 4,6 m di lunghezza fu arpionato lungo le coste del Sudafrica, venne descritto l'anno seguente dal medico militare Andrew Smith. Fu inserito come unico rappresentante dei Rincodontidi solamente nel 1984, dopo un lungo dibattito scientifico.

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    L'aspetto è quello tipico da squalo, tuttavia presenta un corpo maggiormente largo e appiattito sul dorso, con testa smussata e bocca molto ampia. Lungo fino a 20 metri, con un peso medio di 34 tonnellate. La sua pelle è tra le più spesse nel regno animale, fino a 14 cm. Malgrado l'apparenza che incute timore, è relativamente innocuo per l'uomo, che può avvicinarlo con l'unico rischio di essere inavvertitamente urtato dalla sua enorme mole. Si nutre quasi esclusivamente di plancton, filtrando il cibo con le branchie. Le due pinne dorsali non sono molto grosse e posizionate nella metà posteriore del corpo. La pinna caudale è quasi simmetricamente bilobata, le pinne pelviche sono ubicate inferiormente, mentre le pettorali sono assai ampie e posizionate sotto alle due ultime fessure branchiali. La pelle presenta piccole sporgenze a scacchiera evidenziate dalla livrea a punti bianchi su fondo blu-verdastro. Il ventre è biancastro. La coda ha i lobi simili (con il superiore un po' più lungo).

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    wikipedia

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    La pastinaca d'acqua dolce gigante - Himantura chaophraya

    La pastinaca d'acqua dolce gigante (Himantura chaophraya) è una specie di pastinaca della famiglia dei Dasiatidi originaria dei grandi fiumi ed estuari del Sud-est asiatico, della Nuova Guinea e dell'Australia settentrionale. È uno dei più grandi pesci d'acqua dolce del mondo: nei fiumi Chao Phraya e Mekong sono stati catturati esemplari di 500–600 kg. Il numero degli esemplari, però, sta diminuendo a causa della sovrapesca e della distruzione dell'habitat e alcune popolazioni locali sono in serio pericolo di estinzione.

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    La pastinaca d'acqua dolce gigante ha pinne pettorali molto sottili, più o meno di forma ovale, e occhi minuscoli. Il muso è molto largo e termina con una punta triangolare. La bocca è piccola ed è dotata di 4-7 papille (2–4 centrali più grandi e 1–4 laterali più piccole) sul pavimento. La coda a frusta misura 1,8-2,5 volte la lunghezza del disco ed è priva di pinnule. La spina posta sulla coda è la più grande di quella di ogni pastinaca e può raggiungere i 38 cm. È ricoperta da una guaina di muco tossico ed è in grado di perforare un osso.

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    La superficie superiore del corpo e la coda sono ricoperte da piccoli tubercoli rugosi che diventano sempre più appuntiti sulla coda al di là della spina. Il dorso ha colorazione uniforme marrone o grigia, talvolta più chiara verso i margini. Il ventre è bianco e presenta una caratteristica banda nera lungo il margine e una serie di piccole macchie lungo le pinne pettorali e pelviche. La coda al di là della spina è nera. Questa specie può raggiungere i 4,6 metri di lunghezza e gli 1,9 metri di larghezza. Le forme australiane e della Nuova Guinea sono molto più piccole e raggiungono al massimo la larghezza di un metro.



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    Manta

    Manta Bancroft, 1829 è un genere di pesci cartilaginei appartenenti alla famiglia Myliobatidae. Sono i giganti della famiglia, raggiungendo dimensioni imponenti, fino a 6,7 metri di larghezza ed arrivando a pesare più di una tonnellata. Il corpo è costituito da un disco piatto di forma romboidale ampio circa il doppio della sua lunghezza, con gli apici laterali appuntiti verso le estremità. Il capo è largo quasi un terzo dell'ampiezza del disco, e presenta all'estremità anteriore una bocca molto ampia, particolare che le differenzia dal genere affine Mobula, con ai lati due peculiari appendici chiamate pinne cefaliche. Gli occhi sono posti subito dietro, ai lati del capo. Sul ventre si aprono bilateralmente le cinque fessure branchiali, ampie e munite di un filtro per trattenere il plancton. Posteriormente al corpo si diparte una sottile appendice caudale che supera di poco in lunghezza il corpo, sormontata alla base da una minuscola pinna dorsale. Non posseggono aculei veleniferi, anche se nel caso di M. birostris, è rilevabile un abbozzo. La pelle presenta piccoli denticoli dermici di forma radiale.

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